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Autore: ChloesIvy    10/08/2013    1 recensioni
Hermione si era ritrovata non solo infuriata con uno dei suoi migliori amici, ma anche senza accompagnatore.
« Non solum…sed etiam »
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cormac McLaggen, Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling, questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
 




“Harry rimase in silenzio a meditare sugli abissi nei quali le ragazze possono sprofondare per amor di vendetta”.
Harry Potter e il principe mezzosangue, capitolo 15
 
 

 





 
 
 
« Oh accidenti! »
 
Una lezione di Aritmanzia sarebbe stata un divertente passatempo, paragonato alla prospettiva di dover sopportare anche solo un secondo di Won-Won e Lavanda in sala comune. E per di più sulla sua poltrona preferita, quella rossa, proprio vicino al camino! Mentre la sua mente vagava sulle possibili combinazioni tra fiamme e poltrone imbottite – preferibilmente con coppiette ignare – Hermione si diresse verso il dormitorio femminile, fingendo l’aria di una che non potrebbe essere meno interessata a quello spettacolino rivoltante.
Come era successo? Un giorno prima, lei, Harry e Ron, si aggiravano insieme per la scuola, come sempre, parlando e discutendo di lezioni, Silente, le solite punizioni di Harry e – quando Ron non era a portata d’orecchio – del Lumaclub, e ora Ron se ne stava avvinghiato a Lavanda Brown, baciandola come se non ci fosse un domani, ed Harry aveva un’aria strana, ed era irritabile ed intrattabile. Hermione sapeva il motivo dell’irrequietezza del suo migliore amico, non ci voleva un genio per capirlo: Harry, infatti, assumeva una leggera sfumatura scarlatta ogni volta che Ginny e Dean  entravano in sala comune mano nella mano. E la cosa più assurda era che Ginny era sempre stata innamorata di Harry e che solo ora che lei era riuscita a “distrarsi”, lui aveva scoperto di ricambiarla. Patetici.
 
Salita in camera, si accorse che non tutto era posto come doveva: ci teneva moltissimo all’ordine e ogni volta che gettava un’occhiata verso i letti di Lavanda e Calì provava moto di disgusto: libri sparpagliati sul pavimento, trucchi  e vestiti sulle coperte, asciugamani e penne sui comodini. Ad interrompere il suo ordine immacolato era una pergamena chiusa e appoggiata sulla coperta rossa e dorata del suo baldacchino.
 
« Oh accidenti! »
 
Era la seconda volta nell’ultima mezz’ora che si sentiva presa dallo sconforto. L’elegante pergamena non era altro che l’invito a quella noiosa festicciola di fine anno organizzata dal professor Lumacorno, recapitata qualche giorno prima e oggetto delle sue più sfrenate fantasie. O meglio, illusioni. Si, perché, da quanto i balbettii imbarazzati e le orecchie rosse di Ron le avevano fatto intendere, lui aveva accettato il suo invito, lui l’avrebbe accompagnata. Ma ora che l’idea non sembrava più valida, Hermione si era ritrovata non solo infuriata con uno dei suoi migliori amici, ma anche senza accompagnatore.
 
« Non solum…sed etiam »
 
Stava ancora rimuginando sull’imminente figuraccia che avrebbe fatto – Ron si era vendicato per bene del Ballo del Ceppo, e non sembrava esserci nessun Viktor Krum dietro l’angolo – che le venne un’idea. Idea geniale, anzi.
 
« Due piccioni con una fava! »

 

  
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