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Autore: LilyGlover    09/02/2008    8 recensioni
E' possibile che nasca un amore incredibile da due gusti di gelato? E' possibile che un ragazzo si dichiari "servendosi" semplicemente di cocco e marzapane? Leggete la breve storia di Valeria...e sorridete! ^-^
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cocco e marzapane

"E quindi se al posto di x e y, mettessi i numeri 15 e 50, succederebbe...?"
La frase della DeStefani resta sospesa nell'aria, ad aleggiare fastidiosa, insinuandosi nelle orecchie dei poveri alunni che, disperati, tentano di trovare un attimo di silenzio per lasciare i pensieri vagare da altre parti, attraversare i muri della scuola, volare nello spazio, nel cielo...ma niente da fare, la DeStefani è famosa nella scuola per essere praticamente l'unica professoressa che tiene la bocca aperta dal primo secondo in cui entra in classe fino all'ultimo in cui esce.
Tenta di insegnare la "matematica pura". Queste sono le sue testuali parole.
Ma l'unico ad ascoltarla, probabilmente, è il cestino della spazzatura.
"...quindi, Giolitti? Ce lo spiegeresti tu?"
Valeria si scuote all'improvviso nel banco e bruscamente ritorna alla realtà, come se una pioggia fredda fosse appena penetrata dal soffitto e l'avesse investita in pieno.
"Ehm..." comincia a dire, squadrando la lavagna con una rapida occhiata per capire a che domanda dovesse rispondere.
"Lasciamo perdere" la rimprovera la DeStefani. "Mi ero accorta che eri disattenta. Non farti più beccare distratta, altrimenti ti interrogo immediatamente."
Valeria abbassa lentamente lo sguardo e sospira.
La DeStefani continua a fissarla, e aggiunge:
"Il tempo di disperarsi per i ragazzi va dalle dieci e trenta alle dieci e quaranta...e poi continua dopo l'una e dieci."
Qualche risatina si leva da punti indistinti della classe, ma per Valeria è un colpo basso, una pugnalata nello stomaco.
E' davvero così semplice capire che soffre per amore? Che ha sofferto per amore, soffre per amore e soffrirà per amore.
Mmm...che tristezza. Non si prospetta un futuro per niente buono!
Tutto per colpa di quel ragazzo, quel bellissimo diavolo, che le ha rubato il cuore, gliel'ha strappato via senza chiedere il permesso e senza farsi problemi...e lei ora non sa più come riprenderselo. Probabilmente lo terrà lui... per sempre.
Il problema è che lui, questo famoso lui, Nicola, è fidanzato.
Oh, sì, fidanzato e decisamente innamorato, a quanto pare.
Sono quattro anni che Valeria lo mangia con gli occhi, che quando lo vede il cuore le esplode in petto, le gambe le tremano, le guance arrossiscono...
Sono quattro anni che Nicola sa che Valeria è innamorata di lui, quattro anni che la prende in giro, che ride con i suoi amici, che le fa i dispetti, che la fa soffrire...
Sono quattro anni che Nicola e Veronica, la sua ragazza, sono fidanzati.
E sono quattro anni che Valeria piange.

Driiiiiiiiiiiiiiiiiiin!!!!!!!
Oh campanella, mia campanella!!!* Finalmente il tuo suono illumina i volti di tutti i ragazzi disperati.
La DeStefani conclude la lezione con le ultime parole famose:
"E ricordatevi che quella che cerco di insegnarvi io è matematica pura."


50 centesimi scivolano tra le rotelle e gli ingranaggi della macchinetta delle bevande, con il solito CLANG.
Il dito di Valeria pigia "cappuccino" e vede il bicchiere color nocciola scendere e cominciare a riempirsi.
"Vale, tutto a posto? Sembravi strana nell'ora della DeStefi."
Margherita, la sua migliore amica, le si avvicina. Come al solito, capisce tutto al volo. Con un solo sguardo.
"Lascia stare, Marghe. Lo sai...è sempre il solito" risponde triste Valeria.
"E' sempre per Nicola."
Non è una domanda, quella di Margherita. E' un'affermazione. Si passa una mano tra i lunghi capelli biondi e guarda preoccupata l'amica.
"Senti...io non so che fare. Non so che fare per farti stare meglio...sei innamorata di uno stronzo, ecco tutto. Il problema è che, quando si è innamorati, non ci si può staccare a comando. E' una cosa che devi continuare a sopportare, Vale..."
Valeria annuisce e prende il bicchiere di cappuccino. Con il cucchiaino raccoglie la schiuma e ne assapora sulle labbra la morbidezza.
"Ciao Vale...ho capito che qualcosa non va."
E' arrivata anche Simona, l'altra grande amica di Valeria.
E' grazie alle sue amiche che la ragazza continua ad andare avanti. E' grazie a loro che ogni tanto riesce a sorridere, a divertirsi, a lasciarsi alle spalle la tristezza e la solitudine. Non potrebbe vivere senza di loro.
"Sì...Nicola" sospira Valeria, chiudendo gli occhi.
Simona abbassa tristemente lo sguardo e poi scambia un'occhiata fugace e malinconica con Margherita: sono entrambe preoccupate per l'amica.
Le tre ragazze si prendono sottobraccio e cominciano a passeggiare per i corridoi. Valeria ha il cuore in gola: in qualunque momento potrebbe spuntare fuori lui...
E infatti.
Girano l'angolo davanti all'aula magna e due figure avanzano verso di loro.
Uno è alto, magro, dagli occhi verde chiaro dolcissimi e ricci capelli castani, color del pane. L'altra è leggermente più bassa e un po' più robusta, dai capelli neri dritti, lunghi fino alle spalle, e gli occhi color carbone.
Si tengono per mano.
Appena Nicola si accorge di Valeria, un ghigno malvagio gli attraversa il volto e stringe Veronica a sé. Nel momento stesso in cui Valeria gli passa talmente vicino da avvertire, con un brivido, la manica della sua maglietta sul suo braccio nudo, Nicola si avvinghia a Veronica e si bloccano in mezzo al corridoio, scambiandosi un bacio appassionato.
Valeria deglutisce e tenta di trattenere le lacrime. Getta in un cestino il bicchiere di cappuccino, ancora pieno; si stacca dalle sue amiche e corre rapida in bagno, ignorando i richiami di Simona e Margherita. Si chiude la porta alle spalle e si appoggia al lavandino.
E' scossa dai tremiti.
Apre il rubinetto e ascolta, nel silenzio, lo scroscio dell'acqua che scorre, mentre gli occhi umidi rilasciano tristemente le lacrime amare che le rigano, imperterrite, il volto.


Finalmente, dopo ore intrise di noia, suona la campanella dell'ultima ora.
Branchi di ragazzi si fiondano saltando e gridando fuori dalla porta, felici di poter tornare a casa a rilassarsi, finché non fosse arrivato il momento di mettersi nuovamente a studiare.
Valeria scende velocemente le scale, mischiandosi tra la folla e cercando di non farsi raggiungere dalle sue amiche; non ha nessuna voglia di parlare con loro in questo momento, perché sa che ricorrerebbero subito a quello che, da anni, era diventato il loro passatempo preferito: insultare Nicola fino allo sfinimento. Nonostante tutto, non serviva a farla stare meglio. Anzi, la faceva solo riflettere inutilmente sul perché si fosse innamorata di un tale stronzo.
E sono ormai quattro anni che non trova una risposta.
"Vale, ti prego, aspettaci!" grida la voce di Simona.
Valeria sospira e si volta, avvilita.
"Va bene" borbotta.
Margherita e Simona si fermano davanti a lei, senza fiato per la corsa.
"Senti, lo sai bene che Nicola è un..." comincia Margherita, ma Valeria sbotta, infastidita:
"Lo so benissimo che cos'è, non c'è bisogno che me lo ripeti ogni santo giorno. Credi che se ne avessi il potere non smetterei di amarlo? Lo farei, eccome, e anche subito. Solo che madre natura mi ha fatta nascere una comune mortale...e, da comune mortale, questo potere non lo trovo."
"Ok, ho già capito; andiamo a mangiare insieme nel bar di Roberto, così ci facciamo una bella chiacchierata e poi un po' di shopping" propone Simona con aria complice.
In quel momento, Valeria riceve uno scappellotto e si volta furiosa: ovviamente, si ritrova faccia a faccia con Nicola, che scoppia in una risata fragorosa e, dietro di lui, due suoi amici la guardano e ridacchiano.
Margherita fa in tempo a sbraitare "Stronzi...!", che già si sono confusi tra il resto degli studenti.
Valeria abbassa la testa.
"No, Simo, non mi va la proposta; me ne vado a casa, scusate."
Le amiche capiscono che vuole essere lasciata in pace; così la guardano attraversare il portone e uscire nel cortile, da sola, alla luce del sole.
Appena Valeria arriva a casa, consuma un pranzo leggero con un po' di carne e insalata; dopodiché sfugge ai richiami della sorella maggiore ("Valeeeeeeeee!!! I miei trucchi, dannazione!") e si chiude nella camera.
Si butta sul letto e prende l'iPod dal comodino. Infila le cuffie grigio metalizzato nelle orecchie e fa partire la prima canzone. E' "Sere nere" di Tiziano Ferro.
Chiude gli occhi e le compare il volto ghignante di Nicola, bellissimo ma dannato, stronzo e impossibile.
Lentamente ricorda la prima volta che l'ha visto.
Lei, piccola, spaesata e innocente undicenne; lui, simpatico, carino e popolare dodicenne.
Il primo giorno delle scuole medie Valeria lo ricorda come fosse ieri: ricorda ogni emozione, ogni pensiero, ogni sguardo.
Ricorda come, uscendo in corridoio nell'intervallo, fosse andata a sbattere contro un ragazzino piccolo, magro e pallido, dagli occhi acquosi. Ricorda di avergli chiesto scusa una quarantina di volte, finché alle spalle di costui era comparso questo ragazzino dal volto meraviglioso, angelico ma allo stesso tempo furbo. Ricorda quanto aveva ossservato in ogni minimo dettaglio quei ricci color pane, e ricorda di come si fosse persa in quegli occhi verde chiaro, splendidi e unici.
"Che fai, Michele, già ci provi con una tipa?"
Erano uscite quelle parole dalla bocca perfetta di Nicola, quasi una melodia alle orecchie della povera ragazzina imbarazzata.
Il ragazzetto basso aveva borbottato qualcosa distrattamente e poi era corso via, continuando a parlare da solo.
Nicola le aveva sorriso e le aveva fatto l'occhiolino.
"Bevenuta! Sono Nicola."
"P-piacere, Valeria."
La ragazza aveva sentito le gambe sciogliersi di fronte al comportamento del giovane, ma aveva tentato lo stesso di mantenere la calma.
I giorni seguenti, aveva cominciato a studiarlo e a pedinarlo. Lo osservava di nascosto, dietro un angolo, oppure si appostava davanti alla sua classe fingendo di chiacchierare con Margherita.
Finché, quella piovosa mattina di aprile, aveva visto Nicola che teneva per mano una ragazza dai tratti perfetti.
Veronica, la figlia della professoressa di matematica della sezione di Valeria.
Lo stesso giorno, un amico di Nicola aveva origliato la triste conversazione tra Valeria e Margherita, ed era andato immediatamente a riferirlo a Nicola.
Da lì erano cominciate le prese in giro, gli scherzi, i dispetti.
Da lì Valeria aveva cominciato ad entrare nel vortice dell'amore non ricambiato.
Aveva cominciato a soffrire veramente, a desiderare di essere un'altra persona.
E, soprattutto, aveva imparato cosa significasse versare continuamente lacrime di amara disperazione.


La mattina del giorno dopo, Valeria entra a scuola seguita da Margherita.
"Hai studiato storia, Vale?"
"Sì..." mente la ragazza. In realtà ha passato tutto il pomeriggio a pensare a lui...ma non ha voglia di ammetterlo.
Durante la lezione di storia, Valeria fortunatamente non viene interrogata. Dopodiché passa un'altra ora con la testa fra le nuvole mentre la DeStefani parte con la sua matematica pura.
E il suono della campanella risveglia ogni giovane anima...
"Forza Simo, muoviti, dobbiamo scendere al bar prima che ci sia troppa coda!" sbraita Valeria.
Trascinandosi a vicenda, le tre amiche corrono nei corridoi e riescono a prendere appena in tempo tre croissant alla marmellata di albicocche.
Valeria si volta e fa per tornare in classe, quando una voce alle sue spalle la blocca.
"Buongiorno, signorina."
Sente le gambe tremare e vorrebbe sprofondare nel pavimento e non riemergere più. E' stato Nicola a parlare, con voce leggermente seccata.
"Che diavolo vuoi?" domanda Valeria, con voce spezzata.
"Senti..." comincia lui, in imbarazzo. Fa un sospiro profondo e continua, tentando di essere gentile: "So che sono quattro anni che mi fai il filo...e vorrei darti una possibilità. Veronica è ammalata e non saprà niente, ma volevo proporti di uscire con me oggi pomeriggio. Per essere buono, sai" si affretta ad aggiungere.
Valeria non crede alle sue orecchie, mentre Simona e Margherita trattengono il fiato.
Ma la ragazza si sente presa in giro.
"Non voglio la tua compassione" borbotta e si gira per andarsene.
"Ma no" la trattiene Nicola. "Veramente, mi piacerebbe darti una possibilità...anche se io, ovviamente, amo Veronica, ma vorrei che tu fossi un po' alla pari con lei."
Valeria deglutisce. Non può accettare. Gli sguardi delle sue amiche le fanno capire che sarebbe una vera polla se cadesse nella "trappola".
"Ok, incontriamoci davanti alla piazza della Chiesa alle quattro."
Senza lasciare al ragazzo il tempo di rispondere, si fionda su per le scale e raggiunge la sua classe, mentre Simona e Margherita arrancano dietro di lei.
Niente da fare.
E' proprio una polla.



"Oh, ragazze, accidenti, che diavolo mi metto?!?!?"
 Simona alza gli occhi al cielo e fruga ancora un po' nell'armadio.
"Tu non avresti dovuto accettare, chiaro? Quanto scommetti che domani Nicola ti prenderà in giro coi suoi amici in mezzo al corridoio?" la rimprovera Margherita.
"E' un idiota, un idiota patentato. Spero non ti abbia giocato un brutto tiro..." continua Simona.
Valeria sospira e crolla sul letto.
"Avete ragione...e per questo non merita di vedere il meglio di me."
Si alza, prende una t-shirt bianca piuttosto anonima e un paio di jeans strappati. Si veste, mentre le due amiche la guardano in silenzio.
Poi dà un'occhiata all'orologio azzurro appeso al muro: le quattro meno dieci.
"Devo andare" annuncia, baciando sulle guance Simona e Margherita.
Queste ultime, osservandola ancora uscire dalla stanza, preferiscono non dirle che, nonstante abbia tentato di essere scialba, bruttina e disinteressata, è lo stesso una bellissima ragazza.
E non capiscono come farà Nicola a resisterle.



Il cuore le batte all'impazzata, mentre pensa a mille cose contemporaneamente.
Cosa deve fare?
Come si deve comportare?
Che atteggiamento deve assumere?
Dove andranno?
Di cosa parleranno?
Dovrà guardarlo in adorazione o fingere disinteresse?
Merda...che caspita le era passato per la testa nel momento in cui aveva accettato l'invito?
Dannato carattere impulsivo.
Giunge alla piazza in perfetto orario e nota, con un nodo alla gola, che Nicola è già lì.
E' seduto su una panchina di legno scuro e si erge in tutta la sua bellezza, baciato dal sole.
Valeria, tremante, gli si avvicina.
"Ciao" lo saluta in un sussurro.
"Ciao" risponde lui, senza molto entusiasmo. Si alza e con la testa le fa cenno di seguirlo.
"Andiamo a mangiare un gelato, ti va?"
"Certo."
Camminano in silenzio: lei, bella, dolce e imbarazzata; lui, bello, dannato e distratto.
"Veronica ha preso l'influenza" attacca a dire.
Valeria sente gli occhi bruciarle, ma finge interesse.
"Ah...mi dispiace."
Nicola si volta a guardarla con occhi sgranati.
"Cosa significa che ti dispiace?"
"Ehm...secondo te?"
Il ragazzo pare confuso.
"Cioè...ti dispiace davvero che Veronica sia ammalata??"
Valeria resta un attimo in silenzio.
"No" risponde poi, decisa e sincera.
E, per la prima volta, può dire di aver fatto ridere di gusto Nicola.
Dopo un po' si fermano davanti alla gelateria "Il Paradiso di Dante" e aspettano pazientemente che arrivi il loro turno.
"Un cono con cioccolato e limone" ordina per primo il ragazzo.
Dov'è finita la galanteria? si chiede Valeria, ma decide di chiudere un occhio.
Dopo aver servito Nicola, la ragazza sorride al gelataio.
"Anche per me un cono, grazie...al cocco e marzapane."
Incredibilmente, Valeria si accorge che Nicola la sta fissando stupefatto.
"Cosa c'è?" gli domanda, agitata.
"N...n-niente" boccheggia lui.
Si siedono ai tavolini color prugna, all'aperto, e chiacchierano amichevolmente.
Ma Valeria non riesce a notare quanto sia diverso, ora, il modo in cui Nicola la guarda e la ascolta.



Arrivano, verso le sei di sera, davanti al portone dell'appartamento della ragazza.
Lei si ferma, imbarazzata.
"Grazie della giornata" comincia, rossa in volto. "Sono stata bene. Ehm...ci si vede a scuola."
Con lo sguardo basso, si volta e infila la chiave nella serratura...quando sente una mano calda toccarle il braccio.
Girandosi di scatto, vede il viso perfetto di Nicola avvicinarsi pericolosamente.
Non capisce più nulla, è tutto una massa confusa di emozioni.
"Che stai facendo?" riesce a sussurrare.
"Ho capito una cosa, oggi pomeriggio" risponde piano Nicola. Il suo respiro solletica il viso di Valeria.
"C-che cosa?"
"Ho capito che è te che voglio."
"C-come?"
Nicola sospira, ma sorride.
"Non è una cosa che posso spiegare...ma tu sei speciale. E, soprattutto, Veronica avrebbe mangiato un cono alla fragola e alla vaniglia."
Valeria non capisce il senso di questa frase, ma non può parlare...perchè la bocca di Nicola comincia a muoversi con delicatezza sulla sua, dentro la sua, mentre con la mano le accarezza il viso, con dolcezza, semplicità, purezza.
Valeria ha gli occhi chiusi, non pensa a niente se non alla bellezza di quel viso dodicenne che, nella sua mente, le sorrideva per la prima volta.
Dopo quella che pare un'infinità, Nicola si scosta.
Entrambi sorridono e lui avvicina la bocca al suo orecchio.
"Oh, dimenticavo...io adoro il cocco e il marzapane."



Valeria è appoggiata al lavandino bianco latte del bagno di casa sua e si guarda allo specchio.
Sta piangendo.
Ormai è diventata talmente un'abitudine che non ci fa caso.
Ma le sue lacrime non sono più lacrime di amara disperazione...sono lacrime di incredibile felicità.



**



E' tanto tempo che le tre amiche hanno finito il liceo.
E' tanto tempo che Valeria ha preso la propria strada, è andata in una scuola diversa da quella delle altre.
E' tanto tempo che Simona e Margherita non le parlano più, non la incontrano più.
E' tanto tempo che vorrebbero sue notizie.
Ma, nonostante tutto, durante alcune giornate soleggiate d'estate o di primavera, possono ancora vederla sorridere con il ragazzo che sempre ha amato, seduta a quel rotondo tavolino color prugna.







*copiato dalla frase "Oh capitano, mio capitano!" del film L'attimo fuggente.


Ed ecco qui questa pazza One-Shot! Non chiedetemi dove ho trovato l'idea, non chiedetemi spiegazione sul fatto di questo incredibile amore nato da gusti del gelato...perché non avrete una risposta, perchè deve essere tutto lasciato in sospeso, lasciato senza una spiegazione vera...vi lascio credere che sia una stupidaggine, e probabilmente lo è davveroXDXD... Ma voglio lasciarvi anche credere, come lo credo io, che l'amore non abbia mai biosgno di spiegazioni.

Spero commenterete, anche giudizi negativi, se volete^^
Mille baci...
         •LilyGlover•

  
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