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Autore: Sikki    10/08/2013    1 recensioni
Brian era forte. Alto, muscoloso, intelligente, tutte qualità invidiabili, che qualsiasi ragazzo vorrebbe avere. Qualsiasi meno lui stesso. Viveva costantemente sul filo del rasoio, non aveva certezze.
Zacky era un ragazzo normale. Capelli castani, occhi di un colore a metà tra il verde e l'azzurro, non era particolarmente alto ne muscoloso, era normale, proprio come tanti altri.
Due ragazzi così diversi. La persona giusta, al momento giusto.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Oh, Hi!
Prima che iniziate a leggere questa piccola pazzia, ci tenevo a spendere due parole a rigurdo. Questo è il primo capitolo di una storia divisa in tre parti, non ho in programma di scrivere qualcosa di mostruosamente lungo (date anche le mie scarse capacità conclusive). Ho voluto provare a lanciarmi nel vuoto senza paracadute pubblicando questa ff, quindi spero appreziate i miei sforzi e le mie malsane idee.
Il titolo del primo capitolo è tratto da "Are you with me" degli Sixx: AM

Non mi resta che augurare buona lettura e tornare nel buio della mia cripta

*puff* si trasforma in pipistrello e vola via

 







I can see behind your eyes

I. We both have scars
 


 









Brian era forte. Alto, muscoloso, intelligente, tutte qualità invidiabili, che qualsiasi ragazzo vorrebbe avere. Qualsiasi meno lui stesso. Si era diplomato con il massimo dei voti nonostante avesse passato l'anno sempre e soltanto per il rotto delle cuffia, viveva costantemente sul filo del rasoio, non aveva certezze… erano solo lui e la sua aura oscura. Dove c'era una rissa, nove volte su dieci, c'era anche lui. Gli piaceva prendere a pugni la faccia di ragazzi californiani egocentrici, convinti di essere i migliori, ma soprattutto gli piaceva essere pestato. Gli piaceva sentire il dolore invadergli il corpo, il sangue scorrergli sulla gola… lo faceva sentire vivo, era l'unico modo che conosceva per rendere il dolore che sentiva qualcosa di concreto. Non aveva una casa, o meglio, ne aveva una ma non la considerava tale. Una villa vicino a Venice Beach, talmente grande da potercisi perdere , peccato fosse vuota. Non c'era amore. I suoi occhi color cioccolato si confondevano con il whisky contenuto nel bicchiere stretto tra le sue mani, i suoi pensieri erano congelati come i cubetti di ghiaccio, lui era fragile e freddo come il cristallo.
 
Zacky era un ragazzo normale. Capelli castani, occhi di un colore a metà tra il verde e l'azzurro, non era particolarmente alto ne muscoloso, era normale, proprio come tanti altri. Odiava con tutto se stesso il sole e i classici stereotipi californiani. Lui era una persona ottimista, non riusciva a non sorridere, la vita per lui era come un prisma, tra tutte le sfumature possibili riusciva sempre a trovare la bellezza, anche nelle più piccole cose. Era una persona sensibile ma allo stesso tempo forte. Amava la vita e, soprattutto, amava donare felicità e affetto alle persone che lo circondavano. L'unica cosa che voleva era trovare quelle persona che riesce a sconvolgerti la vita con uno sguardo, quella persona a cui doneresti tutto se stesso pur di vederla sorridere.
E l'aveva trovata quella sera…
 
 


 
L'Highway 6661 non era mai stato tanto affollato come quel giorno, Zacky riusciva a stento a respirare, non aveva neanche lo spazio necessario per muovere le braccia. Tutta quella calca era dovuta ad una band che quella sera aveva registrato il tutto esaurito, erano nuovi in zona, o almeno, Zack non li aveva mai sentiti fino a quel momento. Avevano finito di suonare da qualche minuto ormai e lui non si era ancora ripreso completamente dal turbinio di emozioni che gli avevano scatenato nel petto. Il chitarrista era qualcosa di fenomenale, ti entrava dentro, strappava il tuo cuore e lo calpestava fino a che non smetteva di sanguinare…
- Un Jack Daniels - ordinò un ragazzo al suo fianco. Aveva una voce calda e leggermente nasale, qualcosa di dannatamente sexy. Il barista si giostrò tra i vari ordini riuscendo a preparare in tempo record il Whisky posandolo con un sorriso sul bancone esattamente di fianco a Zack.
- Vacci piano Syn, stasera non sono disposto a farmi vomitare sui tappetini della macchina pur di riaccompagnarti a casa - rise il barista per poi continuare a servire gli altri clienti con le loro pretese assurde. Quella sera volavano fiumi di alcol…
Zacky giocava distrattamente con il suo bicchiere mentre nella sua mente si susseguivano ininterrottamente immagini di quel chitarrista; non era riuscito a vederlo molto a causa della folla che lo opprimeva, ma gli era bastato guardarlo di sfuggita per qualche secondo perché gli si mozzasse il fiato in gola. Si avvicinò il bicchiere alle labbra prendendo poi tra i denti un cubetto di ghiaccio cominciando a masticarlo, continuò così per un po' fino a quando qualcuno non gli cadde addosso rovesciandogli sulla maglietta il suo drink. Zack riemerse brutalmente dai suoi pensieri e il suo sguardo si scontrò con un paio di occhi color cioccolato.
Uno sguardo spento, disperato…
Quegli occhi erano talmente scuri da sembrare pece, erano lo specchio dell'animo logorato del suo possessore... Quello sguardo che cercava invano da anni.
Gli si mozzò il fiato.
- Un coglione mi è venuto addosso - grugnì in un tentativo di scuse il proprietario degli occhi ordinando un altro Jack al barista.
- Tranquillo, in effetti cominciavo a preoccuparmi, stasera nessuno mi aveva ancora rovesciato niente addosso - sorrise Zack non appena si riprese abbastanza da articolare una frase. Spostò lo sguardo dalla sua maglia al misterioso ragazzo e, di nuovo, gli mancò il fiato per la seconda volta. Quegli occhi… quegli occhi appartenevano al chitarrista della band che aveva suonato prima.
Era fottuto.
Cercò di distrarsi concentrandosi sulla sua camicia ormai macchiata, ma sentiva comunque lo sguardo del moro bruciargli sulla pelle.
- Comunque, sono Brian ma tutti mi chiamano Synyster - sussurrò ad un tratto il chitarrista al suo orecchio prendendo Zack in contropiede e facendogli schizzare il cuore in gola in una frazione di secondo.
Quella voce… troppo vicino, decisamente troppo vicino.
- Zacky, ma di solito la gente non mi chiama - sorrise il moro stringendo la mano che Brian gli aveva offerto.
Syn rimase immobile per qualche secondo, non aveva la più pallida idea del perché stesse parlando con quel… Zacky? Ma liquidò in fretta quei dubbi inutili chiudendoli in un angolo della sua mente, il sorriso del ragazzo l'aveva devastato. In senso positivo si intende. Sentiva crescere dentro un'irrefrenabile voglia di passare il resto della sua serata con lui, voleva vederlo sorridere di nuovo, un'altra volta e una ancora perché, diamine, ne aveva un fottuto bisogno.
- Vado a fumare una sigaretta, mi accompagni? - chiese ad un tratto Brian risvegliando il moretto dai suoi pensieri. Aveva un'espressione così dolce mentre fissava la sua camicia zuppa di whisky tentando, senza riuscirci, di mascherare il rossore che si faceva strada sul suo viso.
Senza rispondergli, Zacky scese dallo sgabello afferrando il bicchiere di whisky che aveva davanti dirigendosi verso l'uscita mentre cercava tra le tasche dei jeans il pacchetto di sigarette. Syn sorrise tra se compiaciuto, forse aveva una possibilità con quel ragazzo… Aveva un fottuto bisogno del suo sorriso.
 


L'aria fresca serale investì Zacky facendolo rabbrividire; forse non era stata una buona idea uscire con la camicia bagnata fradicia. Cercò di non pensare al freddo fissando lo sguardo sul cielo stellato; la luce delle stelle l'aveva sempre affascinato, era sempre riuscito a calmarlo. Tutte quelle piccole luci lo confortavano, si sentiva meno solo, come se tra tutte quelle stelle riuscisse a trovare qualcuno disposto ad amarlo.
- Non ti piacerebbe avere una stella solo per te? - chiese ad un tratto Zack facendo voltare Synyster dalla sua parte. Il moro stava fumando una sigaretta in silenzio alternando ad ogni boccata di fumo un sorso di whisky.
- Sinceramente… non lo so, insomma, preferirei avere una stella sulla "Walk of Fame", io voglio certezze, una stella potrebbe cadere da un momento all'altro - rispose il chitarrista spegnendo la sigaretta contro il muro per poi voltarsi di nuovo verso Zacky e inchiodarlo con il suo sguardo. Quegli occhi… Aveva trovato la scintilla in quegli occhi color acquamarina, aveva intravisto la speranza, e non aveva la minima intenzione di lasciarselo sfuggire.
- Ma nulla è certo nella vita - ribatté il più piccolo inclinando leggermente la testa di lato, senza però staccare gli occhi da quelli di Syn.
- Di definitivo c'è solo la morte - sussurrò il moro sorridendo tristemente mentre si accendeva un'altra sigaretta. Doveva trovare il modo di passare ancora un po' di tempo con Zacky, il suo sorriso gli stava facendo dimenticare l'abisso nero che era la sua vita.
- Touché - rispose Zack investendolo con la sua risata cristallina. Syn non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere a sua volta, trascinato dal più piccolo. Era da tanto che non lo faceva. Rimasero in silenzio per qualche minuto, ognuno perso nei suoi pensieri. Zacky cominciava a sentire veramente freddo, la camicia non lo riscaldava poi tanto. Il più grande parve accorgersene perché lo guardò in segno di scusa.
- Che ne dici di andare a farci un giro? - propose Syn staccandosi con la schiena dal muro accompagnando il tutto con un veloce movimento del collo. Zacky annuì debolmente incamminandosi al fianco del moro sorridendo. Sperava di riuscire a scaldarsi un pochino muovendosi.
 


- Come mai eri in quel locale stasera? -
Erano seduti sulla sabbia, in riva al mare, ognuno perso nei propri pensieri quando Brian decise di parlare. Avevano camminato per un po' passando davanti ad alcuni locali nei pressi della spiaggia, ogni tanto Syn si fermava a chiacchierare con qualcuno che lo salutava non prestandogli comunque molta attenzione, mantenendo la sua aria fredda e distaccata, a tratti annoiata; Zack rimase stupito da quante persone conoscessero il chitarrista, ma continuava a chiedersi come mai, tra queste, non ci fosse nessuno capace di farlo sorridere…
Zacky si riscosse dai suoi pensieri sospirando pesantemente, smettendo di tracciare arabeschi nella fresca sabbia.
- Ci vado spesso quando voglio scappare - scrollò le spalle il moro accendendosi una sigaretta. Non sapeva perché il chitarrista gli avesse fatto una domanda del genere, ma ci passò sopra.
- E da cosa scappi? - Syn lo guardò negli occhi, perdendo lucidità per qualche istante…
Cosa gli stava facendo quel ragazzo?
- Mmm… dalle persone -
- Sai, è un po' un controsenso… insomma, vuoi scappare dalle persone e ti vai a rinchiudere in  un locale dove la serata ha registrato il tutto esaurito? - rise Synyster sdraiandosi sulla sabbia. In quel momento non gli interessava minimamente di avere i capelli o i vestiti pieni di sabbia, era stanco e gli faceva abbastanza male la schiena, voleva solo sdraiarsi.
- Tecnicamente non è un controsenso, io scappo dalle persone che conosco, che mi conoscono -
Era vero, Zachary tendeva ad allontanarsi dalle persone che conosceva ogni tanto, tutti gli volevano bene, ma si ricordavano di lui solo quando avevano dei problemi. Lui è una persona dolce, quindi non aveva mai pensato di rifiutare una richiesta d'aiuto però, qualche volta, sentiva il bisogno di scappare, di staccare dai problemi di tutti. Zacky sospirò stendendosi al fianco del chitarrista allacciandosi le braccia al busto sperando di non morire congelato, stava iniziando ad avere veramente ma veramente freddo.
- Questo vuol dire che scapperai anche da me? - sussurrò Syn fissando il suo sguardo cupo in quello del ragazzo disteso al suo fianco. Sentiva una strana morsa allo stomaco ed era quasi sicuro che fosse dovuta alle parole di Zack, non poteva essere colpa dell'alcool, almeno non quella sera dato che aveva a malapena bevuto un bicchiere.
- Dipende… - rise il più piccolo mordendosi uno snakebite sul labbro inferiore facendo spostare così lo sguardo di Syn dai suoi occhi alle sue labbra.
- Dipende? E da cosa, sentiamo? -
- Dipende se prima non muoio per ipotermia - il corpo di Zacky fu scosso dall'ennesimo brivido di freddo mentre cercava di tirarsi le maniche della camicia più giù possibile. Il moro rimase intenerito da quella visione, quel ragazzo era qualcosa di disarmante… e carino. Disarmante e carino, sì.
- Allora sarà meglio tornare, non vorrei che congelassi seriamente -
Syn si alzò da terra scrollandosi velocemente di dosso la sabbia, poi porse una mano a Zack aiutandolo ad alzarsi e insieme si incamminarono verso il locale che avevano abbandonato qualche tempo prima.
 


- E' stato un piacere conoscerti Brian - sorrise Zacky appoggiandosi distrattamente alla sua auto, cosa che normalmente non avrebbe fatto, non è che andasse poi così fiero di quel rottame che rischiava di lasciarlo a piedi in ogni momento, era più un pezzo da museo che una macchina.
- Per me lo stesso Zacky -
- Bene, allora spero di rincontrarti in giro - lo salutò il più grande voltandosi in direzione della sua macchina; non avrebbe voluto lasciare andare il ragazzo così, ma non ce la faceva. Zacky aveva già chiuso lo sportello ed era pronto a partire, ma si bloccò improvvisamente aprendo lo sportello di scatto.
- Aspetta Brian! - lo bloccò Zack scendendo dall'auto e raggiungendo il chitarrista sul marciapiede - domani hai impegni? - gli chiese a bruciapelo mordendosi la lingua subito dopo. Ma che cavolo stava facendo?! Insomma, Lui era Zackary James Baker, una persona qualunque… lui invece era Synyster, un chitarrista conosciuto e incredibile, perché avrebbe dovuto interessarsi ad uno come lui? Aveva finalmente trovato la scintilla e…
- No, sono libero - il moro bloccò il fiume in piena di pensieri di Zacky lasciando a bocca aperta.
- A...allora ti va di vederci? -
- Si può fare, dove e quando? -
Zack ci pensò su per qualche secondo poi rispose raggiante - Domani mattina al molo? Verso le dieci? -
- Andata, buona notte Zacky, a domani - lo salutò Syn incamminandosi verso la sua auto.
- Notte Brian -
 


Syn era sconvolto dalla serata appena conclusa, seduto nella sua auto non faceva altro che ripercorre l'accaduto. Si sentiva bene, bene come non si sentiva da mesi ormai, per la prima volta non si era chiuso nella sua spirale di autodistruzione finendo devastato alla chiusura della serata… Si sentiva bene, sì. Ripensò a Zacky, per tutta la serata non lo aveva chiamato Synyster neanche una volta e questa cosa… lo confortava e lo spaventava allo stesso tempo.
Scosse la testa mettendo in moto la sua auto, la mente già proiettata alla mattina seguente mentre sfrecciava per le strade deserte della città.
Non vedeva l'ora. 









  
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