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Autore: giulia_guidi    18/07/2013    0 recensioni
Una ragazza rimasta orfana viene rapita da un malvagio seguace di Satana, che cerca di aggiungerla alla sua schiera personale di servi. Nel frattempo Ezra, un ragazzo che ha appena concluso una brutta relazione, cerca di tirare avanti, inconsapevole di ciò che gli accadrà. I due infatti stanno per incontrarsi e Ezra non può neanche immaginare cosa lo aspetta. Non può neanche immaginare che debito dovrà pagare per tornare a vivere.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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"Tanij.."
"Torno subito, tu rimani qui."
"No aspetta, vengo con te.."
Niente, se n'era andata. Ezra voleva solo capire cosa diamine stesse succedendo. 
Niente, con le ragazze era una frana. Scappavano tutte in qualche modo. Per colpa del suo passato, delle sue strane idee, ma anche per paura di come si sarebbe comportato uno così. I metallari non venivano guardati bene. 
Chissà cos'aveva visto Tanij di così tremendo. Il suo sguardo giaceva perso sul vestito frusciante della ragazza che si allontanava in mezzo alla folla; svolazzava tra i ragazzi ubriachi, incespicava, li evitava a scatti, come se odiasse improvvisamente quel posto, come se odiasse quella folla inconsapevole.
Inconsapevole.
Ezra scosse la testa; si allontanò dalla staccionata e si avvicinò, invece, alla scala, guardandola con diffidenza. Girò attorno all'edificio più volte, alla ricerca di un passaggio segreto. Niente, la scala finiva normalmente come ogni altra scala, poggiata sul terreno.
Sonia gli passò accanto ridendo come una scema, lo vide e rise ancora più forte.
"Cosa guardi, stoccafisso, il vuoto che Gitane ha lasciato dentro te? Oppure è il vuoto che JESSICA ha lasciato nel cuore che non hai?" Rise ancora più forte, dovette aggrapparsi ad un ragazzo lì accanto, lo stesso che l'aveva portata via prima, solo che stavolta puzzava di erba.
Gira, gira il coltello nella piaga, hai bisogno di meeeeeee…
Una voce che proveniva dall'entroterra. Era spaventosa e beffarda, crudele, ma anche pronta ad offrirti un aiuto che ti avrebbe portato all'abisso più profondo che un umano potrebbe raggiungere.
Seguimi.
Sapeva che non avrebbe dovuto farlo, lo SAPEVA. Ma dopotutto quella voce lo attirava, era ammaliante, ti tirava fin dalle ossa. 
La voce ghignò e un'ombra attraversò il cortile così velocemente che Ezra vide ben poco. Vide un cespuglio lì accanto muoversi, vide solo un'ombra che ci si tuffava dentro, come se avesse avuto un'allucinazione.
Seguimi. Dietro al cespuglio c'era un bassorilievo con un'immagine di un pugno chiuso che stringeva una lama.
Tutto richiede un sacrificio, Ezra.
Ezra non si chiese neanche come quell'affare sapesse il suo nome, cercò solo di scervellarsi e di capire cosa intendesse dire. Sacrificio, eh? Un pugno che stringeva una lama? 
"Hai un coltello, chiunque tu sia?"
Non serve una lama. Guarda i rami alla tua sinistra.
Spine. Spine grosse come un suo dito. Ne staccò una e guardò il disegno sulla piastrella. 
All'improvviso vide uscire dal pugno chiuso un fiotto copioso di sangue che si posò al margine della piastrella, raccogliendosi nel bordo. Fu un attimo, poi la mattonella tornò come prima.
Sangue sangue sangue
Ezra si guardò la mano preoccupato, ma poi ci chiuse dentro la spina e strinse, stringendo i denti dal male.
Un sibilo riempì le sue orecchie, facendolo rabbrividire. La mattonella si spostò di lato, mostrando un buco nero un pò stretto che scendeva e scendeva.
Non farlo, Ezra. Oh, Tanij.
"Non farlo."
Là c'è ciò che cerchi.
"Non lo so nemmeno io cosa cerco."
Ah, ma io sì.
Decise di scendere. Attaccato al bordo del buco c'era una scala a pioli che scendeva per una decina di metri, prima di posarsi su uno spiazzo malamente illuminato. Alla sua destra notò con sorpresa che c'era una scala in ferro che saliva verso l'alto, là dove in teoria sarebbe dovuta finire quella che stava sopra la terra, che invece continuava fin sotto. A sinistra, invece, notò con orrore che la scala proseguiva ancora ed era tutto completamente buio. Vedeva solo una fioca luce sotto la scala a chiocciola, ma sotto di diversi metri, così in basso che appariva una lucciola.
Scendi, allora?
"Scendo, scendo."
E cominciò, così, la sua discesa in quel posto infernale.
"Non si torna indietro."
No
La presenza sogghignò.
 
Tanij era tornata dov'era prima con Ezra e non l'aveva trovato. Spazientita, l'aveva cercato per tutta la festa, aveva chiesto ai suoi amici, aveva chiesto a tutti quelli che sembravano ancora troppo poco ubriachi per dimenticare.
Le passò accanto Sonia. 
"Scommetto che gli hai raccontato quella bella storiella della nonna! - Rise fragorosamente. - Perchè era vicino alla scala e aveva lo sguardo incredibilmente da pesce lesso!"
Scappò via barcollando, ubriaca, sempre attaccata a quel tipo tremendo.
Tanij impallidì.
Gli avevo detto di non andare.
Si mise a cercarlo per tutto l'edificio, corse su e giù per le sale chiamandolo, sbirciò nel bagno dei ragazzi, non lo trovò. Alla fine, tremante, corse dietro al cespuglio che le aveva indicato la nonna. 
Lì c'è un passaggio segreto che porta all'inferno. Vi vanno solo i bimbi cattivi.
E noi non siamo cattive, vero nonna? Le aveva chiesto.
No, affatto. Voi quella pietra non la dovete toccare.
E se scendiamo là sotto?
C'è un prezzo da pagare, mie care. Tutto ha un prezzo.
  
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