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Autore: Mad_Killjoy Cullen    22/07/2013    0 recensioni
Sentii la sua mano sfiorarmi la guancia con estrema delicatezza.
«Smett..ila», gemetti piano, continuando a muovermi. Si fermò. Tenni gli occhi chiusi.
Sentii qualcosa di freddo e allo stesso tempo.. morbido, poggiarsi sulla mia bocca: Le sue labbra.
Sfiorò le mie per qualche secondo...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec, Demetri, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Capitolo XXVII
 

 



Demetri
 


Quella nuova stanza, era  molto più grande, spaziosa, ma soprattutto luminosa… soddisfaceva esattamente i gusti di Alec, a cui, senz'altro, sarebbe piaciuta ancora di più, rispetto alla precedente.
Sarebbe stata indubbiamente di suo gradimento.

Quella camera era l’unica in cui, non vi era mai stato nessuno… fin dall’inizio, infatti, ognuno aveva scelto la propria, ed io ero esitante nello scegliere tra quella e la mia attuale.

Malgrado io l’avessi valutata di gran lunga migliore, all’epoca, decisi di non prenderla… mi sembrava decisamente, troppo eccessiva, per non condividerla con nessuno.

Nonostante ciò, quella stanza, a quanto pare, era destinata ad appartenermi, e per giunta, l’avrei condivisa con colui che amavo davvero.

L’unico ad avermi fatto comprendere il significato della parola amore, che in tutta la mia esistenza, non avevo mai capito cosa fosse, o addirittura, se esistesse.

Prima di incontrare lui, nella mia vita, non avevo fatto altro che odiare, desiderare vendetta, uccidere per puro piacere di farlo… ma la mia unica voglia era il sangue… desideravo solo ed unicamente massacrare interi villaggi, per il bisogno di dissetarmi, e talvolta, anche solamente per il piacere di sentire il gusto di quel dolce nettare che mi faceva perdere la lucidità.

Poi, da quando vidi lui per la prima volta, fu come se qualcosa in me fosse cambiato… la mia unica voglia non era più solo il sangue e la vendetta, ma divenne lui la mia priorità.

Riuscivo benissimo a frenare la mia indole, anche solo avendolo accanto.

Sebbene ogni suo singolo bacio, risvegliava in me il mio istinto disumano, potevo contenermi perfettamente… mi bastava averlo vicino costantemente.

Era la mia eroina.

Cosa avrei voluto di più?

Avevo Alec, che per me era tutto, e non desideravo altro.

Prima di entrare, lo guardai, accennando un leggero sorriso. “Sei pronto?”

“Mai stato più pronto…”

Sapevo benissimo che quella sua prontezza, non era altro che un sinonimo di… voglia.

Capii che, se avrei esitato ancora ad aprire quella porta, anche solamente per un altro secondo, l’avrebbe sfondata con lo sguardo.

Il suo desiderio, d’altronde uguale al mio, era indubbiamente quello di entrare, e rimanervi dentro per tutta la notte, e magari oltre… lo percepivo alla perfezione.

Non riusciva a nascondere quella voglia… esattamente la stessa che avevo io di lui.

Abbassai piano la maniglia e spinsi, invitandolo ad entrare per primo.

Lo vidi arrestarsi sulla soglia… era esterrefatto.

Osservava attentamente ogni angolo della stanza.

Era una grande camera da letto, con abbastanza luce per distinguere ogni singolo colore dell’arredamento.

I mobili riportavano tutti lo stesso tono del ciliegio, e le pareti erano color oro, che si abbinavano perfettamente, ai riporti dorati del copriletto in lampasso rosso cremisi.

Ai lati del letto, vi erano due comodini, sui quali trovavano posto due candelabri dorati.

Dall’altro capo della camera, si trovavano invece, un divano e due poltroncine rivestite con una tappezzeria ricamata, nello stesso colore del copriletto, e accanto ad esse, vi era la grande finestra, nascosta in parte da un tendaggio damascato, nelle stesse tonalità.

Alec, si avviò verso di essa, per spostare leggermente la tenda da un lato… continuava a guardarsi intorno con meraviglia.

Mi sentivo quasi in colpa… io vivevo in quel lusso da secoli, mentre lui aveva visto solo dolore e miseria, in tutta la sua vita.

Il sole stava per tramontare completamente, quando un’ultima sfera di luce, gli illuminò il volto, che iniziò a brillare come un diamante dalle mille sfaccettature.

Era una visione stupenda… la più bella che avessi mai visto in tutta la mia esistenza…

Lui, che già in vita era bellissimo, con la trasformazione era diventato assolutamente irresistibile… era dotato di una bellezza rara, quasi insopportabile… lo desideravo… all’istante.

Mi avvicinai a lui, per scrutarlo più attentamente… era un incanto... una spettacolo senza paragoni.

La sua pelle sembrava ricoperta interamente da diamanti… avevo voglia di sfiorarla.

Mi accostai alle sue spalle, sfiorandogli il collo con le dita.

Le mie mani iniziarono a brillare, proprio come lui, e man mano che mi avvicinavo per baciargli la gola, pure il viso… “Allora… ti piace?...” mormorai.

“È… semplicemente.. stupenda… non ho mai visto una cosa del genere, in vita mia…” rispose, ancora incantato. “E a te… piace?” mi chiese dolcemente.

Riflettei un attimo… la stanza era bellissima, non vi era ombra di dubbio, ma non abbastanza…

“Non ne sarei così sicuro… la cosa più bella che ho mai visto in tutta la mia esistenza… sei tu…” gli sussurrai all’orecchio, sfiorandogli il lobo con le labbra, il che lo fece trasalire.

Si voltò istintivamente verso di me, rimanendo a meno di un centimetro dal mio viso. “Mi lasci senza… parole…”

“Shhh… non dire niente allora… mi basta sentire il tuo respiro, o meglio… assaggiare il tuo sapore…” gli dissi sottovoce, continuando a percorrere la sua pelle scintillante, con le dita.

Mi avvicinavo sempre più alle sue labbra, che continuavo a fissare, totalmente preso dal desiderio di morderle.

Ripassai il contorno delle mie, con la lingua, e lui, vedendo quel gesto, rispose istintivamente alla mia provocazione, facendo aderire perfettamente le sue labbra alle mie.

Mi baciava con una passione tale, da stringere eccessivamente il suo corpo al mio, come se volesse oltrepassarlo.

Quel suo atteggiamento, mi faceva letteralmente perdere la testa, risvegliando in me, il mio istinto incontenibile, che con lui, non riuscivo minimamente a controllare, infatti, in meno di un secondo, si ritrovò con le spalle al muro.

Forse non si aspettava una reazione simile, ma che potevo farci? Lui mi faceva impazzire totalmente, ed io non riuscivo a controllarmi.

Nonostante tutto, non smise di baciarmi nemmeno per un attimo.. continuava a farlo, stringendo saldamente i miei capelli, mentre io con le dita, cercavo di sfiorare la sua pelle fredda, attraverso le aperture tra i bottoni della camicia.

Lo scostai leggermente dal muro, stringendolo dalla vita con l’altro braccio, per riavere lo stesso contatto di prima.

“Mmh.. Dem… mi mancava la tua irruente… passione…” mormorò dolcemente a poco più di un millimetro dal mio viso… nella sua voce, vi era un misto tra sensualità ed erotismo.

“Dici davvero?” gli chiesi, accennando un sorriso di soddisfazione.

Annuì velocemente, senza emettere una parola.

“Quindi, tu credi che io sia… aggressivo?” mi avvicinai ulteriormente alle sue labbra, che sfiorai con il respiro, continuando a scrutarle con desiderio.

“E mi piace…” le sue parole erano fin troppo… eccitanti.

Lanciai uno sguardo eloquente, a tutto il suo corpo, soffermandomi sulla parte inferiore, che mi fece trasalire.

“Lo vedo…”continuavo a fissare quella sporgenza, leccandomi continuamente le labbra, con foga, per la forte voglia.

I suoi pantaloni, erano talmente rigonfi, che non riuscii a trattenere il mio bisogno di fare aderire la sua sporgenza, alla mia.

Quel suo contatto mi faceva perdere la lucidità.

Sentivo la sua rigidità sulla mia, il che mi indusse a muovere il mio corpo sul suo, spingendolo costantemente verso il muro.

Sentire i suoi gemiti, mi faceva godere all’ennesima potenza, tanto da non poter frenare i miei ansimi di piacere.

Probabilmente ci avrebbero sentiti, ma non mi importava.

Continuavo ad ansimare senza sosta.

Lo vidi immerso in un immenso piacere, e senza dubbio, furono i miei gemiti, ad indurlo a spingermi verso il letto, che sotto il mio corpo, emise un leggero tonfo.

Il modo con cui mi gettò su di esso, mi eccitava maledettamente. Non trovavo un termine esatto, per definire il suo gesto... era un misto tra aggressività e dolcezza. Era piuttosto strano, ma solo lui sapeva farlo.

Era l’unico, in grado di temperare la sua natura, riuscendo perfettamente ad unire quei due atteggiamenti.

Sapeva essere dolce e aggressivo allo stesso tempo, il che mi faceva perdere il controllo… amavo questo genere di cose.

Quando lo conobbi, Alec, non era altro che un umano, ed io mi innamorai follemente della sua fragilità... non potevo nemmeno baciarlo con maggiore passione, altrimenti, anche con un semplice gesto, l’avrei ucciso... ma questo mi piaceva. Era una sorta di masochismo.

L’odore inebriante del suo sangue, l’impossibile voglia di averlo… la costrizione a non spingermi oltre, ma più di ogni altra cosa, quel suo tocco debole sulla mia pelle… tutto ciò mi faceva letteralmente uscire di senno, mandandomi in uno stato di estasi.

Nonostante tutto, la forza che aveva acquisito con la trasformazione, mi eccitava ancora più della sua fragilità umana.

Vedere che poteva reagire esattamente come me, mi procurava un piacere unico, mai provato in precedenza.

“Non vorrai mica distruggere anche questo?” gli sussurrai, accennando un sorriso, mentre lo avvicinavo a me, afferrandolo dolcemente dal colletto.

Non riuscì a trattenere quel suo solito sorriso, che mi faceva perdere la testa.

Lo scrutai accuratamente, in tutta la sua bellezza.

La posizione che aveva assunto era assolutamente la mia preferita.

Stava a cavalcioni sul mio basso ventre… amavo quando credeva di essere lui al comando della situazione… avrei atteso non più di trenta secondi, dopodiché le posizioni sarebbero ribaltate.

Continuava a mordersi il labbro inferiore, mentre con le mani, vagava sul mio corpo.

Sentivo il suo tocco freddo, attraverso il tessuto della camicia, il che mi procurava mille brividi… l’avrei tolta volentieri, ma preferii aspettare… l’avrei trovato più eccitante se fosse stato lui a farlo.

“Cosa ne dici di iniziare a togliermi qualche strato?” lo sollecitai. Avevo voglia di sentire il suo tocco direttamente sulla mia pelle.

Ma non riuscii quasi a terminare la frase, che si tolse giacca e camicia insieme, in una frazione di tempo impercettibile all’occhio umano.

Toccai istintivamente il suo corpo, che al contatto con le mie dita ebbe mille brividi…

Bastarono pochi secondi, che iniziò a fremere sotto il mio tocco gelido, distendendosi completamente su di me, facendo aderire i nostri corpi.

Sentivo fortemente il bisogno di prendere in mano la situazione, infatti, molto facilmente, mi posizionai sui gomiti, stringendolo saldamente dai fianchi, ribaltando così le posizioni.

Non sopportavo più di avere addosso quella camicia, che vincolava maledettamente ogni mio gesto… era come se Alec, stranamente, mi avesse letto nel pensiero, perché me la tolse di dosso all’istante.

Aveva lo sguardo fisso su di me… era come ammaliato dal mio fisico e questo mi soddisfaceva parecchio…

“Assaggiami…” gli sussurrai all’orecchio. Quella parola suonò particolarmente seducente… sapevo che l’avrebbe fatto impazzire.

Eseguì immediatamente, come se fosse un ordine, poggiandomi le sue labbra inizialmente sul collo.

Lo mordeva con tale ardore, da provocandomi un piacere indescrivibile… scese poi lungo tutto il resto del torace, percorrendolo lentamente con la lingua, lasciando una piacevole scia umida, che con le dita, me la cosparsi addosso, in modo più esteso.
Questo lo indusse a scendere ulteriormente, arrestandosi lungo l’elastico dei boxer, in cui si soffermò, cercando di strapparlo con i denti.

Non facevo altro che gemere, ansimare… in quel momento desideravo con tutto me stesso, che lui scendesse ancora più in fondo.

Morse con forza, attraverso il tessuto, quello che si trovava all’interno… non vi erano parole per descrivere il mio stato.

Avevo completamente perso la ragione, e prendendolo dalla nuca, lo avvicinai ulteriormente alla mia erezione, incitandolo a mordere con più foga.

Aveva già ridotto a brandelli quei maledetti boxer, che mi infastidivano dannatamente.

In meno di un secondo, portai Alec al mio stesso stato… il suo corpo era assolutamente perfetto…

Avevo troppa voglia, lo desideravo con tutto me stesso, e se non l’avrei fatto mio all’istante, sarei impazzito.

Mi misi a cavalcioni su di lui, spostando il mio bacino sul suo, facendo entrare in contatto i nostri sessi, senza nessun tipo di sgradevole tessuto in mezzo.

Tutto quell’eccitamento, mi portò dritto all’orgasmo… il suo ventre era completamente ricoperto dal mio liquido bianco perlaceo, che lui fissava con molta attenzione, mentre continuava a respirare affannosamente.

Se lo spalmò addosso, e quel suo gesto mi stimolò terribilmente…

“Non… provocarmi… in questo modo.” Riuscivo a stento a parlare… le parole mi soffocavano in gola, e uscivano a fatica, a causa dei miei respiri spezzati.

Fu come se non avesse mai sentito quella mia frase, perché continuò senza scrupoli, la sua sensuale operazione, che mi procurava un tale piacere, da stordirmi totalmente.

Percepivo l’eccitazione, in ogni singola parte del mio corpo… il desiderio di entrare al suo interno era incontenibile.

Volevo amarlo, e non solo fisicamente. Lo volevo con tutto me stesso, ma in tutti i sensi possibili ed inimmaginabili.

Desideravo farlo con tutto l’amore e la passione che provavo nei suoi confronti… non aspiravo ad altro.

Gli cinsi i fianchi con un braccio e con un semplice gesto lo feci voltare, facendolo sdraiare sul petto.

Chiusi gli occhi, avvicinando il mio viso al suo collo freddo, di cui sentivo l’inebriante essenza che mi riempì le narici, entrandomi dentro.

Poggiai le mie labbra su di esso, e lo succhiai con dolcezza, come se stessi assorbendo il profumo della sua pelle, mentre la mia mano scorreva lentamente sulla sua gamba, stringendo dolcemente l’interno coscia.

Sotto il mio tocco, lo sentivo rabbrividire dalla testa ai piedi, emettendo dei gemiti, che divenivano sempre più acuti.

Infilai le mie dita sotto di lui, per toccare il suo inguine, arrivando così alla sua parte più intima… i suoi ansimi accrescevano freneticamente, aumentando in me la voglia di farlo impazzire totalmente.

Era immerso in un tale piacere, che mollai immediatamente la presa, per poter sfociare nell’atto sessuale, che avrebbe colmato quell’infinito e indefinibile desiderio, che avevamo l’uno dell’altro.

Lo afferrai dalla vita e lo strinsi saldamente, sollevandolo leggermente, per farlo aderire al mio corpo, che entrò all’interno del suo.

Inizialmente fui molto delicato, per non fargli troppo male. Poi le mie spinte si accentuarono ad ogni suo respiro accelerato, che mi faceva letteralmente perdere il controllo di me stesso.

Lo vidi affondare le dita sulle coperte e mordere ripetutamente il cuscino, che si perforò al contatto con i suoi denti affilati.

Moderai la velocità per una frazione di secondo… fargli male era l’ultima cosa che avrei voluto.

“Dem… ti prego… non fare così… non.. fermarti…” mugolò, tra una serie di respiri soffocati, stringendo una mano intorno alla mia gamba, esortandomi a continuare. Era quasi un’implorazione.

Capii che il suo non era dolore, ma pieno godimento.

Disegnavo di continuo il contorno delle mie labbra con la lingua, mordendole ripetutamente, totalmente eccitato.

Sentire la sua voce, mentre facevamo sesso, era fin troppo eccitante a dirsi, tanto che io, non riuscii nemmeno a pronunciare una singola parola, perché mi morivano in gola.

Ciò che volevo, era fargli provare quello che provavo io… un misto tra piacere e amore… soprattutto amore… e attraverso i miei gesti, gli avrei dimostrato quanto lo amavo.

Quelle sue parole, mi avevano dato una tale soddisfazione, da riprendere lo stesso ritmo di prima, spingendo ancora più intensamente.

L’avrei soddisfatto… proprio come lui desiderava.

I nostri ansimi si facevano sempre più acuti, procurandomi un godimento estremo, fin quando arrivai al culmine dell’eccitazione, concludendo il mio bisogno incontenibile, che si fece spazio al suo interno.

Mi sdraiai accanto a lui, lo baciai, infilando cautamente e fluidamente le dita tra i suoi capelli, per avvicinarlo al mio corpo.

Quell'amore rendeva significativa tutta la mia esistenza.

Era lui il senso della mia vita.

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