Capitolo 3
–
Imparare a volare
Durante la notte
ha piovuto, la rugiada ricopre
il manto verde del campo da Quidditch silenzioso e vuoto. Il cielo
ancora grigio
della mattina si staglia tra le alte mura di Hogwarts.
Alec si passa
una mano tra i capelli neri
spettinandoli ancora di più, sospirando. Distrattamente si
sfiora con le dita
la cicatrice sopra il sopracciglio destro, le labbra che si incurvano
in un
sorriso amaro, malinconico.
Ogni volta che
si guarda allo specchio la
vede, è lì su quel sopracciglio e non se ne
andrà mai. Gli ricorda la sua vita
prima di diventare insegnante, toccare la felicità della
realizzazione di un
sogno per poi doverla abbandonare. Ma non rimpiange niente, vive
ciò che ha e
non è poco. Hogwarts l’ha riaccolto e lui si
è lasciato avvolgere in
quell’abbraccio familiare, in quel profumo di casa di quando
parti e non torni
per anni.
Guarda
l’ora e decide di rientrare per fare
colazione. Spesso la mattina va tra quel verde per godersi il campo di
Quidditch ancora addormentato, a volte si porta pure la scopa per
bearsi di quella
pace che solo il volo gli da.
Non appena varca
la soglia della Sala Grande
nota subito che è quasi completamente vuota, salvo per pochi
studenti
mattinieri tra cui Sylvia,
l’unica
seduta al tavolo dei Corvonero. Alec le si avvicina, la trova intenta a
leggere
un libro poggiato sulle gambe, mentre sul tavolo ha un piatto colmo di
pietanze
che molto probabilmente non mangerà mai tutte. Ha la testa
china che alza solo
ogni tanto per infilarsi in bocca qualcosa, i capelli biondi le
ricadono sul
viso coprendo gli occhi.
«Già
sveglia?» le chiede Alec, sedendosi
accanto a lei e rivolgendole un sorriso caloroso che muore sulle sue
labbra non
appena Sylvia lo gela con lo sguardo.
«Ho i
G.U.F.O., devo studiare» risponde lei,
infastidita per essere stata distratta dalla lettura.
«Leggere
quel libro non ti aiuterà per
l’esame» le fa notare, strappandoglielo dalle mani.
« “Il più grande mago
oscuro di tutti i tempi” eh? Lettura
interessante…» continua il professore,
restituendole subito il libro.
Quando Sylvia
parla di nuovo, Alec nota subito
che ha cambiato espressione, non è più
gelida…e il tono della sua voce è caldo,
suadente…
«Fare
apprezzamenti sul libro che legge la
ragazza su cui si vuole far colpo è un classico, ma immagina
cosa possa pensare
un alunno o un altro professore se la vedesse adesso, seduto da solo
con un
alunna… concorda con me che questa situazione potrebbe
essere…ambigua» gliele
dice lentamente, queste parole, avvicinandosi quanto basta al volto del
professore per farlo arrossire leggermente. L’ha spiazzato,
lo sa, lo capisce
dal modo sorpreso in cui i suoi occhi marrone chiaro la guardano.
Alec cerca di
ricomporsi e le sorride
nuovamente. «Ambigua? Perché mai dovrebbe essere
ambigua? Sono solo un professore
che ci tiene a legare con gli alunni…»
«E le
alunne» lo interrompe furbamente lei,
sul viso un sorriso da gatta.
Alec si alza,
scuotendo la testa divertito.
«Ci vediamo dopo in campo» le da una pacca sulla
spalla, superandola e
raggiungendo il tavolo degli insegnanti e perdendosi in una
conversazione sul
cibo con Aryal Lillybet, la guardiacaccia.
Le lezioni di
volo, dopo il primo anno, non
sono più obbligatorie e lo stesso Alec ha notato che le sue
classi più vanno
avanti più diminuiscono.
Il massimo
degli alunni che ha avuto per classe è stato dieci ed
è tanto rispetto a quelle
che avevano gli insegnanti prima di lui.
Indossata la
divisa bianca e nera delle
Montrose Magpies che si mette sempre per fare lezione, aspetta che
tutti i suoi
alunni arrivino nel campo, o meglio ne attende solo uno per essere al
completo:
Nicholas. Arriva sempre tardi quel ragazzo, lo sanno tutti i professori
e ormai
hanno perso la speranza da quando hanno capito che neanche togliendo i
punti
alla sua Casa arriverà in orario.
«Sempre
con questo libro in mano» Sylvia si
volta seguendo il suono di quella voce fredda, ritrovandosi davanti a
due occhi
dal colore diverso.
«Sempre
interessato, vedo» ribatte lei,
incurvando le labbra in un sorriso malizioso.
«Sei
così disperata che ci provi con i
tredicenni?» fa lui, avvicinandosi a lei. Sylvia vorrebbe
tanto capire cosa
passi nella mente di quel ragazzino, ma ha un’espressione
indecifrabile,
fredda…è come se fosse impenetrabile.
«Sei
tu quello che ci sta provando con me»
anche lei gli si avvicina e ora i due respiri si mischiano,
l’azzurro e il
verde di lui la guardano, la scrutano e lei da quegli occhi si sente
quasi
giudicata. Il primo ad allontanarsi è lui, non le rivolge
neanche un ultimo
sguardo, le volta le spalle e raggiunge la parte opposta a dove si
trova lei.
«Ragazzino…»
sbuffa lei, irritata da quel
comportamento di indifferenza nei suoi confronti. Non capisce a che
gioco stia
giocando, ma pare sia molto interessato a quel libro che ora, quasi a
proteggerlo, stringe più forte tra le mani.
«Finalmente!»
esclama Alec e tutti seguono la
direzione del suo sguardo. Un ragazzo corre incontro al gruppo, i
capelli corti
e scuri che si scompigliano al vento, il petto che si alza e si abbassa
velocemente.
«Eccomi!
Sono in anticipo, vero?» scherza,
prendendo l’aria a bocconi. Alec scuote la testa con
un’espressione tra il
divertito e l’irritato.
«Spero
che tu abbia una scusa credibile…» lo
invita a parlare l’insegnante, guardandolo a braccia
conserte. «Il bagno si era
allagato, così sono dovuto andare a chiamare James e poi che
lo lasciavo pulire
tutto da solo?» comincia Nicholas, diventando improvvisamente
serio. «E come
mai i tuoi vestiti sono completamente asciutti?» gli fa
notare Alec,
sorridendogli beffardo. «Mi sono cambiato» alza le
spalle ingenuamente il
ragazzo e così il professore è costretto a
congedarlo con un breve cenno della
mano. Ha decisamente perso la speranza.
«La
scusa del bagno era la meno credibile tra
tutte» lo prende in giro Celine non appena Nicholas le si
affianca. «È la prima
che mi è venuta in mente e poi non era male!»
ridono insieme, ridono e in
quella risata tutto il resto svanisce.
«Bene,
ora che ci siamo tutti direi che
possiamo cominciare la lezione!» dice Alec, attirando
l’attenzione di tutti.
«Chissà
che ci farà fare» sussurra Katie a
Pervinca che si limita ad alzare le spalle.
Non parla
perché ha paura che Alec la possa
riprendere, portandola in questo modo al centro
dell’attenzione anche solo per
qualche secondo.
«Possiamo
giocare a Quidditch?» chiede
Celine, alzando la voce per farsi sentire chiaramente.
«Ottima idea!» esclama
Nicholas, dandole una pacca sulla schiena e guardando speranzoso il
professore.
«Siete solo dieci…» comincia Alec,
subito interrotto da Deianira «Cinque contro
cinque, che problema c’è?»
A nessuno va di
fare lezione, nonostante
quelle di Alec siano molto interessanti e utili per chi gioca nella
squadra di
Quidditch. Ma è mattina, alcuni hanno ancora sonno.
«E va bene, avete vinto
voi» si arrende Alec, guardandoli uno per uno decidendo
mentalmente le squadre.
«Nicholas,
va a prendere le palle e vedi di
non fermarti ad aiutare James con qualche altro bagno
allagato» ordina al
ragazzo, facendo ridere tutti.
«Sono
una persona gentile, io!» risponde
Nicholas, allontanandosi.
«Non
mi va di giocare, il Quidditch è da
stupidi» sbuffa Lux e Sylvia le da una bottarella dietro la
testa. «Sei tu che
non capisci nulla» la rimprovera l’amica, essendo
lei nella squadra di
Corvonero. «Se ci fosse stata Caroline mi avrebbe
appoggiata» continua Lux che
per quanto ami volare non trova il senso nello stare dietro a quattro
stupide
palle.
«Peccato
però che non sia stata inserita
nella nostra classe» dice Sylvia dispiaciuta, arricciando le
labbra. «Mannaggia
a me che mi sono lasciata abbindolare da te a iscrivermi a queste
lezioni»
scherza l’amica, beccandosi però
un’altra botta in testa.
«Siamo
manesche oggi eh? Che ti è successo?»
la punzecchia Lux e dalla faccia stranita che le rivolge Sylvia sa che
è
successo qualcosa veramente.
«Niente»
si limita a rispondere. Vorrebbe
dirle di Timothy e
delle loro brevi e
confuse conversazioni, parlarle di Alec e ridere di come lo abbia fatto
arrossire, ma non ci riesce. Da quando è cominciata la
lezioni non stacca gli
occhi dal professore, non lo sa neanche lei il motivo.
«La
prima squadra è composta da Max,
Deianira, Lux, Timothy e Sylvia. L’altra da Katie, Pervinca,
Celine, Nicholas e
Layla» una cosa che tutti amano di Alec è che
chiama sempre per nome, usando il
cognome solo quando è realmente furioso, evento
più unico che raro.
«Deduco
che Nicholas sia stato tentato dall’aiutare
nuovamente James» scherza Alec e tutti ridono, ma ecco che
proprio in quel
momento il ragazzo dai capelli scuri arriva trascinando la pesante
custodia
contenente le palle.
«Si
gioca senza cercatore?» chiede Nicholas,
posandola per terra e riprendendosi dalla fatica.
«Perché mai? Le squadre
saranno composte da un portiere, un battitore, due cacciatori e un
cercatore.
Vi lascio decidere i ruoli a voi» così dicendo
comincia a sistemare tutto
l’occorrente, mentre i ragazzi si dividono per squadre.
«Io
faccio il battitore» dice subito
Deianira. Infatti quello è il suo ruolo nella squadra dei
Serpeverde. Tutti si
trovano d’accordo e Sylvia si propone come cercatrice, mentre
Lux e Timothy
finiscono per essere i cacciatori.
«Max,
tu farai il portiere così corri meno rischi di fare
pasticci» gli dice
Deianira, cercando di non ridergli in faccia.
Tutti sanno
della goffaggine di Max che non
passa mai inosservata.
L’unico che
riesce ad inciampare con la stessa facilità di respirare.
Max ride davanti le
parole della ragazza, ride perché altrimenti potrebbe solo
piangere. È stanco
che tutti lo prendano in giro e più lui cerca di camminare
correttamente, di
non balbettare in presenza di una bella ragazza e più cade e
più viene deriso.
Chi uscirebbe con uno così? Perfino i suoi amici a volte si
vergognano di lui…
«Tanto
mi piace fare il portiere» risponde,
mostrandosi menefreghista.
Quella
è stata la prima volta che Max ha
sorpreso Deianira, usando quel tono.
«Chi
fa il cercatore?» chiede retoricamente
Celine, essendo cercatrice dei Serpeverde.
Ma a quanto pare non è l’unica a
volere quel ruolo, lo intuisce dal modo
in cui il volto di Katie si illumina speranzoso. Pervinca non dice
nulla, anche
lei potrebbe farlo, ma sa quanto ci tiene la sua amica ed ha
già in mente di
proporsi come portiere, le è sempre piaciuto quel ruolo.
«Io
faccio il cacciatore» interviene
Nicholas, sperando che Celine lo segua. Sa che loro due sono una
squadra
vincente, l’ha capito fin dal primo momento in cui si sono
parlati, in cui
hanno riso insieme. «Se nessuno si propone faccio io la
cercatrice…» continua
per la sua strada Celine, deludendo con quella frase ben due persone su
cinque.
«Io,
voglio farla io» dice Katie timidamente
e la Serpeverde è costretta a scegliere tra cedere il ruolo
alla Grifondoro o
tenerselo per sé. Le sorride amichevolmente, nonostante non
si siano mai
parlate. «E va bene, fallo tu. Io gioco come
cacciatrice» e
il volto di Katie si allarga in un sorriso
enorme «Io faccio il portiere» interviene Pervinca
e Layla è costretta a fare
il battitore, non che gliene importi un granché.
Celine si
avvicina a Nicholas e gli sussurra
maliziosamente all’orecchio «Naturalmente in campo
comando io» sarà il suo
respiro sul collo o la sua voce improvvisamente bassa e graffiante, ma
un
brivido nuovo sale lungo tutta la schiena del ragazzo.
«Prima
che cominciate a giocare voglio dirvi
solo una cosa e spero non sarà il solito sermone
noioso.» dice Alec, facendo
avvicinare tutti a sé. «Voi pensate che basti
imparare a volare per sapere
tutto quello che c’è da sapere sul volo. Vi
sbagliate, perché nella vita non si
impara solo una volta a volare, almeno questo succede a me. Io imparo
ogni
volta che mi libro in aria, ogni volta che stringo tra le mani un
manico di
scopa. Non fatevi bastare quello che già sapete, non fatelo
mai. Cercate sempre
di apprendere di nuovo, anche daccapo se ce n’è
bisogno. Imparate a volare
veramente, a volare sopra gli ostacoli, sopra le difficoltà
che la vita vi
impone. Imparate a cadere, a farvi male e a sapervi curare. Imparate a
riafferrare il manico di scopa, imparate a volare di nuovo.»
Alec ha un dono,
sa trasmettere la passione. E per lui il volo è passione,
lui che più di tutti
ha brillato nella carriera, che aveva un futuro e che poi questo futuro
l’ha
perso.
Lui
ha
davvero imparato a volare di nuovo.
«Sylvia
e Celine saranno i capitani perché mi
ispirano simpatia» dice subito dopo, facendo ridere tutti,
ancora un po’ scossi
dal discorso affrontato poco prima.
Tutti si librano
in aria e sia Celine che
Sylvia si avvicinano ad Alec che fa l’arbitro.
«Mi
raccomando, non voglio un comportamento
scorretto. Se qualcuno si fa male scordatevi di giocare
un’altra partita con
me» li avverte severo Alec, lanciando la pluffa in aria.
Subito Pervinca e Max
raggiungo il loro posto davanti agli anelli, mentre
Katie e Sylvia cominciano la ricerca del
boccino che saetta veloce tra i giocatori.
«Nicholas!»
lo chiama Celine, attirando la
sua attenzione. Il ragazzo le vola incontro afferrando la pluffa e
portandosela
sotto il braccio, mirando al portiere. Lux tenta di andargli contro,
rallentandolo quanto basta affinché Timothy riesca a
portargli via la palla se
pur con poca agilità.
Layla tiene
fermamente la mazza tra le dita
pronta a colpire il bolide, quando una figura seduta sugli spalti la
distrae. È
lontana, non riesce a metterla del tutto a fuoco, ma sa perfettamente
chi sia.
Lui lo riconoscerebbe anche in una sala piena di gente che si fa largo
a
gomitate. Layla sente su di sé i suoi occhi, li sente sempre
quando la guarda.
Un bolide le
arriva contro e con rabbia lo
allontana da lei, mirandolo contro Timothy che quasi cade dalla scopa,
non
riuscendo del tutto ad evitarlo vista la sua scarsa agilità.
«Una lumaca è più
veloce di te» gli ringhia contro, prendendosi beffe di lui
che però la guarda
neutro, tentando di riprendere a pieno il controllo della scopa.
La pluffa
è tornata nelle mani di Celine che
vola sparata contro Max. Il ragazzo cerca di restare fermo sulla scopa,
teme
che la sua goffaggine gli faccia fare una bella caduta. La Serpeverde
guarda
decisa uno dei tre anelli, lanciandoci con forza la pluffa che rotea
velocemente in aria. Max ne segue la direzione, allungando la mano per
pararla.
Non sa bene cosa sia accaduto dopo, pare che sia riuscito a deviare la
palla
con il braccio, ma che, vista la forza del tiro, si sia ritrovato a
testa in
giù, appeso solo per le gambe al manico di scopa. Tenta di
rialzarsi, mentre
comincia a precipitare lentamente e a sbalzi. In malo modo alla fine
riesce a
tornare dritto, nel mentre Nicholas ha ripreso possesso della pluffa e,
approfittando degli anelli scoperti, ha segnato. Deianira gli
è subito accanto,
sembra preoccupata. «Tutto apposto?» gli chiede,
deviando un bolide improvviso.
«Strano ma non sono caduto» scherza Max, ritornando
davanti ai tre anelli.
Deianira si
lascia scappare una risata e il
ragazzo rimane sorpreso per quanto questa sia bella. Con lei non ci ha
mai
parlato, cosa mai si sarebbero potuti dire? Lei è una
brillante Serpeverde, lui
un goffo Grifondoro. E ora lui l’ha fatta ridere.
«Smettetela
di parlare che siamo già sotto di
un punto» gli rimprovera Sylvia, sorpassandoli. Deianira fa
per voltarsi, ci
pensa un attimo e poi gli dice «Occhio a non
cadere» e facendogli l’occhiolino
tenta di buttare giù dalla scopa Celine, lanciandole un
bolide contro che la
ragazza schiva con facilità. Max sorride, in quelle parole
non c’era alcun
segno di scherno.
Lux vola
annoiata per il campo, quanto odia
il Quidditch! Ogni tanto si ritrova la pluffa tra le mani, ma subito
Nicholas
riesce a strappargliela senza troppa fatica.
Quando vola non
riesce a pensare a niente che
non sia il vento tra i capelli e l’altezza sotto di lei. Come
può il Quidditch
rovinare qualcosa di così perfetto? È
un
gioco stupido per persone stupide, si ripete mentre vola.
«Ti
diverti?» la schernisce Sylvia, va e
viene senza darle il tempo di risponderle.
Pervinca guarda
Katie cercare il boccino, non
l’ha mai vista così felice. Sa che può
distrarsi quanto le pare, tanto vista la
scarsa abilità sia di Timothy che di Lux non
toccherà la pluffa neanche per
sbaglio.
Il suo sguardo
ricade su Alec e spesso si
chieda come faccia a sopportare tutto questo. Chiunque ad Hogwarts
conosce la
sua storia e lei non capisce come una promessa del Quidditch che ha
dovuto
interrompere la carriera per un incidente riesca ad insegnare a dei
ragazzi
come loro. Non fa male toccare con le proprie mani il sogno che si
è visto
infrangere davanti agli occhi? E invece lui è sempre
lì con il sorriso sul
volto, la battuta sempre pronta, come se la vita che aveva vissuto
prima non
fosse realmente accaduta, come se fosse stato sempre un insegnante di
volo.
Pervinca forse
pensa troppo, forse con la sua
mente affronta storie in cui non dovrebbe interferire.
Qualcosa nella
partita cambia, lo intuisce
dall’improvviso agitamento. Katie ha individuato il boccino e
Sylvia subito le
è alle costole. Volano fianco a fianco, la Grifondoro
è qualche centimetro più
avanti e i suoi capelli castani e mossi sbattano sul volto della
Corvonero che
è costretta ad allontanarsi leggermente.
Katie allunga
una mano verso il boccino, ma è
ancora troppo lontana e per poco un bolide non le rompe il braccio.
Deianira le
sorride malignamente, portandosi la mazza dietro il collo. Il Quidditch
rende
tutti più crudeli, più animali.
Per colpa della
Serpeverde, Katie si è
distratta quanto basta per farsi superare da Sylvia che si sporge
più avanti
con il busto sul manico di scopa.
La Grifondoro
non ha nessuna intenzione di
perdere, proprio ora che il suo sogno di essere cercatrice si
è avverato. È
dietro di Sylvia, ne vede la nuca bionda e un’idea le passa
per la mente. Con
la scopa si mette a testa in giù, volando esattamente sotto
di lei e
accelerando. Continua così per cinque minuti buoni, ha il
sangue alla testa ma
deve resistere. Bruscamente ritorna su, tagliando in malo modo la
strada a
Sylvia e per poco non cadono entrambe. La Corvonero è
costretta a deviare del
tutto, rimanendo abbastanza indietro e dando quindi un buon vantaggio
alla
Grifondoro che decisa si lancia contro il boccino. Allunga una mano,
ora lo può
afferrare, sa che può farcela. Stringe le dita e sa di aver
vinto non appena
sente la superficie fredda del metallo nella mano.
La sua squadra
esulta e Grifondoro, Corvonero
e Serpeverde si abbracciano senza distinzione di Case.
«Ottimo
lavoro» si complimenta Nicholas con
Celine, sorridendole. Ancora spera che il suo sorriso riesca ad
incantarla come
succede con tutte le altre, infatti le sorride spesso, ma ogni sorriso
che le
rivolge sembra perdere ancora di più l’effetto.
È un
attimo, il tempo che lei pieghi le
labbra per rispondere: è seria, nonostante stia per
sorridere. Si perde per
poco tempo in quegli occhi, ma quanto basta per toccarne
l’oscurità. È
stranito, guardarla in quel momento è come camminare in
mezzo ad una notte
senza stelle.
Scuote la testa,
Celine alza la mano per un
batti cinque, lui le risponde con la stessa foga di lei.
È
tutto passato, forse è stata solo
un’illusione.
«Bravi,
bella partita. La lezione è finita.»
si complimenta Alec, facendo cenno a tutti di tornare con i piedi per
terra. L’ultima
a rimanere in aria è Sylvia che
sembra avere qualche problema ad atterrare, sarà per lo
scontro con Katie…
quando tocca terra si schianta contro Alec, buttandolo giù e
ritrovandosi sopra
di lui. Ops, che sbadata, pensa
furbamente Sylvia tentando di non sorridere o altrimenti lui avrebbe
capito
tutto.
Alec punta i
suoi occhi dritti in quelli
verde di lei. «Immagina cosa possa pensare adesso se passasse
un alunno o un
professore e ti vedesse così…questa situazione
potrebbe essere un po’…ambigua»
le fa il verso, tirandosi su e facendola rotolare via dal suo corpo.
«Perché
ambigua? Sono solo una ragazza che è caduta dalla
scopa» alza le spalle lei,
sorridendogli accattivante e alzandosi da terra.
«So
che stare seduti sull’erba è comodo, ma
ha intenzione di restare lì tutto il giorno?» gli
chiede la ragazza, notando
che il professore non si è ancora alzato.
«È
anche se fosse?» fa lui, non accennandosi
a muovere. Si guarda intorno, il resto degli alunni si sta allontanando
per
rientrare nel castello. Giusto Layla è rimasta, ma sembra
non accorgersi di
loro, troppo presa a fissare la figura ancora seduta sugli spalti. Si
guardano,
non si parlano.
«Potrei
fargli compagnia.» Sylvia abbassa il
tono della voce di un’ottava e si mette sulle ginocchia
davanti ad Alec per
fissarlo negli occhi. Lui ride, alzandosi in piedi ed incamminandosi
verso la
Sala Grande. «Magari un’altra volta»
Sylvia si
mordicchia il labbro inferiore,
soddisfatta e allo stesso tempo delusa della riuscita del suo piano.
Afferra la sua
borsa, notando da subito che
qualcosa non va: è troppo leggera. Ci fruga dentro e non ci
mette poco a capire
cosa manca.
Qualcuno le ha
rubato il suo libro.
Lo
so, vi ho fatto attendere tanto per un
capitolo schifoso. Chiedo scusa per eventuali errori, ma non ho avuto
modo di rileggerlo bene e chiedo anche scusa se ho trasformato quasi
tutti i personaggi in
OOC, se non li ho approfonditi bene etc…
Se
veramente fanno schifo, il mio modo per
scusarmi è tentare di inserirli nel prossimo
capitolo…non mi scannate :)
Ho
inserito le foto dei personaggi di questo
capitolo così che cominciate a farvi
un’idea…
Allora,
la storia come vedete sta cominciando
ad ingranare, prima il coperchio della pozione spostato, ora il libro
rubato…
eh eh
Avevo
in mente di fare una cosa e se non
siete d’accordo ditemelo subito!
Allora,
pensavo che qualche volta in alcuni
capitoli potevo approfondire pochi e determinati personaggi, che ne so
magari
quattro o sei… naturalmente non sempre e non sempre gli
stessi! Che ne pensate?
Ho
fatto bene ad aspettare ad aggiornare perché
qualche lettore in più si è fatto vivo :)
Spero
che apprezzerete anche questo schifoso
capitolo e che me lo facciate sapere :)
Aggiornerò
presto…
Ultimo
avviso…sto scrivendo una Draco/Hermione
(nonostante detesti questa coppia ahaha) che provvederò ad
aggiornare o oggi o
nei prossimi giorni…se volete darci un’occhiata e
magari darmi anche un parere,
questo è il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1947100&i=1
Baci
e a presto!
Alec:
Max:
Timothy:
Nicholas:
Sylvia:
Layla: ?
Lux:
Katie: ?
Deianira:
Pervinca: ?
Celine: