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Autore: Legolas_    10/08/2013    5 recensioni
Avete mai pensato se il Campo Mezzosangue andasse a Hogwarts? Cosa succederebbe con i ragazzi? Faranno amicizia tra loro o no? I maghi insegneranno ai semidei la magia? E i semidei insegneranno ai maghi i loro poteri? Cosa succederà poi con Crono e Voldemort alle calcagna e più potenti che mai? I semidei e i maghi riusciranno a sconfiggerli o no?
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Luke!", urlò Percy tutto agitato e sudato a causa dell'agitazione che si era creata.
Non poteva crederci.. tutti quei sogni.. erano veri. Allora.. Luke stava davero arrivando!, pensò disperato. Annabeth aveva lo sguardo vuoto, perso.
Neanche lei riusciva a credere a quello che le aveva appena detto Chirone.
Il figlio del dio del mare si agitò, iniziando a camminare nel corridoio del settimo piano.
"Tutti i miei sogni..", continuava a dire ".. sono accaduti realmente! Oh per tutti gli dei..", farfugliava lui.
Annabeth continuava a stare zitta. Percy credeva che era ancora in stato di shock, ma poi lei parlò, e la sua voce era ferma e calma.
"Percy.", lo chiamò. Lui si fermò e la guardò dritta negli occhi grigi.
"I sogni che hai fatto, sono veri, giusto?", ma non era una domanda. Era un'affermazione.
Percy annuì. 
"Quindi..", iniziò lei, ma lui la fermò, continuando ad esclamare in preda al panico.
".. quindi Luke sta arrivando, ecco cosa! Ci massacrerà, ne sono certo! Adesso che ha sabotato il Campo e preso Charles..".
Ma lui continuava a parlare a vanvera, e non si accorse che Annabeth gli serrò le spalle, forte.
"Non intendevo quello, Testa d'Alghe.", disse lei.
Il figlio di Poseidone si stette zitto.
"E a cosa, allora?", domandò lui confuso.
Silenzio. 
Percy pensò che Annabeth stesse ragionando, e giurò di sentire le rotelline del cervello che si muovevano velocissime.
"Non è quello il problema maggiore.", disse poi.
Prima che Percy potesse di nuovo parlare, Annabeth gli tappò la bocca forte.
Ormai erano vicinissimi, gli occhi quasi a due centimentri di distanza..
"Ti ricordi il sogno che avevi fatto? Quello dov'eri nell'ufficio di Silente?", chiese lei.
La sua voce era incrinata; come se avesse paura.
Percy annuì.
"Ecco.. ti ricordi anche che cosa avevi visto?", e lei alzò un sopracciglio.
Percy stava per parlare, ma poi si zittì. Rimase cinque secondi muto, con lo sguardo perso chissà dove, e poi fissò Annabeth spaventato.
Poi la figlia di Atena gli tolse la mano dalla bocca.
"C'era Luke.. con il serpente nel collo e..", rabbrividì. Se tutti i sogni che aveva fatto erano veri, allora..
".. ha preso il diario.", finì Annabeth.
Percy la guardò di nuovo.
"Questo significa che Luke è veramente entrato qui e che ha preso quel diario?", domandò lui.
Annabeth annuì.
"Ma perché?", chiese confuso.
"Questo non lo so.", rispose lei.
Come era possibile tutto ciò?, si chiese Percy. Come ha fatto Luke ad entrare nel castello, se quest'ultimo è pieno di protenzioni?
Oramai era fatto.
Aveva preso quel diario nero e tutto rotto. Cosa ha d'importante quel diario?, pensò.
"Dovremmo dirlo a Silente.", disse Percy dopo minuti di silenzio.
"No, Testa d'Alghe.", le rispose Annabeth.
"Perché?".
"Perché se glielo dici allora significa che gli devi raccontare dei sogni, di Luke, di Clarisse e..", ma si bloccò.
Lo stesso pensiero dei due amici si incatenò tra le loro teste e non se ne andò.
Ci volle solo un secondo per capire, ragionare e risolvere tutto.
"Clarisse.", esclamò Percy e incominciò a correre, seguito da Annabeth, la quale aveva il viso bianco come un lenzuolo.
Scesero le scale velocissimi e andarono a sbattere contro qualche gruppetto di Tassorosso.
Non si scusarono neanche, a loro non importava quello.
C'erano solo due posti dove poteva essere.
Cercarono di entrare nei sotterranei, ma senza parola d'ordine non poterono. Aspettarono venti minuti fuori, nel caso sbucasse lei.
   Ma niente.
Allora rimaneva la Sala Grande.
Corsero e puntarono i piedi prima di entrare, visto che tutti li stavano fissando. Erano arrivati correndo, e avevano le loro attenzione tutte per loro.
Percy vide che nel tavolo dei Grifondoro c'erano i suoi amici: Harry, Ron, Hermion, Neville e i gemmelli Stoll e Weasley.
Annabeth controllò il suo e vide Cho e Luna che parlavano tranquillamente.
Poi, escludendo il tavolo dei Tassorosso, osservarono quello dei Serpeverde.
E la videro. Assieme al biondino, Draco Malfoy, ridendo e scherzando.
Evidentemente, pensò Percy, l'avevano dimessa da poco.
Senza aspettare si diressero da lei, e tutto il tavolo dei Serpeverde si voltò verso di loro, confusi, arrabbiati e schifati.
Clarisse guardò prima Annabeth e le fece una smorfia, poi squadrò Percy, ma si stette zitta.
In fondo, senza di lui, era morta di sicuro. Quindi gli doveva un favore.
"Ti dobbiamo parlare.", disse Annabeth. "Adesso.", aggiunse Percy.
Solo dopo Percy si accorse della presenza di Nico.
Li fissava confusi, passando lo sguardo da loro a Clarisse, che nel momento rispose: "Scordatevelo.".
"Clarisse, ti prego, è una cosa importante.", inziò a perdere la pazienza Annabeth.
"Ho detto di no.", continuò lei.
Percy non sapeva che fare. Dovevano controllare se Clarisse stesse bene. In fondo, lui l'aveva sognata in infermeria, dove si contorceva e aveva gli occhi come un rubino.
   Cosa alquanto strana.
"Clarisse.. non è mai successo che noi ti chiediamo un favore.. quindi, ti prego.. vieni un attimo con noi..", cercò di rassicurarla Annabeth.
"Ma sei sorda?! Ho detto di no!", le rispose di nuovo la figlia di Ares.
Percy alzò gli occhi al cielo, disperato.
Nico guardava la scena attento. Cosa volevano?, si chiese.
"Clarisse, ti prego.. è importante..!", le disse Percy finalmente.
Poi, avvenne. Durò almeno cinque secondi, che parvero un'eternità.
"Jackson, ho detto di no!", esclamò lei, in preda alla rabbia. E mentre le sue parole uscivano dalle sue labbra, gli occhi di Clarisse, da neri come la pece diventarono rosso sangue. 
   Come nel sogno.
Percy spalancò i suoi occhi verdi e Annabeth fece lo stesso.
Lo sguardo di Nico passò da Percy a Clarisse, e pure lui si spaventò. Era pietrificato.
Ma nessuno oltre loro tre se ne accorse.
Così com'era venuto, i suoi occhi tornarono neri, e ignorandoli, continuò a parlare con Malfoy.
 
 
 
Paralizzati e ancora sotto shock, i due semidei tornarono nei rispettivi tavoli, con l'umore a terra.
Era vero dunque, si disse Percy. Non sono pazzo, conlcuse.
Allora è tutto vero.. Luke sta venendo, hanno rapito Charles, Clarisse è posseduta, quel diario è stato preso da Luke, e una certa Bella sta radunando non so cosa..
I pensieri di Percy erano alquanto confusi, e per tutto il giorno non seppe che fare.
Con Annabeth non ci volle parlare; aveva troppa paura che lei scoprisse altre cose. Cose brutte.
Ron tentava di parlare con lui dei suoi poteri, e i gemelli Weasley cercavano di convincerlo per farlo partecipare agli allenamenti di Quidditch, dove i gemelli Stoll volevano partecipare.
Harry quaclche volta parlava con lui, ma niente, il figlio di Poseidone era sotto, nell'Ade, non riusciva a capacitarsi di quello che stava per succedere.
Poi, come un fulmine a ciel sereno, gli vennero in mente le parole di Chirone, quando gli diede l'impresa: "Crono ha trovato un'altra persona con cui allenarsi e adesso tutti e due vogliono distriggere il Campo e quel castello, okay? Tu e gli altri dovete andare là e proteggerlo. Dovete combattere e imparare la magia, va bene? Al Campo ci pensiamo noi, ma voi dovete andare là e proteggerli e trovare anche Nico Di Angelo!"
Un'altra persona che Crono ha trovato.. ma chi è?, si domandò Percy. E poi.. imparare la magia? 
La cosa che gli diede più fastidio era l'ultima: 'trovare Nico Di Angelo'.
Trovare, trovare, trovare.. sì, pensò Percy, l'abbiamo trovato. Ma ora? Ora cosa diamine dobbiamo fare?, si continuava a chidere, mandando il tilt il cervello.
Oh, se Annabeth l'avesse aiutata..
   Come se le avessero fischiato le orecchie, il figlio del dio del mare si ritrovò la figlia di Atena dietro, che gli sorrideva, con quegli occhioni grigi.
"Ehi Testa d'Alghe.. non pensare troppo..", scherzò lei.
"Solo se ci riuscissi..", gli rispose lui.
"Perché? A cosa pensi?", gli chiese Hermione.
Percy si voltò e mise le mani sul tavolo dei Grifondoro, nella Sala Grande, cercando di trovare le parole giuste, quando..
Si ritrovò praticamente Annabeth addosso.
Lui spalancò gli occhi basito e un ridolino proveniente da dietro lo fece tornare alla realtà.
Clarisse, Tiger, Goyle, Pansy e Malfoy erano dietro di loro che se la ridevano come non mai.
Avevano spinto loro Annabeth.
Percy si infuriò.
"Che volete?", domandò scontroso.
"Calmati Jackson.", gli disse la figlia di Ares.
"Non mi calmo.", rispose duro.
"Uuuhhh ma guarda! Jackson che protegge il sosia della sudicia mezzosangue!", esclamò Malfoy lanciando un'occhiataccia divertita a Hermione.
Ron si fece rosso e il viso gli si indurì.
"Ripetilo se c'hai il coraggio, bruto..", e cercò di avventarsi su di lui, ma Dean lo trattenne.
"Calmati Ron!", gli disse Harry.
"Ti sei fatto la fidanzata, eh?", chiese Pansy a Ron.
"Andatevene. Ora.", disse Percy fissandoli.
"E perché dovremmo?", domandò Draco alzando le spalle.
Percy si alzò, lasciando Annabeth seduta sulla panca.
Malfoy sghignazzava davanti a lui, mentre Clarisse rideva come non mai dietro Percy.
Il figlio di Poseidone stava per mettergli le mani addosso, ma una voce incrinata lo bloccò. Harry si teneva la mano sulla fronte, dolorante.
"Harry, ti fa di nuovo male, la cicatrice?", le chiese Hermione dolce.
Lui stringeva i denti, forse per alleviare il dolore, ma niente da fare. 
"Harry miseriaccia, così ci fai prendere un colpo!", esclamò Ron avvicinandosi a lui.
"Ma che sta succedendo?", domandò Annabeth confusa quanto gli altri.
"E' qui? E' vicino?", gli chiese Hermione ad Harry.
Lui annuì, continuando a tenersi la mano sulla fronte. Percy non stava assolutamente capendo un bel niente.
Chi era vicino? E perché gli faceva male?
Harry finalmente alzò il viso e con gli occhiali tondi e gli occhi verdi guardò Percy.
Perché guarda me?, si chiese lui.
Hermione, Ron e gli altri fecero la stessa traiettoria di Harry, finendo col guardare Percy. Ron deglutì, mentre Hermione urlò, tenendosi le mani sulla bocca e cadendo sulla panca.
I gemelli Weasley sbiancarono e abbassarono la testa, come Neville e gli altri.. Dean, Seamus.. tutti. Persino Ginny.
Annabeth invece continuava a guardarlo, confusa.
"Che c'è?", chiese Percy.
Nessuno parlava. Tutti stavano chini, muti e silenziosi.
"E' tornato.", disse una voce maschile affianco a lui. Si voltò e incontrò gli occhi chiari di Malfoy. Ma lui non era impaurito come gli altri, anzi.. sembrava l'incontrario.
"Chi è tornato?", chiese.
"Voldemort.", la voce di Harry era bassa e roca.
 
 
 
 
 
*spazio autrice*
Scusate il ritardo e scusate se il capitolo non è così lungo, ma serviva per la suspance^-^ Comunque, spero vi sia piaciuto!
Ditemelo con una recensione! A presto!:'D
  
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