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Autore: Book boy    22/07/2013    3 recensioni
A Los Angeles una strana epidemia costringe i militari a mettere in quarantena alcuni quartieri della città. Un giornalista, Adam Carton viene inviato sul posto per capire meglio ciò che succede. Il racconto che state per leggere è stato trovato nel suo diario.
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Tratto dal diario del giornalista Adam Carton:

Giorno d’infezione 0: Oggi mi sono svegliato abbastanza presto, è domenica, perciò sono a casa e posso finalmente  dedicarmi a ciò che mi piace. Cazzo, mi ci voleva proprio un po’ di riposo dopo una stressante settimana di lavoro giù in ufficio. bè, sono sicuro che non succederà niente di importante oggi, per questo scrivo già alle 8:21 di mattina, probabilmente leggerò tutto il giorno un bel romanzo, oppure mi guarderò un paio di film. Vedremo, ora ti saluto a domani!

Giorno d’infezione 1: Questa mattina quando sono mi sono svegliato per fare colazione e bere un caffè ho acceso il televisore e ho girato sul telegiornale per conoscere le ultime notizie. Non l’avessi mai fatto. Il telecronista ha detto che Los Angeles è scoppiata una strana influenza, una specie d’infezione. Mio dio io ho sempre paura di ‘ste cose, non so perché ma mi sento spaesato ma soprattutto impotente quando dicono che vi è un’epidemia in corso, bah, chiamatemi pure pauroso ma non mi piace per niente quando annunciano che un virus (potenzialmente letale) e di cui non si conosce la cura e tanto meno vi è un vaccino è “a piede l’ibero”. Bè, si vedranno gli sviluppi di domani, anche perché (notizia a dir poco terribile) mi hanno dato il servizio, perciò tocca a me capire cos’è quest’infezione. A domani!

Giorno d’infezione 2: Ok ora mi sto preoccupando seriamente, hanno appena annunciato al telegiornale che un quartiere di L.A. È stato messo in quarantena. Merda, siamo già arrivati a questi livelli? Sarà meglio che inizi a buttare giù una bozza per l’articolo al giornale, non so con precisione che succederà nei prossimi giorni, ma adesso mi aspetto proprio di tutto. Sto cercando anche informazioni su internet, per capire meglio la situazione perché spero proprio non succeda ciò che temo… a domani!

Giorno d’infezione 3: Questa notte sono stato sveglio a seguire in diretta i telegiornali, perché è molto peggio di quanto pensassi, in una sola notte il virus è uscito dalla zona di quarantena e ora ha colpito anche altri quartieri, perciò hanno messi in quarantena una vasta area della città. Si vedevano immagini di militari con tutte anti-radiazioni o maschere antigas. Un servizio televisivo locale (che ho visto su un video di youtube) mi ha fatto davvero spaventare a morte: la telecronista in primo piano mostrava alle sue spalle gli sbarramenti e le barricate dei militari (con le maschere anti-gas) mentre parlava e diceva: “Come potete vedere i militari hanno sbarrato tutti gli accessi alla zona di quarantena, infatti non si può entrare in svariati quartieri della città, ma nemmeno gli abitanti ancora non ammalati posso uscire da questi ultimi, sempre per motivi di sicurezza” e su quel punto davo ragione agli ufficiali sanitari di non rischiare di far uscire gente malata anziché sana, ma poi la telecronista continuò a parlare ancora delle precauzioni quando ad un tratto si è sentito un urlo fortissimo provenire dalla zona di quarantena, che ha fatto sussultare non solo la telecronista ma anche il cameraman che ha mosso bruscamente la telecamera continuando però a filmare ancora per pochi secondi dopo di chè il video si bloccava. Ho davvero paura. Non solo per me ma anche per i miei genitori che abitano solo a un centinaio di chilometri da Los Angeles, infatti oggi li ho chiamati chiedendogli lì da loro come andava e loro mi hanno risposto che stanno bene e che soltanto qualche volta passa un elicottero o un aereo militare, ma per il resto va tutto bene. Gli ho chiesto se volessero venire da me per un po’ almeno fino a che non si fosse calmata la situazione, visto che io vivo da solo (è anche vero che abito in una casa abbastanza piccola) ma almeno una stanza per dormire gliela potevo dare, ma loro hanno rifiutato. Tipico dei miei genitori, nemmeno se rischiassero davvero la vita sene andrebbero da casa loro, neanche per qualche giorno. Così gli ho salutati e gli ho detto che la mia proposta era sempre disponibile, poi ho riattaccato. Speriamo vada tutto bene. 

Giorno d’infezione 4: Oggi finalmente hanno annunciato e descritto quali sono i sintomi del virus: Febbre alta, infiammazione negli organi genitali, vomito e continue mestruazioni nelle donne. Un bollettino provvisorio (che io ho soprannominato “bollettino di guerra”) ha annunciato che si contano fin ora 106 morti accertati, ma gli ufficiali sanitari all’interno della zona di quarantena comunicano che i morti sarebbero più probabilmente 300 o 400, ma sono cifre approssimative. Oggi al giornale hanno anche detto che vogliono mandare qualcuno sul posto. E indovinate un po’: io sono uno dei possibili candidati.

Giorno d’infezione 5: Dling dlong, notizia dell’ultima ora: indovinate un po’ chi andrà a L.A. per capirci di più sulla faccenda della pandemia? Avete indovinato! Il sottoscritto. Merda, merda, merda. L’unico fottuto lavoro che non voglio fare mi è toccato, ottimo. Però non nego che sono curioso di capire che diavolo succede laggiù e mi hanno anche assicurato che sarà al sicuro perché starò all’interno della zona di sicurezza (una zona attorno alla città) che è controllata dai militari, quest’ultima serve da cuscinetto tra la zona di quarantena e il resto degli Stati Uniti. Il presidente ha anche tenuto un discorso di fronte alla casa Bianca in cui rassicurava i cittadini che va tutto bene, che bisogna stare calmi e che i militari hanno tutto sotto controllo. Speriamo che abbia ragione.

Giorno d’infezione 6: Sono partito ‘sta mattina alle 6 in punto per Los Angeles, e visto che abito a Houston e sono andato con calma ci ho messo qualche ora. Mi sono portato dietro poche cose ma l’occorrente per un buon servizio: Una macchina fotografica Canon, un paio di bloc notes dove annotare gli appunti e il portatile dove posso scrivere gli articoli ed inviarli direttamente al giornale. Però mi sono anche potato dietro il diario (naturalmente) e una piccola videocamera Canon (marca che adoro) per filmare qualche cosa, giusto per portare a casa qualcosa da mettere nel sito del giornale e tenere per poi caricarlo su internet, magari su youtube). Sono arrivato in un motel poco fuori L.A. dove ho messo a posto il mio unico bagaglio con dentro qualche maglietta di ricambio e tutto l’occorrente (non sono un tipo che si cambia spesso) e poi ci starò solo tre o quattro giorni, giusto per portare a casa qualche intervista e un paio di notizie fresche e speriamo che l’infezione non esca mentre sono qui. Prima di tornare a casa voglio andare a trovare mamma e papà e magari chiamare Frederic (Mio fratello) ma lui abita a Philadelfia e laggiù e al sicuro. Bhe, che dire domani mi dirigo alla zona di sicurezza e scatto qualche foto alle barricate. Ora però sono un po’ stanco e vado a dormire. A domani!

Giorno d’infezione 7: Oggi ho acceso la radio (QUESTO E’ UN MOTEL SCHIFOSO CHE NON HA NEMMENO LA TV!!!) e ho sentito le ultime notizie prima di prendere un taxi per raggiungere Los Angeles. Hanno detto che il numero delle morti accertate è salito a 318 ma che gli ufficiali sanitari pensano che possa raggiungere addirittura il migliaio e che possano essere 2000 nel giro di un’ altra settimana! Poi hanno anche detto che i sintomi sono mutati, ora vi è qualcosa di più simile alla rabbia, con convulsioni e schiuma che esce dalla bocca. Alcuni parlano addirittura di comportamenti violenti all’interno della zona di quarantena. Ma di preciso non si sa cosa accade all’interno della zona. Quando sono arrivato sulla zona (o meglio a circa 3 isolati dalla zona di sicurezza perché il tassista non voleva portarmi più vicino di così) constatai subito che intorno a me tutti avevano molta paura. Camminavano in modo spedito ma a me sembrava proprio che corressero. Avrei paura anche io se abitassi lì. Mi diressi a piedi verso la zona di sicurezza dopo aver mostrato un cartellino su cui vi era scritto che ero della stampa mi fecero passare. Forse era solo una mia impressione ma mi sembrava che tutti i soldati avessero il dito sul grilletto pronti a sparare. ma sparare a cosa? Non puoi “uccidere” un batterio o un virus con le armi da fuoco, ma allora capii: Erano pronti a sparare a chiunque avesse tentato di oltrepassare le recinzioni e le barricate per uscire dalla zona di quarantena. Già questo lo trovai terrificante. Ovunque c’erano giornalisti che scattavano foto alle recinzioni e telecronisti che intervistavano dei passanti e degli abitanti. Io estrassi la macchina fotografica dalla sua borsa e scattai qualche foto alle barricate. Erano bianche, con dei simboli di “pericolo biologico” stampati sopra. Davanti a queste era stata eretta una recinzione sulla cui sommità vi era del filo spinato. Davanti a quella vi erano dei militari che tenevano lontani i giornalisti. Tutta la scena era inquietante. Scattai foto principalmente, poi entrai in un bar a un paio di isolati dalla zona. Presi una birra e mi sedetti a un tavolino, dove scrissi il mio articolo, descrivendo l’area e l’attività militare nella zona che era molto “rassicurante” se così possiamo dire, ma in realtà a me rendeva ancora più spaventato. Questa almeno era la mia idea. Verso sera tornai al motel e mi feci portare una pizza che divorai come se non avessi mai mangiato niente di simile. E ora eccomi qui a scrivere queste poche righe sul mio diario. Ora ti saluto. A domani!
  
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