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Autore: noewalrus    19/07/2013    1 recensioni
Penso che tutti in casa vostra abbiate una mansarda, o una soffitta, o comunque un ripostiglio... 
I bauli, i cassettoni, gli scrigni contenuti in quel luogo sono le porte della fantasia. 
Pieni di roba vecchia, sgualcita, consumata: magari di lettere o cartoline.
E riguardandole, a qualcuno come Paul McCartney potrebbe tornare in mente un amore vivido e vero, scandito da tante lettere, vissuto ai tempi del rock 'n' roll...
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon , Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paul scelse una delle lettere e la esaminò. 

Profumava di birra; probabilmente quell'ubriacone del suo amico gliene aveva rovesciata sopra un po' mentre scriveva. 
Ma attenzione: non puzzava, profumava proprio, un profumo dolce e delicato, come quello che ognuno percepisce pensando ad una persona speciale.
Aveva anche qualche macchia qua e là, e c'erano alcune cancellature fatte con l'inchiostro: se però la lettera veniva girata al contrario, si potevano ancora leggere le parole sotto. Era una carta molto sottile, quasi impalpabile, e per questo motivo aveva qualche buco sui lati. 
Era stata spedita da Amburgo a Liverpool: risaliva ad un periodo dove Paul era tornato per due settimane nella sua città natia per il funerale di qualche vecchia parente che nemmeno conosceva, e gli altri avevano proseguito i concerti in Germania senza di lui, non potendo fare altrimenti.
Il quarto o quinto giorno di permanenza in Inghilterra - Paul non ricordava bene - aveva ricevuto una missiva di John.
"Paul, 
sbrigati a tornare, non ne possiamo più di far suonare Stu al basso. Lo sai meglio di me che non è capace, e alle prove non viene mai perché sta a trastullarsi con Astrid. Molla quel vecchio fetente cadavere e vieni nella piccola bastarda Amburgo!"
'Piccola bastarda Amburgo' era un modo di esprimersi che John e solo John poteva usare. 
"Spero che ti starai divertendo lì, tra cadaveri e morti viventi. Se passi da casa, salutami mia zia e Cyn..."
Paul si ricordava che era passato a salutare Mimi, ma Cyn proprio no.
Con tutto il bene che poteva volerle, non sopportava assolutamente quando John fingeva di amarla - la cosa lo feriva, perché quel coglione fingeva anche troppo bene. 
"...e non riposarti troppo. Qui c'è del lavoro da sbrigare, fannullone! 
John."
Purtroppo non era riuscito a rispondergli. 
Cioè, aveva scritto una lettera. 
Ma il suo cervello l'aveva giudicata troppo seria/sdolcinata/inutile per mandarla ad uno come John. 
E così l'aveva rimescolata un po', aggiunto qualche frase stupida per fare colpo, ed era diventata una canzone. Una bella canzone che Paul propose alla vigilia del secondo disco dei Beatles. 
Una canzone che a Lennon piaceva. Ma ovviamente lui non sapeva cos'era prima di diventare la famosa All My Loving. 
Non immaginava neanche quanto Paul lo amasse. 
"Basta con questi cogitamenti" pensò McCartney.
Ma la sua mente era come una mina vagante, quando un pensiero la colpiva lasciava il segno, e così cercò di rimettere insieme i pezzi della storia subito dopo la lettera incompiuta. 
Era tornato ad Amburgo. Aveva ripreso a strimpellare il suo basso a violino Hofner. Stu aveva lasciato la band per dedicarsi alla pittura e ad Astrid. 
Aveva ripreso in mano una canzone, scritta quando era quindicenne, intitolata When I'm Sixty Four. Non ricordava se l'aveva scritta prima di quel 6 Luglio del 1957, ma sapeva che era una buona canzone. La suonavano quando qualcosa andava storto con l'impianto audio, e non necessitava più di un pianoforte e la voce di Paul. 
Spesso li bersagliavano di bottiglie di birra - vuote, sfortunatamente (o fortunatamente) per John - e una volta, proprio mentre era al piano, Paul dovette andare in ospedale perché l'avevano colpito in testa e sanguinava. L'avevano trattenuto in una sporca e piccola stanzetta con un letto e una finestra con le sbarre, ed era abbastanza preoccupato. 
Ma quando John aveva fatto uscire gli altri e aveva detto loro di andare a dormire, che non era nulla di grave, si era sentito meglio. 
John era rimasto lì con lui, gli aveva dato forza, e il mattino seguente, dopo avergli ricucito il cuoio capelluto, se n'erano andati ridendo, come due grandi amici. 
Ma, per Paul, John era qualcosa di più. Era la forza che lui non aveva, era il sarcasmo che non gli era stato trasmesso, era il "chissenefotte" che nessuno gli aveva mai insegnato. 
Tenere nascosto tutto questo era terribile. 
Avrebbe voluto abbracciarlo, baciarlo e farlo suo. Ma John non sapeva... 
A volte Paul sognava ad occhi aperti. 
Sognava di incontrarlo, un giorno, e di ascoltare la sua dichiarazione d'amore. E si sentiva felice. 
Ma poi, passata la sbronza, si rendeva conto dell'improbabilità, se non dell'impossibilità di questi sogni.
Per questo amava sbronzarsi. 
C'è chi beve per dimenticare, lui beveva per sognare. 

#spazioautrice

Questo è il mio capitolo preferito perchè gli altri sono scadenti perché è dolcioso. Cogliete le citazioni, sono evidenti come uno spruzzo di sangue su un muro bianco xD

Noe.

 

  
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