Salve a tutti!Ecco,come promesso il nuovo capitolo,prima possibile.
Vi lascio subito alla lettura!
A dopo per i commenti!!....
Tutte le mattine durante la
settimana,la sveglia sul suo comodino suonava alle sei e mezzo.
Tutte le mattine,durante la
settimana,Harry allungava un braccio verso il comodino e fermava
l'allarme.
Dopodichè si alzava dal
letto e si dirigeva in bagno,dove si faceva una doccia e si radeva con molta
attenzione.
Prima di tornare in camera
sua per scegliere i vestiti da indossare,andava in camera di Teddy e apriva le
tende,facendo così entrare il sole nella stanza.
Si avvicinava al letto del
bambino e lo chiamava,con tono di voce tranquillo e moderato,per
svegliarlo.
Tutte le mattine,Teddy si
rigirava un paio di volte nel letto prima di aprire gli occhi definitivamente e
tornare a coprirsi con il piumone,sotto gli occhi divertiti di
Harry.
Dopo aver svegliato il
bambino,Harry tornava in camera sua e si vestiva.
Tutte le mattine,per le
sette e un quarto erano entrambi pronti per scendere in cucina a fare
colazione,che di solito durava una mezz'oretta finchè alle otto meno un
quarto,Miss Queen non entrava in cucina dando il buongiorno a
entrambi.
E tutte le mattine,Teddy era
pronto per andare a scuola con Miss Queen alle otto
precise.
Ed Harry sarebbe stato
pronto per andare al lavoro non oltre le otto e mezza di
mattina.
Ma non quel lunedì
mattina.
Come sempre,quella mattina
la sveglia suonò alle sei e mezzo,ma Harry era già sveglio da un
pezzo.
Aveva dormito poco e male
quella notte,al contrario di Teddy che non appena aveva messo la testa sul
cuscino al suo fianco,si era addormentato.
Era rimasto sveglio a lungo
con lo sguardo fisso sul soffitto per ore,ripensando all'incontro di quella
sera.
Era veramente furioso con
Hermione...
Come aveva fatto a
trovarlo?E perchè si era sentita in dovere di seguirlo anche a
casa?
Non le aveva chiesto di
farlo...
Ma una parte di lui lo aveva
sempre saputo che lei non si sarebbe arresa così facilmente; e quando l'aveva
vista davanti alla sua porta aveva soltanto visto realizzato un suo
timore.
Quello che non aveva
previsto era lo schiaffo che lei gli aveva dato dopo...
Non aveva mai immaginato che
Hermione avesse tutta quella forza!Ora sapeva cos'aveva provato Malfoy durante
il terzo anno quando lei lo aveva colpito.
Aveva rivissuto momento per
momento quell'incontro mentre si rigirava nel letto cercando invano di
dormire:aveva risentito nella sua testa le grida,i rimproveri e la rabbia che
lei gli aveva buttato addosso.
Si era imposto di lasciarsi
scivolare tutto addosso,come se la cosa non lo toccasse minimamente, ma non si
era aspettato l'accenno a Ginny...Era stato quello che l'aveva portato a
reagire.
Cosa credeva Hermione:che
soltanto loro avevano sofferto?
Anche lui aveva passato ogni
giorno...ogni momento...di quei tre anni a chiedersi dove fosse Ginny,cosa
stesse facendo...con chi fosse...
Alla fine si era
addormentato,ma i suoi sogni erano stati agitati e talmente confusi da non
riuscire neanche a ricordarne uno al risveglio.
La sveglia era suonata alle
sei e mezza e lui era già sveglio da piu' di un'ora.
Si era buttato sotto la
doccia con la speranza che l'acqua calda oltre alla stanchezza della notte
insonne portasse via anche i dubbi e i pensieri che lo
ossessionavano.
Da quando Hermione gli aveva
dato quei piccoli accenni sulla vita di Ginny,lui non faceva altro che pensare a
lei...
Viveva con Luna...Viveva
vicino ai Weasley o viveva a Londra?
Un negozio di
antiquariato;non aveva mai immaginato che lei avesse una passione per le cose
antiche...forse era partito come un gioco per poi trasformarsi in un lavoro
vero.
La vita a volte prende delle
strade che neanche nei sogni avresti immaginato...
Dopo aver chiuso il
rubinetto dell'acqua calda era uscito dalla doccia.
Con indosso
l'accappatoio,era uscito dal bagno,giusto in tempo per sentir squillare il
telefono .
Chi diavolo era alle sette
del mattino?si era chiesto mentre alzava la cornetta.
-Pronto?-
-Harry,amico mio!-aveva
risposto una voce roca dall'altro capo del telefono.
Con il telefono appoggiato
all'orecchio,Harry si era avvicinato alla finestra per aprire le
tende.
Il poco sole che oltrepassò
la cortina di nuvole nere ed entrò dalle finestre non lasciava presagire niente
di buono.
-Graham hai idea di che ore
sono?-domandò.
Graham lavorava con
lui...anzi era stato proprio lui che lo aveva assunto alla Virgin
Radio.
Quando si era presentato per
il colloquio di lavoro,si era trovato davanti Graham,un uomo vicino ai
cinquant'anni con radi capelli biondi,un viso scavato,occhi sempre coperti da
occhiali da sole neri ed un fisico che avrebbe fatto invidia ad un'uomo piu'
giovane di lui di vent'anni.
Per qualche strana
ragione,Graham lo aveva preso subito in simpatia e gli aveva insegnato
praticamente tutto e in poco meno di un mese sempre insieme a Graham era
diventato uno dei migliori registi radiofonici.
-Si lo so che è presto,ma
sapevo di trovarti sveglio.
E poi io sto andando a
dormire...Ho fatto il turno di notte,quindi se non ti chiamavo adesso avrei
dovuto aspettare domani-
Harry si era passato una
mano fra i capelli,toccando alcune ciocche rimaste umide.
-Va bene,cosa c'è di tanto
urgente da non poter aspettare?-gli aveva chiesto non riuscendo a reprimere un
sorriso.
Graham in un certo senso,gli
ricordava Ron.
Anche se aveva il doppio
della sua età e sul piano lavorativo era capace di tenere testa a chiunque,certe
volte riusciva a perdersi per una sciocchezza.
-Te ne sei
dimenticato,vero?-aveva domandato Graham.
-Graham sono le sette del
mattino,non ho dormito affatto e devo ancora svegliare Teddy,quindi vuoi dirmi
cosa succede?-
Stava cominciando davvero ad
esasperarsi.
-La cena di mercoledì-disse
l'uomo.
Harry si coprì il volto con
una mano sentendo quelle parole:se ne era completamente
dimenticato!
Tutta colpa di
Hermione!
-La cena!Accidenti....-aveva
detto scompigliandosi ancora di piu' i capelli.
-Ascolta se per te è un
problema,abbiamo ancora tempo per affittare un locale-disse
Graham.
-Assolutamente...Ho promesso
che questa festa si sarebbe fatta da me,e manterrò la
parola.
Appena arrivo alla
radio,parlo con Claire e ci mettiamo d'accordo su tutto-aveva detto per
interrompere il fiume di parole dell'uomo.
-Sei sicuro?-aveva chiesto
per l'ultima volta Graham.
-Va pure a dormire
tranquillo-disse Harry.
Anche se non del tutto
rassicurato,Graham lo aveva salutato ed Harry aveva chiuso la
chiamata.
Aveva completamente
dimenticato di essersi offerto volontario per organizzare la festa per il
compleanno di Jennifer,la moglie di Graham nonchè sua
collega.
Dopo aver messo a posto il
telefono,aveva svegliato il piccolo Teddy,si era vestito,e quando anche il
bambino si fu vestito,scesero in cucina a fare colazione.
-Mi accompagni tu a
scuola?-aveva domandato Teddy fra un cucchiaio di Cheerios e
l'altro.
-No,oggi non
posso.
Ti accompagnerò domani,te lo
prometto-gli aveva detto bevendo un sorso del suo succo
d'arancia.
Teddy aveva
annuito.
-Hai visto?Ho messo il tuo
disegno sul frigo...Così non appena viene Miss Queen glielo puoi far
vedere-aveva detto poi Harry.
Il bambino si era limitato
ad annuire di nuovo.
Era troppo silenzioso:brutto
segno.
Poteva essere arrabbiato
perchè sarebbe stata Miss Queen ad accompagnarlo a scuola;oppure c'era qualcosa
che voleva chiedergli ma non sapeva come farlo.
-Teddy c'è qualcosa che non
va?-gli aveva domandato,cercando di facilitargli la cosa.
Il bambino era rimasto in
silenzio alcuni istanti,poi aveva alzato lo sguardo su di
lui.
-Credi che la tua amica
tornerà a trovarci?-gli aveva chiesto.
Non si aspettava una domanda
del genere.
Aveva guardato Teddy per
alcuni istanti,poi gli aveva accarezzato i capelli e aveva
sorriso.
-No Teddy,credo che Hermione
non tornerà-aveva detto poi.
Questa volta Teddy aveva
alzato le spalle,quasi con noncuranza.
-E' perchè sei stato cattivo
con lei?-gli aveva chiesto.
-Anche per quello-aveva
ammesso lui.
-Ti dispiace?-si era
arrischiato a chiedergli Harry.
-Era simpatica-aveva detto
senza nessun'inflessione particolare nella voce.
La conversazione era stata
interrotta da Miss Queen che era entrata in cucina augurando a entrambi il
buongiorno.
Nel giro di un quarto d'ora
Teddy era uscito per andare all'asilo,seguito mezz'ora dopo da
Harry.
Le cose dovevano tornare
alla normalità il piu' presto possibile,si era ripromesso mentre usciva di
casa.
Era arrivato al lavoro alle
nove,grazie al poco traffico incontrato per la strada.
Il palazzo della Virgin
Radio si trovava in Leicester Square,a due passi da Piccadilly Circus e dal West
End.
Fortunatamente,non era
costretto ad andare al lavoro durante il fine settimana,altrimenti sarebbe stato
sommerso dall'orda di turisti che affollavano quelle
strade.
Dopo aver parcheggiato la
macchina era entrato nel palazzo della Virgin e,dopo aver salutato Max,il
portiere-buttafuori che si trovava nell'atrio,era entrato nell'ascensore e aveva
spinto il pulsante del dodicesimo piano.
Quando le porte si erano
aperte,si era trovato in una grande dependance,con i pavimenti in parquet e le
pareti di colori vivaci,ma quasi completamente nascoste da locandine,dischi
d'oro e fotografie autografate di cantanti e gruppi
famosi.
Quando era stato assunto
alla radio,Harry si era buttato a capofitto in un corso intensivo di musica
babbana:per lui la musica erano le Sorelle Stradivarie,ma sarebbe stato assurdo
passare un loro disco in una radio babbana.
Così aveva preso in prestito
quanti piu' dischi possibili dall'archivio della radio e durante le sere passate
in solitudine li aveva ascoltate,arrivando a formarsi anche una sua lista di
preferiti: adorava i gruppi rock come i Queen,i Cure,I Beatles,I Rolling
Stones,gli Oasis,i Foo Fighters,ma gli piacevano anche cantanti come Alicia
Keys,Stewie Wonder,Kt Tunstall,e tanti altri.
Aveva superato l'atrio
salutando la centralinista,Lucy,che filtrava tutte le chiamate e prendeva tutti
i messaggi,per poi imboccare un corridoio sulla destra che lo avrebbe portato
agli uffici.
Ogni dipendente aveva un suo
ufficio,un suo piccolo bozzolo dove rinchiudersi quando aveva bisogno di fare un
sonnellino o di stare da solo.
Voleva passare negli uffici
di Graham e di David per vedere se ci fosse qualche appunto per
lui.
David era il dee-jay con cui
lavorava piu' di frequente.
Era la copia di Draco
Malfoy:stessi occhi color ghiaccio,stessi capelli color platino e stessa
corportura asciutta e scattante.
Quando aveva saputo di dover
lavorare con lui,Harry aveva avuto un'attimo di esitazione:non era sicuro di
riuscire a collaborare con qualcuno che gli ricordava tanto la sua
nemesi.
Però David si era rivelato
totalmente diverso da Malfoy:era una persona affettuosa e pronta allo
scherzo,capace di farti ridere anche per le cose piu'
stupide.
Era nata un'amicizia che
andava avanti da anni e che lo aiutava a sentire meno la mancanza di
Ron.
Anche se nessuno avrebbe mai
potuto sostituire il suo migliore amico...
Era entrato nell'ufficio di
David cercando qualche appunto per il programma di quel giorno,ma non trovando
nulla capì che l'uomo non era ancora arrivato:sicuramente sarebbe arrivato a
venti minuti dall'inizio della trasmissione e avrebbe lasciato il comando del
programma a Harry,fidandosi completamente di lui.
Era uscito dall'ufficio e
aveva continuato a percorrere il corridoio,fino alle cabine di messa in onda:una
luce fuori dal gabbiotto lo informava che il programma era in onda e quando
aveva guardato il dee-jay,Steve,lo aveva visto intento in una conversazione muta
con il microfono e il regista.
-Buongiorno
Harry-
Si era voltato e aveva visto
Sarah venirgli incontro.
Sarah si occupava della
scaletta del suo programma:era a lei che Harry si rivolgeva se aveva bisogno di
qualche informazione o di un consiglio su quale canzone
tramettere.
Aveva la sua stessa
età,lunghi capelli corvini che le arrivavano a metà schiena,ma che lei teneva
sempre legati in una treccia o in una coda di cavallo,un viso lungo da cui
risaltavano due occhi neri come la notte e una bocca sottile e rossa come il
peccato.
Non aveva mai fatto mistero
di sentirsi attratta da Harry,ma fino a quel momento lui era riuscito a scansare
le sue proposte.
-Buongiorno anche a te-le
aveva risposto togliendosi il cappotto e appendendolo insieme agli
altri.
-Hai un aspetto orribile-gli
aveva fatto notare la donna.
Si era avvicinato a una
scrivania e aveva annuito.
-Teddy ha voluto dormire con
me questa notte...Praticamente non mi ha fatto chiudere occhio- aveva
mentito.
In fin dei conti si trattava
di una mezza verità.
La vide
sorridere.
-Come sta la piccola
peste?-gli aveva domandato.
Tutti quelli che lavoravano
con lui conoscevano Teddy:Harry alcune volte lo aveva portato a lavoro con
sè,quando c'era stato qualche imprevisto,e il piccolo si era trovato a suo agio
nell'edificio e fra i suoi colleghi.
-Sta bene,sono io quello che
ha passato la notte in bianco per colpa dei suoi calci-aveva detto lasciandosi
cadere su una sedia e appoggiò la testa contro il
poggiatesta.
-Se vuoi posso farti un
massaggio per aiutarti a rilassarti-si era offerta Sarah facendo un passo verso
di lui.
Stava ancora cercando una
scusa per rifiutare la sua offerta senza essere troppo scortese, quando
fortunatamente Steve uscì dalla cabina e vedendolo si avvicinò a
lui.
-Ti stavo cercando!-gli
aveva detto.
-Scommetto che hai bisogno
di qualcosa-aveva azzardato Harry.
Steve era uno dei dee-jay di
punta della radio e grazie alla sua voce calda e vellutata aveva molte
ammiratrici che lo aspettavano sotto la radio e che gli spedivano
cioccolatini.
Ma anche senza l'aiuto della
voce sarebbe stato sommerso da ammiratrici essendo un fissato della palestra e
dell'estetica.
-Infatti!Volevo sapere se
mercoledì alla festa posso portare una persona-gli aveva chiesto prendendo una
sedia e sedendosi a poca distanza da Harry.
Harry si era sistemato
meglio gli occhiali sul viso e lo aveva guardato alcuni istanti in silenzio
prima di parlare.
-E' una ragazza che
rivedremo oppure è una delle solite che rimorchi grazie alla fama?-gli aveva
chiesto cercando di essere serio.
-No,assolutamente!Questa
volta è una cosa seria-si era affrettato a replicare
Harry.
Sarah si era lasciata
scappare una leggera risata che aveva coinvolto anche lui,ma alla fine non aveva
potuto far altro che acconsentire.
-Va bene,in fondo è una
festa!-aveva detto.
Steve gli era letteralmente
saltato addosso abbracciandolo.
-Va bene,va
bene...lasciami!-
-Buongiorno a tutti!Cosa mi
sono perso?-aveva chiesto una voce arrivando nella stanza.
Harry finalmente libero
dall'abbraccio di Steve,alzò lo sguardo verso la direzione da dove proveniva la
voce e salutò David.
-Niente di eccezionale,Steve
porta una nuova ragazza alla festa di mercoledì.
Tu vieni da solo?-gli aveva
detto Sarah,facendo il giro di una scrivania e sedendosi dietro il
computer.
-No,ci sarà Daisy con
me.
Tu stai sempre aspettando
che Harry ti inviti?-le aveva chiesto David togliendosi il cappotto e mettendolo
insieme agli altri.
Sarah gli aveva fatto una
boccaccia,neanche fossero due bambini all'asilo,e poi aveva rivolto uno sguardo
veloce verso Harry:tutti quelli che lavoravano con loro sapevano che Sarah era
persa per lui,e tutti a piu' riprese gli avevano chiesto perchè non l'avesse
ancora invitata fuori, arrivando anche a dubitare dei suoi orientamenti
sessuali.
Harry dopo averli
rassicurati,aveva cercato in qualche modo di spiegare il motivo che non gli
permetteva di lasciarsi andare con nessun'altra donna...
Ma come si fa a spiegare il
legame che lo legava a Ginny?Come poteva spiegare a parole qualcosa che neanche
lui riusciva a capire?
Non poteva stare con nessuno
perchè la sua mente,la sua anima...tutto sè stesso appartenevano a
Ginny.
Per questo aveva preferito
non dire niente e continuare a far finta di niente quando Sarah gli rivolgeva le
sue frecciatine.
-Molto divertente David,che
ne dici se ci mettiamo a lavorare?-aveva domandato all'uomo cercando di cambiare
discorso.
Si era alzato e seguito da
David era tornato verso gli uffici,per cercare di mettere insieme qualche idea
per il programma.
Di solito prendevano spunto
dai giornali e dall'attualità per la scaletta giornaliera e anche quel giorno fu
così.
Erano ormai quasi due anni
che lavoravano insieme e quindi riuscivano a capirsi con poche parole,entrambi
sapevano di cosa aveva bisogno l'altro e questo loro affiatamento si
rispecchiava anche nel programma.
Per il secondo anno di fila
erano candidati per il "Microfono D'Oro" come miglior programma
radiofonico,premio che avevano vinto già lo scorso anno.
Il loro programma "Best
Whises" durava due ore e partiva alle dieci del mattino,accompagnando la gente
al lavoro,durante le faccende domestiche o anche ascuola, grazie alle radioline
nei cellulari.
Rimasero in ufficio fino
alle dieci meno dieci,poi si tornarono indietro verso le cabine per la "messa in
onda".
Si erano fermati nella sala
antistante le cabine dove erano stati neanche mezz'ora prima con Sarah e Steve
per prendere un caffè prima di entrare dentro:Steve se ne era andato,e Sarah era
impegnata in una conversazione telefonica.
Harry bevve un sorso dalla
sua tazza.
-Harry!-si era sentito
chiamare.
Si era voltato verso
Sarah:la donna aveva in mano la cornetta e gliela stava
tendendo.
Aveva fatto i passi che lo
dividevano dalla scrivania di Sarah velocemente:Teddy aveva avuto qualche
problema a scuola?
Si era sentito male e aveva
bisogno di essere portato a casa?
Aveva preso la cornetta
dalle mani di Sarah e l'aveva accostata all'orecchio
destro.
-Pronto?-
-Harry?-aveva domandato la
voce.
Harry si tranquillizzò
immediatamente al suono della voce,ma non appena la paura per Teddy svanì,lo
prese la rabbia.
-Hermione accidenti!Mi hai
fatto prendere un colpo!-le aveva detto.
Sarah aveva lo sguardo fisso
su di lui,così si era girato e dandole le spalle si era appoggiato con entrambe
le mani al piano della scrivania.
-Scusa ma non ero sicura di
aver trovato il numero giusto...
E' un brutto momento?-gli
aveva chiesto Hermione.
-Si lo
è.
Ma anche se non lo fosse sai
benissimo che non voglio sentirti-le aveva detto.
Sapeva che quelle parole
erano troppo dure,specialmente per Hermione ma se voleva che lei si dimenticasse
di lui e lo lasciasse di nuovo in pace,doveva usare le maniere
forti.
I suoi occhi avevano
catturato lo sguardo di David,rimasto visibilmente sorpreso da quelle
parole:quella telefonata era di dominio pubblico,lo stavano ascoltanto
tutti!
-Harry,tu credi veramente
che ti lascerò sparire di nuovo?-gli aveva domandato lei,per niente spaventata
dal tono burbero dell'uomo.
-Lo speravo!...-aveva
risposto lui.
Aveva chiuso gli
occhi,cercando di calmarsi:era meglio evitare di dire cose che potevano ferire
veramente l'amica.
Dannazione!Tutto quello che
voleva era continuare la sua vita di sempre:era forse chiedere
troppo?
-Hermione ascolta...Torniamo
ogniuno alla propria vita...
Credimi è meglio per
tutti-le aveva detto cercando le parole giuste.
Poi senza aspettare la
risposta di lei,aveva passato il telefono a Sarah perchè lo rimettesse a
posto.
Aveva preso di nuovo la
tazza con il caffè fra le mani e ne aveva bevuto un sorso cercando di
calmarsi.
-Cazzo...-si era lasciato
sfuggire.
David gli era venuto vicino
e gli aveva messo un braccio sulle spalle:anche senza vederlo Harry sapeva che
era impaziente di sapere,di chiedergli qualcosa.
-Non dire una parola o
dovrai farti il programma da solo!-gli aveva intimato avviandosi poi verso lo
studio di messa in onda.
Mancavano cinque minuti alle
dieci.
Grazie al lavoro,riuscì a
tenere impegnata la mente per due ore.
David,forse spaventato dalla
minaccia fattagli poco prima o forse perchè aveva visto che non aveva veramente
voglia di parlarne,non gli aveva fatto domande.
Soltanto una volta aveva
accennato alla faccenda:durante una pausa pubblicitaria gli si era avvicinato e
gli aveva dato un buffetto sul braccio sinistro.
Harry lo aveva guardato e
David aveva alzato le spalle.
-Per qualsiasi cosa io sono
qui-gli aveva detto.
Poi era tornato davanti al
microfono come se quell'episodio fosse soltanto frutto dell'immaginazione di
Harry.
Mancavano dieci minuti alla
fine del programma.
-Come vuoi chiudere?-gli
aveva chiesto David.
-Al solito:saluti e
canzone-aveva risposto Harry.
-Cioè saluti e la canzone
dei Cure,giusto?-gli aveva domandato lui in tono retorico.
Harry aveva annuito e David
aveva sorriso.
-Me lo dirai un giorno a chi
è diretta?-aveva chiesto David.
-A
nessuno-
-Andiamo,non fare il finto
tonto con me.
"Just like heaven" dei
Cure?E' ovvio che è dedicata a qualche ragazza-aveva detto con il suo tono
insopportabile da dongiovanni.
Harry aveva sorriso e gli
aveva fatto segno che era ora di tornare in onda.
Ovviamente David aveva
ragione:quella canzone,fin dalla prima volta che l'aveva sentita,gli faceva
venire in mente Ginny.
Ascoltarla tutti i giorni,e
metterla alla radio,era un modo per sentirla piu' vicina,per sentirla ancora
parte della sua vita.
-Bene ragazzi,anche oggi è venuto
il momento di salutarci.
Ringrazio Harry dall'altra parte
del vetro e voi che ci avete seguito per queste due ore.
Noi ci diamo appuntamento per
domani alla stessa ora e sulle stesse frequenze e come sempre ci salutiamo con
"Just like Heaven"dei Cure-stava dicendo
David.
Il programma era
finito.
Harry si alzò dalla sedia e
si stiracchiò:era a pezzi.
David venne dalla sua parte
e gli diede una pacca sulla spalla.
-Bella puntata!-gli aveva
detto.
Lui aveva annuito e si era
tolto gli occhiali per stropicciarsi gli occhi.
-Wow!Chi è quella
sventola?-aveva chiesto David.
Harry aveva alzato lo
sguardo verso il vetro che dava sulla sala dove lavorava Sarah,ma aveva visto
soltanto figure sfocate,così si era rimesso gli occhiali e subito la figura
nitida di Hermione gli era apparsa davanti agli occhi.
-E' incredibile!-aveva
detto.
Senza aggiungere altro,era
uscito con passi rapidi dal gabbiotto ed era rientrato nella
stanza.
Hermione si voltò nel
preciso istante in cui lui aprì la porta.
-Harry...Meno male,credevo
di aver sbagliato posto!-gli aveva detto.
Sul suo viso era apparso un
sorriso allegro alla vista dell'amico,come se quegli anni di lontanza non ci
fossero mai stati.
-Hermione,che ci fai
qui?-gli aveva domandato lui guardandola.
-Devo
parlarti-
-Ascolta,non credo...-inziò
lui.
-Non me ne andrò di qui
finchè non avrò parlato con te!-aveva detto lei con tono
risoluto.
Harry aveva sfidato per
alcuni istanti lo sguardo di lei,incurante di Sarah e David che sembravano non
aver altro da fare che osservare la scena.
Alla fine aveva annuito e
aveva aperto di nuovo la porta dello studio di messa in onda,per poi farsi da
parte per farla passare.
Una volta entrata,Hermione
si era voltata verso di lui.
-Vuoi un'altro schiaffo?-gli
aveva chiesto poi con voce tranquilla.
Lui l'aveva guardata senza
dire niente.
-Sei diventato completamente
scemo durante questi tre anni?Come ti viene in mente una cosa così assurda?-gli
aveva chiesto ancora.
-Cosa c'è di così assurdo
nel voler essere lasciati in pace?-le aveva chiesto lui.
Hermione si era appoggiata
con la schiena alla parete piu' lontana dalla porta e aveva alzato lo sguardo
sul volto di lui.
-E me lo chiedi!-aveva
ribattuto lei.
Si era staccata dalla parete
e con pochi passi si era fermata di fronte a lui.
-Vuoi cancellare l'amicizia
che c'è stata fra di noi...Tutto quello che abbiamo passato
insieme...-ricominciò lei.
-Non voglio parlare di
questo!-l'aveva fermata lui.
Doveva mandarla via il prima
possibile:sapeva che se lei avesse continuato con le sue offensive, prima o poi
lui sarebbe crollato.
Hermione doveva
andarsene....
-Harry...-cominciò di nuovo
lei.
-Perchè non mi lasci in
pace?Ron riesce a vivere benissimo senza di me,perchè tu non ti scordi di avermi
incontrato e continui la tua vita?-le aveva domandato lui alzando leggermente la
voce.
Sapeva che niente sarebbe
arrivato alle orecchie di David e Sarah che ancora osservavano la scena dai
vetri,quindi non si preoccupò di abbassare il tono della
voce.
Hermione era rimasta per
alcuni istanti in silenzio,con lo sguardo sempre fisso negli occhi di
Harry.
Poi lui l'aveva vista
sorridere.
-Perchè la mia vita non
sarebbe com'è senza di te...-gli aveva detto.
Harry l'aveva guardata in
silenzio.
-Tu mi hai aiutato quando
tutti mi consideravano nient'altro che una secchiona,mi hai permesso di starti
vicino nei momenti piu' difficili della tua vita...
E' grazie a te che io sono
diventata coraggiosa e intraprendente...Senza di te adesso io sarei ancora
dentro una biblioteca con il naso infilato nei libri...
Senza di te io non avrei mai
conosciuto Ronald-gli aveva detto con voce tranquilla.
Harry continuava a fissare
gli occhi di lei che ora erano leggermente velati di lacrime e non potè evitare
di accennare un sorriso.
-Credi veramente che Ron
vive bene senza di te?
Si sente ferito...Crede che
tu ci abbia abbandonato perchè non ti servivamo piu'...-
-Non può pensarlo
davvero!-aveva esclamato Harry.
Come poteva Ron pensare una
cosa simile?
Il suo migliore amico
credeva veramente che lo aveva trascinato in quell'avventura mortale soltanto
per brama di gloria?Credeva veramente che se ne era andato per non dover
dividere con nessuno la fama di "Colui che aveva sconfitto il Signore
Oscuro"?
-Lo biasimi?Te ne sei andato
senza neanche darci una spiegazione!
Però gli manchi...anche se
non me lo ha mai detto-aveva detto Hermione con un
sorriso.
Harry aveva sorriso per la
seconda volta.
-Come fai a saperlo?-le
aveva chiesto provocatorio.
Sapeva che c'erano solo due
persone al mondo che sapevano riconoscere ogni espressione del viso di Ron:uno
era lui e l'altra era Hermione.
-Tutti gli anni,il giorno
del tuo compleanno,Ron scende in cucina durante la notte e accende una
candelina...
Resta qualche istante a
guardare la fiamma e poi,con un soffio,spegne la
candelina.
L'ho scoperto per
caso...-gli confidò Hermione.
Harry aveva deglutito a
vuoto,sentendo improvvisamente una gran voglia di
piangere.
Hermione doveva
andarsene:non poteva farsi vedere così fragile davanti a
lei...
Aveva fatto un sospiro
profondo e aveva alzato di nuovo gli occhi sul volto di
lei.
-Ti prego Hermione va
via...-aveva detto con minore convinzione.
Lei si era fermata a pochi
metri da lui e aveva scosso la testa.
-Dimmi perchè sei andato
via-gli aveva detto con voce calma.
Harry aveva sospirato di
nuovo e aveva chiuso gli occhi.
-Ho dovuto farlo...-aveva
detto semplicemente.
Aveva riaperto gli occhi e
si era allontanato da lei,facendo qualche passo nella stanza:era ora di dire
tutta la verità...E forse lei lo avrebbe capito.
-Non è stata una scelta
affrettata,improvvisa.
L'avevo deciso prima di
consegnarmi a Voldemort:se fossi sopravvissuto non sarei piu' tornato
indietro-iniziò Harry senza guardare Hermione.
-Perchè?-
-Ho visto quello che quella
Battaglia era
costata:Malocchio,Edvige,Remus,Tonks,Colin...Fred...
Come facevo a tornare
indietro e far finta che tutta questa gente non fosse morta per colpa mia?-aveva
continuato a raccontare.
Alle sue spalle sentiva i
respiri di Hermione farsi piu' pesanti:stava piangendo?
-Poi avevo visto
lei...Ginny.
Era accanto al corpo di Fred
e stava piangendo...E per un'attimo ha alzato la testa e ha incontrato il mio
sguardo...
Era carico di rabbia e
d'odio...Non lo dimenticherò mai quello sguardo!-aveva detto togliendosi gli
occhiali.
-Come facevo a starle vicino
se l'avevo fatta soffrire così tanto?Le avrei ricordato ogni giorno quello che
era successo...le avrei ricordato che Fred era morto per colpa mia e lei avrebbe
finito per odiarmi...-
Sentiva i singhiozzi di
Hermione alle sue spalle,ma non poteva fermarsi adesso.
-E io non potevo
permetterlo...
Così ho preferito
sparire,senza dire niente a nessuno,subito dopo la fine della Battaglia...-aveva
ripreso a raccontare.
Ma le sue parole furono
interrotte dall'abbraccio improvviso di Hermione:le braccia di lei gli cinsero
la vita e il volto di lei si posò sulla sua spalla destra.
-Stupido!Sei un dannato
stupido!-ripeteva Hermione fra le lacrime.
Era tornato,lei ne era
certa.
Harry si era
voltato,guardando per alcuni istanti il volto rigato dalle lacrime della sua
migliore amica e poi l'aveva abbracciata,sentendosi in pace con sè stesso per la
prima volta da anni.
-Non hai neanche idea di
quanto ci sei mancato!-gli aveva detto lei continuando a
piangere.
Lui le aveva accarezzato i
boccoli castani e aveva sorriso a quelle parole.
Hermione si era staccata
dall'abbraccio e si era asciugata una guancia con il dorso di una
mano.
-Nessuno incolpa te per
quello che è successo-gli aveva detto prendendogli il viso fra le
mani.
Lui aveva
annuito.
-Nessuno MAI ha incolpato te
per quello che è successo!-aveva ripetuto lei.
Harry era rimasto in
silenzio e aveva annuito di nuovo.
-Adesso sarà meglio che tu
vada-le avea detto poi.
Hermione aveva annuito
e,dopo essersi asciugata le guance con un fazzoletto,erano usciti dalla cabina
di messa in onda.
Sarah e David,non appena li
avevano visti arrivare,si erano dati da fare al computer e alzarono soltanto lo
sguardo quando la porta si aprì.
-Ti prometto che risolveremo
tutto...-gli aveva detto lei.
Harry aveva sorriso senza
aggiungere altro,ma lei gli aveva di nuovo preso il viso fra le mani incurante
dei due estranei nella stanza.
-Però tu promettimi che non
te ne andarai piu' via-aveva aggiunto guardandolo negli
occhi.
Harry fissò per alcuni
istanti gli occhi nocciola della donna e poi annuì.
Sapeva che in caso contrario
lei sarebbe venuta a cercarlo e non avrebbe smesso di
tormentarlo...
Il viso di Hermione si era
illuminato in un sorriso e aveva aperto la bocca per parlare di nuovo,ma in quel
momento il suo cellulare era squillato.
Si era staccata da Harry e
aveva preso il telefono dalla tasca dei pantaloni.
-Pronto?-
Harry si accorse dello
sguardo veloce che lei gli lanciò:chi era dall'altra parte del
telefono?
-Ciao...Ginny-aveva detto
poi.
Un colpo di fucile era stato
sparato nel petto di Harry:sentì il fiato mozzarsi,il petto alzarsi in cerca di
aria.
-Harry va tutto bene?-gli
aveva chiesto Sarah preoccupata.
Hermione aveva alzato lo
sguardo su di lui e senza dire niente gli aveva preso una
mano.
-Va bene fra un'ora al
negozio sulla King's Road?-sentì dire ad Hermione.
Ginny era piu' vicina di
quanto avesse mai potuto sperare:gli bastava prendere la macchina e nel giro di
quindici minuti sarebbe stato da lei.
Aveva bisogno di
vederla,anche solo per un attimo,per pochi secondi...
Voleva vedere quanto era
cambiata in tutti quegli anni:era rimasta la stessa oppure era cambiata come
lui?
Hermione,nel frattempo,aveva
chiuso la telefonata e era tornata vicino a lui.
-Va tutto bene?-gli aveva
chiesto guardandolo.
Harry aveva alzato lo
sguardo su di lei e l'aveva guardata serio.
-Portami con te...-le aveva
detto.
Una volta arrivati di fronte
al negozio di antiquariato il coraggio gli venne meno.
Come poteva presentarsi nel
suo negozio dopo tre anni e sperare che lei lo accogliesse a braccia
aperte?
Era un pensiero veramente
egoista!
-Allora andiamo?-gli aveva
chiesto Hermione.
Lui aveva scosso la
testa.
-Non ce la
faccio.
Facciamo così,io resto
qui...-le aveva detto.
-Harry!-
-Hermione credimi è meglio
così!Io resto qui e la guardo attraverso il vetro...
Tu cerca solo di non
coprirmi la visuale-aveva aggiunto con un sorriso.
Anche lei aveva sorriso,poi
lo aveva salutato e aveva attraversato la strada diretta verso il negozio
d'antiquariato.
Restò cinque minuti a
fissare le vetrate senza alcun risultato,poi improvvisamente ebbe
un'apparizione:lei si avvicinò alla porta per mettere un
cartello.
Era stata un'apparizione di
pochi secondi,ma lo aveva lasciato senza fiato:era lei...
Era la sua
Ginny!
Gli era mancata così tanto,i
suoi occhi...i suoi capelli rossi..le sue labbra...
Era rimasta sempre la stessa
ed era sicuro che l'avrebbe riconosciuta anche fra una folla di
persone...
La sua piccola bambolina era
a pochi metri da lui...Possibile che avesse il coraggio per affrontare
Basilischi e Signori Oscuri,ma non avesse il coraggio per fare quei pochi metri
che lo separavano dall'amore della sua vita?
Hermione gli aveva lasciato
una vista eccellente:lei era di fronte a lui e poteva osservarla,poteva
imprimersi la sua figura nella memoria.
Perse letteralmente la
cognizione del tempo;quanto tempo era che la stava
osservando?
Erano minuti,ore,giorni o
settimane intere?
Avrebbe sopportato la
maledizione Cruciatus pur di averla per pochi istanti fra le sue braccia,per
incontrare i suoi occhi,per sfiorare di nuovo quelle labbra morbide e
calde...
Improvvisamente
l'apparizione ritornò:si era avvicinata di nuovo alla vetrata per togliere il
cartello e in quell'attimo l'aveva visto.
Harry ne era certo,i loro
occhi si erano incontrati e lei aveva avvertito la sua
presenza.
Ne ebbe la piena conferma
quando la vide aprire la porta e correre in strada,attraversando senza guardare
la strada.
Cosa doveva fare
adesso?Restare lì e aspettarla per poter coronare i suoi sogni,anche se solo per
pochi istanti, oppure sparire?
In quel attimo,un clacson
suonò e Ginny voltò lo sguardo verso un'automobile che si era fermata a pochi
centimetri da lei.
Non era ancora venuto il
momento per incontrarsi...Non era ancora pronto...
Non era il momento giusto!si
disse.
Poi senza pensarci su due
volte si nascose in un piccolo vicolo lì vicino.
Restò lì nascosto per dieci
minuti per essere certo che lei fosse tornata nel negozio,dopodichè uscì in
strada e fermò il primo taxi che si trovò davanti.
Aveva bisogno di
lei...
Adesso il bisogno che aveva
cercato di reprimere per tre anni si era risvegliato piu' forte che
mai...
Aveva bisogno di
Ginny.
Spero non mi odiate x aver rimandato di un altro capitolo l'incontro fra Harry e Ginny,ma volevo sciogliere ogni dubbio su quello che aveva visto Ginny.
Voglio inoltre scusarmi x i possibili errori di ortografia e di battitura che ci possano essere.
Voglio ringraziare chi leggerà e chi recensirà questo capitolo e voglio ringraziare soprattutto:Sarina87,Kia,Jellicalcat,e Potterina88(sono contenta che questa storia ti emozioni così tanto e spero di riuscirci con questo e con i prossimi capitoli)
Quindi vi dò appuntamento al prossimo capitolo:"La ragazza di Harry?"
P.S.Volevo ringraziare tutti coloro che hanno mostrato il loro apprezzamento alla coppia Luna/George?
Mi seguireste se scrivessi una ff su di loro?
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