DA AUROR A BABBANI XXIV CHAP: “...Incubi e verità...(III parte)”
Tutti i
personaggi della mia ffc sono di proprietà della Rowling (a parte qualcuno)
quindi ringrazio questa grande donna per averci regalato
con i suoi libri un mondo meraviglioso… quello di Harry Potter…
io ho terminato, buona
lettura…
Angéle
*
le parti in corsivo (come in tutte le ffc) sono ricordi…
Scusate il ritardo ma, formattando il
computer, l’adsl è saltata. Così, ho dovuto chiamare un tecnico ecc, ecc… per farvela breve, vi ringrazio di
avermi aspettato. Vi voglio un mondo di bene
e questo chap è dedicato a tutti quelli che mi seguono dalla prima
puntata. GRAZIE.
AngéleJ
P.S.
le canzoni che mi hanno
aiutato a scrivere, questa volta le voglio citare. Un grazie
immenso, quindi, ai bravissimi Savane Garden(Two beds and a coffee
machine) che con la loro musica mi fanno sempre sognare, Chantal Kreviazuk che
è una meravigliosa poetessa, e naturalmente all’ultima e bellissima canzone
“The reason” degli Hoobastank. Davvero, grazie a tutti.
Anne guardò gli occhioni particolarmente lucidi
di sua sorella minore. La teneva stretta in braccio, eppure era convinta che Lily
non le fosse così vicina. Quella preghiera così esplicita e straziante, che la
piccola le aveva rivolto, non poteva restare
inascoltata. Sospirò facendo sedere la bambina sul divano.
Anne
sentiva gli occhi di tutti i presenti puntati addosso.
Lo sguardo di Draco la stava scrutando come mai
aveva fatto.
-Vuoi sapere?- chiese tentennando.
Lily annuì con decisione portandosi un boccolo
scuro dietro il piccolo orecchio.
-Sì, Anne. Io voglio sapere se sono cattiva...-
Anne sentì il cuore stringersi a quella domanda.
Come poteva essere cattiva? La sua bambina non avrebbe mai potuto esserlo.
-No, che non lo sei.-
ripeté con decisione, sedendosi accanto a Lily, sul comodo divano.
Draco si appoggiò al bracciolo guardando negli
occhi Anne. –Perché non inizi a spiegare. Forse le
cose ci saranno più chiare, dopo-.
La bruna annuì sospirando.
-Non avrei mai pensato che questo giorno sarebbe
arrivato così presto... Comunque, d’accordo. Se volete
sapere io vi narrerò quello che conosco.-
Si tolse la sciarpa ed il cappotto appoggiandoli
sul divano dietro di lei.
Guardò tutti quanti con i suoi espressivi occhi
azzurri e prima che qualcuno potesse farle altre domande iniziò a parlare.
-Mia madre era una strega. Una grande strega.
Apparteneva alla facoltosa famiglia Blanche, famosa per le vite dei suoi componenti, che hanno la fortuna o sfortuna di essere
situate al confine tra bene e.... male....- si inumidì le labbra prima di
proseguire. –Ogni appartenente può scegliere di seguire la via che gli è più congeniale. La mamma, Marissa Blanche, non fece una scelta.-
Maggie si morse un labbro nel sentire il nome di
sua madre. Poche volte l’aveva udito, perché quel suono le faceva uno strano
effetto. Non riusciva ancora a capire esattamente quello che stava dicendo sua
sorella. Cosa significava che sua madre era una
strega? Le streghe non esistevano! Erano solo personaggi
inventati... non potevano essere vere.
La voce di sua sorella
Anne, la ricondusse al discorso che con tanta difficoltà, la ragazza stava
portando avanti.
Tutti pendevano dalle sue labbra.
-La sua vita rimase sospesa nel
vero senso della parola tra il bene ed il male. Non sapeva quale via era
più giusta per lei, così tergiversò per molto, troppo tempo sulla sua
decisione. Provava una forte attrazione per le forze del male ma subiva
fortemente il fascino del bene. Le occorreva un solo motivo per pendere dalla
parte dell’ uno o dell’altro. Un solo stupidissimo, motivo per ché la sua vita iniziasse a
prendere una piega diversa.
Mentre lei attendeva questo segno, molti maghi
oscuri avevano messo gli occhi su Marissa Blanche, la più giovane erede di quel nobilissimo e particolarissimo casato. In
particolare modo, Cornelius Blanche, suo cugino.- Anne si bloccò ancora
guardando negli occhi sua sorella Maggie. Poteva leggere tranquillamente lo
sgomento in quelle iridi verdi e particolari, ereditati da sua madre.
Lily seguiva con la massima attenzione tutto
quello che usciva dalle labbra rosse di Anne.
Draco manteneva gli occhi grigi sulla piccola
figura della bambina rannicchiata con morbidezza sulla poltrona.
-Va avanti!- la esortò, all’improvviso,
Lily. Voleva sapere quando entrava in scena lei.
Anne fece un piccolo sorriso amaro, riprendendo
il racconto.
-Non ho mai saputo come. Mia madre non me l’ha
mai raccontato, fatto sta che comunque, Cornelius
riuscì a sposarla e lei fu costretta a
scegliere la parte oscura.-
Lily e Maggie trattennero
il respiro. Cosa significava? Loro non erano cattive.
-I primi anni di questo matrimonio forzato,
furono tranquilli, i coniugi Blanche
ebbero addirittura una figlia, un paio di anni
più grande di me, Tamiara, se non sbaglio. Non l’ho mai conosciuta. Lei è
l’unica che abbia
scelto il male. Mamma rimase sposata con Cornelius per parecchi anni, ed
in quel periodo, una strana voce, se così vogliamo chiamarla, girava per il
mondo magico. Immediatamente dopo, la profezia di Harry Potter, la Cooman ne ebbe un’altra ancora. “Sul tramontare del decimo mese,
colei la cui vita è per natura appesa tra il bene ed il male, partorirà una
bimba che per potere eguaglierà e supererà il Signore
Oscuro. Le forze del bene e del male la contenderanno.”
- Anne recitò con meticolosa precisione
le parole della profezia. Chissà quante volte sua madre l’aveva
intrattenuta con quei racconti che per lei, da bimba ingenua, erano solo
bellissime favole.
-Cornelius capì che quella Cooman parlava di sua
moglie. Poco più tardi, nostra madre rimase nuovamente
incinta. Questa volta toccava a me, venire al mondo.- un piccolo sorriso dolce
ma amaro incurvò quelle belle labbra. –Cornelius attese con impazienza il
giorno della mia nascita, che avvenne il 29 Ottobre. Era convinto che fossi io
la bambina di cui parlava la profezia. Si sbagliava. Io era
una normalissima strega.-
Maggie sussultò sgranando gli occhi. Anne una
strega? Questo era davvero troppo... improbabile. Sua sorella era una
noiosissima secchiona che aveva ottenuto varie borse
di studio per college, ecco, perché non era mai a casa. Non certo per le sue
doti magiche. Insomma, era alquanto RIDICOLO.
-Se la prima figlia aveva
scelto la parte oscura, mamma fece di tutto perché io non facessi lo stesso
errore. Mi portò nel mondo dei babbani, qui a NewFreedom, da Thomas Cooper, un brav’ uomo,
conosciuto in giovinezza, durante i suoi lunghi viaggi tra i babbani.- Anne
guardò ancora le sue sorelle. Non sapeva
come avrebbero reagito, tutta la verità su di loro in un colpo solo.
-Ed io?- chiese Maggie
arrossendo.
Anne annuì riprendendo quel racconto infinito.
-Quattro anni più tardi, la mamma rimase
nuovamente in cinta, per la terza volta. Anche in quel
caso, Cornelius sperò nell’avverarsi della profezia, ma per fortuna o sfortuna
la bambina che nacque, il 13 Maggio, era tutt’altro che magica. Era una
maga-no. Priva di ogni briciola di potere e
praticamente babbana.... Maggie, eri tu quella bambina.-
La biondina storse il naso a quella rivelazione.
Lei era l’unica tra le sue sorelle a non avere poteri magici. Non sapeva se
prenderla con gioia o no .
-Fu Cornelius stesso a pregare sua moglie di
portare la bambina nel mondo dei babbani. Così, presto, ebbi una sorellina e
Tom, una nuova figlia.-
***
Harry aprì di scatto la porta dell’aula. Il suo
ex insegnante, ora collega, era seduto sulla cattedra stracolma di armi babbane smontate. Un sorriso di benvenuto albergava
su quel volto ormai non più giovane.
-Harry.- lo salutò alzandosi per andargli
incontro. Si strinsero la mano cordialmente.
Il moro guardò fisso
gli occhi di Jefferson; non riusciva a voltarsi. Aveva paura di quello che
avrebbe scoperto.
-Oh, Evelyn...- continuò l’uomo notando la
giovane che era rimasta poco più indietro.
-Jefferson!- esclamò lei in
risposta allungando una mano.
-A cosa devo l’onore di
questa visita?- chiese l’auror più anziano riappoggiandosi alla scrivania. Un
leggero mormorio si alzò tra i banchi.
Evelyn sorrise melliflua.
-Niente. Siamo solo venuti a curiosare sulle
leve di quest’anno. Volevamo sapere chi era il migliore del corso....-
Jefferson sorrise.
- Quest’anno il migliore è una ragazza davvero
in gamba.-
Harry respirò male quando Jefferson iniziò a
cercare con lo sguardo la recluta. Una piccola figura rossa cercava di
nascondersi alle spalle di un ragazzo bruno.
-Ehi, Virginia. Non essere timida. –
Ad Harry si gelò il sangue
nelle vene. Con infinita calma si voltò. Il cuore si fermò per qualche secondo.
Seduta al penultimo banco, vestita e pettinata
come tutte le reclute, stava Ginny. La sua Ginny. Aveva gli occhi lucidi ed il
viso rosso più del fuoco.
Harry inghiottì il vuoto. In quel preciso
momento, tutto nella testa gli fu chiaro. Da un po’ di tempo a quella parte gli
era sembrata strana. Era certo che lo stesse tenendo all’oscuro di qualcosa di importante. Ma non poteva crederci, comunque.
La sua dolce e sincera Virginia gli aveva spudoratamente mentito.
La guardò così intensamente che Ginny poteva sentire i suoi occhi sul capo. Con molta titubanza,
alzò la testa e i loro sguardi si intrecciarono.
Harry fece una ristata cattiva, sarcastica,
innaturale.
-Complimenti, Weasley. Ottimo spettacolo...-
disse tagliente e con un veloce saluto a Jefferson, lasciò come un tornado la
classe di armi babbane.
***
Un freddo innaturale albergava nei sotterranei
bui e cupi del castello base di Voldemort. I respiri si condensavano in vapore.
C’era un discreto movimento tra un corridoio e l’altro. Tutti i mangiamorte a
disposizione erano stati adoperati per organizzare la sala in cui Voldemort
avrebbe assistito al rituale della famiglia Blanche.
-Sei sicuro che funzioni?- Angelia si era avvicinata silenziosa a suo fratello Cassio.
Il bruno si voltò guardandola negli occhi.
Quel colore così particolarmente blue, quel taglio
tanto dolce e regolare. Chiunque li avesse visti, mai
avrebbe pensato che appartenessero alla schiera dei mangiamorte.
-Sicurissimo.- affermò tornando a sistemare il
pugnale con il quale Hermione si era ferita qualche anno
prima a casa dei suoi genitori. Ancora albergavano gocce del suo sangue
sulla lama lucida e tagliente. Era quello il contatto che utilizzavano per
raggiungerla.
-Angelia, Cassio. Iniziate a prendere posto.
Sistematevi in modo da formare un triangolo.-
Tamiara era in piedi accanto al trono di
Voldemort, sistemato lì per l’occasione. Il signore oscuro era adagiato con
grazia e tranquillità. Ai suoi piedi, il piccolo Codaliscia.
Parecchi Mangiamorte erano schierati ai lati dei muri. Mellifluo era in prima fila con le braccia
incrociate e lo sguardo indecifrabile.
Tamiara andò a sedersi tra i due fratelli
occupando il vertice più alto del triangolo. Quella magia richiedeva una
grandissima meditazione. E per raggiungere uno stato
di concentrazione elevato occorreva del tempo.
-Iniziamo...- sibilò Tamiara afferrando le
dita di Cassio ed Angelia.
***
-Fammi capire bene.- esordì Maggie toccandosi il naso imbarazzata. –Sono l’unica tra voi a non avere
poteri ?-
Anne abbassò lo sguardo stringendosi nelle
spalle. Il tono di Maggie non era inquisitorio ma per lo più accusatorio.
-Beh, sì.- disse con un filo di voce la più
grande.
Maggie si mise le mani tra i capelli.
-Perfetto! Anche tra i
maghi sono inutile. – disse alzandosi in piedi. –Per giunta mio padre, il mio
vero padre non... non ha voluto che restassi con
loro... io... io...- cercò di dire prima che le lacrime sgorgassero dai suoi
occhi verdi. Si mise una mano sul viso correndo fuori.
Anne si alzò per seguirla ma TJ fu più veloce.
-Vado io. Tu continua a spiegare tutto a Lily.-
Prese le giacche e senza aggiungere altro
scomparve dietro la porta.
Anne tornò a sedersi sul
divano aveva ancora gli occhi di tutti i presenti puntati addosso. Non
se la sentiva di continuare. Era stato doloroso, anche per lei, riportare alla memoria tutte quelle storie narratele da sua madre. Ci
aveva messo così tanto per cercare di chiudere quella porta ed adesso si
ritrovava sommersa da tutti quei ricordi.
-Anne.- la piccola mano di Lily si strinse
attorno alla sua, più grande. –Continua, per favore.-
La bruna guardò negli occhi la bambina. Quelle
pozze di metallo, che continuamente cambiavano colore, erano così tristi e
desiderose di sapere che pur di non deluderla continuò il racconto.
-Dopo aver lasciato Maggie da Tom, la mamma
cadde in un brutto periodo di depressione. Aver abbandonato due figlie nel
mondo babbano e vederne una completamente rapita dal fascino delle arti oscure
non doveva essere stato piacevole per lei. Cornelius,
pur di far sì che sua moglie tornasse
quella di una volta, acconsentì al suo trasferimento temporaneo nel mondo dei
babbani, a casa di Tom. Finalmente, io e Maggie avemmo
una vera, seppur strana, famiglia.- Anne sorrise con dolcezza a quella
reminiscenza. Forse era uno dei pochi ricordi davvero felici che la sua
infanzia aveva avuto la compassione di donarle. –Dodici anni più tardi,
qualcosa nella nostra vita s’incrinò. Un giorno, Cornelius ordinò a Marissa di
tornare a casa. Seppur con riluttanza nostra madre dovette
accettare, e con una grande pena nel cuore, ritornò al Blanche Manor. Non la vidi né sentii per circa 9 mesi. In
quel periodo, ero in cerca di un lavoro, quindi, passavo
molto tempo nel mondo magico. Strane quanto inquietanti notizie giravano sul
conto della famiglia Blanche, tutte parlavano di una nuova e presunta
gravidanza della signora Marissa, della possibilità che quella volta sarebbe
stata quella giusta.
Cercai spesso di mettermi in contatto con mia
madre, ma non ci riuscii mai. Fino a quando, un 31 ottobre,
Marissa si presentò nuovamente alla porta di Tom con un piccolo fagotto
tra le mani. Scoppiò a piangere
tra le braccia dell’ uomo che per tutta la vita mi ha
fatto da padre. I suoi singhiozzi sono ancora vividissimi nelle mie orecchie. :
“Lei Tom! E’ lei capisci! La
mia piccola, è l’erede di Voldemort. E’ la sola che può prendere il suo
posto... Ed io non voglio che accada. Ti prego
occupati anche di lei, non farla arrivare nelle mani di Cornelius...”-
Anne rimase per un po’ in silenzio. Gli occhi
lucidi e prossimi al pianto. Avrebbe smesso all’istante il racconto, se una
mano forte e gentile non si fosse posata sulle sue.
Alzò il suo sguardo blue andando ad incontrare
quello grigio e magnetico di Malfoy. Immediatamente, si sentì arrossire ma
pronta a continuare.
-La mattina successiva Marissa era sparita.
Aveva lasciato un solo biglietto in cui c’era scritto che ci avrebbe amato per
sempre. Nient’altro. Da allora, non abbiamo più avuto notizie di mamma. So, che
hanno provato a cercarci, ma chissà per quale caso fortuito non ci sono mai riusciti.-
Anne finì il racconto con un piccolo sospiro.
Non credeva che sarebbe arrivata alla fine senza scoppiare mai a piangere. Si
voltò a guardare Lily che aveva lo sguardo perso nel vuoto. La
piccola bocca rossa semi aperta, le sopracciglia corrugate nella smorfia di
riflettere.
-Tutto a posto?- chiese la bruna slacciando una
mano da quella di Draco e appoggiandola con infinita dolcezza sulla piccola
testolina della sorella minore.
Lily si voltò a guardarla mordendosi le labbra.
-Io... io sono l’erede di Voldemort?-
Anne annuì col capo.
-Ma come faccio ad essere l’erede di qualcuno
che non ho mi visto in vita mia?-
Anne trattenne un piccolo sorriso chinandosi a
baciarle la fronte. –Non lo so.- le rispose con
sincerità.
-Ma Voldemort è cattivo?-
La bruna annuì ancora.
-Allora, io sono cattiva.- concluse con un filo
di voce.
Anne e Draco scossero il
capo con la stessa violenza e nello stesso istante.
-Assolutamente, No. – disse Draco
inginocchiandosi davanti alla piccola e prendendole il viso tra le mani. –Sei solo una piccola strega che ha gli stessi poteri di Voldemort.
E’ ben diverso. Tu non sei uguale a lui e per questo che loro ti volevano, così ti avrebbero costretto ad essere cattiva. Ma tu non lo sei, principessa. Non lo sei affatto.-
Lily guardò negli occhi Draco.
-Di...dici davvero?-
gli chiese ricacciando indietro le lacrime.
Malfoy sorrise annuendo con determinazione.
-Potrei mai mentirti?-
Lily rincuorata dal commento dell’uomo aprì il
suo visino in un bel sorriso tranquillo. Gettò le braccia al collo
dell’ex-auror biondo e come ogni volta trovò quel contato così pacifico, che
sentì la voglia di piangere scivolarle via, e, finalmente, nessun più strano
pensiero le girò per la giovanissima mente.
Quell’adorabile quadretto famigliare fu
distrutto da un urlo devastante proveniente dal piano di sopra.
Hermione stava strillando.
***
Maggie
si circondò le gambe con le braccia. Affondò il viso arrossato e rigato da qualche
lacrima sporadica, che lenta scendeva a scalfirle le belle guance, nella
pesante stoffa dei jeans scuri che indossava.
La
maglia a righe multicolori era bagnata in quei punti, dove qualche goccia
salata era andata a posarsi. I lunghi capelli biondi scendevano lungo le spalle
e sul viso, celandoglielo.
Non
era certo in forma smagliante.
Scoprire
che la tua famiglia è formata da maghi e streghe è già abbastanza
scombussolante, senza l’aggiunta di quel piccolo, quanto fastidiosissimo
particolare, di essere l’unica diversa, tanto
disonorante da essere ripudiata dal tuo stesso padre.
Maggie
si sentiva sola, indesiderata e, perché no, esclusa da quella situazione che
per quanto terrificante potesse essere, riguardava, comunque,
gran parte della sua famiglia. Sospirò profondamente prima di stringersi
maggiormente nelle spalle.
Una
piccola pressione alle sue spalle la fece sussultare, ma quando due braccia ben
conosciute, si serrarono attorno ai suoi fianchi, ed una fronte si appoggiò con
dolcezza contro la sua schiena, capì di non avere nulla da temere e come le
succedeva sempre, ogni volta che TJ cercava di consolarla, si sciolse in un
pianto liberatorio, così sentito e straziante da far commuovere anche il
rossiccio.
-Io
sono… mi sento…- Maggie singhiozzò con forza voltando appena il capo per
incontrare gli occhi di TJ, che aveva appoggiato la sue
testa sulla spalla della biondina. Quelle iridi terribilmente chiare commosse
fino a diventare lucide.
-Shhh…-
le disse baciandole la guancia bagnata. –Non cercare di spigarmi quello senti. Io non riuscirei a capire molto… ma non preoccuparti
io sono qui, come lo sono sempre stato.-
Maggie
si voltò di scatto gettandogli le braccia al collo. Sprofondò la sua testa nel
petto del giovane respirando a pieno quel profumo di pulito che tanto la
rilassava. TJ la strinse forte a sé baciandole con delicatezza i capelli. Era
così fragile ed indifesa.
-Io
mi sento terribilmente… io non ho… non faccio parte di
nessuna famiglia!- concluse calmandosi appena. Le lacrime continuavano a
scendere copiose da i suoi occhi verdi.
-No!
Non è vero…. Tu ce l’hai una famiglia, Maggie. Hai una padre stupendo, delle sorelle che ti vogliono bene e
poi… beh, poi, hai me. Tu per me sei tutta la mia famiglia, le tue sorelle sono
le mie e Tom, beh, lui è il padre che non ho mai avuto… quindi non credo che tu
non abbia una famiglia.-
Maggie
annuì contro il suo petto arrossendo appena. Non pensava che TJ la considerasse
la sua “famiglia”.
-Io…
io sono diversa.- aggiunse Maggie guardandolo negli occhi. –Anche
nell’anormalità sono l’eccezione. Signori e signore sono orgogliosa di
presentare la persona più STRAMBA del mondo, Margareth Kathlynne Cooper o
Blanche!-
Nonostante
la situazione, entrambi non poterono evitare di
ridacchiare.
-Ridi?-
fece Maggie scandalizzata. –Qui c’è da piangere…-
TJ
la strinse nuovamente forte a sé. –Mi sembra che quello l’abbiamo
già fatto.-
Maggie
si accoccolò tranquilla tra le sue braccia respirando a pieno
quella bellissima sensazione di completezza che provavano entrambi
quando erano stretti l’una all’altro.
-Sono
davvero la tua famiglia?- chiese titubante la biondina voltandosi appena per
guardarlo. TJ si chinò su di lei rubandole un piccolo bacio a fior di labbra.
-La
più bella che io abbia mai avuto.- le disse
appoggiando la sua fronte contro quella di lei.
Maggie
arrossì quando ebbe l’irrefrenabile impulso di avvicinarsi e cancellare
nuovamente la distanza tra le loro bocche. Questa volta per un vero contatto.
Così,
all’improvviso, senza rifletterci, tutti e due, si
mossero nello stesso istante. Le loro labbra si incastrarono
alla perfezione. Sembrava che entrambi conoscessero
già tutto della bocca dell’altro, perché apparivano così esperti e disinvolti.
Ben presto, entrambi si spinsero oltre il casto e
semplice bacio che spesso si erano scambiati. Il contatto divenne profondo ed
intimo. E mai nessuno dei due provò una tale
sensazione di dipendenza l’uno dall’altra.
Erano
così presi dal momento, che non si accorsero del primo urlo che proveniva dalla
casa.
***
Harry
colpì a vuoto l’aria. Uno, due, tre volte. Era
nervoso. Mai lo era stato così tanto. Andava su e giù nella palestra della base
continuando a guardare nel vuoto. Si sentiva male fisicamente
e moralmente. Aveva il cuore in pezzi, e quella strana
sensazione, gli provocava una discreta nausea.
Si
sentiva un grifondoro in gabbia. Misurava a grandi passi l’ambiente in cui era
imprigionato da più di tre ore.
Tante
domande gli vorticavano nella testa. Come, dove, quando ma soprattutto PERCHE’ ? Perché gli aveva mentito? Le
aveva mai impedito di fare qualcosa o di decidere liberamente della sua vita ?
“Andiamo!
Se l’avessi saputo, avresti fatto di tutto per farle
cambiare idea…” gli disse una vocina insopportabile nella testa.
-E allora?- gridò contro l’aria immobile della grande stanza.
L’eco si diffuse rapidamente. –Almeno sarebbe stata sincera…-
aggiunse tra i denti.
“Non
è una cosa così grave. Non puoi farle una colpa se ha voluto, che tu, il suo
ragazzo, non sapessi niente.”
Harry
strinse forte i pugni lungo le braccia. Tremava leggermente.
Mentre cercava di rilassarsi l’immagine di
Ginny vestita da addestrante gli apparve nella testa.
Caricò il pugno e lo sferzò nell’aria con tutta la sua forza.
-Nervosetto?-
la voce di Evelyn lo interruppe.
Harry
alzò gli occhi al cielo. Quella ragazza era l’ultima persona che avrebbe voluto
vedere in quel momento.
La
guardò con astio sbruffando leggermente.
-Cosa
vuoi, adesso?-
Evelyn
si strinse nelle spalle andandosi a sedere sull’asse d’equilibrio. Accavallò le
gambe lunghe e sode fasciate dalla pesante stoffa dei pantaloni neri della
divisa.
-Voglio solo darti una mano.- gli rispose con un sorriso.
Harry
avrebbe tanto voluto cancellarglielo con un ceffone ma la sua legge morale,
secondo cui le ragazze non andavano mai sfiorate, nemmeno con un fiore, lo trattenne. Aggrottò la fronte, mettendosi le mani in tasca.
-Mi avresti dato una mano se per una volta
nella tua esistenza non ti fossi impicciata della mia vita personale.-
Evelyn
si grattò il naso con noncuranza, sembrava quasi che quel discorso non
riguardasse minimamente lei.
-Io
sono solo stata sincera nei tuoi confronti. Se lo fosse stata anche Virginia,
adesso, non saresti qui con me a roderti il fegato dalla rabbia, Harry.-
Il
moro strinse gli occhi. In effetti, quella piccola viperetta aveva ragione. Non
era solo colpa sua. Se, semplicemente, Ginny gli
avesse detto la verità! In quel momento, di sicuro, la starebbe
coccolando. Avrebbe avuto le sue dita
affondate in quei bellissimi ciuffi ramati, e i suoi occhi impegnati a scrutare
ogni centimetro di quella esile figura, placidamente
addormentata tra le sue braccia.
-Perché
non te ne vai e mi lasci in pace?- le disse velenoso
sedendosi con pesantezza sull’asse d’equilibrio.
Evelyn sorrise melliflua accomodandosi meglio
accanto a lui. Si portò a cavalccioni a qualche centimetro dalla schiena
dell’auror.
-Sei troppo teso.- disse con tranquillità indicandogli la
schiena. – Dovresti fare un bel massaggio…-
Harry
inarcò un sopraciglio.
-Tu
sei l’ultima persona al mondo da cui vorrei essere toccato, in questo momento…-
Evelyn
rise.
-Dai!
Non sono mica velenosa. Sono davvero brava nel massaggio
shazu… in fondo non ti costa niente.- disse persuasiva posandogli le sue
piccole mani calde sulla schiena.
Harry
s’irrigidì immediatamente. Cercò di opporsi ma le abili dita della ragazza avevano iniziato il loro lavoro dolce e duro nello stesso
tempo. In pochi minuti, sentì i muscoli della schiena e del tutto il corpo
rilassarsi come non mai.
-Ti
va di parlarmi un po’ di te?- chiese con voce dolce e tranquilla la donna.
Harry
non seppe mai il motivo ma, prima di accorgersene, si ritrovò a parlare dei
suoi problemi con quella ragazza che, più di tutto al mondo, doveva tenere alla
larga.
***
-Ma
che faccia tosta!- esclamò arrabbiata Lucrezia mentre
percorreva con Ginny i corridoi della base di Auror. L’ultima lezione era
terminata qualche minuto prima e quello strano trio si
aggirava con passo veloce per gli ambienti luminosi e asettici dell’edificio.
–Farti fare quella figura davanti a tutti…- continuò
stringendo ancora maggiormente i volumi tra le mani.
-Lu…
perché non la finisci con questa cantilena?- la
riprese Joseph, il ragazzo più alto. Era l’unico che riusciva a far zittire quel
piccolo vulcano.
-No.-
gli rispose apertamente Lucrezia. –Non aveva nessun diritto di farle quella
scenata.-
Ginny
sospirò cercando di ricacciare indietro le lacrime che premevano per uscire da
quando aveva visto Harry entrare nella sua classe di armi.
Le era letteralmente preso un colpo. Il cuore le si era
fermato per alcuni secondi, mentre la strana sensazione di un nodo alla gola la
costringeva a boccheggiare in cerca di ossigeno.
-Lo
so, che il capitano Potter non si è comportato bene, ma non è il caso di
ricordarglielo ogni 5 minuti. Lasciala respirare.- concluse
il ragazzo cercando di difendere il suo mito.
-Ma io…- Lucrezia cercò di ribattere prima che Joseph le
facesse segno di guardare il visino pallido e dispiaciuto di Ginny, che al
contrario, non aveva parlato più, da quel brutto momento.
-Ehi…-
disse ancora la brunetta posandole una mano sulla spalla. –Non essere
giù.-
Ginny
si voltò sorridendole con dolcezza. –No, non preoccuparti. Sto bene.-
Lucrezia
le tolse una ciocca rossa dal volto. –Sì, certo. Stai bene come può stare bene
una tigre in una gabbia.-
Ginny
rise a quel paragone. Spesso era stata paragonata ad un’aggraziata tigre in
gabbia.
-No
. Davvero Lucrezia. Grazie del tuo interessamento ma sto bene, nonostante
tutto.-
La
brunetta cercò con gli occhi l’aiuto di Joseph che continuava a camminare in
silenzio a loro fianco.
-Ti
va di venire insieme a noi?- le propose,
all’improvviso, mentre gli occhi dal taglio orientaleggiante si illuminavano.
Ginny
scosse il capo. Non le andava molto di uscire. Ma non
voleva nemmeno tornare in camera sua. Sapeva che avrebbe pianto tutta la notte.
-Non
mi va di uscire.-
-Se vuoi puoi venire da noi. Abbiamo un piccolo appartamentino
giusto fuori la base. Lo condividiamo con un mio amico. Ti cedo
il mio letto, così potrai dormire con Lucrezia.- intervenne Joseph, con
un sorriso.
Lucrezia
saltò sul posto tutta contenta. –Ottima idea, Jo. Dai vieni, ci divertiremo.-
L’entusiasmo
esplosivo di Lucrezia coinvolse anche lei.
-Io…
non so che dire.-
Lucrezia
le prese le mani -Dicci solo che accetti. Ti prego.
Non ho mai avuto un’amica donna.-
Joseph
cercò di sopprimere una risata mentre scoccava un bacio sulla guancia della ragazza.
–Forse perché sei un maschiaccio?-
La
brunetta fece finta di sentirsi offesa allentando un piccolo ceffone sul
braccio dell’amico. –Allora?- continuò rivolta a Ginny.
La rossa sorrise incapace di rifiutare un simile
invito e, con gli occhi un po’ lucidi, annuì col capo.
***
Il
sottoufficiale James, camminava tranquillo per le placide vie di Londra. Non
riusciva ancora a capire cosa l’avesse spinto ad accettare la proposta
indecente di Evelyn.
-Dovrai solo
tenermela lontano…- gli aveva
detto con un bel sorriso. –Al resto penserò tutto io.-
Si
sentiva un po’ male. Non era mai stato bravo a soffiare le ragazze degli altri.
Di solito, era sempre il contrario. Certo, gli avrebbe fatto piacere prendersi
una bella rivincita sul capitano Potter, ma non così. Lui era un uomo d’onore. E soprattutto amava le sfide. Harry, però, aveva allentato
la presa. Sentirsi tradito e preso in giro non doveva essere una bellissima
sensazione.
-Andrew?-
la voce di Evelyn lo riportò alla realtà. Dovevano
incontrarsi in quel piccolo locale nei pressi della base. Il loro piano era a
buon punto ma dovevano ancora sistemare alcuni luoghi ostici.
Il
giovane auror bruno si voltò. Una strana sensazione d’imbarazzo lo investì
quando posò i suoi occhi sulla giovane donna.
Doveva
ammetterlo.
Ginny
era bella, molto bella. Ma il capitano McNarth era
qualcosa di incredibilmente sexy e conturbante. Avrebbe potuto avere tutti gli
uomini della base ai suoi piedi. Per questo, James, non riusciva ancora a
capire il motivo di tutto quell’accanimento nei confronti di Harry.
La
luce del tramonto colpiva in maniera deliziosa i capelli scuri e lisci della
donna. La gonna corta e nera lasciava vedere perfettamente quelle gambe sode e
rotonde nei punti giusti. La camicia bianca ed il giubbetto
di pelle aderenti rendevano ancora più aggraziate le curve sinuose del
suo corpo. Il leggero ombretto e la matita facevano risaltare quegli occhi
particolareggianti. Il cui colore variava dal nocciola al
verde molto scuro.
James
arrossì mentre con lo sguardo percorreva ogni millimetro della figura della
donna, in piedi, davanti a lui. Con quel portamento così sicuro ed elegante.
Quello sguardo curioso ed intelligente.
-McNarth.-
rispose cercando di nascondere il suo rossore.
-Sei
in ritardo- lo rimproverò la donna anticipandolo nel locale a pochi metri di
distanza.
James
sospirò prima di seguirla.
L’aria
calda e il vociare assordante lo disorientarono.
Faticò un po’ prima di individuare Evelyn che gli indicava la posizione del tavolo.
-Uno, un po’ più
nascosto, potevi trovarlo, capitano?- la riprese bonariamente accomodandosi di
fronte alla donna.
Evelyn
sorrise, mostrando la sua dentatura bianca e regolare. James sentì una strana
sensazione di felicità nel vederla abbozzare un sorriso ad una sua battuta.
-Cosa
ordini?- gli chiese guardando con attenzione il menù.
James
si grattò la testa. Quella donna lo stupiva ogni giorno di più.
-In
realtà, nulla. Voglio solo sapere le ultime novità. Sono in
ritardo, devo tornare a casa.-
Evelyn
fece una piccola smorfia dispiaciuta. –Che peccato. Ed
io che mi ero fatta tutta carina, per te.-
James
sorrise. Si puntellò su un gomito guardandola leggere il menù.
-
Tu sei sempre carina, per me.-
Evelyn
alzò e riabbassò, velocemente, lo sguardo, mordendosi le labbra. James non ne
fu proprio sicuro, ma gli parve di vedere un’ombra rossa imporporare quelle
belle guance morbide.
- Oggi, ho parlato con Harry. Ha scoperto
tutto, quindi, da domani, puoi iniziare il tuo lavoro.- quando parlò, Evelyn lo
fece in un modo veloce ed asettico.
James
stentò a riconoscerla.
-Tutto,
Ok?- le chiese quando la vide rimettere a posto il
menù e infilarsi il giubbino.
Evelyn
alzò lo sguardo sorridendo.
-Certo,- si alzò dalla sedia circumnavigando il tavolo –Solo che
questo vociare mi da fastidio. Quello che dovevo dire l’ho detto. Quando avremo
bisogno di parlarci ci incontreremo, di nuovo. Ora vado, i miei genitori mi hanno invitata a cena. Vogliono
farmi conoscere il 100° candidato. Sai, qualche altro giorno potrei affittarti
come mio fidanzato da presentare ai miei… forse smetterebbero
di rompere.-
James
si alzò con lei accompagnandola alla porta. Una volta fuori aggiunse: -Tra un
po’, avrai un vero fidanzato da mostrare. Per giunta, anche
famoso.-
Evelyn
si strinse nelle spalle. –Speriamo. Beh, buon lavoro Sottoufficiale Andrew.-
James
sorrise, facendo un saluto militare. –Grazie, capitano.-
E
senza aggiungere altro si separarono.
***
Draco
ed Anne si precipitarono su per le scale. Salirono i gradini così velocemente che rischiarono spesso di
inciampare. Le urla di Hermione continuavano a farsi sempre più frequenti.
Avevano
lasciato la piccola Lily al piano di sotto con Lewis raccomandandosi con entrambi
di non lasciar passare nessuno.
Un
quarto urlo di Hermione fu immediatamente seguito da uno di Ron che
letteralmente sbraitava contro il povero medimago.
-MA COSA CAZZO STA FACENDO?- urlò.
Anne
e Draco aprirono la porta, proprio nel momento in cui, Ron afferrò il piccolo
uomo bruno per la collottola. Lo scosse con forza, alzandolo di qualche
centimetro dal pavimento.
Draco
intervenne, togliendo dalle mani di quella furia rossa il povero mal capitato.
-Sono un medimago.- si difese accarezzandosi la gola. –Non me n’intendo di
magia nera.-
Ron
si girò. Aveva gli occhi lucidi e il volto rosso più dei suoi capelli. –Se non
può fare niente, allora la prego di andare via.-
Il
medimago non se lo fece ripetere due volte e, con un colpo di bacchetta, svanì nel
nulla.
Tutti
concentrarono la propria attenzione sulla bruna che, nel frattempo, non aveva
smesso un attimo di dimenarsi e lamentarsi.
I
capelli erano arruffati e sconvolti mentre il lenzuolo era arrivato dall’altra
parte della stanza. La leggera camicia da notte azzurra era scivolata oltre il
ginocchio.
-HERMIONE!-
gridò il rosso precipitandosi su di lei. L’afferrò per le spalle scuotendola.
–EHI, MI SENTI?!-
Mentre, Ron gridava per farsi sentire, Draco si era
avvicinato al letto fissando incuriosito la mano di Hermione. Lo strano
bagliore viola era ricomparso sotto la fasciatura macchiata di sangue.
Con
veemenza slegò la benda intorno al palmo. Un nodo gli si formò in gola.
Come
l’insegna di un locale notturno, la cicatrice di Hermione s’illuminava,
assumendo strane forme. Draco non riusciva a vedere bene. Avvicinò la mano e
notò che quelle strane forme altre non erano che
lettere. Per la precisione, quattro caratteri che si
ripetevano in successione. “N-E-W-F N-E-W-F-“
-Cosa
diamine è ?- sussurrò, cercando con gli occhi gli
altri, che erano ancora impegnati a tranquillizzare Hermione. Ron la teneva per
le spalle mentre Anne le accarezzava la testa.
Guardò
parecchie volte la mano di Hermione. Rimase per un po’ in
silenzio a riflettere, fino a quando, tutto non gli fu chiaro.
-Certo.-
sussurrò, prima che un quinto grido della donna squarciasse il silenzio della
casa.
***
Hermione
continuava a camminare in un tunnel così buio ed angusto da riuscire a stento a
respirare. Quel poco fiato che riusciva ancora ad emettere
si condensava in vaporose nuvolette.
Sentiva
freddo molto freddo, ma aveva anche quell’insopportabile sensazione di
surriscaldamento. Non sapeva cosa fare, se tremare oppure sventolarsi.
Aveva
vagato per molto tempo in questo tunnel nero, buio, fino a quando una luce
rossa ancora più soffocante di quell’oscurità l’aveva
circondata.
-Pensavi
di sfuggirci, piccola strega mezzosangue?- la voce che di solito le parlava in
sogno, era stata sostituita da una femminile piuttosto acuta.
Hermione
si guardò intorno cercando di riuscire a scrutare qualcosa in quell’ombra.
-
E’ inutile che cerchi la mia figura.- Hermione si
concentrò meglio su quel suono. Non era una sola persona a parlare. Sembravano
più che altro diversi tipi di voce ben amalgamati per
farne rassomigliare a una sola.
-Cosa
vuoi da me?- chiese girandosi intorno. Più quella voce
parlava e più un assurdo quanto insopportabile mal di testa l’assaliva.
-Nulla,
voglio solo finire quello che ho iniziato- ed una mano
morbida era uscita da quella luce rossa per andarsi a serrare intorno alla sua
gola. In quel momento, urlò con tutta se stessa.
***
-Certo, cosa?- chiese Anne guardandolo.
Draco
si sforzò di ricordare quel saggio di magia nera che aveva letto su uno dei
tanti libri a Malfoy Manor.
-Hermione
si è congelata!- esclamò prima di correre in camera
sua. Ricordava di aver portato qualche libro di magia nera.
Ron
seguì con gli occhi i movimenti di quei due.
Draco
attraversò il corridoio seguito a ruota da Anne.
-Cosa
vuol dire congelata?- gli chiese mentre lo osservava cercare con attenzione nei suoi volume nella libreria meticolosamente ordinati in
ordine alfabetico. Vide lo sguardo grigio illuminarsi quando si poggiò su un
libro dalla copertina nera e dalla notevole consistenza.
-Auto-congelata, per la precisione.- la corresse mentre cercava
con furia la pagina indicatagli dall’indice.
Anne
inarcò un sopracciglio ugualmente confusa.
-Sicuramente,
qualcuno ha cercato di entrare nella sua mente. Deve esserci riuscito per un
certo periodo. Poi, però Hermione se n’è accorta, e si è autocongelata. Solo
una persona intelligente come lei poteva sapere dell’esistenza di questo incantesimo pericolosissimo.- continuò a cercare
mentre Anne iniziava a saltellare da un piede all’altro per l’agitazione.
-Vai, vai…- lo incitò ad un certo punto.
Draco
alzò per un breve secondo lo sguardo dalle pagine. Anne aveva le guance rosse e
l’espressione vivissima. Il biondino sorrise obliquo e prima
di potersi trattenere le disse:
-Sai
che sei molto carina, in questo momento.- e senza darle il tempo per
rispondergli o per farla arrossire. Esclamò. –EUREKA!-
Lesse velocemente quel lungo saggio. Fino ad arrivare alla
parte che maggiormente gli interessava.
-
L’incantesimo autocongelante può essere spezzato o dal mago stesso o da uno stregone molto potente.- disse ad
alta voce
-Hermione
deve essersi bloccata.- disse Anne togliendosi una
ciocca dalle labbra.
Draco
concordò con lei. –E’ quindi dobbiamo trovare un grande stregone.-
-Se
penso agli stregoni più potenti del nostro secolo mi
vengono in mente solo tre nomi,- aggiunse la ragazza guardandolo negli occhi.
-Silente,- iniziò l’uomo.
-Harry
Potter.- continuò Anne.
-E
Voldemort… due dei quali sono gia da escludere. Non
credo che Silente potrebbe mai venire qui ad
aiutarci.-
-Voldemort,
men che meno.- disse la bruna sorridendo amaramente.
-Sì…
ma noi abbiamo la sua erede.-
Anne
sgranò gli occhi. –Scusa ?-
Draco
s’illuminò chiudendo di scatto il libro. –Lily è la nostra unica salvezza.-
-Ma…- cercò di protestare Anne prima che il biondino le
mettesse un dito sulle labbra.
-
E’ l’unico modo.- e senza aggiungere altro si precipitò fuori
dalla stanza.
***
James
infilò la chiave nella toppa della porta. Provò ad aprire un paio di volte ma
la serratura sembrava bloccata dall’interno.
Sbruffò,
pensando, che forse quei due strambi coinquilini erano andati
a dormire chiudendolo fuori.
Accostò
l’orecchio alla pesante porta di legno scuro e prima che potesse arrabbiarsi
sentì la risata di una ragazza avvicinarsi alla porta dare alcune mandate ed
infine aprirla.
Si
ritrovò davanti una giovane, bruna e minuta, ricoperta di una strana sostanza
rossa sul viso. La scrutò meglio e la riconobbe.
-
Lucrezia ?- chiese con un sopracciglio inarcato entrando nell’appartamento.
La
brunetta aveva i capelli raccolti in un turbante fatto da un asciugamano
celeste. Gli sorrise
chiudendogli la porta dietro.
-Ciao,
James. Sei un po’ in ritardo. Io e Joseph, abbiamo invitato una nostra amica a
dormire qui, non ti dispiace, vero?- e senza dargli il
tempo di rispondere, si allontanò dalla camera da pranzo con in mano una
vaschetta di gelato e due cucchiaini.
James
rimase interdetto. Si grattò il capo avvicinandosi a sua volta al frigorifero.
Prese una burro-birra e si avviò nel salotto. Con
pesantezza si lasciò cadere sul divano.
-Ahia!-
la voce del suo vecchio amico d’infanzia Joseph, lo fece sussultare.
-Joseph!-
esclamò alzandosi immediatamente dalla sua schiena. –Che diavolo ci fai qui?-
-Secondo
te ?ho dovuto cedere la nostra stanza a quelle due pazze. Così per giustizia ti
ho lasciato il letto nella camera di Lucrezia. -
James
guardò Joseph dall’alto verso il basso. –Dovrei sentirmi
commosso?- gli chiese iniziando a ridere. I capelli scuri e ricciuti
dell’addestrante erano incredibilmente disordinati senza il gel.
-No,
riconoscente come minimo.- gli rispose con uno sbadiglio.
-E perché mai? Non sono stato io ad invitare quella ragazza
che ci ha spodestato dal nostro letto…-
Joseph
sospirò. –Già, sono stato io.-
Entrambi
scoppiarono a ridere. La loro risata baritonale fu
seguita da una molto più acuta che quasi gli stordì.
-Da
quando vanno avanti così ?- domandò James indicando
col pollice la porta della stanza dietro di loro.
-Non
lo ricordo più. Credimi.-
Risero,
di nuovo.
-E’
carina ?- gli chiese il sottoufficiale grattandosi il mento.
Joseph
sorrise.
-Direi
di sì. Molto, Carina. Ha avuto un po’ di problemi con il suo fidanzato, oggi.
Sai, credo che tu lo conosca. O meglio chi non lo conosce.-
James
si incuriosì.
-E’
anche la migliore del corso. Gode di una certa fama
anche lei….-
Il
sottoufficiale sbruffò. –Perché non mi dici chi è,
così la finiamo?-
Joseph
si schiarì la gola.
-Ma
quanto sei impaziente… comunque lei è Virginia Weasley
mentre lui il capitano Harry, James Potter.-
Neanche
più un rumore si udì in quella stanza. James rimase congelato senza dare più
segni di vita.
Sconvolto
era un eufemismo.
***
Hermione
continuava ad urlare. Ron le teneva forte la mano mentre accanto alla porta
Draco era inginocchiato di fronte a Lily.
-Hai capito, principessa?- le disse prendendole le manine.
La
bambina lo guardò con un sopracciglio inarcato.
-Devo
prendere le mani di Hermione e concentrarmi ?- gli chiese
mordendosi le labbra.
-Sì,
e poi recitare questa formula. Scongelo,
ripeti dopo di me. SCONGELO.-
La
piccola ripeté diligente. Draco sistemò la sua pronuncia con un paio di
correzioni sull’intonazione. Il latino non era facile per un inglese.
-Scongelo.-
disse finalmente Lily.
Draco
sorrise.
-Perfetto.-
La
presa in braccio ed insieme ad Anne si avvicinò al
letto.
-Noi
siamo pronti, Ron.- disse al rosso facendogli segno di
spostarsi. Ron guardò ancora per qualche minuto il viso sudato di Hermione
prima che, con riluttanza, la lasciasse andare.
Anne
si sistemò sul letto prendendo una mano di Hermione e una di Lily. La bambina
fece altrettanto. Sospirarono, prima di chiudere gli occhi e mettersi in contatto con la parte più
nascosta ed intima della mente di Hermione.
Draco,
Ron e Lewis sussultarono quando le due caddero in uno stato comatoso.
La
prima parte era andata.
***
Hermione
sentì la presa intorno al suo collo diminuire ed una nuova luce farsi largo in
quella rossa e soffocante. La mano ben presto la lasciò andare e le cadde a
terra senza più fiato. Annaspò con le mani intorno alla gola. Le bruciava
tutto.
Una
voce dolce e conosciuta la fece voltare.
-Hermione.-
La
bruna si guardò attorno. –Hermione vieni qui.-
continuò la voce con dolcezza.
-Chi
sei?- urlò con tutta le sue forze.
Il
suono rispose con eleganza. –Hermione basta dormire.-
-Chi
sei ho detto?-
ripeté con rabbia.
-Sono
qui per aiutarti, chi sono non ha importanza.-
Hermione
si alzò tremante in piedi.
-Dove sei ?-
-La
luce, tesoro, segui la luce e mi troverai.-
Anche questa volta il suono non era altro che due timbri di voce
mescolati.
-Chi
mi dice che tu mi voglia davvero aiutare.-
-Nessuno.
Devi solo fidarti.-
Hermione
fu confortata da quella risposta sincera e con passo tremante iniziò ad
avanzare verso la luce bianca. Mentre camminava la
voce la incitava a proseguire.
Era
quasi arrivata a sfiorare quella strana porta fatta di luce quando la mano di
prima si serrò attorno alle sue gambe. Sorpresa,
Hermione perse l’equilibrio e rovinò dolorosamente a terra.
-Dove pensi di andare ?-
Hermione
scalciò un paio di volte nel tentativo di liberarsi.
-LASCIAMI
ANDARE!- urlò.
La
voce della luce bianca ritornò a farsi sentire. –Vi ordino di lasciare andare
la mente di questa donna. Voi indegni non avete il diritto di usurparla. Andate via, immediatamente. Scongelo!-
La
parte rossa e soffocante rise sguaiatamente. –Pensi di intimorirmi! Noi siamo
in tre voi solamente in due. Chi è più forte?-
-HERMIONE!-
gridò in risposta. –Ripeti con me.
Scongelo!-
Hermione
rimase zitta, troppo spaventata per dire qualsiasi cosa.
-Hermione
fallo!-
La
mano continuava a serrarsi intorno alle sue caviglie.
-Ti
prego, Hermione. SCONGELO!-
-‘MIONE!-
Il
suo nomignolo, la fece sussultare. Con titubanza mormorò.
-Scongelo.-
Le
mani intorno alle sue caviglie divennero bollenti. La bruna gridò dal dolore.
-Più
forte, tesoro! SCONGELO!-
Hermione
aveva la mente traviata dal dolore insopportabile che quegli artigli
incandescenti le procuravano alla pelle.
-SCO…-
Iniziò con fatica.
-Avanti!-
La incitò.
Due
ferri roventi le mortificavano le
caviglie delicate. Il dolore era insopportabile. Non ce la faceva. Era finita.
-Mi
dispiace…- mormorò per la seconda volta.
-‘MIONE!- gridò la voce.
Hermione
fu scossa ancora una volta. Il viso di Ron le apparve davanti agli occhi. Tutti
gli anni più belli passati ad Hogwarts, il dolore per
la morte dei suoi genitori, Harry, Ginny, Draco.
Spalancò
gli occhi che aveva serrato inconsciamente e con le ultime forze gridò:
-SCONGELO!-
Le
mani intorno alle sue caviglie si sgretolarono come cenere, la luce rossa si
frammentò lasciando spazio solo a quella bianca. La voce gentile rideva gioviale
Hermione
cadde in un lungo tunnel. Scivolava come se fosse stata su uno scivolo. Era una
bellissima sensazione di libertà.
Prima
che potesse fare qualsiasi cosa, aprì i suoi occhi.
Si
guardò attorno incapace di focalizzare l’ambiente, i
visi, qualsiasi cosa la circondasse.
Si
alzò con stanchezza e trovò le sue mani intrecciate con quelle di Anne e Lily che sorridevano. Anche
loro avevano un’aria abbattuta ma tremendamente felice.
Anne
le saltò al collo stringendola forte.
-Grazie
a Dio!- disse con un singhiozzo.
Hermione
non riusciva a capire tanta gioia. Ma solo quando la
fitta alla mano le attanagliò il braccio si ricordò di quello che era successo.
Scostò con gentilezza la mora, portandosi il palmo davanti agli occhi. La
cicatrice era svanita.
Alzò
lo sguardo e incontrò gli occhi di Ron lucidi come mai gli aveva visti.
-‘Mione…- sussurrò prima di
saltarle addosso e abbracciarla così stretta da farle mancare il respiro.
Hermione non ci fece caso. Anche lei aveva avuto paura,
in quei momenti. Solo l’immagine di Ron le aveva dato la
forza di continuare.
Rimase
stretta al suo amico d’infanzia per molto tempo.
Draco
era rimasto in disparte. Non voleva rovinare la felicità di Ron. Sapeva quanto
aveva sofferto. Con dolcezza sorrise a quel quadretto
e prima di riuscire a lasciare la stanza una mano calda si strinse intorno alla
sua. Si voltò di scatto, incontrando gli occhi stramaledettamente blue di Anne.
Draco
sentì una piccola fitta al cuore. Quella ragazzina era davvero molto bella.
-Sei
stato bravissimo.-
Draco
si strinse nelle spalle. –Io non ho fatto nulla.-
Anne
scosse il capo sorridendogli.
Rimasero
in silenzio, senza aggiungere altro. Contenti che tutto si fosse
risolto per il meglio.
Lily
guardava con felicità Hermione e Ron abbracciati. Erano così belli.
Scese silenziosa dal letto raggiungendo Draco e saltandogli in
braccio.
Lo
abbracciò forte.
-Ti
voglio bene, Draco.-
Il biondino sorrise, illuminandosi. Si voltò verso Anne e
Lewis visibilmente commossi.
-Ti
voglio bene, anch’io- rispose con uno sguardo felice
ed appagato come non l’aveva da molto, troppo tempo.
***
Il
pugnale lucente e sporco del sangue di Hermione si frantumò in tanti piccoli
pezzi. Questo avvenimento fu immediatamente seguito dal risveglio dei tre maghi
oscuri.
Tamiara,
Cassio ed Angelia avevano la fronte madida di sudore
ed il respiro irregolare. Si stringevano ancora le mani ma il loro sguardo era
quasi perso, smarrito.
Il
signore oscuro li guardava severo. Anche questa volta
uno dei suoi tanti piani era fallito.
-Ancora
una volta mi avete deluso.- disse con la sua voce
fredda e strascicata.
Si
alò dal suo trono avvicinandosi con passo felpato ai tre. –Non abbiamo più
tempo di scherzare.- guardò con i suoi occhi rossi e
cattivi i visi stanchi e segnati dei tre.
-Ci
perdoni.- dissero in coro abbassando il capo.
Sul
volto scavato e inumano di Voldemort si disegnò
un sorriso sarcastico. –No, basta perdonare.- alzò una mano verso i tre li osservò
divertito prima di serrare le sue dita a pugno. Tamiara, Cassio ed Angelia si
curvarono in preda dal dolore. Si contorcevano ed annaspavano in cerca di
salvezza. Voldemort non li avrebbe risparmiati se una voce nell’ombra non lo
avesse fermato.
-Mio Signore,-
Mellifluo si era fatto avanti dall’oscurità.
-Sì
?- gli rispose voltandosi appena.
-So
chi è e dove si nasconde il medimago incaricato di preparare la pozione della
fenice.-
Lord
Voldemort si girò completamente. Un sorriso pieno si allargava sul suo volto.
–Bene, molo bene, mio Mellifluo. Affina le tue conoscenze e dopo sferra
l’attacco nel cuore del nemico.-
Mellifluo
chinò il capo in segno di assenso.
La
grande battaglia stava per incominciare.
***
TA DADADAN! Vi è piaciuto questo capitolozzo miei
piccoli puledrini (PULEDRINI?! NDTutti ^^Nd Angéle)? Spero vivamente di sì.
Come avrete notato la fine è quasi giunta… mancano,
infatti, pochi capitoli (all’incirca 5) e poi, finalmente, non vi romperò più…
Contenti? Credo di sì.
Ah, è emozionante terminare una storia durata quasi un
anno… infatti, ricordo di aver immaginato il primo chap e la storia intorno a
Dicembre… nel frattempo che arrivo all’ultimo chap ci arriviamo,
credetemi…
Per scrivere questo chap, ho dovuto fare salti mortali
(la scuola è incominciata ed, ahimè, anche lo studio è ripreso a pieno ritmo,
quindi, ho trovato, nelle tante cose che dovevo fare, un po’ di ritagli di
tempo per terminarla. Che brava, ‘ne vero ^^) Ma l’ho
fatto molto volentieri perché voi mi volete bene e avete fatto il vostro
bellissimo dovere di esprimere un vostro parere riguardo questa mia storia. Me
very Happy.
Non so se avete notato, inoltre, che c’è stato un
brutto episodio di “ abuso di nome”,
proprio nel mio spazio di recensione. Devo dire
che ne sono rimasta alquanto turbata e scocciata. 1. perché
ha infangato il nome di una delle autrici più brave dell’EFP, e 2. ha offeso con le sue parole sciocche me, i miei personaggi,
la mia fantasia e soprattutto i lettori. O meglio, chi ha
avuto l’educazione di lasciare un commento, sì negativo, ma rispettoso
e molto costruttivo. Non voglio fare una tragicommedia né roba
simile, perché non è da me, ma pregerei tutti coloro,
che si divertono ad insultare ed infangare la gente di non farlo più su questo
sito. Anzi, di non farlo più in generale.
E’ una cosa sciocca quanto inutile. Tutti quelli che
scrivono sulla net non lo fanno per soldi, quindi, che
ad alcuni, il loro lavoro possa non piacere… beh, scusate l’espressione, ma si
fanno un bidet! O meglio se ne fregano altamente. E’
bello essere apprezzati, ma se poi qualcuno mi critica in malo modo per un mio
scritto da cui non ricaverò mai un centesimo…TANTO PIACERE!
Cmq, lasciamo perder questi argomenti, e passiamo ad
altre cose molto ma molto più belle. Un esempio? I vostri ringraziamenti
personali.
EMMA
Grazie tesoro, sei sempre troppo gentile. Come vedi tutto si è risolto per il meglio. Un bacione.
AngéleJ
Vale Ma tesoro, ti ringrazio io per leggere
sempre e diligentemente la mia storia. Sei troppo grande e
gentile. Grazie tante per le belle parole, un bacio,
AngéleJ
Charlotte No, non sono
la migliore della classe. Perché i miei compagni sono tutti secchioni.
Io me la cavicchio. Italiano non è la materia in cui
vado meglio, ma adoro scrivere, quindi m’impegno e lo faccio con passione. Se il risultato è buono non posso che esserne contenta. Un
bacio forte e grazie tante.
AngéleJ
P.S.
Io vado ad un Liceo linguistico, quindi ho il triplo
dei compiti scritti dei normali licei. Basti pensare a francese, tedesco,
inglese, italiano, matematica, chimica… ecc…ecc… sono
sommersa dallo studio.
Ryta Holmes Non preoccuparti,
non ho mai dubitato che una persona così poco intelligente potessi
essere tu. Don’t worry. Un bacio.
AngéleJ
Hermy15 Grazie
tante, tesoro mio. UN BACIO.
AngéleJ
Elaine Grazie… credimi mi
hai fatto arrossire. La tua recensione (Arrivato dopo 2 non proprio
felicissime) mi ha rimesso il buonumore. Non credo d’essere
tanto brava ma se tu lo pensi davvero allora, non posso fare altro che
ringraziarti.
AngéleJ
Daffydebby Grazie, sei
davvero molto gentile. Non credo d’essere fenomenale, ma ti ringrazio per
il tuo complimento. Sono molto contenta che tutte le mie storie ti piacciono.
Grazie, ancora. Un bacione,
AngéleJ
Cloudy In effetti,
io lo dico. Ginny frequenta il corso per diventare Auror. E’ al primo anno. Lo
ripete più volte, però non preoccuparti… Capita di essere un po’ distratte, non
preoccuparti, piccola. Un bacione, grande anche a te e grazie
per essere sempre fedele.
AngéleJ
Marilia Beh, sono
contenta che tu abbia pensato a me (in realtà, non molto visto il tragico
avvenimento) però mi fa piacere che tu te ne sia
ricordata. Per quanto riguarda il num.
Di cell. Perché
no! Lo invierò al più presto al
tuo indirizzo. Non appena, avrò tempo. Un bacio,
AngéleJ
Lulu Va bene, ti invierò
quelle 4 pagine che ho scritto, però se non ti dovessero piacere, non
sgridarmi! Un bacio,
AngéleJ
Selphie Certo, non brava come l’altra volta però
il tuo appellativo di “perspicace” non te lo toglie nessuno. Spero
che anche questo chap ti sia piaciuto. Mi raccomando, continua a
seguirmi negli ultimi chap di quest’avventura. Un bacio,
AngéleJ
Marion Dai, non ti ho
fato aspettare molto, vero?(Marion guarda Angéle con uno sguardo omicida ed un
coltellaccio in mano. Metti Giù quel coltello, fai la brava Nd Angéle TUTTA
TREMANTE)Grazie per il tuo commento, un bacione,
AngéleJ
Sissichi Ma sei
pazza? Leggere in un colpo solo tutta la mia ffc è da suicidio!!! Non ha riportato nessun trauma mentale, vero?(Angéle
preoccupatissima della sorte di Sissichi). Credo di aver risposto a tutte le
tue domande nel chap. Mi raccomando continua a seguirmi. Un bacio,
AngéleJ
Angela Grazie sei
troppo buona. Se io sono una Scrittrice
con la S, tu sei una lettrice con la L. Grazie del tuo sostegno e dei tuoi
complimenti. Un bacione,
AngéleJ
WilloW Grazie,
troppo gentile. Un bacione,
AngéleJ
Chris Ciao
Dolcissimo recensitore, io sto benissimo, anche se sommersa da compiti e
interrogazioni, anche in questo momento, (le 18:21 di
un triste pomeriggio autunnale), ho lasciato in sospeso una “full
immertion”(sperando di averlo scritto bene, visto che, in quest’ultimo periodo,
ho litigato un po’ con l’inglese…) nella rivoluzione industriale e nella
politica assolutistica di Luigi XIV, per rispondere ai vostri commenti. Non
preoccuparti per il ritardo. Spero che questo chap ti sia piaciuto, fammi
sapere con una recensione, un grande bacio, immenso,
AngéleJ
Daphne Dai, piccolo Genietto, della tua Angéle, non puoi
abbandonarmi, proprio adesso. Fai muovere le ruote del tuo cervellino e pensa
agli indizi che vi forniscono in tutti i chaps. Sinceramente non so se “
mariuana” si scriva così, (sai com’è, io certe cose le fumo solo… scherzo:P), cmq, se la memoria non m’inganna c’è un “J” da qualche
parte… marijuana… ecco, più o meno, così. Cmq, grazie per il tuo commento. Ti
mando una valanga di baci,
AngéleJ
Vale&Mely Mie
fedelissime! Ben tornate e ben ritrovate. Mi siete mancate,
credetemi. Non pensavo, ci si potesse
affezionare così tanto a delle persone, senza averle nemmeno mai viste. So poco, quanto niente, di tutti i miei lettori,
ma sapere che apprezzano i miei scritti (che sono la parte più intima della
vita di una persona) è davvero molto bello. Mi ha fatto davvero piacere
conoscere tanta bella gente e, quando smetterò, serberò un ricordo stupendo di
questa bella esperienza. Grazie per avermi
accompagnato fin dall’inizio. Un bacio enorme a tute e due,
la vostra
AngéleJ
Milady FINALMENTE! Alleluia, alleluia,
alleluia! Milady! TESORO, oh, ci risentiamo, dopo
quasi due mesi di silenzio. Che hai fatto, sei andata
in vacanza alle Barbados? Neanche un internet point, da dove poter inviare
nuovi chppini della tua meravigliosa ffc? (Sai che è la mia preferita?) Voglio, anzi, esigo, un aggiornamento il più veloce
possibile, d’ora in poi… INTESI?! Naturalmente sto scherzando, la tua storia mi
manca, ma non posso obbligarti a fare tutto di fretta. Prenditi il tuo tempo,
ma poi dovrai subirne le conseguenze. Un
chap di 70 pagine? Magari… però davvero, aggiorna presto, un bacio
AngéleJ
P.S.
Mio fratello sta bene e ti saluta tanto.
AvaNa Kedavra Ciao! Grazie
per i tuoi compliments. Sei troppo buona e gentile.
Non è vero che sono SFUGGEVOLE… mi piace l’effetto suspence e, quindi, lo
utilizzo molto. So che alcune volte può dar fastidio,
ma è interessante sapere come la pensano gli altri su un tuo lavoro. Tanto poi
a decidere sarai sempre tu. E’ BELLO… Cmq, ora ti lascio perché ho davvero
tantissime recensioni a cui rispondere (Non ti montare la testa Angéle, quelle
sono solo perché ci hai messo troppo tempo per aggiornare, cara
Nd Tutti ^//^ Nd AngéleJ)
Beh, un bacio,
AngéleJ
Riley Anch’io sono convinta che 25 pagine sia
la lunghezza giusta di un chap… ma alcune volte la vena ti prende e partorisci
parole e pensieri che occupano un numero davvero cospicuo di pagine, anche se
tu non avresti mai voluto arrivare a 55 pagine. Grazie
per aver letto gli ultimi chaps ed avermi recensito. Non merito tanta
gentilezza. Ti mando una valanga di baci e tanti abbracci.
Tua
AngéleJ
Naike Grazie, sei molto gentile. Un bacio e benvenuta.
AngéleJ
Ary Ciao piccola. Come va,
spero benissimo. Sono contenta che la vacanza negli USA ti abbia divertito e ti abbia fatto incontrare i vecchi amici. Non vedere delle persone per quasi un anno deve essere triste.
Però non pensiamo a i lati negativi. Davvero sei
andata a NY e Miami? WOW! Che bello, tanti complimenti.
Posso farti una domanda. Ma che scuola frequenti?Spero tu abbia scelto il liceo
Linguistico, sei praticamente bilingue… Va beh, cmq,
grazie della recensione bacissimi.
AngéleJ
Miroku Grazie, non appena avrò un minuto
libero leggerò i tuoi aggiornamenti. Un baciotto anche a te,
AngéleJ
Silvix Grazie, sei
troppo gentile, un bacione
AngéleJ
Vega Non aggiornato prestissimo, però ho
aggiornato. Grazie di essere sempre presente. Un bacio,
AngéleJ
Un saluto particolare a PHI PHI .
Grazie a tutti coloro che
leggono ma non commentano.
Un bacione,
AngéleJ