Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Fenixia    06/08/2013    1 recensioni
Ben scopre insieme ad un gruppo di amici un cadavere in una casa abbandonata da anni. La sera stessa fa degli incubi e nei giorni successivi il fantasma della vittima gli chiede aiuto per scovare l'assassino. Così insieme agli amici intraprendere un'avventurosa ricerca di indizi e prove contemporaneamente alle indagini della polizia. Solo Ben può vedere il fantasma che poco alla volta si affeziona al ragazzo. L'assassino intanto comincia la caccia ai ragazzi che si sono intromessi in una faccenda sempre più pericolosa.
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ben e Bart stavano aspettando che Matt uscisse dagli spogliatoi dopo l’allenamento in piscina per il torneo del giorno seguente.
Il torneo a cui si stava preparando l’amico era un evento particolare a cui partecipavano le due scuole superiori del paese.
Queste si riunivano per sfidarsi in gare in piscina, staffette in acqua, tuffi e palla nuoto.
Matt era il capitano della squadra di nuoto del liceo e di conseguenza era anche il ragazzo più popolare della scuola e quello più desiderato dalle ragazze.
Ma oltre a questo Ben vedeva in Matt anche un amico leale su cui poter contare sempre, e come ogni persona, anche Matt aveva i suoi difetti, come quello di impiegarci più di una ragazza per prepararsi.
< Ma ha finito di lavarsi???> si lamentò Bart.
< Sai com’è Matt> replicò Ben.
I due ragazzi erano comodamente seduti sul prato del centro sportivo sotto i primi raggi solari primaverili della stagione.
Mancava poco alla fine della scuola e Ben e i suoi amici avrebbero passato la miglior estate di sempre prima dell’inizio del college.. dovevano solo superare gli esami finali, il che era un compito arduo per colpa della bella stagione in arrivo.
I ragazzi abitavano in un piccolo paesino sul mare e col bel tempo era inevitabile farsi un bagno dopo scuola, prima di tornare a casa per l’ora di cena.
Bart sbuffò nuovamente e si distese completamente sul prato assaporando la brezza primaverile, l’aria fresca e i fiori che sbocciavano.
Ben tolse le scarpe e incrociò le gambe mentre si guardava intorno.
Una folla di persone della sua età si era ritrovata al centro sportivo per assistere agli allenamenti della squadra di nuoto.
Era un evento molto sentito da tutti i ragazzi quello del torneo in acqua perché coinvolgeva i tifosi, gli amanti del nuoto ed era un modo per legare maggiormente con i coietanei della stessa scuola oppure fare nuove amicizie con gente sconosciuta.
Perciò erano numerosi gli spettatori durante gli allenamenti.
I ragazzi della squadra di nuoto erano diventati simili a delle icone per gli altri, dei modelli da seguire, vincenti, erano i veri campioni della squadra e di conseguenza lo diventavano anche gli amici.
Gli occhi di Ben non finivano di saettare da una parte all’altra del campo alla ricerca del suo amico quando scorse una figura in mezzo alla folla che catturò la sua attenzione.
Helen. Gemella di Matt e da sempre cotta segreta di Ben.
Due occhi verdi che sorridevano sempre e le labbra più belle della terra avevano fatto si che Ben cominciasse a vagare tra i ricordi arrivando sino al giorno in cui i due si erano conosciuti tempo addietro a casa di Matt.
Erano dei ragazzini ancora piccoli e  ingenui all’epoca, avevano solo sette anni.
Ben ricordò quando sua mamma, che ancora non aspettava le sue sorelline, l’aveva accompagnato a casa del suo nuovo amico per la festa in giardino insieme a tutti gli altri bambini.
Sua mamma suonò al campanello e ad aprire venne una giovane signora sorridente a cui venne affidato per tutto il pomeriggio il piccolo Ben.
Quando entrò in quella casa così accogliente, Ben ricordò l’odore di torta appena sfornata provenire dalla cucina, i palloncini colorati che sfolazzavano in alto e si muovevano ad ogni spostamento d’aria erano appesi qua e là per tutta la casa, la rampa di scale ne era sommersa.
Appesi sui muri dipinti di rosso c’erano degli addobbi che dicevano “Buon compleanno Matty e Helly” , i soprannomi con cui erano chiamati da piccoli i due festeggiati.
Ben si avvicinò all’estremità opposta del corridoio, attratto dalle urla festose di bambini irrequieti che giocavano a rincorrersi o a spruzzarsi con le pistole d’acqua che i genitori di Matt avevano comprato per tutti i maschietti, per le bambine dei morbidi peluches a forma di animali diversi.
Si affacciò sulla veranda agghindata di festoni e preparata per accogliere un numero elevato di bambini scatenati e affamati, scorse l’amichetto del cuore dall’altra parte del giardino che arrivava spedito, veloce come una furia addosso a Ben tanto che quando Matt lo abbracciò i due bambini caddero a terra accompagnati da un tonfo spropositato.
Ben ricordò le risate gioiose dei due monelli. Ricordò anche che quel giorno era particolarmente soleggiato e caldo, perfetto per schizzarsi con l’acqua della canna in giardino e rincorrersi a piedi nudi sull’erba bagnata.
I ricordi che Ben aveva di quel giorno gli apparivano nella testa come fotografie che immortalavano bambini divertiti e sporchi di cioccolato con in testa i cappellini da festa di compleanno.
Solo un ricordo gli appariva in movimento, quello in cui vide per la prima volta la piccola Helen giocare nel prato con le amiche.
Indossava un grazioso vestitino azzurro a pois bianchi piccolini, sulla vita un nastrino blu legato con un fiocco fatto dalla mamma.
I corti capelli biondi, che non arrivavano ancora alle spalle, erano sistemati grazie a un cerchietto nero che teneva indietro la frangetta e che Helen adorava sfoggiare quel giorno.
Era circondata dalle amichette che continuavano a scappare da un branco di bambini inferociti e con in mano le pistole ad acqua, un po’ si schizzò sul vestito della dolce Helen così cominciò a rincorrere il colpevole.
Artù, il cane che all’epoca era un pastore tedesco di appena due anni, si eccitava nel vedere tutti quei bambini correre e così inseguiva il suo padroncino che gli spruzzava l’acqua.
Anche il ricordo in cui Helen parlò per la prima volta a Ben non era una semplice foto, ma un pezzetto di un film lungo diciott’ anni.
ricordò di aver sentito una voce armoniosa e gioiosa alle sue spalle.
Quando il piccolo Ben si girò vide l’immagine di quella ragazzina radiosa sorridergli apertamente, ancora bagnata per i giochi d’acqua.
Ben ricordò anche la figuraccia che fece quando rimase completamente in silezio, sorpreso da quell’insolita attenzione che sperava di ricevere un giorno.
Però da quell’incontro i due sarebbero rimasti amici, e all’alba dei diciott’anni, quando si incontravano e chiaccheravano venivano scambiati per fratelli….. già, fratelli.
< Ciao panzoneeeee!> Matt finì sulle spalle di Ben con tutto il peso che aveva facendo finire l’amico steso a terra.
“Proprio adesso che mi stava guardando Helen doveva fare l’idiota”  penso Ben quansi umiliato.
Matt era così, quando si trattava di un amico, gli faceva capire tutto il suo bene buttandosi addosso e facendogli i dispetti come un fratello maggiore farebbe con quell minore.
Matt e Helen non erano soli, avevano un fratello più grande, James che frequentava il college e tornava nel fine settimana.
Tra poco sarebbe tornato a casa, i due fratelli gli avrebbero fatto trovare una sorpresa al suo rientro e per organizzare una piccola festicciola, Matt aveva chiesto l’aiuto al suo migliore amico per eccellenza, Ben, il che lo faceva sentire più che importante, uno della famiglia.
I ragazzi raggiungiunsero il loro covo segreto che non era altro che una vecchia casa abbandonata in un parco pubblico.
Una casa dall’aspetto insolito e tetro che metteva paura alla maggior parte della gente.
Era più una villetta con le tapparelle sempre abbassate e quelle poche finestre aperte avevano i vetri rotti, il giardino intorno alla villetta era pieno di cianfrusaglie inutili e libri sul terzo occhio e argomenti abbastanza inquietanti.
Era la vecchia dimora del custode del parco e da anni correvano storie agghiaccianti sulla fine della famiglia che ci abitava.
La storia più diffusa raccontava che una notte il custode sentì dei rumori strani provenire dal parco.
Stanco morto e furioso pensando fosse l’ennesimo ubriaco che si intrufolava all’interno dello spazio per bere, prese la torcia e uscì con un bastone in mano pronto a colpirlo se avesse cercato di fargli del male.
Uscito dalla porta sul retro intravide due sagome fluttuanti in aria vestite di bianco, ma il buio della notte nascondeva bene i colori, quindi si intravedevano appena.
Le sagome pallide fluttuanti e il buio dietro di esse che non lasciava spazioe alla vista rendeva l’immagina macabra.
Per poco il custode non ebbe un attacco di cuore pensando fossero dei fantasmi.
Ma lui era un uomo troppo realista e concreto per credere a delle stupidaggini sui fantasmi.
Si avvicinò cautamente centrando di non fare rumore, il cuore a mille pompava il sangue a una velocità sconcertante.
Ad ogni passo il pover uomo sentiva la terra sotto i piedi tremare, si preoccupò che la torcia fosse salda nella mano sudata.
Una folata d’aria fece si che quelle due sagome indistinte iniziassero a fluttuare con maggior velocità.
Terrorizzato puntò la torcia contro quegli strani esseri nell’ombra e vide le facce piene di lividi e di sangue della moglie e del figlio strangolati dai cappi.
Preso dal panico l’uomo tentò di scappare nella speranza di chiedere aiuto a qualcuno ma si dice che il killer l’avesse sorpreso che correva verso l’uscita e l’avesse ucciso a pugnalate.
Il giorno dopo i primi a trovare il cadavere dell’uomo furono i mattinieri intenti a fare jogging alle sette del mattino di una domenica di pieno inverno.
Da quel momento le voci hanno sempre rivelato la presenza di fantasmi all’interno della casa e persone testimoniarono la loro apparizione mentre tutti e tre erano affacciati alla finestra della camera da letto del custode.
L’omicidio avvenne molti anni prima della nascita di Ben e dei suoi amici i quali non si sono mai fatti impressionare da storie macabre e sinistre.
Perché di storie simili venivano raccontate nei film, venivano modificate dalla gente a proprio piacimento e ormai loro erano ragazzi grandi per star dietro alle storie di fantasmi.
L’unico oggetto che poteva prestare sospetto e dare alla storiella un minimo di verità erano i due cappi appesi all’albero nel giardino sul retro, ma non per questo dovevano esserci fantasmi che girovagavano di notte in quella casa vecchia e sporca.
L’unico che un po’ credeva alla favoletta e che se la faceva sotto per ogni rumore che sentiva era Andy, che ora stava aspettando proprio fuori il cancello della villa che arrivassero i suoi amici.
< Ce ne avete messo di tempo!> si lamentò.
< è colpa di Matt! Ci mette più lui a prepararsi di sua sorella!> lo indicò Bart scocciato.
< Sei sempre il solito!> sbuffò Matt sentendosi alle strette.
“Helen…”
< Domani è il grande giorno! Vedi di fare un bel po’ di punti Leader!> disse Bart picchiettando la spalla di Matt in segno di incoraggiamento.
< Lo faccio sempre!> disse stizzito lui.
I ragazzi chiaccheravano animatamente quando Andy si paralizzò nell’istante in cui sentì un rumore sospetto venire dalla casa.
< L’avete sentito?> chiese agli altri.
< Sentito cosa?> domandò Ben.
< Quel rumore…>
< Te lo sarai sognato come sempre> replicò Bart.
< No,no ragazzi! L’ho sentito bene!>
E poi lo sentirono davvero tutti.
Un rumore strano che provenire dal giardino sul retro.
Come di un ramo spezzato in due.
E poi ancora un’altra volta e un’altra ancora.
Fino a che non videro comparire l’ombra di un uomo che veniva verso di loro.
< Oh no….>
< Scusate il disturbo mi levo subito…> disse il barbone del paese che tutti conoscevano come Willy.
< Era solo Willy, idiota!> disse Bart innervosito.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Fenixia