Favoriti .Tributi. Nemici.  Alleati. Spietati. Guerrieri.
Il pubblico di Capitol City non aveva capito niente di loro, niente di niente.
Favoriti. Perché poi? Erano nati nel distretto 2 e si erano offerti volontari per portare onore e gloria al loro distretto.
Tributi. Perché tutti e due? Perché non poteva andare solo uno? Perché avevano capito tutto solo quando era troppo tardi?
Nemici. Un vincitore, non due. Uno solo. Che tu possa bruciare nel fuoco dell’Inferno, Capitol City.
Alleati. Due vincitori. Un nuovo mondo dinanzi a loro. Potevano vincere. Tutti e due. Potavano rimanere vivi. Tornare a casa. Insieme.
Spietati. E chi l’ha detto? Erano stati cresciuti a pensare così. Niente amore. Niente amicizia. Uccidi e basta.
Guerrieri. Ma solo per tornare vivi a casa. Dovevano farlo. Sarebbe stato disonorevole non portare gloria al distretto.
Loro però non erano questo.  Capitol City non aveva capito niente di loro. Loro stessi l’ avevano capito troppo tardi. Loro SI AMAVANO.
Il loro amore non era come la finzione di quelli del 12. Era tutt’altro. Loro si amavano sul serio.
 Troppo tardi.  Ma loro cel’avrebbero fatta. Sarebbero tornati. Insieme.
Buio.  -Clove! Clove, ti prego, no! Non farlo! Non mi lasciare! Dobbiamo tornare a casa. Insieme, ricordi? Io e te.
- Cato – sussurrò lei, ormai senza possibilità di guarigione. – Cato, vinci. Fallo per me.
No. Questa volta non era per il distretto, per la fama, per l’onore o la gloria.
Lui doveva vincere perché sarebbe stato l’unico modo per sopravvivere. E lei voleva che lui sopravvivesse a tutto questo. All’arena. Ai giochi. A Capitol City.
Mentre lui le sussurrava un –Ti amo, Clove-  e lei gli stringeva la mano come per ricambiare con le sue ultime forze, il colpo di cannone. Buio.
Vinci Cato. Fallo per me. Lei voleva che lui sopravvivesse quando però era morto dentro.
Vendetta. - Per Clove – disse uccidendo Thresh. Si, per lei. Non per lo stupido zaino con il 2 disegnato sopra. Per Clove. Solo dopo capì che, non ostante lui fosse morto, lei non sarebbe tornata.
Dolore. Tanto dolore. Ibridi. Urla. Morsi. Occhi. I suoi. Lei però non lo mordeva. Uccideva altri ibridi cercando di salvarlo. Poi un ibrido scuro e grosso uccise lei. Di nuovo.
Buio. Ancora più della notte.
 Luce. Bianco accecante. Lei. Era il paradiso, ne era certo. Lei.
 – Clove. Sussurrò.
- Cato – disse lei con un sorriso accarezzandogli la guancia.
Insieme. Finalmente.