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Autore: slytherin ele    23/08/2013    1 recensioni
questa storia è incentrata sulla relazione di Draco ed Harry...ostacolata da un personaggio molto particolare,che nella saga non esiste. Il protagonista è proprio lui, quindi aspettatevi molto sulla sua vita.
Dal capitolo 1: « Salve, io sono Vegida Draco Abraxas Malfoy e volevo chiederle: Da quanto tempo lei abusa di mio padre? ».
Potter indietreggiò per la sorpresa e nei suoi occhi comparve la consapevolezza.
« scherzi? Tu saresti il figlio di Draco….ma lui è…»
«Omosessuale, assolutamente… io posso definirmi un affare, ben pianificato dai miei genitori…».
«Affare? »
Ghignò, tutti ci erano rimasti male, sapendolo.
«Sì, mio nonno voleva un’erede, i parenti di mia madre anche… Eccomi qui! Frutto di un semplice contratto»
« Non sapevo che Draco avesse un figlio… beh, sono tornato poco tempo fa in Inghilterra, due mesi, ma lui non mi ha detto nulla. »
“Frase chiave…”pensò, esultando, interiormente.
«Forse non sei così importante per lui…o forse ha paura, non ti reputa adatto».
Potter sobbalzò, incredulo.
I commenti sono bene accetti... XD Non abbiate paura di dire quello che pensate.
Storia in fase di "ristrutturazione"!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da Epilogo alternativo
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James si sistemò in una delle stanze dell’ala est, quella che avrebbe condiviso con il nuovo fratellastro. Rabbrividì al suo stesso pensiero. La convivenza era impossibile.

Finì di mettere al loro posto i vestiti e gli oggetti, che aveva sia da casa che dal campo estivo e si guardò intorno, tra le tre camere libere di cui avrebbe potuto usufruire, aveva scelto quella più grande, meno sfarzosa delle altre due, aveva solamente due quadri, raffiguranti dei paesaggi innevati, un armadio che occupava tutta una parete, di un anonimo color seppia e un letto a baldacchino, appoggiato contro un muro, con un copriletto blu notte e le federe azzurro chiaro. C’erano anche una scrivania e due sedie dello stesso colore dell’armadio e una poltrona di un azzurro un po’ più scuro delle federe. Quella stanza gli piaceva, tutto sommato, il che era un buon inizio per lo meno.

Batté le mani fra loro e sbuffò sonoramente, in ogni caso odiava trovarsi lì, non che a casa sua stesse meglio, Dean non sopportava la sua presenza e portava in palmo di mano i suoi due figli, sottolineando, invece, i difetti del figliastro; sapeva che sarebbe stata dura abituarsi alla vita di quei nobili purosangue, non capiva come avesse fatto suo padre.

Almeno non sono fissati con il sangue puro, come i loro avi… Pensò James. Ah… Inutile fasciarsi la testa prima di ferirsi, proverbio babbano, no? Beh, qualcosa di simile… Si passò una mano sul volto, era stressato da tutta quella faccenda. Cerchiamo di andare per gradi, prima sopravviviamo a questa estate, a scuola sarà tutto più semplice! Aiuto! Dovrò passarci  più di un mese qui! Calmati! Jamie, respira… Il suo monologo interiore fu troncato da un “toc-toc”, non il rumore delle nocche sulla porta, bensì sillabato da voce umana. Si girò, Felipe era appoggiato allo stipite della porta e lo guardava.

Di sicuro… Lui sarà un aspetto positivo di questo trasferimento. Pensò James, ghignando.

“Ciao, ti va di passare un po’ di tempo con me?” chiese il ragazzino titubante. “Se non hai altro di meglio da fare, ovviamente…” aggiunse, velocemente, accorgendosi di essere stato, probabilmente indiscreto. Arrossì tutto d’un colpo: suo fratello non si curava di lui, perché un estraneo avrebbe dovuto farlo.

“Qualcosa di più interessante del vederti in difficoltà, mentre mi parli?” disse James, ridendo. “ Sei così carino!” disse, accarezzandogli i capelli. Che hai detto?! E poi smettila di dargli dei buffetti in testa, non è un cane, James! Si ammonì da solo.

Felipe sorrise, incerto. “ Non sei obbligato a fare dei complimenti di circostanza, né a farmi compagnia, se non vuoi…” Abbassò lo sguardo, mortificato.

James sbatté gli occhi, stupito. “ Ho dato questa impressione? No, Felipe… Mi fa piacere stare con te… per un po’!”disse, sincero, cercando gli occhi azzurri del ragazzino con lo sguardo.

“ Ti va di giocare con la play?” domandò l’altro ripresosi. “ Se riusciamo a creare una presa, io ho tutto l’occorrente!” esclamò felice.

“ La creo io… Dove vivevo prima c’era lo stesso problema, sono diventato un esperto nel farlo!”

Si diressero nella camera di Felipe per iniziare a giocare. Tra risate e divertimento, partite pari, perse e vinte, passarono un’ora intera insieme.

“ Sei meglio di come ti descrive Vegida!” Se ne uscì a un certo punto Felipe, mentre ancora giocavano.

“ Io e tuo fratello… beh… non abbiamo un gran rapporto… Ci odiamo più per abitudine, ormai. È diventata una routine farsi scherzi, anche non troppo innocenti…”

“ Ah…” rispose Felipe, non sembrava stupito né arrabbiato. “ Forse è più un obbligo per voi… Quello di odiarvi…” James lo guardò, perplesso. “ Forse i racconti di chi vi sta intorno, vi hanno influenzato…”

“ Non l’avevo mai pensata così… Può darsi!”

“ Se conoscessi Vegida, capiresti che non è cattivo, anzi… Credo che tolto mio padre, sia l’unica persona che mi vuole, davvero, bene.”

“ Tua madre?”

“ Non penso volesse figli, con Vegi è proprio cattiva, a volte, sembra la diverta vederlo soffrire. Con me, no! Ma non è neanche gentile, dolce o materna. Era un Auror, un bravo Auror, la nostra nascita ha rovinato i suoi piani per il futuro…” concluse, sospirando.

“Vorrei poterti dire che non penso che tuo fratello sia uno stronzo, ma mentirei… Con noi, lo è sempre stato!” disse, sincero, sperando di non infastidire l’altro.

“Noi?” esclamò, sorpreso.

“ I miei cugini ed io…”

“ I Weasley… Ne ho sentito parlare…” disse triste. “ Io gli voglio bene… È mio fratello, James, e non si diverte a farmi del male come l’altro…”

James spalancò gli occhi e alzò le mani. “ Non voglio che cambi idea… Sono sicuro che con te sia buono, sono sicuro che ti adora!”

Con un sorriso tirato, Felipe rispose a quelle parole, mentre si alzava.

“ Non voglio darti fastidio… Continua pure… “ disse, indicando la console e il joystick, che James teneva ancora in mano. “ Io vado a fare un giro… “ Mise la mano sulla maniglia della porta per aprirla. Stava per tirarla, quando sentì il petto del più grande combaciare con la sua schiena, la mano che teneva la maniglia coperta da quella dell’altro, che lo tirava indietro e il respiro di James, direttamente nell’orecchio.

“ Non mi dai fastidio… Va tutto bene… Resta, sfogati, parlami, insultami, fai quello che vuoi, ma non andartene.” Disse James con voce dolce, ma ferma.

“Ok…” Fu la risposta fievole del più piccolo, che rimase immobile, finché non sentì l’altro allontanarsi.

Si sedettero a terra, con la schiena appoggiata alla spalliera del letto. James alzò un braccio e disse: “ Vieni qui. Fidati di me.”

Felipe si avvicinò, poggiando la testa sul suo petto, mentre l’altro gli circondava la schiena con il braccio.

“ Fallo ancora…” Disse Felipe.

“ Cosa?” Chiese James, non capendo.

“ Quello che hai fatto la prima volta che mi hai visto e poi in camera tua… Accarezzami i capelli… È piacevole!”

James rimase di stucco, ma non ribatté, passandogli una mano tra i capelli.

“Bello…” sussurrò Felipe, più a se stesso che all’altro, appoggiando lievemente una mano sul ventre di James, che dovette sforzarsi per non sospirare a quel contatto.

Parlarono ancora un po’, in realtà Felipe raccontava della sua famiglia e James ascoltava in silenzio, senza fermare la carezza sui suoi capelli. Ad un certo punto, non sentì più parole. Guardò il più piccolo: si era addormentato. James sorrise, poggiando il capo sulla testa dell’altro e chiuse gli occhi. Poco dopo si appisolò anche lui.

§§§§§

“ Devo proprio tornare a casa…” disse Vegida, mettendo via uno dei libri, che aveva portato da Joshua. Era tipico di lui unire l’utile al dilettevole.

Joshua lo guardò, alzarsi dalla sedia, cercando di dissimulare la sua tristezza.

“ Beh, grazie, eh! Ti serve aiuto e vieni da me, poi ciao-ciao! Me ne ricorderò!” disse, ironico, con una finta espressione offesa.

Vegida si alzò, sedendosi sulle sue gambe e baciandolo.

“ Avremo sì e no studiato un’ora! Per il resto…” lasciò in sospeso la frase, volutamente, guardando l’altro, maliziosamente.  Joshua lo baciò. “ Credo d’aver capito a cosa ti riferisci…” Si alzò, tenendolo in braccio.

“Non sono la tua donzella ferita, Joshi! Mettimi giù!” disse, perentorio il minore. L’altro lo poggiò sul letto e si sedette vicino a lui, un po’ abbattuto. Ci era rimasto un po’ male alla reazione del compagno e l’atmosfera era scemata, cosí come qualcos’altro all’intero dei suoi pantaloni. Una mano, appoggiatasi sotto il suo mento, lo obbligò a girare il volto verso Vegida. Le labbra del biondo sfiorarono le sue.

“ Ehi…” disse Vegida, una note dolce nella sua voce. “ Non volevo offenderti…”

Joshua sorrise, scuotendo la testa. “ No… Sono stato io, lo so che non ti piace, quando sottolineo le posizioni che ricopriamo nella nostra coppia… Volevo essere romantico, tutto qui!”

“Ti amo…” rispose Vegida, baciandolo a fior di labbra.

“ Anch’io ti amo… tanto…” Il bacio divenne più profondo, mentre si stendevano sul piumone. Joshua iniziò a spogliarlo, ma Vegida lo fermò.

“ Voglio solo che mi abbracci, voglio la tua parte dolce, adesso…” Disse, rispondendo allo sguardo stupito del bruno.

Joshua lo accolse tra le braccia, lasciando che si appoggiasse a lui, sussurrandogli ancora il suo amore.

Dopo alcuni minuti, Vegida sfilò la bacchetta dalla cintura, fece scomparire i vestiti di entrambi e prima che Joshua potesse parlare, spiegò: “ Vediamo quanto resisti senza toccarmi, amore!” Poi ghignò malizioso, stringendosi di più a lui. “ Se ci riesci per almeno dieci minuti, avrai un premio!” Un sorriso, quasi, sadico comparve sulle sue labbra.

“ Maledetto!” Esclamò l’altro, prendendo dei grossi respiri, cercando di calmare l’eccitazione, poi sorrise, guardandolo. Vegida non sarebbe cambiato e lui non voleva che succedesse. “ Ti amo, comunque!” gli sussurrò nell’orecchio, baciandogli il lobo. Vegida , alzò il volto, baciandolo dolcemente.

“ Sei tu a non resistere!” Joshua rise.

“ Forse… ma non sono io quello eretto, no?” Joshua arrossì, sotto lo sguardo eccitato dell’altro, salendogli sul bacino a cavalcioni. Vegida non sarebbe tornato a casa tanto presto.

 

 

 

 

 

Mon Espace:

Ecco il 24… Stavolta in un tempo passabile, dai!

Ringrazio tutto coloro che leggono, soltanto e soprattutto chi recensisce, chi preferisce (alessandra92, Mara98, Rena Nanase), chi ricorda (Lady_Malfoy 97, potteriana96, rose_95, speranza) e chi segue (Anastasia_Snape, annasue, Blue_Key, bobby108, Carpe_Diem, DAFNE_87, DanzaNelFuoco, Deirdre Willowfrost, Elisetta Cap, Ery Lily Vengeance Haner, Irish shamrock, irish845, iscizu, jececca, Lupetta, Nemidra, punk92, riketta, rose_95, sery_as, speranza , stefania881, steg94 , _veve_)

Grazie ancora,

Al prossimo capitolo,

s.e.

 

 

   
 
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