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Autore: crazy640    31/01/2008    14 recensioni
Salve è la mia prima ff,spero vi piaccia! Se qualcuno gli avesse detto che quello era il suo futuro,avrebbe sicuramente riso. Lui sapeva che nel suo futuro c'erano Ron,Hermione,c'era il suo lavoro da Auror... E soprattutto c'era lei. Ginny.
Genere: Romantico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Io e te per sempre'
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il grande disegno

 

Fu solo domenica sera che,non vedendo nessuna traccia di Hermione,Harry pensò di essere fuori pericolo.

Aveva avuto il timore di vederla comparire davanti alla porta del numero 4 di Privet Drive per tutto il fine settimana,ma ora cominciava a sentirsi piu' rilassato:sicuramente non poteva presentarsi a casa sua di domenica sera.

Aveva passato quei due giorni cercando di tenere la mente occupata:dopo essere tornati dalla biblioteca,il sabato mattina,lui e Teddy avevano pranzato,poi aveva fatto fare al bambino un riposino pomeridiano di un paio d'ore.

Quando il piccolo si era svegliato lo aveva portato ai South Kensington Gardens,che Teddy adorava per la statua di Peter Pan e per il grande lago con i cigni.

Avevano passato quasi due ore seduti sulla riva del lago a giocare con la barca radiocomandata e a dar da mangiare alle oche e ai cigni.

Una volta a casa,aveva fatto mangiare Teddy e lo aveva messo a letto.

La domenica mattina lo aveva portato al cinema a vedere un cartone animato sulle api,che a Teddy era piaciuto molto,mentre lui aveva rischiato piu' volte di addormentarsi durante la proiezione.

Ora il bambino era poco distante dalla sua poltrona,sdraiato a pancia in giu' intento a fare un disegno.

Harry cercava di leggere un libro,cercando di seguirne la trama nonostante le continue domande del bambino.

-Credi che posso colorargli i capelli di blu?-gli domandò ancora.

Harry sorrise e sbirciò per un attimo il foglio da disegno,ma il bambino fu piu' veloce e nascose il disegno con il braccio,bloccandogli la visuale.

Harry rise e alzò le spalle.

-Non vedo perchè no-disse tornando a posare gli occhi sul suo libro.

Nella stanza tornò il silenzio,interrotto dal rumore della legna che crepitava nel fuoco.

Erano in novembre,e quell'anno il freddo era ancora piu' pungente del solito;Harry aveva la speranza di alzarsi una di quelle mattine,aprire la finestra e trovare Privet Drive ricoperta di neve.

Per Teddy sarebbe stato bellissimo:adorava giocare a battaglia di neve e aveva un talento naturale nel fare gli angeli di neve.

Entrambi tornarono alle loro occupazioni interrotte pochi minuti dopo dal suono del campanello.

Harry guardò l'orologio posto sopra il camino:erano quasi le otto di sera.

-Chi è?-gli domandò Teddy mettendosi in ginocchio.

-Sarà Mrs.Palin che ha bisogno dello zucchero-disse Harry alzandosi dalla sua poltrona e avviandosi verso l'ingresso.

Teddy lo imitò e gli sfrecciò di fianco arrivando per primo alla porta e allungandosi per aprire la porta.

Harry rise e lo prese in braccio per facilitargli l'operazione.

Teddy si allungò di nuovo verso la catena della porta e riuscì finalmente ad aprirla.

Harry si mise Teddy sul fianco destro e aprì di piu' la porta per vedere chi fosse rimanendo sorpreso trovandosi di fronte Hermione.

Forse aveva cantato vittoria troppo presto,si disse guardandola.

Era avvolta in un cappotto color nocciola che dava ancor piu' luce ai suoi capelli castani;al collo aveva un sciarpa di lana color panna coordinata con i guanti.

-Ciao...-gli disse lei,accennando un sorriso.

-Hermione!-la salutò Teddy.

-Ciao piccolo-disse la donna sorridendo al bambino.

-Non sono piccolo!Ho già quattro anni-la rimproverò lui.

Si voltò verso Harry offeso e,quasi contemporaneamente,si mosse per farsi mettere a terra.

Una volta libero,si mise a correre e tornò in salotto.

Harry tornò a guardare Hermione,ancora ferma in strada in attesa di una sua parola.

-Credevo che fosse la nostra vicina-le disse,pentendosi subito di quella frase.

La donna alzò le spalle.

-Posso entrare?-gli domandò incerta.

-Certo...scusami,sono un vero cafone!-le disse facendosi da parte per farla entrare.

Hermione entrò nell'ingresso e lui chiuse la porta di casa.

-Dammi il cappotto-le disse.

Ma di chi era quella voce così formale?si domandò sorpreso.

La vide togliersi il cappotto e rimanere in jeans e maglione blu.

Dopo aver appeso il suo cappotto,le fece strada verso il salotto,dove Teddy era tornato a colorare come se l'interruzione di poco prima non fosse mai avvenuta.

-Vuoi bere qualcosa?Un bicchiere di vino?-le domandò infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.

Perchè era così a disagio?

Perchè sai che è venuto il momento della verità,rispose una vocina dentro di lui.

-Si,grazie-rispose lei con un leggero sorriso.

Harry si avviò in cucina e prese il vino dal frigorifero,poi si avvicinò alla credenza e prese due bicchieri da vino.

"Andrà tutto bene...Devo solo cercare di non farmi prendere dal panico..."si disse facendo dei respiri profondi.

Mentre versava il vino nei bicchieri un pensiero gli attraversò la mente:e se al posto di Hermione ci fosse stata Ginny?

Sicuramente sarebbe morto!

Prese i due bicchieri e tornò in salotto,dove lei era accovacciata accanto a Teddy:il bambino le stava mostrando il disegno e le stava spiegando cosa raffigurava.

-Ehi,perchè lei può vederlo e io no?-domandò al bambino con tono fintamente offeso.

-Perchè voglio che tu lo vedi quando è perfetto-disse il bambino senza guardarlo.

Harry sentì il cuore sciogliersi a quelle parole:adorava quel bambino,ogni giorno di piu'.

Porse un bicchiere a Hermione e le indicò il divano accanto alla sua poltrona,invitandola a sedere.

La donna seguì il consiglio e si sedettero contemporaneamente.

-Teddy ti dò tempo un'altra mezz'ora per finire il disegno,poi dritto a letto-disse Harry tornando a guardare il bambino.

-Ma zio...-tentò di lamentarsi lui.

-Niente storie!Lo sai che domani devi andare all'asilo-gli ricordò lui incontrando gli occhi del bambino.

Teddy non protestò,ma Harry capì che era ancora arrabbiato dai suoi capelli:in pochi istanti erano diventati rossi,per poi virare sul fucsia prima di tornare del loro colore naturale.

Tornò a guardare Hermione e la vide sorridere.

-Assomiglia molto a Tonks-disse a disagio.

Harry annuì.

-Però ha preso tutto il carattere di Remus...Certe volte facciamo certe discussioni...-le disse con un lieve sorriso sulle labbra.

Anche lei sorrise per alcuni istanti,prima di tornare seria.

-Ed è...-iniziò senza sapere come continuare.

-Come Remus?-domandò Harry,cercando di facilitarle il compito.

Per lei non doveva essere facile:per tre anni nessuna notizia ed adesso era lì accanto a lui che cercava il modo piu' delicato possibile per imbastire una conversazione,per chiedergli tutte le informazioni che le mancavano.

La vide annuire.

-No,ha ripreso gran parte dei suoi poteri da Tonks,anche se devo confessarti che per circa un'anno ho avuto il timore che potesse essere come Remus-le confidò.

Hermione annuì di nuovo,non sapendo cosa aggiungere,poi bevve il primo sorso dal suo bicchiere.

Restarono in silenzio,cercando entrambi un modo per ricominciare:lui voleva trovare il modo per evitare il piu' a lungo il discorso che sapeva sarebbe iniziato di lì a poco,e lei voleva iniziare proprio quel discorso nel modo piu' giusto possibile.

-Com'è la vita da sposata?-le domandò lui,cercando di mantenere il discorso su un territorio neutro.

La vide sorridere e questo,in qualche modo strano,lo rese felice.

-All'inizio è stato difficile...litigavamo tutti i giorni-disse lei.

-Sai che cambiamento!-disse lui bevendo un sorso dal suo bicchiere.

Lei sorrise a quelle parole:in fondo nessuno meglio di lui conosceva la sua storia con Ron.

-Già,però adesso abbiamo trovato il nostro equilibrio...Oddio litigiamo ancora,però riusciamo a far passare giorni fra una litigata e l'altra-disse.

Harry annuì lentamente.

-Ron sa che sei qui?-le domandò,lo sguardo fisso alle fiamme nel camino.

Hermione annuì.

-Sì,lo sa-disse poco sicura che lui l'avesse vista poco prima.

Anche Harry annuì,lo sguardo ancora fisso sulle fiamme.

Conosceva Ron come se fosse un'altro sè stesso e sapeva che non sarebbe mai venuto a domandargli spiegazioni della sua scomparsa.

I suoi amici erano diversi:Ron non avrebbe mai accettato di mettere da parte il suo orgoglio,mentre Hermione aveva bisogno di sapere,di risposte e questo spiegava la sua presenza lì quella sera.

-Dov'è adesso?-le domandò lasciando vincere la curiosità.

Era tornato a posare lo sguardo su di lei e la vide sorridere.

-Stava guardando la partita di Quidditch dei Cannoni di Chudley su MagicSky quando sono uscita.

C'erano battitori e cercatori che volavano per tutto il salotto...

Credo che al mio ritorno lo troverò ancora davanti al televisore,sempre con la stessa partita o con i commenti dallo spogliatoio-disse lei divertita.

Harry riusciva a immaginare perfettamente la scena:Ron seduto su una poltrona davanti alla televisione con indosso la divisa dei Cannoni di Chudley pronto per esultare ad ogni punto,mentre i giocatori gli sfrecciavano attorno sulle loro scope.

Aveva immaginato anche questo quando pensava al suo futuro,ma poi aveva deciso di cancellarlo dalla mente:era troppo doloroso pensare a ciò poteva essere e non era stato.

-Saranno tre anni che non vedo una partita di Quidditch-si lasciò scappare.

-Beh,ti posso assicurare che Ron ha visto abbastanza partite anche per te:il nostro televisore è sempre sul canale dello sport e guai se provi a cambiare canale!-disse Hermione con un sorriso divertito che contagiò anche Harry.

Il silenzio scese fra i due,dopo quella piccola confessione,accompagnato dall'imbarazzo,così Harry posò il bicchiere sul tavolino di cristallo poco distante da sè e guardò Teddy.

-Hai finito il disegno,giovanotto?-gli domandò.

-Altri cinque minuti,ti prego zio!-disse il bambino coprendo subito il disegno e alzando lo sguardo sull'uomo.

Harry gli sorrise e gli concesse i cinque minuti in piu'.

-Sei davvero bravo con lui-gli disse Hermione.

Harry fece un gesto con la mano per schernirsi.

-No,sapessi quanti errori ho fatto in questi quattro anni.

Mi ricordo che agli inizi,quando Teddy aveva cinque o sei mesi,per sbaglio ho messo il sale nel suo biberon del latte al posto dello zucchero.

Me ne sono accorto soltanto perchè lui continuava a piangere e non voleva mangiare-le disse.

Hermione rise alle sue parole.

-E quando mi hai fatto andare all'asilo con due calzini di colori diversi?-disse Teddy,senza alzare la testa dal foglio.

La donna rise ancora piu' forte.

-Ehi tu!Non mi stai facendo fare un bella figura-lo rimproverò Harry affettuosamente.

-E quella volta che per sbaglio hai cambiato colore a tutte le mie lenzuola?-gli rinfacciò ancora Teddy mettendosi in ginocchio.

Hermione continuava a ridere.

-E' successo solo una volta e per sbaglio,quindi smettila di rinfacciarmelo!

Ora vieni qui e fammi vedere questo mostro con i capelli blu-disse Harry prendendolo sulle ginocchia quando Teddy si avvicinò a lui.

Aveva in mano il disegno e lo porse ad Harry.

L'uomo vide Hermione che si sporgeva dal divano per vedere anche lei sul foglio,poi abbassò lo sguardo.

C'erano due persone in un prato,lo capiva dalla predominanza del colore verde sullo sfondo.

Uno aveva le gambe e le braccia lunghe e aveva dei capelli neri tutti arruffati;tra i quei capelli si riusciva ad intravedere una faccia e un paio di occhiali piccoli e neri.

-Questo sei tu!-disse Teddy,quasi a volerlo aiutare.

Harry annuì sorridendo.

L'altra figura,naturalmente era piu' piccola e aveva una mano unita in qualche strano modo ad una dell'adulto.

Aveva gambe e braccia lunghe,ma non quanto l'adulto.

I suoi capelli erano castani e arruffati quanto quelli dell'adulto e del viso piccolo si intravedeva soltanto il grande sorriso.

Nella mano lasciata libera aveva qualcosa,che Harry non riusciva ad interpretare.

-Siamo io e te al parco!Come ieri pomeriggio!-disse Teddy con un sorriso radioso sul viso.

Harry lo guardò e sorrise,quasi commosso:e lui che per tutto quel tempo aveva pensato che stesse disegnando un'altro dei suoi mostri.

-Wow!Sei stato bravissimo!Questa scommetto che è la barca radiocomandata,vero?-tentò Harry,molto meno sicuro di quanto lasciava ad intendere la sua voce.

Capì di aver indovinato dal sorriso ancora piu' grande che Teddy gli rivolse.

-E' veramente bello!Grazie Teddy-disse abbracciando poi il bambino.

Teddy si strinse all'uomo e sorrise sentendo il bacio che Harry gli aveva posato fra i capelli.

-Vuoi che lo porti al lavoro,o vuoi attaccarlo sul frigo?

Credo che David e Claire sarebbero molto contenti di vederlo-aggiunse poi.

Teddy scosse la testa.

-Voglio attaccarlo sul frigo!Te ne farò un'altro ancora piu' bello da portare al lavoro-gli promise.

Harry sorrise e gli diede un altro bacio fra i capelli.

-Ok,però adesso è ora di andare a letto!Domani è giorno d'asilo-disse alzandosi e facendo così alzare Teddy con sè.

Lo prese in braccio e lo mise sulla spalla destra,facendolo andare a testa in giu' per alcuni istanti.

-Dì buonanotte ad Hermione-disse prima di avviarsi verso l'uscita del salotto.

-Buonanotte Hermione-disse obbediente Teddy.

Lei sorrise e diede la buonanotte al piccolo.

Harry fece per avviarsi verso le scale,ma la voce di Hermione lo bloccò.

-Harry,ti aspetto qui-gli disse.

Aveva una voce che lui conosceva bene:una voce che non ammetteva repliche.

Senza voltarsi annuì,poi si avviò con Teddy verso le scale.

Quando scese,quasi venti minuti dopo,aveva la speranza segreta che entrando nel salotto lo avrebbe trovato vuoto.

Che lei stanca di aspettare se ne fosse tornata a casa e alla sua vita.

Ma conosceva troppo bene Hermione per illudersi troppo,così quando la vide nel salotto sapeva che il momento della verità era arrivato.

Almeno uno dei tanti.

Lei era in piedi,di spalle e stava guardando le varie foto che affollavano gli scaffali pieni di libri, le pareti e la mensola sopra il camino.

Anche se non vedeva il suo volto,sapeva già cosa si stava domandando.

Tossì leggermente,per non spaventarla troppo,e la vide voltarsi:nei suoi occhi si affollavano tante domande.

-Sono riuscito a metterlo a letto,finalmente-disse,restando vicino alla porta e appoggiandosi con le spalle ad una parete.

Hermione sorrise.

-Quel bambino ti adora-disse lei.

Harry,a disagio,si passò una mano fra i capelli,scompigliandoli ancora di piu'.

-E' l'unica cosa importante della mia vita-le disse serio.

Lei annuì di nuovo,in imbarazzo quasi quanto lui.

Come si cominciava un discorso difficile come quello che voleva affrontare lei?

Era forse scritto in qualche libro che lei non aveva ancora letto?

-Harry...-cominciò facendosi coraggio.

-Hermione,no...per favore-la interruppè lui subito.

La luce del fuoco gli lasciava in ombra metà del viso,quindi lei non poteva leggere sul suo volto come era solita fare quando erano bambini.

-No,sono io che ti prego!

Non sai quanto è difficile per me-gli disse cercando di mantenere salda la voce.

Harry rimase in silenzio,appoggiando anche la testa contro la parete.

Sapeva che niente avrebbe distolto Hermione dalla sua idea,quindi rimase zitto in attesa di ascoltare il suo discorso.

La donna lo guardò per alcuni istanti poi,con pochi passi veloci,eliminò la distanza fra di loro e una volta davanti a lui lo colpì.

Uno schiaffo forte,a mano aperta,che colpì in pieno la guancia destra di Harry.

Lui restò interdetto da quel gesto completamente inaspettato e la guardò portandosi una mano alla guancia.

-Questo è per essere sparito!

Mi ero ripromessa che te lo avrei dato una volta saputo che fine avevi fatto-gli disse.

Nella sua voce non c'era la minima esitazione o rimorso.

Harry la guardò mentre iniziava ad andare avanti e indietro davanti a lui,visibilmente nervosa.

-Hai idea di quello che abbiamo passato per colpa tua?

Sei sparito senza dire niente,subito dopo la Battaglia!

Avevamo paura che ti fosse successo qualcosa,CHE TI AVESSERO CATTURATO I MANGIAMORTE!-gli urlò contro.

-Hermione!-disse lui,massaggiandosi la guancia ancora un pò dolorante.

-Non provare a fare un fiato!-gli intimò.

Sapeva di cosa era capace quando si arrabbiava,quindi decise di restare in silenzio e ascoltarla.

-Ti abbiamo cercato per mesi,dappertutto,ABBIAMO PENSATO CHE FOSSI MORTO!

Hai la piu' pallida idea di quello che possiamo aver provato in quei mesi?-gli urlò ancora contro.

Harry rimase in silenzio:sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il suo momento.

-Noi eravamo quasi fratelli,ci conosciamo da quando eravamo bambini e tu te ne sei andato senza dire niente a nessuno.

Nè a me,nè a Ron...Nè a Ginny-disse lei dopo un'istante di esitazione.

Quel piccolo accenno a Ginny,aveva istantaneamente acceso un fuoco in Harry:come si permetteva Hermione d'irrompere nella corazza che si era costruito con tanta fatica e travolgerlo in quel modo?

Anche per lui quegli anni non erano stati facili.

-Basta!-disse con voce ferma.

-Non ho ancora finito-gli disse Hermione.

-Invece sì!-le disse alzando su di lei due occhi furiosi.

Hermione si zittì alla sola vista di quegli occhi;ricordava di averli visti soltanto un'altra volta:durante il loro quinto anno ad Hogwarts quando Harry aveva un contatto diretto con la mente di Lord Voldemort.

-Come ti permetti?

Credi che per me sia stato facile?-le domandò cercando di controllare la rabbia che traspariva dalla sua voce.

-Credi che sia stato semplice decidere di andare via e cancellare sette anni della mia vita come se non fossero mai accaduti?

Pensi che sia stato facile tornare qui,in questa casa che odiavo,piuttosto che a Grimmauld Place,dove avevo passato i momenti piu' belli della mia vita?

Sapevo che lì mi avreste trovato subito,quindi ho preferito tornare qui-

disse facendo un passo verso di lei.

-Perchè non volevi farti trovare da noi?-domandò lei,senza staccare gli occhi dal viso di lui.

Harry si staccò dalla parete e fece qualche passo nella stanza,allontanandosi di nuovo da lei.

Quando rialzò lo sguardo su di lei,i suoi occhi erano ancora pieni di collera.

-Tu vieni qui,in casa mia e mi aggredisci in questo modo!

Come ti permetti?-le domandò ancora una volta.

Si passò una mano fra i capelli disordinati e cercò di calmarsi,inutilmente:le parole di Hermione avevano riaperto delle ferite che non si erano mai chiuse del tutto.

-E' facile per te parlare:tu non hai dovuto rinunciare a niente!A NIENTE!Hai l'uomo che hai sempre amato,hai una famiglia che ti ama,il lavoro che hai sempre desiderato...

Tu...Tu non hai la minima idea di come sia stata la mia vita in questi tre anni-le disse.

A quelle parole,gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime:c'era tutta la tristezza e la solitudine del mondo in quella frase.

Harry si zittì prendendo un respiro profondo e cercando in quel modo di recuperare il controllo e lei ne approfittò per prendere la parola di nuovo.

-Io ho avuto tutto?E' QUESTO CHE PENSI?

Credi veramente che la tua scomparsa sia stata una cosa di così poca importanza per noi?

Veramente hai pensato che io e Ron potessimo cancellarti dalla nostra vita come se non ti avessimo mai incontrato?-gli domandò rabbiosa.

-Tu eri il nostro migliore amico...Avresti dovuto essere al nostro matrimonio,avresti dovuto essere il testimone di Ron...Avresti dovuto accompagnarmi all'altare!-disse lei.

Sapeva di essere sull'orlo delle lacrime,ma non voleva dargli questa soddisfazione:non voleva che lui la vedesse piangere.

-Rispondi a questa domanda:tu credi veramente che ci sia stato un giorno in cui io o Ron o Ginny non abbiamo pensato a te?-gli domandò lei.

-Smettila di parlare di Ginny...Non posso...-disse Harry con voce rabbiosa.

Hermione rimase interdetta da quelle parole,ma decise di continuare a parlare.

Forse Ginny era la chiave per farli riavvicinare.

-Ginny è stata l'ultima ad arrendersi;anche lei è andata in giro per mesi a cercarti,ma alla fine è tornata alla Tana senza alcun risultato-gli disse.

Era arrabbiato con Hermione perchè continuava a ferirlo in quel modo,ma adesso voleva di piu':voleva sapere il piu' possibile su di lei.

Poi avrebbe di nuovo alzato le palizzate e tutte le trappole che aveva costruito in quei tre anni,ma adesso voleva solo sapere che lei stava bene.

Le voltò le spalle e fissò lo sguardo verso una delle tante foto che affollavano gli scaffali;ma quella non era come le altre:era la foto dei suoi genitori.

Vederli allegri,felici mentre ballavano spensierati lo calmava sempre e lo rimetteva in pace con il mondo.

-E' felice?-le domandò con voce piu' calma.

Hermione restò alcuni istanti in silenzio,non sapendo come rispondere.

-E' entrata in affari con Luna:hanno due negozi di antiquariato.

Uno a Londra ed uno a Diagon Alley;lei e Luna vivono anche insieme...-gli disse cercando di soddisfare in poche frasi la curiosità di lui.

-Ma non so dirti se è felice o no-aggiunse poi,senza staccare lo sguardo dalle spalle di lui.

Harry chiuse gli occhi a quelle parole,felice che lei non potesse vederlo:adesso sentiva la mancanza quasi fisica di Ginny.

Voleva sapere tutto di lei,tutto quello che le era successo in quei tre anni,tutto quello a cui lui non aveva partecipato...

Era stato un errore fare domande,si disse.

Si tolse gli occhiali e si strofinò gli occhi con una mano:era stanco,voleva porre fine a quella conversazione il prima possibile.

Voleva che Hermione sparisse di nuovo dalla sua vita.

-Non hai neanche idea di quanto sia stato difficile per me cancellarvi dalla mia vita...

E' stato come cancellare me stesso-le disse dandole le spalle e mettendo di nuovo gli occhiali sul naso.

Non voleva che lei lo vedesse fragile.

-Prima quando sono tornato in salotto,stavi osservando le foto in questa stanza e ti stavi chiedendo perchè non c'è nessuna foto di te o di Ron...

O di Ginny-le disse.

-Come hai fatto a capirlo?Hai usato la Legimanzia?-gli domandò lei colpita.

Harry accennò un sorriso e si voltò a guardarla.

Scosse la testa e incontrò il suo sguardo.

-Non ho bisogno della Legimanzia,ti conosco troppo bene-le disse tranquillo.

Hermione lo guardò in silenzio,aspettando il seguito del suo discorso.

Era sparita la rabbia,ma era tornato il disagio e l'imbarazzo si rese conto Harry guardandola.

Si passò una mano fra i capelli sconvolti e prese tempo.

-Perchè non ci sono foto di noi tre?Perchè non c'è nessuna foto di te e Ginny?-gli domandò lei.

Harry fece un sorriso amaro.

-Perchè se ci fossero state non avrei resistito un giorno-le disse guardandola negli occhi.

E dal suo sguardo lei si accorse che era tutto vero.

Quelle parole avevano riempito gli occhi di lei con nuove lacrime,offuscandole quasi la vista:forse non era tutto perduto,potevano ancora salvare la loro amicizia,si disse mentre un barlume di speranza si faceva strada dentro di lei.

Hermione aprì la bocca per parlare,ma qualcuno fu piu' veloce di lei.

-Zio Harry...-disse una voce piccola.

Harry si voltò verso la porta,da dove veniva la voce e vide Teddy,nel suo pigiama bianco a disegni rossi,appoggiato allo stipite della porta,incerto se entrare o meno.

-Teddy,ma cosa ci fai ancora in piedi?E' tardissimo-gli disse andando verso di lui con passi veloci.

-Ho sentito gridare...Mi sono spaventato-disse Teddy con due occhi grandi e pieni di lacrime.

Harry sorrise dolcemente al bambino e lo prese in braccio,accarezzandogli la schiena con una mano.

-Hai ragione,scusa,ho alzato troppo la voce.

Ma ti giuro che adesso è tutto finito-gli promise,avvicinando la bocca all'orecchio del bambino.

-Posso dormire nel lettone con te?-domandò il bambino con la stessa voce piccola di poco prima.

Harry sorrise e annuì.

-Due minuti e poi andiamo su-disse.

Si volò verso Hermione e la guardò alcuni istanti prima di parlare.

-Credo sia meglio se tu vada-le disse.

Hermione annuì.

L'accompagnò nell'ingresso,dove lei prese il suo cappotto e la sua sciarpa e una volta pronta si voltò verso di lui incerta.

-Harry...-iniziò.

-Hermione credo sia meglio se non ci vediamo piu'-le disse lui con voce decisa.

La donna deglutì a vuoto,colpita dalle sue parole.

-Io non posso,credimi...E' meglio per tutti-le disse cercando di spiegarle le sue motivazioni.

Lei annuì,lentamente.

-Se questo è quello che vuoi-gli disse cercando di non mostrare la delusione dalla sua voce.

Mise una mano sulla maniglia della porta e l'abbassò.

Salutò il piccolo Teddy e l'istante dopo era in strada,in cammino verso un posto sicuro dove smaterializzarsi.

Se Harry era veramente convinto che lei si sarebbe arresa così facilmente,allora doveva aver perso completamente la ragione.

 

 

La lettera arrivò nel cuore della notte.

Il gufo che l'aveva portata rimase fuori dalla finestra finchè non apparvero le prime luci dell'alba e non iniziarono ad esserci i primi movimenti all'interno della cucina.

Cominciò a picchiettare di nuovo con il becco e le zampe contro il vetro della finestra e questa volta qualcuno lo fece entrare,sciolse il nodo che legava la lettera alla sua zampa e poi gli diede una ciotola con dell'acqua.

La donna,che aveva posato la lettera sul ripiano della cucina,la prese di nuovo fra le mani, rigirandola per cercare il destinatario.

Una volta trovatolo,si avvicinò al tavolo che occupava il centro della cucina e posò la lettera accanto ad una tazza rossa con dei cuoricini bianchi.

La donna poi tornò verso la cucina e cominciò,con alcuni colpi di bacchetta a preparare la colazione,dimenticandosi dopo pochi istanti della lettera e dell'arrivo del gufo.

 

 

Salve a tutti....Ecco il terzo capitolo della mia ff.

So che il titolo può avervi tratto in inganno e avervi fatto pensare a chissà cosa,ma trovare i titoli è la cosa piu' difficile per me.

Rigrazio  tutti coloro che hanno letto i capitoli precedenti e che leggeranno e recensiranno questo,e naturalmente mi scuso x eventuali errori di ortografia e di battitura.

Devo ringraziare in particolare Sarina87( i tuoi incoraggiamenti sono stati preziosi),Kia e Erosennin45.

Ringrazio anche Silvia per le sue critiche costruttive(scusa se hai trovato le storie un pò troppo distanti dalla realtà,ma in caso contrario sarebbero state una copia dei libri della Rowling e non frutto della mia immaginazione)

BUONA LETTURA E A PRESTO CON IL PROSSIMO CAPITOLO "CRY ME A RIVER"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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