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Autore: Utrem    12/08/2013    3 recensioni
"Il Signore Oscuro ti cerca... ti vuole... lui ha bisogno di te... è disposto a rapirti e a catturarti con qualunque mezzo... il mio ruolo è quello di... "
Piton esitò a terminare la frase. Non solo: tutto il suo corpo sembrò essersi bloccato, in attesa della frase chiave in grado di sbloccarlo e sbrogliare il bandolo della matassa riguardo a parecchie questioni.
Harry si pentì della sua precedente distrazione e deglutì sonoramente, detenendo probabilmente il record di miglior sudorazione nel minor tempo.
" Impedirlo " concluse dunque dopo aver ripreso fiato.
Harry rimase di stucco.
"C'è... un motivo " riprese Piton dopo un po' " Un motivo che va al di là della mia fedeltà al nostro beneamato Preside e della pietà che posso provare nei confronti di un famosissimo ragazzo che è in costante pericolo di morte ".
Harry ci capiva sempre meno. Sapeva che Piton voleva dirgli qualcosa e che non era un qualcosa che gli sarebbe piaciuto dire, ma non riusciva proprio a capire di cosa si potesse trattare.
"Io sono..." breve pausa e sospiro " ...tuo padre ".
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Ho scritto questa storia ben due anni or sono (omg!). Spero vi piaccia :)
Genere: Avventura, Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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IL PADRE DI HARRY

 

Quinto capitolo – Un incontro nervoso.

 






 

 
Harry scese le scale che conducevano ai Sotterranei con una lentezza infinita. La stanchezza fisica si era aggiunta a quella mentale. L'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era saltare sul letto ed infilarsi sotto le coperte calde per dimenticare tutto. Invece ad aspettarlo c'era ancora un tempo indeterminato di sicura agonia.
Si fermò davanti alla porta dell'aula di Pozioni. Sospirò due o tre volte e un attimo prima che allungasse la mano Piton aprì la porta da dentro.
"Buonasera" mormorò Piton pianissimo "Non penso di aver bisogno di dirti che sei in ritardo, non è vero?"
Harry, stravolto com'era, non rispose.
Dal canto suo Piton non sembrò pretendere una risposta e lo fece entrare. Imbronciato ed esausto, Harry entrò e si abbandonò sulla prima sedia che trovò.
"Chi ti ha detto di sederti?" brontolò Piton col solito cipiglio autoritario "Un momento! Che cosa... cosa diavolo hai fatto all'occhio?"
Pensando che fosse stupido mentire in una circostanza come quella, Harry fu sincero.
"Un pugno" rispose semplicemente.
"Un pugno..." ripeté Piton con voce fredda " Davvero non posso crederci... hai fatto a botte proprio come un Babbano qualunque... sei proprio come- "
"Io non volevo fare a botte! È stato lui a picchiarmi!" replicò Harry irritato.
"Lui chi?" domandò con voce lenta e profonda Piton, avvicinando così tanto il suo viso a quello di Harry che i loro nasi si sfiorarono.
"Paciock" rispose Harry, del tutto incapace di dire bugie in quel momento.
"Paciock...?" ripeté Piton stavolta con voce lievemente sorpresa. Harry constatò con disgusto che Piton aveva pronunciato il nome dell'amico con così tanta enfasi da sputacchiargli addosso "Be', a giudicare dal livido, se preparasse le Pozioni tanto bene come a fa pugni sicuramente non avrei nulla di cui lamentarmi sul suo rendimento, ma a ogni modo... venti punti in meno a Grifondoro".
Harry sospirò. Per una volta non era colpa sua se erano stati tolti punti a Grifondoro.
"Ma ora bando alle ciance. Iniziamo con Pozioni. Troverai il calderone laggiù con -NON FARE QUELLA FACCIA, avresti dovuto aspettartelo dato che è la mia materia- con il mestolo".
Così per un'ora circa Harry smanettò con gli ingredienti più vari per preparare altrettante complicatissime pozioni, con Piton che ogni tanto con mano ferma gli indicava il verso giusto in cui mescolare o la quantità dell'ingrediente che doveva aggiungere. Alla fine, grazie all'impegno di Harry e ai suggerimenti del professore, tutte le pozioni si rivelarono essere state preparate nel modo giusto. Sia Piton sia Harry ammiccarono un sorriso; il primo lo ammiccò soltanto perché per principio non amava mostrarsi soddisfatto, anche se in realtà era assai contento; il secondo invece lo ammiccò perché dopo una giornata piena come quella si ricordava a malapena come si facesse a sorridere.
"Molto bene" commentò Piton con la solita cantilena "Direi che è ora di passare ad un'altra materia che mi sta particolarmente a cuore e che credo tu conosca molto bene..."
"Difesa Contro le Arti Oscure"
"Esatto. Vedi, Harry, mi sono giunte delle strane voci che insinuavano una cosa tanto incredibile quanto assurda..."
"Cosa?"
"Mi hanno riferito che sei in grado di evocare un Patronus" spiegò Piton.
"Ah sì? Oh, beh... perché è la verità. So evocare un Patronus" confermò Harry insonnolito.
"Fammi vedere"
Harry, fingendo di avere un Dissennatore davanti e concentrandosi sul pensiero più felice che gli era venuto in mente, esclamò : "EXPECTO PATRONUM!"
Dalla sua bacchetta, in un turbinio di scintille azzurre, saltò fuori un cervo che si mise a balzare allegro nella stanza. Piton sembrava profondamente interessato.
"Davvero una caratteristica degna di nota" commentò dopo un po'" Non sono molti i maghi che alla tua età sono in grado di evocare un Patronus. Questo significa che... tu hai ereditato qualcosa da me".
Harry dopo un po' si rese conto che Piton gli aveva messo le mani sulle spalle e che osservava il Patronus incantato. Quando si rese conto che la cosa non sarebbe finita presto decise di intervenire.
"Professore..."
"Ah!" Piton tolse immediatamente le mani dalle spalle di Harry e si allontanò "Stavo dicendo... hai ereditato la forma del mio Patronus... una cerva"
"Un cervo" precisò Harry.
"Potrebbe essere una cerva" ribatté Piton con decisione "Una cerva con le corna."
"Che cosa dice?! Le cerve non hanno le corna!"
"Senti, Harry, ho molti più anni d‘esperienza di te nel mondo magico e perciò CREDO di saperne qualcosa di più" replicò irritato Piton, malcelando una sorta di divertimento "Comunque stavo solo scherzando, si tratta palesemente di un cervo. Il mio patronus assume invece le sembianze di una cerva, come d'altronde si comportava anche quello di tua madre".
"Che cosa?!"
"... Passiamo ad altro" propose intelligentemente Piton per sbloccare la situazione difficile.
Quando ebbe finito di farlo esercitare con vari incantesimi di Difesa era passata più di mezz'ora. Più volte Harry aveva rischiato di crollare a terra dalla stanchezza, ma la voce tonante di Piton lo risvegliava ogni volta. Proprio mentre stava per crollare un'altra volta Piton annunciò l'inizio di una nuova attività...
"Ora che ti sei scaldato direi che è arrivata l'ora di un po' di Occlumanzia"
"Ah, Occlumanzia " bofonchiò Harry. Ne aveva sentito parlare una o due volte da Hermione. "Non possiamo rimandare ad un altro giorno?"  lo supplicò Harry.
"Perché dovremmo?"
"Sono esausto. Non ce la facciò più. Per favore, mi lasci andare".
Piton ci rifletté per un po'.
"E va bene" sentenziò infine "Ma sappi che è FONDAMENTALE che tu conosca questa branca della magia o altrimenti l'Oscuro Signore se ne approfitterà. Lui è un maestro in quel campo: se sei troppo debole per lui leggerti nella mente sarà un gioco da bambini. Vorrà dire che domani ci alleneremo tutta la sera".
"D'accordo" Pur di ritrovarsi sul suo letto di lì a poco Harry avrebbe accondisceso a qualsiasi proposta.
"Allora ciao, Harry. Sii puntuale domani sera, altrimenti..."
Ma Harry si era già dileguato.
Piton sospirò sconsolato e si abbandonò sulla stessa sedia che aveva ospitato Harry fino a un minuto prima.
Silente comparve davanti a lui, con un'aria profondamente compiaciuta.
"Allora? Com'è andato il tuo colloquio con Harry, Severus?" disse sorridendo.
"Un fallimento" mormorò Piton cupo.
"Un fallimento? Davvero?" Silente cambiò espressione, sorpreso "Quando tu mi avevi parlato di questa cosa credevo che tu avessi avuto un'eccellente idea per passare del tempo in più con tuo figlio... ed ha avuto successo, mi pare."
"L'idea è buona, Albus, è che... lui non è in grado di capire" commentò ancora più cupo Piton.
"È normale che non capisca, Severus. In fondo, ha solo quindici anni"
"Non è quello, Albus, è che... lui mi tratta ancora come uno sconosciuto, come se non avessi nulla a che fare con lui... PER LUI IO NON SONO SUO PADRE!" A Piton vennero gli occhi lucidi e se ne vergognò molto, tanto che si nascose il volto tra le mani.
"Capisco che per un padre è una cosa terribile essere rifiutati, Severus, ma lui fino a ieri pensava a sé stesso come al figlio di Lily e James Potter ed era fermamente convinto che tu fossi solo il suo professore di Pozioni. È difficile cambiare delle certezze fino a ieri così ben radicate in lui, Severus; per questo è normale che voglia mantenere con te il distacco a cui è sempre stato abituato. Io ti consiglio di rendere l'incontro meno formale e più confidenziale man mano che passano le lezioni, così pian piano si renderà sempre più conto del tuo ruolo nei suoi confronti..." Piton continuava a nascondersi, mentre Silente lo guardava con aria incoraggiante.
"I-io sto cercando di metterlo in guardia, Albus. Sento che il Signore Oscuro è sempre più vicino, lo sta cercando e lui... non..."
"Ce la farai, Severus, ne sono sicuro. L'unica cosa che devi fare è mentire sulla sua posizione e sul suo stato di salute ogni volta che Voldemort te lo chiede".
"Ma io non posso... il Signore Oscuro non è uno stupido, capirebbe che sto mentendo".
"Lui si fida di te, Severus" mormorò Silente con una perfetta imitazione della voce tonante di Piton "E anch'io mi fido. Vedrai che prima o poi anche il ragazzo capirà quanto è importante per te e, come me e Tom, imparerà a fidarsi."
"Non lo so, Albus, io... non so dove sto sbagliando" singhiozzò Piton, ormai incapace di trattenersi.
"Non stai sbagliando nulla, Severus" lo rassicurò Silente "Prima o poi tutto volgerà per il meglio e non avrai più nulla di cui preoccuparti".
Piton sembrò sentirsi leggermente meglio. Non aveva più bisogno di reprimere i singulti e aveva scoperto il volto.
"Buonanotte, Severus"
Con queste parole Silente scomparve.


 

 




-

Ed anche il quinto capitolo si è concluso.
Entrambi gli incontri presentano momenti un po' fluff, anche se mascherati dal volto sornione ed imperscrutabile del Professore di Pozioni. Soprattutto nel secondo ho voluto dare spazio all'irrinunciabile dolcezza che permea i sentimenti di Piton nei confronti del suo figlio naturale. È la prima vera volta che li vediamo senza velo... sarà l'ultima? Si vedrà...
Mentre cominciate a tormentarvi con le ipotesi (?) sul proseguimento della storia, ringrazio ancora le persone che mi stanno dando dei pareri su quanto ho scritto ed in generale quelle che stanno leggendo e appassionandosi alla fanfiction.
Detto questo, vi saluto e alla prossima - anzi, al prossimo!
   
 
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