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Autore: Lallywhite_Lady Norris    25/07/2013    7 recensioni
Finalmente dopo un viaggio lungo due mesi, Ranma è riuscito a cambiare molte cose di se e soprattutto a capire una cosa molto importante. Purtroppo però si troverà a combattere ancora una volta..e ancora una volta dovrà difendere con le unghie e con i denti tutto ciò che ha di più caro al mondo: Akane! Vincerà anche questa battaglia o questa volta sarà la fine di Ranma Saotome??
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mousse stava aprendo gli occhi lentamente e sbattendoli più volte stava cercando di capire dove si trovasse. Sembrava una tenda.
Il dottor Tofu infatti aveva allestito una tenda da campo come ospedale, in modo che il ragazzo potesse stare tranquillamente sdraiato sulla brandina.
Le sue orecchie però avevano captato uno strano “bip”che continuava a ripetersi circa ogni secondo. Voltando leggermente la testa, aveva visto che era attaccato ad una macchina e che quel suono altro non era che il battito del suo cuore.
A lasciarlo completamente basito però, non era stata la macchina, ma bensì il sottile affare che era infilato nel suo braccio: un ago.
Mousse aveva seguito il filo che vi era attaccato e si era accorto che finiva in un altro braccio, quello di Shampoo.
Avendo capito cosa stesse facendo la ragazza e volendo attirare la sua attenzione aveva detto:
«Oh povero me! Sto morendo e sono all’inferno. Ora il diavoletto mi sta dando la sua pozione magica per accedervi!»
Shampoo si era girata di scatto non appena aveva udito quelle parole. Incredula a ciò che stava vedendo, aveva sbarrato gli occhi, sussurrando il suo nome dalla felicità.
«Mousse!»
In altri tempi, Shampoo si sarebbe sicuramente vendicata di una simile battuta, ma ora invece le veniva solamente da ridere.
«Cretino! Hai pure il coraggio di fare battute dopo l’enorme spavento che mi hai fatto prendere! Come stai?»
Il cinese aveva sorriso, ma poi la ferita al fianco si era fatta sentire, facendolo gemere per il dolore.
«Insomma, potrebbe andare meglio eh!»
«Ho creduto il peggio quando ti ho visto a terra svenuto.»
Mousse la stava guardando dritta negli occhi, quegli occhi che si erano riempiti di lacrime e che stavano scivolando su quel viso che lui adorava più di qualsiasi altra cosa. Con la mano libera si era accinto ad alzarla e a portare le sue dita su una delle guance della ragazza, asciugandole le lacrime con il pollice.
«Sshh, non piangere Shampoo! Dai. Vedi che sono ancora qui con te! Anzi è proprio grazie al tuo aiuto se sono ancora vivo!»
«Farei qualsiasi cosa per te, Mousse!»
Detto questo, aveva preso la mano del giovane con la sua, premendola sempre più contro la sua guancia, come a voler calcare quel gesto tanto dolce da parte dell’uomo che amava.
 
Il gruppo nel frattempo era dinanzi al primo cancello, Accidia. Nessuno di loro sapeva cosa fare, ma le intenzioni di un membro erano inequivocabili: Ranma voleva combattere.
Il giovane saggio, accortosi di questa foga che aveva il giovane giapponese, aveva cercato subito la sua attenzione. C’erano delle cose che ancora non sapevano.
«Aspetta ragazzo. Non è così semplice sconfiggere questi protettori!»
«Crede che non possa sconfiggerli? Non sa quanti nemici ho battuto nella mia vita e ne sono sempre uscito vincente!»
«Non ne ho il minimo dubbio. Il tuo animo parla da solo. Ma qui si sta parlando di guardiani che sono posseduti dai vizi capitali. Se non stiamo attenti, potrebbero possederci e allora sarebbe la fine!»
«E quindi cosa dobbiamo fare?»
«Essere prudenti e cercare di eliminarlo prima che lui tocchi noi. È così che si viene contagiati.»
Ranma e company avevano annuito. Era tutt’altro che semplice il viaggio che avevano intrapreso, ma per Akane bisognava affrontare qualsiasi nemico.
 
Nel frattempo Haikiri si era avvicinato alla stanza della ragazza con passo feroce e sbattendo la porta, si era avvicinato ad Akane e l’aveva strattonata violentemente, facendola svegliare di colpo.
«Il tuo dannato maritino ha ucciso il mio Argo!!»
Akane, ancora stordita per il brusco risveglio, aveva sbattuto gli occhi un paio di volte, cercando di capire cosa stesse accadendo. Una volta fatta mente locale, un sorriso ironico si era impossessato del suo viso.
«Lo sapevo che avrebbe sfidato qualsiasi cosa pur di riprendermi con sé! Ora ne vedremo delle belle mio caro. E tu…tu pagherai tutto quanto e non vedrò l’ora di vedere Ranma che te le suonerà di santa ragione.»
Stanco di quel tono, il ramato si era avvicinato ad Akane minacciosamente e l’aveva sovrastata con il proprio corpo. Ad un millimetro dalle sue labbra aveva detto:
«Mia cara, è quello che vedremo. Nel frattempo tu sei mia.»
Senza indugiare un istante in più, aveva cominciato a baciarla con foga e scendendo sempre più audacemente sul suo collo, le stava lasciando dei baci piuttosto roventi, ma che Akane non tollerava.
All’inizio era spaventata, credeva che Haikiri sarebbe arrivato al suo scopo, ma poi le erano venuti in mente gli allenamenti con il suo amato e con una leggera pressione era riuscita a liberare una delle sue gambe e con agilità era riuscita a colpire la schiena del giovane dagli occhi grigi.
Gemendo per quel colpo inaspettato, il ragazzo si era tirato su di colpo, senza però evitare di tirare un sonoro ceffone alla Tendo.
«Sei solo una piccola sgualdrina. Sarai mia Akane. E il tuo Ranma non potrà evitarlo.»
Detto questo si era alzato dirigendosi verso la porta e sbattendola dietro di sé.
Akane rimasta sola, aveva cominciato a piangere, lasciandosi andare completamente, dopo la paura che aveva provato.
 
 
Il gruppo stava avanzando verso il cancello e nel momento in cui stavano per oltrepassarlo ecco che il guardiano era comparso.
Davanti ai loro occhi vi era Accidia.
Era un ometto alto sul metro e trenta e cicciottello. Gli occhi erano quasi invisibili visto che erano stretti a fessura, sembrava si stesse addormentando da un momento all’altro.
«Dove credete di andare? Il padrone non vi vuole tra i piedi. Quindi il vostro viaggio finisce qui.»
«E’ quello che vedremo, buffone!»
Ranma stava cominciando seriamente a dare di matto. Non sopportava più tutti quegli ostacoli che si trovavano tra lui e Akane.
Stava per avanzare ed attaccare il guardiano, ma non si era accorto che questi nel frattempo aveva puntato il suo sguardo verso un membro particolare del gruppo.
Mentre Ranma correva verso di lui, un attimo prima di essere colpito, Accidia si era spostato e con un balzo si era fiondato dietro ad Ukyo, colpendola semplicemente con un dito.
La cuoca di okonomyiaki era caduta per terra, svenuta.
«Ucchan!!!!!»
La voce di Ryoga era arrivata alle orecchie di tutti i presenti, facendoli voltare per notare l’amica a terra priva di sensi.
Accidia rideva compiaciuto di quanto aveva ottenuto e poi rivolgendosi al gruppo aveva detto:
«State tranquilli, non è morta, si sta semplicemente trasformando!»
«Maledetto bastardo! Restituiscimi la mia Ucchan!»
Le parole di Ryoga erano cariche di odio e disprezzo. Si era alzato di scatto e stava correndo come un pazzo verso il guardiano e con il pugno in alto stava cercando di colpirlo, ma inutilmente. Accidia aveva spiccato un salto ed era volato all’interno del cancello, proteggendosi dagli eventuali attacchi.
«Se volete entrare, dovrete eliminare la vostra amica. Accidia ora è in lei. Io resterò qui a godermi lo spettacolo.»
 
Tutto il gruppo era rimasto basito dalle parole del guardiano. Ryoga era chinato sul corpo della sua giovane amata e stringendola forte a sé continuava a sussurrarle di non lasciarlo. Non si era accorto però che la cuoca aveva cominciato ad aprire gli occhi, ma uno sguardo freddo e assassino si era impossessato di loro.
Wang aveva notato tutto quanto e subito si era rivolto all’Eterno Disperso:
«Ryoga, allontanati immediatamente!!»
Grazie alla sua prontezza di riflessi, il giovane era riuscito ad evitare una graffiata che la sua Ucchan stava prontamente facendogli arrivare sul suo viso.
Sconvolto per quel gesto, Ryoga si era allontanato da lei, raggiungendo con un balzo il gruppo, ma subito aveva cercato gli occhi della sua amata.
«Ucchan! Ti prego, torna in te!»
«E’ inutile che ti disperi ragazzo. Ormai non è più Ukyo!»
L’autrice di quelle parole, altri non era che Obaba. Sapeva molte cose su quei cancelli e ora avrebbe dovuto spiegare tutto quanto agli altri.
«La tua Ucchan è stata posseduta da Accidia. Accidia altri non è che uno dei sette vizi capitali e comporta indolenza, indifferenza: l'accidioso indugia voluttuosamente nell'ozio e nell'errore. Sa quali siano i suoi impegni, ma pur di non assolverli, ne ridimensiona la portata, autoconvincendosi che si tratti di piccolezze e che rimandarle non comporti conseguenze gravi.
Il guardiano deve aver capito molto bene che tipo di persona fosse la nostra amica e cioè una gran lavoratrice, instancabile e perennemente attiva, ma soprattutto non è una che fa l’indifferente! Ecco del perché ha deciso di colpire lei!»
Tutti avevano ascoltato le parole della millenaria con estrema attenzione, poi il codinato aveva chiesto qualche chiarimento:
«Scusa Obaba, ma come facciamo a riportarla in se?»
«Bisognerebbe farle fare qualche sua focaccia, forse riacquisterebbe l’interesse per il suo lavoro e abbandonerebbe l’ozio!»
«Bene! Ryoga, credo che in questo caso sia tu che debba far ritrovare interesse a Ucchan, sei il più indicato!»
Nonostante la loro relazione fosse di dominio pubblico, l’Eterno Disperso era diventato bordeaux. Ancora si imbarazzava a mostrare i suoi sentimenti in pubblico e malediceva Ranma per aver detto quella cosa a voce alta. Purtroppo però sapeva che in quel momento era una cosa ridicola da pensare e si era limitato ad annuire al compagno.
«D’accordo!»
 
Ryoga si era messo di fronte alla sua ragazza che in quel momento sembrava si volesse addormentare da un momento all’altro.
«Ucchan, ascoltami..»
«Ryoga caro, tu lavori troppo, sei sempre in viaggio. Fatti coccolare così ti rilassi tra le mie braccia..su daii..»
A quelle parole così dolci, Ryoga non aveva saputo proprio resistere e si stava dirigendo verso la fidanzata, ma Ranma, intuito il gioco sporco dell’amica, aveva fatto un agile salto, strattonando l’amico che si stava dirigendo verso quella trappola mortale.
«Fermati idiota! Non capisci che è un tranello?»
«Lasciami! Devo andare da lei!»
Ranma stava spazientendosi ulteriormente, così aveva voltato il viso dell’amico e gli aveva assestato un destro, lasciando allibito il povero viaggiatore.
«Non è Ucchan a parlare, ma Accidia! Razza di tonto che non sei altro, ma quando imparerai ad usare la testa?»
«Saotome, non ti permetto di parlar…»
Ma il giovane non aveva fatto in tempo a finire la frase, che subito un altro pugno gli era arrivato a destinazione.
«Sei un asino! Non dobbiamo perdere ulteriore tempo e tu stai qui a litigare con me? Non ho un secondo da buttare imbecille!»
«ORA SMETTETELA TUTTI E DUE!»
La voce possente e autoritaria di Wang si era fatta sentire.
«Dobbiamo salvare la vostra amica e Akane e voi perdete tempo a litigare?»
Ranma e Ryoga avevano abbassato lo sguardo desolati, poi il cinese aveva ricominciato a parlare:
«Ditemi, Ukyo è una gran lavoratrice nella sua vita quotidiana?»
«Altrochè! Gestisce un ristorante di okonomyiaki.»
«Come faremo ad aiutarla?»
«Dovrebbe essere abbastanza semplice. Come ha già spiegato Obaba bisogna cercare di farle fare quello che ama e cioè cucinare le sue focacce.»
Ryoga aveva sentito abbastanza. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di aiutare la sua Ucchan!
Non aveva finito di pensare quella frase che una voce alle sue spalle aveva urlato:
«Tecnica del sacchetto di farina!!»
Tutto il gruppo aveva appena fatto in tempo a scansarsi dall’attacco della cuoca. Le sue tecniche erano davvero molto forti.
Ranma stava pensando ad un contrattacco, non aveva la benché minima idea di come far cucinare la sua amica in una situazione del genere.
Ad un tratto però ecco che Happosai aveva fatto notare la sua presenza e insieme a Wang e Obaba aveva unito le forze e avevano dato vita ad un fascio di luce enorme che si era innalzato molto in alto, facendo così da scudo all’intero gruppo.
Il cinese, poi, aveva fatto comparire dal nulla un tavolo con una piastra bollente e tutto il necessario per far preparare ad Ukyo una delle sue grandiose okonomiyaki.
Purtroppo però la ragazza aveva tutt’altre intenzioni e aveva scagliato uno dei suoi okonomigaeshi, il contrattacco degli okonomiyaki e l’aveva scagliato su Ryoga, che era rimasto al di fuori dello scudo protettivo.
Il giovane accortosi di ciò, l’aveva evitato per un soffio. Era deciso più che mai a salvare la sua Ucchan.
Con l’agilità che possedeva, il ragazzo era riuscito a tenere testa alla fidanzata che gli stava lanciando contro tutte le tecniche che conosceva.
Ad un certo punto però Ryoga, era riuscito a bloccarle i polsi e l’aveva costretta a guardarlo dritto negli occhi. La cuoca era rimasta sconcertata da quel gesto e si dimenava per liberarsi.
Tutto il resto del gruppo era sugli attenti e Ranma aveva intimato all’amico di stare attento.
«Ryoga sii prudente! Non è Ucchan quella che hai di fronte!»
«Lascia fare a me, Ranma!»
Continuando a guardarla dritta negli occhi, l’Eterno Disperso era deciso più che mai a far ritornare in se la sua Ucchan.
«Tesoro, guardami. Lo so che sei li da qualche parte. Ti prego non farti sconfiggere da questo essere che si è impossessato di te. Ha preso solo il tuo corpo non la tua mente! Ti prego, combatti e torna da me!»
E detto questo si era sporto e aveva catturato le sue labbra con le proprie, lasciandoci sopra un dolce bacio che parlava del suo amore.
La ragazza aveva sbarrato gli occhi e poi, come se si fosse risvegliata da una sorta di trance aveva sussurrato:
«R – Ry – Ryoga..»
«Si tesoro, sono qui! Ti prego, riprendi possesso del tuo corpo e cucina una tua pietanza. Solo così potrai sconfiggerlo.»
Come se avesse capito, Ukyo si era voltata e aveva visto la piastra che aspettava solo lei. Con molta titubanza vi si era avvicinata e aveva cominciato a prendere ad uno ad uno tutti gli ingredienti.
Il guardiano Accidia si era accorto di ciò che stava accadendo, ma non poteva fare nulla per evitarlo, perché aveva passato il suo vizio alla piccola cuoca ed ora non poteva fare più niente.
 
Ukyo aveva appena finito di sfornare la sua okonomiyaki e nel momento in cui dentro di sé aveva sentito quella soddisfazione che le riempiva il vuoto che l’aveva posseduta, aveva tirato un urlo e Accidia era uscito dal suo corpo, lasciandola cadere in terra. Ryoga era subito corso in suo soccorso.
Obaba aveva richiamato l’attenzione del codinato:
«Avanti Ranma. Ora tocca a te. Sconfiggilo!»
Senza farselo ripetere due volte, il ragazzo aveva sorriso compiaciuto all’amazzone e aveva cominciato a correre verso il guardiano.
«Ora tocca a te. Pagherai per quello che hai fatto ad Ucchan! Fatti sotto!»
Senza dargli il tempo di rispondergli, Ranma aveva cominciato a colpirlo a raffica con la sua Tecnica delle Castagne Modificata e una serie di pugni erano arrivati a segno. Come colpo di grazia gli aveva inferto un calcio roteante destinato alla testa, decapitandolo.
Davanti ai suoi occhi, Accidia stava scomparendo.
«Bene. Fuori uno! Andiamo avanti.»
Entrati tutti nel cancello, subito la costruzione davanti ai loro occhi si era sfumata, lasciando posto al secondo livello: SUPERBIA.
 
 
 
 

 
   
 
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