Capitolo 5 To LEAVE or not to LEAVE…
Dopo le
vacanze di Natale, che passarono veloci e felici, e l’inizio
di un nuovo semestre, gli studenti si trovarono immersi più
che mai nei loro doveri scolastici.
In particolare per chi frequentava il settimo anno si avvicinava il
momento in cui avrebbero dovuto scegliere cosa fare del loro futuro.
James, Sirius, Remus e molti altri tra cui anche Alice e Frank, avevano
fatto domanda per il corso di addestramento del ministero per entrare
negli Auror.
Daphne aveva fatto domanda alla scuola per guaritore di St. Mungo,
mentre Holly si sarebbe dedicata all’Erbologia.
Lily aveva, all’insaputa di tutti, fatto richiesta per una
borsa di studio a Lochalsh, la rinomatissima scuola di Alchimia
canadese.
Era stato mesi prima, quando la storia
con James era appena sbocciata. Il professor Slughorn, ad Halloween, le
aveva presentato il rettore di Lochalsh e dandole la domanda qualche
giorno dopo, le aveva assicurato che aveva tutti numeri per entrarci.
La conferma della sua ammissione e il modulo di iscrizione erano
arrivati la settimana dopo il rientro a scuola, ma per una ragione o
per l’altra non aveva ancora avuto modo di dirlo a nessuno,
tanto meno a James.
In realtà non aveva ancora deciso…
Quando sette anni prima era arrivata
Hogwarts non aveva assolutamente idea che sarebbe riuscita a cavarsela
così bene in alcune materie non solo per lo studio costante
e impegnato a cui si sottoponeva, ma per puro talento. Pozioni era una
di queste.
Era stato quello che si potrebbe definire ‘amore a prima
vista’: il fumo che saliva lento dal calderone, aggiungere un
ingrediente dopo l’altro, sentirne l’odore e
aspettare pazientemente che le diverse sostanze mescolate tra loro
dessero il loro risultato. Era rimasta affascinata.
La sua bravura innata non aveva tardato a farla emergere dal coro,
facendola entrare quasi subito nelle grazie del professore, che la
riempiva di lodi (e punti per la sua casa) non solo quando svolgeva
alla perfezione il compito assegnato, ma anche quando apportava quelle
che oramai lui definiva ‘varianti Evans’ alla
pozione, migliorandola sempre notevolmente. “Signorina, lei
ha un vero talento… Dovrebbe considerare seriamente
l’idea di fare l’alchimista!”
le aveva detto Slughorn con lo sguardo sognante qualche anno prima.
Anche Severus le aveva ripetuto questa cosa un sacco di volte. Entrambi
erano molto dotati per quella materia, e spesso in passato avevano
trascorso interi pomeriggi a discutere di ingredienti, effetti,
antidoti e affini, spesso fantasticato di continuare insieme
su quella strada, di restare uniti anche in quello.
Poi le cose erano cambiate,
profondamente e irrimediabilmente.
Severus era cambiato: aveva scelto la strada dei suoi compagni di casa,
aveva rotto il rapporto che c’era tra loro, infranto le
promesse e i sogni. Non sapeva se anche lui avesse fatto richiesta di
ammissione a Lochalsh o meno, ma le probabilità di
ritrovarlo sulla sua strada se avesse scelto quella direzione erano
tantissime, troppe per lei.
“Ma è davvero questa la mia strada?” si era spesso chiesta nell’ultimo periodo. Severus non era il solo ad essere cambiato. Anche lei non era più la Lily di qualche tempo fa, quella che sognava di diventare un’alchimista più brava e famosa di Nicholas Flamel…
Non era più così sicura di quello che voleva e cercava.
E poi c’era il discorso James.
“Indovinate un po’?” aveva detto raggiante Daphne quella mattina a colazione “HANNO ACCETTATO LA MIA DOMANDA!!” esultò.
“WOOOW!” aveva ululato Sirius abbracciandola “Sono fiero di te!”
“Grazie… anche io!!” aggiunse lei.
“Beh, a questo punto siamo tutti sistemati…” disse Alice “a parte Lily. Non ci hai ancora detto che farai?”
La stavano guardando, e lei ostentando indifferenza disse “… Ehm… andrò a Lochalsh… ho ottenuto la borsa di studio…”
James la fissò sgomento, poi senza dire nulla si alzò da tavola.
Si sentiva un idiota per essersene andato così, ma se fosse rimasto probabilmente sarebbe scoppiato in lacrime. “Non avrei dovuto reagire così… Lei ha diritto di inseguire i suoi sogni, di volerli realizzare… lo so” continuava a ripetersi, ma più lo faceva più desiderava che lei non lo facesse, che non avesse deciso di andare in una scuola dall’altra parte del mondo, lontano da lui. La sola idea lo faceva impazzire…
Lily lo aveva aspettato a lezione, ma James non si era presentato. Era stato introvabile tutta la mattina “Non si è sentito bene dopo colazione…” aveva mentito Sirius, lanciandole un’occhiata colpevolizzatrice. Sapeva di averlo ferito ad averlo tenuto all’oscuro, a non avergli parlato prima della borsa di studio. “Ma perché non gliel’ho detto? Perché sono stata così scema?” si era ripetuta più volte. “Stupida! Stupida!”
James non si era fatto vedere che a pranzo, ed evitandola volutamente si era andato a sedere al capo opposto della tavolata, alzandosi e abbandonando la sala appena l’aveva vista muoversi nella sua direzione.
“James…JAMES!” gli urlò dietro lei una volta fuori e abbastanza lontani da orecchie indiscrete. “Aspettami… James!” Lui però non si fermò se non quasi in riva al lago. “James… ti prego. E’ tutta la mattina che ti sto cercando. Ho bisogno di parlarti…”
“Ah, davvero?” disse lui con tono sarcastico. “ E sentiamo, di cosa, Evans? Cosa mi devi dire? Che hai deciso di andartene in America studiare alchimia? O forse questa notizia da nulla pensavi di dirmela prima di partire …”
Lily poteva vedere la rabbia e il dolore
nei suoi occhi.
“Non volevo… James, io non
pensavo…” balbettò lei.
“Non pensavi …, non volevi cosa? Eh? Non volevi farmelo sapere…? Non volevi sentire la mia opinione…? O semplicemente non pensavi che tra noi sarebbe durata …? Cosa…? Non pensavi che uno egoista e insensibile come me potesse essere felice per te…? Non pensavi fosse corretto dirmelo…? COSA?”
Lily stava a stento cercando di
trattenere le lacrime. Replicò con rabbia “Non
è giusto che tu mi urli contro queste cose!! Lo sai che non
è così…! Lo sai… che tu per
me sei importante…”
Il nodo che aveva in gola quasi le impediva di parlare; le lacrime le
stavano rigando il viso. Avrebbe voluto abbracciarlo, ma era come
paralizzata.
“Mi sembra che questo dettaglio non ti abbia impedito di
prendere la tua decisione… Ti faccio i miei migliori
auguri” e così dicendo si allontanò
senza guardarla.
“Non ci posso credere che TU abbia mollato lei!!” gli aveva detto Sirius. “Ma come? Fai il diavolo a quattro per riuscire a mettertici insieme e quando finalmente ce la fai…LA MOLLI??”
“Padfoot ha ragione…” aggiunse Peter.
“Cosa dovevo fare? Decide di andarsene in Canada per tre anni e non mi dice niente!” replicò James. “Sarebbe finita comunque. Ho semplicemente anticipato i tempi…” concluse con tono fintamente indifferente.
“Ma almeno ti ascolti quando parli?? A parte che non ha ancora spedito l’iscrizione… e poi scusa questa è l’occasione della sua vita, la possibilità di realizzare il suo sogno. Vuoi davvero che ci rinunci?” disse Remus. “E’ come se lei avesse chiesto a te di non giocare più a Quidditch o di non fare il corso per diventare Auror… Ha sbagliato a non dirtelo, sono d’accordo, ma posso immaginare che avesse solo paura di farlo, perché sapeva che avresti sofferto, James”.
Si era voltato su un fianco e ascoltava l’amico senza guardarlo negli occhi. “Già … così mi ha ferito il triplo” pensò lui.
“Perché non cerchi di parlare con lei?” propose Sirius. James sopirò.
“Hai già detto ai tuoi della borsa di studio?” chiese Holly.
“Ho mandato un gufo oggi a casa per informarli e per fargli firmare i moduli…” rispose Lily. Daphne entrò in quell’istante in camera e disse, chiudendo rumorosamente la porta.
“LILY EVANS” tuonò “Io non ti capisco proprio… Ma si può sapere come hai potuto non dirgli una cosa così…?” le disse alzando sempre di più la voce.
“Lasciala stare, Daphne, avrà avuto le sue ragioni, no?” la difese Alice.
Lilly taceva. “No, ha ragione
lei… Sono stata una stupida a non dirgli niente…
E’ solo che … non sapevo cosa dirgli! Non sapevo
cosa avrei risposto se mi avesse chiesto cosa sarebbe stato di
noi… O cosa avrebbe risposto lui…”
disse Lily con la voce rotta dal pianto.
“Il fatto è che lui per me è
importante… ma lo è anche questo”
aggiunse indicando la lettera di ammissione.
“Perché devo scegliere tra lui e
l’alchimia? Perché nella mia vita non ci possono
essere entrambi? Io non voglio scegliere…”
concluse asciugandosi gli occhi con la mano.
“Forse dovresti dirglielo… Perché non ci parli?” le disse Holly.
“Ho provato … ma sono giorni che mi evita e non so se dopo le cose che mi ha detto …” replicò lei.
“Lily… James è innamorato di te! Ha reagito così perché era ferito. Non ci credo che non voglia veramente saperne più di te…” disse Alice sorridendo. “E poi domani sera non avete la ronda insieme?”
Lily scosse la testa “Ha cambiato i suoi turni con Remus…” e si alzò dal letto diretta verso il bagno.
“Grazie ragazze…” disse loro quando tornò in camera. “Non credo di sentirmela di scendere per cena…” E si sdraiò sul letto con un libro in mano.
“Come vuoi, se cambi idea siamo giù”.
Lily era scoppiata a piangere appena le sue amiche erano uscite. James le mancava terribilmente… Prese tra le mani il ciondolo che le aveva regalato a Natale, cullandosi nel ricordo di quel momento.
Sentiva le lacrime scivolarle
giù lungo il collo, fino alle orecchie, sentiva i capelli
bagnati. Aveva bisogno di schiarirsi un po’ le idee, di un
po’ di aria fresca. Si alzò dal letto.
“Accidenti...!” pensò
infilandosi le scarpe da ginnastica e prendendo il maglione.
Scese le scale diretta verso la sala
comune, tirando su dal naso e asciugandosi le ultime lacrime dal viso
con le dita. Si stava infilando il maglione rosso della divisa, quando
lo vide seduto sulla poltrona, con le braccia incrociate, le mani
infilate sotto le ascelle e la testa all’indietro.
“…Ciao” mormorò lei.
James non era sceso per cena. Non aveva voglia di vederla, si era giustificato con i malandrini, ma la verità era che ne aveva talmente voglia che l’idea di stare nella stessa stanza con lei e non parlarle lo faceva stare male. Era rimasto in quella posizione assurda così a lungo che gli si erano addormentate le braccia e il collo gli faceva male. Pensava a lei… e lei gli si materializzò davanti.
“Ciao…” aveva risposto lui alzandosi quasi di scatto.
Non si erano detti nulla per un po’, limitandosi a guardarsi.
“Ha pianto…” pensò lei guardando gli occhi arrossati di James.
“Stava piangendo…” si disse lui, vedendo i suoi occhi ancora bagnati.
“…Esci?” chiese. “Sì…” rispose lei “volevo andare a fare due passi… Pensavo di andare giù al lago. Ti va di…?” chiese timidamente.
James non rispose. Lily sentiva che gli occhi le si stavano di nuovo riempiendo di lacrime e non voleva lui la vedesse piangere, non in quel momento.
“Beh, io ci si vede…” e si diresse verso l’uscita.
“Lily, aspetta…” si fermò sulla porta, senza voltarsi. “Mi infilo le scarpe…”.
L’aria era fredda, il sole stava ormai tramontando, striando di rosa il cielo e il lago. Camminarono un bel po’, in silenzio, fino all’altura che Lily amava tanto. Respirò profondamente, chiudendo gli occhi, come se la pace trasmessa da quel luogo potesse penetrare in lei attraverso i suoi polmoni. Si sedette.
James rimase in piedi, poco distante da lei, con il viso rivolto al lago.
“Holly mi ha detto che hanno anticipato la partita contro i Ravenclaw di una settimana… Era furiosa!” disse Lily, cercando di rompere quel silenzio così pesante.
“Già… Ha fatto una scenata!” disse lui abbozzando un sorriso.
“Non mi sembri molto preoccupato” aggiunse lei. “I Ravenclaw non hanno elementi pericolosi. Siamo molto più forti di loro…” rispose lui.
“Lo so…”
disse Lily sorridendo e pensò “Sempre
modesto…!”
“James…?” disse voltandosi verso di lui.
“Mi dispiace… ho sbagliato a non dirti di
Lochalsh, avrei dovuto farlo e … sono
un’idiota!”
Respirò profondamente. “Ho avuto paura
… paura che tu mi dicessi di scegliere tra te e il mio
sogno… che mi avresti detto che allora era meglio andare
ognuno per la sua strada” sentiva le lacrime scendere e un
nodo stringersi in gola “…che non saresti stato
disposto a continuare una relazione a distanza…”
si interruppe per un attimo. “Ho avuto
paura…” James si era chinato accanto a lei e le
aveva preso le mani.
“Lily…
Sì, hai sbagliato. Hai sbagliato a non avere fiducia in
me… e io ho sbagliato a reagire così. Ma mi sono
sentito …tradito” Erano in piedi un di fronte
all’altra.
“Non ho nessun diritto di chiederti di rinunciare al tuo
sogno…lo so, anche se reagendo così ho dimostrato
di pensarla esattamente al contrario… Avrei dovuto
congratularmi con te quel giorno, invece di andarmene” James
le stava accarezzando la faccia, asciugandole le lacrime.
“Una parte di me è stra-orgogliosa di te, del
fatto che andrai a Lochalsh, …cavoli è la
migliore scuola di alchimia del mondo! …Ma
c’è un'altra parte dentro di me che non vuole
farti andare, che vorrebbe legarti a sé per non farti
allontanare mai, neanche di un centimetro”
Lily aveva appoggiato le mani sulle sue spalle. “E’
giusto che tu vada… voglio che tu vada, che dia lustro a
Hogwarts e ai Gryffindor…” disse con tono solenne
“e voglio che tu rimanga la mia ragazza, anche quando sarai
dall’altra parte del mondo…”
“James…”. Si strinsero forte l’uno all’altra, spinti dal bisogno assoluto di annullare la distanza che li aveva separati in quei giorni.
Il Daily
Prophet arrivò puntuale con la posta del mattino, atterrando
sulle lunghe tavolate piene di studenti intenti a fare colazione e
recapitando ancora una volta le notizie dei terribili sviluppi che la
guerra aveva avuto nelle ultime ore.
La situazione internazionale si era notevolmente aggravata nelle prime
settimane dell’anno, portando ad una nuova serie di attacchi
soprattutto nei confronti dei babbani da parte dei seguaci di
Voldemort, i mangiamorte.
La prima pagina parlava di numerose famiglie scomparse e di altre
trovate morte nel villaggio di Addington, nel sud del paese. La notizia
gettò Lily nel panico: i suoi genitori vivevano
lì e lei aveva molti amici babbani che abitavano, non
distante da luogo dei delitti.
Un pensiero tremendo sfiorò la mente di Lily “E se ci fossero anche i loro nomi o quelli dei suoi amici in quell’elenco? Se i sicari di Voldemort li avessero uccisi?”
La pagina
con l’articolo era davanti ai suoi occhi, fissi su quelle
lettere, incapaci di dare un significato a ciò che avevano
di fronte. Scivolarono giù infondo alla pagina, ai nomi
delle vittime. Sentì il braccio di James circondarle le
spalle e stringerla in un abbraccio forte.
“Lily…” le disse. Le lacrime le rigavano
il volto, nascosto sul petto di James, mentre i singhiozzi la
scuotevano violentemente.
Un silenzio irreale si diffuse nella sala, spezzato solo da altri pianti, provenienti da altre tavolate.
Ciao! Spero vi sia piaciuto... anche se è un pochino triste.
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