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Autore: Defiance    18/08/2013    1 recensioni
Prendete un Harry Potter e un Percy Jackson. Incrociate i loro destini, le loro vite, i loro poteri.
Dopo la sconfitta del Signore Oscuro e del Re dei Titani una nuova guerra sta per arrivare. Si stringeranno nuove alleanze. Si fonderanno due mondi. I più grandi eroi di tutti i tempi dovranno combattere, per salvare il destino dell'umanità. La più grande battaglia mai vista sulla terra sta per avere inizio.
Halfblood.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Ecco a voi un altro piccolo capitolo della mia storia! Buona lettura! :)


Capitolo 14
Il confidente segreto
 

Hermione cercava un posto per nascondersi, un luogo dove poter riflettere senza essere trovata.
Aveva bisogno di pensare, di stare un po’ per conto suo.
Attraversò a passo svelto il settimo piano, e fece la sua richiesta alla Stanza delle Necessità, che ovviamente, l’accontentò.
Quando aprì la porta, si ritrovò in una sala completamente distrutta.
“Il posto dove tutto è nascosto” si disse. “O meglio, dove tutto era nascosto.”
Là dove un tempo c’erano pile di libri, oggetti strani di ogni genere, diari, quaderni, gabbie per animali e persino uno degli Horcrux di Tom Riddle, ora vi era solo cenere.
Hermione non aveva alcuna voglia di trovarsi in quel posto, le faceva tornare in mente brutti ricordi e la stanza sembrava ancora impregnata dalla Magia Oscura con la quale era stato profanato il diadema di Priscilla Corvonero.
Si sedette in un angolo, e cominciò a piangere.
Percy le era sempre sembrato così sincero… non credeva possibile che le avesse nascosto qualcosa del genere.
Provava ancora qualcosa per Annabeth? O semplicemente non voleva dare a Hermione pensieri inutili di cui preoccuparsi?
“No, Percy non è Ron” continuava a ripetersi la ragazza, e ogni qualvolta che lo faceva si sentiva stringere lo stomaco dai sensi di colpa.
Anche lei aveva baciato Ron e, nonostante ciò che è successo prima di Natale, il semidio non le aveva mai fatto storie sul fatto che i due fossero tornati amici, si fidava abbastanza da permetterle di stare da sola con lui, pur sapendo che un tempo lo aveva amato.
Si diede della stupida per come si stava comportando, ma poi fu richiamata alla realtà da un rumore. Estrasse la bacchetta.
La porta si aprì e comparve un ragazzo biondo. Malfoy.
“Tranquilla Granger. Sono solo io” esordì alzando le mani, come per dimostrare di essere innocuo.
Ora, in passato una frase del genere pronunciata da Draco, non sarebbe dovuto essere un motivo sufficiente per mettere via la bacchetta, anzi, tutto il contrario. Ma ora come ora, Hermione non aveva più nulla da temere con quel ragazzo, e la conservò nella manica.
“Come mi hai trovata?” domandò lei.
Draco sorrise e recitò: “Se devi chiedere, non lo saprai mai. Se lo sai…”
“…devi solo chiedere” terminò la ragazza.
“Conosco la Stanza delle Necessità meglio di quanto conosca casa mia, Granger” disse mentre si sedeva accanto a lei.
“Vengo qui tutte le volte che ho bisogno di chiarirmi le idee. Ogni volta che ho bisogno di un po’ di pace. Di scappare da quel mondo dove tutti mi vedono come ‘Draco Malfoy, ex Mangiamorte, figlio di un ex Mangiamorte, nipote di una ex Mangiamorte’” spiegò. “Ho chiesto qualcuno con cui parlare… di solito mi si materializza davanti questa porta, ma al suo interno non trovo mai nessuno. Credo che la stanza mi faccia venire qui perché è dove Tiger è morto. Non so se per farmi parlare con lui, in un certo senso o se per ricordarmi di non fare più scelte sbagliate. Con Goyle non ho più alcun rapporto. Sono stato io ad allontanarlo. Fa parte della vita che mi voglio lasciare alle spalle. Ma sono contento di aver trovato te oggi” aggiunse poi.
Hermione alzò lo sguardo e fissò il suo vecchio nemico.
“Sono ancora una Mezzosangue, Malfoy. Una Nata Babbana, per giunta. Sarò sempre ciò che odi di più” gli rammentò lei.
Le labbra del ragazzo si aprirono in un sorrisetto spento e poi pronunciarono le seguenti parole, che la rincuorarono: “Sono cresciuto Granger. Sono cambiato. E tu non hai idea di quanto.”
“La Guerra ha cambiato tutti noi, Draco. Sono felice che a te sia successo in meglio.” Sussurrò la ragazza.
“Tu sei una persona forte Hermione. Non permettere mai a niente e a nessuno di buttarti giù” le disse lui.
“Sono stata forte per tutta la mia vita. Sono stata forte per Harry, per Ron, per tutte e persone a cui tengo” rispose lei.
“Ma ora devi essere forte per te, Hermione” disse Draco.
Poi guardò il braccio della ragazza e si ricordò degli eventi a Molfoy Manor. “Mi dispiace per quello” si scusò poi, indicando il punto in cui, sotto la divisa scolastica, c’erano le cicatrici lasciatele da Bellatrix.
Hermione spostò lo sguardo dal ragazzo al suo braccio e poi puntò di nuovo al viso del suo, cosa, ehm, amico? Cos’era lui per lei?
“Non fa niente. Quell’incisione è il mio marchio. Il simbolo di ciò che ho passato, Draco. La dimostrazione che ho lottato con tutte le mie forze. Lo considero come una specie di ‘bottino di guerra’. E sono fiera di essere una Mezzosangue. Sono cicatrici che porto con onore” sussurrò lei.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti, poi Hermione gli chiese il motivo per il quale era sempre da solo, o con Nico e Clarisse.
“Gli altri della mia Casa mi vedono come un traditore sai. Sebbene siano diventati più, ehm, tolleranti, diciamo, dopo la guerra, non sopportano…” cominciò a spiegare lui, ma la ragazza terminò la frase al suo posto.
“… non sopportano che tu mi abbia difesa prima da Pansy e poi da Ron.”
Draco annuì e poi aggiunse “Ma a me non dispiace.”
Per la prima volta in tutta la loro vita, si guardarono negli occhi con uno sguardo che non emanava odio, ma comprensione e… complicità, si; anche se Hermione non era ancora sicura di potersi fidare di lui, in quel momento si sentivano entrambi complici.
“Allora, cos’è che ti turba tanto, Granger? Magari ti posso aiutare” disse all’improvviso il ragazzo.
Lei rimase zitta per qualche secondo e poi gli raccontò dei suoi sospetti su Percy, del bacio nascosto, della paura di non sopportare il penso di questa nuova guerra.
Draco l’ascoltò senza interromperla nemmeno una volta e quando ebbe finito di parlare, lui la consolò.
“Ce la farai Hermione. Ce la faremo. Ne usciremo fuori. Ne usciremo vivi. E per quanto riguarda quel semidio, Jackson. Ho visto come ti guarda. Ci tiene davvero a te.”
“Draco Malfoy ha un lato sensibile. Chi l’avrebbe mai detto” lo prese in giro lei, sorridendo, e il ragazzo le diede una lieve spinta con la spalla, scherzando.
“Non lo dire in giro” si raccomandò facendole l’occhiolino.
“Non se ne parla. Se saltasse fuori che ho fatto un discorso del genere con te, beh la mia reputazione sarebbe rovinata!” esclamò lei, sempre a mo di scherno.
“Beh, io devo andare Granger. Ci si vede” la salutò lui, e Hermione gli rivolse un lieve sorriso e un cenno con la mano.
Non sapeva bene come definire questo suo nuovo, strano, complicato, rapporto con Malfoy. Non sapeva se in battaglia avrebbe potuto fidarsi di lui. Ma dopo quel pomeriggio, riuscì a rispondere alla domanda che si era posta precedentemente.
“Chi è Malfoy?” disse a sé stessa. “Il mio Confidente Segreto”.
  
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