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Autore: Defiance    20/08/2013    1 recensioni
Prendete un Harry Potter e un Percy Jackson. Incrociate i loro destini, le loro vite, i loro poteri.
Dopo la sconfitta del Signore Oscuro e del Re dei Titani una nuova guerra sta per arrivare. Si stringeranno nuove alleanze. Si fonderanno due mondi. I più grandi eroi di tutti i tempi dovranno combattere, per salvare il destino dell'umanità. La più grande battaglia mai vista sulla terra sta per avere inizio.
Halfblood.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 18
It’s time

 
Erano passati due giorni dalla fine dell’anno scolastico e nessuno aveva ancora ricevuto alcuna novità, né si era presentato qualcuno alle porte della scuola.
Percy ed Harry non avevano avuto più sogni e continuavano a chiedersi che cosa significasse.
Hogwarts sembrava quasi inquietante così vuota e priva di studenti; non furono molti quelli che decisero di restare; i membri dell’ES, il Golden Trio, i professori, la preside e i semidei. Solo loro risiedevano nel castello.
I Serpeverde si erano dileguati più in fretta di tutti gli altri ed Hermione era rimasta davvero molto male, per non dire totalmente delusa, dal fatto che Draco Malfoy avesse deciso di seguire l’esempio dei suoi ex amici e tornarsene a casa.
“Che stupida! Come ho potuto sperare di potermi fidare di lui? Come ho potuto credere che fosse cambiato? Come ho potuto pensare che sarebbe rimasto a combattere al nostro fianco?” si rimproverava la ragazza ogni qualvolta le capitasse di pensare al biondino.
Dato che non aveva più senso tenere gli studenti separati, ora risiedevano tutti in un’unica sala, che a loro piaceva chiamare ‘la Casa Comune’.
 
Harry e Annabeth erano accoccolati sul divano, Percy divertiva Hermione facendo dei giochi con un po’ di acqua di mare contenuta in una bacinella, mentre gli altri erano in cortile ad allenarsi a combattere dato che molti membri dell’ES avevano espresso il desiderio di imparare a maneggiare spade o archi, quando all’improvviso Nico e Luna spalancarono la porta e annunciarono: “Sono arrivati”.
I ragazzi si precipitarono verso la Sala Grande.
In piedi stavano i membri rimasti dell’Ordine della Fenice: Arthur, Molly, Bill, Charlie e George Weasley, Sturgis Podmore, Dedalus Lux, Hestia Jones, il Ministro Kingsley Shacklebolt, Fleur Delacour, Aberforth Silente e Hagrid, che sedeva accanto a Olympe, la preside di Beauxbatons, mentre il direttore di Durmstrang salutava la McGranitt.
Ai tavoli, erano accomodati i semidei ospiti delle altre scuole, che si stavano salutando, essendosi appena ritrovati.
Percy riconobbe, seduti al tavolo che di solito apparteneva ai Corvonero, Jason Grace, figlio di Zeus, Piper McLean, Lacy, Mitchel e Drew della Casa di Afrodite, l’unica figlia di Demetra, cioè Miranda Gardiner, i figli di Apollo, Austin e Kayla, Jake Mason, Nyssa e Leo Valdez della Casa di Efesto, Polluce figlio di Dioniso e sette altri semidei. Erano gli unici rimasti vivi.
Al tavolo di Tassorosso, dei ragazzi chiacchieravano con delle stupende ragazze; indossavano tutti delle divise azzurre: erano gli studenti di Beauxbatons che avevano accettato di combattere.
Gli ospiti più inquietanti occupavano il tavolo dei Serpeverde. I più di loro sembravano dei brutti ceffi, quel genere di persone con cui nessuno desidererebbe mai avere una disputa: gli studenti di Durmstrang.
C’era da riconoscere, che erano più numerosi di quelli della scuola francese: a quanto pareva i bulgari maggiorenni avevano tutti deciso di prendere parte alla battaglia.
Quando Hermione entrò nella Sala, uno di loro si alzò e le corse incontro.
“Viktor!” esclamò lei contenta e i due si abbracciarono.
“È un fero piacere rifedere te, Herr-Mioni” la salutò il ragazzo.
“È un piacere anche per me, Viktor!” rispose la ragazza.
“Perché tu non fiene con me a fare pazzecciata? Noi afere tante coze di cvui parlare!” propose Krum.
Hermione intercettò lo sguardo di Percy, per accertarsi che a lui non desse fastidio e il semidio le fece un cenno di assenso, così seguì l’amico, dirigendosi verso il giardino.
“Ha la faccia da zuccone!” bofonchiò il figlio di Poseidone all’orecchio di Harry quando i due si furono allontanati.
Ron, che era arrivato alle spalle dei due ragazzi giusto in tempo per sentire il commento dell’amico, gli chiese “è arrivato anche Vicky?” con una particolare enfasi sul diminutivo ‘Vicky’ che da sempre utilizzava per schernire Hermione.
“Come fai a sapere che mi riferivo a lui?” domandò il semidio.
“Beh è quello che ho detto di lui anche io quando… beh non importa” borbottò il rosso.
Percy non ebbe nemmeno il tempo di chiedersi cosa stesse evitando di dire il rosso, che si udì un rumore provenire dal portone d’ingresso, un picchiettare di zoccoli e il Custode Gazza irruppe nella Sala Grande, trascinandosi dietro un gruppo di strane creature, che gli studenti di Hogwarts e delle scuole ospiti non avevano mai visto: erano piuttosto basse e avevano forma umana, beh almeno in parte; dalla vita in su erano normali, ma al posto delle gambe, avevano… zampe. Di asino. Nono, di capra.
“Grover!” esclamò Percy quando vide il suo vecchio amico e compagno di avventure.
Il satiro corse incontro al semidio e i due si abbracciarono, dandosi delle leggere pacche sulle spalle.
“Che bello essere di nuovo insieme Percy! Sebbene le circostanze non siano delle migliori!” lo accolse Grover.
“Sono contento anche io, amico!” esultò il ragazzo “Come va il tuo lavoro con le selve?” gli chiese poi.
“Oh, va benone. O meglio, andava benone prima di… di tutto questo casino. Già ne erano rimaste poche, poi dopo tutte queste catastrofi ‘naturali’… beh diciamo che non hanno giovato alla loro salute” ammise il satiro in tono triste.
“Vedrai che si riprenderanno. Si sistemerà tutto Grover, tranquillo” lo rassicurò Percy simulando una convinzione e una sicurezza che in realtà non aveva. Nemmeno lui seppe mai come ci riuscì.
“Ho convinto gli Spiriti della Natura a partecipare alla battaglia” lo informò l’amico. “E i centauri sono molto arrabbiati. Esigono vendetta per… lo sai” aggiunse poi; dalla sua voce traspariva chiaramente la disperazione che la morte di Chirone aveva portato nei cuori di tutti i semidei. Ma non erano un pensiero che potevano permettersi, in quel momento. Non potevano lasciare spazio alle loro debolezze.
 
Arrivarono altri ragazzi, ex Grifondoro che avevano partecipato anche alla battaglia contro Voldemort. C’erano Alicia Spinnet, Angelina Johnson, Katie Bell, Lee Jordan e Oliver Baston, che si unirono ai loro vecchi compagni.
 
Proprio quando Annabeth si avvicinò a Grover per salutarlo, la voce della McGranitt si levò su quelle dei presenti e annunciò:
“Benvenuti, studenti delle scuole di Durmstrang e Beauxbatons, e benvenuti anche a voi eroi del Campo Mezzosangue! Sono lieta di annunciarvi che a breve il pranzo verrà servito, quindi siete pregati di prendere posto ai tavoli.”
Gli studenti di Hogwarts, dato che ormai non potevano più cenare su un unico tavolo, si recarono presso quello che apparteneva alla propria Casa durante l’anno scolastico e alla fine, solo i ragazzi di Durmstrang erano rimasti da soli, visto che nessun Serpeverde aveva deciso di combattere.
Hermione però, decise di invitare Krum e i suoi amici al tavolo dei Grifondoro, cosa che causò nel cuore di Ron una dolorosa lacerazione.
Fin dal suo quarto anno nella scuola, infatti, il rosso odiava Krum per le sue attenzioni verso la ragazza, ma nel frattempo lo adorava per la sua bravura nel Quidditch; tuttavia, visto che aveva deciso di chiudere un occhio su Percy, pensò che poteva farlo anche per Vicktor. D’altronde il suo interesse per Hermione, stava via via scemando e Ron avrebbe giurato che si stesse innamorando di Romilda, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di dirlo ai suoi amici.
I membri dell’Ordine Della Fenice sedevano al tavolo dei professori, eccetto George Weasley che raggiunse i suoi ex compagni di Casa al tavolo dei Grifondoro e fu da loro accolto con urla di gioia e applausi entusiasti. Fleur Delacour avrebbe voluto tanto sedersi con le sue ex compagne di scuola, ma decise di restare al fianco di suo marito Bill, com’era giusto che fosse.
Fu proprio a metà del banchetto che accadde.
Harry si portò una mano alla cicatrice e urlò, il segno che Urano si stesse servendo dell’essenza di Voldemort, che il ragazzo pensò dovesse essere molto apprezzata dal dio, data la sua malvagità.
La testa gli si riempì di risate di scherzo e gridi di battaglia.
Tutti lo fissarono stupiti e preoccupati, poi si alzò e disse:
“È ora. È cominciata. Dobbiamo andare.”
  
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