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Autore: Ranessa    30/09/2004    2 recensioni
“[...]Mi ha sempre colpito come le cose possano cambiare in due soli giorni: il giorno prima, quello dell'attesa, e il giorno della tragedia... ma nessuno si chiede mai in tempo come sarà l'alba del terzo giorno. Tutti si concentrano sul dramma e perdono di vista il problema reale: cosa succederà dopo? Come cambieranno le cose dopo?[...]”
Rodolphus Lestrange. Il giorno prima del suo processo, l'attesa, il giorno del processo, la tragedia, e come sarà l'alba del terzo giorno? Rodolphus si sveglierà nel suo letto profumato di rose... o in una cella ad Azkaban? Tre piccole one shot. I tre giorni che cambieranno la sua vita...
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rodolphus Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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[ Atto Conclusivo - Alba: La Ragnatela ]


[...] Ipnotizzato dalla notte
Il silenzio aumenta dentro me
Il vuoto, Il niente
sta bruciando un buco dentro me
prendi la mia fede e il mio orgoglio
non ne ho più bisogno
Questo letto è diventato la mia cappella di pietra
Un giardino di oscurità dove sono stato risucchiato
Quindi prendi la mia vita, non ne ho più bisogno

“The One I Love”, The Rasmus


Azkaban, il giorno dopo il processo


E' notte fonda.
Non so come faccio a saperlo, lo so e basta.
La cella è piccola.
Non ci sono finestre a mostrarmi il mondo, a ricordarmi che fuori di qui c'è ancora un mondo.
Non ci saranno luci a rischiarare i miei giorni.
E le mie albe.
Eppure so che è ancora notte.
Forse dovrei rimanere qui a pensare. Infondo lo so che non riuscirò a dormire. Questi stracci diventeranno il mio letto...
E il mio letto diventerà la mia cappella di pietra...
Diventerà, ma non lo è ancora.
Dovrei pensare per avere qualcosa a cui aggrapparmi in futuro, per ricordarmi che anch'io esisto ancora, come il mondo là fuori. Forse dovrei scrivere le mie memorie sui muri con il mio stesso sangue. Perchè lo so che un giorno impazzirò e allora forse qualcun altro occuperà questa cella e leggerà la mia storia.
Credo che Bellatrix lo farebbe, scrivere sui muri con il suo sangue.
Ma io non sono come lei.
Non sono mai stato come lei.
E ieri avevo tanta paura.
Ero terrorizzato.
Due giorni fa ero qui in questa stessa prigione, la mia ragnatela di eternità, e pensavo che forse avrei potuto cavarmela e uscire di qui per sempre, tornare a casa con mia moglie, sistemare le cose, tornare alle feste e a tutto ciò che solo i privilegiati e ricchi Purosangue possono permettersi. Cose come lottare per una causa in cui si dovrebbe credere, arrivare a tanto così dall'ottenere tutto ciò per cui si è sempre combattuto e... perdere miseramente. Due giorni fa pensavo che forse una via d'uscita c'era... le scorciatoie ci sono sempre, basta sapere dove guardare... ed ora sono di nuovo qui. Quando mi hanno portato in una cella diversa da quella che avevo prima mi sono quasi messo a piangere come un bambino. Avrei dovuto ricominciare tutto daccapo. Come i ragni. Anche in questa fottutissima prigione avrei dovuto ricominciare tutto daccapo, così ho passato la notte nella mia nuova cella a piangere e a tastare tutto con le mani, scoprire ogni anfratto e venatura nella pietra, imparare a muovermi come un gatto dagli occhi verdi diventato cieco, attento a non strappare la sua ragnatela di oscurità. Poi la mia vista si è abituata un po' e allora sono riuscito a distinguere anche loro. I ragni. Mi sono sempre piaciuti i ragni. Credo che un giorno diventerò loro amico e parlerò con loro e quel giorno sarà un giorno meraviglioso perchè vorrà dire che sarò pazzo come i Paciock che io stesso ho condannato all'oblio e allora avrò espiato le mie colpe.
Forse, perlomeno, quelle più gravi.
Forse.
Due giorni fa ero in un'altra cella e adesso osservo una notte invisibile fissando il muro di roccia davanti a me. Mi ha sempre colpito come le cose possano cambiare in due soli giorni: il giorno prima, quello dell'attesa, e il giorno della tragedia... ma nessuno si chiede mai in tempo come sarà l'alba del terzo giorno. Tutti si concentrano sul dramma e perdono di vista il problema reale: cosa succederà dopo? Come cambieranno le cose dopo? Resterò qui per sempre a fissare la notte, anche se è troppo buio per poterla vedere realmente. Rimarrò qui ipnotizzato dalla notte a ricordare di tutti i peccati che ho commesso. Mi sono rimasti solo quelli, i Dissennatori mi hanno già portato via tutto il resto... e sono qui solo da due giorni. Questo mi terrorizza. Mi chiedo cosa succederà dopo. Preferirei che mi baciassero. Non sarebbe più facile? Non sarebbe un po' come suicidarsi? Quante volte ci ho pensato... Prima finisco all'Inferno e prima finisco il mio girone dei divertimenti, no? Chissà perchè l'ho sempre immaginato come una grande giostra, l'Inferno, una giostra che gira veloce e frenetica e tu vuoi scendere, ma non puoi perchè sei circondato dai bambini... Tutti quei bambini innocenti che non conosceranno mai i loro genitori... Una volta ho fatto un sogno, no non era un incubo era proprio un sogno, è diverso. Ho fatto questo sogno dove alla fine scendevo dalla giostra ed ero così felice ed invidiato e per una volta tutti guardavano me e non qualcun altro. Mi guardavano e mi vedevano ed io ero così felice e allora giravo per il parco giochi e compravo le caramelle e tutti continuavano a guardarmi e poi... poi hanno cominciato a ghignare e a prendersi gioco di me, mi indicavano sollevando un indice che poteva sembrare quasi ammonitore e ridevano, ridevano senza fermarsi mai, continuando a girare e allora ho capito: ero di nuovo solo. Tutti erano sulla giostra ed io ero l'unico a terra. Provai a risalire ma loro scalciavano e mi rigettavano indietro ed il bigliettaio matto non voleva aiutarmi... somigliava a Lucius. Poi vidi Bellatrix, era come una regina su quel cavallo nero, quello che tutti volevano e mi guardava sconsolata, i suoi occhi di fiamma dicevano solo... perchè? Alla fine mi sono svegliato nel nostro letto e lei non c'era, e il Marchio bruciava... ma il mio Signore non mi stava chiamando.
Ora ho capito che Lui non verrà a liberarmi, non lo farebbe nemmeno se fosse ancora vivo. E così in questa cella, in questa ragnatela in cui resterò intrappolato per l'eternità, in questo mio terzo giorno, di cui non riuscirò nemmeno a vedere l'alba, si conclude la mia vita. Tutte le mie possibilità sono finite, cadute, distrutte, morte...
Sarò di nuovo io a doverle seppellire...
E mi sento stupido.
Sono il ragno che attende che sia la mosca a firmare la sua stessa condanna e sono qui, indissolubilmente legato, intrappolato in questa ragnatela a cui io stesso ho lavorato per tutti questi anni.
La mia intera vita.
La mia vita che si è appena conclusa.
Perchè oggi non ho più nulla su cui poter contare.
Non ho più niente che mi sostenga.
Non c'è più niente per cui valga la pena vivere.
Non ho più Bellatrix.
Non ho più me.
E allora rimango qui, sveglio, ipnotizzato dalla notte.
Il silenzio aumenta dentro me.
Il vuoto, il niente sta bruciando un buco dentro me.
Infondo lo so che non riuscirò a dormire.
Non potrò sognare la mia giostra dei divertimenti.
Ma ci sono altri modi per raggiungerla.
E allora vieni Dissennatore, ti sto aspettando.
Prendi la mia fede e il mio orgoglio.
Non ne ho più bisogno.
Questo letto è già diventato la mia cappella di pietra, la mia ragnatela.
Un giardino di oscurità dove sono stato risucchiato.
Quindi prendi la mia vita.
Non ne ho più bisogno.

   
 
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