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Autore: Angele87    07/10/2004    29 recensioni
Harry, Ron, Ginny, Hermione, Draco hanno terminato la loro scuola e adesso sono Auror... ma cosa accadrà... leggete e lo scoprirete... è la mia prima ffc siate clementi...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DA AUROR A BABBANI XXIV CHAP: “

DA AUROR A BABBANI  XXIV CHAP: “...Incubi e verità...(III parte)”

 

 

Tutti i personaggi della mia ffc sono di proprietà della Rowling (a parte qualcuno) quindi ringrazio questa grande donna per averci regalato con i suoi libri un mondo meraviglioso… quello di Harry Potter…

io ho terminato, buona lettura…

Angéle

 

 

* le parti in corsivo (come in tutte le ffc) sono ricordi…

 

 

Scusate il ritardo ma, formattando il computer,  l’adsl è saltata. Così, ho dovuto chiamare un tecnico ecc, ecc…  per farvela breve, vi ringrazio di avermi aspettato. Vi voglio un mondo di bene  e questo chap è dedicato a tutti quelli che mi seguono dalla prima puntata. GRAZIE.

 

AngéleJ

 

P.S.

le canzoni che mi hanno aiutato a scrivere, questa volta le voglio citare. Un grazie immenso, quindi, ai bravissimi Savane Garden(Two beds and a coffee machine) che con la loro musica mi fanno sempre sognare, Chantal Kreviazuk che è una meravigliosa poetessa, e naturalmente all’ultima e bellissima canzone “The reason” degli Hoobastank. Davvero, grazie a tutti.

 

 

 

Anne guardò gli occhioni particolarmente lucidi di sua sorella minore. La teneva stretta in braccio, eppure era convinta che Lily non le fosse così vicina. Quella preghiera così esplicita e straziante, che la piccola le aveva rivolto, non poteva restare inascoltata. Sospirò facendo sedere la bambina sul divano.

 Anne sentiva gli occhi di tutti i presenti puntati addosso.

 

Lo sguardo di Draco la stava scrutando come mai aveva fatto.

 

-Vuoi sapere?- chiese tentennando.

 

Lily annuì con decisione portandosi un boccolo scuro dietro il piccolo orecchio.

 

-Sì, Anne. Io voglio sapere se sono cattiva...-

 

Anne sentì il cuore stringersi a quella domanda. Come poteva essere cattiva? La sua bambina non avrebbe mai potuto esserlo.

 

-No, che non lo sei.- ripeté con decisione, sedendosi accanto a Lily, sul comodo divano.

 

Draco si appoggiò al bracciolo guardando negli occhi Anne. –Perché non inizi a spiegare. Forse le cose ci saranno più chiare, dopo-.

 

La bruna annuì sospirando.

 

-Non avrei mai pensato che questo giorno sarebbe arrivato così presto... Comunque, d’accordo. Se volete sapere io vi narrerò quello che conosco.-

 

Si tolse la sciarpa ed il cappotto appoggiandoli sul divano dietro di lei.

 

Guardò tutti quanti con i suoi espressivi occhi azzurri e prima che qualcuno potesse farle altre domande iniziò a parlare.

 

-Mia madre era una strega. Una grande strega. Apparteneva alla facoltosa famiglia Blanche, famosa per le vite dei suoi componenti, che hanno la fortuna o sfortuna di essere situate al confine tra bene e.... male....- si inumidì le labbra prima di proseguire. –Ogni appartenente può scegliere di seguire la via che gli è più congeniale. La mamma, Marissa Blanche, non fece una scelta.-

 

Maggie si morse un labbro nel sentire il nome di sua madre. Poche volte l’aveva udito, perché quel suono le faceva uno strano effetto. Non riusciva ancora a capire esattamente quello che stava dicendo sua sorella. Cosa significava che sua madre era una strega? Le streghe non esistevano! Erano solo personaggi inventati... non potevano essere vere.

La voce di sua sorella Anne, la ricondusse al discorso che con tanta difficoltà, la ragazza stava portando avanti. Tutti pendevano dalle sue labbra.

 

-La sua vita rimase sospesa nel vero senso della parola tra il bene ed il male. Non sapeva quale via era più giusta per lei, così tergiversò per molto, troppo tempo sulla sua decisione. Provava una forte attrazione per le forze del male ma subiva fortemente il fascino del bene. Le occorreva un solo motivo per pendere dalla parte dell’ uno o dell’altro. Un solo stupidissimo, motivo per ché la sua vita iniziasse a prendere una piega diversa.

Mentre lei attendeva questo segno, molti maghi oscuri avevano messo gli occhi su Marissa Blanche, la più giovane erede di quel nobilissimo e particolarissimo casato. In particolare modo, Cornelius Blanche, suo cugino.- Anne si bloccò ancora guardando negli occhi sua sorella Maggie. Poteva leggere tranquillamente lo sgomento in quelle iridi verdi e particolari, ereditati da sua madre.

Lily seguiva con la massima attenzione tutto quello che usciva dalle labbra rosse di Anne.

 

Draco manteneva gli occhi grigi sulla piccola figura della bambina rannicchiata con morbidezza sulla poltrona.

 

-Va avanti!- la esortò, all’improvviso, Lily. Voleva sapere quando entrava in scena lei.

 

Anne fece un piccolo sorriso amaro, riprendendo il racconto.

 

-Non ho mai saputo come. Mia madre non me l’ha mai raccontato, fatto sta che comunque, Cornelius riuscì a sposarla e  lei fu costretta a scegliere la parte oscura.-

 

Lily e Maggie trattennero il respiro. Cosa significava? Loro non erano cattive.

 

-I primi anni di questo matrimonio forzato, furono tranquilli, i coniugi Blanche  ebbero addirittura una figlia, un paio di anni più grande di me, Tamiara, se non sbaglio. Non l’ho mai conosciuta. Lei è l’unica  che abbia scelto il male. Mamma rimase sposata con Cornelius per parecchi anni, ed in quel periodo, una strana voce, se così vogliamo chiamarla, girava per il mondo magico. Immediatamente dopo, la profezia di Harry Potter, la Cooman ne ebbe un’altra ancora. “Sul tramontare del decimo mese, colei la cui vita è per natura appesa tra il bene ed il male, partorirà una bimba che per potere eguaglierà e supererà il Signore Oscuro. Le forze del bene e del male la contenderanno. -  Anne recitò con meticolosa precisione le parole della profezia. Chissà quante volte sua madre l’aveva intrattenuta con quei racconti che per lei, da bimba ingenua, erano solo bellissime favole.

 

-Cornelius capì che quella Cooman parlava di sua moglie. Poco più tardi, nostra madre rimase nuovamente incinta. Questa volta toccava a me, venire al mondo.- un piccolo sorriso dolce ma amaro incurvò quelle belle labbra. –Cornelius attese con impazienza il giorno della mia nascita, che avvenne il 29 Ottobre. Era convinto che fossi io la bambina di cui parlava la profezia. Si sbagliava. Io era una normalissima strega.-

 

Maggie sussultò sgranando gli occhi. Anne una strega? Questo era davvero troppo... improbabile. Sua sorella era una noiosissima secchiona che aveva ottenuto varie borse di studio per college, ecco, perché non era mai a casa. Non certo per le sue doti magiche. Insomma, era alquanto RIDICOLO.

 

-Se la prima figlia aveva scelto la parte oscura, mamma fece di tutto perché io non facessi lo stesso errore. Mi portò nel mondo dei babbani, qui a NewFreedom, da Thomas Cooper, un brav’ uomo, conosciuto in giovinezza, durante i suoi lunghi viaggi tra i babbani.- Anne guardò ancora le sue sorelle. Non  sapeva come avrebbero reagito, tutta la verità su di loro in un colpo solo.

 

-Ed io?- chiese Maggie arrossendo.

 

Anne annuì riprendendo quel racconto infinito.

 

-Quattro anni più tardi, la mamma rimase nuovamente in cinta, per la terza volta. Anche in quel caso, Cornelius sperò nell’avverarsi della profezia, ma per fortuna o sfortuna la bambina che nacque, il 13 Maggio, era tutt’altro che magica. Era una maga-no. Priva di ogni briciola di potere e praticamente babbana.... Maggie, eri tu quella bambina.-

 

La biondina storse il naso a quella rivelazione. Lei era l’unica tra le sue sorelle a non avere poteri magici. Non sapeva se prenderla con gioia o no .       

 

-Fu Cornelius stesso a pregare sua moglie di portare la bambina nel mondo dei babbani. Così, presto, ebbi una sorellina e Tom, una nuova figlia.-

 

***

 

 

Harry aprì di scatto la porta dell’aula. Il suo ex insegnante, ora collega, era seduto sulla cattedra stracolma di armi babbane smontate. Un sorriso di benvenuto albergava su quel volto ormai non più giovane.

 

-Harry.- lo salutò alzandosi per andargli incontro. Si strinsero la mano cordialmente.

 

Il moro guardò fisso gli occhi di Jefferson; non riusciva a voltarsi. Aveva paura di quello che avrebbe scoperto.

 

-Oh, Evelyn...- continuò l’uomo notando la giovane che era rimasta poco più indietro.

 

-Jefferson!- esclamò lei in risposta allungando una mano.

 

-A cosa devo l’onore di questa visita?- chiese l’auror più anziano riappoggiandosi alla scrivania. Un leggero mormorio si alzò tra i banchi.

 

Evelyn sorrise melliflua.

 

-Niente. Siamo solo venuti a curiosare sulle leve di quest’anno. Volevamo sapere chi era il migliore del corso....-

 

Jefferson sorrise.

 

- Quest’anno il migliore è una ragazza davvero in gamba.-

 

Harry respirò male quando Jefferson iniziò a cercare con lo sguardo la recluta. Una piccola figura rossa cercava di nascondersi alle spalle di un ragazzo bruno.

 

-Ehi, Virginia. Non essere timida. –

 

Ad Harry si gelò il sangue nelle vene. Con infinita calma si voltò. Il cuore si fermò per qualche secondo.

 

Seduta al penultimo banco, vestita e pettinata come tutte le reclute, stava Ginny. La sua Ginny. Aveva gli occhi lucidi ed il viso rosso più del fuoco.

 

Harry inghiottì il vuoto. In quel preciso momento, tutto nella testa gli fu chiaro. Da un po’ di tempo a quella parte gli era sembrata strana. Era certo che lo stesse tenendo all’oscuro di qualcosa di importante. Ma non poteva crederci, comunque.

La sua dolce e sincera Virginia gli aveva spudoratamente mentito.

 

La guardò così intensamente che Ginny poteva sentire i suoi occhi sul capo. Con molta titubanza, alzò la testa e i loro sguardi si intrecciarono.

 

Harry fece una ristata cattiva, sarcastica, innaturale.

 

-Complimenti, Weasley. Ottimo spettacolo...- disse tagliente e con un veloce saluto a Jefferson, lasciò come un tornado la classe di armi babbane. 

 

***

 

Un freddo innaturale albergava nei sotterranei bui e cupi del castello base di Voldemort. I respiri si condensavano in vapore. C’era un discreto movimento tra un corridoio e l’altro. Tutti i mangiamorte a disposizione erano stati adoperati per organizzare la sala in cui Voldemort avrebbe assistito al rituale della famiglia Blanche.

 

-Sei sicuro che funzioni?- Angelia si era avvicinata silenziosa a suo fratello Cassio.

 

Il bruno si voltò guardandola negli occhi.

Quel colore così particolarmente blue, quel taglio tanto dolce e regolare. Chiunque li avesse visti, mai avrebbe pensato che appartenessero alla schiera dei mangiamorte.

 

-Sicurissimo.- affermò tornando a sistemare il pugnale con il quale Hermione si era ferita qualche anno prima a casa dei suoi genitori. Ancora albergavano gocce del suo sangue sulla lama lucida e tagliente. Era quello il contatto che utilizzavano per raggiungerla.

 

-Angelia, Cassio. Iniziate a prendere posto. Sistematevi in modo da formare un triangolo.-

 

Tamiara era in piedi accanto al trono di Voldemort, sistemato lì per l’occasione. Il signore oscuro era adagiato con grazia e tranquillità. Ai suoi piedi, il piccolo Codaliscia.

Parecchi Mangiamorte erano schierati  ai lati dei muri.  Mellifluo era in prima fila con le braccia incrociate e lo sguardo indecifrabile.

 

Tamiara andò a sedersi tra i due fratelli occupando il vertice più alto del triangolo. Quella magia richiedeva una grandissima meditazione. E per raggiungere uno stato di concentrazione elevato occorreva del tempo.

 

-Iniziamo...- sibilò Tamiara afferrando le dita di Cassio ed Angelia.

 

***

 

-Fammi capire bene.- esordì Maggie toccandosi il naso imbarazzata. –Sono l’unica tra voi a non avere poteri ?-

 

Anne abbassò lo sguardo stringendosi nelle spalle. Il tono di Maggie non era inquisitorio ma per lo più accusatorio.

 

-Beh, sì.- disse con un filo di voce la più grande.

 

Maggie si mise le mani tra i capelli.

 

-Perfetto! Anche tra i maghi sono inutile. – disse alzandosi in piedi. –Per giunta mio padre, il mio vero padre non... non ha voluto che restassi con loro... io... io...- cercò di dire prima che le lacrime sgorgassero dai suoi occhi verdi. Si mise una mano sul viso correndo fuori.

 

Anne si alzò per seguirla ma TJ fu più veloce.

 

-Vado io. Tu continua a spiegare tutto a Lily.-

 

Prese le giacche e senza aggiungere altro scomparve dietro la porta.

Anne tornò a sedersi sul divano aveva ancora gli occhi di tutti i presenti puntati addosso. Non se la sentiva di continuare. Era stato doloroso, anche per lei, riportare alla memoria tutte quelle storie narratele da sua madre. Ci aveva messo così tanto per cercare di chiudere quella porta ed adesso si ritrovava sommersa da tutti quei ricordi.

 

-Anne.- la piccola mano di Lily si strinse attorno alla sua, più grande. –Continua, per favore.-

 

La bruna guardò negli occhi la bambina. Quelle pozze di metallo, che continuamente cambiavano colore, erano così tristi e desiderose di sapere che pur di non deluderla continuò il racconto.

 

-Dopo aver lasciato Maggie da Tom, la mamma cadde in un brutto periodo di depressione. Aver abbandonato due figlie nel mondo babbano e vederne una completamente rapita dal fascino delle arti oscure non doveva essere stato piacevole per lei. Cornelius, pur di far sì che  sua moglie tornasse quella di una volta, acconsentì al suo trasferimento temporaneo nel mondo dei babbani, a casa di Tom. Finalmente, io e Maggie avemmo una vera, seppur strana, famiglia.- Anne sorrise con dolcezza a quella reminiscenza. Forse era uno dei pochi ricordi davvero felici che la sua infanzia aveva avuto la compassione di donarle. –Dodici anni più tardi, qualcosa nella nostra vita s’incrinò. Un giorno, Cornelius ordinò a Marissa di tornare a casa. Seppur con riluttanza nostra madre dovette accettare, e con una grande pena nel cuore, ritornò al Blanche Manor.  Non la vidi né sentii per circa 9 mesi. In quel periodo, ero in cerca di un lavoro, quindi, passavo molto tempo nel mondo magico. Strane quanto inquietanti notizie giravano sul conto della famiglia Blanche, tutte parlavano di una nuova e presunta gravidanza della signora Marissa, della possibilità che quella volta sarebbe stata quella giusta.

Cercai spesso di mettermi in contatto con mia madre, ma non ci riuscii mai. Fino a quando, un 31 ottobre, Marissa si presentò nuovamente alla porta di Tom con un piccolo fagotto tra  le mani. Scoppiò a piangere tra le braccia dell’ uomo che per tutta la vita mi ha fatto da padre. I suoi singhiozzi sono ancora vividissimi nelle mie orecchie. : “Lei Tom! E’ lei capisci! La mia piccola, è l’erede di Voldemort. E’ la sola che può prendere il suo posto... Ed io non voglio che accada. Ti prego occupati anche di lei, non farla arrivare nelle mani di Cornelius...”-

 

Anne rimase per un po’ in silenzio. Gli occhi lucidi e prossimi al pianto. Avrebbe smesso all’istante il racconto, se una mano forte e gentile non si fosse posata sulle sue.

Alzò il suo sguardo blue andando ad incontrare quello grigio e magnetico di Malfoy. Immediatamente, si sentì arrossire ma pronta a continuare.

 

-La mattina successiva Marissa era sparita. Aveva lasciato un solo biglietto in cui c’era scritto che ci avrebbe amato per sempre. Nient’altro. Da allora, non abbiamo più avuto notizie di mamma. So, che hanno provato a cercarci, ma chissà per quale caso fortuito non ci sono mai riusciti.-

 

Anne finì il racconto con un piccolo sospiro. Non credeva che sarebbe arrivata alla fine senza scoppiare mai a piangere. Si voltò a guardare Lily che aveva lo sguardo perso nel vuoto. La piccola bocca rossa semi aperta, le sopracciglia corrugate nella smorfia di riflettere.

 

-Tutto a posto?- chiese la bruna slacciando una mano da quella di Draco e appoggiandola con infinita dolcezza sulla piccola testolina della sorella minore.

 

Lily si voltò a guardarla mordendosi le labbra.

 

-Io... io sono l’erede di Voldemort?-

 

Anne annuì col capo.

 

-Ma come faccio ad essere l’erede di qualcuno che non ho mi visto in vita mia?-

 

Anne trattenne un piccolo sorriso chinandosi a baciarle la fronte. –Non lo so.- le rispose con sincerità.

 

-Ma Voldemort è cattivo?-

 

La bruna annuì ancora.

 

-Allora, io sono cattiva.- concluse con un filo di voce.

 

Anne e Draco scossero il capo con la stessa violenza e nello stesso istante.

 

-Assolutamente, No. – disse Draco inginocchiandosi davanti alla piccola e prendendole il viso tra le mani. –Sei solo una piccola strega che ha gli stessi poteri di Voldemort. E’ ben diverso. Tu non sei uguale a lui e per questo che loro ti volevano, così ti avrebbero costretto ad essere cattiva. Ma tu non lo sei, principessa. Non lo sei affatto.-

 

Lily guardò negli occhi Draco.

 

-Di...dici davvero?- gli chiese ricacciando indietro le lacrime.

 

Malfoy sorrise annuendo con determinazione.

 

-Potrei mai mentirti?-

 

Lily rincuorata dal commento dell’uomo aprì il suo visino in un bel sorriso tranquillo. Gettò le braccia al collo dell’ex-auror biondo e come ogni volta trovò quel contato così pacifico, che sentì la voglia di piangere scivolarle via, e, finalmente, nessun più strano pensiero le girò per la giovanissima mente.

 

Quell’adorabile quadretto famigliare fu distrutto da un urlo devastante proveniente dal piano di sopra.

Hermione stava strillando.

 

***

 

Maggie si circondò le gambe con le braccia. Affondò il viso arrossato e rigato da qualche lacrima sporadica, che lenta scendeva a scalfirle le belle guance, nella pesante stoffa dei jeans scuri che indossava.

La maglia a righe multicolori era bagnata in quei punti, dove qualche goccia salata era andata a posarsi. I lunghi capelli biondi scendevano lungo le spalle e sul viso, celandoglielo.

 

Non era certo in forma smagliante.

Scoprire che la tua famiglia è formata da maghi e streghe è già abbastanza scombussolante, senza l’aggiunta di quel piccolo, quanto fastidiosissimo particolare, di essere l’unica diversa, tanto disonorante da essere ripudiata dal tuo stesso padre.

 

Maggie si sentiva sola, indesiderata e, perché no, esclusa da quella situazione che per quanto terrificante potesse essere, riguardava, comunque, gran parte della sua famiglia. Sospirò profondamente prima di stringersi maggiormente nelle spalle.

 

Una piccola pressione alle sue spalle la fece sussultare, ma quando due braccia ben conosciute, si serrarono attorno ai suoi fianchi, ed una fronte si appoggiò con dolcezza contro la sua schiena, capì di non avere nulla da temere e come le succedeva sempre, ogni volta che TJ cercava di consolarla, si sciolse in un pianto liberatorio, così sentito e straziante da far commuovere anche il rossiccio.

 

-Io sono… mi sento…- Maggie singhiozzò con forza voltando appena il capo per incontrare gli occhi di TJ, che aveva appoggiato la sue testa sulla spalla della biondina. Quelle iridi terribilmente chiare commosse fino a diventare lucide.

 

-Shhh…- le disse baciandole la guancia bagnata. –Non cercare di spigarmi quello senti. Io non riuscirei a capire molto… ma non preoccuparti io sono qui, come lo sono sempre stato.-

 

Maggie si voltò di scatto gettandogli le braccia al collo. Sprofondò la sua testa nel petto del giovane respirando a pieno quel profumo di pulito che tanto la rilassava. TJ la strinse forte a sé baciandole con delicatezza i capelli. Era così fragile ed indifesa.

 

-Io mi sento terribilmente… io non ho… non faccio parte di nessuna famiglia!- concluse calmandosi appena. Le lacrime continuavano a scendere copiose da i suoi occhi verdi.

 

-No! Non è vero…. Tu ce l’hai una famiglia, Maggie. Hai una padre stupendo, delle sorelle che ti vogliono bene e poi… beh, poi, hai me. Tu per me sei tutta la mia famiglia, le tue sorelle sono le mie e Tom, beh, lui è il padre che non ho mai avuto… quindi non credo che tu non abbia una famiglia.-

 

Maggie annuì contro il suo petto arrossendo appena. Non pensava che TJ la considerasse la sua “famiglia”.

 

-Io… io sono diversa.- aggiunse Maggie guardandolo negli occhi. –Anche nell’anormalità sono l’eccezione. Signori e signore sono orgogliosa di presentare la persona più STRAMBA del mondo, Margareth Kathlynne Cooper o Blanche!-

 

Nonostante la situazione, entrambi non poterono evitare di ridacchiare.

 

-Ridi?- fece Maggie scandalizzata. –Qui c’è da piangere…-

 

TJ la strinse nuovamente forte a sé. –Mi sembra che quello l’abbiamo già fatto.-

 

Maggie si accoccolò tranquilla tra le sue braccia respirando a pieno quella bellissima sensazione di completezza che provavano entrambi quando erano stretti l’una all’altro.

 

-Sono davvero la tua famiglia?- chiese titubante la biondina voltandosi appena per guardarlo. TJ si chinò su di lei rubandole un piccolo bacio a fior di labbra.

 

-La più bella che io abbia mai avuto.- le disse appoggiando la sua fronte contro quella di lei.

 

Maggie arrossì quando ebbe l’irrefrenabile impulso di avvicinarsi e cancellare nuovamente la distanza tra le loro bocche. Questa volta per un vero contatto.

Così, all’improvviso, senza rifletterci, tutti e due, si mossero nello stesso istante. Le loro labbra si incastrarono alla perfezione. Sembrava che entrambi conoscessero già tutto della bocca dell’altro, perché apparivano così esperti e disinvolti. Ben presto, entrambi si spinsero oltre il casto e semplice bacio che spesso si erano scambiati. Il contatto divenne profondo ed intimo. E mai nessuno dei due provò una tale sensazione di dipendenza l’uno dall’altra.

 

Erano così presi dal momento, che non si accorsero del primo urlo che proveniva dalla casa.

 

***

 

Harry colpì a vuoto l’aria. Uno, due, tre volte. Era nervoso. Mai lo era stato così tanto. Andava su e giù nella palestra della base continuando a guardare nel vuoto. Si sentiva male fisicamente e moralmente. Aveva il cuore in pezzi, e quella strana sensazione, gli provocava una discreta nausea.

 

Si sentiva un grifondoro in gabbia. Misurava a grandi passi l’ambiente in cui era imprigionato da più di tre ore.

 

Tante domande gli vorticavano nella testa. Come, dove, quando ma soprattutto PERCHE’ ? Perché gli aveva mentito? Le aveva mai impedito di fare qualcosa o di decidere liberamente della sua vita ?

 

“Andiamo! Se l’avessi saputo, avresti fatto di tutto per farle cambiare idea…” gli disse una vocina insopportabile nella testa.

 

-E allora?- gridò contro l’aria immobile della grande stanza. L’eco si diffuse rapidamente. –Almeno sarebbe stata sincera…- aggiunse tra i denti.

 

“Non è una cosa così grave. Non puoi farle una colpa se ha voluto, che tu, il suo ragazzo, non sapessi niente.

 

Harry strinse forte i pugni lungo le braccia. Tremava leggermente.

 Mentre cercava di rilassarsi l’immagine di Ginny vestita da addestrante gli apparve nella testa. Caricò il pugno e lo sferzò nell’aria con tutta la sua forza.

 

-Nervosetto?- la voce di Evelyn lo interruppe.

 

Harry alzò gli occhi al cielo. Quella ragazza era l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.

La guardò con astio sbruffando leggermente.

 

-Cosa vuoi, adesso?-

 

Evelyn si strinse nelle spalle andandosi a sedere sull’asse d’equilibrio. Accavallò le gambe lunghe e sode fasciate dalla pesante stoffa dei pantaloni neri della divisa.

 

-Voglio solo darti una mano.- gli rispose con un sorriso.

 

Harry avrebbe tanto voluto cancellarglielo con un ceffone ma la sua legge morale, secondo cui le ragazze non andavano mai sfiorate, nemmeno con un fiore, lo trattenne. Aggrottò la fronte,  mettendosi le mani in tasca.

 

 -Mi avresti dato una mano se per una volta nella tua esistenza non ti fossi impicciata della mia vita personale.-

 

Evelyn si grattò il naso con noncuranza, sembrava quasi che quel discorso non riguardasse minimamente lei.

 

-Io sono solo stata sincera nei tuoi confronti. Se lo fosse stata anche Virginia, adesso, non saresti qui con me a roderti il fegato dalla rabbia, Harry.-

 

Il moro strinse gli occhi. In effetti, quella piccola viperetta aveva ragione. Non era solo colpa sua. Se, semplicemente, Ginny gli avesse detto la verità! In quel momento, di sicuro, la starebbe coccolando.  Avrebbe avuto le sue dita affondate in quei bellissimi ciuffi ramati, e i suoi occhi impegnati a scrutare ogni centimetro di quella esile figura, placidamente addormentata tra le sue braccia.

 

-Perché non te ne vai e mi lasci in pace?- le disse velenoso sedendosi con pesantezza sull’asse d’equilibrio.

 

Evelyn sorrise melliflua accomodandosi meglio accanto a lui. Si portò a cavalccioni a qualche centimetro dalla schiena dell’auror.

 

-Sei troppo teso.- disse con tranquillità indicandogli la schiena. – Dovresti fare un bel massaggio…-

 

Harry inarcò un sopraciglio.

 

-Tu sei l’ultima persona al mondo da cui vorrei essere toccato, in questo momento…-

 

Evelyn rise.

 

-Dai! Non sono mica velenosa. Sono davvero brava nel massaggio shazu… in fondo non ti costa niente.- disse persuasiva posandogli le sue piccole mani calde sulla schiena.

 

Harry s’irrigidì immediatamente. Cercò di opporsi ma le abili dita della ragazza avevano iniziato il loro lavoro dolce e duro nello stesso tempo. In pochi minuti, sentì i muscoli della schiena e del tutto il corpo rilassarsi come non mai.

 

-Ti va di parlarmi un po’ di te?- chiese con voce dolce e tranquilla la donna.

 

Harry non seppe mai il motivo ma, prima di accorgersene, si ritrovò a parlare dei suoi problemi con quella ragazza che, più di tutto al mondo, doveva tenere alla larga.

 

***

 

-Ma che faccia tosta!- esclamò arrabbiata Lucrezia mentre percorreva con Ginny i corridoi della base di Auror. L’ultima lezione era terminata qualche minuto prima e quello strano trio si aggirava con passo veloce per gli ambienti luminosi e asettici dell’edificio. –Farti fare quella figura davanti a tutti…- continuò stringendo ancora maggiormente i volumi tra le mani. 

 

-Lu… perché non la finisci con questa cantilena?- la riprese Joseph, il ragazzo più alto. Era l’unico che riusciva a far zittire quel piccolo vulcano.

 

-No.- gli rispose apertamente Lucrezia. –Non aveva nessun diritto di farle quella scenata.-

 

Ginny sospirò cercando di ricacciare indietro le lacrime che premevano per uscire da quando aveva visto Harry entrare nella sua classe di armi. Le era letteralmente preso un colpo. Il cuore le si era fermato per alcuni secondi, mentre la strana sensazione di un nodo alla gola la costringeva a boccheggiare in cerca di ossigeno.

 

-Lo so, che il capitano Potter non si è comportato bene, ma non è il caso di ricordarglielo ogni 5 minuti. Lasciala respirare.- concluse il ragazzo cercando di difendere il suo mito.

 

-Ma io…- Lucrezia cercò di ribattere prima che Joseph le facesse segno di guardare il visino pallido e dispiaciuto di Ginny, che al contrario, non aveva parlato più, da quel brutto momento.

 

-Ehi…- disse ancora la brunetta posandole una mano sulla spalla. –Non essere giù.- 

 

Ginny si voltò sorridendole con dolcezza. –No, non preoccuparti. Sto bene.-

 

Lucrezia le tolse una ciocca rossa dal volto. –Sì, certo. Stai bene come può stare bene una tigre in una gabbia.-

 

Ginny rise a quel paragone. Spesso era stata paragonata ad un’aggraziata tigre in gabbia.

 

-No . Davvero Lucrezia. Grazie del tuo interessamento ma sto bene, nonostante tutto.-

 

La brunetta cercò con gli occhi l’aiuto di Joseph che continuava a camminare in silenzio a loro fianco.

 

-Ti va di venire insieme a noi?- le propose, all’improvviso, mentre gli occhi dal taglio orientaleggiante si illuminavano.

 

Ginny scosse il capo. Non le andava molto di uscire. Ma non voleva nemmeno tornare in camera sua. Sapeva che avrebbe pianto tutta la notte.

 

-Non mi va di uscire.-

 

-Se vuoi puoi venire da noi. Abbiamo un piccolo appartamentino giusto fuori la base. Lo condividiamo con un mio amico. Ti cedo il mio letto, così potrai dormire con Lucrezia.- intervenne Joseph, con un sorriso.

 

Lucrezia saltò sul posto tutta contenta. –Ottima idea, Jo. Dai vieni, ci divertiremo.-

 

L’entusiasmo esplosivo di Lucrezia coinvolse anche lei.

 

-Io… non so che dire.-

 

Lucrezia le prese le mani -Dicci solo che accetti. Ti prego. Non ho mai avuto un’amica donna.-

 

Joseph cercò di sopprimere una risata mentre scoccava un bacio sulla guancia della ragazza. –Forse perché sei un maschiaccio?-

 

La brunetta fece finta di sentirsi offesa allentando un piccolo ceffone sul braccio dell’amico. –Allora?- continuò rivolta a Ginny.

 

La rossa sorrise incapace di rifiutare un simile invito e, con gli occhi un po’ lucidi, annuì col capo.

 

***

 

Il sottoufficiale James, camminava tranquillo per le placide vie di Londra. Non riusciva ancora a capire cosa l’avesse spinto ad accettare la proposta indecente di Evelyn.

 

-Dovrai solo tenermela lontano…- gli aveva detto con un bel sorriso. –Al resto penserò tutto io.-  

 

Si sentiva un po’ male. Non era mai stato bravo a soffiare le ragazze degli altri. Di solito, era sempre il contrario. Certo, gli avrebbe fatto piacere prendersi una bella rivincita sul capitano Potter, ma non così. Lui era un uomo d’onore. E soprattutto amava le sfide. Harry, però, aveva allentato la presa. Sentirsi tradito e preso in giro non doveva essere una bellissima sensazione.

 

-Andrew?- la voce di Evelyn lo riportò alla realtà. Dovevano incontrarsi in quel piccolo locale nei pressi della base. Il loro piano era a buon punto ma dovevano ancora sistemare alcuni luoghi ostici.

 

Il giovane auror bruno si voltò. Una strana sensazione d’imbarazzo lo investì quando posò i suoi occhi sulla giovane donna.

Doveva ammetterlo.

Ginny era bella, molto bella. Ma il capitano McNarth era qualcosa di incredibilmente sexy e conturbante. Avrebbe potuto avere tutti gli uomini della base ai suoi piedi. Per questo, James, non riusciva ancora a capire il motivo di tutto quell’accanimento nei confronti di Harry.

 

La luce del tramonto colpiva in maniera deliziosa i capelli scuri e lisci della donna. La gonna corta e nera lasciava vedere perfettamente quelle gambe sode e rotonde nei punti giusti. La camicia bianca ed il giubbetto di pelle aderenti rendevano ancora più aggraziate le curve sinuose del suo corpo. Il leggero ombretto e la matita facevano risaltare quegli occhi particolareggianti. Il cui colore variava dal nocciola al verde molto scuro.

 

James arrossì mentre con lo sguardo percorreva ogni millimetro della figura della donna, in piedi, davanti a lui. Con quel portamento così sicuro ed elegante. Quello sguardo curioso ed intelligente.

 

-McNarth.- rispose cercando di nascondere il suo rossore.

 

-Sei in ritardo- lo rimproverò la donna anticipandolo nel locale a pochi metri di distanza.

James sospirò prima di seguirla.

 

L’aria calda e il vociare assordante lo disorientarono. Faticò un po’ prima di individuare Evelyn che gli indicava la posizione del tavolo.

 

-Uno, un po’ più nascosto, potevi trovarlo, capitano?- la riprese bonariamente accomodandosi di fronte alla donna.

 

Evelyn sorrise, mostrando la sua dentatura bianca e regolare. James sentì una strana sensazione di felicità nel vederla abbozzare un sorriso ad una sua battuta.

 

-Cosa ordini?- gli chiese guardando con attenzione il menù.

 

James si grattò la testa. Quella donna lo stupiva ogni giorno di più.

 

-In realtà, nulla. Voglio solo sapere le ultime novità. Sono in ritardo, devo tornare a casa.-

 

Evelyn fece una piccola smorfia dispiaciuta. –Che peccato. Ed io che mi ero fatta tutta carina, per te.-

 

James sorrise. Si puntellò su un gomito guardandola leggere il menù.

 

- Tu  sei sempre carina, per me.-

 

Evelyn alzò e riabbassò, velocemente, lo sguardo, mordendosi le labbra. James non ne fu proprio sicuro, ma gli parve di vedere un’ombra rossa imporporare quelle belle guance morbide.

 

 - Oggi, ho parlato con Harry. Ha scoperto tutto, quindi, da domani, puoi iniziare il tuo lavoro.- quando parlò, Evelyn lo fece in un modo veloce ed asettico.

 

James stentò a riconoscerla.

 

-Tutto, Ok?- le chiese quando la vide rimettere a posto il menù e infilarsi il giubbino.

 

Evelyn alzò lo sguardo sorridendo.

 

-Certo,- si alzò dalla sedia circumnavigando il tavolo –Solo che questo vociare mi da fastidio. Quello che dovevo dire l’ho detto. Quando avremo bisogno di parlarci ci incontreremo, di nuovo. Ora vado, i miei genitori mi hanno invitata a cena. Vogliono farmi conoscere il 100° candidato. Sai, qualche altro giorno potrei affittarti come mio fidanzato da presentare ai miei… forse smetterebbero di rompere.-

 

James si alzò con lei accompagnandola alla porta. Una volta fuori aggiunse: -Tra un po’, avrai un vero fidanzato da mostrare. Per giunta, anche famoso.-

 

Evelyn si strinse nelle spalle. –Speriamo. Beh, buon lavoro Sottoufficiale Andrew.-

 

James sorrise, facendo un saluto militare. –Grazie, capitano.-

 

E senza aggiungere altro si separarono.

 

***

 

Draco ed Anne si precipitarono su per le scale. Salirono i gradini  così velocemente che rischiarono spesso di inciampare. Le urla di Hermione continuavano a farsi sempre più frequenti.

 

Avevano lasciato la piccola Lily al piano di sotto con Lewis raccomandandosi con entrambi di non lasciar passare nessuno.

 

Un quarto urlo di Hermione fu immediatamente seguito da uno di Ron che letteralmente sbraitava contro il povero medimago.

 

-MA COSA CAZZO STA FACENDO?- urlò.

 

Anne e Draco aprirono la porta, proprio nel momento in cui, Ron afferrò il piccolo uomo bruno per la collottola. Lo scosse con forza, alzandolo di qualche centimetro dal pavimento.

 

Draco intervenne, togliendo dalle mani di quella furia rossa il povero mal capitato. -Sono un medimago.- si difese accarezzandosi la gola. –Non me n’intendo di magia nera.-

 

Ron si girò. Aveva gli occhi lucidi e il volto rosso più dei suoi capelli. –Se non può fare niente, allora la prego di andare via.-

 

Il medimago non se lo fece ripetere due volte e, con un colpo di bacchetta, svanì nel nulla.

 

Tutti concentrarono la propria attenzione sulla bruna che, nel frattempo, non aveva smesso un attimo di dimenarsi e lamentarsi.

I capelli erano arruffati e sconvolti mentre il lenzuolo era arrivato dall’altra parte della stanza. La leggera camicia da notte azzurra era scivolata oltre il ginocchio.

 

-HERMIONE!- gridò il rosso precipitandosi su di lei. L’afferrò per le spalle scuotendola. –EHI, MI SENTI?!-

 

Mentre, Ron gridava per farsi sentire, Draco si era avvicinato al letto fissando incuriosito la mano di Hermione. Lo strano bagliore viola era ricomparso sotto la fasciatura macchiata di sangue.

 

Con veemenza slegò la benda intorno al palmo. Un nodo gli si formò in gola.

Come l’insegna di un locale notturno, la cicatrice di Hermione s’illuminava, assumendo strane forme. Draco non riusciva a vedere bene. Avvicinò la mano e notò che quelle strane forme altre non erano che lettere. Per la precisione, quattro caratteri che si ripetevano in successione. “N-E-W-F N-E-W-F-“

 

-Cosa diamine è ?- sussurrò, cercando con gli occhi gli altri, che erano ancora impegnati a tranquillizzare Hermione. Ron la teneva per le spalle mentre Anne le accarezzava la testa.

 

Guardò parecchie volte la mano di Hermione. Rimase per un po’ in silenzio a riflettere, fino a quando, tutto non gli fu chiaro.

 

-Certo.- sussurrò, prima che un quinto grido della donna squarciasse il silenzio della casa.

 

***

 

Hermione continuava a camminare in un tunnel così buio ed angusto da riuscire a stento a respirare. Quel poco fiato che riusciva ancora ad emettere si condensava in vaporose nuvolette.

 

Sentiva freddo molto freddo, ma aveva anche quell’insopportabile sensazione di surriscaldamento. Non sapeva cosa fare, se tremare oppure sventolarsi.

Aveva vagato per molto tempo in questo tunnel nero, buio, fino a quando una luce rossa ancora più soffocante di quell’oscurità l’aveva circondata.  

 

-Pensavi di sfuggirci, piccola strega mezzosangue?- la voce che di solito le parlava in sogno, era stata sostituita da una femminile piuttosto acuta.

 

Hermione si guardò intorno cercando di riuscire a scrutare qualcosa in quell’ombra.

 

- E’ inutile che cerchi la mia figura.- Hermione si concentrò meglio su quel suono. Non era una sola persona a parlare. Sembravano più che altro diversi tipi di voce ben amalgamati per farne rassomigliare a una sola.

 

-Cosa vuoi da me?- chiese girandosi intorno. Più quella voce parlava e più un assurdo quanto insopportabile mal di testa l’assaliva.

 

-Nulla, voglio solo finire quello che ho iniziato- ed una mano morbida era uscita da quella luce rossa per andarsi a serrare intorno alla sua gola. In quel momento, urlò con tutta se stessa.

 

***

-Certo, cosa?- chiese Anne guardandolo.

 

Draco si sforzò di ricordare quel saggio di magia nera che aveva letto su uno dei tanti libri a Malfoy Manor.

 

-Hermione si è congelata!- esclamò prima di correre in camera sua. Ricordava di aver portato qualche libro di magia nera.

 

Ron seguì con gli occhi i movimenti di quei due.

 

Draco attraversò il corridoio seguito a ruota da Anne.

 

-Cosa vuol dire congelata?- gli chiese mentre lo osservava cercare con attenzione nei suoi volume nella libreria meticolosamente ordinati in ordine alfabetico. Vide lo sguardo grigio illuminarsi quando si poggiò su un libro dalla copertina nera e dalla notevole consistenza.

 

-Auto-congelata, per la precisione.- la corresse mentre cercava con furia la pagina indicatagli dall’indice.

 

Anne inarcò un sopracciglio ugualmente confusa.

 

-Sicuramente, qualcuno ha cercato di entrare nella sua mente. Deve esserci riuscito per un certo periodo. Poi, però Hermione se n’è accorta, e si è autocongelata. Solo una persona intelligente come lei poteva sapere dell’esistenza di questo incantesimo pericolosissimo.- continuò a cercare mentre Anne iniziava a saltellare da un piede all’altro per l’agitazione.

 

-Vai, vai…- lo incitò ad un certo punto.

 

Draco alzò per un breve secondo lo sguardo dalle pagine. Anne aveva le guance rosse e l’espressione vivissima. Il biondino sorrise obliquo e prima di potersi trattenere le disse:

 

-Sai che sei molto carina, in questo momento.- e senza darle il tempo per rispondergli o per farla arrossire. Esclamò. –EUREKA!-

 

Lesse velocemente quel lungo saggio. Fino ad arrivare alla parte che maggiormente gli interessava.

 

- L’incantesimo autocongelante può essere spezzato o dal mago stesso o   da uno stregone molto potente.- disse ad alta voce

 

-Hermione deve essersi bloccata.- disse Anne togliendosi una ciocca dalle labbra.

 

Draco concordò con lei. –E’ quindi dobbiamo trovare un grande stregone.-

 

-Se penso agli stregoni più potenti del nostro secolo mi vengono in mente solo tre nomi,- aggiunse la ragazza guardandolo negli occhi.

 

-Silente,- iniziò l’uomo.

 

-Harry Potter.- continuò Anne.

 

-E Voldemort… due dei quali sono gia da escludere. Non credo che Silente potrebbe mai venire qui ad aiutarci.-

 

-Voldemort, men che meno.- disse la bruna sorridendo amaramente.

 

-Sì… ma noi abbiamo la sua erede.-

 

Anne sgranò gli occhi. –Scusa ?-

 

Draco s’illuminò chiudendo di scatto il libro. –Lily è la nostra unica salvezza.-

 

-Ma…- cercò di protestare Anne prima che il biondino le mettesse un dito sulle labbra.

 

- E’ l’unico modo.- e senza aggiungere altro si precipitò fuori dalla stanza.

 

***

 

 

James infilò la chiave nella toppa della porta. Provò ad aprire un paio di volte ma la serratura sembrava bloccata dall’interno.

Sbruffò, pensando, che forse quei due strambi coinquilini erano andati a dormire chiudendolo fuori.

 

Accostò l’orecchio alla pesante porta di legno scuro e prima che potesse arrabbiarsi sentì la risata di una ragazza avvicinarsi alla porta dare alcune mandate ed infine aprirla.

 

Si ritrovò davanti una giovane, bruna e minuta, ricoperta di una strana sostanza rossa sul viso. La scrutò meglio e la riconobbe.

 

- Lucrezia ?- chiese con un sopracciglio inarcato entrando nell’appartamento.

 

La brunetta aveva i capelli raccolti in un turbante fatto da un asciugamano celeste. Gli  sorrise chiudendogli la porta dietro.

 

-Ciao, James. Sei un po’ in ritardo. Io e Joseph, abbiamo invitato una nostra amica a dormire qui, non ti dispiace, vero?- e senza dargli il tempo di rispondere, si allontanò dalla camera da pranzo con in mano una vaschetta di gelato e due cucchiaini.

 

James rimase interdetto. Si grattò il capo avvicinandosi a sua volta al frigorifero. Prese una burro-birra e si avviò nel salotto. Con pesantezza si lasciò cadere sul divano.

 

-Ahia!- la voce del suo vecchio amico d’infanzia Joseph, lo fece sussultare.

 

-Joseph!- esclamò alzandosi immediatamente dalla sua schiena. –Che diavolo ci fai qui?-

 

-Secondo te ?ho dovuto cedere la nostra stanza a quelle due pazze. Così per giustizia ti ho lasciato il letto nella camera di Lucrezia. -

 

James guardò Joseph dall’alto verso il basso. –Dovrei sentirmi commosso?- gli chiese iniziando a ridere. I capelli scuri e ricciuti dell’addestrante erano incredibilmente disordinati senza il gel.

 

-No, riconoscente come minimo.- gli rispose con uno sbadiglio.

 

-E perché mai? Non sono stato io ad invitare quella ragazza che ci ha spodestato dal nostro letto…-

 

Joseph sospirò. –Già, sono stato io.-

 

Entrambi scoppiarono a ridere. La loro risata baritonale fu seguita da una molto più acuta che quasi gli stordì.

-Da quando vanno avanti così ?- domandò James indicando col pollice la porta della stanza dietro di loro.

 

-Non lo ricordo più. Credimi.-

 

Risero, di nuovo.

 

-E’ carina ?- gli chiese il sottoufficiale  grattandosi il mento.

 

Joseph sorrise.

 

-Direi di sì. Molto, Carina. Ha avuto un po’ di problemi con il suo fidanzato, oggi. Sai, credo che tu lo conosca. O meglio chi non lo conosce.-

 

James si incuriosì.

 

-E’ anche la migliore del corso. Gode di una certa fama anche lei….-

 

Il sottoufficiale sbruffò. –Perché non mi dici chi è, così la finiamo?-

 

Joseph si schiarì la gola.

 

-Ma quanto sei impaziente… comunque lei è Virginia Weasley mentre lui il capitano Harry, James Potter.-

 

Neanche più un rumore si udì in quella stanza. James rimase congelato senza dare più segni di vita.

 

Sconvolto era un eufemismo.

 

***

 

Hermione continuava ad urlare. Ron le teneva forte la mano mentre accanto alla porta Draco era inginocchiato di fronte a Lily.

 

-Hai capito, principessa?- le disse prendendole le manine.

 

La bambina lo guardò con un sopracciglio inarcato.

 

-Devo prendere le mani di Hermione e concentrarmi ?- gli chiese mordendosi le labbra.

 

-Sì, e poi recitare questa formula. Scongelo, ripeti dopo di me. SCONGELO.-

 

La piccola ripeté diligente. Draco sistemò la sua pronuncia con un paio di correzioni sull’intonazione. Il latino non era facile per un inglese.

 

-Scongelo.- disse finalmente Lily.

 

Draco sorrise.

 

-Perfetto.-

 

La presa in braccio ed insieme ad Anne si avvicinò al letto.

 

-Noi siamo pronti, Ron.- disse al rosso facendogli segno di spostarsi. Ron guardò ancora per qualche minuto il viso sudato di Hermione prima che, con riluttanza, la lasciasse andare.

 

Anne si sistemò sul letto prendendo una mano di Hermione e una di Lily. La bambina fece altrettanto. Sospirarono, prima di chiudere gli occhi  e mettersi in contatto con la parte più nascosta ed intima della mente di Hermione.

 

Draco, Ron e Lewis sussultarono quando le due caddero in uno stato comatoso.

 

La prima parte era andata.

 

***

 

Hermione sentì la presa intorno al suo collo diminuire ed una nuova luce farsi largo in quella rossa e soffocante. La mano ben presto la lasciò andare e le cadde a terra senza più fiato. Annaspò con le mani intorno alla gola. Le bruciava tutto.

 

Una voce dolce e conosciuta la fece voltare.

 

-Hermione.-

 

La bruna si guardò attorno. –Hermione vieni qui.- continuò la voce con dolcezza.

 

-Chi sei?- urlò con tutta le sue forze.

 

Il suono rispose con eleganza. –Hermione basta dormire.-

 

-Chi sei ho detto?-  ripeté con rabbia.

 

-Sono qui per aiutarti, chi sono non ha importanza.-

 

Hermione si alzò tremante in piedi.

 

-Dove sei ?-

 

-La luce, tesoro, segui la luce e mi troverai.-

 

Anche questa volta il suono non era altro che due timbri di voce mescolati.

 

-Chi mi dice che tu mi voglia davvero aiutare.-

 

-Nessuno. Devi solo fidarti.-

 

Hermione fu confortata da quella risposta sincera e con passo tremante iniziò ad avanzare verso la luce bianca. Mentre camminava la voce la incitava a proseguire.

 

Era quasi arrivata a sfiorare quella strana porta fatta di luce quando la mano di prima si serrò attorno alle sue gambe. Sorpresa, Hermione perse l’equilibrio e rovinò dolorosamente a terra.

 

-Dove pensi di andare ?-

 

Hermione scalciò un paio di volte nel tentativo di liberarsi.

 

-LASCIAMI ANDARE!- urlò.

 

La voce della luce bianca ritornò a farsi sentire. –Vi ordino di lasciare andare la mente di questa donna. Voi indegni non avete il diritto di usurparla.  Andate via, immediatamente. Scongelo!-

 

La parte rossa e soffocante rise sguaiatamente. –Pensi di intimorirmi! Noi siamo in tre voi solamente in due. Chi è più forte?-

 

-HERMIONE!- gridò in risposta. –Ripeti con me. Scongelo!-

 

Hermione rimase zitta, troppo spaventata per dire qualsiasi cosa.

 

-Hermione fallo!-

 

La mano continuava a serrarsi intorno alle sue caviglie.

 

-Ti prego, Hermione. SCONGELO!-

 

-‘MIONE!-

 

Il suo nomignolo, la fece sussultare. Con titubanza mormorò.

 

-Scongelo.-

 

Le mani intorno alle sue caviglie divennero bollenti. La bruna gridò dal dolore.

 

-Più forte, tesoro! SCONGELO!-

 

Hermione aveva la mente traviata dal dolore insopportabile che quegli artigli incandescenti  le procuravano alla pelle.

 

-SCO…- Iniziò con fatica.

 

-Avanti!- La incitò.

 

Due ferri roventi  le mortificavano le caviglie delicate. Il dolore era insopportabile. Non ce la faceva. Era finita.

 

-Mi dispiace…- mormorò per la seconda volta.

 

-‘MIONE!- gridò la voce.

 

Hermione fu scossa ancora una volta. Il viso di Ron le apparve davanti agli occhi. Tutti gli anni più belli passati ad Hogwarts, il dolore per la morte dei suoi genitori, Harry, Ginny, Draco.

 

Spalancò gli occhi che aveva serrato inconsciamente e con le ultime forze gridò:

 

-SCONGELO!-

 

Le mani intorno alle sue caviglie si sgretolarono come cenere, la luce rossa si frammentò lasciando spazio solo a quella bianca. La voce gentile rideva gioviale

Hermione cadde in un lungo tunnel. Scivolava come se fosse stata su uno scivolo. Era una bellissima sensazione di libertà.

Prima che potesse fare qualsiasi cosa, aprì i suoi occhi.

 

Si guardò attorno incapace di focalizzare l’ambiente, i visi, qualsiasi cosa la circondasse.

 

Si alzò con stanchezza e trovò le sue mani intrecciate con quelle di Anne e Lily che sorridevano. Anche loro avevano un’aria abbattuta ma tremendamente felice.

Anne le saltò al collo stringendola forte.

 

-Grazie a Dio!- disse con un singhiozzo.

 

Hermione non riusciva a capire tanta gioia. Ma solo quando la fitta alla mano le attanagliò il braccio si ricordò di quello che era successo. Scostò con gentilezza la mora, portandosi il palmo davanti agli occhi. La cicatrice era svanita.

 

Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Ron lucidi come mai gli aveva visti.

 

-‘Mione…- sussurrò prima di saltarle addosso e abbracciarla così stretta da farle mancare il respiro. Hermione non ci fece caso. Anche lei aveva avuto paura, in quei momenti. Solo l’immagine di Ron le aveva dato la forza di continuare.

 

Rimase stretta al suo amico d’infanzia per molto tempo.

 

Draco era rimasto in disparte. Non voleva rovinare la felicità di Ron. Sapeva quanto aveva sofferto. Con dolcezza sorrise a quel quadretto e prima di riuscire a lasciare la stanza una mano calda si strinse intorno alla sua. Si voltò di scatto, incontrando gli occhi stramaledettamente blue di Anne.

 

Draco sentì una piccola fitta al cuore. Quella ragazzina era davvero molto bella.

 

-Sei stato bravissimo.-

 

Draco si strinse nelle spalle. –Io non ho fatto nulla.-

 

Anne scosse il capo sorridendogli.

Rimasero in silenzio, senza aggiungere altro. Contenti che tutto si fosse risolto per il meglio.

 

Lily guardava con felicità Hermione e Ron abbracciati. Erano così belli.

Scese silenziosa dal letto raggiungendo Draco e saltandogli in braccio.

Lo abbracciò forte.

 

-Ti voglio bene, Draco.-

 

Il biondino sorrise, illuminandosi. Si voltò verso Anne e Lewis visibilmente commossi.

 

-Ti voglio bene, anch’io- rispose con uno sguardo felice ed appagato come non l’aveva da molto, troppo tempo.

 

***

 

Il pugnale lucente e sporco del sangue di Hermione si frantumò in tanti piccoli pezzi. Questo avvenimento fu immediatamente seguito dal risveglio dei tre maghi oscuri.

 

Tamiara, Cassio ed Angelia avevano la fronte madida di sudore ed il respiro irregolare. Si stringevano ancora le mani ma il loro sguardo era quasi perso, smarrito.

 

Il signore oscuro li guardava severo. Anche questa volta uno dei suoi tanti piani era fallito.

 

-Ancora una volta mi avete deluso.- disse con la sua voce fredda e strascicata.

 

Si alò dal suo trono avvicinandosi con passo felpato ai tre. –Non abbiamo più tempo di scherzare.- guardò con i suoi occhi rossi e cattivi i visi stanchi e segnati dei tre.

 

-Ci perdoni.- dissero in coro abbassando il capo.

 

Sul volto scavato e inumano di Voldemort si disegnò un  sorriso sarcastico. –No, basta perdonare.- alzò una mano verso i tre li osservò divertito prima di serrare le sue dita a pugno. Tamiara, Cassio ed Angelia si curvarono in preda dal dolore. Si contorcevano ed annaspavano in cerca di salvezza. Voldemort non li avrebbe risparmiati se una voce nell’ombra non lo avesse fermato.

 -Mio Signore,- Mellifluo si era fatto avanti dall’oscurità.

 

-Sì ?- gli rispose voltandosi appena.

 

-So chi è e dove si nasconde il medimago incaricato di preparare la pozione della fenice.-

 

Lord Voldemort si girò completamente. Un sorriso pieno si allargava sul suo volto. –Bene, molo bene, mio Mellifluo. Affina le tue conoscenze e dopo sferra l’attacco nel cuore del nemico.-

 

Mellifluo chinò il capo in segno di assenso.

 

La grande battaglia stava per incominciare.

 

***

 

TA DADADAN! Vi è piaciuto questo capitolozzo miei piccoli puledrini (PULEDRINI?! NDTutti ^^Nd Angéle)? Spero vivamente di sì. Come avrete notato la fine è quasi giunta… mancano, infatti, pochi capitoli (all’incirca 5) e poi, finalmente, non vi romperò più… Contenti? Credo di sì.

Ah, è emozionante terminare una storia durata quasi un anno… infatti, ricordo di aver immaginato il primo chap e la storia intorno a Dicembre… nel frattempo che arrivo all’ultimo chap ci arriviamo, credetemi…

 

Per scrivere questo chap, ho dovuto fare salti mortali (la scuola è incominciata ed, ahimè, anche lo studio è ripreso a pieno ritmo, quindi, ho trovato, nelle tante cose che dovevo fare, un po’ di ritagli di tempo per terminarla. Che brava,ne vero ^^) Ma l’ho fatto molto volentieri perché voi mi volete bene e avete fatto il vostro bellissimo dovere di esprimere un vostro parere riguardo questa mia storia. Me very Happy.

 

Non so se avete notato, inoltre, che c’è stato un brutto episodio di “ abuso di nome”, proprio nel mio spazio di recensione. Devo dire  che ne sono rimasta alquanto turbata e scocciata. 1. perché ha infangato il nome di una delle autrici più brave dell’EFP, e 2. ha offeso con le sue parole sciocche me, i miei personaggi, la mia fantasia e soprattutto i lettori. O meglio, chi ha avuto l’educazione di lasciare un commento, sì negativo, ma rispettoso e molto costruttivo. Non voglio fare una tragicommedia né roba simile, perché non è da me, ma pregerei tutti coloro, che si divertono ad insultare ed infangare la gente di non farlo più su questo sito. Anzi, di non farlo più in generale.

E’ una cosa sciocca quanto inutile. Tutti quelli che scrivono sulla net non lo fanno per soldi, quindi, che ad alcuni, il loro lavoro possa non piacere… beh, scusate l’espressione, ma si fanno un bidet! O meglio se ne fregano altamente. E’ bello essere apprezzati, ma se poi qualcuno mi critica in malo modo per un mio scritto da cui non ricaverò mai un centesimo…TANTO PIACERE!

 

Cmq, lasciamo perder questi argomenti, e passiamo ad altre cose molto ma molto più belle. Un esempio? I vostri ringraziamenti personali.

 

EMMA Grazie tesoro, sei sempre troppo gentile. Come vedi tutto si è risolto per il meglio. Un bacione.

AngéleJ

 

Vale Ma tesoro, ti ringrazio io per leggere sempre e diligentemente la mia storia. Sei troppo grande e gentile. Grazie tante per le belle parole, un bacio,

 

AngéleJ

 

Charlotte No, non sono la migliore della classe. Perché i miei compagni sono tutti secchioni. Io me la cavicchio. Italiano non è la materia in cui vado meglio, ma adoro scrivere, quindi m’impegno e lo faccio con passione. Se il risultato è buono non posso che esserne contenta. Un bacio forte e grazie tante.

 

AngéleJ

 

P.S.

Io vado ad un Liceo linguistico, quindi ho il triplo dei compiti scritti dei normali licei. Basti pensare a francese, tedesco, inglese, italiano, matematica, chimica… ecc…ecc… sono sommersa dallo studio.

 

Ryta Holmes Non preoccuparti, non ho mai dubitato che una persona così poco intelligente potessi essere tu. Don’t worry. Un bacio.

 

AngéleJ

 

Hermy15 Grazie tante, tesoro mio. UN BACIO.

AngéleJ

 

Elaine Grazie… credimi mi hai fatto arrossire. La tua recensione (Arrivato dopo 2 non proprio felicissime) mi ha rimesso il buonumore. Non credo d’essere tanto brava ma se tu lo pensi davvero allora, non posso fare altro che ringraziarti.

 

AngéleJ

 

Daffydebby Grazie, sei davvero molto gentile. Non credo d’essere fenomenale, ma ti ringrazio per il tuo complimento. Sono molto contenta che tutte le mie storie ti piacciono. Grazie, ancora. Un bacione,

 

AngéleJ

 

Cloudy In effetti, io lo dico. Ginny frequenta il corso per diventare Auror. E’ al primo anno. Lo ripete più volte, però non preoccuparti… Capita di essere un po’ distratte, non preoccuparti, piccola. Un bacione, grande anche a te e grazie per essere sempre fedele.

 

AngéleJ

 

Marilia Beh, sono contenta che tu abbia pensato a me (in realtà, non molto visto il tragico avvenimento) però mi fa piacere che tu te ne sia ricordata. Per quanto riguarda il num. Di cell. Perché  no! Lo  invierò al più presto al tuo indirizzo. Non appena, avrò tempo. Un bacio,

 

AngéleJ

 

Lulu Va bene, ti invierò quelle 4 pagine che ho scritto, però se non ti dovessero piacere, non sgridarmi! Un bacio,

 

AngéleJ

 

Selphie Certo, non brava come l’altra volta però il tuo appellativo di “perspicace” non te lo toglie nessuno. Spero che anche questo chap ti sia piaciuto. Mi raccomando, continua a seguirmi negli ultimi chap di quest’avventura. Un bacio,

 

AngéleJ

 

Marion Dai, non ti ho fato aspettare molto, vero?(Marion guarda Angéle con uno sguardo omicida ed un coltellaccio in mano. Metti Giù quel coltello, fai la brava Nd Angéle TUTTA TREMANTE)Grazie per il tuo commento, un bacione,

 

AngéleJ

 

Sissichi Ma sei pazza? Leggere in un colpo solo tutta la mia ffc è da suicidio!!! Non ha riportato nessun trauma mentale, vero?(Angéle preoccupatissima della sorte di Sissichi). Credo di aver risposto a tutte le tue domande nel chap. Mi raccomando continua a seguirmi. Un bacio,

 

AngéleJ

 

Angela Grazie sei troppo buona. Se io sono una Scrittrice con la S, tu sei una lettrice con la L. Grazie del tuo sostegno e dei tuoi complimenti. Un bacione,

 

AngéleJ

 

WilloW Grazie, troppo gentile. Un bacione,

 

AngéleJ

 

Chris Ciao Dolcissimo recensitore, io sto benissimo, anche se sommersa da compiti e interrogazioni, anche in questo momento, (le 18:21 di un triste pomeriggio autunnale), ho lasciato in sospeso una “full immertion”(sperando di averlo scritto bene, visto che, in quest’ultimo periodo, ho litigato un po’ con l’inglese…) nella rivoluzione industriale e nella politica assolutistica di Luigi XIV, per rispondere ai vostri commenti. Non preoccuparti per il ritardo. Spero che questo chap ti sia piaciuto, fammi sapere con una recensione, un grande bacio, immenso,

 

AngéleJ

 

Daphne Dai, piccolo Genietto, della tua Angéle, non puoi abbandonarmi, proprio adesso. Fai muovere le ruote del tuo cervellino e pensa agli indizi che vi forniscono in tutti i chaps. Sinceramente non so se “ mariuana” si scriva così, (sai com’è, io certe cose le fumo solo… scherzo:P), cmq, se la memoria non m’inganna c’è un “J” da qualche parte… marijuana… ecco, più o meno, così. Cmq, grazie per il tuo commento. Ti mando una valanga di baci,

 

AngéleJ

 

Vale&Mely Mie fedelissime! Ben tornate e ben ritrovate. Mi siete mancate, credetemi. Non pensavo, ci si potesse affezionare così tanto a delle persone, senza averle nemmeno mai viste.  So poco, quanto niente, di tutti i miei lettori, ma sapere che apprezzano i miei scritti (che sono la parte più intima della vita di una persona) è davvero molto bello. Mi ha fatto davvero piacere conoscere tanta bella gente e, quando smetterò, serberò un ricordo stupendo di questa bella esperienza. Grazie per avermi accompagnato fin dall’inizio. Un bacio enorme a tute e due,

 

 la vostra

 

AngéleJ

 

Milady FINALMENTE! Alleluia, alleluia, alleluia! Milady! TESORO, oh, ci risentiamo, dopo quasi due mesi di silenzio. Che hai fatto, sei andata in vacanza alle Barbados? Neanche un internet point, da dove poter inviare nuovi chppini della tua meravigliosa ffc? (Sai che è la mia preferita?) Voglio, anzi, esigo, un aggiornamento il più veloce possibile, d’ora in poi… INTESI?! Naturalmente sto scherzando, la tua storia mi manca, ma non posso obbligarti a fare tutto di fretta. Prenditi il tuo tempo, ma poi dovrai subirne le conseguenze.  Un chap di 70 pagine? Magari… però davvero, aggiorna presto, un bacio

 

AngéleJ

 

P.S.

Mio fratello sta bene e ti saluta tanto.

 

AvaNa Kedavra Ciao! Grazie per i tuoi compliments. Sei troppo buona e gentile. Non è vero che sono SFUGGEVOLE… mi piace l’effetto suspence e, quindi, lo utilizzo molto. So che alcune volte può dar fastidio, ma è interessante sapere come la pensano gli altri su un tuo lavoro. Tanto poi a decidere sarai sempre tu. E’ BELLO… Cmq, ora ti lascio perché ho davvero tantissime recensioni a cui rispondere (Non ti montare la testa Angéle, quelle sono solo perché ci hai messo troppo tempo per aggiornare, cara Nd Tutti ^//^ Nd AngéleJ)

Beh, un bacio,

 

AngéleJ

 

Riley Anch’io sono convinta che 25 pagine sia la lunghezza giusta di un chap… ma alcune volte la vena ti prende e partorisci parole e pensieri che occupano un numero davvero cospicuo di pagine, anche se tu non avresti mai voluto arrivare a 55 pagine. Grazie per aver letto gli ultimi chaps ed avermi recensito. Non merito tanta gentilezza. Ti mando una valanga di baci e tanti abbracci.

Tua

 

AngéleJ

 

Naike Grazie, sei molto gentile. Un bacio e benvenuta.

 

AngéleJ

 

Ary Ciao piccola. Come va, spero benissimo. Sono contenta che la vacanza negli USA ti abbia divertito e ti abbia fatto incontrare i vecchi amici. Non vedere delle persone per quasi un anno deve essere triste. Però non pensiamo a i lati negativi. Davvero sei andata a NY e Miami? WOW! Che bello, tanti complimenti. Posso farti una domanda. Ma che scuola frequenti?Spero tu abbia scelto il liceo Linguistico, sei praticamente bilingue… Va beh, cmq, grazie della recensione  bacissimi.

 

AngéleJ

 

Miroku Grazie, non appena avrò un minuto libero leggerò i tuoi aggiornamenti. Un baciotto anche a te,

 

AngéleJ

 

Silvix Grazie, sei troppo gentile, un bacione

 

AngéleJ

 

Vega Non aggiornato prestissimo, però ho aggiornato. Grazie di essere sempre presente. Un bacio,

 

AngéleJ

 

Un saluto particolare a PHI PHI .

 

Grazie a tutti coloro che leggono ma non commentano.

 

Un bacione,

 

AngéleJ

 

   
 
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