Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: effe_95    06/08/2013    4 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salvami, ti salverò .

47.I wish I could tell you, but it’s a thorn in my side.
Vorrei poterti dire, ma è una spina nel mio fianco.

 
<< Non hai ancora deciso cosa fare? >>
Ivan giocherellava distrattamente con una penna e disegnava strani omini sul quaderno dove avrebbe dovuto prendere appunti la mattina stessa.
Yulian sottolineò qualche altro rigo di quel libro e poi sospirò pesantemente.
<< Non ci capisco niente di questa roba! >> Bofonchiò grattandosi la nuca, Ivan gli tirò la gomma da cancellare dritta sulla guancia.
<< Non far finta di non sentire! >> Yulian lo fulminò con lo sguardo e si portò la mano li dove la gomma lo aveva colpito, in un certo senso sentiva come uno strano prurito in quella zona.
<< Ti va un po’ di the caldo? >> Domandò il biondo alzandosi in piedi, era stata una pessima idea proporre ad Ivan di preparare insieme quell’esame di letteratura, con lui non si poteva di certo studiare.
<< No, mi va solo che tu risponda! >> Lo provocò ancora una volta il moro mettendo il broncio, quel pomeriggio però, Yulian non aveva la minima voglia di cedere all’insistenza dell’amico. << Speriamo che Il’ja non si svegli proprio adesso >> Dichiarò il biondo ritornando a sedere al suo posto, alla fine si era preso un semplice bicchiere d’acqua.
 Ivan sospirò pesantemente e decise di riprendere a studiare, così per un’oretta buona Yulian riuscì a concentrarsi solo sullo studio e a non pensare a nient’atro.
<< Senti Yulian, secondo me dovresti andarci in Italia, insomma, così potrai rivederla! >>
Yulian sbuffò spazientito e chiuse il libro con uno scatto secco del braccio.
<< E’ proprio quello il problema Ivan, ma tu non puoi capire >> Yulian si rese conto troppo tardi di aver ceduto alle provocazioni dell’amico, quel ragazzo era davvero perfido quando ci si metteva. << Ti sei innamorato di un’altra? >>
<< Ma sei impazzito?! Come potrei innamorarmi di un’altra dopo solo otto mesi? >> Forse Yulian aveva alzato un po’ troppo la voce, perché Ivan si era improvvisamente zittito, ma non bastava certamente così poco per far tacere definitivamente il moro.
<< Quand’è che dovresti andarci, con tuo padre? >>
<< Dall’8 al 14 Maggio, ma papà vuole una risposta entro domani >> Dichiarò il biondo grattandosi furiosamente la testa, quasi come se potesse trovare in quel modo le risposte giuste.
<< Considerato che oggi è il 29 Aprile, hai ancora un po’ di tempo no? Non capisco cos’è questa fretta >> Commentò Ivan cominciando a dare un’occhiata distratta agli appunti di Yulian, anche se il biondo aveva una pessima calligrafia.
<< Non lo so, potrei arrivarci volendo, ma non voglio, ho il cervello in fiamme oggi >> Mormorò Yulian portandosi le mani tra i capelli e stringendo forte, come se in quel modo potesse sparire il mal di testa con tutti i suoi dubbi.
<< Ascoltami Yulian, tu ci devi andare, altrimenti lo rimpiangerai per tutta la vita >>
Ivan non era mai stato più serio di così in tutta la sua vita, e per la prima volta Yulian non sapeva davvero cosa fare, e quella cosa non gli piaceva per niente.
 
 
 
<< Scusami, ma questo non è un piuccheperfetto? >> Domandò Nathan mostrando il verbo greco sottolineato più e più volte ad una Claudia stralunata.
<< Sembrerebbe di si, questa invece? E’ una finale vero? Io le odio le finali! >> Brontolò Claudia mettendo il muso, Nathan lanciò un’occhiata distratta alla versione di latino della ragazza e annuì distrattamente.
<< Quindi è una finale? Ma come si traduce? Maledetto Cicerone! >> Si intromise Francesco mordicchiando furiosamente il tappo della sua penna, aveva il vocabolario di latino aperto ad una pagina che non serviva praticamente a niente, ed era da un’ora che si limitava a trascrivere quello che Claudia gli dettava.
<< Mancano ancora cinque righi, ce la possiamo fare! >> Dichiarò la rossa sbattendo convulsamente la testa sul tavolo, Nathan le rivolse un sorriso tirato e alzò gli occhi al cielo.
<< Non lamentarti troppo che a me ne rimangono ancora dieci da tradurre! >>
Claudia lanciò uno sguardo alla versione megalunga di Nathan e non osò fiatare, in effetti sembrava essere molto più strana e molto più difficile della sua, e tra l’altro quello che stava traducendo il bruno era greco, e non latino.
<< Basta, io vado a prendere qualcosa da bere >> Annunciò Francesco dirigendosi verso la cucina di casa sua, non era stata proprio un’idea geniale quella si studiare tutti insieme, e soprattutto con il moro che non faceva altro che perdere tempo.
<< Ho solo del the, vi va bene? >> Gridò Francesco dall’altra parte della stanza, Nathan e Claudia annuirono distrattamente, lui troppo impegnato a sciogliere quel participio e lei troppo occupata a capire cosa fosse quel genitivo.
Così suonò la porta e se ne accorse solo Francesco, che tra l’altro reggeva tra le mani anche il vassoio con le bevande, sbuffò spazientito, lasciò tutto sul tavolo e andò ad aprire con un bel broncio stampato sulle labbra.
<< Ciao, posso studiare con voi? >>
Francesco rimase scioccato quando vide la ragazza mostragli i libri di matematica e italiano, era da mesi che non la vedeva, o forse anche da un anno interno, il moro non sapeva dirlo con precisione, Agneszka sorrise leggermente e abbassò i libri un po’ imbarazzata.
<< Tu che ci fai qui? >> Domandò Francesco con la voce strozzata, e poi come faceva a sapere che loro stavano proprio studiando?
<< Sono venuta fuori la tua scuola, ti ho visto con Claudia e quell’altro ragazzo, ho sentito che parlavate di studiare insieme e ho pensato di unirmi a voi >>
Spiegò l’ucraina stringendosi nelle spalle, Francesco era altamente irritato, ma poi si rese conto che ormai non aveva più alcun pretesto per allontanarla da lui, Iliana non c’era più ormai, e lui ricordava bene di averla perdonata.
<< Vieni dentro dai >> Si arrese facendole segno di entrare in casa, Agneszka gli regalò un caldo sorriso e fece un passo in avanti, così urtò per caso un braccio del ragazzo e fece uno scatto all’indietro, come se avesse preso la scossa.
<< Scusami >>Mormorò mortificata, ma Francesco non se la prese affatto, pensando di sapere il perché di quella reazione.
<< Non fa niente, comunque noi stiamo facendo latino e greco, quindi dovrai arrangiarti >>
<< Non importa, io farò inglese allora >> Francesco fece spallucce e la condusse nella stanza delle torture pomeridiane.
 
<< E’ vero che torni una settimana in Italia? >>
Yulian sollevò un sopracciglio, guardò il suo gelato con aria stanca, indeciso se continuare a mangiarlo o buttarlo il prima possibile, e poi lanciò uno sguardo di traverso a Svetlana, che gli aveva fatto quella domanda.
<< Chi te l’ha detto? >> Chiese il ragazzo con un tono di voce abbastanza chiaro, era ovvio come la luce del sole che non voleva affatto che Svetlana sapesse una cosa del genere.
<< Ivan, è stato Ivan >> Replicò la bionda riprendendo a mangiare il suo gelato nella coppetta, si era pentita di averglielo chiesto, ma d’altra parte lei non sapeva tenersele certe cose, quindi gliel’avrebbe chiesto ugualmente prima o poi.
Yulian invece, provò l’impulso irrefrenabile di strozzare entrambi, Ivan perché non sapeva tenere la bocca chiusa, e Svetlana perché non avrebbe dovuto accettare il suo invito, anche se il quel caso la colpa era solo sua.
<< Non prendertela con lui, sono io che ho insistito. Il fatto è che ultimamente ti ho visto strano, volevo solo sapere cos’era che non andava >>
Spiegò la ragazza guardando con aria seria quel che restava di ciò che stava mangiando, Yulian la imitò, solo che lui diede atto ai suoi pensieri e decise finalmente di gettare ciò che rimaneva del suo cono.
<< Apprezzo questo tuo interessamento, ma non hai pensato che a me potesse dare fastidio? Dovresti farti i fatti tuoi, insomma >> Svetlana spostò lo sguardo altrove e smise di mangiare definitivamente, era una tipa tosta lei, quindi non avrebbe dato a vedere che ci era rimasta male, malissimo.
<< Lo vuoi finire tu il mio gelato? >> Domandò distrattamente, poi si rese conto che Yulian non aveva mai finito di mangiare il suo di gelato, e che quella domanda poteva essere anche abbastanza equivoca. << Come non detto, scusami >>
Yulian osservò con aria afflitta che Svetlana si liberava a sua volta della coppetta semivuota e tornava al suo fianco infilando le mani nelle tasche della giacca.
<< Comunque non lo so ancora se ci vado o no, papà vuole una risposta entro stasera, ma io sono nel pallone più totale >> Raccontò il biondo grattandosi la nuca, aveva davvero un’aria afflitta quel giorno, sembrava stesse combattendo contro qualcosa e che alla fine stesse anche cedendo, forse troppo stanco per continuare dopo tutto quel tempo.
Svetlana si aggrappò completamente alle sue braccia facendolo sobbalzare per quel contatto così ravvicinato.
<< Non andarci Yulian! Non andare, ti faresti solo del male, resta qui con me! >> Il grido della ragazza era stato quasi disperato, Yulian continuava a guardarla con occhi sbarrati e un’aria sorpresa, mentre la stretta della fanciulla sulle sue braccia si faceva sempre più forte.
<< Svetlana, ma cosa stai dicendo? >> Mormorò il ragazzo staccandola dalle sue braccia, cos’intendeva dicendogli di restare con lei? Yulian avrebbe dato tutto quello che aveva pur di poter rivedere Claudia anche solo un’ultima volta.
<< Non andartene, ti prego! >> Yulian allungò una mano e asciugò quella lacrima solitaria che era caduta sulla guancia della ragazza.
<< E adesso perché piangi? Io devo tornare da lei Svetlana, perché Claudia è la casa da dove sono partito, ed è la casa a cui ritornerò, sempre >>
Quelle parole le fecero più male di una pugnalata nel cuore.
<< Ma che belle parole!  Tanto tu devi comunque tornare qui dopo, soffrirai ancora una volta, e ritornare sarà sempre più difficile! >> Strillò la ragazza spintonandolo, Yulian stava cominciando davvero ad arrabbiarsi con quella tipa, perché era così testarda? Perché non riusciva a capire che lui aveva già preso la sua decisione?
<< Non mi importa, piangere, soffrire, a me basta poterla tenere qui, qui vicina al cuore, perché è lei che amo! >>
<< E allora ascoltami bene Yulian, cercherò di non ridere quando tornerai qui piangendo e con il cuore a pezzi >> Svetlana era stata così tagliente e cattiva che il veleno di una vipera le faceva un baffo, Yulian la guardò in cagnesco, fulminandola con lo sguardo.
<< Ma io, qui, non ci torno per te >>
<< Quanto sei cattivo Yulian, hai il cuore freddo! Vorrei non averti mai conosciuto >>
Yulian si ritrovò a guardare Svetlana andarsene via come una furia, piccola, piccola, sparire tra le gente, si portò una mano al cuore per sentire se fosse davvero così freddo, ma lui lo sentiva battere e pulsare sotto la sua mano.
No, era sicuro di ciò che faceva, sarebbe andato con suo padre in Italia, anche solo per farsi un po’ del male, e se avesse pianto poi, avrebbe significato solo che era umano, tutto qui.
 
 Nathan e Claudia videro entrare Agneszka in cucina e rimasero con la bocca aperta.
Francesco la seguiva dietro un po’ imbronciato e lanciò a Claudia uno sguardo di disperazione, uno sguardo che la rossa interpretò in vari modi diversi.
<< Agneszka, lui è Nathan. Mentre Claudia la conosci già >> Disse il moro accomodandosi al suo posto, i tre ragazzi si scambiarono la mano e si presentarono affettuosamente, Nathan non era certo il tipo da essere freddo con le persone nuove.
<< Agneszka, siediti qui vicino a me >> La incitò Francesco, indicandole la sedia vuota accanto a lui, l’ucraina non se lo fece ripetere due volte e si accomodò tranquillamente, come se non si sentisse nemmeno a disagio.
<< Senti Clo, ma poi l’hai risolta quella finale? >> Chiese il moro pungolando il braccio dell’amica con la penna.
<< Si, vuoi vederla? >> Domandò la rossa mostrandogli il quaderno, Francesco contrasse le sopracciglia e spalancò la bocca. << Sei un imbrogliona Claudia, questa frase non ha senso, no, non ne ha nemmeno un po’! >>
<< Senti, di meglio non so fare, provaci tu allora! >> Francesco mise il broncio e si limitò a trascrivere quello che aveva già scritto l’amica, nonostante quella frase non avesse il minimo senso logico.
<< Qualcuno di voi può aiutarmi con l’inglese? >> Domandò Agneszka con il suo accento terribilmente forte, fece saltare tutti dato che c’era un silenzio quasi surreale.
<< Lascia vedere a me >> Disse Francesco, e Agneszka sorridendo gli mostrò il quaderno.
Il moro osservò quella frase senza cambiare minimamente l’espressione sul suo viso.
“I will be by your side. No matter what happened, I will catch all your tears, even if you don’t want “  
Io sarò al tuo fianco. Non importa cos’è successo, io prenderò tutte le tue lacrime, anche se non vuoi.
<< Allora, ci sono degli errori? >> Chiese la ragazza, Francesco spostò i suoi occhi grigi in quelli quasi simili di Agneszka e pensò che non ci sarebbe cascato di nuovo.
<< No, nemmeno uno >>
Ci era cascato.
 
 
<< Papà, vengo in Italia con te >>
In cucina tutti smisero temporaneamente di mangiare al suono di quelle parole.
<< Sei sicuro? >> Yulian spostò lo sguardo sulla sorella che lo guardava con le sopracciglia chiare contratte e un espressione di dissenso.
<< Si, ho smesso di pensarci >> Replicò il biondo osservando il suo piatto pieno, non si sarebbe lasciato influenzare di nuovo, non da sua sorella, che in Italia non voleva tornarci perché non aveva avuto la stessa forza del fratello.
<< Ormai sei grande, quindi non starò a dirti tutte le conseguenze >>  Lo provocò Katerina, fissandolo dritto negli occhi, Yulian resse il suo sguardo senza problemi.
<< Mamma, direi che di botte ne ho prese nella vita, ad alzarmi, ci riesco anche da solo >>
<< Che figlio freddo che ho, credo che in parte sia un po’ colpa mia vero? >> Replicò la donna facendo un leggero sorriso in direzione del marito, Aleksandr sollevò gli occhi al cielo e non disse nient’altro.
Yulian si ritrovò a pensare che era la seconda volta che glielo dicevano quel giorno, che lui era freddo, e adesso forse se ne stava rendendo conto lui stesso, fu a quel punto però, che Il’ja, che fino a quel momento se n’era stato buono nel suo seggiolone, si sporse verso Yulian e gli afferrò la manica della maglietta.
<< Credo voglia venire in braccio a te >> Notò Aleksandr, Yulian guardò il fratello con un sopracciglio alzato, contemplando se non fosse un qualche tipo di scherzo che il marmocchio aveva organizzato per punirlo.
<< Ad Il’ja piace andare in braccio solo alle persone che hanno il corpo caldo, è un freddoloso >> Costatò Iliana giocherellando con l’insalata nel suo piatto, Yulian sorrise divertito e accontentò il fratello prendendolo tra le braccia.
<< Grazie piccolo cosacco >> Mormorò, e poi gli regalò un bacio sulla piccola guancia, a quanto pareva il suo cuore non era poi così freddo.
 
 
_______________________________________________________________________________________________
Effe_95


Buona sera.
Allora, so che sono in ritardo, ma questa volta dovete giustificarmi perché anche io ho bisogno di un po’ di relax.
Il titolo di questo capitolo è tratto dal testo di una canzone di Chloe Howl che si  chiama “I wish I could tell you”, è molto carina, ve la consiglio.
Per quanto riguarda il capitolo spero vi sia piaciuto.
Alla prossima. 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: effe_95