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Autore: StelladelLeone    22/08/2013    9 recensioni
Mi accorsi subito che c’era qualcosa che non andava quando Mirajane ci venne incontro con un sorriso diabolico da metter voglia a chiunque di scappare via; rifuggendo questo istinto, mentre Natsu mi usava come scudo, alla faccia della galanteria, la raggiunsi sorridendo.
“Buongiorno Mira-chan! Come mai così di buon umore?” chiesi reprimendo un brivido.
Mirajane fece una sorriso malizioso e rimproverò Natsu con lo stesso tono che si usa con un bambino di tre anni: “Ma come Natsu?! Non l’hai ancora detto a Lu-chan?! Oggi inizia la parte migliore, la fase preliminare: l’ACCOPPIAGGIO!”
Io la guardai come fosse ubriaca mentre Natsu mi saltellava intorno urlando: “Ecco! Era quello! Era quello che dovevo dirti!!” io, dopo averlo calciato lontano presso il tavolo di Gray ed Elfman, lo ignorai completamente e tornai a Mira.
“Scusa Mira, ma la fase preliminare di cosa?”
“Ma è ovvio! Della Grande Gara di Coppia di Fiore!!” disse lei entusiasta saltellandomi intorno.
Nel mio cervello si accese un gigantesco punto di domanda al neon.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Yoooo minnaaa!!! Si, sono ancora viva! Incredibile eh?! xD no, seriamente, mi scuso con tutti quello a cui avevo promesso un aggiornamento veloce: sono un’autrice terribile. Ad aggiungersi alla mia lentezza generale, bisogna ammettere che ultimamaente Mashima non ci regala abbastanza fluff, cosi che questo capitolo orribile è risultato un parto gemellare XD Mashima, inizia a correre, perché se pensi che Erza o Mira siano spaventose non mi hai ancora visto in versione Berserk *ghigno assassino* MA COSA PENSA QUANDO SCRIVE?!?! Basta, ho deciso io parto per il Giappone, prendo a calci Mashima giù dalla sua sedia e mi metto io a scrivere la trama: Natsu si sposa con Lucy, Levi con Gajil, Lisanna con Laxus, Erza con Gerard, Freed con Mira, Wendy con Romeo e LLUVIA CON GRAY e tutti faranno tanti bambini, che Ultear e Meredy, rispettivamente fidanzate con due gran fighi, accudiranno come due brave zie!!!  *ride come una pazza assatanata e prenota un volo per il Giappone* comunque vi chiedo, come regalo di compleanno (dal sedici sono sedicenne ad honorem) di perdonarmi e leggere questo obbrobrio senza lanciarmi niente che superi in peso e dimensioni un frigorifero ��

Un piccolo avviso sulla storia: la storia del passato di Cana per cui ha iniziato a bere, me la sono inventata di sana pianta, senza nessun spunto dal manga, per aggiungere un po’ di drammaticità alla storia e complicare le cose a Leon. Nel caso qualcuno non gradisca mi scuso già. Inoltre ho rotto il computer portatile e sto usando un tablet che non ha la “i” accentata, quindi se non sono riuscita a correggerle in alcuni punti: gomene!

Questo capitolo è dedicato ai tredici pazzi che mi hanno inserito tra autori preferiti XD

Buona lettura!

Ps: per i maschi che andranno a vedere le immagini di cui ho allegato i link, sono a disposizione sacche di sangue per le trasfusioni e ciotole per la bava XD

 

Terzo giorno: Alleanze pt. 3 (Le belle addormentate nel bosco)

 

 

Cana indietreggiò spaventata: non poteva essere davvero lì! Quegli occhi rossi che tante volte l’avevano incantata non smettevano di guardarla, ma ora lei aveva solo paura. Cercò di scappare, ma il suo corpo non rispondeva ai suoi ordini e presto inciampò all’indietro trovandosi ad osservare dal basso il suo nemico.

Un’onda di terrore le tolse il respiro.

“Ciao Cana, era da tempo che non ci vedevamo…” disse con voce suadente, con quella voce che usava per ammaliare e intrappolare milioni di ragazze, con quella voce che aveva usato per adescare lei.

Un’onda di terrore la fece tremare fino nelle ossa.

“Vattene!” invece dell’urlo deciso che avrebbe voluto, dalla sua bocca uscì solo un rantolo spaventato.

Il ragazzo scoppiò a ridere, scompigliandosi i capelli neri in quel modo per cui una volta il suo cuore perdeva un battito.

Raggiungendola si inginocchiò davanti a lei e le prese il mento tra le dita.

Un’onda di terrore le fece dimenticare chi era. Chi era diventata.

“Sei scappata per molto tempo, ma è ora di riprendere il nostro rapporto…” le soffiò in un orecchio mentre il ghigno del predatore che ha finalmente messo alle strette la sua preda gli compariva sul volto.

Cana non riusciva nemmeno a muoversi. Un solo pensiero nella sua testa, mentre lacrime di terrore gli rigavano il volto.

“Qualcuno mi salvi…”

 

Una rondine viola cantò con voce melodiosa nel cielo, guardando stupita un ragazzo dai capelli bianchi parlare.

Era ormai dall’alba che Leon camminava in cerchio, indeciso sul da farsi; a volte maldiceva la maga dei tarocchi, a volte se stesso e altre ancora il sakè. Davvero non sapeva cosa fare.

Il giorno precedente, dopo aver salvato Cana, lei era svenuta e non si era più ripresa: la sua fronte era diventata incandescente e il suo respiro si era fatto pesante. Evidentemente l’acqua era ancora più fredda di quel che pensava. Perché diavolo aveva dovuto buttarsi per seguire dello stupido sakè?! Ma non gliela avrebbe fatta passare liscia, avrebbe scoperto perché beveva, anche con la forza se era necessario, e l’avrebbe disintossicata.  

Maledicendola schiantò un pugno contro la parete di roccia.

Ovviamente dopo aver capito la situazione della ragazza, Leon si era fermato in una grotta nella speranza che la ragazza si svegliasse, ma ormai era la mattina del terzo giorno e lei non dava segni di ripresa, anzi.

Sospirando si sedette accanto a lei e la osservò in silenzio: il sudore le aveva appiccicato i capelli al volto e a tratti si muoveva agitata, come se stessa facendo un incubo. Istintivamente le scostò i capelli dalle guance arrossate, accarezzandola leggermente, mentre lo sguardo gli si addolciva. Quando si rese conto di ciò che stava facendo, si alzò di scatto e si allontanò mentre la sua faccia diventava di un bel bordeaux. C’era la possibilità che Gildarts stesse guardando proprio in quel momento la gara e lui non ci teneva a diventare polvere! Anche se probabilmente lo sarebbe diventato comunque…doveva ideare un piano di fuga e sopravvivenza…forse era meglio sparire per un po’…qualche decennio…niente di esagerato…

 Un gemito di dolore della ragazza lo riportò coi piedi per terra, mentre recuperava il suo freddo autocontrollo: non c’era tempo per le paturnie mentali, era evidente che Cana stesse sempre peggio.

“Sembra stia soffrendo…” pensò con un’insolita stretta al cuore.

Purtroppo lui non conosceva erbe mediche per alleviarle il dolore o guarirla e nel kit di sopravvivenza non c’era niente che potesse essergli utile; la preoccupazione iniziava di soffocarlo. Non poteva assolutamente permettere che la ragazza morisse, ma non voleva nemmeno abbandonare la Gara…

“Dannazione!!” pensò colpendo per l’ennesima volta la roccia e crepandola, “Se solo ci fosse Cherie con me…”

Una luce si accese nel suo cervello. L’oscurità che annebbiava i suoi ragionamenti scomparve permettendogli di vedere la soluzione a tutti i suoi problemi.

Per la precisione gli permise di vedere una chioma blu e un sorriso gentile.

Sollevato iniziò a ridere e a spogliarsi, dopodiché veloce prese Cana in braccio, guardandola speranzoso.

“Sta tranquilla Cana, ti salverò” mormorò alla ragazza tra le sue braccia, che istintivamente, mentre ansimava nell’oscurità rivivendo il suo peggiore incubo, gli strinse le braccia al collo.

Una nebbia azzurrina iniziò a circondarli, mentre Leon a fatica tratteneva un sorriso: era ora di scoprire se quel nuovo incantesimo funzionava.

“ICE MAKE: WOLF!” la sua voce risuonò decisa e forte nell’area circostante.

Dalla sua mano scaturì un valanga di neve che prese a vorticare freneticamente finché gigantesco lupo di ghiaccio comparve davanti ai suoi occhi e subito lui gli appoggiò una mano sul muso.

“Trova la Dragon Slayer del Cielo, Wendy, e portaci da lei!” gli disse in tono perentorio e distaccato mentre sulla testa del lupo compariva un cerchio magico azzurrino.

Il lupo si inchinò e ululò al cielo; dopo aver annusato l’aria, iniziò a correre nella foresta, seguito da un mago di ghiaccio il cui unico pensiero in quel momento era salvare quella bella e pazza ubriacona che il destino aveva voluto fosse sua compagna.

****

 

“G-Gerard…” una voce flebile e piena di desiderio turbò il silenzio di quella mattina assolata.

Un mago dai capelli blu corse veloce tra gli alberi fino a giungere nella piccola radura in cui giaceva una maga dai capelli scarlatti. Imponendosi l’autocontrollo e cercando di domare il rossore sulle guance, avanzò verso di lei e le si inginocchiò a fianco.

Il giorno precedente, per attraversare quel cunicolo infinito gli ci erano volute sei ore, durante le quali Erza era stata sempre peggio, finché infine non aveva perso i sensi. Il fatto che in quella dannata galleria ci fosse poca aria e malsana, non aveva aiutato. E ora Erza aveva la febbre: o dormiva o delirava.

Aveva perso il conto ormai di quante volta la maga l’avesse chiamato piangente per poi supplicarlo di non lasciarla sola, oppure parlando come se fossero ancora sulla Torre del Paradiso, oppure pensando che lui fosse uno degli altri membri della gilda.

E ogni volta Gerard aveva una stretta al cuore.

La ragazza che amava più della sua stessa vita stava male, ma lui non sapeva cosa fare, se non starle accanto tenendole la mano e parlandole, raccontandole dei loro momenti più belli o rincuorandola che non l’avrebbe mai più abbandonata, nonostante sapesse che non sarebbe andata così.

La prima regola della Crime Sorciere era di non innamorarsi di nessuno che cammini nella luce. Il suo codice era “punizione”.

Se non poteva impedirsi da amare con tutto se stesso quella ragazza, almeno avrebbe fatto in modo che lei non cadesse nelle ombre per lui. L’avrebbe protetta ogni singola volta che ce ne fosse stato bisogno, come in quell’occasione, e poi sarebbe scomparso.

“G-Gerard…”  Mormorò nuovamente Erza, tendendo una mano verso di lui, con le guance arrossate e gli occhi lucidi.

Sforzandosi di sorridere Gerard le strinse la mano e le scostò i capelli dal volto.

“Cosa c’è Erza? Sono qui.” Disse con tono rassicurante.

“G-Gerard…non te ne andare…” Gerard sospirò profondamente, mentre un’ombra di dolore gli offuscava gli occhi: era la quinta volta che ripeteva quella frase facendogli scoppiare il cuore e facendolo sentire un verme, per poi addormentarsi.

Ma questa volta Erza aveva tutta l’intenzione di continuare.

“N-non voglio rimanere sola…” singhiozzò iniziando a piangere sotto lo sguardo stupito di Gerard, “non sono felice…se non ci sei…voglio che rimani con me…per sempre…”

Le braccia di Gerard l’avvolsero d’istinto, mente lui affondava il volto nei suoi capelli scarlatti e si chiedeva perché il destino dovesse essere così crudele.

“Non è il destino ad essere crudele, ma tu ad essere stupido!” gli sembrava quasi di sentire la voce di Ultear ripetergli quelle parole fino allo sfinimento, quelle parole che lo tentavano e che temeva allo stesso tempo, “Se vuoi davvero che sia felice, dovresti stare con lei! Come fai a non capirlo? Vi amate! Negandoti questa felicità non fai altro che negarla anche a lei! Sei proprio un idiota, Gerard!”

Istintivamente Gerard ridacchiò piano al pensiero di lei che lo colpiva esasperata, per poi architettare un piano assurdo con Meredy per farlo dichiarare. A volte quelle due lo spaventavano.

 In realtà avrebbe voluto con tutte le sue forze che fosse davvero così, ma aveva un terrore divorante di farla soffrire ancora. Al pensiero delle sue lacrime sentiva come se gli venisse corrosa l’anima.

Gerard avrebbe continuato a macerarsi nei suoi dubbi per ore, se improvvisamente le condizioni di Erza non si fossero aggravate.

Infatti improvvisamente il suo corpo cominciò a divenire sempre più caldo e il suo respiro accelerato.

Gerard preoccupato si staccò da lei, per cercare di capire che cosa stesse accadendo.

Improvvisamente una luce dorata avvolse il corpo della ragazza e Gerard dovette proteggersi gli occhi con una mano, tanto la luce di Erza era abbagliante.

Quando finalmente riaprì gli occhi, una copiosa cascata di sangue fuoriuscì dal suo naso.

“Perchè diamine Erza ha un Riequip da gattina?!?!” urlò esasperato alla foresta indietreggiando il più lontano possibile da quel succinto abito tentatore. (http://images2.wikia.nocookie.net/__cb20120228085637/fairytail/images/thumb/3/3a/Erza_in_Kitty_Suit_meets_Young_Erza.jpg/671px-Erza_in_Kitty_Suit_meets_Young_Erza.jpg)

Non fece nemmeno in tempo a riprendersi che nuovamente il corpo di Erza si illuminò, sotto il suo sguardo agonizzante, per svelare poi la ragazza in versione cameriera. (http://s270.photobucket.com/user/clouds_wifey_forever/media/anime%20girls/Erza_Scarlet.jpg.html)

Gerard prese a sbattere la testa contro un albero. Non era possibile che il suo dannato autocontrollo andasse a farsi un giro appena Erza mostrava anche una minima parte del suo corpo!! Perché gli veniva fatto ciò?! Non era una punizione esagerata per i suoi crimini?! Che so, l’inferno o la tortura eterna potevano essere adatti, ma qui lo si voleva portare al suicidio!

“Gerard…non te ne andare…” Il mago coi capelli blu, dopo aver inspirato profondamente, si voltò, psicologicamente preparato ad affrontare Erza-cameriera.

Peccato che Erza si fosse riequipaggiata in versione infermierina e proprio in quel momento stesse tendendo una mano verso di lui sussurrando il suo nome, in maniera che tutti avrebbero potuto definire sensuale. (http://www.anime-evo.net/wp-content/uploads/2012/03/fairytail-120-f2.png)

“No, no, NO! Devo assolutamente fare qualcosa! Devo…no, non a lei! Intendevo…! Non voglio…! Aiutarla! ...Non…” il povero Gerard, preda di viaggi mentali tipicamente maschili e imbarazzo aggravato, iniziò a balbettare frasi a caso mentre il sangue fuoriusciva copioso dal suo naso.

Mentre ancora tentava di trovare un’ancora di salvezza, Erza indossando il suo costume da coniglietta si mise in ginocchio e cercò di andare da lui a gattoni.(http://images3.wikia.nocookie.net/__cb20101011182050/fairytail/images/c/c3/Erza_bunny_suit.png )

Probabilmente il mago avrebbe avuto bisogno di una trasfusione di sangue.

“Vi prego, qualcuno mi fulmini!” pensò mentre Erza si faceva sempre più vicina.

Improvvisamente un’idea dai capelli blu, il sorriso gentile e uno sguardo puro, saltellò nella sua testa. Una specie di miracolo.

Avrebbe pianto, Gerard, per quella benedizione di nome Wendy!

Ora doveva solo trovarla.

Ma per lui, in un momento di estremo pericolo come quello, era un problema da niente. Avrebbe fatto di tutto per uscire da quella situazione.

Veloce come il naufrago che teme che la barca che ha visto all’orizzonte possa scomparire, prese in spalla la ragazza che ora sfoggiava il suo look da lolita gotica (altra perdita di sangue), cercando di non guardarla. (http://images4.fanpop.com/image/photos/16700000/erza-in-armour-titania-erza-16776347-337-500.jpg)

“Per le grandi stelle del cielo divino: GUIDAMI NORTH STAR!”

Di colpo il cielo si oscurò e tra le nuvole apparve una grande stella luminosissima. Dopo pochi attimi la stella iniziò a precipitare dal cielo, esattamente dove avrebbe dovuto trovarsi la Dragon Slayer del Cielo, Wendy.

Gerard si lanciò all’inseguimento della stella più veloce che poteva. Ne andava della sua salute mentale.

 

***

 

 

Il vento frusciava tra i papaveri, rinfrescando l’ambiente dopo una notte di calura spietata; con dolcezza andò ad accarezzare i capelli blu di una ragazzina in fondo ad una buca.

Wendy dormiva beatamente, un po’ ammaccata ma serena.

Romeo faceva la guardia, concentrato.

Dovevano trovare un modo per uscire da quella maledetta buca, lo sapeva, ma finora i loro sforzi erano andati tutti a vuoto.

Il giorno precedente e quella stessa mattina avevano provato ad usare i poteri suoi e di Wendy un’infinità di volte, ma la buca era troppo profonda: il suo fuoco non era abbastanza potente per portare su entrambi e lui era troppo pesante per il delicato vento della ragazza. Infine Wendy era caduta a terra priva di sensi, spaventando a morte il povero Romeo. Per fortuna era semplicemente stanca e lui aveva potuto riprendere a respirare.

Da allora si scervellava su un modo per uscire da lì: era lui l’uomo della situazione, non poteva far pesare tutto su Wendy! Inoltre se fosse riuscito a trovare un modo probabilmente l’avrebbe stupita e l’avrebbe ammirato per questo…magari poi l’avrebbe anche ringraziato con un bacio, come quelli delle fiabe…

Le guance dal ragazzino diventarono di un bel rosso scarlatto, mentre la passione e il desiderio lo accendevano.

“SONO TUTTO UN FUOCO!” urlò al cielo dando fuoco ai pugni come faceva sempre Natsu. Sarebbe riuscito a conquistare Wendy a tutti i costi!

Intanto la ragazza sospirò, rigirandosi due o tre volte.

Allora Romeo, preoccupato di averla svegliata, le andò accanto pronta a confortarla e a darle il buongiorno, ma rimase incantato nel vederla dormire profondamente. Sembrava un piccolo angelo.

Il ragazzino sospirò ritornando poi per l’ennesima volta ad esaminare la parete di roccia della buca, rimuginando su cosa potesse fare.

Fu un attimo.

Un attimo di puro terrore per il povero Romeo, a cui per un secondo il cuore smise di battere.

Il cielo si oscurò di colpo.

Un ululato straziante squarciò il silenzio.

Fu un attimo.

E un gigantesco lupo di ghiaccio si lanciò nella buca atterrando davanti a Romeo.

Fu un attimo.

E una gigantesca stella si abbatte nella buca davanti a Romeo.

Fu un attimo.

E Romeo svenne.

 

****

Un stella cadente si abbatté su un lupo di ghiaccio.

Due ragazzi con due belle ragazze addormentate piombarono nella radura.

I due ragazzi si scontrarono con un gemito di dolore.

“Ma che cos…”

“Che diamine…”

 Esordirono i due massaggiandosi la testa per il colpo subito, poi si resero conto di quello che era successo e si misero in posizione di difesa. Per un secondo si scrutarono come si osservano due lupi di tribù sconosciute, indecisi se attaccare o meno, valutando la forza dell’avversario.

“Chi sei?” ringhiò infine Leon. Quei capelli blu e quel tatuaggio sul viso gli ricordavano qualcosa ma non riusciva ad afferrarlo.

Gerard non rispose, osservando ora la ragazza ancora tra le braccia del mago dai capelli bianchi davanti a lui.

“E’ Cana.” Sentenziò infine stupito, riconoscendo l’amica di Erza e membro del suo team nei Grandi Giochi della Magia e rilassandosi leggermente.

Leon sbarrò leggermente gli occhi sorpreso, notando finalmente la maga dai capelli scarlatti sulle spalle del mago e abbandonando anche lui la posizione di difesa.

“Erza!” esclamò, “Sei di Fairy Tail?” chiese leggermente incredulo: non l’aveva mai visto in gilda.

“Tu sei di Lamia Scale.” Ribatté invece Gerard indeciso se fidarsi o meno, osservando il marchio sul petto del ragazzo che era riuscito a spogliarsi nonostante la situazione e la ragazza in braccio.

Leon annuì.

“Per una serie di assurde circostanze sono in team con Cana. Ma tu non mi hai ancora risposto.” Indagò ancora una volta Leon, sospettoso, mentre in Gerard avveniva una dura battaglia tra il decidere di fidarsi o mantenere la sua identità sconosciuta. Nella sua mente continuava a vorticare una sola domanda: quante possibilità c’erano che proprio in quel momento lo stessero riprendendo? Poteva rischiare?

Si guardò intorno frettoloso: non vedeva nessuna telecamera, come invece le aveva notate nei giorni precedenti.

“Sono Gerard. Ma chiamami Mistgun, per favore.” Si buttò infine il ragazzo, rischiando il tutto per tutto: Fairy Tail non sbagliava mai nel giudicare amici e nemici. Se Makarov aveva permesso a quel ragazzo di fare coppia con Cana ci si poteva fidare e al momento non sembrava che qualcuno li stesse riprendendo.

Per un secondo Leon parve stupito, ma ricompose presto la sua gelida compostezza. Master Makarov gli aveva accennato alle condizioni di Gerard, al suo passato e alla sua copertura, ma non aveva collegato il viso all’informazione.

“Piacere, Leon.” Disse accennando un sorriso e tendendogli una mano.

“Sai chi sono?” chiese stupito e incredulo, che un mago che non fosse di Fairy Tail non lo trattasse come un criminale.

“Il passato di una persona non è importante quanto il presente. Le persone cambiano e io ne sono una dimostrazione.” Asserì sicuro senza smettere di porgergli la mano.

Gerard sorrise e accettò la sua offerta di amicizia, stando attento a non lasciar cadere Erza.

“Cosa è successo a Cana?” chiese infine Gerard preoccupato e perplesso guardando la ragazza

“Dannazione!” esordì Leon, che fino a cinque secondi prima si era completamente dimenticato del motivo per cui stava correndo come un pazzo, “Cana! Per una serie di circostanze assurde che poi ti spiegherò si è ammalata e stavo cercando Wendy!” spiegò iniziando a correre verso la buca.

“Vedo che siamo nella stessa situazione: anche Erza sta male e io sto cercando la ragazzina!” ridacchiò Gerard seguendolo, incredulo della situazione che stava vivendo.

Quando finalmente si affacciarono dai bordi della buca rimasero a dir poco stupiti: in un angolo dormiva angelicamente Wendy nell’altro giaceva svenuto e con un colorito cadaverico Romeo, davanti ad un lupo di ghiaccio fulminato.

 

“E’…svenuto?” chiese infine Leon perplesso.

“Credo di sì…penso sia colpa nostra…” continuò Gerard sentendosi leggermente in colpa.

“Non ha avuto un infarto vero?” chiese ancora Leon, sempre più preoccupato.

“Spero di no…”

Leon sospirò: rimanere lì fermi non avrebbe portato a nulla. Meglio pensare a come tirarli fuori.

“Certo che sono sempre più stupito…” borbottò a Gerard mentre calcolava quanto fosse profonda la buca.

“Cosa?”

“Sinceramente non pensavo che questi due ragazzini sarebbero sopravvissuti.”

“Mai sottovalutare i membri di Fairy Tail.” Sorrise Gerard.

“Tu hai una corda?” continuò, subito dopo aver sorriso, Leon.

“No.”

“Una liana?”

“No.”

“Un’idea?”

“…”

Nella radura ci fu un momento di silenzio.

“Tu non puoi crearne una?” chiese infine Gerard, dopo aver disteso Erza nell’erba.

“No. La mia magia della creazione riguarda animali, non oggetti come quella di Gray.” rispose Leon imitando Gerard e accomodando Cana tra i papaveri.

“Mmh…immagino che dovremo allora utilizzare una delle tue creature, nella speranze che nessuno dei due si svegli e muoia per lo spavento.” Suggerì infine il mago dai capelli blu, mentre l’altro annuiva.

“ICE MAKE: APE!”

Una gigantesco orango di ghiaccio incominciò a battersi il petto davanti agli occhi dei due ragazzi. Ad un movimento della mano di Leon l’orango saltò nella buca, atterrando tra i ragazzi, li afferrò con una mano sola e iniziò a risalire verso il suo padrone.

“Impressionante…” mormorò Gerard nonostante avesse già avuto modo di osservare quella magia.

Infine l’animale pose i ragazzini a terra davanti a loro.

Il risveglio di Romeo fu a dir poco traumatico: la prima cosa che videro i suoi occhi innocenti fu un gigantesco orango di ghiaccio.

“AAAAAAAAAAAAAAAAHHHH” un urlo agghiacciante uscì dalla gola del poveretto, che nello stesso tempo fece scaturire una vampata di fuoco che diede fuoco ai capelli dei suoi due salvatori.

“Dannazione!!” urlarono i due cercando di domare il piccolo incendio sulla loro testa: Leon si congelò mentre il povero Gerard usò il suo mantello per spegnerlo, con risultati disastrosi.

“Gerard! Leon!” esclamò poi il piccolo piromane riconoscendo le sue vittime, “Dove sono?” si chiese disorientato guardandosi intorno.

“Wendy!” senza nemmeno aspettare una risposta si lanciò al fianco della ragazza che dormiva beatamente. Accertatosi delle sue condizioni, sospirò sollevato e si rivolse ai due poveretti affumicati.

“Grazie per averci tirati fuori di lì; non so come avremmo fatto senza di voi.” Sorrise e ringraziò Romeo.

“E’ stato un piacere,” esordì Gerard, “anche perché in realtà siamo noi ad aver bisogno del vostro aiuto, anzi di quello di Wendy”

“Cana e Erza sono ammalate e le loro condizioni peggiorano sempre più.” Leon lanciò una breve occhiata al suo compagno di disavventure prima di continuare, “e credo di parlare a nome di entrambi dicendo che offriamo la nostra alleanza in cambio della guarigione delle nostre compagne.”

Il sorriso di Romeo si fece gigantesco: con due maghi così potenti al loro fianco avrebbero potuto tranquillamente vincere la gara!

“Va benissimo, ora sveglio Wendy e l’avviso!” disse correndo dalla ragazzina.

“Wendy?” la scosse dolcemente, “Wendy…svegliati per favore, siamo salvi! Ma abbiamo bisogno di te!” la ragazzina mugolò infastidita, prima di girarsi dall’altra parte e riprendere a dormire.

Romeo rimase a bocca aperta: più provava a svegliarla, più il suo sonno si faceva profondo.

“Mi dispiace ragazzi: niente da fare. Dobbiamo aspettare che si risvegli…” disse dispiaciuto sedendosi davanti ai due, che avevano appena controllato la situazione delle loro compagne.

“Non c’è problema Romeo, le condizioni sembrano stabili per ora…” mormorò Gerard lanciando occhiate preoccupate a Erza.

Leon annuì.

“Però non sapevo che i draghi avessero il sonno così pesante…” aggiunse poi facendo scappare a tutti e tre una risata.

Fu un attimo e la pace creata svanì.

Una luce abbagliante rischiarò la radura.

“No…” un rantolo disperato si udì nell’aria.

“Ma cos…?”

Due maghi incauti dai capelli blu e azzurri si girarono a cercare l’origine della luce.

Due maghi incauti svennero perdendo sangue in maniera copiosa.

La grande Titania nella sua Armatura della Seduzione compiva stragi anche mentre dormiva. (http://media.animevice.com/uploads/1/18983/416138-erza_seduction_armor_by_ornav_d3hr7au_super.jpg )

                                       

****

 

La prima cosa che videro Leon e Gerard quando aprirono gli occhi furono tanti e lunghi capelli blu che si stagliavano contro il cielo rosato della sera. Poi si resero conto che i capelli dovevano appartenere ad una persona e finalmente si ritrovarono faccia a faccia con Wendy, sorridente e in perfetta forma.

“Ben svegliati, Gerard, Leon!” disse sorridendo.

“Cos…?” tentarono di dire i due, storditi come non si erano mai sentiti.

“Sto già guarendo Erza e Cana, non dovete preoccuparvi!” disse ancora tornano poi ad occuparsi delle due belle addormentate.

Al nome Erza, Leon si tinse di quindici sfumature di rosso e Gerard perse altri sei litri di sangue.

“Ohi…ricordo…” balbettarono.

“Gerard?” sussurrò ad un certo punto il mago del ghiaccio.

“Sì?” rispose l’altro cercando di fermare l’emorragia.

“Secondo te è ancora vestita così?”

Altra cascata di sangue.

“Chi controlla?”

“…”

“Ehm…W-Wendy?” chiamò infine Gerard.

“Sì?” di distrasse un secondo la maga che in quel momento stava guarendo Cana.

“C-Com’è vestita Erza?” chiese titubante e terrorizzato dalla risposta.

“Con il suo pigiama Gerard.” Disse lei tranquilla tornando al suo lavoro.

“Oh, bene!” sospirò Leon pronto a voltarsi.

“Fermo!” lo ghiacciò Gerard con gli occhi spiritati, “Tu credi che i pigiami della grande Titania siano normali pigiami?!”

Leon rabbrividì, ma poi, ricordandosi del suo orgoglio, si voltò: pronto ad affrontare qualsiasi cosa.

“Gerard puoi girarti!” disse infine profondamente sollevato; il ragazzo fece come gli era stato detto e poté constatare che vestiva un pigiama a maniche lunghe con ricamate delle spade. Una cosa innocente.

Gerard sospirò e finalmente poté lanciarsi senza timore al fianco della maga, per controllare come stava. Erza non aveva più la febbre e la sua pelle era di nuovo rosea, dormiva tranquilla nel suo mondo onirico pieno di torte alla panna e fragole e Gerard.

Sollevato tornò a sedersi a fianco di Romeo e Leon, a cui il ragazzino stava spiegando di aver svegliato Wendy sventolandole davanti al naso una di quelle schifose barrette.

“Ah, Romeo,” disse ad un certo punto Leon abbassando la voce, “come stanno andando le cose tra te e Wendy? Mi ricordo che ci avevi chiesto dei consigli sull’aeronave.”

Gerard annuì, curioso.

Il ragazzino si illuminò.

“Benissimo. L-lei è sempre bella e g-gentile, a-andiamo sempre d’accordo. Inoltre mi ha ringraziato più volte per averla protetta e portata in spalla!” concluse orgoglioso superato l’imbarazzo iniziale, guardando la suddetta maga concentrata sugli incantesimi di guarigione.

“Vorrei tanto che entro la fine della gara diventasse la m-mia r-ragazza…” balbettò arrossendo fino alle orecchie, “e…ragazzi?” chiese poi perplesso vedendo i due maghi avvolti in una nube nera.

“Com’è possibile…”

“…che un ragazzino…”

“…sia così avanti…”

“…rispetto a noi…?!?” conclusero i due cadendo nella depressione più cupa, sotto lo sguardo leggermente scioccato di Romeo.

Stava per confortarli quando un fruscio sospetto attrasse la loro attenzione. Tutti si girarono a guardare il limitare della radura, dal cui fitto bosco uscirono due maghi raccapriccianti. Uno assomigliava terribilmente ad un troll di montagna, con la faccia deformata da cicatrici e le dita delle mani ingioiellate, mentre l’altro ricordava un ratto disgustoso e lascivo.

I due subito si interessarono alle ragazze qualche metro davanti a loro.

“Cos’abbiamo qui? Merce rara! Sì, sì, sì!” disse il ratto stropicciandosi le mani. Il troll muggì, mentre gli occhi brillavano di una luce avida.

Wendy fece per pararsi davanti alle due ragazze ma Romeo l’afferrò per un braccio e la tirò dietro di sé.

“Stai dietro di me Wendy! Ti proteggo io! Sono tutto un fuoco!!” disse mentre fiamme violacee ardevano sulle sue mano.

“Non ce n’è bisogno ragazzi…ci pensiamo noi…” una voce gelida e assetata di sangue paralizzò i due ragazzini, che lentamente si voltarono.

“Hanno scelto decisamente il momento sbagliato per cercare di rapire le ragazze…” mormorò Gerard con un sorriso folle in volto mentre Leon annuiva scrocchiandosi le nocchie; delle fiamme nere si avvolgevano a spire intorno a loro.

Mai disturbare un mago depresso e complessato per amore, tanto più se per toccare la ragazza del suo cuore.

“Cosa credete di fare mocciosi?! Siamo maghi di Slaveholders: non avete possibilità.” Sghignazzò il ratto, illuso.

“Il troll è mio! ICE MAKE: DRAGON!!” avvisò Leon mentre un vento gelido si scatenava intorno a lui, ruggendo la sua furia, e schegge di ghiaccio affilato gli volteggiavano intorno come impazzite chiedendo sangue a gran voce.

“Io mi prendo il topo! Gran Cheriot!” confermò Gerard mentre il cielo si oscurava e una dopo l’altra si accendevano le stelle della costellazione invocata, come Menadi impazzite ad un banchetto di Bacco.

Ci sono maghi ben più spaventosi di quelli di una Gilda Oscura.

 

Dieci minuti più tardi due ammassi violetti di carne, carbonizzati e congelati, giacevano poco lontano dai maghi che rilassati si scambiavano un cinque con un sorriso sul volto.

“Adesso sì che capisco quei pazzi di Fairy Tail!” commentò Gerard spazzolandosi i vestiti.

“A chi lo dici! A volte una bella rissa può risollevare gli animi!” concordò Leon, sgranchendosi le mani con soddisfazione.

Improvvisamente un sibilo attirò la loro attenzione.

Un sibilo mortifero come già ne avevano sentiti; ma era troppo tardi

Non fecero in tempo a voltarsi che la freccia scagliata da un albero fronduto, fendette l’aria della radura.

 Diretta contro Gerard.

Il ragazzo fece appena in tempo a portarsi le braccia davanti al volto, mentre nella mente vedeva una bambina dai capelli rossi sorridergli.

“Erza…”

Ma la freccia non lo colpì.

Tintinnando si scontrò contro uno scudo, mentre una spada veniva scagliata con forza contro l’assalitore, che colpito in fronte dall’elsa, cadde a terra svenuto dall’albero. Anche lui aveva il marchio di Slaveholders.

Gerard spalancò gli occhi vedendo una cascata di capelli scarlatti frusciare davanti a lui, prima che lo scudo cadesse a terra con un tonfo e la grande Titania crollasse in ginocchio.

“Erza!” Gerard si precipitò al fianco della ragazza, che sudata ansimava per lo scatto repentino appena compiuto.

“Erza non fare sforzi, ti prego!” sopraggiunse Wendy avvicinandosi e poggiandole una mano sulla fronte, “Sei ancora debole, devi rimanere sdraiata!” la implorò preoccupata.

“Grazie Wendy, ma sto bene; mi basterà sedermi un attimo!” la rassicurò con un sorriso mentre lasciava che il mago l’aiutasse a sedersi.

“Come ti senti, Erza?” le chiese con ansia Gerard, scrutandola a fondo. Lei arrossì impercettibilmente e si scostò dal ragazzo, ricordando ancora alcuni sogni appena fatti.

“Benissimo!” finse spudoratamente agitando le mani davanti al viso, “Solo un po’ stanca! Mi dispiace Gerard di essere stata così debole…” disse poi guardando con insistenza un papavero lontano dal viso del mago.

“Non scusarti, sono qui per questo…” mormorò lui accarezzandole dolcemente i capelli, con nostalgia, “inoltre io non ho fatto niente di speciale: è stata Wendy a guarirti!” aggiunse poi ricadendo preda dell’imbarazzo e allontanandosi da lei.

“Grazie ancora Wendy! Spero che la nostra alleanza basti per ricambiare il favore”!” disse Erza riconoscente sorridendo nuovamente alla ragazza.

“Non c’è motivo di preoccuparsi Erza! È-è stato un piacere aiutarti e il fatto che mi vogliate come alleata basta e avanza” rispose la Dragon Slayer imbarazzata gesticolando.

“Anche noi ti siamo debitori!”  La voce di Cana risuonò nell’aria e tutti si voltarono per trovarsi a guardare con sollievo la ragazza pallida seduta accanto a Leon, che d’altro canto era circondato da una strana aura violacea.

“Cana…” iniziò con voce gelida, “CHE COSA TI È SALTATO IN MENTE DI RINCORRERE IL SAKE?!HAI QUASI RISCHIATO LA VITA!! SEI IMPAZZITA?! SE NON FOSSE STATO PER WENDY CI SAREMMO DOVUTI RITIRARE!!” urlò a pieni polmoni balzando in piedi e piantandogli contro un dito accusatore, incollerito.

Cana arrossì indispettita e stava già per ribattere sarcastica che era tutta colpa sua per averle portato via il sakè, che il ragazzo si lasciò cadere al suo fianco.

“È una specie di miracolo che tu sia viva” mugugnò massaggiandosi il volto con aria stanca “Mi hai fatto prendere un infarto! Ora come ti senti? E non provare a dire che vuoi del sakè perché ti congelo e ti lascio nel ghiaccio fino alla fine della gara!” la minacciò con un’occhiataccia.

La maga dei tarocchi sgranò gli occhi cioccolato stupita mentre il sangue le saliva alle guance e senza guardarlo si strinse le ginocchia al petto.

“Si. Grazie e…mi dispiace.” Mormorò confusa.

Leon fece un cenno di assenso e sospirò: quella maga proprio non l’avrebbe mai capita.

“Leon…”

Il ragazzo si girò a guardarla, perplesso.

“RIVESTITIIIIIIII!! NON NE POSSO PIÙ DEI TUOI STUPIDI BOXER A PINGUINI!!! MI FANNO VENIRE GLI INCUBI!!” urlò esasperata lanciandogli addosso un masso di dimensioni incredibili.

Davanti a Leon che difendeva la dignità dei suoi pinguini e si rivestiva mentre Cana lo insultava l’intero gruppo scoppiò a ridere.

“Gerard…Leon…” richiamò poi Erza l’attenzione con fare perplesso, “Cosa avete fatto ai capelli??”

I due si guardarono tra loro e per la prima volta da quel pomeriggio, finalmente liberi da preoccupazioni, si accorsero dello stato dei propri capelli.

In contemporanea, con lentezza si girarono a guardare Romeo in cagnesco.

“Oh-oh…”

VIENI QUI POCCOLO PIROMANEEEE!” i due si lanciarono all’inseguimento del piccoletto che scappava terrorizzato, seguiti dalle risate fragorose delle ragazze.

 

 

E mentre finalmente il buon umore aleggiava nell’aria notturna ormai pacifica, i maghi strinsero la loro alleanza, incitati una previsione fortuita di Cana sulla formazione del team.

C’erano pensieri inquietanti che turbavano segretamente i maghi, come la presenza di una Gilda Oscura mal camuffata, o un passato tormentato e segreto, o ancora un sentimento nuovo e appena sbocciato; ma per quella serata, dopo una giornata particolarmente estenuante, avevano deciso con tacito accordo di godersi la compagni reciproca attorno al fuoco.

Era ormai notte inoltrata quando finalmente caddero tutti tra le braccia di Morfeo.

 

 

A chilometri e chilometri di distanza, nella Gilda più forte di Fiore, improvvisamente la lacrima-vision perse il collegamento con il torneo, facendo calare un attimo di silenzio tra i membri restanti. Poi, il panico dilago.

Il Master continuò a fissare lo schermo spento, maledicendo la previsione corretta di Gerard e affidando tutto nelle mani dei suoi figli, sperando che non accadesse loro nulla di male.

 

 

Fairy Chat

 

 

Erza: autriceeeeeeeeee! *indossa Armatura del purgatorio* come hai osato farmi fare una cosa tanto imbarazzante davanti a Gerard?!?!

Autrice: ehm…io…*indietreggia e si arrovella per non finire uccisa brutalmente* io…io l’ho fatto per te!! Per convincere Gerard a rimanere! Non mi uccidere *mode occhi da cucciolo on* e poi è stato il mio compleanno da poco. E andry mi ha sconfitto (di mezzo punto) nella gara di one-shot…

Erza: * si commuove e abbraccia la povera autrice che subisce una trauma cranico* in questo caso hai tutta la mia compassione, sappi che nella prossima sfida avrai tutto il mio appoggio. Anzi iniziamo subito ad allenarci!! *una strana aurea avvolge Erza*

Autrice: a-allenarci?! Glom…

Erza: iniziamo con un po’ di corsa, sedici chilometri!! UN-DUE UN-DUE! FORZA IN MARCIA!

Autrice: ma io veramente…

Erza: tu cosa…*indossa Armatura dell’Imperatrice di Fuoco*

Autrice: io non vedo l’ora di correre! *finge spudoratamente per non morire*

Erza: perfetto! UN-DUE UN DUE! *le due si allontano correndo a 190 km/h*

Gerard: questo se lo merita…*ghigna sadico all’indirizzo dell’autrice*

Leon: dici che la rivedremo?

Gerard: non credo *gongola*.

Leon: che fortuna inaspettata *sorride come se avesse vinto all’enalotto il bastardo caro mago* per un po’ la potremo smettere con questo strazio.

Autrice: *un ghigno sadico le si dipinge sulle labbra mentre gli occhi mandano una luce folle* Erza…hai sentito? Gerard e Leon non vedono l’ora di unirsi a noi!

Erza: COSA ASPETTATE?! CORRETE SE NON VOLETE ASSAGGIARE LA MIA IRA! *si riequipaggia con un top e dei pantaloncini mooolto corti che causano a Gerard l’ennesima perdita di sangue*

Gerard&Leon: Aye sir! *terrorizzati iniziano a correre con autrice dietro a Hitler Erza*

Wendy: povera autrice…di questo passo morirà…

Romeo: la uccideranno prima Leon e Gerard…

Wendy: forse dovrei…

Romeo: naaahhh…ti va un gelato?

Wendy: *cade nella trappola del cibo* Aye sir! *scodinzola seguendo Romeo che ride come uno psicopatico*

Cana:*si agita nel sonno in preda al peggiore degli incubi mai avuti* no…statemi lontani…MALEDETTI PINGUINIIIII!!!

 

 

 

  
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