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Autore: Defiance    17/08/2013    2 recensioni
Prendete un Harry Potter e un Percy Jackson. Incrociate i loro destini, le loro vite, i loro poteri.
Dopo la sconfitta del Signore Oscuro e del Re dei Titani una nuova guerra sta per arrivare. Si stringeranno nuove alleanze. Si fonderanno due mondi. I più grandi eroi di tutti i tempi dovranno combattere, per salvare il destino dell'umanità. La più grande battaglia mai vista sulla terra sta per avere inizio.
Halfblood.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Per favore, non mi uccidete, ci tengo a questo capitolo! Buona lettura :)

Capitolo 8
L’altra faccia di Ares

 
Draco avanzò rapidamente lungo il corridoio e si precipitò in bagno.
“Da quanto tempo non passi a trovarmi, signor Malfoy” lo accolse una voce squillante e mielosa.
“Mi… Mirtilla!” esclamò lui, assumendo un’espressione sorpresa.
Il fantasma di Mirtilla Malcontenta, una ragazza morta quando la Camera Dei Segreti fu aperta per la prima volta, sedeva su un davanzale della finestra ed era intento a giocherellare con delle ciocche dei capelli, convinto che si trattasse di un gesto piuttosto sexy, ma per chi osservava la scena risultava essere semplicemente comica.
Ma Draco non dovette sforzarsi di non ridere, perché quel giorno non aveva nulla di cui essere contento.
“Certo che potevi anche venire a salutarmi, ragazzaccio” lo rimproverò lei.
“Mi dispiace Mirtilla sono, ehm, stato impegnato” si scusò lui.
“Tutte frottole… nessuno pensa mai alla povera, noiosa, musona, Mirtilla Malcontenta!” strillò lei, mettendo su il broncio e, attraversando Malfoy, il quale provò per un attimo un’orribile sensazione di gelo propagarsi lungo tutto il suo corpo, si tuffò singhiozzando in un gabinetto.
“Fantasmi” brontolò il ragazzo e si diresse verso lo specchio.
“Stupido!” si disse, e si sciacquò il viso.
“La tua vita è un fallimento, tu sei un fallimento. Da quando sei nato, non sei mai riuscito a compiere nemmeno una minuscola scelta giusta! E ora non puoi più riscattarti. Vigliacco.” e delle lacrime silenziose iniziarono a rigargli il viso.
Si rannicchiò contro il muro.
“C’è sempre una possibilità di rimediare ai propri errori” disse qualcuno alle sue spalle, che era appena uscito dal bagno.
Era una ragazza. Era Clarisse La Rue.
Draco si era dimenticato di essere nel bagno delle ragazze. Evidentemente lei non sapeva di Mirtilla, o non sarebbe mai entrata lì.
Si sedette accanto a lui e cercò di studiarlo.
“Stai piangendo” notò.
Malfoy si affrettò ad asciugare quelle singole lacrime che gli erano sfuggite. “No. Io non piango.”
Clarisse gli sorrise. “Non è simbolo di debolezza. Io sono la figlia di Ares, il dio della guerra, e qualche volta, ho pianto anche io. Qualche volta, ho avuto paura pure io. Qualche volta, ho fatto delle scelte sbagliate pure io. Qualunque siano stati i tuoi sbagli, puoi ancora rimediare” lo rassicurò.
“Tu… tu non capisci” bofonchiò il ragazzo.
“Aiutami a capire” lo incoraggiò lei. “Raccontami la tua storia, Draco Malfoy. E io ti racconterò la mia.”
“Io… non so da dove cominciare.” Si giustificò lui.
“L’inizio può andar bene” sussurrò Clarisse.
“Sono sempre stato un prepotente, ma mai cattivo. Solo… solo che mio padre era un Mangiamorte, uno dei seguaci di Tu-Sai-Chi. E quando lo deluse, lui scelse me per una missione. Mi fece diventare uno dei suoi. Io non volevo essere un assassino, non volevo essere come mio padre. Anche se non avevo scelta, la cosa peggiore è che all’inizio ero fiero di essere stato scelto. Pensavo che se avessi portato a termine la mia missione, sarei per una volta stato apprezzato. Da mio padre, da mia zia… da Tu-Sai-Chi stesso. Quando ho rischiato di uccidere una ragazza, mi sono spaventato. Io non volevo più eseguire quell’incarico, ma non potevo farci niente: se avessi mollato, o fallito, lui mi avrebbe ucciso. Fui risparmiato dal commettere l’omicidio di Silente. E ne fui felice, perché non ero diventato un assassino. Ma nel vedere il suo corpo spezzarsi e cadere dalla Torre di Astronomia… è stato come se una parte stessa del mio cuore fosse morta con il preside. Il punto è che non ho cercato di allontanarmi da quel destino. Non ci ho provato abbastanza. Non ho mai avuto il coraggio di ribellarmi e tornare dalla parte dei buoni. Mai. Nemmeno quando lo volevo. Quando Potter finse di essere morto, io ero  tra le loro file. Ma mia madre mi chiamò e la raggiunsi tra la schiera dei Mangiamorte. Non ho mai avuto il coraggio di prendere una posizione che si basasse sulla mia volontà. Pensavo di non avere scelta. Ero terrorizzato da ciò che Tu-Sai-Chi poteva fare.” Raccontò il ragazzo. “E ora, ora che vorrei aiutare Potter e gli altri a combattere questa seconda guerra, ora che voglio stare dalla parte giusta, non posso farlo. Non me lo permetteranno mai. Non si fideranno mai di me.” Aggiunse poi.
“Hai provato a dirglielo?” chiese piano Clarisse.
“Non servirebbe a niente.” Mormorò Draco, rassegnato.
“Credo che tu possa imparare qualcosa dalla mia storia. Magari ti farà cambiare idea.” disse la ragazza.
“C’era una mia amica, Silena Beauregard era il suo nome. Aveva un ragazzo, Charles Beckendorf, il fratello di Elena. Lui morì durante una missione, aveva deciso di sacrificarsi per portarla a termine. Eravamo nel bel mezzo della Seconda Grande Guerra, ma io mi ero impuntata a non voler combattere, per una stupidaggine: reclamavo la proprietà di una stupida biga. Durante la guerra, i nostri erano in svantaggio. Silena si offrì di venire al Campo per cercare di convincermi, ma io non cedetti. Allora lei si infilò la mia armatura e finse di essere me; condusse i miei fratelli in battaglia, ma quando si trovò faccia a faccia con un dragone, rimase ferita gravemente. Fu in quel momento che arrivai io. Lei stava per morire. Disse che era lei la spia che passava informazioni a Crono e quindi la causa della morte di Charles. Disse che le dispiaceva e morì. Io, in preda alla rabbia e dai sensi di colpa, uccisi il dragone e combattei accanto ai miei compagni fino alla fine. Silena è morta da eroe, non da traditrice. È riuscita a riscattarsi all’ultimo momento. E così anche Luke Castellan, che dopo aver portato al potere Crono, lo ha distrutto, sacrificandosi. Il mio ragazzo, Chris. È stato dalla parte del nemico per un po’. Ha passato un periodo difficile, ma quando ne è uscito è tornato tra le file dei buoni.”  Raccontò Clarisse.
“C’è sempre un modo per riscattarsi Draco. Sempre.” Aggiunse.
“Spero di trovarlo anche io, un modo” mormorò il ragazzo.
“Sono sicura che ci riuscirai.” Lo rassicurò lei.
Poi si alzò e fece per andarsene, ma ad un tratto si voltò verso il biondino e gli disse:
“Ragazzo. Io sono una dura. Quindi questa conversazione rimane tra noi. Chiaro?”
Malfoy sorrise e poi annuì. “Chiaro”
Clarisse gli rivolse un ultimo sorriso e uscì dal bagno.
 
“Solo soletto, Fulmine?” domandò Annabeth.
“Fu… Fulmine?” balbettò Harry.
“Mi piace dare i soprannomi. Tipo, Percy è Testa d’Alghe.” Disse la ragazza. “Sai, per via di suo padre, che è il dio del mare” spiegò.
“E io perché sarei Fulmine?” chiese lui.
“Beh… hai una cicatrice a forma di saetta sulla fronte. Mi sembrava appropriato” rispose lei.
Harry la guardò per un momento con aria stordita, domandandosi per un secondo se fosse pazza, poi scoppiarono a ridere.
“Allora, fammi indovinare. Problemi di cuore?” ipotizzò la ragazza, inaspettatamente.
“Oh. No, ehm. Anche” ammise il ragazzo.
“È la tipa dai capelli rossi vero?” suppose Annabeth ed Harry annuì.
“La ho osservata” disse lei “non ti merita.”
“È facile per te dirlo. Tu non mi conosci” obiettò Harry.
“So molte più cose di quanto pensi, ragazzo” ribatté lei, ma non sembrava arrabbiata.
“Per esempio?” chiese lui.
“Per esempio, so che hai un animo nobile e un cuore puro, Harry. E questo mi basta per capire che meriti molto di più di una come lei.” Rispose Annabeth. “E non mi riferisco solo alle tue imprese.” Aggiunse.
Il ragazzo alzò lo sguardo e incrociò i suoi occhi. Capì che era sincera dal modo in cui lo stava guardando: non come un eroe, un fenomeno o quant’altro. Ma come un ragazzo. Come un semplice ragazzo che ne aveva passate tante e che era stato plasmato dalle vicende della sua vita. Un ragazzo che aveva capito che doveva tenersi stretto le persone che amava nel modo peggiore possibile: perdendone alcune. Un ragazzo il cui coraggio era stato spesso messo alla prova e aveva trionfato su tutto, senza mai tirarsi indietro. Un ragazzo buono, gentile, leale. Nobile.
Per un attimo Harry dimenticò dove si trovasse, di cosa stesse parlando, persino chi fosse.
Quelli erano gli occhi più belli che avesse mai visto, di un grigio intenso, e più li fissava più sembravano ingrandirsi e inghiottirlo.
“Ci vediamo a cena, Fulmine” disse a un tratto Annabeth e poi andò verso la Sala Comune dei Corvonero, lasciando di nuovo Harry ai suoi pensieri.
Era davvero preoccupato per l’imminente battaglia. Stavolta non c’erano Horcrux da distruggere, non aveva modo per indebolire il nemico prima di affrontarlo, non aveva nemmeno la minima idea di come fare a sconfiggerlo.
  
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