Yoooo
minnaaa!!! Si,
sono ancora viva! Incredibile eh?! xD no, seriamente, mi scuso con
tutti quello a cui avevo promesso un aggiornamento veloce: sono
un’autrice terribile. Ad
aggiungersi alla mia lentezza generale, bisogna ammettere che
ultimamaente Mashima
non ci regala abbastanza fluff, cosi che questo capitolo orribile
è risultato
un parto gemellare XD Mashima, inizia a correre, perché se
pensi che Erza o
Mira siano spaventose non mi hai ancora visto in versione Berserk
*ghigno
assassino* MA COSA PENSA QUANDO SCRIVE?!?! Basta, ho deciso io parto
per il
Giappone, prendo a calci Mashima giù dalla sua sedia e mi
metto io a scrivere
la trama: Natsu si sposa con Lucy, Levi con Gajil, Lisanna con Laxus,
Erza con
Gerard, Freed con Mira, Wendy con Romeo e LLUVIA CON GRAY e tutti
faranno tanti
bambini, che Ultear e Meredy, rispettivamente fidanzate con due gran
fighi,
accudiranno come due brave zie!!!
*ride
come una pazza assatanata e prenota un volo per il Giappone* comunque
vi
chiedo, come regalo di compleanno (dal sedici sono sedicenne ad
honorem) di
perdonarmi e leggere questo obbrobrio senza lanciarmi niente che superi
in peso
e dimensioni un frigorifero
Un
piccolo avviso sulla
storia: la storia del passato di Cana per cui ha iniziato a bere, me la
sono
inventata di sana pianta, senza nessun spunto dal manga, per aggiungere
un po’
di drammaticità alla storia e complicare le cose a Leon. Nel
caso qualcuno non
gradisca mi scuso già. Inoltre ho rotto il computer
portatile e sto usando un
tablet che non ha la “i” accentata, quindi se non
sono riuscita a correggerle
in alcuni punti: gomene!
Questo
capitolo è
dedicato ai tredici pazzi che mi hanno inserito tra autori preferiti XD
Buona
lettura!
Ps:
per i maschi che
andranno a vedere le immagini di cui ho allegato i link, sono a
disposizione
sacche di sangue per le trasfusioni e ciotole per la bava XD
Terzo
giorno: Alleanze
pt. 3 (Le belle addormentate nel bosco)
Cana
indietreggiò
spaventata: non poteva essere davvero lì! Quegli occhi rossi
che tante volte l’avevano
incantata non smettevano di guardarla, ma ora lei aveva solo paura.
Cercò di
scappare, ma il suo corpo non rispondeva ai suoi ordini e presto
inciampò
all’indietro trovandosi ad osservare dal basso il suo nemico.
Un’onda
di terrore le
tolse il respiro.
“Ciao
Cana, era da
tempo che non ci vedevamo…” disse con voce
suadente, con quella voce che usava
per ammaliare e intrappolare milioni di ragazze, con quella voce che
aveva
usato per adescare lei.
Un’onda
di terrore la
fece tremare fino nelle ossa.
“Vattene!”
invece
dell’urlo deciso che avrebbe voluto, dalla sua bocca
uscì solo un rantolo
spaventato.
Il ragazzo
scoppiò a
ridere, scompigliandosi i capelli neri in quel modo per cui una volta
il suo
cuore perdeva un battito.
Raggiungendola
si
inginocchiò davanti a lei e le prese il mento tra le dita.
Un’onda
di terrore le
fece dimenticare chi era. Chi era diventata.
“Sei
scappata per
molto tempo, ma è ora di riprendere il nostro
rapporto…” le soffiò in un
orecchio mentre il ghigno del predatore che ha finalmente messo alle
strette la
sua preda gli compariva sul volto.
Cana non
riusciva
nemmeno a muoversi. Un solo pensiero nella sua testa, mentre lacrime di
terrore
gli rigavano il volto.
“Qualcuno
mi salvi…”
Una rondine viola cantò
con voce melodiosa nel cielo,
guardando stupita un ragazzo dai capelli bianchi parlare.
Era ormai dall’alba che
Leon camminava in cerchio, indeciso
sul da farsi; a volte maldiceva la maga dei tarocchi, a volte se stesso
e altre
ancora il sakè. Davvero non sapeva cosa fare.
Il giorno precedente, dopo aver
salvato Cana, lei era
svenuta e non si era più ripresa: la sua fronte era
diventata incandescente e
il suo respiro si era fatto pesante. Evidentemente l’acqua
era ancora più
fredda di quel che pensava. Perché diavolo aveva dovuto
buttarsi per seguire
dello stupido sakè?! Ma non gliela avrebbe fatta passare
liscia, avrebbe
scoperto perché beveva, anche con la forza se era
necessario, e l’avrebbe
disintossicata.
Maledicendola schiantò un
pugno contro la parete di roccia.
Ovviamente dopo aver capito la
situazione della ragazza,
Leon si era fermato in una grotta nella speranza che la ragazza si
svegliasse,
ma ormai era la mattina del terzo giorno e lei non dava segni di
ripresa, anzi.
Sospirando si sedette accanto a lei e
la osservò in
silenzio: il sudore le aveva appiccicato i capelli al volto e a tratti
si
muoveva agitata, come se stessa facendo un incubo. Istintivamente le
scostò i
capelli dalle guance arrossate, accarezzandola leggermente, mentre lo
sguardo
gli si addolciva. Quando si rese conto di ciò che stava
facendo, si alzò di
scatto e si allontanò mentre la sua faccia diventava di un
bel bordeaux. C’era
la possibilità che Gildarts stesse guardando proprio in quel
momento la gara e
lui non ci teneva a diventare polvere! Anche se probabilmente lo
sarebbe
diventato comunque…doveva ideare un piano di fuga e
sopravvivenza…forse era
meglio sparire per un po’…qualche
decennio…niente di esagerato…
Un
gemito di dolore
della ragazza lo riportò coi piedi per terra, mentre
recuperava il suo freddo
autocontrollo: non c’era tempo per le paturnie mentali, era
evidente che Cana
stesse sempre peggio.
“Sembra stia
soffrendo…” pensò con
un’insolita stretta al
cuore.
Purtroppo lui non conosceva erbe
mediche per alleviarle il
dolore o guarirla e nel kit di sopravvivenza non c’era niente
che potesse
essergli utile; la preoccupazione iniziava di soffocarlo. Non poteva
assolutamente permettere che la ragazza morisse, ma non voleva nemmeno
abbandonare la Gara…
“Dannazione!!”
pensò colpendo per l’ennesima volta la roccia
e crepandola, “Se solo ci fosse Cherie con
me…”
Una luce si accese nel suo cervello.
L’oscurità che
annebbiava i suoi ragionamenti scomparve permettendogli di vedere la
soluzione
a tutti i suoi problemi.
Per la precisione gli permise di
vedere una chioma blu e un
sorriso gentile.
Sollevato iniziò a ridere
e a spogliarsi, dopodiché veloce
prese Cana in braccio, guardandola speranzoso.
“Sta tranquilla Cana, ti
salverò” mormorò alla ragazza tra
le sue braccia, che istintivamente, mentre ansimava
nell’oscurità rivivendo il
suo peggiore incubo, gli strinse le braccia al collo.
Una nebbia azzurrina
iniziò a circondarli, mentre Leon a
fatica tratteneva un sorriso: era ora di scoprire se quel nuovo
incantesimo
funzionava.
“ICE MAKE:
WOLF!” la sua
voce risuonò decisa e forte nell’area circostante.
Dalla sua mano scaturì un
valanga di neve che prese a
vorticare freneticamente finché gigantesco lupo di ghiaccio
comparve davanti ai
suoi occhi e subito lui gli appoggiò una mano sul muso.
“Trova la Dragon Slayer del
Cielo, Wendy, e portaci da lei!”
gli disse in tono perentorio e distaccato mentre sulla testa del lupo
compariva
un cerchio magico azzurrino.
Il lupo si inchinò e
ululò al cielo; dopo aver annusato
l’aria, iniziò a correre nella foresta, seguito da
un mago di ghiaccio il cui
unico pensiero in quel momento era salvare quella bella e pazza
ubriacona che
il destino aveva voluto fosse sua compagna.
****
“G-Gerard…”
una voce flebile e piena di desiderio turbò il
silenzio di quella mattina assolata.
Un mago dai capelli blu corse veloce
tra gli alberi fino a
giungere nella piccola radura in cui giaceva una maga dai capelli
scarlatti.
Imponendosi l’autocontrollo e cercando di domare il rossore
sulle guance,
avanzò verso di lei e le si inginocchiò a fianco.
Il giorno precedente, per
attraversare quel cunicolo
infinito gli ci erano volute sei ore, durante le quali Erza era stata
sempre
peggio, finché infine non aveva perso i sensi. Il fatto che
in quella dannata
galleria ci fosse poca aria e malsana, non aveva aiutato. E ora Erza
aveva la
febbre: o dormiva o delirava.
Aveva perso il conto ormai di quante
volta la maga l’avesse
chiamato piangente per poi supplicarlo di non lasciarla sola, oppure
parlando
come se fossero ancora sulla Torre del Paradiso, oppure pensando che
lui fosse
uno degli altri membri della gilda.
E ogni volta Gerard aveva una stretta
al cuore.
La ragazza che amava più
della sua stessa vita stava male,
ma lui non sapeva cosa fare, se non starle accanto tenendole la mano e
parlandole,
raccontandole dei loro momenti più belli o rincuorandola che
non l’avrebbe mai
più abbandonata, nonostante sapesse che non sarebbe andata
così.
La prima regola della Crime Sorciere
era di non innamorarsi
di nessuno che cammini nella luce. Il suo codice era
“punizione”.
Se non poteva impedirsi da amare con
tutto se stesso quella
ragazza, almeno avrebbe fatto in modo che lei non cadesse nelle ombre
per lui.
L’avrebbe protetta ogni singola volta che ce ne fosse stato
bisogno, come in
quell’occasione, e poi sarebbe scomparso.
“G-Gerard…” Mormorò
nuovamente Erza, tendendo una mano verso di lui, con le guance
arrossate e gli
occhi lucidi.
Sforzandosi di sorridere Gerard le
strinse la mano e le
scostò i capelli dal volto.
“Cosa
c’è Erza? Sono qui.” Disse con tono
rassicurante.
“G-Gerard…non te
ne andare…” Gerard sospirò
profondamente,
mentre un’ombra di dolore gli offuscava gli occhi: era la
quinta volta che
ripeteva quella frase facendogli scoppiare il cuore e facendolo sentire
un
verme, per poi addormentarsi.
Ma questa volta Erza aveva tutta
l’intenzione di continuare.
“N-non voglio rimanere
sola…” singhiozzò iniziando a
piangere sotto lo sguardo stupito di Gerard, “non sono
felice…se non ci
sei…voglio che rimani con me…per
sempre…”
Le braccia di Gerard
l’avvolsero d’istinto, mente lui
affondava il volto nei suoi capelli scarlatti e si chiedeva
perché il destino
dovesse essere così crudele.
“Non
è il destino ad
essere crudele, ma tu ad essere stupido!” gli
sembrava quasi di sentire la
voce di Ultear ripetergli quelle parole fino allo sfinimento, quelle
parole che
lo tentavano e che temeva allo stesso tempo, “Se
vuoi davvero che sia felice, dovresti stare con lei! Come fai a non
capirlo? Vi amate! Negandoti questa felicità non fai altro
che negarla anche a
lei! Sei proprio un idiota, Gerard!”
Istintivamente Gerard
ridacchiò piano al pensiero di lei che
lo colpiva esasperata, per poi architettare un piano assurdo con Meredy
per
farlo dichiarare. A volte quelle due lo spaventavano.
In
realtà avrebbe
voluto con tutte le sue forze che fosse davvero così, ma
aveva un terrore
divorante di farla soffrire ancora. Al pensiero delle sue lacrime
sentiva come
se gli venisse corrosa l’anima.
Gerard avrebbe continuato a macerarsi
nei suoi dubbi per
ore, se improvvisamente le condizioni di Erza non si fossero aggravate.
Infatti improvvisamente il suo corpo
cominciò a divenire
sempre più caldo e il suo respiro accelerato.
Gerard preoccupato si
staccò da lei, per cercare di capire
che cosa stesse accadendo.
Improvvisamente una luce dorata
avvolse il corpo della
ragazza e Gerard dovette proteggersi gli occhi con una mano, tanto la
luce di
Erza era abbagliante.
Quando finalmente riaprì
gli occhi, una copiosa cascata di
sangue fuoriuscì dal suo naso.
“Perchè diamine
Erza ha un Riequip da gattina?!?!” urlò
esasperato alla foresta indietreggiando il più lontano
possibile da quel
succinto abito tentatore. (http://images2.wikia.nocookie.net/__cb20120228085637/fairytail/images/thumb/3/3a/Erza_in_Kitty_Suit_meets_Young_Erza.jpg/671px-Erza_in_Kitty_Suit_meets_Young_Erza.jpg)
Non fece nemmeno in tempo a
riprendersi che nuovamente il
corpo di Erza si illuminò, sotto il suo sguardo agonizzante,
per svelare poi la
ragazza in versione cameriera. (http://s270.photobucket.com/user/clouds_wifey_forever/media/anime%20girls/Erza_Scarlet.jpg.html)
Gerard prese a sbattere la testa
contro un albero. Non era
possibile che il suo dannato autocontrollo andasse a farsi un giro
appena Erza
mostrava anche una minima parte del suo corpo!! Perché gli
veniva fatto ciò?!
Non era una punizione esagerata per i suoi crimini?! Che so,
l’inferno o la
tortura eterna potevano essere adatti, ma qui lo si voleva portare al
suicidio!
“Gerard…non te
ne andare…” Il mago coi capelli blu, dopo
aver inspirato profondamente, si voltò, psicologicamente
preparato ad
affrontare Erza-cameriera.
Peccato che Erza si fosse
riequipaggiata in versione
infermierina e proprio in quel momento stesse tendendo una mano verso
di lui
sussurrando il suo nome, in maniera che tutti avrebbero potuto definire
sensuale. (http://www.anime-evo.net/wp-content/uploads/2012/03/fairytail-120-f2.png)
“No, no, NO! Devo
assolutamente fare qualcosa! Devo…no, non
a lei! Intendevo…! Non voglio…! Aiutarla!
...Non…” il povero Gerard, preda di
viaggi mentali tipicamente maschili e imbarazzo aggravato,
iniziò a balbettare
frasi a caso mentre il sangue fuoriusciva copioso dal suo naso.
Mentre ancora tentava di trovare
un’ancora di salvezza, Erza
indossando il suo costume da coniglietta si mise in ginocchio e
cercò di andare
da lui a gattoni.(http://images3.wikia.nocookie.net/__cb20101011182050/fairytail/images/c/c3/Erza_bunny_suit.png )
Probabilmente il mago avrebbe avuto
bisogno di una
trasfusione di sangue.
“Vi prego, qualcuno mi
fulmini!” pensò mentre Erza si faceva
sempre più vicina.
Improvvisamente un’idea dai
capelli blu, il sorriso gentile
e uno sguardo puro, saltellò nella sua testa. Una specie di
miracolo.
Avrebbe pianto, Gerard, per quella
benedizione di nome
Wendy!
Ora doveva solo trovarla.
Ma per lui, in un momento di estremo
pericolo come quello,
era un problema da niente. Avrebbe fatto di tutto per uscire da quella
situazione.
Veloce come il naufrago che teme che
la barca che ha visto
all’orizzonte possa scomparire, prese in spalla la ragazza
che ora sfoggiava il
suo look da lolita gotica (altra perdita di sangue), cercando di non
guardarla.
(http://images4.fanpop.com/image/photos/16700000/erza-in-armour-titania-erza-16776347-337-500.jpg)
“Per
le grandi stelle del cielo divino: GUIDAMI NORTH
STAR!”
Di colpo il cielo si
oscurò e tra le nuvole apparve una
grande stella luminosissima. Dopo pochi attimi la stella
iniziò a precipitare
dal cielo, esattamente dove avrebbe dovuto trovarsi la Dragon Slayer
del Cielo,
Wendy.
Gerard si lanciò
all’inseguimento della stella più veloce
che poteva. Ne andava della sua salute mentale.
***
Il vento frusciava tra i papaveri,
rinfrescando l’ambiente
dopo una notte di calura spietata; con dolcezza andò ad
accarezzare i capelli
blu di una ragazzina in fondo ad una buca.
Wendy dormiva beatamente, un
po’ ammaccata ma serena.
Romeo faceva la guardia, concentrato.
Dovevano trovare un modo per uscire
da quella maledetta
buca, lo sapeva, ma finora i loro sforzi erano andati tutti a vuoto.
Il giorno precedente e quella stessa
mattina avevano provato
ad usare i poteri suoi e di Wendy un’infinità di
volte, ma la buca era troppo
profonda: il suo fuoco non era abbastanza potente per portare su
entrambi e lui
era troppo pesante per il delicato vento della ragazza. Infine Wendy
era caduta
a terra priva di sensi, spaventando a morte il povero Romeo. Per
fortuna era
semplicemente stanca e lui aveva potuto riprendere a respirare.
Da allora si scervellava su un modo
per uscire da lì: era
lui l’uomo della situazione, non poteva far pesare tutto su
Wendy! Inoltre se
fosse riuscito a trovare un modo probabilmente l’avrebbe
stupita e l’avrebbe
ammirato per questo…magari poi l’avrebbe anche
ringraziato con un bacio, come
quelli delle fiabe…
Le guance dal ragazzino diventarono
di un bel rosso
scarlatto, mentre la passione e il desiderio lo accendevano.
“SONO TUTTO UN
FUOCO!” urlò al cielo dando fuoco ai pugni
come faceva sempre Natsu. Sarebbe riuscito a conquistare Wendy a tutti
i costi!
Intanto la ragazza
sospirò, rigirandosi due o tre volte.
Allora Romeo, preoccupato di averla
svegliata, le andò
accanto pronta a confortarla e a darle il buongiorno, ma rimase
incantato nel
vederla dormire profondamente. Sembrava un piccolo angelo.
Il ragazzino sospirò
ritornando poi per l’ennesima volta ad
esaminare la parete di roccia della buca, rimuginando su cosa potesse
fare.
Fu un attimo.
Un attimo di puro terrore per il
povero Romeo, a cui per un
secondo il cuore smise di battere.
Il cielo si oscurò di
colpo.
Un ululato straziante
squarciò il silenzio.
Fu un attimo.
E un gigantesco lupo di ghiaccio si
lanciò nella buca
atterrando davanti a Romeo.
Fu un attimo.
E una gigantesca stella si abbatte
nella buca davanti a
Romeo.
Fu un attimo.
E Romeo svenne.
****
Un stella cadente si
abbatté su un lupo di ghiaccio.
Due ragazzi con due belle ragazze
addormentate piombarono
nella radura.
I due ragazzi si scontrarono con un
gemito di dolore.
“Ma che
cos…”
“Che
diamine…”
Esordirono
i due
massaggiandosi la testa per il colpo subito, poi si resero conto di
quello che
era successo e si misero in posizione di difesa. Per un secondo si
scrutarono
come si osservano due lupi di tribù sconosciute, indecisi se
attaccare o meno,
valutando la forza dell’avversario.
“Chi sei?”
ringhiò infine Leon. Quei capelli blu e quel
tatuaggio sul viso gli ricordavano qualcosa ma non riusciva ad
afferrarlo.
Gerard non rispose, osservando ora la
ragazza ancora tra le
braccia del mago dai capelli bianchi davanti a lui.
“E’
Cana.” Sentenziò infine stupito, riconoscendo
l’amica di
Erza e membro del suo team nei Grandi Giochi della Magia e rilassandosi
leggermente.
Leon sbarrò leggermente
gli occhi sorpreso, notando
finalmente la maga dai capelli scarlatti sulle spalle del mago e
abbandonando
anche lui la posizione di difesa.
“Erza!”
esclamò, “Sei di Fairy Tail?” chiese
leggermente
incredulo: non l’aveva mai visto in gilda.
“Tu sei di Lamia
Scale.” Ribatté invece Gerard indeciso se
fidarsi o meno, osservando il marchio sul petto del ragazzo che era
riuscito a
spogliarsi nonostante la situazione e la ragazza in braccio.
Leon annuì.
“Per una serie di assurde
circostanze sono in team con Cana.
Ma tu non mi hai ancora risposto.” Indagò ancora
una volta Leon, sospettoso,
mentre in Gerard avveniva una dura battaglia tra il decidere di fidarsi
o
mantenere la sua identità sconosciuta. Nella sua mente
continuava a vorticare
una sola domanda: quante possibilità c’erano che
proprio in quel momento lo
stessero riprendendo? Poteva rischiare?
Si guardò intorno
frettoloso: non vedeva nessuna telecamera,
come invece le aveva notate nei giorni precedenti.
“Sono Gerard. Ma chiamami
Mistgun, per favore.” Si buttò
infine il ragazzo, rischiando il tutto per tutto: Fairy Tail non
sbagliava mai
nel giudicare amici e nemici. Se Makarov aveva permesso a quel ragazzo
di fare
coppia con Cana ci si poteva fidare e al momento non sembrava che
qualcuno li
stesse riprendendo.
Per un secondo Leon parve stupito, ma
ricompose presto la
sua gelida compostezza. Master Makarov gli aveva accennato alle
condizioni di
Gerard, al suo passato e alla sua copertura, ma non aveva collegato il
viso
all’informazione.
“Piacere, Leon.”
Disse accennando un sorriso e tendendogli
una mano.
“Sai chi sono?”
chiese stupito e incredulo, che un mago che
non fosse di Fairy Tail non lo trattasse come un criminale.
“Il passato di una persona
non è importante quanto il
presente. Le persone cambiano e io ne sono una
dimostrazione.” Asserì sicuro
senza smettere di porgergli la mano.
Gerard sorrise e accettò
la sua offerta di amicizia, stando
attento a non lasciar cadere Erza.
“Cosa è successo
a Cana?” chiese infine Gerard preoccupato e
perplesso guardando la ragazza
“Dannazione!”
esordì Leon, che fino a cinque secondi prima
si era completamente dimenticato del motivo per cui stava correndo come
un
pazzo, “Cana! Per una serie di circostanze assurde che poi ti
spiegherò si è
ammalata e stavo cercando Wendy!” spiegò iniziando
a correre verso la buca.
“Vedo che siamo nella
stessa situazione: anche Erza sta male
e io sto cercando la ragazzina!” ridacchiò Gerard
seguendolo, incredulo della
situazione che stava vivendo.
Quando finalmente si affacciarono dai
bordi della buca
rimasero a dir poco stupiti: in un angolo dormiva angelicamente Wendy
nell’altro giaceva svenuto e con un colorito cadaverico
Romeo, davanti ad un
lupo di ghiaccio fulminato.
“E’…svenuto?”
chiese infine Leon perplesso.
“Credo di
sì…penso sia colpa nostra…”
continuò Gerard
sentendosi leggermente in colpa.
“Non ha avuto un infarto
vero?” chiese ancora Leon, sempre
più preoccupato.
“Spero di
no…”
Leon sospirò: rimanere
lì fermi non avrebbe portato a nulla.
Meglio pensare a come tirarli fuori.
“Certo che sono sempre
più stupito…” borbottò a
Gerard
mentre calcolava quanto fosse profonda la buca.
“Cosa?”
“Sinceramente non pensavo
che questi due ragazzini sarebbero
sopravvissuti.”
“Mai sottovalutare i membri
di Fairy Tail.” Sorrise Gerard.
“Tu hai una
corda?” continuò, subito dopo aver sorriso,
Leon.
“No.”
“Una liana?”
“No.”
“Un’idea?”
“…”
Nella radura ci fu un momento di
silenzio.
“Tu non puoi crearne
una?” chiese infine Gerard, dopo aver
disteso Erza nell’erba.
“No. La mia magia della
creazione riguarda animali, non
oggetti come quella di Gray.” rispose Leon imitando Gerard e
accomodando Cana
tra i papaveri.
“Mmh…immagino
che dovremo allora utilizzare una delle tue creature,
nella speranze che nessuno dei due si svegli e muoia per lo
spavento.” Suggerì
infine il mago dai capelli blu, mentre l’altro annuiva.
“ICE MAKE:
APE!”
Una gigantesco orango di ghiaccio
incominciò a battersi il
petto davanti agli occhi dei due ragazzi. Ad un movimento della mano di
Leon
l’orango saltò nella buca, atterrando tra i
ragazzi, li afferrò con una mano
sola e iniziò a risalire verso il suo padrone.
“Impressionante…”
mormorò Gerard nonostante avesse già avuto
modo di osservare quella magia.
Infine l’animale pose i
ragazzini a terra davanti a loro.
Il risveglio di Romeo fu a dir poco
traumatico: la prima
cosa che videro i suoi occhi innocenti fu un gigantesco orango di
ghiaccio.
“AAAAAAAAAAAAAAAAHHHH”
un urlo agghiacciante uscì dalla gola
del poveretto, che nello stesso tempo fece scaturire una vampata di
fuoco che
diede fuoco ai capelli dei suoi due salvatori.
“Dannazione!!”
urlarono i due cercando di domare il piccolo
incendio sulla loro testa: Leon si congelò mentre il povero
Gerard usò il suo
mantello per spegnerlo, con risultati disastrosi.
“Gerard! Leon!”
esclamò poi il piccolo piromane riconoscendo
le sue vittime, “Dove sono?” si chiese disorientato
guardandosi intorno.
“Wendy!” senza
nemmeno aspettare una risposta si lanciò al
fianco della ragazza che dormiva beatamente. Accertatosi delle sue
condizioni,
sospirò sollevato e si rivolse ai due poveretti affumicati.
“Grazie per averci tirati
fuori di lì; non so come avremmo
fatto senza di voi.” Sorrise e ringraziò Romeo.
“E’ stato un
piacere,” esordì Gerard, “anche
perché in
realtà siamo noi ad aver bisogno del vostro aiuto, anzi di
quello di Wendy”
“Cana e Erza sono ammalate
e le loro condizioni peggiorano
sempre più.” Leon lanciò una breve
occhiata al suo compagno di disavventure
prima di continuare, “e credo di parlare a nome di entrambi
dicendo che
offriamo la nostra alleanza in cambio della guarigione delle nostre
compagne.”
Il sorriso di Romeo si fece
gigantesco: con due maghi così
potenti al loro fianco avrebbero potuto tranquillamente vincere la gara!
“Va benissimo, ora sveglio
Wendy e l’avviso!” disse correndo
dalla ragazzina.
“Wendy?” la
scosse dolcemente, “Wendy…svegliati per favore,
siamo salvi! Ma abbiamo bisogno di te!” la ragazzina
mugolò infastidita, prima
di girarsi dall’altra parte e riprendere a dormire.
Romeo rimase a bocca aperta:
più provava a svegliarla, più
il suo sonno si faceva profondo.
“Mi dispiace ragazzi:
niente da fare. Dobbiamo aspettare che
si risvegli…” disse dispiaciuto sedendosi davanti
ai due, che avevano appena
controllato la situazione delle loro compagne.
“Non
c’è problema Romeo, le condizioni sembrano stabili
per
ora…” mormorò Gerard lanciando occhiate
preoccupate a Erza.
Leon annuì.
“Però non sapevo
che i draghi avessero il sonno così
pesante…” aggiunse poi facendo scappare a tutti e
tre una risata.
Fu un attimo e la pace creata
svanì.
Una luce abbagliante
rischiarò la radura.
“No…”
un rantolo disperato si udì nell’aria.
“Ma
cos…?”
Due maghi incauti dai capelli blu e
azzurri si girarono a
cercare l’origine della luce.
Due maghi incauti svennero perdendo
sangue in maniera
copiosa.
La grande Titania nella sua Armatura
della Seduzione compiva
stragi anche mentre dormiva. (http://media.animevice.com/uploads/1/18983/416138-erza_seduction_armor_by_ornav_d3hr7au_super.jpg
)
****
La prima cosa che videro Leon e
Gerard quando aprirono gli
occhi furono tanti e lunghi capelli blu che si stagliavano contro il
cielo rosato della sera. Poi si resero conto che i capelli
dovevano appartenere ad una persona e finalmente si ritrovarono faccia
a faccia
con Wendy, sorridente e in perfetta forma.
“Ben svegliati, Gerard,
Leon!” disse sorridendo.
“Cos…?”
tentarono di dire i due, storditi come non si erano
mai sentiti.
“Sto già
guarendo Erza e Cana, non dovete preoccuparvi!”
disse ancora tornano poi ad occuparsi delle due belle addormentate.
Al nome Erza, Leon si tinse di
quindici sfumature di rosso e
Gerard perse altri sei litri di sangue.
“Ohi…ricordo…”
balbettarono.
“Gerard?”
sussurrò ad un certo punto il mago del ghiaccio.
“Sì?”
rispose l’altro cercando di fermare l’emorragia.
“Secondo te è
ancora vestita così?”
Altra cascata di sangue.
“Chi controlla?”
“…”
“Ehm…W-Wendy?”
chiamò infine Gerard.
“Sì?”
di distrasse un secondo la maga che in quel momento
stava guarendo Cana.
“C-Com’è
vestita Erza?” chiese titubante e terrorizzato
dalla risposta.
“Con il suo pigiama
Gerard.” Disse lei tranquilla tornando
al suo lavoro.
“Oh, bene!”
sospirò Leon pronto a voltarsi.
“Fermo!” lo
ghiacciò Gerard con gli occhi spiritati, “Tu
credi che i pigiami della grande Titania siano normali
pigiami?!”
Leon rabbrividì, ma poi,
ricordandosi del suo orgoglio, si
voltò: pronto ad affrontare qualsiasi cosa.
“Gerard puoi
girarti!” disse infine profondamente sollevato;
il ragazzo fece come gli era stato detto e poté constatare
che vestiva un
pigiama a maniche lunghe con ricamate delle spade. Una cosa innocente.
Gerard sospirò e
finalmente poté lanciarsi senza timore al
fianco della maga, per controllare come stava. Erza non aveva
più la febbre e
la sua pelle era di nuovo rosea, dormiva tranquilla nel suo mondo
onirico pieno
di torte alla panna e fragole e Gerard.
Sollevato tornò a sedersi
a fianco di Romeo e Leon, a cui il
ragazzino stava spiegando di aver svegliato Wendy sventolandole davanti
al naso
una di quelle schifose barrette.
“Ah, Romeo,”
disse ad un certo punto Leon abbassando la
voce, “come stanno andando le cose tra te e Wendy? Mi ricordo
che ci avevi
chiesto dei consigli sull’aeronave.”
Gerard annuì, curioso.
Il ragazzino si illuminò.
“Benissimo. L-lei
è sempre bella e g-gentile, a-andiamo
sempre d’accordo. Inoltre mi ha ringraziato più
volte per averla protetta e
portata in spalla!” concluse orgoglioso superato
l’imbarazzo iniziale,
guardando la suddetta maga concentrata sugli incantesimi di guarigione.
“Vorrei tanto che entro la
fine della gara diventasse la
m-mia r-ragazza…” balbettò arrossendo
fino alle orecchie, “e…ragazzi?” chiese
poi perplesso vedendo i due maghi avvolti in una nube nera.
“Com’è
possibile…”
“…che un
ragazzino…”
“…sia
così avanti…”
“…rispetto a
noi…?!?” conclusero i due cadendo nella
depressione più cupa, sotto lo sguardo leggermente scioccato
di Romeo.
Stava per confortarli quando un
fruscio sospetto attrasse la
loro attenzione. Tutti si girarono a guardare il limitare della radura,
dal cui
fitto bosco uscirono due maghi raccapriccianti. Uno assomigliava
terribilmente
ad un troll di montagna, con la faccia deformata da cicatrici e le dita
delle
mani ingioiellate, mentre l’altro ricordava un ratto
disgustoso e lascivo.
I due subito si interessarono alle
ragazze qualche metro
davanti a loro.
“Cos’abbiamo qui?
Merce rara! Sì, sì, sì!”
disse il ratto stropicciandosi
le mani. Il troll muggì, mentre gli occhi brillavano di una
luce avida.
Wendy fece per pararsi davanti alle
due ragazze ma Romeo
l’afferrò per un braccio e la tirò
dietro di sé.
“Stai dietro di me Wendy!
Ti proteggo io! Sono tutto un
fuoco!!” disse mentre fiamme violacee ardevano sulle sue mano.
“Non ce
n’è bisogno ragazzi…ci pensiamo
noi…” una voce
gelida e assetata di sangue paralizzò i due ragazzini, che
lentamente si
voltarono.
“Hanno scelto decisamente
il momento sbagliato per cercare
di rapire le ragazze…” mormorò Gerard
con un sorriso folle in volto mentre Leon
annuiva scrocchiandosi le nocchie; delle fiamme nere si avvolgevano a
spire
intorno a loro.
Mai disturbare un mago depresso e
complessato per amore,
tanto più se per toccare la ragazza del suo cuore.
“Cosa credete di fare
mocciosi?! Siamo maghi di
Slaveholders: non avete possibilità.”
Sghignazzò il ratto, illuso.
“Il troll è mio! ICE MAKE:
DRAGON!!” avvisò Leon mentre un vento
gelido si scatenava intorno a lui,
ruggendo la sua furia, e schegge di ghiaccio affilato gli volteggiavano
intorno
come impazzite chiedendo sangue a gran voce.
“Io mi prendo il topo!
Gran
Cheriot!”
confermò Gerard mentre il cielo si
oscurava e una dopo l’altra si accendevano le stelle della
costellazione
invocata, come Menadi impazzite ad un banchetto di Bacco.
Ci sono maghi ben più
spaventosi di quelli di una Gilda
Oscura.
Dieci minuti più tardi due
ammassi violetti di carne,
carbonizzati e congelati, giacevano poco lontano dai maghi che
rilassati si
scambiavano un cinque con un sorriso sul volto.
“Adesso sì che
capisco quei pazzi di Fairy Tail!” commentò
Gerard spazzolandosi i vestiti.
“A chi lo dici! A volte una
bella rissa può risollevare gli
animi!” concordò Leon, sgranchendosi le mani con
soddisfazione.
Improvvisamente un sibilo
attirò la loro attenzione.
Un sibilo mortifero come
già ne avevano sentiti; ma era
troppo tardi
Non fecero in tempo a voltarsi che la
freccia scagliata da
un albero fronduto, fendette l’aria della radura.
Diretta
contro
Gerard.
Il ragazzo fece appena in tempo a
portarsi le braccia
davanti al volto, mentre nella mente vedeva una bambina dai capelli
rossi
sorridergli.
“Erza…”
Ma la freccia non lo colpì.
Tintinnando si scontrò
contro uno scudo, mentre una spada
veniva scagliata con forza contro l’assalitore, che colpito
in fronte
dall’elsa, cadde a terra svenuto dall’albero. Anche
lui aveva il marchio di
Slaveholders.
Gerard spalancò gli occhi
vedendo una cascata di capelli
scarlatti frusciare davanti a lui, prima che lo scudo cadesse a terra
con un
tonfo e la grande Titania crollasse in ginocchio.
“Erza!” Gerard si
precipitò al fianco della ragazza, che
sudata ansimava per lo scatto repentino appena compiuto.
“Erza non fare sforzi, ti
prego!” sopraggiunse Wendy
avvicinandosi e poggiandole una mano sulla fronte, “Sei
ancora debole, devi
rimanere sdraiata!” la implorò preoccupata.
“Grazie Wendy, ma sto bene;
mi basterà sedermi un attimo!”
la rassicurò con un sorriso mentre lasciava che il mago
l’aiutasse a sedersi.
“Come ti senti,
Erza?” le chiese con ansia Gerard,
scrutandola a fondo. Lei arrossì impercettibilmente e si
scostò dal ragazzo,
ricordando ancora alcuni sogni appena fatti.
“Benissimo!”
finse spudoratamente agitando le mani davanti
al viso, “Solo un po’ stanca! Mi dispiace Gerard di
essere stata così debole…”
disse poi guardando con insistenza un papavero lontano dal viso del
mago.
“Non scusarti, sono qui per
questo…” mormorò lui
accarezzandole dolcemente i capelli, con nostalgia, “inoltre
io non ho fatto
niente di speciale: è stata Wendy a guarirti!”
aggiunse poi ricadendo preda
dell’imbarazzo e allontanandosi da lei.
“Grazie ancora Wendy! Spero
che la nostra alleanza basti per
ricambiare il favore”!” disse Erza riconoscente
sorridendo nuovamente alla ragazza.
“Non
c’è motivo di preoccuparsi Erza!
È-è stato un piacere aiutarti
e il fatto che mi vogliate come alleata basta e avanza”
rispose la Dragon
Slayer imbarazzata gesticolando.
“Anche noi ti siamo
debitori!” La
voce di Cana risuonò nell’aria e tutti si
voltarono
per trovarsi a guardare con sollievo la ragazza pallida seduta accanto
a Leon,
che d’altro canto era circondato da una strana aura violacea.
“Cana…”
iniziò con voce gelida, “CHE COSA TI È
SALTATO IN
MENTE DI RINCORRERE IL SAKE?!HAI QUASI RISCHIATO LA VITA!! SEI
IMPAZZITA?! SE
NON FOSSE STATO PER WENDY CI SAREMMO DOVUTI RITIRARE!!”
urlò a pieni polmoni
balzando in piedi e piantandogli contro un dito accusatore, incollerito.
Cana arrossì indispettita
e stava già per ribattere sarcastica
che era tutta colpa sua per averle portato via il sakè, che
il ragazzo si
lasciò cadere al suo fianco.
“È una specie di
miracolo che tu sia viva” mugugnò
massaggiandosi il volto con aria stanca “Mi hai fatto
prendere un infarto! Ora
come ti senti? E non provare a dire che vuoi del sakè
perché ti congelo e ti
lascio nel ghiaccio fino alla fine della gara!” la
minacciò con
un’occhiataccia.
La maga dei tarocchi
sgranò gli occhi cioccolato stupita
mentre il sangue le saliva alle guance e senza guardarlo si strinse le
ginocchia
al petto.
“Si. Grazie e…mi
dispiace.” Mormorò confusa.
Leon fece un cenno di assenso e
sospirò: quella maga proprio
non l’avrebbe mai capita.
“Leon…”
Il ragazzo si girò a
guardarla, perplesso.
“RIVESTITIIIIIIII!! NON NE
POSSO PIÙ DEI TUOI STUPIDI BOXER
A PINGUINI!!! MI FANNO VENIRE GLI INCUBI!!” urlò
esasperata lanciandogli
addosso un masso di dimensioni incredibili.
Davanti a Leon che difendeva la
dignità dei suoi pinguini e
si rivestiva mentre Cana lo insultava l’intero gruppo
scoppiò a ridere.
“Gerard…Leon…”
richiamò poi Erza l’attenzione con fare
perplesso, “Cosa avete fatto ai capelli??”
I due si guardarono tra loro e per la
prima volta da quel
pomeriggio, finalmente liberi da preoccupazioni, si accorsero dello
stato dei
propri capelli.
In contemporanea, con lentezza si
girarono a guardare Romeo
in cagnesco.
“Oh-oh…”
VIENI QUI POCCOLO
PIROMANEEEE!” i due si lanciarono
all’inseguimento del piccoletto che scappava terrorizzato,
seguiti dalle risate
fragorose delle ragazze.
E mentre finalmente il buon umore
aleggiava nell’aria
notturna ormai pacifica, i maghi strinsero la loro alleanza, incitati
una
previsione fortuita di Cana sulla formazione del team.
C’erano pensieri
inquietanti che turbavano segretamente i
maghi, come la presenza di una Gilda Oscura mal camuffata, o un passato
tormentato e segreto, o ancora un sentimento nuovo e appena sbocciato;
ma per
quella serata, dopo una giornata particolarmente estenuante, avevano
deciso con
tacito accordo di godersi la compagni reciproca attorno al fuoco.
Era ormai notte inoltrata quando
finalmente caddero tutti
tra le braccia di Morfeo.
A chilometri e chilometri di
distanza, nella Gilda più forte
di Fiore, improvvisamente la lacrima-vision perse il collegamento con
il
torneo, facendo calare un attimo di silenzio tra i membri restanti.
Poi, il
panico dilago.
Il Master continuò a
fissare lo schermo spento, maledicendo
la previsione corretta di Gerard e affidando tutto nelle mani dei suoi
figli,
sperando che non accadesse loro nulla di male.
Fairy
Chat
Erza: autriceeeeeeeeee!
*indossa
Armatura del purgatorio* come hai osato farmi fare una cosa tanto
imbarazzante
davanti a Gerard?!?!
Autrice:
ehm…io…*indietreggia e si arrovella per non
finire uccisa brutalmente* io…io
l’ho fatto per te!! Per convincere Gerard a rimanere! Non mi
uccidere *mode occhi
da cucciolo on* e poi è stato il mio compleanno da poco. E
andry mi ha
sconfitto (di mezzo punto) nella gara di one-shot…
Erza: * si commuove e
abbraccia
la povera autrice che subisce una trauma cranico* in questo caso hai
tutta la
mia compassione, sappi che nella prossima sfida avrai tutto il mio
appoggio.
Anzi iniziamo subito ad allenarci!! *una strana aurea avvolge Erza*
Autrice:
a-allenarci?! Glom…
Erza: iniziamo con un
po’ di
corsa, sedici chilometri!! UN-DUE UN-DUE! FORZA IN MARCIA!
Autrice:
ma
io veramente…
Erza: tu
cosa…*indossa Armatura
dell’Imperatrice di Fuoco*
Autrice:
io
non vedo l’ora di correre! *finge spudoratamente per non
morire*
Erza: perfetto! UN-DUE UN
DUE!
*le due si allontano correndo a 190 km/h*
Gerard: questo se lo
merita…*ghigna sadico all’indirizzo
dell’autrice*
Leon: dici che la rivedremo?
Gerard: non credo *gongola*.
Leon: che fortuna
inaspettata
*sorride come se avesse vinto all’enalotto il bastardo
caro mago* per un
po’ la potremo smettere con questo strazio.
Autrice:
*un
ghigno sadico le si dipinge sulle labbra mentre gli occhi mandano una
luce
folle* Erza…hai sentito? Gerard e Leon non vedono
l’ora di unirsi a noi!
Erza: COSA ASPETTATE?!
CORRETE
SE NON VOLETE ASSAGGIARE LA MIA IRA! *si riequipaggia con un top e dei
pantaloncini mooolto corti che causano a Gerard l’ennesima
perdita di sangue*
Gerard&Leon: Aye
sir!
*terrorizzati iniziano a correre con autrice dietro a Hitler
Erza*
Wendy: povera
autrice…di questo passo
morirà…
Romeo: la uccideranno
prima Leon
e Gerard…
Wendy: forse
dovrei…
Romeo:
naaahhh…ti va un gelato?
Wendy: *cade nella trappola
del
cibo* Aye sir! *scodinzola seguendo Romeo che ride come uno psicopatico*
Cana:*si agita nel sonno in
preda al peggiore degli incubi mai avuti* no…statemi
lontani…MALEDETTI
PINGUINIIIII!!!