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Autore: Inquisitor95    07/08/2013    3 recensioni
Dal secondo capitolo:
[…] Sento il fiato mozzato per l'agitazione: manca l'ultimo nome, l'ultima possibilità per finire negli Hunger Games; Raymond Stregor prende il bigliettino contenente l'ultimo partecipante del nostro Distretto. Lo dischiude e lo posa davanti ai suoi occhi, prende fiato e legge il nome.
« Darin Sodren! » urla con tranquillità.
È il mio nome! Forse l'ho sentito solo perché ho paura di essere realmente chiamato. Mi guardo intorno e vedo che tutti i ragazzi si sono voltati e mi guardano con sguardo addolorato. Allora è tutto vero! Ormai sono un tributo per gli Hunger Games! Sento un nodo alla gola, prendo una boccata d'aria per non scoppiare in lacrime sul momento, m'incammino verso il palco, verso il mio destino, verso la mia fine! […]
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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I giorni prima della Mietitura passano molto in fretta; tutti noi ragazzi sentiamo l'ansia, è uno dei motivi per cui odio l'estate. Il caldo lo posso sopportare, ci sono modi per scampare alla sua presa; ma niente può salvarci dalla Mietitura. Niente può salvarci da Capitol City.
Mi sveglio in camera mia e trovo Seth che mi fissa con i suoi occhioni così simili ai miei; mi metto a sedere e gli rivolgo un sorriso per fargli forza. Dobbiamo andare a registrarci al Palazzo di Giustizia e da oggi i nostri nomi saranno messi nell'ampolla e domani potrebbero uscire. Entrambi rimaniamo in silenzio perché non servono parole per capire i nostri sentimenti. Nostra madre entra in camera; ha un vestito elegante di color rosso fiamma. Si è già preparata per portarci al Palazzo di Giustizia? Nostro padre oggi lavora e dovrà affrontare la preparazione tecnica del video di domani.
« Stavi dormendo!? Hai idea che ora sia? » mi domanda mia madre. Mi volto verso la sveglia e ricordo di non averla puntata. Sono quasi le dieci.
« Scusa mamma. Dammi venti minuti e sono pronto! » le rispondo. Spero che venti minuti mi bastino o lei comincerà ad urlare. Chiude la porta e resto con mio fratello.
« Come va Seth? » solo allora mi accorgo che è già pronto. Indossa una camicia a maniche corte e sportiva e un paio di jeans. Non sono gli indumenti per la Mietitura ovviamente.
« Ho paura... » sono le sue uniche parole e non so come rispondergli. Quei tre giorni sono passati e non posso negare che anch'io ho paura. Mi alzo dal letto e mi avvio verso il bagno.
« Devi stare tranquillo! Oggi non accadrà niente, devi farti vedere così sapranno che ci sei. Pensa che qualche anno fa usavano il nostro sangue per segnalare la nostra presenza » forse ho sbagliato a dirglielo perché è ancora più inquieto.
Mi chiudo quindi in bagno e ripenso a quegli ultimi giorni mentre entro in doccia. L'acqua scorre ghiacciata e riesce a svegliarmi bene; io e Ryan passiamo molto tempo insieme in questi giorni, ma l'idea che possano essere più di uno i ragazzi chiamati... mi fa girare la testa e mi viene da vomitare. Siamo anche stati al mare, non ci siamo però divertiti molto visto che l'argomento più gettonato sono gli Hunger Games. Esco dalla doccia e prendo ad asciugare velocemente i miei capelli che tornano lisci senza grandi fatiche, corro in camera e comincio a vestirmi. Al termine dei venti minuti concessi da mia madre mi trovo in salotto ed indosso un pantalone bianco e una semplice maglietta. Mia madre non è soddisfatta che io sia riuscito a prepararmi in tempo perché probabilmente avrebbe voluto richiamarmi.
Usciamo di casa tutti e tre incamminandoci per le vie del Distretto 5. La strada è praticamente vuota, in giro ci sono meno ragazzi di quanti se ne trovano di solito, tutti con le famiglie per gli ultimi momenti di intimità con loro. Potrebbero essere chiamati! Ci troviamo infine nella piazza davanti al Palazzo di Giustizia. Ci sono ancora dei Pacificatori che stanno lavorando sulle ultime impalcature e che cercano di aggiustare qualcosa che si è rotto, sembra una gigantesca cassa audio. Li fisso con odio e disgusto, loro sono alleati di Capitol City, servono per tenerci in queste prigioni. Entriamo nel Palazzo di Giustizia e vengo inondato da una piacevole frescura, tutto merito del marmo di cui è fatto il palazzo, tiene molto fresco e d'estate è un piacere andare là dentro per sbrigare qualcosa. Incrociamo il sindaco del nostro Distretto, un uomo grassoccio e calvo con una fascia che indica la sua carica. Un tempo era una persona solare e simpatica, ma due anni fa è stato chiamato il figlio se non sbaglio. Purtroppo per lui quell'edizione fu vinta da uno dei Favoriti del Distretto 1! Certo che vincono quasi sempre loro: sia nel Distretto 1 che nel Distretto 2 vengono allenati fin da bambini in un'accademia speciale. Sarebbe vietato dal regolamento degli Hunger Games, ma a Capitol City non importano questi dettagli. Vogliono sangue e intrattenimento; i Favoriti dei due distretti una volta compiuti i diciott'anni sono pronti e si offrono come volontari. Accade quasi sempre anche nel Distretto 4 dove non vengono preparati come gli altri Favoriti in accademie.
Siamo quasi arrivati allo stand, ci sono una decina di famiglie prima di noi, molti di loro hanno figli che potrebbero avere dodici o tredici anni. Solo una famiglia ha un ragazzo della mia età. Il padre dal viso severo e vestito in smoking, la madre ha la divisa dell'ospedale. Ryan non si accorge neanche che siamo arrivati e non mi sento di fargli notare la mia presenza. Sembra impegnato a discutere con il padre. Di me? Ma la sua attenzione viene richiamata da Seth.
« Zio Ryan! » gli urla abbracciandolo. Ryan si volta verso di noi, sorride a mio fratello e poi a me.
« È un piacere vederla Signora Sodren! » i suoi salutano mia madre mentre Ryan si fa strada fino a me. Ci scambiamo un bacio di sfuggita, suo padre potrebbe morire d'infarto se ci vedesse!
« È bello vederti in questo giorno così felice! » dice lui sarcastico. Sorrido e gli stringo la mano dolcemente. Lui completa la stretta e rimaniamo legati fino al nostro turno.
Tocca a Ryan visto che è arrivato lì per primo, fa il suo nome al Pacificatore oltre il bancone e quelli cominciano a prendere e firmare alcune carte e un registro. Ryan fa segno di aspettarmi fuori e io annuisco. Vado io prima di mio fratello, faccio il mio nome ed ovviamente mi trovano e scrivono. Ritorno in paranoia e torno a pensare a quante tessero ho: sono ufficialmente sei e resteranno così per un altro anno! Lascio il posto a mio fratello. È adorabile e goffo.
« Come ti chiami? » gli dice bruscamente il Pacificatore. Lo odio per come ha risposto a mio fratello. Avrei voglia di prendergli a pugni il naso.
« Seth Sodren... » risponde senza balbettare. In quel momento lo stimo forse. Ricordo che quando toccò a me c'era una donna. Era sgarbata e magra, somigliava ad un grande castoro dal viso. Avevo cominciato a balbettare. Quando poi trovò il mio nome mi cacciò via con la mano. Quest'uomo forse è anche peggio.
Alza lo sguardo verso mio fratello, non sembra essere freddo come prima; ora mostra un sorriso bianco e perfetto. « Prima Mietitura eh? » mio fratello annuisce, l'uomo finisce di scrivere i documenti e alza il viso prima di congedarlo. « Possa la fortuna sempre essere a tuo favore! »
Non solo colpisce mio fratello, ma è come se lo avesse detto a me. Quella frase l'ha inventata Capitol City per parlare degli Hunger Games, nei Giochi della Fame si deve avere molta fortuna per vincere. Sono di umore pessimo per vedere Ryan, se dovesse continuare a dire che io ho più probabilità di vincere lo picchierò. Mio fratello è sconvolto, gli occhi sono pieni di lacrime e cerca di trattenerle. Riprendo quindi a rassicurarlo mentre usciamo dal Palazzo di Giustizia.
« Devi stare tranquillo; a loro piace incutere timore. I Pacificatori sono dalla parte di Capitol City ricordi? » cerco di essere quanto più dolce possibile ma non ci sono parole che hanno effetto su di lui.
Fuori trovo Ryan che mi aspetta, è appoggiato ad una sbarra di ferro, a quel punto saluto mia madre e mio fratello che tornano a casa. Mi avvicino a Ryan e ora che nessun familiare ci guarda possiamo fare ciò che vogliamo. Mi spinge contro di lui tirandomi per le mani, prende il mio viso tra le sue e comincia a baciarmi. È uno di quei suoi baci violenti che mi fanno impazzire, ricambio volentieri quando sentiamo un gruppo di ragazzi avvicinarsi. Sono alcuni nostri compagni di classe e tra i più bastardi direi. Quello al centro è una specie di capobanda, è molto più alto di me e Ryan, è anche troppo muscoloso, sembra quasi una montagna in confronto a noi due, ha gli occhi neri come la cenere e i capelli di un bel ramato scuro. Ci fissa di traverso e ci ignora. Io e lui siamo come cane a gatto: a lui non piacciono molto gli omosessuali, anzi, non piacciono affatto! Spesso a scuola eravamo su punto di cominciare a menarci, le avrei prese probabilmente.
« Certo che Marvin è proprio uno stronzo! » dice Ryan freddo. Forse si è accorto che lo guardavo e probabilmente lo infastidisce. Marvin... non è per niente il mio tipo di ragazzo; è rozzo e maleducato, stupido e ignorante! « Per caso ti piace chi ti tratta male? » chiede con freddezza e malizia. « Potrei farlo anch'io! »
Scoppio a ridere. « Lo sai che lo detesto! Andiamo via da qui prima che esca... » dico cercando di non far cadere l'argomento su quello. Marvin aveva un fratello una volta. È successo quando avevo tredici anni, lui è più grande di un anno di me ed è stato bocciato; ricordo che quell'anno l'avevano chiamato e che il fratello si era offerto volontario come Tributo per salvarlo. Il nome di Marvin era quindi stato rimesso nell'ampolla ed aveva perso un fratello.
Io e Ryan ci spostiamo quindi verso il mare. Non siamo intenzionati a farci il bagno, vogliamo solo parlare un po', l'indomani a quest'ora Capitol City avrà i suoi tre Tributi del Distretto 5. Dobbiamo essere nella piazza alle nove in punto, se qualcuno arrivasse in ritardo verrebbe frustato probabilmente. Non stiamo molto in spiaggia perché improvvisamente il cielo si riempie di nuvole. Dopo il cielo torna sereno e vediamo un hovercraft sorvolare la città, probabilmente sta arrivando il nostro accompagnatore o accompagnatrice. Secondo il nuovo regolamento, se l'accompagnatore è un uomo si pesca prima dall'ampolla di noi ragazzi, se è una donna si pesca invece dall'ampolla delle ragazze. Quest'anno non avrà importanza visto che saremo pescati da un'unica ampolla. Ci avviamo verso casa di Ryan salendo la collina e quindi passiamo accanto al Villaggio dei Vincitori; so che ci sono cinquanta case. Ma solo dieci sono abitate ormai. Lì dev'esserci anche il Mentore del Distretto 5, dovrebbe essere un certo Norman Vonshuttle, un uomo sui quarantacinque che ha vinto la novantottesima edizione degli Hunger Games, all'epoca aveva diciott'anni. Non lo conosco personalmente, è un uomo educato e simpatico dicono, va spesso in centro perché gli piace stare con la gente, ma quando comincia luglio si chiude in casa fino alla Mietitura; a detta di mio padre lo fa perché vedere i ragazzi che potrebbero essere scelti gli provoca dolore.
Resto con Ryan per alcune orette. I suoi fortunatamente vanno a lavorare e ci lasciano casa libera, possiamo quindi farci le coccole in pace e senza preoccuparci di interruzioni; torno a casa nel pomeriggio e trovo mio fratello che dorme sul divano. Sembra avere il viso umido a causa delle lacrime. Mia mamma probabilmente dorme in camera sua e mio padre tornerà stasera. Mi siedo accanto a Seth e comincio a riflettere. L'ho lasciato da solo in un momento delicato come la prima Mietitura. Lo voglio lasciar dormire. Almeno nei sogni so che può avere pace a differenza di me che vengo tormentato dagli Hunger Games. Vado in cucina e mi preparo un panino, non ho molta fame ma devo mangiare qualcosa o rischierei di sentirmi male in mezzo alla Mietitura di domani. Il pomeriggio passa senza che me ne renda conto, alla televisione trasmettono solo cose noiose che riguardano Capitol City: i vecchi abitanti del Distretto 13 cominciano a festeggiare per la nuova edizione in cui solo due giovani su trentasei usciranno vivi. Mi viene il voltastomaco. E pensare che cinquant'anni fa il Distretto 13 non era niente, il suo unico e reale scopo sembrava essere stato quello di ottenere il potere su Panem. Non avevano intenzione di liberarci, ma di schiavizzarci e renderci utili solo come ingranaggi di una fabbrica.
È ormai sera quando mia madre si sveglia e comincia a preparare la cena, Seth si sveglia e comincia a farmi la festa, è dolce e affettuoso. Il suo nome non deve uscire! Non può... c'è solo una volta il suo nome. Nostro padre finisce prima dalla centrale e arriva in tempo per cenare con noi. Domani sarà insieme a noi alla Mietitura. Ho paura, ora più che mai, di essere chiamato. Vado a letto presto, in camera mia entra la luce della luna e dopo un'ora riesco ad addormentarmi.
I miei sogni durano troppo poco. La sveglia suona incessantemente e segna che sono le sette. Il sole è alto nel cielo ed è il giorno della Mietitura, niente potrà cambiare questo. Mi alzo a fatica e vado in cucina trovando tutta la mia famiglia già sveglia, Seth ha gli occhi rossi e colmi di lacrime, non sembra aver dormito molto. Sono ancora troppo addormentato per cominciare a preoccuparmi per lui, inoltre sono già abbastanza in ansia ed ho bisogno del mio tempo per convincermi che non sarò chiamato. Mia madre mi prepara una cioccolata calda e alcuni biscotti, bevo e mangio in fretta e corro a lavarmi, non voglio che si cominci a parlare degli Hunger Games.
Mi infilo nella doccia e posso riprendermi, lavo ogni singolo centimetro di pelle perché dobbiamo essere perfetti alla Mietitura, lavo i capelli più volte perché sono perso nei miei pensieri, finalmente esco dalla doccia e mi preparo. Mio fratello entra subito dopo di me in bagno e io corro in camera. Sono le otto passate quando ci troviamo tutti e quattro pronti per andare al Palazzo di Giustizia; mio padre indossa una giacca e un bel pantalone, mia madre ha un vestito color pesca. Mio fratello ha una camicia color lillà e un pantalone nero e largo. Io indosso una camicia morbida a mezza manica sul turchese e un pantalone stretto ma elastico dello stesso colore del carbone. Siamo pronti, usciamo di casa e andiamo in piazza.
Siamo moltissimi, divisi in due metà, da un lato ci sono i ragazzi e dall'altro le ragazze; attorno a noi ci sono i Pacificatori in modo da impedire un'eventuale fuga, oltre di loro si fermano i nostri genitori. Io e Seth ci mescoliamo tra i ragazzi. Vedo moltissimi visi conosciuti e ci scambiamo tutti dei cenni, finalmente dopo un po' troviamo Ryan che è nel mezzo del gruppo, lo affianchiamo. Sento che la mano di mio fratello trema, non lascerebbe la mia mano neanche se l'amputassero. Osservo la zona e vedo che la piazza non è molto cambiata dal giorno prima, è solo più ordinata, il grande schermo è pronto a trasmettere il video di preparazione di Capitol City. In quel momento le Mietiture staranno cominciando pure negli altri Distretti, le trasmetteranno nel pomeriggio e poi alla sera. È stato allestito il palco oltre i Pacificatori; ci sono un paio di sedie e il sindaco del Distretto 5 è già seduto insieme a Norman Vonshuttle, il Mentore è chiaramente alto ed ha un petto abbastanza muscoloso per la sua età, ha dei capelli rossi somiglianti ad una fiamma e occhi scuri e tenebrosi. Ha l'aria addolorata. Siamo tutti in silenzio quando dal Palazzo di Giustizia esce un uomo, si tratta di Raymond Stregor, ancora una volta sarà l'accompagnatore del nostro distretto; è grassoccio, pelato ed ha gli occhi grigi e spenti, tuttavia ha l'aria di chi fa il compleanno in quel giorno. Sarà probabilmente sulla quarantina di anni. Si avvicina a fatica al microfono e comincia a parlare.
« Felici Hunger Games! E possa la fortuna sempre essere a vostro favore! » dice sorridente. Cosa diavolo ha da ridere!? È di Capitol City, ovviamente non capisce come ci sentiamo! « Prima di cominciare l'estrazione, Capitol City ha come al solito un bel video per voi! » dice. Si fa di lato e al suo posto compare un gruppo di ragazzini di otto anni, canteranno l'inno.
Il video parte e loro cominciano a cantare, da un lato l'inno di Panem mi fa salire i brividi, parla della Cornucopia e di noi Tributi; sembra una sorta di incitamento, ma noi tutti sappiamo che è l'inizio della nostra fine. Dentro di me canticchio l'inno mentre alcuni lo cantano a voce alta com'è imposto; il video inizia con il sigillo di Capitol City, una voce maschile poi comincia con il ricordarci i Giorni Bui, come Capitol City e Panem tornarono alla luce, poi parla dei Giorni della Rivolta e quanto altro dolore provocarono; termina infine dicendo che tutti noi siamo imparentati con la vecchia gente di Capitol City e quindi anche noi dobbiamo soffrire. Vi è un assolo finale di un ragazzino e poi il video termina facendo scattare l'applauso dei Pacificatori e di Raymond Stregor. L'uomo caccia via i ragazzini, sembra felice di ciò che accadrà ora. Due Pacificatori prendono una gigantesca ampolla piena di bigliettini con i nostri nomi. Stregor ci fissa tutti e poi parla.
« Bene! Cominciamo con il primo Tributo il cui nome è... » si avvicina all'ampolla gigante ed infila il braccio tozzo fino alla fine. Sembra che stia cercando il Tributo.
Comincia la mia agonia. Il primo Tributo. Chi verrà chiamato non avrà possibilità di scampo, dentro di me prego con tutta l'anima perché non tocchi a Ryan e a Seth, se dovessimo finire tutti e tre nell'Arena? C'è posto solo per due! Chiudo gli occhi ma l'ansia è troppa, mi viene da vomitare e li riapro di scatto per vedere che Raymond Stregor ha preso il biglietto e lo ha portato davanti ai suoi occhi. È sorridente.
« È un maschio! » dice lui trionfante. Adesso sono io a stringere la mano di mio fratello, è l'unico sostegno che ho in questo momento. Raymond prende un profondo respiro ed urla il nome con tranquillità. « Marvin Seakin! »
Non posso che esserne felice. Non è nessuno di noi tre. Si tratta di Marvin della mia classe; lo vediamo muoversi e salire sul palco, sembra un colosso visto da lontano, è fiero di sé! Ha un ghigno sul viso ed è soddisfatto della sua chiamata. È malvagio e spero proprio che non sia lui a vincere. Ci odiamo troppo. Raymond lo fa stare in piedi alla sua destra. A quel punto si avvicina di nuovo all'ampolla gigante.
Torno a perdermi nei miei pensieri. Altri due posti. Se due di noi fossero chiamati potrebbero uscirne vincitori sul podio. Poi però mi sorge un dubbio. Ciò però accade solo se riescono a vincere e ad uccidere gli altri Tributi! Quante possibilità avrebbe mio fratello di finire sul podio? Non devo pensarci ancora. Ha una sola nomina. Non uscirà mai! Raymond prende il secondo bigliettino e lo mette davanti ai suoi occhi. È di nuovo sorridente. Prende fiato a urla il secondo nome.
« James Darson! » posa il biglietto su un piatto e vedo dei movimenti.
Darson. Proprio pochi giorni fa i miei genitori ne parlavano, dicevano che era un bravo ragazzo che lavora. Vedo chi è il secondo Tributo del Distretto mentre sta salendo gli scalini per il palco, si mette alla sinistra di Marvin e resta fermo. È alto più di me, forse uno e novanta, ha l'aria di avere anche lui diciassette anni come me, è un bel ragazzo senza dubbio; ha le braccia muscolose, spalle larghe e sembra avere muscoli sviluppati anche nel petto e nell'addome. Ha i capelli corti e neri, ciò che colpisce di più sono gli occhi verdi che somigliano a due smeraldi. Improvvisamente ho un ricordo di lui. Non un ricordo di scuola.
Ero a mare un giorno, qualche anno fa probabilmente, forse ero fidanzato da poco con Ryan. Quel giorno il sole era caldo e la temperatura alta, stavo tranquillamente immerso in acqua a fissare il cielo, era una sensazione piacevole e i miei pensieri si perdevano per la mancata nomina alla Mietitura. Sentii poi dei passi nella spiaggia. Riemersi in superficie e osservai il ragazzo. Si era fermato a pochi passi dall'acqua e mi fissava totalmente pietrificato. Mantenni il contatto visivo e lui non distolse lo sguardo, ricordo che provai imbarazzo vista la sua bellezza. Ad un tratto i nostri occhi sciolsero il contatto e lui tornò indietro scomparendo alla mia vista.
È Ryan a riportarmi alla realtà, forse si è accorto che guardo con insistenza quel James, noto che il ragazzo ricambia il mio sguardo, posso leggere la paura in lui e lo sconforto. Lui non voleva essere chiamato ovviamente! Ritorno definitivamente alla realtà quando la manona dell'accompagnatore torna nell'ampolla. Sento il fiato mozzato per l'agitazione: manca l'ultimo nome, l'ultima possibilità per finire negli Hunger Games; Raymond Stregor prende il bigliettino contenente l'ultimo partecipante del nostro Distretto. Lo dischiude e lo posa davanti ai suoi occhi, prende fiato e legge il nome.
« Darin Sodren! » urla con tranquillità.
È il mio nome! Forse l'ho sentito solo perché ho paura di essere realmente chiamato. Mi guardo intorno e vedo che tutti i ragazzi si sono voltati e mi guardano con sguardo addolorato. Allora è tutto vero! Ormai sono un tributo per gli Hunger Games! Sento un nodo alla gola, prendo una boccata d'aria per non scoppiare in lacrime sul momento, m'incammino verso il palco, verso il mio destino, verso la mia fine! Alle mie spalle sento le urla di Seth che è scoppiato in lacrime, sono sicuro che Ryan lo terrà buono fino a che non potremo parlare nel Palazzo di Giustizia, l'ultima volta probabilmente. Credo proprio che la mia vita sia finita! I Pacificatori mi fanno passare e salgo gli scalini del palco. Sento che non riuscirò a lungo a trattenere le lacrime, ho gli occhi pesanti e bagnati. Passo davanti a Marvin e James, entrambi mi fissano ma non dicono niente; Raymond mi tende la mano e mi affianca a James.
« Signore e signori, ecco a voi i Tributi del Distretto 5, un trio di ragazzi. Felici Hunger Games! E possa la fortuna sempre essere a vostro favore! »
La base musicale dell'inno parte ancora una volta e il gruppo di ragazzini riprende a cantare. Non riesco più a trattenermi. Le lacrime cominciano a solcarmi il viso, mi mordo le labbra cercando di non emettere suoni, ma sono sicuro che i miei singhiozzi si sentono perché i due ragazzi si girano verso di me. Il mio sguardo è perso in mezzo alla folla, non fisso nessuno in particolare, non voglio cercare Ryan o Seth perché mi piegherei in due e piangerei come un bambino. L'inno termina e il silenzio torna in piazza e i Pacificatori ci scortano dentro il Palazzo di Giustizia. Non abbiamo tempo per parlare tra di noi; attraversiamo le arcate e ci mettono in tre stanze separate. È una stanza vuota la mia, non c'è neanche un mobile, mi avvicino alla finestra e scoppio in lacrime, non m'importa se i Pacificatori e gli altri due mi sentono, possono anche essere loro i vincitori. Io non riuscirò mai a tornare a casa.
Rimango in lacrime per quelle che mi sembrano ore ma credo che siano passati solo pochi minuti, accanto a me dovrebbe esserci James: ho sentito i suoi genitori entrare e dirgli addio, nel mezzo credo di aver sentito anche la voce di una ragazzina, ma ora non sento altre voci. Sento solo alcuni suoi singhiozzi. Forse non vuole piangere ma è scosso certamente. Dopo un po' finalmente ho la mia prima visita: si tratta della mia famiglia.
Mia madre è totalmente sconvolta in viso, credo che sia rimasta scioccata dal fatto che uno dei suoi figli sia stato chiamato, mio padre è bianco in volto e non dice una parola. Mio fratello invece è entrato piangendo e si è buttato addosso a me, lo stringo tra le mie braccia per quanto possibile sia, riprendo anch'io a piangere ma meno di prima, ho esaurito le lacrime.
« Darin ti prego non andare! » mio fratello mi supplica. Ma io non ho voce in capitolo.
« Ascolta: mamma e papà non ti faranno mai mancare niente, vivi la tua vita come meglio credi; il tuo nome non uscirà mai nelle prossime Mietiture, il mio è stato solo un caso sfortunato » ma mio fratello non mi ascolta. Le sue lacrime coprono la mia voce.
« Perché parli così? » riesce a dire tra le lacrime. « Parli come se già fossi morto! » lo sono. Gli Hunger Games non sono neanche iniziati e sono morto.
« Io... » io cosa? Cosa posso dirgli per farlo stare bene? « Tornerò te lo prometto! Ma tu devi fare come ti ho detto va bene? » scuote la testa. Non sono bravo a mentirgli.
« Avevi detto che sarebbe andato tutto bene! » non ricordo di avergli detto quelle parole.
« Ho detto che il tuo nome non sarebbe uscito e così è stato! » mi difendo. È come se fossimo in un tribunale, devo discolparmi in qualche modo.
« Ma non è giusto che ci vada tu! » dice. Scuoto la testa e cerco di portarlo su un altro argomento.
« Ryan ti terrà d'occhio. Ricordati di Zio Ryan e promettimi che farai attenzione! »
« Solo se tu mi prometti che tornerai! » fortunatamente è mia madre a metter fine a quel battibecco.
« Non abbiamo molto tempo Seth! Dobbiamo sbrigarci! » è vero. Avranno pochi minuti a disposizione. Abbraccio mia madre più forte che posso e sento di aver trovato la forza. « Ti voglio bene Darin! » dice lei.
« Anch'io te ne voglio mamma! »
« Puoi farcela e lo sai! Sei forte, affronti i bulli ogni giorni e te la cavi benissimo... » ormai anche mia madre comincia a piangere. « Ho sempre saputo di te e vado fiera di quello che sei! » termina. Non so che altro dire. Sento che potrei ritornare in lacrime e non va bene.
Mio padre mi abbraccia pure, un tempo da bambino mi sentivo protetto quando mi abbracciava, per un paio di anni non era più stato così, ma adesso potevo sentire di nuovo quella sensazione piacevole. Lui però non può salvarmi dagli Hunger Games. « Ti voglio bene figliolo! Anch'io sono fiero di ciò che sei e scusa se ti ho fatto pensare diversamente. Non potrei essere più orgoglioso di così! » dice. Lui ha un nodo alla gola ma fa il forte e non piange.
« Addio papà! » dico. Lui non riesce più a parlare. Trova però la forza di farlo.
« Mi mancherai moltissimo! » anche lui mi ha dato per morto. Ormai sono condannato. Ho vissuto una bella vita in fondo. Un Pacificatore entra nella stanza l'attimo seguente.
« Tempo scaduto! » dice severo. Porta via i miei genitori e trascina via Seth che continua a piangere. Dice che non gli ho promesso che tornerò. Continua a ripeterlo. Io ho un nodo alla gola.
« Addio! » gli dico. L'attimo dopo la porta si chiude e sento le grida di mio fratello che si allontanano. Non lo vedrò mai più. Volto le spalle alla porta e si riapre.
Vedere Ryan mi fa crollare sulle ginocchia, tocco il pavimento freddo e sento le sue mani stringersi attorno a me, le sue labbra si appropriano delle mie, forse per l'ultima volta. Mi scosta i capelli dal viso e mi fissa negli occhi: sono lucidi. Anche lui mi dirà addio.
« Ti amo! » gli dico prima che possa parlare.
« Non parlare con me come se fossi spacciato! » dice trattenendo i singhiozzi. « Tu puoi farcela. Ricordati di noi e ti verrà la forza per vincere! »
« Non ho mai ucciso un animale, figuriamoci una persona! » gli dico io.
« Dovrai uccidere! » ribatte lui. « Nell'Arena non potrai fare altro, pensa a sopravvivere, fabbricati un'arma se non riesci a prenderla dalla Cornucopia. Sei veloce e sai trovarti un riparo! Hai capito? Tu vincerai! » le sue parole entrano in un orecchio ed escono dall'altro. Sono morto ancor prima di entrare nell'Arena.
L'unica cosa che mi resta da fare è assicurarmi che lui pensi che io riuscirò in tutto. « Proverò a vincere! »
« Non mi basta! Dimmi che vincerai, dimmi che tornerai da me! »
« Riuscirò a vincere! Te lo prometto! » non ci credo io nelle mie parole e dovrebbe crederci lui? Fa però finta di credermi.
« Ti amo! » dice baciandomi con forza. Lascio che i nostri baci s'intensifichino. Mi godo gli ultimi della mia vita.
« Tempo scaduto! » dice il Pacificatore portando via Ryan: lo vedo allontanarsi dalla mia vista e sparire oltre la porta.
Resto in silenzio con me stesso. Nella mia solitudine. Aspetto poco più di dieci minuti quando la porta si apre ancora; non aspetto più nessuno e non so chi potrebbe essere. Il volto di un Pacificatore mi appare di fronte. Il tempo per gli addii è finito credo. Adesso dobbiamo andare a Capitol City. Mi portano via dalla stanza e non vedo traccia di Marvin e James. Sono intontito perché sto ufficialmente andando a morire. Vengo scortato nell'atrio del Palazzo di Giustizia e la porta principale resta chiusa.
Attorno a me ci sono un paio di Pacificatori che probabilmente sono messi qui per evitare che uno di noi scappi. Marvin sta messo distante e mi fissa con disgusto. È un colosso e comincio già a pensare a un metodo per fuggire da lui. Con la sua forza sarebbe capace di spazzarmi le gambe e uccidermi. Meglio stare lontano da lui!
James è più vicino a me, è accanto ad una scrivania ed è appoggiato alla colonna. Mi fissa con sguardo incuriosito. Anche lui è muscoloso, non così esageratamente come Marvin, ha un bel fisico e riconosco che è attraente. Se Ryan fosse con me mi ucciderebbe... già! Ryan. Ormai non posso pensare a lui. Faccio pochi passi e sento i loro sguardi puntati su di me! Cercano forse un metodo per eliminarmi? Mi siedo sul pavimento di marmo e appoggio la schiena alla scrivania; mi metto a pensare: non ho speranze di vincere, il mio unico obiettivo sarà però restare vivo quanto più a lungo possibile e provare a tornare vivo! 

 

 

Buonasera a tutti ^^ ecco a voi finalmente i Tributi del Distretto 5 di questa nuova Edizione della Memoria. Spero che vi abbia appassionato come il primo (e anche di più) e che siate pronti a cominciare il viaggio verso Capitol City con il nostro Darin. A presto con il Terzo Capitolo. Baci baci :)!

  
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