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Autore: Utrem    21/07/2013    6 recensioni
"Il Signore Oscuro ti cerca... ti vuole... lui ha bisogno di te... è disposto a rapirti e a catturarti con qualunque mezzo... il mio ruolo è quello di... "
Piton esitò a terminare la frase. Non solo: tutto il suo corpo sembrò essersi bloccato, in attesa della frase chiave in grado di sbloccarlo e sbrogliare il bandolo della matassa riguardo a parecchie questioni.
Harry si pentì della sua precedente distrazione e deglutì sonoramente, detenendo probabilmente il record di miglior sudorazione nel minor tempo.
" Impedirlo " concluse dunque dopo aver ripreso fiato.
Harry rimase di stucco.
"C'è... un motivo " riprese Piton dopo un po' " Un motivo che va al di là della mia fedeltà al nostro beneamato Preside e della pietà che posso provare nei confronti di un famosissimo ragazzo che è in costante pericolo di morte ".
Harry ci capiva sempre meno. Sapeva che Piton voleva dirgli qualcosa e che non era un qualcosa che gli sarebbe piaciuto dire, ma non riusciva proprio a capire di cosa si potesse trattare.
"Io sono..." breve pausa e sospiro " ...tuo padre ".
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Ho scritto questa storia ben due anni or sono (omg!). Spero vi piaccia :)
Genere: Avventura, Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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IL PADRE DI HARRY
 

 

Secondo capitolo – L'inconfutabile conferma.

 






L'ufficio era vuoto. Silente non c'era. Per Harry fu da un lato un sollievo, poiché temeva che avrebbe voluto parlare del motivo per cui intendeva utilizzare il Pensatoio, ma dall'altro era un dispiacere, perché Silente avrebbe potuto chiarirgli la faccenda in modo più veritiero e completo. E se anche lui non avesse saputo? Piton parlava di "tutto il resto del mondo magico"... ma no! Non poteva essere vero! Era una menzogna! Perché credeva alle parole di Piton? Ma, d'altro canto, perché Piton avrebbe dovuto mentire dicendogli di essere suo padre? E perché con quella determinazione, quell‘insistenza?
La risposta a tutte queste domande era una sola.
Harry versò l'acqua della fiaschetta nel Pensatoio. Apparì una scena che ritraeva Silente e Piton intenti a parlare insieme.
"Severus, sei sicuro di volerlo fare?"
"Ci ho pensato, Silente, e penso di poterci provare".
"Perdona la mia ostinazione, Severus, ma penso che non sia molto nobile ingannarla in siffatto modo…"
"Prima o poi lo saprà. D’altronde, si tratta di qualcosa che non andrà per nulla a suo svantaggio e di cui, se ne renderà poi conto, non avrà motivo di dispiacersi" concluse Piton con aria sbrigativa.
La scena cambiò. Vide Piton bere della Pozione Polisucco e trasformarsi in suo padre. Si strofinò gli occhi. Non riusciva a crederci. Vide poi… sua madre Lily in braccio a James-Piton?! All'ombra di un albero, che osservava con occhi sognanti il cielo stellato?! Ora capiva le parole di Silente. Piton l'aveva ingannata per stare con lei... sua madre... e lei, credendolo James, aveva... INAUDITO. Harry era profondamente traumatizzato. Non si reggeva più sulle sue gambe, gli mancava il respiro... cadde a terra svenuto, mentre il Pensatoio mostrava il resto delle scene.

 

#

 

"Sveglia, svegliati, Harry!"
Era la voce di Silente. Harry riprese lentamente conoscenza. Gli ci volle un po' per mettere a fuoco nuovamente la situazione. Si trovava nell'ufficio di Silente, perché... perché... non riusciva a ricordare... un momento sì, adesso ricordava! Ed era stato tutto solo un sogno, solo un sogno...
"È stato solo un sogno" borbottò a bassa voce, senza rendersene conto. Silente lo sentì e lo guardò seriamente.
"Non era un sogno, Harry" mormorò con voce grave "Come hai potuto vedere, quello che immagino ti abbia detto Severus è la verità".
A Harry tornò il groppo in gola. Voleva piangere. Si reggeva faticosamente in piedi, le ginocchia fiacchissime.
"Ecco, siediti" disse serio Silente, facendo apparire una poltrona dall'aria molto comoda. Harry vi si abbandonò e le sue pene furono un poco alleviate.
"A dire il vero non pensavo sarebbe stato in grado di dirtelo così su due piedi, ma, come dico sempre, non si finisce mai di stupirsi ".
" È proprio vero " sussurrò Harry, ancora sotto shock.
"Ascoltami, Harry... teoricamente tu saresti il figlio legittimo di James Potter, in quanto Piton aveva le sue sembianze quando sei stato concepito" spiegò Silente, in un modo che Harry trovò incredibilmente crudo "Ma in realtà sei il figlio di Severus Piton".
Harry spalancò la bocca e strabuzzò gli occhi.
Allora era vero.
Lo diceva Silente, lo diceva il Pensatoio... era DAVVERO figlio di Piton.
Era tutto così surreale. Improvvisamente gli balenarono in testa certi suoi comportamenti e frasi sospetti che, se dunque era suo padre, era in grado di spiegare. Allo stesso tempo, però, la testa gli si affollò di moltissime altre domande a dir poco inquietanti, tra le quali…
"Un momento, però! Allora, se sono… suo figlio, perché somiglio così tanto a mio padre...err, James Potter? " domandò Harry, pallido come un cencio e con un filo di voce.
"Oh, non l'ho detto? Beh, perché Piton era nei panni di tuo padre in quel momento. Come ti ho già spiegato, noi non ti abbiamo mentito, per tutti e teoricamente  tu sei figlio di James Potter... sei simile a lui per l'aspetto, il carattere, il modo di fare, ma in verità tu sei figlio di Severus ".
Attimi di silenzio...
"Ma... mia madre... ?"
"Tua madre lo ha saputo dopo" spiegò Silente "In un primo tempo era furiosa e aveva persino sfidato Severus in un duello, ma poi ha deciso di mantenere il segreto. Come ti ho già detto e ti ripeterò sempre, tu teoricamente  sei infatti figlio di James. Ci assomigli, sotto tutti i punti di vista possibili e immaginabili. Del tuo vero padre non hai nulla, ma proprio nulla. Piton ha sempre amato tua madre, Harry: erano grandi amici ancora prima di frequentare Hogwarts, ma che dico?, inseparabili. Piton poi però decise di seguire la strada delle Arti Oscure e tua madre non ne fu molto contenta... lui la apostrofò con un insulto molto grave che lei non accettò e così si abbandonarono".
Harry non sapeva cosa dire. Si fidava ciecamente di Silente, credeva a ciò che aveva detto... semplicemente non riusciva a capacitarsi come tutto ciò potesse essere vero.
"Professor  Silente, ma se sono suo figlio, allora... perché mi ha sempre odiato?"
Non era del tutto soddisfatto del modo in cui l'aveva detto, ma non riusciva ad esprimerlo in altro modo.
Silente ridacchiò.
" Quella che ha portato e che porta tuttora è una maschera, Harry. Finge di odiarti perché fa parte della… insomma, della... sceneggiata. E, forse, anche a causa del… fatto che tu… non abbia nulla in comune con lui, seppure tu sia sangue del suo sangue. La vita ha messo Severus alla prova innumerevoli volte, nonostante lui sia ancora un uomo relativamente giovane, e il… dover vedere suo figlio come…come un estraneo, non condividere niente con lui, assolutamente niente, ha costituito per lui un… ulteriore ostacolo e certamente questo… questo ostacolo non è stato fra i più semplici da oltrepassare. James e Severus non erano amici, bensì rivali. Quindi lui ora, quando ha… a che fare con te… vede la faccia, la corporatura, il carattere del suo vecchio rivale… e niente di sé stesso, pur essendo il tuo vero genitore."
Harry rimase sorpreso. Silente non si era mai inceppato così spesso durante un discorso prima d'ora. Era tutto immensamente, infinitamente… sconcertante.
"Credo tu sappia abbastanza adesso" concluse Silente "Meglio non confondere curiosità con incredulità. È un trauma per te, lo capisco, ma sappi che te lo abbiamo tenuto nascosto solo ed esclusivamente per il tuo bene... e quello di tutti".
Con queste parole Silente sparì. Harry, lentamente, con una grandissima confusione in testa, si rialzò dalla poltrona ed uscì dall'ufficio di Silente.
Mentre si dirigeva a passo spedito verso la Sala Comune di Grifondoro, si imbatté nuovamente in Piton che stava andando nella direzione opposta.
Gelò. Non sapeva cosa dire.
"Allora?" chiese Piton con tono di sfida, incrociando le braccia.
"Sono andato al Pensatoio e... e Silente mi ha spiegato tutto" rispose Harry, incespicando sulle parole che segnavano la sua sconfitta.
"Molto bene" mormorò Piton, raddrizzando la tunica.
La testa di Harry esplose.
"BENE UN CORNO!" urlò Harry avvampando "Lei ha ingannato mia madre! L'ha umiliata! Lei è orribile! ORRIBILE! "
Gli occhi di Harry si riempirono di lacrime e tirò su col naso. Era comunque troppo orgoglioso per piangere di fronte a lui e per questo fece del suo meglio per trattenersi.
Piton rimase impassibile.
"Non vedo per quali motivi tu debba lamentarti, dato che sei una goccia d'acqua con il tuo presunto padre" disse poi, muovendo appena le labbra "Di me non hai nulla. Teoricamente sei figlio di quel maiale di James Potter: hai ereditato il suo carattere, il suo aspetto, e, di questo al posto tuo non mi vanterei, tutta la sua arroganza ed impertinenza. Solo un pazzo insinuerebbe che io possa essere tuo padre, se ciò non fosse effettivamente vero!"
Il ghigno minaccioso pian piano si addolcì trasformandosi in un mezzo sorriso.
"Ciò non mi impedisce comunque di lasciare che tu vada allo sbaraglio. Sono, anche se in parte, responsabile delle tue azioni. Per questo io e te ci vedremo ogni sera nella mia aula, dove ti aiuterò a recuperare dove non sembri particolarmente portato, oltre a, naturalmente, perfezionare il tuo rendimento in materie dove potresti decisamente migliorare...".
"Lei... non sta parlando di Divinazione, vero?"
"Ti ho già pregato di rivolgerti a me in modo informale, almeno quando siamo soli, se non vuoi correre il rischio di far togliere ulteriori punti a Grifondoro. E comunque no, non ci pensavo affatto. Ti mostrerò il programma di lavoro in un luogo e un momento più opportuno. Adesso puoi ritirarti".
Harry cercò di allontanarsi più in fretta possibile...
"Non si saluta?" si lamentò Piton, con voce lenta e tonante, rimasto immobile.
'Il miglior modo per spiazzarmi' pensò Harry.
"Arrivederci" borbottò velocemente, e scappò via.
Piton lo guardò allontanarsi in un modo che noi avremmo chiamato "serio ed imperturbabile" ma che lui probabilmente avrebbe definito "paterno" e proseguì per la propria strada.   




-

Ehilà!
Ecco dunque pubblicato il secondo capitolo. È breve, ma fondamentale ai fini della storia, in quanto dà al via ad una serie di eventi che segneranno indelebilmente Harry e sconvolgeranno le certezze formatesi in precedenza in lui. Nel corso dei capitoli successivi avranno risposta molti interrogativi e ne nasceranno di nuovi, quindi trattenete il fiato!

Prima di lasciarvi, ho scelto di rilasciare qualche dettaglio in più concernente la storia:
- È ambientata nel quinto anno, in un mondo dove il ministero non ha mai interferito nella vita degli studenti di Hogwarts: di conseguenza, nella storia Dolores Umbridge non comparirà.
- Non contempla il libro ed i suoi contenuti parola per parola; ergo, potrebbero esserci imperfezioni o imprecisioni a livello cronologico.
Chiarito questo, alla prossima - anzi, al prossimo capitolo!

Aggiornamento: alcuni gentili recensori mi hanno fatto notare che la persona che beve la pozione polisucco, pur cambiando nell'aspetto fisico, non subisce alcun mutamento a livello del DNA e, di conseguenza, dei geni. Il fatto che io abbia deciso di modificare questo fatto è stato sì inconsapevole, ma anche dovuto alla decisione di usufruire di una certa libertà, senza seguire in modo puntiglioso le informazioni che ci ha fornito la saga o la stessa Rowling.
   
 
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