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Autore: xAlisx    06/08/2013    2 recensioni
La Grande Battaglia contro il Titano Crono si avvicina sempre di più. Dopo la missione nel Labirinto di Dedalo, Percy Jackson e i suoi amici devono affrontare nuove difficoltà per impedire a Crono di diventare troppo forte. Ad aiutarli arriverà una ragazza misteriosa e con lei il gruppo di amici dovrà affrontare tante nuove avventure.
Storia da collocarsi tra "La battaglia del Labirinto" e "Lo scontro finale". Ovviamente, non tiene contro dei fatti de "L'eroe perduto" e seguiti.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4
Mi batto in una lotta all'ultimo sangue
 
Ci eravamo spostati verso l'interno del bosco per far sì che nessuno ci sentisse. La situazione, per come Thesis la descrisse, non sembrava affatto piacevole.
«E' successo due giorni fa. Persefone doveva andare da sua madre Demetra, ma la dea ha contattato Ade preoccupata per il suo mancato arrivo. Subito dopo i tirapiedi di Crono ci hanno fatto sapere che l'avevano rapita loro e che per liberarla vogliono qualcosa di molto potente che è in mano ad Ade.» raccontò Thesis.
Eravamo seduti per terra in una piccola radura. Il venticello della notte ci solleticava la pelle e man mano che Thesis raccontava mi sentivo sempre meno a mio agio in quel buio notturno. Anche Nico ed Annabeth iniziavano a lanciarsi sguardi attorno come se un mostro potesse comparire da un momento all'altro.
«Ade non ha nulla di potente. Non può avere nulla per non minare il potere dei suoi fratelli. E comunque Crono si sta procurando un'arma letale. Cosa potrebbe volere da Ade?» intervenne Annabeth, guadagnandosi un'occhiataccia dalla figlia del dio dei morti.
Era inevitabile: prima o poi quelle due se le sarebbero date di santa ragione!
«Ade possiede un'arma molto potente che ha costruito millenni fa.» ammise Thesis. «L'ha costruita per pareggiare i conti con le armi dei suoi fratelli. Poseidone possiede il tridente e Zeus la folgore, in caso di guerra Ade si sarebbe trovato sprovvisto di qualcosa di abbastanza potente da mettere in ginocchio i suoi fratelli, così ha costruito una falce. In quell'arma ha messo gran parte del suo potere ed è adibita a fare solo una cosa: uccidere un solo dio. Ad Ade sarebbe bastato uccidere Zeus per garantirsi il comando nell'Olimpo. Ma non l'ha mai usata e non ha intenzione di farlo.» spiegò, mettendo in chiaro così tutta la situazione.
«Se Crono riuscisse ad ottenerla, potrebbe rafforzare la sua arma e farla diventare ancora più letale.» intuì Nico, che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad osservare la sua sorellastra.
«Quindi bisogna impedire che Crono s'impossessi della falce, ma bisogna anche liberare Persefone.» chiarii io, e pensai che trovare la soluzione a quel problema non sarebbe stato per niente facile. «Che cosa ti ha detto l'Oracolo?» domandai poi.
Magari con la profezia dell'Oracolo ci sarebbe stato qualche chiarimento utile al fine di salvare entrambe le cose in ballo. Ma dubitavo che l'Oracolo fosse stato chiaro: non lo era mai.
«“La dea prigioniera salveranno
tre semidei e la dea partiranno.
Un sacrificio si compierà
se il male indebolir si vorrà.”»
recitò Thesis, come se avesse studiato e ristudiato quelle parole per ore per capirne il vero significato.
Il brutto vizio dell'Oracolo era che faceva profezie contorte, poco chiare e sempre con qualche brutto avvenimento nascosto tra le righe. Se poteva sembrare semplice capire, c'era sicuramente qualcosa sotto.
«Un attimo, c'è qualcosa che non quadra.» fece Annabeth.
Mi voltai verso di lei e la vidi che muoveva le labbra, ripetendosi tra sé e sé le parole della profezia. Decisi di fare lo stesso e cercare di capire cosa non andava.
La dea prigioniera salveranno” come inizio prometteva bene, ma non era il caso di cantare vittoria troppo presto. “tre semidei e la dea partiranno”. Ecco cosa intendeva Annabeth: tre semidei e la dea, a chi si stava riferendo?
«Non c'è nulla che non va. Non sono una semidea.» intervenne Thesis come se ci stesse leggendo nel pensiero – e non ero del tutto certo che non riuscisse a farlo davvero. «Sono Thesis, la principessa del Tartaro, figlia di Ade, dio dei morti e Persefone, sua sposa e dea degli Inferi.» spiegò senza battere ciglio.
Non sembrava fiera del suo ruolo o innalzata dalla sua superiorità confronto ai normali semidei, solo pareva rassegnata e stanca, come se quelle parole appena pronunciate le fossero costate tanto nella sua vita.
«Non è possibile. Ade e Persefone non possono avere figli, va contro la loro natura. Loro portano la morte!» constatò Annabeth, sicura delle sue parole.
«Quando Ade rapì Persefone, lei non volle accettare di stare negli Inferi da sola. Pregò Ade di darle un figlio che le facesse compagnia e, date le sue grandi doti di persuasione, Ade accettò, con l'unica eccezione che il figlio che fosse nato non vedesse mai la luce del sole, nemmeno quando lei sarebbe andata da sua madre, in primavera e estate. Persefone accettò, per puro egoismo, così nacqui io. Non sono nata negli Inferi, comunque, ma sulla Terra, poi gli Inferi sono diventati la mia casa.» spiegò Thesis, cercando di non fulminare Annabeth che l'aveva nuovamente contraddetta.
«Quindi è la prima volta che vieni sulla Terra?» chiesi sorpreso.
Gli Inferi non erano certo un posto da sogno. Non potevo nemmeno immagina di vivere in quelle lande oscure e solitarie. Per un attimo, provai tantissima pena per Thesis e per la vita che era costretta a vivere.
«Sì.» rispose la dea.
«Chirone e Dioniso sanno chi sei?» chiese Annabeth, cercando di chiarire al meglio la situazione, come suo solito.
«Certo, ma è raro che mi vedano in questa forma, per questo non mi hanno riconosciuta subito.» spiegò Thesis.
«Perché ti è stata affidata un'impresa, allora? Sei una dea, puoi fare ciò che vuoi!» domandò ancora Annabeth, ostinata a non lasciare nulla al caso.
Thesis prese un respiro profondo, forse per non urlare ad Annabeth di starsi zitta – la mia amica poteva diventare un po' logorroica quando ci si metteva – e continuò a spiegare ogni cosa con estrema calma. «Sono una dea minore, non ho molto potere. Sono forte quasi quanto voi semidei, giusto qualche trucchetto in più. Proprio per questo non posso partire da sola per salvare Persefone. Chirone e Dioniso mi hanno permesso di avere un'impresa e di consultare l'Oracolo per poter portare con me qualche semidio.»
Nico, Annabeth ed io annuimmo.
«Perché nostro padre non può salvare Persefone da solo?» chiese poi Nico con fare meditabondo.
Effettivamente era una bella domanda: Ade, il grande dio dei morti, avrebbe potuto benissimo sconfiggere qualche mostro, allora perché mandava sua figlia, una quasi normale semidea, ad affrontare svariati pericoli?
«Mi sono offerta io stessa per salvare Persefone, per poter lasciare gli Inferi per un po'.» Thesis fece una pausa e mi sembrò terribilmente afflitta e triste. «Ade non sa che sono qui e sono sicura che non sarà d'accordo per questa mia decisione!» aggiunse, parlando più a sé stessa che a noi.
Immaginai Ade e la sua furia per la disobbedienza della figlia. Non osai pensare cosa avrebbe potuto fare a chiunque avesse partecipato alla missione con lei.
«Quindi, ci porterai con te?» domandò Nico, speranzoso.
Nonostante all'inizio Nico si fosse tenuto lontano delle imprese e dal Campo Mezzosangue in generale, ora sembrava impaziente di rendersi utile. Che fosse per salvare Persefone o per inorgoglire suo padre – che non aveva certo un atteggiamento paterno con lui – non lo sapevo.
«Ho bisogno dei migliori per quest'impresa. Domani mattina mi allenerò con chiunque voglia partire e deciderò chi verrà.» chiarì Thesis, alzandosi da terra e pulendosi la veste.
«Sfidami ora e decidi subito!» la intimò Nico, facendo comparire dal nulla la sua spada di metallo nero.
Automaticamente feci un passo indietro e anche Annabeth mi imitò. Thesis, invece, non si mosse e si limitò ad osservare il fratellastro con sguardo accusatorio.
«Sai che non sei in grado di battermi. Sono più grande, più forte e conosco i nostri poteri meglio di te. Non mi batterò con te, non voglio farti del male.» disse solo la dea, assumendo un tono quasi materno.
Invece di provare piacere per quell'atteggiamento gentile, Nico sembrò arrabbiarsi e menò un fendente dritto nel torace di Thesis. La dea si tramutò in una nebbia grigia e ricomparve dietro a Nico, che si voltò solo per ritrovarsi steso a terra nel giro di pochi secondi. Fu talmente rapido, che né io né Annabeth – e nemmeno Nico, ne ero sicuro – riuscimmo a capire cosa fosse successo.
Mi avvicinai al mio amico e lo aiutai a rialzarsi. Non sembrava ferito, almeno non esteriormente. Il suo ego, invece, era stato intaccato da una crepa sottile. Era umiliato e arrabbiato, glielo si poteva leggere in faccia.
«Come ho detto, non sei abbastanza forte per battermi. Ma sei scaltro e sufficientemente veloce per abbattere qualche mostro. Non ti assicuro che potrai venire con me, ma presentati domani a mezzogiorno e vedrò di darti una risposta.» acconsentì Thesis infine.
Poi si allontanò, talmente veloce che nemmeno ce ne rendemmo conto.
«Questa situazione è assurda.» affermò Annabeth, sbuffando.
Gli eventi erano andati talmente tanto veloce, che tutti eravamo rimasti inevitabilmente storditi e confusi. Anche io temevo di essermi perso qualcosa d'importante, ma allo stesso tempo ero sicuro di aver capito tutto quello che Thesis ci aveva spiegato. Era una situazione talmente ingarbugliata, che perdersi era normale.
«Ci conviene andare a dormire se domani vogliamo avere anche solo la minima possibilità di battere Thesis e partire in missione.» consigliò Annabeth, ma ero sicuro che anche lei dubitasse del nostro successo.
Dopo quello che la dea aveva fatto a Nico – con quella rapidità impressionante – era quasi impossibile per noi riuscire a batterla.
«Nico, puoi dormire nella mia capanna, se ti va di rimanere.» comunicai al mio amico.
Sembrava perso nei suoi pensieri e non mi prestò attenzione. Quello scontro con la sorellastra l'aveva davvero turbato e anche le sue parole l'avevano scosso, anche se non capivo perché.
«Lei è una dea, Nico, non prendertela per quello che è successo. Sono certo che anche noi non faremo una bella figura domani.» cercai di incoraggiarlo, dandogli una pacca sulla spalla.
Lui sospirò e fece un sorriso tirato. «Grazie.» disse.
Salutammo Annabeth e ci dirigemmo verso la capanna di Poseidone. Sistemai qualche coperta per terra, per far stendere Nico e io mi misi nel mio letto. Nonostante fossi stremato, ci misi un po' di tempo a prendere sonno.
 
Era mezzogiorno in punto quando Chirone riunì tutti gli abitanti del Campo nell'arena. Thesis era al centro del grande spiazzo, in attesa e per niente intimorita dalla sfida che stava per affrontare. Nonostante conoscessi le sue potenzialità, mi ero svegliato abbastanza ottimista e contavo in un mio successo.
Ma, com'era prevedibile, tutta la mia speranza andò a scemare man mano che Thesis affrontava i ragazzi della casa di Ares e li batteva tutti senza il minimo sforzo. Era come se fosse nata solo per quello, per battere gli avversari e dar loro una bella lezione. Non era ferita né minimamente affaticata. Era lì, in piedi, in attesa di un altro avversario.
Annabeth, seduta accanto a me, non riusciva a stare ferma tanta era l'adrenalina e la voglia di battersi. Nico, invece, guardava come la sorellastra si muoveva, la studiava e cercava di capirne i punti deboli. Cosa impossibile, visto che sembrava non averne nemmeno uno.
«Annabeth Chase.» chiamò Chirone, mentre un figlio della casa di Apollo veniva portato via dai suoi fratelli.
Annabeth si alzò e avanzò verso Thesis senza esitazione. Era vestita con l'armatura greca e aveva lo scudo in una mano e il suo coltello nell'altra. Per un attimo, temetti di doverla portare via in barella dato che Thesis sembrava fremere dalla voglia di batterla.
La figlia di Atena si posizionò di fronte alla dea e le due si scrutarono per qualche secondo. Poi, all'improvviso, Annabeth partì all'attacco. Si lanciò verso Thesis con tutta la spinta possibile, ma prima di colpirla con lo scudo, cambiò direzione e si portò alle sue spalle. Caricò il braccio munito dal coltello e puntò dritto alla schiena, ma prima che l'arma trapassasse la carne, Thesis si trasformò in nebbia e si dissolse. Annabeth si trovò spiazzata, con un solo piede appoggiato al terreno che la sorreggeva in precario equilibrio. A quel punto, Thesis ricomparve dietro di lei, in carne ed ossa e le afferrò il piede facendola così cadere. Annabeth accusò il colpo, tanto che rimase qualche minuto ferma nella stessa posizione. Solo dopo che si riprese dallo stupore, riacquistò contegno e portamento e si rimise in piedi pronta a ricominciare. Thesis non sembrò per niente sorpresa della determinazione della figlia di Atena e sorrise nel vederla rialzarsi. Erano pronte a darsi battaglia di nuovo.
A fare la prima mossa fu di nuovo Annabeth. Si liberò il braccio dallo scudo e inaspettatamente lo lanciò contro la sua avversaria. Mentre Thesis era impegnata a non farsi colpire, Annabeth fece una capriola e si rialzò proprio davanti alla dea, il pugnale puntato contro il suo fianco.
«Ti ho battuta.» ghignò Annabeth, ansimando per la fatica, ma mantenendo la sua autorevolezza.
Thesis guardò prima lei poi il pugnale che le pungolava il fianco. «Mi dispiace, ma non è finita. Qualunque movimento tu faccia, il mio spillo ti trapasserà.» e così dicendo spostò lo sguardo verso il fianco di Annabeth.
Solo in quel momento mi accorsi di qualcosa che si frapponeva tra Thesis ed Annabeth: uno spillo trasparente, visibile solo grazie ai riflessi di luce e lungo quanto una spada minacciava pericolosamente il fianco destro di Annabeth.
«È uno spillo avvelenato, quindi starei molto attenta a non farmi graffiare!» suggerì Thesis, senza muoversi di mezzo millimetro.
Annabeth guardò prima Thesis poi lo spillo e si arrese. Nel suo sguardo vidi tutta l'umiliazione e la rassegnazione per non essere riuscita nel suo intento. Tornò a sedersi con lo sguardo basso.
Più Thesis sconfiggeva volontari, meno sembrava stanca e mi venne quasi la voglia di lasciare l'arena e rinchiudermi nella mia capanna per non rischiare che qualcuno mi chiedesse di sfidarla. Sembrava imbattibile e forse lo era veramente.
Quando Chirone chiamò il mio nome, fu solo la gomitata di Nico a farmi trovare il coraggio di alzarmi. Preparai Vortice e mi sistemai lo scudo che mi aveva regalato Tyson nel braccio sinistro. Quando arrivai davanti a Thesis presi un respiro profondo e mi misi in posa di combattimento.
Trascorse qualche minuto senza che nessuno dei due facesse nulla, poi mi decisi a fare la mia mossa, tanto le mie possibilità di vittoria erano al minimo in qualunque caso.
Non sapevo se lo spillo-spada di Thesis fosse ancora lì dov'era quando l'aveva attaccata Annabeth, ma decisi di tentare lo stesso di romperlo. Mi gettai in avanti, feci una capriola e mi fermai proprio a pochi centimetri da dove avevo visto l'estremità dell'arma. Colpii l'aria con la spada e tanti piccoli pezzetti di vetro caddero davanti alle mie ginocchia. Guardai Thesis, in un attimo di soddisfazione per quel colpo andato a segno, e notai che anche lei era sorpresa da quella mossa.
Prima che potessi fare qualcos'altro, la dea si librò in aria leggermente, costringendo ad indietreggiare, e iniziò ad emanare una nebbiolina azzurra dalle mani. Nel giro di qualche secondo, quell'energia mi si abbatté contro, graffiandomi il corpo come se fossero i piccoli pezzi di vetro che avevo spezzato poco prima. Parai ciò che potei con lo scudo e poi l'energia s'interruppe improvvisamente. Thesis mi guardò e capii che eravamo uno pari.
La pausa non durò nemmeno il tempo di riprendere fiato. I graffi che mi avevano fatto i pezzi di vetro bruciavano, ma non ebbi il tempo di soffermarmi sul dolore: Thesis alzò una mano e la puntò contro di me. Prima che potessi capire cosa stesse succedendo, un'onda di ombre scure e forti mi si avventarono contro, frastornandomi. Non ci volle molto tempo prima che quelle cose iniziarono a farmi effetto: l'aria sembrò uscirmi dai polmoni tanto che rantolai in cerca di una via di fuga. La pressione e la forza delle ombre mi schiacciò al suolo e ogni parte del mio corpo iniziò a perdere sensibilità. Se le ombre avessero continuato a circondarmi, sarei morto in poco tempo, senza alcuna via di scampo.
A quel punto, schiacciato e perso, decisi di fare l'unica cosa che ero sicuro di saper fare bene: invocai l'acqua. Un boato fece tremare tutta l'arena e un'onda di acqua gelida investì me e le ombre, facendole dissolvere con un fumo nero. Presi tutta l'energia possibile dall'acqua, riacquistando piano piano l'uso di tutto il corpo. Thesis, di fronte a me, era allibita.
Non aspettai oltre, quando ebbi di nuovo tutto sotto controllo, concentrai tutte le mie forze sull'acqua e la indirizzai verso la dea. Un secondo prima che l'acqua la sfiorò, lei chiamò a sé una bolla d'energia che la circondò, impedendo all'acqua di entrare.
Non so se hai mai giocato al tiro alla fune, ma dopo quella mossa di Thesis iniziò uno scontro di forze che sarebbe potuto durare in eterno. Io cercai sempre di più di spingere l'acqua dentro la bolla, ma ad ogni mio aumento d'energia, anche Thesis rafforzava la sua protezione. Continuammo così per minuti che sembrarono secoli, poi, con l'ultimo barlume di energia che mi era rimasto, feci scattare l'acqua ad una potenza impressionante. La bolla si ruppe giusto il tanto per far sì che Thesis fu investita dall'energia dell'acqua gelida.
L'ultima cosa che vidi fu Thesis cadere a terra in ginocchio. Poi caddi a terra anch'io, privo di sensi.

 

 

 

 

SPAZIO ALIS: Buonasera a tutti :)
Eccomi con il nuovo capitolo della mia storia. Purtroppo vedo che non sta ricevendo molte recensioni e la cosa mi dispiace tanto, perché mi piace davvero moltissimo scriverla e mi piacerebbe che piacesse tanto anche a chi la legge (ho ripetuto il verbo "piacere" cento volte XD). SEMIDEIIII, dove siete?? Su, recensite a questa povera autrice ç_ç
A parte ciò, questo capitolo è ilmio preferito fin'ora perché le cose iniziano a chiarirsi e soprattutto gli scontri tra Annabeth e Thesis e Percy e Thesis li ho amati un sacco - non per vantarmi, eh!
Voi che ne pensate? Sono descritti bene? La storia, ora che inizia a delinearsi, ha logica; ha senso? Vista piacendo?
Su, non siate timidi e dite la vostra :D
Attendo le vostre opinioni e già vi avviso che probabilmente cambierò il ritmo di pubblcazione, dato che ora ho solo due capitoli e mezzo pronti e non so quando risuciròa continuare *si nasconde*
Okay, ho scritto abbastanza. Lascio a voi la tastiera *-*
Alla prossima,
Alis 
   
 
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