Due ragazzi vestiti di nero ed una giovane vestita di bianco camminavano rapidi lungo la Orchard. Quando scorsero l'insegna che recava la scritta “Pandemonium”, si infilarono in una stradina laterale. C'era una lunga fila di ragazzi che attendevano di entrare nel locale. Uno dei due ragazzi, quello biondo, li guardò con un'espressione mista di arroganza e superiorità.
“Guarda questi poveri Mondani, tutti qui fuori ad aspettare per poter entrare. Come minimo staranno facendo la muffa. Noi, invece, non abbiamo affatto questi problemi.”
Tutto baldanzoso procedette verso l'ingresso, senza che nessuno lo notasse. E come avrebbero potuto, d'altronde? La ragazza con il vestito bianco gli disse con un sorrisetto
“Quindi sei felice di essere un Cacciatore solo per saltare la fila? Davvero molto nobile, Jace.”
Il suddetto liquidò il discorso con un gesto impaziente della mano.
“Iz, Alec, muovetevi, ho voglia di fare a botte con qualche demone.”
A concludere il discorso, gli si stampò in faccia un ghigno divertito.

Dentro il locale la musica era davvero alta e pieno di soggetti di ogni tipo, Nascosti e Mondani, che ballavano in modo sfrenato nella pista. Le luci stroboscopiche luccicavano e facevano sembrare tutto molto sfocato. Non ad Alec e Jace. I loro occhi scrutavano attentamente tutta la sala, senza però perdere di vista il candido abito di Isabelle. Alec, un po' seccato, chiese al compagno
“Allora? Visto niente?”
Jace scosse la testa sconsolato. Il locale era talmente affollato che sarebbe stato difficile scovare un demone. Inoltre tutti quei Mondani agghindati nei modi più strani potevano confonderli un po'. Passata un'altra manciata di minuti, Alec diede dei colpetti al gomito di Jace.
“Guarda, laggiù, nella zona sinistra della pista.”
Il biondo volse lo sguardo nella direzione che gli era stata indicata e capì a cosa alludeva l'amico.

Isabelle aveva ondeggiato lungo tutta la pista alla ricerca di una preda. Dopo il terzo giro a vuoto della sala cominciava a temere che per quel giorno non avrebbe trovato nessun demone. Proprio quando stava per gettare la spugna, avvertì un sussulto all'altezza del petto. La sua collana con il rubino rosso pulsava. Sorrise soddisfatta e si guardò in torno. Se il gioiello aveva avuto quella reazione, significava che il nemico era vicino. Infatti, appena voltò le spalle, scorse una chioma di capelli blu che non erano quelli tinti di un Mondano.
“Bene bene, guarda cosa abbiamo qui, un Eidolon.”
Con fare seducente cercò di attirare la sua attenzione. Ottenendo ottimi risultati. Quello sciocco già pendeva dalle sue labbra e non esitò a seguirla oltre la porta che recava la scritta INGRESSO VIETATO.

Jace e Alec, non appena videro che Isabelle aveva acciuffato la preda, si misero in moto, pronti a raggiungerla. Il biondo, decisamente allegro per la svolta presa dagli eventi, infilò una mano in tasca ed estrasse un coltello. Lanciò un'occhiata d'intesa ad Alec e i due accelerarono il passo. Arrivati alla porta nella quale si era infilata Isabelle entrarono senza guardarsi alle spalle. Ignari di essere osservati.
La ragazza si stava già divertendo con il demone. Non aveva aspettato molto per tirare fuori la sua frusta. E da quel momento in poi, la serata assunse una piega del tutto inaspettata.

Sulla via del ritorno, Alec continuava a borbottare frasi a metà.
“Quella ragazzina... Ma come diavolo ha fatto... Stava quasi per farti ammazzare... E' assurdo che ci abbia seguito... Poteva finire male...”
Jace, per nulla preoccupato, anzi, molto divertito, gli diede una pacca sulle spalle.
“Andiamo Alec, non ti sei divertito? E poi guarda, il mio braccio sta già una favola. Tutto merito degli iratze.”
Continuò a camminare con le mani dietro la testa e l'aria spensierata. Isabelle invece era più vicina alla linea di pensiero del fratello.
“Jace, non dovresti prenderla così alla leggera. Insomma, deve esserci qualcosa di strano in quella tappetta rossa. Voglio dire, di certo non era una Nascosta. Ma potrebbe possedere la Vista. E la situazione è aggravata dal fatto che le hai spiattellato di tutto.”
La nota di disappunto nella sua voce era chiaramente udibile. Con una scrollata di spalle Jace rispose
“Tranquilla Iz. Credo che parlerò di lei a Hodge. Sarà curioso di conoscerla. E incuriosisce anche me! Credo proprio che la porterò all'Istituto.”
Proseguendo per la sua strada senza problemi, non notò lo sguardo scettico che si scambiarono gli altri due.

Chi poteva immaginare quanto quella ragazza potesse diventare importante per loro?
 

Angolo autrice.