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Autore: TaliaAckerman    22/08/2013    4 recensioni
[Revisione in corso]
Primo capitolo della serie del "II ciclo di Fheriea"
Dal diciottesimo capitolo:
"Pervasa da un senso di feroce soddisfazione, Dubhne alzò il braccio destro in segno di vittoria. La folla intorno a lei urlava e scandiva il suo nome, entusiasta. E la cosa le piaceva."
Salve, e' la prima fan fiction che pubblico in questa sezione. Più che una ff però è un romanzo, il mio romanzo, ideato e steso in più di due anni di fatiche e grandi soddisfazioni. Spero vi piaccia^^
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'II ciclo di Fheriea'
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24




La mattina del proprio secondo combattimento Dubhne si svegliò con un mezzo sorriso sulle labbra; era una sensazione piuttosto strana per lei, desiderare di battersi nell’Arena rischiando la propria vita. Ma ora che aveva assaggiato cosa volesse dire essere al centro dell’attenzione, ammirata da centinaia di persone che si sbracciavano entusiaste per lei… non vi avrebbe più rinunciato.
Il giorno prima aveva dato uno sguardo alle incisioni nella roccia dell’Arena, per scoprire con chi avrebbe duellato. Si trattava di un certo Nekam, Combattente di mezza età della squadra di Peterson Cambrel. Nel leggere quel nome aveva dovuto reprimere un piccolo brivido, ma poi il pensiero di vincere aveva oscurato tutto il resto.
Claris, passata al terzo turno con una prova brillante proprio quella mattina, non aveva fatto altro che incitarla negli ultimi giorni, e ora lei aveva voglia di mettersi alla prova.
Avrebbe combattuto nel primo pomeriggio, sotto i caldi e insistenti raggi del sole estivo. Chissà se il tepore sarebbe stato un problema…
Dopo la pausa pranzo di tutti i Combattenti, le squadre di Malcom e Peterson si diressero nuovamente verso l’Arena per i duelli pomeridiani.
La sciabola ben assicurata al fodero, Dubhne si sentiva quanto mai diversa dalla prima volta. Non poteva propriamente definirsi sicura di se stessa, ma insieme desiderava mostrare al pubblico ciò che sarebbe stata in grado di fare. E più di tutto, moriva dalla voglia di riprovare il brivido della vittoria. Arriverà.
E in effetti il secondo trionfo non esitò a farsi sentire.
Quello con Nekam fu uno scontro senz’altro impegnativo, ma facilitato leggermente dalla lunga ferita alla gamba che ostacolava non poco l’abilità del Combattente. Ma Nekam non era uno sprovveduto, e con tre edizioni di Giochi alle spalle aveva affrontato il duello con il massimo impegno e serietà; non era bastato.
Dubhne aveva creduto che riprendere in mano la sciabola per uccidere sarebbe stato insolito, se non complicato, e invece non appena aveva messo piede nell’Arena si era sentita sicura. Era la seconda volta che vi entrava, la seconda volta che combatteva, la seconda volta che avrebbe ucciso. Si era battuta lucida e concentrata, senza badare alla folla e ai commenti di Rodrick, o almeno fino al momento in cui aveva costretto l’avversario a terra. E allora, circondata da mille voci che chiedevano entusiaste altro spettacolo, lei non aveva potuto far altro che accontentarli.
Aveva ucciso l’avversario proprio come Goresh, trafiggendolo dritto nel petto. Senza provare il minimo rimorso o disgusto, stavolta.
Il secondo turno di combattimenti continuò per altri tre giorni, e la squadra di Malcom Shist si procurò un discreto numero di vittorie. Dubhne assistette insieme agli altri a parecchi scontri, ma solamente uno la turbò sentitamente.
Fu Clia, non Jackson, quella volta a colpirla con maledetta violenza e spietatezza. Ma ciò era nulla in confronto allo sconvolgimento che travolse Claris.
Agnes morì per mano della Combattente dopo appena dieci minuti di scontro, sotto il suo stesso, orripilato sguardo. Clia la batté con facilità quasi umiliante, e quando con disprezzo mollò un calcio negli stinchi al cadavere della ragazza, Dubhne dovette trattenere Claris per i vestiti per impedirle di intervenire. E così per la prima volta era stata lei, Dubhne, a consolarla e a farle forza, anche se con le lacrime agli occhi e la morte nel cuore.
Agnes era sempre stata gentile con lei. Si erano allenate tanto insieme, lei, Dubhne e Claris, nei mesi che avevano preceduto i Giochi Bellici. Aveva diciotto anni.
Quella sera, stesa come al solito sulla scomoda brandina, Dubhne giurò con tutta se stessa che l’avrebbe vendicata. Ti ucciderò, Clia. Te lo prometto.


Passarono i giorni, e la ragazza si ritrovò passata agli ottavi di finale insieme ad altri quindici combattenti. Il giorno del proprio turno, si avviò verso l’Arena con uno strano senso di vuoto nel cuore. La perdita di Agnes l’aveva segnata più di quanto fosse disposta ad ammettere.
Rassegnati, ringhiò a se stessa, in procinto di entrare in campo. Rassegnati, lei è morta e non tornerà. Concentrati sullo scontro adesso.
Claris, che a pochi passi da lei singhiozzava in silenzio, non le augurò buona fortuna come al solito. Non le rivolse alcun sorriso di incoraggiamento, ne uno sguardo sicuro; a capo chino, tentava disperatamente di trattenere le lacrime. La terribile perdita di Agnes, con cui era sempre stata amica, le aveva impedito di concentrarsi appieno nel duello di quella mattina contro Pete, che aveva approfittato della sua momentanea debolezza per eliminarla.
Se Dubhne avesse vinto quello scontro, avrebbe dovuto combattere contro di lui.
– Vedi di vincere - le intimò Malcom Shist, riportandola bruscamente alla realtà. – La tua avversaria non ha un briciolo di esperienza, per cui non ti azzardare a fare cose strane…- ma Dubhne non lo ascoltava.
Attese impassibile che il commentatore la annunciasse, poi si avviò con passo sicuro verso il campo di battaglia.
Il contendente che uscì dal tunnel opposto era una bambina. Minuta, magra, con folti e ricci capelli rosso scuro e i tratti marcati, da Haryarita. Due piccoli e spauriti occhi azzurri creavano un forte contrasto con la carnagione color mattone, e Dubhne comprese: una Mezzosangue. Qual era il suo nome? Illa, le era parso di capire.
Nel vedere quella creatura terrorizzata e indifesa, si sentì spezzare il cuore e, istintivamente, fece un passo all’indietro. Una certezza le colpì la mente: non farò mai del male a questa bambina. Non potrei mai farlo.
Guardando la sua sagoma esile, Dubhne rivide se stessa a sette anni. Aveva la stessa espressione di Illa, quando era entrata per la prima volta nella sartoria del signor Tomson. Se le avesse torto anche un solo capello, il rimorso l’avrebbe perseguitata per sempre.
Una sensazione così forte di pietà era cosa rara per una Combattente del suo calibro e fama, ma alla ragazza non importava: non avrebbe ucciso un’innocente.
– Pronti? – gridò il commentatore guardando le due Combattenti. Ad Illa tremarono le mani, ma rimase ferma al suo posto. – Allora… la sfida può cominciare!
Dubhne decise di cominciare con qualche colpa facilmente prevedibile per saggiare le reali capacità della sua avversaria. Illa li schivò tutti senza troppe difficoltà, ma non sollevò la spada neanche una volta per pararli. Era veloce, ma era altrettanto evidente che fosse terrorizzata. Doveva portarla a sollevare quel maledetto spadino che si ritrovava per le mani. Se avessero duellato - senza troppa foga - per qualche tempo la bambina avrebbe anche potuto mantenere una certa dignità.
Dubhne cercò volontariamente la lama dell'avversaria con la propria, che a quel punto si riscosse. Il suono del metallo che si scontrava risuonò particolarmente secco nell'arena che si era fatta silenziosa: gli spettatori osservavano quello scontro con occhi stupiti: perché la Ragazza del Sangue non aveva ancora spazzato via un'avversaria così debole?
Dubhne separò il suo acciaio da quello dell'avversaria e menò un nuovo fendente; ancora la lama di Illa intercettò il colpo. Per qualche minuto le due Combattenti duellarono in uno scontro che da lontano poteva sembrare quasi alla pari; in realtà, Dubhne combatteva ben al di sotto delle proprie reali possibilità, come in un allenamento. Illa invece sembrava starcela mettendo tutta.
Non era neanche poi così male, si ritrovò a pensare Dubhne mentre schivava un fendente mosso dalla ragazzina. La forza non era sicuramente il punto forte della piccola Combattente, ma in compenso la spadina da lei impugnata le si adattava perfettamente, e i suoi colpi erano abbastanza precisi e mirati. Un paio di volte era anche andata vicina a colpirla.
Quando poi si decise a contrattaccare seriamente, Dubhne riuscì facilmente ad eludere la guardia dell'avversaria, e la ragazzina fu costretta ad arretrare, fino a ritrovarsi con la schiena addosso ad una delle pareti dell’Arena.
Con lo sguardo, Dubhne tentò di rassicurarla, di spingerla ad arrendersi tranquillamente.
Gli spettatori sembravano sempre più sconcertati. Cominciarono anche i primi fischi di disprezzo.
Spazientita, Dubhne alzò la spada in alto, come pronta a menare il colpo decisivo, quando finalmente, Illa gridò:- Mi arrendo!
La bambina aveva le braccia alzate, e per la paura la piccola spada le era scivolata di mano. Soddisfatta e decisamente più tranquilla, Dubhne sorrise, alzando il pugno verso la folla, per annunciare la vittoria. Qualcuno applaudì, e la giovane lo giudicò un buon segno.
-Ehm, sì…- commentò il cronista, perplesso. – È stato un combattimento… come dire… insolito. E anche piuttosto breve. Comunque, la vincitrice è Dubhne!
Lei fece un rapido cenno di saluto alla folla, e mentre già molti spettatori si dirigevano verso le uscite, guardò Illa con un misto di curiosità e pietà.
La ragazzina, ancora tremante, le restituì lo sguardo. Dubhne, impacciata, le rivolse un rapido sorriso, poi si affrettò ad uscire dall’Arena.
Solo allora Illa si permise di scivolare in ginocchio, tirando un sospiro di sollievo.





Note: ehm... sì. Lo so, ho impiegato un'eternità a postare, e mi rendo anche conto che questo capitolo non è propriamente un capolavoro. Ed è troppo corto. scusate, sul serio, ma era davvero a corto di ispirazione. Comunque recensite se vi va, per favore, è sempre piacevole ricevere opinioni, consigli, ecc.. :)
Posterò il prima possibile un nuovo capitolo. a presto, Xx ^^


CD90-E2-F8-6-DE9-46-C9-BA46-A0792380-F3-E5 Illa (Keira Chansa)
  
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