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Autore: Lightheaded    30/07/2013    1 recensioni
Il mio sguardo andò allo specchio, partiva dal terreno e arrivava a superarmi di poco la testa.
Mi specchiai con curiosità, ma anche con paura e quello che vidi mi lasciò strabiliata.

Dilemmi, domande, inganni e risposte. Un universo sconosciuto e una protagonista atipica.. Spero vivamente vi piaccia, mi raccomando non siate parchi di commenti!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13 - LeLucidiEffort

Eccomi qui ad aggiornare!
Vi lascio immediatamente alla lettura nella speranza che la storia continui a piacervi!
Buona lettura!
Lightheaded






Mi risvegliai che era ancora buio all'esterno, la finestra erano celate da tende bianche e impalpabili.
Mi alzai curiosa di vedere quale panorama si intravedesse da li.
Alaish non mi aveva detto nulla riguardo al panorama di Effort, così mi avvicinai alle tende candide e le scostai lievemente per guardare il panorama della capitale del Regno di Mezzo.
La stanza era affacciata sul giardino da cui eravamo arrivati il giorno prima, quindi la vista su quella parte di città era in parte oscurata dalla folta chioma verde scura, che troneggiava in quel piccolo appezzamento di terreno delimitato ai tre lati da spesse mura di un grigio sporco.
Notai che sembravano formare una strada, i muri, essendo tutti collegati tra loro in un perfetto quadrato che probabilmente univa ogni parte periferica della città, quasi fosse una corsia preferenziale.
Come potei constatare molto in fretta, si trattava di un vantaggio di cui potevano soltanto avvalersi le numerosissime guardie Affael, che troneggiavano grazie anche alla loro considerevole mole, da quelle mura alte quasi come un piano dell'abitazione.
Mi soffermai a guardare uno di loro, quasi con timore; si diceva fossero tra i migliori guerrieri dell'intero Ryel.
Il loro sguardo duro era l'unica parte del viso visibile, dietro un pezzo di stoffa di un rosso molto scuro.
Portavano pochi pezzi dell'armatura che di solito portano i guerrieri: oltre alle protezioni per il petto e la schiena indossavano l'elmo, molto semplice, con il fiore simbolo della terra di mezzo dietro la nuca.
Eppure le maniche lunghe e i pantaloni porpora, dello stesso colore della stoffa che gli celava il viso, erano celebri in tutta Ryel.
Durante le battaglie quella stoffa non era di protezione dato che gli Affael erano famosi per la loro irta corazza naturale, che li proteggeva dalla maggior parte dei colpi inferti dagli avversari.
La loro unica arma era una alta picca perlacea, dall'aria molto pesante che scandiva con un rumore secco ogni passo mentre facevano la ronda sulle mura.
Da dietro la tenda bianca li guardai camminare con passo regolare, marciare in coppia con una sincronia invidiabile, finchè sentii la porta aprirsi e mi voltai curiosa.
"Ben svegliata Shaila" esordì la Veggente entrando nella stanza con aria sognante.
La salutai con un cenno, mi metteva in imbarazzo la sua presenza.
"Riposato bene?" Chiese guardandomi incuriosita.
Feci un cenno e abbozzai un sorriso ma probabilmente fu soltanto una smorfia.
"Sai chi sono io?" Domandó curiosa.
"La Veggente" risposi prontamente.
Confermò con un cenno soddisfatto guardando la finestra.
"Io sono l'intermezzo naturale tra gli abitanti di Ryel e gli esseri come te e Alaish. Ho visioni su di voi e sull'intero mondo. Diciamo che vedo il mondo da una prospettiva del tutto diversa."
"Alaish mi ha detto che tu ci dirai cosa dobbiamo fare qui" dissi cominciando a prendere confidenza con la donna.
"Lui spera sarò io a dirvelo, in realtá io vi spiegherò tante cose, ma il vostro posto qui lo dovrete trovare da soli." Spiegò guardandomi per la prima volta negli occhi.
I suoi occhi erano verdi, ma si intravedeva una lucentezza argentea unica che non aveva nulla a che fare con il verde ordinario.
Alaish mi aveva detto che la Veggente aveva assunto le sembianze di una comune Affael, chissá quali erano le sue vere fattezze.
"Ti dirò quello che ad Alaish dissi nel nostro primo incontro, dopo di che lo chiamerò e vi dirò il resto." disse la donna guardandomi con attenzione.
"Come e quando tu e Alaish siate nati non ci è chiaro. Siete reincarnazioni di creature che abitavano questo mondo ben prima delle altre.
Siete creati in coppie e stare insieme vi fortifica in un modo che a nessuno è chiaro.
Siete incarnazioni stesse della natura, siete i rami dell'albero dell'universo mentre noi tutti siamo come foglie.
Avete qualcosa di ogni razza, poteri e somiglianze che forse nemmeno tu hai potuto notare.
Avete la dura corazza degli Affael, la corporatura degli elfi, le fattezze dei vampiri e i poteri curativi delle fate del ghiaccio."

Sbarrai gli occhi pensando a quante cose non avevo ancora scoperto su me stessa e sulle creature di Ryel.
"Fate del ghiaccio?" chiesi incredula.
"Abitano tutta la costa nord di Ryel, infine dalle sirene del nord avete preso la necessità della sola acqua.
Voi siete destinati a mantenere l'equilibrio nel mondo. É in effetti un grande peso, ma forse anche una grande fortuna."
proseguì la donna guardando fuori dalla finestra assorta.
"Tu e Alaish vi completate, sono sicura che il vostro legame si sia creato ben prima del tuo arrivo a Ryel ma io non so nulla di quei tempi o di altri mondi. Mi auguro che un giorno ricorderete."
L'affermazione mi colse alla sprovvista ma non mi stupì poi troppo. Sapevo che lui non era uno sconosciuto.
Lo avevo capito dal primo istante.
"Vai a svegliarlo per favore, ho bisogno di dirvi ancora alcune cose, ma voglio siate insieme" chiese gentilmente la Veggente sedendosi sul mio giaciglio.
Mi diressi nel corridoio e entrai nella stanza subito dopo la mia cercando di non fare rumore.
Le tende erano chiuse e solo una sottile striscia di luce filtrava nella stanza. Alaish dormiva placidamente, a torso nudo.
Era disteso a pancia in su, con le braccia aperte. Mi fece venire voglia di abbracciarlo.
"Alaish svegliati per favore" dissi senza troppa convinzione, temendo di spaventarlo. Mi avvicinai al letto sedendomi sul bordo all'altezza del suo addome.
"Alaish svegliati" lo chiamai nuovamente accarezzandogli la guancia.
Mise una mano sopra la mia aprendo gli occhi lentamente.
"Shaila" disse con voce lievemente roca.
Sorrise in maniera così naturale che fece sorridere anche me. Strinse la mia mano nella sua.
"La Veggente vorrebbe parlarci" dissi imbarazzata dalla situazione.
Lui si alzò e si mise la casacca.
"Allora andiamo!" esclamò sorridente dirigendosi verso la porta baldanzoso.
Quando entrammo la Veggente ci voltava le spalle guardando fuori con lo sguardo assorto.
"Il fatto che i vostri enormi poteri siano tornati in questo mondo hanno portato le varie razze a contendersi il predominio e i vostri esclusivi poteri." Esordí la Veggente sospirando.
"La guerra é alle porte e nessuno ne rimarrá escluso." Aggiunse con tono grave.
"Non vi dirò quale sará il vostro ruolo, anche perché le mie sono solo teorie, ma posso dirvi che per ora la minaccia riguarda principalmente elfi e vampiri." Proseguí dopo un istante di silenzio.
"Vogliono distruggere il culto degli abitanti della Cittá Esagonale e far tornare i sei draghi leggendari" concluse scuotendo la testa.
Alaish ebbe una faccia talmente sorpresa e spaventata che non potei non sentirmi anche io coinvolta emotivamente.
"Di che cosa stiamo parlando esattamente?" Avevo letto di draghi solo nei testi elfici e sapevo che da millenni non erano piú parte di Ryel. Delle descrizioni degli antichi tomi elfici era chiaro che sei di quelle creature nei loro eserciti li avrebbe portati al predominio sul mondo.
Inorridii.
"I sei leggendari pare siano ognuno alle fondamenta delle sei immense torri che delimitano il territorio considerevole della Cittá Esagonale, a sud." Spiegó la Veggente consegnandomi una mappa dettagliata dell'intera Ryel.
"Questo é il mio regalo per voi. Scegliete da che parte stare, la guerra è alle porte" concluse la donna uscendo dalla stanza.
Guardai Alaish, ancora scosso ma deciso.
"Quando partiamo?" Chiesi curiosa.
Lui scosse la testa.
"Non certamente oggi, hai un'intera cittá da visitare." Mi prese dolcemente la mappa dalle mani, distendendola sul giaciglio.
"Dobbiamo anche pianificare il viaggio, la Cittá Esagonale è difficile da raggiungere" disse indicandomi il luogo sulla mappa.
"Su carta non sembra ma il deserto che ci separa da essa é enorme" spiegó facendo scorrere il dito sul lembo di carta che indicava il Deserto delle Anime.
"Non possiamo arrivarci con il "tuo metodo"?" chiesi incuriosita.
Lui scosse la testa. "il "mio metodo" l'ho imparato dagli elfi, e fortunatamente, possiamo dire vista la situazione, non funziona. La magia dei sei draghi protegge la Città Esagonale dagli "intrusi", che sono obbligati ad entrare dalla porta principale." rispose Alaish paziente.
"Direi di iniziare il giro di Effort allora!" Esclamai sorridendo.
Lui annuí sorridendo e arrotolando la mappa.
"Ci serviranno dei mantelli neri, spessi, con dei cappucci possibilmente" fece notare, uscendo dalla stanza e andandoli a prendere nella sua camera.
Mi riconsegnò il mio mantello rattoppato, dono di Narilion.
Solo a pensarci mi schifava, ma dovevo indossarlo.
Quando uscimmo dalla porta principale il fiume di colori, di urla e di gente mi fece quasi sentir male.
Non era proprio un villaggio elfico.
La porta dava direttamente nel centro, nel cuore pulsante di Effort. Ovunque bandiere porpora, con il simbolo del fiore stilizzato, troneggiavano sulle bancarelle esterne ai negozi, sui tetti delle case.
I mercanti erano ad ogni angolo, urlavano a squarciagola pur di attirare potenziali clienti.
I bambini correvano, passando accanto o tra le gambe delle persone, con nastri colorati a far loro da bandiere. Giocavano, ridevano e mi misero inconsciamente ancora più di buon umore.
Gli abiti erano finemente ricamati, un'eleganza estranea agli Affaël che avevo visto scappando da Welcant; persino i modi di fare, di parlare e di interagire erano ben diversi da quel poco che avevo potuto notare, più formali e affettati.
Eppure la corporatura e i tratti erano per lo piú molto simili.
Il rumore mi avvolse e mi fece sentire il battere, il vibrare, ogni suono di una cittá viva e incandescente.
Nulla mi aveva mai toccato cosí, cosí da farmi sentire parte di qualcosa di grande.
Girammo molto, ogni angolo della cittá, senza fermarci ma mai con fretta.
Tornammo a casa a sera inoltrata, stanchi, ma io mi sentii per la prima volta contenta.
Senza sapere nemmeno il perché.
"C'è qualcosa che dovresti vedere" mi disse Alaish, improvvisamente serio, mentre i suoi occhi rubino mi trafiggevano quasi impauriti.
In cima alla scala, anziché aprire la porta della mia camera, aprí quella a sinistra, giá leggermente aperta.
E fu come se tutta la felicità della giornata andasse in frantumi, come un vetro lasciato cadere a terra di proposito.





Eccoci alla fine di questo capitolo!
Sono cattivissima, lo so!
Ma ci vuole un po' di pepe!
spero di cuore vi piaccia e se vi va di commentare, ne sarei molto felice!
Alla prossima!
Lightheaded
  
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