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Autore: Eruanne    20/08/2013    14 recensioni
E se non fossero soltanto i tredici Nani conosciuti ne "Lo Hobbit" a partire per riconquistare Erebor, strappata ai suoi abitanti dal drago Smaug? Se alla Compagnia di Thorin si aggiungesse un nuovo membro che non è propriamente accettato dagli altri e soprattutto dal loro re per un evento cruciale accaduto durante la battaglia? La loro missione sarebbe compromessa o i conflitti potrebbero risolversi col tempo e la fiducia?
Questa fan fiction ripercorre la trama del primo film e del libro, e a me non resta che augurarvi buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO VENTIQUATTRO


Thorin aveva udito il gran vociare dei compagni e la loro palese felicità composta di urla, risa e battito di mani, sentendosi oltremodo appagato e sollevato; non volle pensare alla terribile disperazione che li avrebbe pervasi nel caso della sua morte.

Gemette, avendo alzato involontariamente un braccio nel tentativo di sedersi sulla branda; imprecò in nanico, rabbioso, e fu allora che scorse i lembi della tenda scostarsi.

Relegò in un lontano angolo la breve delusione che l'aveva pervaso nel constatare l'arrivo di Gandalf, e non di Karin.

La contentezza nel poter rivedere il volto amico dello stregone gli risollevò il morale, già alto: si aprì in un caloroso sorriso, dandogli il benvenuto.

<< Gandalf! >> esordì, facendo un cenno con la mano perché si avvicinasse << Non sai quanto sia contento di poterti parlare. Siediti, ti prego >>.

<< E' bello vederti sveglio, amico mio. Senti i tuoi amici festeggiare? >> gli chiese bonario, senza nascondere un leggero tremito commosso; fece un cenno di ringraziamento per l'offerta, lasciandosi sedere pesantemente sulla seggiola.

<< Oh sì, e ne condivido la gioia. Ma dimmi, come sta il tuo braccio? Noto che è fasciato >>.

<< Nulla di così tremendo, te l'assicuro! Strano come una fasciatura sia motivo di preoccupazione, non sei d'accordo? Anche Karin era in apprensione, non appena l'ha notata >>.

<< Questo perché sei il nostro mentore >> spiegò serio Thorin, guardandolo negli occhi << Senza i tuoi preziosi consigli e la tua presenza saremmo periti molte volte nel corso del viaggio. Hai sempre trovato il modo di accorrere in nostro aiuto quando più ne avevamo bisogno, e di questo non ti ho mai ringraziato a sufficienza >> fece una pausa, abbassando il capo in segno di rispetto << Ti ringrazio, Grigio Pellegrino. E credo non ci siano altrettante parole per esprimere il rammarico riguardo i miei ultimi... comportamenti >> concluse a stento, vergognandosi nel profondo per la cupidigia mostrata.

Gandalf scosse la testa e la mano << Ciò che conta è l'aver ammesso i tuoi sbagli, Thorin. Non vi è atto più nobile di questo >>.

Gli sorrise, venendo ricambiato poco dopo dal re, decisamente più tranquillo.

<< Ebbene, direi sia tempo di dare uno sguardo al fianco, se me lo concedi >>.

<< Era quello che speravo >> confessò, scostando la coperta dal corpo; lasciò che Gandalf sciogliesse le bende, avvolte strettamente al petto, ed esaminasse la profonda ed orrenda ferita in fase di rimarginazione.

Percepì un piacevole calore quando lo stregone avvicinò la punta del bastone di legno, ed abbassò le palpebre nel sentirlo borbottare in una lingua sconosciuta.

Lasciò che molti pensieri lo portassero altrove, ma non tanto lontano: il prendere coscienza della liberazione di Erebor dal giogo di Smaug e degli Orchi gli fece traboccare il cuore. La Montagna Solitaria gli apparteneva, dunque. Apparteneva nuovamente al suo popolo.

Un'inaspettata voglia di ridere, così insolita per lui, si impossessò del suo cuore e della sua mente. Le narici inspirarono l'odore della libertà dopo molti ed interminabili anni vissuti nel rancore e nell'amarezza. Ora, ogni pensiero negativo si era allontanato come quelle nubi nere che li avevano nascosti al chiarore del cielo; tutto ciò che aveva sempre sognato era tornato da lui, infine: la sua casa, la sua gente, il suo orgoglio, il suo essere il vero Re sotto la Montagna, la sua Karin.

La pace che gli riempì l'animo sembrò durare poco, a dir la verità; udì Gandalf esprimere la propria soddisfazione e, aperti gli occhi, posò uno sguardo incredulo verso il taglio: era del tutto rimarginato benché rossastro sui bordi, ma gli doleva ancora un poco, specie se compiva movimenti bruschi.

<< Bene, ora devi solo attendere paziente che guarisca del tutto >> disse Gandalf << Lascialo senza bende per un po', ormai il pericolo di un'infezione è del tutto passato >>.

<< Sarà fatto >> rispose Thorin, volendo seguire ogni suo consiglio << Grazie, Gandalf >>.

<< Di nulla, non occorre ringraziarmi >>.

<< Invece sì. Anche se non sarà mai abbastanza >> obiettò il re, alzando un sopracciglio.

<< Suvvia, tutti questi elogi non giovano al mio già grande ego! >> esclamò l'Istari, sogghignando << Il mio lavoro è concluso, ti lascio riposare >> si alzò dalla sedia, posandogli una mano sulla spalla << O preferiresti la compagnia di qualcuno? Mmh? >> chiese furbamente, sentendolo irrigidirsi.

Thorin sospirò internamente, senza mostrare la benché minima emozione: in questo era sempre stato notevolmente bravo << Karin >> rispose semplicemente, non rifuggendo mai lo sguardo azzurro chiaro dell'altro.

Gandalf annuì, sorridendo affabile; si toccò la tesa del cappello grigio con la mano libera e, procedendo ricurvo – come se improvvisamente sentisse il peso degli anni sulle spalle – si incamminò: dopo pochi passi, tuttavia, si fermò e si girò.

<< Ah, che sciocco! Dimenticavo >> frugò nella tasca della veste grigia, alla ricerca di qualcosa; la trovò, soddisfatto << Questa ti appartiene, se non erro: era tra i tuoi vestiti. Confido ne farai tesoro >>.

Thorin allungò una mano, stringendo ciò che gli porgeva con tanta delicatezza; lo ringraziò ancora, senza perderlo di vista finché fu solo.

Portò l'oggetto alla fronte e alle labbra, in un gesto di rispetto.

Non fece in tempo a riperdersi nei meandri dei propri pensieri che la voce tonante e vicina dello stregone lo interruppe, portandolo alla realtà.

<< Il Re reclama la sua Regina! >>.

Il silenzio scese come una pesante cappa sia dentro sia fuori la tenda; sbuffò sonoramente e scosse la testa, non credendo a ciò che aveva udito.

Lui non avrebbe mai pronunciato simili parole o, perlomeno, non in quel momento e davanti ad un pubblico tanto numeroso! Ma Gandalf agiva come più gli pareva, senza curarsi troppo di simili sottigliezze.

Si ritrovò ad immaginare l'espressione di Karin dopo l'annuncio, ed un lieve sorriso comparve sulle labbra sottili: la vide con gli occhi neri sgranati e stupiti, la bocca rosea di poco dischiusa, i capelli ribelli che ondeggiavano pigramente al vento, le guance rosate dall'imbarazzo davanti a tutti quegli sguardi puntati verso la sua figura coperta da una camicia da notte. Eppure, oltre al disagio, Thorin sapeva di trovarle anche coraggio e fiera beltà; si sarebbe imposta di camminare dritta, senza mostrare alcun timore nonostante lo provasse internamente, decisamente amplificato.

Poté quasi percepirne i passi claudicanti, in perfetta sintonia ai battiti del suo cuore. D'improvviso l'irrequietezza lo ghermì, poiché non aveva preparato alcunché di appropriato da dirle, non aveva preparato nessun discorso.

Nervoso e terribilmente serio, attese di vederla comparire.

Ed avvenne, anche se lo reputò troppo rapidamente.



Karin entrò, lasciando che gli occhi si posassero dove sapeva esserci Thorin; per un lungo momento lasciò che lo stupore nel vederlo seduto, con la schiena appoggiata a dei guanciali, la distogliesse dall'agitazione che le aveva stretto il cuore e lo stomaco in una morsa.

Sapeva nel profondo che non vi era motivo per provare quei sentimenti, ma proprio non riusciva a calmarsi! La frase detta continuava a rimbombarle nella testa come un violento tuono immediatamente dopo un lampo bianco; e ne era terrorizzata in egual misura, perché sospettava non l'avesse suggerita Thorin. Mai prima d'ora si era spinto tanto da confessare i suoi reali sentimenti, figurarsi chiedere a Gandalf di urlare pubblicamente la sua richiesta. Doveva essere accorta, e non illudersi inutilmente.

Passò la punta della lingua sulle labbra secche, ancora immobile sulla soglia, gli occhi ancorati ai suoi nonostante morisse dal desiderio di spostarli altrove; dopo estenuanti attimi di pesante silenzio, Thorin trovò il coraggio di parlare per primo.

<< Siedi accanto a me >> ordinò, picchiettando le dita sul pagliericcio.

Karin deglutì impercettibilmente, cercando la forza per compiere quei passi. Con le mani giunte tra loro, si mosse anche troppo rapida; in breve gli fu accanto e, dopo avergli concesso un'occhiata al torace, notò la ferita guarita.

<< Si è rimarginata >> sussurrò, sorpresa; la sfiorò con le dita ma Thorin si ritrasse, sobbalzando.

<< Hai le dita gelide >> constatò, poggiando meglio la schiena sui guanciali.

<< Scusami >>.

Il silenzio che scese subito dopo li rese irrequieti, in quanto ripensavano con rammarico ai momenti dolci e spontanei successivi il risveglio.

Ora, sembrava che la frase di Gandalf li avesse in qualche modo obbligati a pensare alla loro situazione così incerta, così instabile.

La consapevolezza di non aver chiarito i termini del loro potente legame li rattristava e contrariava contemporaneamente; Thorin, in particolare, soffriva come un animale in gabbia poiché sapeva che, lui per primo, avrebbe dovuto scusarsi e parlarle.

Però, al momento, erano altri i suoi pensieri.

<< Giusto perché tu lo sappia >> esordì, spezzando il silenzio con un borbottio << non ho accennato quella frase a Gandalf >>.

Karin lo vide abbassare lo sguardo, e lo imitò: trovò decisamente interessanti le dita intrecciate in grembo << Immaginavo. Non è da te >> sussurrò.

Thorin l'osservò, assimilando la tristezza - unita ad una piccola dose di fastidio – nella voce; si maledì internamente, capendo che lo aveva frainteso.

<< Sei delusa? >> chiese, sinceramente curioso. Voleva una risposta immediata, e chiara: solo così poteva capire.

Karin ponderò la risposta, decidendo di tergiversare << Mi ha spiazzata, tutto qui >>.

La domanda successiva fuoriuscì dalle sue labbra prima che potesse fermarla: desiderava una reazione diversa da lei. Voleva che lo guardasse, perlomeno.

<< Ti spiazzerebbe saperlo reale? >>.

Il suo desiderio venne esaudito: alzò gli occhi neri rapidamente, posandoli sul suo volto. Era sbigottita e confusa, credeva d'aver udito male. Invece, aveva sentito bene.

Era la decisione giusta, forse la prima in tutta la sua vita; certo, il voler riconquistare Erebor gli era parsa tale in molteplici occasioni, ma a che prezzo aveva pagato la sua voglia di rivalsa? Quasi con la vita.

Adesso, d'altra parte, non vi era più alcun ostacolo: doveva solamente attendere la risposta affermativa di Karin.

Più aumentava il silenzio e meno si convinceva d'aver posto adeguatamente quella proposta di matrimonio; cercava di capire tra i tratti pallidi e granitici se possedeva una qualche possibilità, però non se ne pentiva: non vi era altra conclusione per loro tranne questa.

Aveva sempre fatto i conti con la presenza amorevole di Karin, e non immaginava altra nana al suo fianco come Regina sotto la Montagna: piuttosto avrebbe scelto una via solitaria e vuota.

Ma quell'attesa era a dir poco snervante, e dovette racimolare tutto il suo autocontrollo e la pazienza per non sbottare, rovinando il momento.

Perché non parlava? Era nel dubbio? Certo, gli ultimi tempi non erano stati per nulla facili, soprattutto quelli passati all'interno della Montagna, tant'è che Karin aveva preso la drastica decisione d'abbandonarlo. Eppure durante la Battaglia si era lanciata contro il suo acerrimo nemico, Azog, per salvarlo: l'aveva ferita gravemente e aveva rischiato di morire e, una volta svegliatasi, non aveva lasciato il suo capezzale; ciò dimostrava che i sentimenti nei suoi confronti persistevano ancora. Magari non forti come anni addietro, ma pur sempre presenti.

Mise da parte l'orgoglio e qualsiasi altro sentimento volesse frenarlo; di nuovo, le parole fuoriuscirono per conto proprio, sgorgando dal cuore << Aiutami a ricostruire la nostra casa, a governare con saggezza e a diventare un sovrano migliore mettendo da parte l'avidità e la stupidità. Aiutami a sopportare ogni dolore e condividi con me ogni gioia, fino alla fine dei miei giorni. Vuoi, Karin? >>.

Vide gli occhi neri riempirsi di lacrime, il mento le tremò; deglutì e schiuse le labbra, sorridendo emozionata << Sì, Thorin. Fino alla fine dei miei giorni >> ripeté, sbattendo le palpebre per cercare di contrastare la caduta delle stille salate, senza riuscirci.

Thorin percepì un'immensa felicità propagarsi come un incendio, sentimento ben diverso dalle dolorose pene e tante delusioni sopportate nel corso della vita; non riconoscendosi per l'ennesima volta, sentì le labbra piegarsi in un sorriso e sentì il suono di una risata raggiungergli le orecchie.

Una risata dal sapore di gioia, libertà e sollievo: perché ora non avrebbe compiuto gli ultimi passi della sua esistenza da solo. Perché, ora, Karin gli era accanto.

Karin era terribilmente scossa, il cuore le stava scoppiando nel petto: però non provava dolore, tutt'altro. Gli gettò le braccia al collo, condividendone i sentimenti e la contentezza, moltiplicatisi quando le braccia forti le cinsero i fianchi, stringendola in un abbraccio pieno d'amore.

Rimasero in quella posizione per un tempo indeterminato, non volendo staccarsi; sembrava passato così tanto tempo dall'ultima volta in cui avevano espresso le loro emozioni con un tale gesto, beandosi del contatto del corpo dell'altro così vicino al proprio, inspirandone l'odore come fosse pura e fresca aria indispensabile alla loro sopravvivenza.

<< C'è un'ultima cosa >> bisbigliò Thorin, le labbra vicinissime al suo orecchio.

Lo sentì scostarsi di poco, il volto ad un nonnulla dal suo; gli occhi chiari brillarono, quanto mai commossi << Ti amo >> disse, con voce anche troppo bassa.

Karin capì quanto gli fosse costato rivelarglielo, ma non gliene fece una colpa: Thorin Scudodiquercia era sempre stato restio ad esternare qualsiasi suo sentimento tramite le parole. Il fatto che avesse appena rivelato d'amarla dimostrava pienamente quanto ciò fosse vero, e reale.

Se possibile, nuove lacrime si affacciarono agli angoli degli occhi << Hai atteso di rischiare la vita per dirmelo? >> scherzò bonaria, senza riuscire a trattenersi.

Thorin si irrigidì un poco, per poi sorridere e scuotere la testa << Ero serio, Karin >>.

<< Anche io >> rispose, posandogli una mano sulle sue << Anche io ti amo >>.

Non attese altro: si avvicinò alle sue labbra, colmando l'inconsistente distanza con un dolce e lento bacio; sentì la lingua del nano percorrerle il labbro inferiore, in un invito esplicito a concedergli l'agognato permesso: e lei l'accontentò, poiché non desiderava altro.

Il bacio si approfondì, divenendo traboccante di passione mal trattenuta; le mani di Thorin si spostarono sulla sua schiena, percorrendola in tutta la sua lunghezza, per terminare il loro sensuale viaggio appena sotto i glutei. Sentendo una pressione e capendo ciò che aveva in mente cercò di aiutarlo, per quanto la gamba ferita lo permettesse; reggendosi salda alle larghe spalle del nano, lasciò che la sollevasse dal giaciglio per posarsela sulle cosce, avvicinandola maggiormente.

Il desiderio di sentire il corpo premuto sul suo lo fece gemere, la frenesia crebbe; relegò in un lontanissimo angolo il pulsare doloroso del fianco e il costante bruciore che lo infastidiva, lasciando che il pensiero di Karin gli invadesse il cuore, l'anima, il corpo.

La strinse di più, in risposta alle braccia che lo avvolgevano con forza e della mano persa tra la chioma; mai sazio di lei, desiderò che quel bacio si protraesse ancora a lungo.

Fu Karin a staccarsi bruscamente, trattenendo una smorfia << Mi dispiace... >>.

<< No, scusami tu >> l'interruppe improvvisamente, con tono grave << Ti chiedo di perdonarmi ancora, Karin. Non vi sono parole per esprimere la vergogna ed il disgusto che provo nei miei confronti >>.

La ragazza rimase qualche secondo basita, non riuscendo a comprenderlo; poi, però, le parve tutto chiaro << Thorin, mi riferivo solamente alla gamba! Anche se il taglio si è rimarginato, la carne pizzica >> rimase a guardarlo colpevolizzarsi internamente e, per placarlo, gli accarezzò la guancia destra; il cuore le si strinse al sentire un pesante sospiro, ma tentò in tutti i modi di mostrarsi allegra e tranquilla << Non devi preoccuparti di nulla, te l'assicuro. Non c'è niente da perdonare >>.

<< Niente da perdonare? Dimentichi facilmente troppe cose >> disse duramente, rimembrando quando aveva voluto percuoterla nella Sala del Tesoro.

<< Se provassi del rancore non avrei mai accettato la tua dichiarazione, né il tuo amore >> spiegò, sincera come non mai << Thorin >> lo chiamò, alzandogli il volto con il palmo della mano e costringendolo a guardarla << Smettila di ricordare il passato; guarda il presente, e il futuro che ti aspetta. Che ci aspetta >>.

Il nano l'osservò attento, lasciando che le rassicurazioni penetrassero nel suo cuore: e così fecero, sollevandogli il morale afflitto da rimorsi e sensi di colpa.

L'anima si alleggerì d'un peso immane e, ora decisamente più sereno, si permise di baciarla ancora con ardore.

Si staccò anche troppo presto - secondo il parere di Karin - ma altri pensieri vennero bruscamente interrotti da ciò che vide poco dopo: Thorin allungò una mano sotto i guanciali, tirandone fuori qualcosa che assomigliava molto a...

<< La collana >> mormorò, incredula; non vi erano dubbi, era proprio lei! << L'hai tenuta. Non l'hai gettata, o spezzata >>.

<< No. Avevo giurato a me stesso che te l'avrei restituita, e ti avrei ripresa per sempre. Direi che ho mantenuto la promessa >>.

Karin annuì, palesemente grata. Tese una mano verso il mithril, ma Thorin scosse la testa.

<< Girati >> le ordinò.

Obbedì, raccogliendosi i capelli e tenendoli sollevati; ciò permise al nano di risistemare la catenina attorno al suo collo, chiudendo il minuscolo fermaglio. Karin chiuse gli occhi quando avvertì la lieve pressione delle sue labbra sulla pelle, e sorrise gioiosa mentre si sentiva di nuovo completa. Ogni cosa era tornata al suo posto, e tutto si era concluso per il meglio.

Non poteva volere più di questo.

Liberò i capelli, lasciandoli scendere sulle spalle e lungo la schiena; si volse verso di lui, senza smettere di sorridere dolcemente. Avrebbe voluto trovare delle parole altisonanti, piene d'amore e riconoscenza, per fargli intendere quanto aveva significato quel gesto, quanto lui stesso era importante per lei: ma non vi erano tali termini o, anche se fossero esistiti, non era in grado di utilizzarli. Per questo motivo sorrise: per esprimere in altro modo ciò che avrebbe voluto dirgli. Sperò che Thorin capisse, e sembrò così, poiché le prese il volto tra le mani e lo avvicinò al suo, unendo le fronti.

Il silenzio li avvolse, ora non più pesante ma carico di quiete, amore e felicità, così potente da far chiudere le palpebre per assaporarlo meglio; rimasero così a lungo, venendo però interrotti bruscamente da vari colpi di tosse provenienti dall'ingresso.

Disin aveva scostato di poco le tendine della tenda, ed aveva il capo girato da un lato per non sembrare troppo indiscreto.

Alla tacita domanda di Thorin, posta con un sopracciglio alzato e uno sguardo battagliero, Karin rispose avvicinandosi al suo orecchio.

<< Il medico >> sussurrò piano, sperando di non venir udita dallo stesso.

Gli posò un veloce bacio sulla barba, ad un soffio dalle labbra, e scese dalle sue gambe nel momento esatto in cui Thorin gli ordinò d'entrare.

<< Disin, mio signore, medico dei Colli Ferrosi. Al tuo servizio >> si presentò, venendo accolto da un cenno del capo da parte del re << Desolato interrompere, ma sono stato informato della tua guarigione. Permettimi di esaminarti per poterlo accertare >>.

<< Certamente >>.

Il nano si avvicinò, inchinandosi di fronte a lei << Mia signora Karin >>.

Lei rispose, alzandosi e sorridendogli << Prendo congedo. Ti chiedo cortesemente di indicarmi la tenda dei giovani principi. È tempo che faccia loro visita >>.

<< Appena esci di qui prosegui alla tua destra, e conta sette tende. Li troverai là, in piena convalescenza! Hanno un corpo forte, e forze eccezionali >>.

<< Appartengono alla stirpe di Durin >> disse Thorin, lasciando trapelare l'orgoglio nella voce.

<< A dopo, allora >>.

<< Mia signora, fuori il vento freddo sferza. Ti consiglio di coprirti con un mantello pesante >>.

Schiuse le labbra, non sapendo che rispondergli: non aveva il mantello, avendolo lasciato nell'altra tenda.

<< Karin >> al richiamo di Thorin lo guardò, seguendo la traiettoria immaginaria del suo dito << Prendi il mio >>.

<< Grazie >>.

Si avvicinò titubante, sfiorando il tessuto con deferenza; non appena se lo posò sulle spalle e lo allacciò al collo si sentì decisamente meglio, ed anche più calda: certo, avrebbe preferito indossare il precedente mantello bordato di pelliccia, ma sempre meglio di niente.

Li salutò nuovamente e, zoppicando, procedette lungo l'accampamento.




<< Karin! >> gridò gioioso Kili, non appena varcò la soglia; individuò anche Bilbo, Bofur e Ori, seduti accanto ai letti, che le rivolsero grandi sorrisi sornioni mettendola a disagio.

<< No Kili, ora dovremo chiamarla zia! >> esclamò il maggiore, dandogli una gomitata sulle costole a mo' di rimprovero.

Il giovane nano gemette, ma poi si aprì in un sorriso furbo << Preferisco mia Regina. Suona meglio >>.

<< Uhm, decisamente! >>.

<< Volete smetterla? >> sbottò lei, al limite della pazienza; appallottolò malamente il mantello lanciandolo addosso ai due che non si accorsero del suo brusco gesto, presi com'erano da un attacco irrefrenabile di ridarella.

Il vederli cercare di districarsi dall'indumento le permise di tirare un sospiro di sollievo, sperando in un cambio d'argomento.

<< Allora? Non dici niente? >> domandò Bofur, avvicinandosi.

La fortuna non era con lei, al momento.

<< Riguardo? >> chiese, fingendosi stupita.

Il giocattolaio alzò un sopracciglio, ma non rispose; lo fece Bilbo << Ciò che ti ha detto Thorin, che altro? Forza, racconta! >>.

Karin si strinse nelle spalle, mentre una voglia assurda di scappare si faceva sempre più spazio in lei << Mah, niente di che >> mugugnò, sentendo d'arrossire.

<< Conosco quella faccia! >> gridò Bofur, indicandola << Ragazzi, è davvero qualcosa di grosso! >> improvvisamente boccheggiò, arrivando alla conclusione << Hai accettato! >>.

Il silenzio scese nella tenda; dieci paia d'occhi non abbandonarono la sua figura nemmeno per un secondo, incitandola con lo sguardo a parlare poiché la curiosità li dilaniava.

Lei sospirò, decidendo d'accontentarli: dopotutto, prima o poi, l'avrebbero saputo << Bé, ecco... sì >> esalò flebile, guardando imbarazzata il pavimento.

Passarono alcuni secondi, poi il gruppetto esplose in applausi e congratulazioni che la lasciarono a dir poco stordita; Bilbo corse da lei, volendo essere il primo ad abbracciarla, e la strinse così forte da farle mancare il fiato.

<< Attento Baggins, così rischia di non arrivare viva al matrimonio! E poi come ci giustifichiamo con Thorin? >> disse Bofur, facendoli ridere forte; persino Karin si unì, scuotendo la testa.

<< Perché non volevi dircelo? È una bella notizia, sai? Finalmente un po' di meritata pace >> disse Fili, facendole un cenno perché si avvicinasse a loro.

<< Inoltre, farai parte della famiglia! >> rincarò Kili, esprimendo la sua contentezza tramite gli occhi scuri, brillanti di felicità << Pensa quando lo saprà nostra madre! >>.

<< Non credo ne sarà molto felice >> ammise Karin, tornando seria; lasciò che i due fratelli le posassero ciascuno un braccio sulle spalle, abbracciandola con affetto.

<< E perché? Ci parlava spesso di te >>.

<< Non con tono amichevole, suppongo >>.

<< Ad essere sincero non ricordo >> disse Kili, preoccupato; cercò con lo sguardo una risposta dal fratello, ma l'altro scosse la chioma bionda, deluso << In ogni caso, non devi temere. Dìs è come Thorin: sbraitano molto ma, alla fine, non mordono >> le fece un occhiolino cercando di tirarle su il morale, e Karin fu costretta a sorridere debolmente.

Ah, lo sperava veramente col cuore! Non si erano lasciate nel migliore dei modi, anni fa.

<< Sono veramente felice per voi >> disse Ori, rimasto in silenzio ed in disparte fino ad ora.

<< Grazie, Ori >>.

<< Accidenti, so già che mi commuoverò! >> scherzò Bofur, giusto per farla sorridere e reagire.

Ci riuscì, poiché Karin alzò gli occhi al cielo e si lasciò scappare una sonora risata << Bofur, ti prego! Non iniziare già da ora! >>.

<< Non iniziare a fare che? >>.

Tutti si girarono verso l'entrata, scorgendo la tozza figura sorridente di Balin; i restanti membri della Compagnia lo seguivano, facendo sì che lo spazio diminuisse notevolmente benché si trattasse di una delle tende più ampie.

<< Ad esasperarmi >> gli rispose, guardandolo con affetto. Comprese che aveva saputo la notizia, ed i suoi sospetti vennero confermati subito.

<< Oh bé, in quanto futura Regina sotto la Montagna avrai molto potere. Consiglio di approfittarne immediatamente per volgere la situazione a tuo vantaggio! >> scherzò, battendo amichevolmente una mano sulla spalla di Bofur.

<< Regina sotto la Montagna >> ripeté Karin, i tratti del viso tesi << Un titolo altisonante e pauroso. Devo ancora interiorizzare gli ultimi avvenimenti >>.

<< Può spaventare, è vero >> disse Balin, annuendo << però, credimi: sarà meglio di quel che potrà sembrare >>.

<< E non sarai sola >> intervenne Dwalin << avrai Thorin al tuo fianco >>.

<< Spaventato quasi quanto te, anche se non lo da' a vedere! >> ridacchiò Balin.

L'occhiata e la risposta scettica di Karin vennero interrotte da Kili << Noi ti sosterremo, è chiaro! >> esclamò, battendosi un pugno sul palmo dell'altra mano << Vero, fratello? >>.

<< Come è certo che mi chiamo Fili! >>.

<< Grazie ragazzi. E grazie di cuore a tutti voi, davvero >>.

<< Ciò che conta è che tu sia più tranquilla e felice >> disse Bilbo, sorridendole affettuoso.

Karin annuì, ricambiando << Eccome! >>.

<< Ah, bisogna festeggiare! Stasera tutti attorno al falò! >> ululò Kili, alzando il braccio destro.

<< Ma dove vorresti andare conciato così? Non sai nemmeno reggerti in piedi! >>.

<< Karin, sono più forte di quel che credi >>.

<< Certo >> rispose ironica, incrociando le braccia.

<< Adesso te lo dimostro! >>.

Fece per alzarsi, ma la voce di Balin lo fermò << Per l'amor del cielo, calmati e rimettiti seduto, ragazzo! E poi, credo che Karin voglia passare un po' di tempo con Thorin, ora che è sveglio >> le lanciò un'occhiata ammiccante, alla quale non poté fare a meno d'arrossire.

Si schiarì la voce per cancellare l'imbarazzo, ed annuì << In effetti sì. Mi dispiace, Kili, magari domani o quando starete meglio: ti ricordo che anche Thorin dovrebbe unirsi ai festeggiamenti >>.

<< Giusto >> disse il giovane, sprofondando sui guanciali.

Poi cambiarono argomento – per la gioia della nana – e parlarono a lungo, chiedendosi quando Elfi e Uomini avrebbero smantellato l'accampamento e se ne sarebbero andati, e se i Nani dei Colli Ferrosi li avrebbero aiutati a liberare Erebor dalle macerie e a ricostruirla.

<< So che ora Thranduil è nella tenda di Thorin >> disse Balin, lasciando vagare lo sguardo su di loro << ma non saprei proprio di cosa stiano discutendo. In ogni caso, nemmeno Gandalf è riuscito ad entrare! >>.

<< Faccenda importante! >> esclamò Bofur, dopo aver fischiato.

<< Già, già >> borbottarono in molti, immersi in varie congetture.

<< E per la faccenda del tesoro? >> chiese Bilbo, attirando tutti gli sguardi << voglio dire, doveva essere diviso tra noi, ma ora... Thorin rispetterà i patti presi con Bard? >>.

<< Naturale >> rispose Karin, vedendo gli amici rabbuiarsi << Andiamo, una parola presa va mantenuta! >>.

<< Sì, ma, insomma >> balbettò Fili, leggermente a disagio << Consegnare parte del nostro tesoro agli Uomini è giusto, ma agli Elfi... >>.

<< Senza di loro non avremmo vinto la battaglia, ragazzo >> disse Balin << Per quanto non corrano buoni rapporti tra le razze, è innegabile che ci abbiano aiutati >>.

Karin annuì, e così fece Bilbo; gli altri, bene o male, erano ancora leggermente perplessi.

<< Non lasciate che l'avidità e i pregiudizi corrompano i vostri cuori >> intervenne Karin << Thorin stesso si è pentito profondamente del suo comportamento >> evitò di aggiungere la sua richiesta ad aiutarlo a diventare un nano migliore; ciò che si erano promessi e detti sarebbe rimasto un loro segreto.

<< Ci comporteremo con coscienza >> assicurò Gloin.

<< Anche se sarà difficile! >> aggiunse Oin, tenendo il corno acustico appoggiato all'orecchio << Non dimentichiamoci la prigionia a Bosco Atro >>.

Bifur iniziò a gesticolare e a parlare in nanico antico e molti borbottarono, ricordando perfettamente le lunghe settimane all'interno delle celle anguste; persino Karin dovette concordare, anche se poi parlò.

<< Si è trattato di uno spiacevole malinteso. Da quando sono comparsi i ragni, gli Elfi Silvani sono molto più guardinghi: una compagnia di nani li ha allarmati più del necessario, tutto qui >>.

<< Non credevo li difendessi >> ammise Dwalin, burbero << Non dopo quello che hai passato >>.

Karin si bagnò il labbro inferiore, alzando le spalle << Il passato è passato, è inutile rivangarlo. Thranduil mi ha accolta con benevolenza quando sono fuggita, ospitandomi in un accampamento – di fatto – nemico e mi ha permesso di parlamentare con Dain, concedendomi fiducia. Direi che le nostre incomprensioni sono ormai finite >>.

Dwalin stette in silenzio a lungo, poi abbassò il capo << Come credi >>.

<< Rimangono comunque molti dubbi >> constatò Balin, pensoso << Ma non è il caso di pensarci troppo! Dobbiamo stare allegri, poiché i feriti si stanno riprendendo e la nostra dimora ci appartiene nuovamente. Inoltre, e fatto non meno importante, dovremo organizzare una Cerimonia d'Incoronazione degna di questo nome >>.

<< Pensiamo prima a ricostruire Erebor >> si intromise Karin, sedando altri festeggiamenti degli amici << Più tardi avremo tempo per cerimonie varie >>.

<< Chi ha tempo non aspetti tempo! >> esclamò Bofur.

<< Sì, ma ora stiamo correndo troppo >> ribatté lei << Sono sicura che anche Thorin la pensa allo stesso modo: la priorità assoluta spetta alla nostra casa. Non vorrete certo un'Incoronazione presso una Sala del Trono piena di macerie! >>.

<< Se la metti su questo piano >> disse Dori << siamo d'accordo anche noi >>.

<< Sono impaziente d'iniziare i lavori >> ammise Nori, lisciandosi i baffi << Abbiamo atteso anche troppo, amici! >>.

L'eccitazione dei nani divenne palpabile, e fu con un immenso sforzo che non uscirono dalla tenda per entrare nella Montagna Solitaria, iniziando i tanto agognati lavori di ristrutturazione e ricostruzione.

Passarono altro tempo a chiacchierare ma, ad un certo punto, Karin fu colta da un ampio sbadiglio.

<< Dovresti andare a riposare >> le disse Bilbo, accennando un sorriso << In questi giorni hai dormito molto poco >>.

<< E la veglia delle ultime ore mi ha destabilizzata, è vero >> concordò, ravvivandosi i capelli << Perciò, amici, vi lascio >>.

<< Lascia che ti accompagni alla tenda >> le chiese lo hobbit, guardandola speranzoso negli occhi neri.

Lei acconsentì con un cenno d'assenso, spossata in ogni sua fibra.

<< Torna a trovarci, Karin, mi raccomando! >>.

<< Come potrei non venire? Senza il vostro buonumore mi sentirei persa >> confessò ai due giovani nani, sorridendo grata << Sono felice vi siate ripresi, ero molto preoccupata >>.

Fili e Kili si lanciarono un'occhiata, guardandola sorridenti << Lo sappiamo, non temere >> le assicurò il minore.

Tutti le augurarono una lunga e buona dormita, seguendo le due figure con lo sguardo.

Una volta usciti, l'aria frizzante le intorpidì il volto, svegliandola in parte dalla sonnolenza; arrancando accanto a Bilbo, lasciò che la prendesse sottobraccio per aiutarla.

<< Mi era mancato il tuo affetto, sai? >> gli confessò, preferendo non badare alle occhiate sempre più curiose dei soldati << E mi ha rammaricato un nostro mancato dialogo: però Thorin aveva bisogno di me >>.

<< Ovvio, Karin. Non temere, non sono arrabbiato: come potrei? Finalmente questa brutta avventura si è conclusa con un bel ed inaspettato lieto fine: riavrete presto la vostra casa com'era un tempo e tu e Thorin vi sposerete >> disse, allegro.

Invece il cuore di Karin si appesantì improvvisamente quando scorse un evento infausto << Tu te ne andrai, però >>.

Il sorriso gioviale di Bilbo si spense rapido; si fermò, costringendola ad arrestarsi << Il mio posto è a Hobbiton, anche se desidererei rimanerti accanto >> disse pacato, ma non per questo meno mesto << Però mi mancano la mia poltrona, i miei libri, il mio giardino, la mia casa; ultimamente ci penso spesso, ad essere sincero >>.

Karin si morse la guancia, rimproverandosi: ora era Bilbo quello lontano da casa. E lei sapeva perfettamente come si sentiva in quel momento: la nostalgia arrivava a distruggerti l'anima; si rimproverò duramente, il suo essere così egoista la fece vergognare.

<< Hai ragione. È solo che >> iniziò, torcendosi le dita << ecco, mi mancherai molto. Moltissimo. Più di quanto possa confessare >>.

Bilbo la guardò, oltremodo commosso: gli occhi grigi s'inumidirono, e sbatté più volte le palpebre per impedirsi di piangere << Dai, Karin, non dire così! Non è ancora il momento della partenza >>.

<< Lo so, però, ecco: se non trovassimo altre occasioni per parlare... >>.

<< Sarai la Regina di Erebor, per tutti i centrini! Un tuo ordine e tutti ci lascerebbero soli a conversare tranquillamente >>.

Karin rise, annuendo << Concordo >>.

<< E poi, non devi temere: rimarrò qui fino al matrimonio. Non voglio perdermelo per nessuna ragione al mondo! >>.

Stavolta fu il suo turno di commuoversi; guardò altrove per non farsi cogliere in lotta col pianto ma Bilbo intuì ugualmente, dato che le strinse affettuosamente una mano.

<< Forza, andiamo. Ti ricordo che devi recuperare le forze >>.

Raggiunsero la tenda in silenzio e incontrarono Gandalf, appena uscito; rivolse loro un saluto, prima di parlare.

<< Stavo giusto per venire a cercarti, Bilbo >>.

Lo hobbit l'osservò stupito, indicandosi con l'indice << Io? Come mai? >>.

<< Thorin desidera parlarti. Bé, ora che ti ho trovato il mio compito è concluso: buona giornata! >>.

Iniziò a fischiettare allegro, camminando tenendosi al bastone; i due amici si guardarono e poi entrarono, trovando un pensieroso Thorin seduto sulla branda, con la schiena appoggiata ai guanciali.

Karin trattenne un sospiro di sollievo nel vederlo riprendere rapidamente vigore e, felice, gli donò un ampio sorriso.

<< Come è stato l'incontro con Kili e Fili? >> volle sapere il re, facendo un cenno allo hobbit perché si sedesse sulla seggiola di legno; lei, al contrario, si avviò senza indugio verso la sua branda, desiderosa di stendere la gamba.

<< Piuttosto movimentato >> rispose, lanciando un'occhiata d'intesa a Bilbo << In breve sono sopraggiunti gli altri: puoi ben immaginare la confusione che ne è conseguita! >>.

<< Sì, posso capirlo >> ammise Thorin, sorridendo.

Per Bilbo fu un'enorme sorpresa rivedere l'espressione tranquilla e serena che campeggiava sul volto del nano, rimembrando fin troppo nitidamente i tratti deformati dall'ira. Ma ne fu felice, esattamente come quando era stato finalmente accettato nel gruppo.

Si riscosse dai pensieri quando comprese che lo stava osservando silenzioso, attendendo la sua attenzione.

<< Scusa, Thorin. Pensavo >> si giustificò imbarazzato, arrossendo.

<< Sono io a dovermi scusare per la seconda volta, amico mio: hai agito nel modo che ritenevi più legittimo, e come sei stato ricompensato? Ti ho trattato ingiustamente, accecato com'ero dalla rabbia e dalla voglia di vendetta; e nemmeno una montagna d'oro può essere un adeguato compenso >>.

<< No, Thorin, davvero, non occorre! >> si affrettò a dire lo scassinatore << Basterà la mia piccola parte, come pattuito: non pretendo altro, e ti ringrazio per le scuse – che accetto volentieri, beninteso. Sono felice d'aver condiviso i pericoli della Compagnia: questo è stato più di quanto un Baggins possa meritare! >>.

<< In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto >> disse Thorin, sorridendogli ed allungando una mano verso la piccola figura di Bilbo, emozionato: si strinsero le mani, sancendo in tal modo l'amicizia ritrovata, e il perdono concesso.

Karin li contemplò in silenzio, non volendo interrompere in alcun modo il momento; dopo poco si sciolsero, e Bilbo balbettò svariati “Grazie” decretando che era tempo di ritirarsi, poiché stanco.

<< Oh, un'ultima cosa >> si girò, guardandoli benevolmente << Congratulazioni >> se ne andò, lasciandoli soli.

Il silenzio regnò per alcuni brevi secondi, interrotto dai borbottii di Thorin << Glielo hai rivelato, dunque >>.

<< Mi hanno praticamente costretta >> svelò, sdraiandosi con un sospiro esausto << Non avevo altra scelta >>.

<< Le loro reazioni? >>.

<< Decisamente euforiche! Non li avevo mai visti così felici >>.

Thorin annuì, decisamente sollevato: dopotutto, che temeva? Erano a conoscenza da tempo dei loro sentimenti, anche se non ne avevano mai parlato. Doveva essere sembrata loro la decisione più sensata e logica, specie dopo ciò che avevano passato.

<< E tu? >> domandò assorto, vedendola aggrottare la fronte << Tu sei felice, Karin? >>.

La ragazza si aprì in un sorriso, e si sedette per poterlo guardare meglio negli occhi azzurri << Se solo riuscissi ad esprimere completamente quello che provo! Ma non riesco, non vi sono parole sufficientemente perfette ed adatte al mio stato d'animo. Ti amo, e voglio passare il resto della mia vita al tuo fianco. Come puoi chiedermi se sono felice? Lo sono, ed il cuore trabocca di gioia come non mai: perché, ora, niente può separarmi da te >>.

Gli gettò le braccia al collo, abbracciandolo; pose il mento nell'incavo del collo, e lasciò che i capelli scuri le solleticassero il naso. Inspirò il suo odore, sentendosi rinvigorire nell'anima; lo sentì ricambiare il gesto con trasporto trasmettendole tutto il suo amore, difficile da rivelare. Ripensò alla sua dichiarazione, a quel suo “ti amo” confessato a voce bassa, che le aveva raggiunto le orecchie come se l'avesse urlato; rimembrò le emozioni provate, e lasciò che l'inebriassero ancora una volta.

<< Sarai un'eccezionale Regina >> le sussurrò all'orecchio sinistro << Coraggio. Lealtà. Passione. Non posso chiedere di più >>.

Si staccò da lui, uno sguardo confusamente indecifrabile. Thorin, per tutta risposta, ampliò il sorriso << Hai ristabilito appieno l'onore di tuo padre, ed il tuo, poiché in battaglia hai dimostrato di possedere le qualità incise sulla lama di Iris >> si fermò per lasciarle interiorizzare le frasi, poi proseguì << Sono onorato d'essere stato salvato da te, Karin figlia di Kario, della stirpe di Gorin >>.

Karin strinse le labbra, mentre dentro di sé infuriava una tempesta di sentimenti, ed alzò il capo << Ti sono riconoscente per avermi riportata a casa, sia adesso che molti anni fa, al nostro primo incontro; e sono io ad essere onorata nel diventare tua moglie: grandi sono la tua saggezza e correttezza e, benché la paura di non essere all'altezza del nuovo compito che mi si prospetta mi attanagli, so che nulla potrà nuocermi. Non sei l'unico ad essere stato salvato: ci siamo salvati a vicenda >>.

<< E continueremo a sostenerci per molti altri anni a venire >> confermò lui; continuava a rimarcare che, d'ora in poi, non si sarebbero mai più separati, ed il cuore le si strinse in una morsa dolorosamente appagata. Ormai si appartenevano senza riserve, senza doversi giustificare o nascondersi agli altri: ed era una consapevolezza tremendamente deliziosa.

Il rumore della pioggia li sorprese e, istintivamente, alzarono la testa verso il soffitto della tenda; l'acqua cadeva copiosa, lo scroscio sembrava inghiottire ogni altro rumore. Karin ricordò un certo giorno ad Esgaroth, nel quale un simile suono li aveva accompagnati durante la loro passione travolgente; d'improvviso, il basso ventre si infiammò, ed un assurdo desiderio di ripetere quell'eccitante esperienza si annidò in lei.

Ammirò il suo profilo - ancora perso nell'ascolto del fenomeno meteorologico - partendo dalla fronte dritta e spaziosa; scese verso le sopracciglia folte e scure, procedendo lungo le palpebre dalle ciglia lunghe e dagli occhi azzurri colmi di pace. Seguì la linea dritta e importante del naso, notò quanto fosse cresciuta la barba che incorniciava le labbra sottili, ora un poco dischiuse; infine, il suo viaggio terminò sul mento e sul collo, finché il tessuto della camicia da notte bianca non l'interruppe.

Muovendosi lenta, si sporse a baciargli la guancia, ritrovandosi poi a seguire la mandibola; lo udì espirare e abbandonarsi alle sue attenzioni, e ciò non fece che accrescerle l'ormai incontenibile bramosia.

Scese sul collo, ma non fece in tempo a posargli due dolci baci che le mise una mano sotto il mento, costringendola a rialzarsi per incontrare le sue labbra; le lingue si trovarono subito, danzando come non accadeva da tempo. Le mani iniziarono a percorrere i corpi dell'altro con impazienza: fu ben difficile cercare di procedere con cautela e, dopo poco, entrambi cedettero totalmente all'istinto.

Karin rintracciò l'orlo della lunga camicia del nano e, trovatolo, non perse tempo a sfilargliela dalla testa, lasciandolo completamente nudo: contemplò il petto possente ricoperto dalla leggera peluria nera, i muscoli tesi e gli addominali scolpiti; percorse il resto del corpo con occhi luccicanti di malizia, pensando di non aver visto niente di più bello. Lo constatava ogni volta che poteva ammirarlo, ed un bruciante desiderio si mescolava all'orgoglio di saperlo suo.

Si morse il labbro quando riportò gli occhi sui suoi e lo vide guardarla con un tale fervore da lasciarla senza fiato; fu il suo turno di spogliarla e, con una lentezza e delicatezza inaudite, lasciò che il corpo gli si mostrasse senza più alcun impedimento. Solo quando la camicia da notte raggiunse la sua a terra si permise di guardarla, gli occhi si saziarono di ogni più piccolo particolare, di ogni centimetro di pelle rosata che attendeva solo di essere baciata: e così fece, portandola a sdraiarsi sotto di lui.

Karin sospirò pesantemente mano a mano che Thorin scendeva: prima il collo, poi l'incavo tra i seni, lo stomaco, la pancia, l'ombelico, il ventre; e poi giù, sempre più giù, acuendole il desiderio già irrefrenabile.

Lo voleva, come mai prima d'ora.

Le dita, perse ad accarezzargli la chioma, strinsero alcune ciocche quando il piacere e il calore aumentarono, divenendo impetuosi come onde del mare; gemette più volte, sentendolo eccitarsi al suono della sua voce.

Quando risalì ed unì le labbra alle sue, le piccole mani vagarono sul torso e sulla schiena, facendo aderire maggiormente i corpi e amplificando le sensazioni di entrambi.

Thorin grugnì quando una mano scese verso il basso ventre e, istintivamente, si mosse in avanti strusciando il corpo contro quello più esile di Karin; brividi di un'inaudita intensità la scossero, le unghie si conficcarono nella pelle graffiando la carne. Thorin gemette nella sua bocca rosea e le strinse con forza i fianchi, volendo sentire la pelle nuda a contatto con la sua; il bacio intenso non venne interrotto nemmeno quando mugugnarono infastiditi a causa delle ferite appena guarite: ogni tanto un sussulto li coglieva ma non vi badavano, preferendo lasciare che l'amore sopisse ogni altro pensiero.

Il nano si spostò di lato, non volendo schiacciarla col suo peso, e ciò le permise di sfiorargli inconsciamente la lunga cicatrice rosata che dal fianco terminava appena sotto l'ascella; ma il fiato di Thorin si spezzò e lo sentì tremare.

<< Scusa >> mormorò interrompendo il bacio, i pozzi neri oltremodo colpevoli.

<< Non è niente >> le rispose, ad un soffio dalle labbra; un secondo dopo erano nuovamente unite, come se non si fossero mai separate.

Karin fece scontrare i bacini ed abbassò una mano verso il suo basso ventre, aumentando il piacere già veramente troppo elevato: Thorin era al limite, il pensiero di farla sua era a dir poco insopportabile, non gli concedeva tregua; non avrebbe resistito ancora a lungo.

Serrò gli occhi e smise di baciarla per grugnire forte, mentre la mano volava su quella di Karin per imporle un ritmo sostenuto; tremendamente soddisfatto, si abbandonò alle sensazioni travolgenti e all'appagamento intenso che lo avvolsero: respirava affannosamente con la bocca socchiusa, numerosi gemiti rochi erompevano dalla gola; Karin si eccitò nel comprendere quanto fosse pago delle sue attenzioni, dei suoi tocchi così audaci e, se possibile, desiderò con tutto il cuore di soddisfarlo ancora, ancora e ancora.

Il Re sotto la Montagna però la bloccò, intrecciando le dita con le sue << Sta' buona >> le ordinò con voce impregnata di lussuria, anche se il tono era severo.

Ritornò nella posizione iniziale, sovrastandola col suo corpo; gli occhi chiari erano uno specchio di bramosia e luccicavano incessantemente, entusiasmandola. Si abbassò sul collo liscio e pallido, le baciò la pelle accarezzandola anche con la lingua; Karin tirò indietro la nuca esponendoglielo maggiormente, le mani vagarono sulla schiena ampia e tra i capelli neri, intrecciando le dita con vigore: gridò sorpresa quando un morso piuttosto violento la raggiunse ed inarcò la schiena, ormai al culmine della pazienza.

<< Thorin >> lo chiamò flebile, il tono a dir poco implorante << ti prego >>.

Lui sorrise sulla sua pelle, sapendo d'averla in balia delle potenti emozioni create; si inginocchiò, guardandola intensamente: Valar, era talmente bella! Così accaldata, il contrasto con gli occhi brillanti di una luce maliziosa e sensuale era accentuato; le gote e il petto erano di un rosso acceso, così come i vari segni presenti sul collo, ultimo il morso.

Capì che era giunto il momento di soddisfare entrambi << Vuoi, Karin? >> chiese con voce vibrante e roca, rimandando alla proposta fatta quel pomeriggio.

<< Sì >> esalò lei << Prendimi >>.

Thorin non se lo fece ripetere. Si abbassò su di lei, sentendo le cosce di Karin serrarglisi attorno ai fianchi, stringendo già con foga; gli circondò il collo con le braccia e, allora, comprese che era pronta.

L'istante successivo era dentro di lei.

Il cuore di entrambi accelerò paurosamente i battiti, sembrò esplodere all'interno della gabbia toracica; con un movimento veloce, Karin inarcò la schiena e conficcò le unghie nelle spalle larghe del nano, sentendolo trattenere un ringhio.

Iniziò a muoversi dapprima lentamente volendo abituarla al movimento, poiché la sentì contrarre i muscoli e la vide aggrottare le sopracciglia in una smorfia di fastidio; poi le spinte si fecero più rapide e veloci, gli affondi più violenti. Karin gemette ad alta voce, esalando brevi respiri ansanti, assecondando ogni suo movimento nonostante il bruciore alla gamba non le desse un attimo di pace. Piantò gli occhi nei suoi, leggendovi un infinito desiderio, il medesimo che l'invadeva; la tenda si riempì di ansiti e gemiti, di grida, di nomi sussurrati e urlati con amore, liberi di viaggiare nell'aria dato che la pioggia copriva ogni altro suono.

Thorin aumentò il ritmo ed il piacere selvaggio che li percorse, sussultando quando una spinta particolarmente vigorosa gli ricordò della cicatrice appena rimarginata; riprese incalzante, beandosi del volto accalorato e sudato di lei, delle palpebre serrate, della bocca dischiusa, del corpo che rispondeva in perfetta sintonia al suo.

Il respiro si spezzò, gemette roco, arrivò a ringhiare ad alta voce, ma non gli importò: con violenti tremiti raggiunse il culmine del piacere, gettando la testa all'indietro e continuando a muoversi in lei.

Dopo altre spinte si fermò, ansimando: posò la fronte sulla sua, i nasi si sfiorarono; rimasero in quella posizione per qualche minuto, mentre riprendevano a respirare regolarmente e tentavano di placare i battiti dei cuori.

Si mosse, sciogliendosi dall'abbraccio, e le si sdraiò accanto avvicinandosela al petto: le circondò le spalle con un braccio e le baciò amorevole la fronte, lasciando che lei ricambiasse col medesimo gesto; ora in pace stettero in silenzio, ripensando ai meravigliosi momenti appena trascorsi.

La quiete che permeava le loro anime si rifletté sui volti placidi e appagati, e Karin si perse per l'ennesima volta a contemplare il volto di Thorin con un lieve sorriso sulle labbra.

Il nano, sentendosi osservato, aprì le palpebre e l'osservò, perplesso << C'è qualcosa che non va? >>.

Ma lei scosse la testa, allargando il dolce sorriso << Sono solo stanca >> ammise, appoggiando la guancia al petto.

Il braccio di Thorin la strinse, le sue labbra calde si posarono sulla tempia << Dormi, Karin. D'ora in avanti veglierò io su di te >>.

La rassicurazione ebbe il potere di farla ridacchiare e annuire, estremamente contenta << Lo so, e ne sono felice >> mugugnò, sentendo le palpebre divenire pesanti; le chiuse, lasciando che la sonnolenza la ghermisse.

Dopo tutta l'ansia, le preoccupazioni, i pianti e la disperazione provate in quelle interminabili ore di veglia, si permise di riposare a lungo, e serenamente.







CANTUCCINO DELL'AUTRICE

Saaaaaaaalve, siete ancora presenti ;)))? Stavolta il capitolo è un po' più corto e più tranquillo: ora i vari pericoli sono passati, perciò ho ritenuto giusto scrivere questo capitolo dolce: spero vi si sia alzato il diabete (metaforicamente parlando, per carità :D!)!!!

Spero vi sia piaciuto e, perché no, vi abbia commosso (io lo sono taaaantissimo ç___ç): come al solito, ci terrei a leggere le vostre importantissime opinioni :*!

Ringrazio le carissime e specialissime J_ackie, Carmaux95, Lady of the sea, Yavannah, MrsBlack, Krystal91, Elentari, lohobbit, LilyOok_, LadyDenebola. VI VOGLIO BENE CARE :* :*!!!!

E grazie anche a quelle che recensiranno più avanti :D :D!!!

GRAZIE anche a chi l'ha messa nelle preferite – seguite – ricordate, a chi legge soltanto e a coloro che mi hanno inserita nella lista “autore preferito” ç_____ç! Siete meravigliosi!

Bene, è tutto ragazzi, alla prossima!!!

Vostra Anna <3

P.S. A breve questa long finirà il suo viaggio, ma non dovete temere: una nuova storia sta prendendo forma, ed alcune pagine sono già state scritte :). Perciò, se vorrete ancora accompagnarmi in questa nuova avventura, vi consiglio di tenere gli occhi bene aperti! Potrebbe arrivare quando meno ve lo aspettate ;)!



  
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