Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Lady R Of Rage    05/08/2013    7 recensioni
Dawn non rispose. Si limitò a prendere un coltello di piccole dimensioni, e a passarlo impercettibilmente sul proprio dito. Un sottile taglio si era aperto in corrispondenza del dito.
-E questo cosa sarebbe?- domandò Scott. Cominciava a chiedersi se Dawn fosse del tutto sana di mente.
Ma Dawn sorrise, placida, e si passò sul dito la miscela di erbe. In pochi attimi, la ferita era scomparsa.
-Lo vedi?- domandò la ragazza a uno Scott ammutolito e senza parole.
-Non basta saper uccidere, per vincere.-

Ventiquattro ragazzi innocenti sono stati sorteggiati, come ogni anno, per combattere negli Hunger Games, il reality infernale dove per vincere bisogna uccidere.
Dovranno lottare contro i loro nemici e contro le avversità, ma soprattutto contro loro stessi.
Saranno vincitori o saranno vinti.
E uno solo sopravviverà.
[AU| Crossover Total Drama/Hunger Games | Pairing: un po' tutti]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic



Capitolo 5 - prima

Con il progressivo avvicinarsi degli Hunger Games, ogni tributo sentiva la morte avvicinarsi sotto la pelle.
L’unico conforto a quel pensiero disarmante era la consapevolezza che ci sarebbe stato, tra loro, un vincitore.
Così, il giorno successivo, la sala allenamenti era piena sin dalle prime ore del giorno.
Ogni tributo cercava tra le varie stazioni quella che più sembrava essergli utile per costruire la propria sopravvivenza.
 
Alejandro, l’affascinante leader Favorito del distretto 2, aveva cominciato per primo l’allenamento.
La sua arma, una spada lucente e affilatissima, sembrava un’appendice del suo braccio muscoloso, tanta era la perizia con cui se ne serviva.
In pochi attimi, il manichino contro cui stava duellando fu ridotto a un mucchio di braccia, gambe e pezzettini di ogni sorta.
Per tutta la durata dell’allenamento, due occhi sgranati e ammirati lo avevano guardato con vivo interesse.
-Devo proprio farti i complimenti, amico.- disse Owen, mentre Alejandro riponeva la spada su un panchetto. –Ci sai fare con la spada.-
-Ti ringrazio.- rispose quello. –Sai, è una cosa da Favoriti.-
-Alejandro, vero?- domandò il ragazzone. Impossessatosi della spada, aveva preso a compiere evoluzioni inconcludenti attorno al manichino, senza colpirlo minimamente.
-Hai fatto centro.- rispose il Favorito, ravviandosi i capelli.
Owen ci rifletté sopra:-È piuttosto lungo. Posso chiamarti solo… Al?-
Alejandro aveva passato un’intera vita ad allenarsi ad affrontare ogni pericolo. Era un guerriero forte e indomito, che padroneggiava ogni arma con perizia. Ma bastavano due lettere, quelle due lettere, a intimorirlo.
-Ceeerto.- rispose dopo un lungo attimo di pausa. –Se vuoi che provi la mia spada su di te.-
 -Lascialo perdere, Ale.- intervenne Heather. Si avvicinò ai due ragazzi, con un degnissimo arsenale di coltelli appeso alla cintura. –Dobbiamo pensare alla coalizione, ricordi?-
Owen si ritrasse:-Allora… vi lascio soli.-
 
-Non perdere tempo con questi pivelli.- disse Heather.
-Non ne avevo alcuna intenzione.- rispose Alejandro. –Pensiamo alla coalizione, piuttosto.-
-io vorrei quelli dell’1 e del 4.- propose Heather. Prese un coltello sottile e affilato dalla cintura. Si mise in posizione per lanciarlo, e indugiò. Non certo perché fosse impreparata: doveva soltanto scegliere se colpire il bersaglio sullo stomaco, sul petto o in mezzo alla fronte.
Alejandro si sedette su uno sgabello. -A me quei quattro non sembrano nulla di eccezionale. Anzi, li trovo proprio ridicoli.-
Heather scelse la testa: il coltello andò a posizionarsi esattamente nel mezzo.
–Secondo me vanno bene. E poi, il fatto che siano incapaci è un vantaggio: ci permetterà di vincere più facilmente.-
-Io vorrei la ragazza del 3 e dell’11.- disse Alejandro.
-A che scopo circondarsi di ragazze inutili?- domandò Heather, selezionando un secondo coltello.
-Io dico che possono servirci.- rispose l’ispanico. In realtà, le ragazze non erano utili che a lui: le avrebbe manipolate come burattini, una volta nell’arena.
-Allora prendete anche me.- intervenne una terza voce.
I due ragazzi si girarono: la ragazza del distretto 6, quella dall’aspetto mascolino, era apparsa alle loro spalle.
-Io dico che fareste bene a prendermi con voi.- disse Jo tutta tracotante. –Sono un’ottima guerriera.-
-Non abbiamo bisogno di…- provò a dire Heather, ma Alejandro la interruppe.
-Sei la benvenuta, Josephine.- disse.
La ragazza, a dispetto del suo orgoglio, arrossì leggermente. Heather strinse con rabbia gli occhi, e scagliò un secondo coltello, proprio nel centro del petto del bersaglio.
 
-Hai visto, Brick? Mi hanno presa!-
Jo era letteralmente eccitata. Brick, lì accanto, era sdraiato sulla piattaforma del corpo a corpo e faceva degli addominali.
-Beh… sono certo che non sfigurerai.- disse infine.
-Lo so.- rispose Jo, tronfia e boriosa come sempre. –Quegli sciocchi Favoriti non hanno ancora capito con chi hanno a che fare.-
Brick era orgoglioso della ragazza, ma una domanda continuava a tormentargli la testa.
-E io, come farò?-
Fu Jo a rispondere a quel dilemma. –Non preoccuparti, cocco. Troverai un modo.-
Si sdraiò accanto al ragazzo, e incominciò a fare addominali assieme a lui.
-Gara di piegamenti?-
-Gara di piegamenti.-
 
Come tributi del distretto 1, Dakota e Sam avrebbero dovuto sembrare a loro agio nella sala degli allenamenti: invece non sapevano, letteralmente, che pesci prendere.
-Sai, Sam.- disse Dakota. –A volte penso di aver fatto una grande sciocchezza, a venire qui.-
Non che Sam avesse bisogno di conferme. Tuttavia, preferì non rincarare la dose.
-Forse lo troviamo, un sistema per vincere.- disse. –Io comincerei da quello lì.-
Con un dito troppo tozzo per sembrare quello di un Favorito, il ragazzo indicò la postazione del salto degli ostacoli.
Dakota annuì. si posizionò per prima all’inizio del percorso, e partì.
Gli ostacoli erano dieci, ma Dakota riuscì a reggere fino al settimo prima di cadere.
-Visto? Non ne sono capace!- si lamentò con Sam, che era venuto a soccorrerla. –Sono uno schifo di Favorita.-
Sam le prese dolcemente la mano. –Non dire così.- la rassicurò. –Sei una Favorita perfetta: sei carina, sei sicura di te… almeno, quando sei partita lo eri. E sette ostacoli sono comunque ottimi: io non arriverei a tre.-
Dakota arrossì lievemente. Gli occhi di Sam, prima grossi e opachi, ora le sembravano decisamente invitanti. Era talmente persa, in quell’ameno luogo che quegli occhi rappresentavano, che nemmeno l’unghia rotta dalla caduta la interessava più. Sam, da parte sua, sembrava attratto allo stesso modo.
Fu lui, a ogni modo, il primo a riaversi.
-Adesso ci provo io.- decise, improvvisamente spavaldo.
Si posizionò davanti agli ostacoli, prese la rincorsa, e saltò.
Fu così che scoprì di avere ragione riguardo al proprio punteggio in ostacoli: non riuscì a superarne neanche uno.
 
Chi, invece, sembrava aver trovato pane per i suoi denti era Sierra, la vivace tributa del 10.
Si era appropriata della postazione di nodi, e aveva cominciato a intrecciare rapidamente le corde con un’agilità invidiabile.
-Ci sai fare, vedo.- disse Cody, al quale la ragazza cercava in ogni modo di inculcare le basi della tecnica.
Sierra diventò tutta rossa, ma non smise di intrecciare.
-Sai, a casa intrecciavo cesti. Se vuoi posso insegnartelo.-
Cody decise di valutare i pro e i contro: Sierra era fanatica e scatenata, certo, ma dopotutto era anche molto coraggiosa, e sembrava poco spaventata dall’arena e dagli Hunger Games.
Inoltre, e questa era la cosa più importante, non poteva negare che stesse cominciando a stargli simpatica.
-Mi farebbe molto piacere.- rispose alla fine.
Sierra sentì una sensazione frizzante, come un fuoco artificiale nello stomaco. Un sorriso ebete le piegò la bocca, mentre le mani intrecciavano le corde sempre più in fretta.
-Sai una cosa, Sierra? In fondo, non sei tanto male.- disse improvvisamente Cody.
Sierra sgranò gli occhi, e ammutolì. La corda rimase inerte nelle sue mani.
-D-dici sul serio, Cody?- riuscì infine ad articolare.
-Ma certo.- rispose quello. –Anzi, credo che in fondo potremmo anche essere amici.-
Se Cody si aspettava un ringraziamento, rimase deluso. Sierra non parlò: ma afferrata con più forza la corda, aveva preso a sbatterla furiosamente sul tavolo.
 
La corda che Sierra mulinava contro il tavolinetto produceva un rumore secco, di schiocco, che si propagò per tutta la sala dell’allenamento, fino a raggiungere un paio di orecchie che odiavano quel rumore più di ogni altro.
Duncan rabbrividì con la lancia in mano, la bocca semiaperta e gli occhi fissi nel vuoto. Quel rumore era identico a quello provocato dalla frusta, mentre si abbatteva crudelmente contro la sua schiena.
Ancora, come tante altre volte avevano fatto, i ricordi della tortura si affollarono come tafani nella mente del tributo, strappandolo dalla realtà e dall’allenamento in corso.
Fu una voce femminile, gentile ma decisa, a riportarlo alla realtà.
-Ne hai ancora per molto? Vorrei lanciare anche io.-
Duncan si voltò. Aveva davanti una ragazza pallidissima, dai capelli scuri striati di azzurro.
Era Gwen, la tributa del distretto 8. Con lei c’era un ragazzo moro di cui Duncan non ricordava il nome.
Biascicò un patetico “scusa”, e scagliò la lancia contro il manichino. Lo mancò di parecchio.
Duncan aprì la bocca per imprecare, ma fu Gwen a venirgli in soccorso.
-Lascia stare, capita a tutti… Non sei un favorito, vero?-
Duncan sentiva uno strano senso di sicurezza mentre parlava con la ragazza. E quello che più lo innervosiva era non capire il perché.
-No, non sono un Favorito.- rispose frettolosamente; quindi si spostò per lasciare la postazione a Gwen e al compagno.
-Comunque io sono Trent.- disse il ragazzo. –E lei è Gwen. Tu devi essere… Duncan.-
Lui annuì in risposta. Quella conversazione gli pesava sulle spalle come aria calda, ma allo stesso tempo lo rassicurava: tra le attività che Duncan era solito praticare, le chiacchiere non figuravano al primo posto.
Gwen, nel frattempo, aveva scagliato la sua prima lancia, riuscendo a centrare in pieno il braccio della sagoma.
-Sei proprio brava.- disse Trent alla ragazza, che arrossì appena.
-Si impara in fretta.- rispose Gwen, sorridendo. Poi, il suo sguardo si fece più serio.
-Sentite…- cominciò un po’ esitante –Cosa ne direste di un’alleanza a tre?-
-Un’… un’alleanza?- domandò Trent, come se Gwen gli avesse proposto di ingoiare la lancia anziché scagliarla.
Duncan invece saltò su:-È un’ottima idea. Ci sto.-
Gwen guardò Trent:-Ci stai?-
Come risposta, il ragazzo annuì appena.
-D’accordo.- disse Duncan. –Se le cose stanno così, mi sa che andrò a lanciare qualche coltello. Ci si rivede!-
 
Rimasti soli, Trent e Gwen si guardarono con aria imbarazzata, come se tra loro fosse improvvisamente sceso un grosso muro.
-Un’alleanza con Duncan? Ma perché? Non abbiamo bisogno di delinquenti, tra noi.-
-Andiamo, Trent, sii ragionevole.- rispose Gwen. –Non importa se rubava. D’accordo, con la lancia non ci sa fare, ma ha vissuto all’aperto per anni. Ci sarà utile.-
-Utilissimo… se vuoi prenderti un coltello nella schiena mentre dormi.- fu la risposta di Trent. –Avevi già me per proteggerti. Non ti basta?-
-Non si sa mai…  meglio vivere in tre che morire in due.-
Trent alzò gli occhi al cielo, come se stesse discutendo con un bambino.
-Non importa. Non sarò io a farti cambiare idea. Ma se necessario, lo ucciderò. Non sono venuto qui per vedere il primo punk di passaggio uccidere te. E non sarà certo lui a far morire la mia ragazza.-
Gwen, ovviamente, aveva una risposta pronta per le mani, ma non ebbe la capacità di servirsene.
Non possiamo biasimarla: dove lo trovi, il coraggio per offendere qualcuno che si è sacrificato per te?
Ora Gwen, ufficialmente, era la sua ragazza. E sapeva che nessuno, né Duncan né chiunque altro, avrebbe mai impedito a Trent di combattere e morire per lei.

Angolo Autrice
Ciao.
Ed eccoli qui: i nostri tributi che si allenano.
Al momento solamenente dodici di loro sono apparsi nella storia, ma fra poco verranno anche gli altri.
Ditemi se vi piace (ovvero: recensite).
Inoltre: c'è una OS Duncney, scritta da me, che ho pubblicato da poco, e NON ha nemmeno una recensione.
Vi prego, aumentatele, o mi vedrò costretta a cancellarla.
Vi piace il banner fatto da Nightlock per me? Lo trovo carinissimissimo... 
Insomma, divertitevi. A presto.
MiticaBEP97

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Lady R Of Rage