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Autore: misslegolas86    21/08/2013    1 recensioni
Henry è salvo l'Ombra è sconfitta. Eppure tutto questo ha un prezzo. Un prezzo molto alto per Rumpelstiltskin e non solo. Il rientro a casa sarà ben diverso da quello che ognuno sulla Jolly Roger si era immaginato.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Belle, Emma Swan, Henry Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rumpelstiltskin lasciò  cadere la teglia con il tacchino sulla cucina imprecando a voce alta ma riuscendo ad evitare che finisse tutto a terra. Aveva dimenticato di usare le presine per prendere la pentola dal forno. Curò con la magia la brutta scottatura alla mano e sospirando cercò di calmarsi. Non doveva essere così nervoso. Guardò l’orologio, erano quasi le 7, Belle tra poco avrebbe chiuso la biblioteca e sarebbe arrivata. Lui aveva disertato il suo negozio di pegni prendendosi il pomeriggio libero per preparare la cena. Quella sera era un’occasione speciale perchè anche Bae avrebbe mangiato con loro. Era stato Rumpelstiltskin ad organizzare la serata, voleva che finalmente suo figlio conoscesse Belle per quello che era veramente.
Era passata circa una settimana da quando Bae e Belle lo avevano salvato nella Foresta vicino al pozzo. In quei giorni Rumpelstiltskin e Belle non si erano separati mai. La paura di essersi persi per sempre era stata grande per entrambi e così avevano usato ogni singolo minuto per parlare raccontandosi tutto quello che era successo da quando si erano lasciati al molo, per amarsi o semplicemente per stare insieme beandosi della felice realtà della loro riunione. Eppure a Rumpelstiltskin non era sfuggito l’imbarazzo di Belle ogni volta che le parlava di Bae. La ragazza soffriva per quel loro primo incontro quando era ancora quell’oca giuliva di Lacey, Rumpelstiltskin lo capiva bene e per questo aveva deciso che era ora di organizzare un vero incontro tra i due. Era certo che, a Bae, Belle sarebbe piaciuta, lei era così perfetta, così speciale che non si poteva non apprezzarla.
Non era questo che lo rendeva nervoso.
In realtà aveva paura di Bae o meglio di stare con lui senza ferite o pericoli di morte che li tenesse uniti. Come si sarebbe comportato Bae con lui?
Di che cosa avrebbero parlato?
Avrebbe ancora apprezzato il suo modo di cucinare?
Mille dubbi e paure si moltiplicavano nella sua mente. Erano pensieri stupidi, in fondo erano sempre padre e figlio e Bae aveva capito che suo padre era davvero cambiato  ma l’ansia stava torturando Rumpelstiltskin raggiungendo i livelli di quando era andato a New York per ritrovare suo figlio. Quella sera dopo secoli avrebbe riavuto suo figlio a casa e si sarebbero di nuovo seduti allo stesso tavolo. Avrebbe avuto l’occasione, tanto desiderata e per cui tanto aveva lottato, di ricostituire la sua famiglia ma la paura di essere incapace di riallacciare il suo legame con Bae era talmente grande da mozzargli il respiro.
Rumpelstiltskin trasalì quando sentì il suono del campanello. Belle era arrivata.
La ragazza entrò posando sulle sue labbra un dolce bacio. “Scusami, Rumple sono in ritardo. Ti serve una mano?” chiese dirigendosi verso la cucina.
“No, darling è tutto pronto devo solo apparecchiare la tavola.” Rispose Rumpelstiltskin e così si diressero insieme verso la sala da pranzo. Rumpelstiltskin osservò Belle, era stupenda come sempre. Indossava un paio di jeans e una canotta gialla, il suo colore preferito, legata al collo che le lasciava scoperte le spalle. Ma la ragazza le aveva coperte con un copri spalla a maglia nero. Rumpelstiltskin non poteva immaginare che era stato proprio il dilemma su che cosa doveva indossare che aveva fatto fare tardi Belle. Aveva praticamente svuotato il suo armadio escludendo ogni singolo capo di abbigliamento. Però Rumpelstiltskin indovinò che Belle aveva scelto di indossare qualcosa che Lacey giammai avrebbe neanche comprato.
Un rumore riportò Rumpelstiltskin alla realtà distogliendolo dai suoi pensieri.
“Scusa, Rumple!” Esclamò Belle addolorata indicando a terra i vetri di un bicchiere che le era appena sfuggito di mano.
“Non importa, sweetheart. Lo rimettiamo subito a posto.” Disse tranquillizzante Rumpelstiltskin riparando il bicchiere con la magia e mettendolo a tavola. Poi si voltò e prese le mani di Belle guardandola negli occhi
“Non ti preoccupare” le sussurrò “ andrà tutto bene. Bae ti adorerà. Devi solo essere te stessa e Lacey scomparirà dai suoi ricordi in un attimo.”
“Come fai ad essere così sicuro?” chiese nervosa Belle senza riuscire a trattenersi, quell’incontro le faceva davvero paura. Sapeva quanto Bae fosse importante per suo padre e voleva davvero che Rumpelstiltskin avesse il suo happy ending con la sua famiglia senza l’ombra di Lacey a creare problemi o imbarazzi. Eppure il ricordo di quel primo incontro con Bae la faceva ancora arrossire e vergognare.
“Perché so quanto sei speciale e unica.” Riprese convinto Rumpelstiltskin “Nessuno lo può sapere meglio di me. E poi se anche stasera qualcosa non va abbiamo il tempo a nostra disposizione. Lacey è scomparsa e tu sei qui. Solo questo è importante, sweetheart.” Concluse abbracciandola.
Belle si sentì molto più calma tra le sue braccia, cullata dal ritmico battere del suo cuore.
Sussultarono entrambi al suono del campanello. Si sciolsero dall’abbraccio e Rumpelstiltskin le accarezzò la guancia, sorridendole, prima di andare verso l’ingresso.
Anche se aveva cercato di essere forte e fiducioso con Belle, Rumpelstiltskin sentiva il cuore battere a mille nel petto mentre abbassava la maniglia della porta. Bae comparve incorniciato dalla porta con una bottiglia di vino in mano.
“Hey” esalò Rumpelstiltskin con voce incerta, la tensione stava avendo la meglio.
“Ciao” disse Bae impacciato. Rimasero un attimo sulla porta poi Rumpelstiltskin si riprese e facendo un passo indietro esalò “Vieni,  entra.” Il ragazzo avanzò nell’ingresso guardandosi intorno, aspettò che suo padre richiudesse la porta alle sue spalle poi lo seguì in sala da pranzo.
Belle era lì, in piedi, in attesa che arrivassero. “Ciao” disse rivolta a Bae. Sebbene avesse cercato di comportarsi in modo naturale a Rumpelstiltskin non sfuggì l’esitazione nella voce della ragazza.
“Ciao” le rispose Bae posando la bottiglia sul tavolo.
“Apro il vino” propose incoraggiante Rumpelstiltskin cercando di dissipare l’imbarazzo evidente “E propongo un brindisi a questa serata.” I minuti successivi furono impegnati dall’apertura del vino poi Rumpelstiltskin cominciò a riempire i bicchieri.
“Per me solo un goccio, Rumple lo sai che non ho mai sopportato bene l’alcool e dopo le quantità che era solita bere Lacey amo ancora di più il mio the freddo.” Intervenne Belle indicando la caraffa di the con cubetti di ghiaccio che Rumpelstiltskin si era premurato di farle trovare a tavola conoscendo i suoi gusti meglio di chiunque altro.
I tre bicchieri tintinnarono quando furono avvicinati e ognuno bevve un sorso. Il silenzio calò come una coltre su di loro mentre prendevano posto.
Solo in quel momento Belle osservò padre e figlio e capì quanto era stata stupida. Persa nelle sue paure legate al fantasma di Lacey non aveva capito quanto quella cena era difficile per Rumple. Era la prima volta da secoli che si ritrovava seduto allo stesso tavolo con suo figlio. Anni e anni di sensi di colpa, di sbagli, di speranze gravavano su di lui bloccandolo. La paura di sbagliare, di non essere all’altezza delle aspettative del figlio era un peso sul suo cuore. Anche se aveva cercato di tranquillizzarla Rumpelstiltskin era più terrorizzato di lei da quella cena e lei non aveva capito. Osservò Rumpelstiltskin che giocherellava imbarazzato con il coltello come perso nel tentativo di trovare un modo per fare conversazione e Bae che guardava distrattamente i quadri alle pareti. Doveva fare qualcosa, doveva aiutare Rumple. Era sempre stata lei a rompere il ghiaccio, a superare le distanze, a creare legami anche per lui. Doveva essere coraggiosa e sconfiggere le sue paure per lui. Era o non era un’eroina? Sospirò e iniziò a parlare.
“Oggi è passato Henry in biblioteca. Mi ha riportato un libro che aveva preso appena due giorni fa. Ha già finito di leggerlo.” Disse rivolta a Bae. Pur se la voce era un po’ tremante il sorriso che riuscì a tirare fuori era decisamente incoraggiante.
“ Sì, è entusiasta della biblioteca. Da quando ha scoperto quel posto con decine di libri belli quanto il suo libro di favole non fa che leggere.” Disse Bae che sembrava contento di immergersi in una conversazione “Credo che si sia messo in testa di leggere tutti i libri della biblioteca.”
“Avrà preso la passione dal nonno.” Riprese Belle chiamando in causa Rumpelstiltskin.
Bae la guardò sorpreso così Belle continuò “Tuo padre mi ha regalato ben due librerie da quando ci conosciamo. E sono certa che aveva letto buona parte dei libri che contenevano.”
“Per Belle nessun gioiello può competere con una stanza traboccante di libri.” Disse Rumpelstiltskin quasi giustificandosi con suo figlio per un regalo così insolito da fare ad una donna.
“E per te non esiste alcuna magia che può competere con una storia ben raccontata. Ogni tua casa in questo mondo o nell’altro praticamente aveva una stanza dedicata solo ai libri.” Lo rimbeccò Belle. Rumpelstiltskin le sorrise disarmato, lei lo riusciva a capire come nessun altro al mondo.
“Colpito e affondato, papà.” Rise Bae, poi incupendosi aggiunse “Evidentemente sono io la pecora nera della famiglia in quanto a libri. Decisamente Henry non ha preso da me.”
“Stai scherzando?” esclamò sorpreso Rumpelstiltskin “ Hai dimenticato quanto eri fissato per le storie? Non riuscivo mai a metterti a letto se non ti raccontavo almeno tre storie ogni sera. E ne volevi sempre di nuove. La mia passione per i libri credo che sia nata proprio nel costante rimpianto delle nostre nottate.” Concluse Rumpelstiltskin “Non sai quanto mi sono mancate in questi anni e che cosa avrei dato per riaverti di nuovo con me” aggiunse imbarazzato in un sussurrò.
“Mi ricorda inevitabilmente qualcuno di nostra conoscenza. Henry è praticamente uguale.” Riprese allegra Belle, accarezzando contemporaneamente la mano di Rumpelstiltskin per dissipare la sua malinconia.
“Hai ragione, papà. Ora mi ricordo le mille storie che inventavi per me. Anche se avevi lavorato tutto il giorno e volevi solo andare a dormire, il nostro rito delle storie a letto è stato sempre rispettato.” Disse Bae perdendosi in quei ricordi lontani e così piacevoli. Rumpelstiltskin gli sorrise felice poi, per nascondere le lacrime che gli erano affiorate agli occhi, aggiunse “Vado a prendere il tacchino dal forno.”
Bae e Belle rimasero soli e questa volta fu il ragazzo a rompere il silenzio che era calato tra di loro.
“Sei diversa davvero. Non riuscivo a capire dal nostro precedente incontro che cosa avesse visto in te” disse facendo cenno verso la cucina in cui Rumpelstiltskin era scomparso per prendere la cena “ma ora è tutto chiaro. Sono felice che papà ti abbia trovato.” La sincerità di quelle parole era evidente.
Belle era veramente diversa da quella volgare donna che Bae aveva visto tempo prima accanto a suo padre. Era seria, gentile, allegra l’opposto praticante di Lacey. Era riuscita con delicatezza a rompere il ghiaccio in quella serata così imbarazzante per tutti. E non erano sfuggiti agli occhi del ragazzo gli sguardi e i sorrisi che suo padre lanciava a Belle e che lei ricambiava. Erano chiaramente innamorati l’uno dell’altra e ora Bae capiva quello che suo padre gli aveva detto. Belle era davvero speciale. Era stata l’unica che era riuscita a cambiare suo padre e a farlo innamorare veramente. E Bae era felice per lui. Finalmente suo padre avrebbe avuto un po’ di felicità. La meritava più di tutti dopo tanti anni di lavoro e solitudine, dopo il dolore che Milah gli aveva provocato e dopo un’intera vita di sacrificio per ritrovare suo figlio. Belle era la persona adatta a suo padre, era la sua forza e la sua sicurezza.
“Non l’ho mai visto così felice.” Soggiunse proprio mentre Rumpelstiltskin rientrava con il vassoio fumante. Belle gli sorrise poi si affrettò a fare posto sul tavolo.
“Che cosa stavate bisbigliando voi due eh?” chiese divertito Rumpelstiltskin dopo aver deposto il tacchino sul tavolo.
“Non parlavamo mica di te Rumple. Sai non tutto il mondo ruota intorno a te.” Rise Belle facendogli però l’occhiolino.
“Voi due non me la contate giusta.” Disse sospettoso Rumpelstiltskin anche se non riuscì ad evitare di sorridere alla sua donna.
“Ci hai scoperto, papà stavamo parlando male di te.” Disse serio Bae.
“Bae! Non dovevi dirglielo! Ora incapperemo nell’ira del Signore Oscuro!” anche Belle cercò di parlare sul serio ma la sua voce era chiaramente divertita.
“Questo non succederà mai. Con voi mai.” Rispose serio Rumpelstiltskin non riuscendo ad aggiungere altro, le parole soffocate in gola dall’emozione.
“Lo sappiamo, papà. Era uno scherzo!” riprese Bae accompagnando le parole con una pacca affettuosa sulla spalla di suo padre.
La cena passò in fretta. Rotto il ghiaccio grazie a Belle la conversazione fluì spensierata e piacevole. Finalmente Rumpelstiltskin era riuscito a ricostruire la famiglia che aveva sempre desiderato.
“Sabato sera vi aspetto a casa.” Disse Bae mentre salutava suo padre e Belle alla porta. “Certo la cucina di Emma e la mia non possono competere con la vostra…”
“Con quella di tuo padre vorrai dire” lo interruppe Belle “Io sono praticamente una frana in cucina.”
“Sweetheart, non sei così male.”
“Non mentirmi, Rumple. Lo sai che ti scopro sempre.”
“Mi arrendo, darling.”
 Bae rise di cuore insieme agli altri due. Era incredibile che fossero passati tanti secoli dall’ultima volta che era sto così bene con suo padre.
“Ma non preoccuparti della cucina, Bae. Rumple praticamente è abituato ai piatti che gli cucinavo quando ero la sua domestica. I vostri non potranno essere peggiori. Mi sono sempre chiesta come faceva a mangiarli.”
“Sono sempre stato un tipo educato.”
“Comunque nel caso più drammatico c’è sempre la cucina di Granny’s che potrà venirci in aiuto.” Disse Bae.
“Ci vediamo sabato allora.”
Bae era già fuori dalla porta quando Belle con una leggera spinta incoraggiò Rumpelstiltskin a parlare
“Bae, domani dopo aver accompagnato Henry a scuola perché non ti fermi al negozio? Potremmo prendere un caffè insieme. Che ne dici?” chiese esitante.
Bae si voltò “Ottima idea. A domani allora.”
Rumpelstiltskin sentì un caldo sollievo nel petto e mentre richiudeva la porta di casa tenendo ancora per mano Belle sentì che non era mai stato così felice in tutta la sua vita.
 
SPAZIO AUTRICE
E rieccomi con il vero finale di questa storia. C’ho messo un po’ a pubblicare ma le vacanze hanno distratto la mia ispirazione e dimezzato il mio tempo. Ho smarrito il mio cuore nelle lande scozzesi e nella meravigliosa Londra. Comunque ecco il meritatissimo happy ending per il nostro caro Rumple. Chi più di lui se lo merita? (peccato che gli autori non la pensino così)… La storia non poteva concludersi senza un chiarimento Bae – Belle e in una bella cena di famiglia. Spero vi sia piaciuta e come al solito aspetto i vostri commenti.
Grazieeeee! A presto
  
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