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Autore: _LilianRiddle_    24/08/2013    6 recensioni
Eccomi tornata con una nuova storia, dopo tanto tempo. Questa volta mi sono dedicata ad una Dramione, un genere che io amo da morire. E' la prima, siate clementi ^^.
Dal testo:
"- Maledizione! – esclamò, preoccupandosi ancora di più vedendo Luna poco lontano da lui, priva di sensi.
S’inginocchiò accanto al ragazzo, che stava tentando, invano, di alzarsi.
- Fermo Malfoy, fermo. – cercò di trattenerlo Hermione, con le mani tremanti e le lacrime agli occhi, troppo preda delle sue emozioni per riuscire a formulare anche il più semplice degli incantesimi di cura.
Il ragazzo la scacciò malamente, tentando ancora una volta di alzarsi.
- Non ho bisogno del tuo aiuto, Mezzosangue. Ce la faccio da solo. – disse tentando di suonare cattivo e minaccioso, respingendo le sue mani.
- Zitto, Draco, zitto. – sussurrò Hermione. Il ragazzo sussultò sentendo il suo nome pronunciato proprio da lei, proprio da quella che avrebbe dovuto insultarlo e picchiarlo come avevano fatto quei ragazzi. E ne avrebbe avuto tutto il diritto, di questo era sicuro.
- Io non mi sono difeso, Hermione. – bisbigliò lui, prima di svenirle tra le braccia. "
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, James/Lily, Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saving each other - How to save a life'
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Capitolo II

 
 

- Sei sicuro, Draco? – chiese apprensiva Narcissa.
- Sì, madre. – rispose il ragazzo.
- Non sarà facile. Non sarà come prima. Ti parleranno alle spalle, non ti rispetteranno. La tua stessa incolumità sarà messa a repentaglio. Vuoi davvero tornare ad Hogwarts, figlio mio? –
- Sì. Questo è quello che voglio, madre. –
- Così sia, allora. – sussurrò Narcissa, congedando il figlio. Una minuscola lacrima scese lungo lo zigomo regale, ma nulla si leggeva dalla maschera imperturbabile del suo viso. Era stata abituata a celare le sue emozioni a chiunque, perfino a se stessa. E per quanto ora la guerra fosse finita e non c’era più motivo di fingere, non riusciva ad allontanarsi da quello che suo padre e dopo suo marito le avevano insegnato.
Sorrise amaramente pensando al marito, ora rinchiuso ad Azkaban. Il grande e invincibile Lucius Abrax Malfoy imprigionato dietro alle celle sporche della prigione migliore del Mondo Magico, come un comune Mezzosangue. Niente restava dell’uomo che aveva sposato. Nonostante ciò, l’amore verso di lui la portava ad andarlo a trovare ogni giorno della sua esistenza. E questo sembrava giovare a Lucius, che tornava l’uomo,il ragazzo, di cui si era innamorata anni fa e da cui aveva avuto un figlio meraviglioso.
Era seriamente preoccupata per Draco. Gli errori di suo padre erano appesi sopra la testa di Draco come la spada era appesa sopra il capo di Damocle, come monito per ricordare a suo figlio che lui non era diverso da Lucius. In realtà, Draco era molto più Black che Malfoy. Caratterialmente, era molto più simile a Narcissa che a Lucius, per quanto lei e suo figlio fossero completamente diversi. C’era qualcosa, nel ragazzo, che lo portava ad essere diverso da qualunque Malfoy o Black che avesse mai solcato questa terra. La gente, nonostante tutto quello che Harry Potter ed Hermione Granger avevano fatto per lui, continuava ad apostrofarlo come Mangiamorte e non passava giorno che lettere minacciose arrivassero a Malfoy Manor. Un soffio di vento distolse la donna dai suoi pensieri e si voltò verso la fonte di quello spostamento d’aria. Una ragazza troppo bella per essere solo una normale strega la guardava dal vano della porta.
- Mi prenderò cura io di lui, Cissy. – disse.
- Lo so, Ashling. Lo so, ma sono sua madre. Sono preoccupata per lui, non posso farci niente. Sarà difficile, lo sai. Sarà difficile anche per te. Avranno paura di una come te. Sarai esiliata come lui. – sospirò. – Non doveva andare così. Draco non dovrebbe pagare per quello che ha fatto Lucius. –
- Vedrai che ce la caveremo. Hogwarts è cambiata, Narcissa, così come i suoi abitanti. –
L’affermazione della ragazza colpì la donna che guardò intensamente in quegli occhi scuri e insondabili. La massa di capelli rosso scuro le copriva parte del volto e lei se li tirava indietro con un gesto stizzito della mano. Sembrava la più nobile delle purosangue, con quei tratti delicati e gli zigomi pronunciati, ma la pelle candida era incorniciata da lentiggini che spezzavano la perfezione dei lineamenti, come a dire che nessuno è perfetto. Era minuta, alta appena 1.65, ma era magra, nonostante le forme generose del seno e dei fianchi. Le gambe affusolate avrebbero fatto girare molte teste, ad Hogwarts.
Ma pur essendo così bella, la gente la evitava. Per via delle sue origini, per via di ciò che era. Stanca, Narcissa si congedò dalla ragazza e si trascinò sulla lunga scalinata, recandosi solitaria nelle sue stanze.
Ashling guardò la donna salire le scale e pensò che, nonostante gli anni e tutto quello che aveva fatto e subito, rimaneva una bellissima nobildonna. Era preoccupata, però, per la sua salute, che peggiorava ogni giorno di più. Rimuginando su come poteva aiutare Narcissa, salì le scale, diretta alla sua stanza. Passando davanti alla camera di Draco, si fermò, indecisa se entrarci o meno. Senza pensarci oltre, aprì piano la porta di legno pregiato e si affacciò. La camera era enorme, come enorme era il letto a baldacchino che troneggiava sotto la grande finestra al centro della stanza. La luna illuminava tutto, gettando luce sulla scrivania di noce e sull’armadio. Niente lasciava intendere che fosse la stanza di un Serpeverde: niente stendardi verdi e argento, niente mobili scuri e tetri, come la maggior parte della gente pensava. Al contrario, chi aveva arredato la camera aveva avuto molto gusto nel renderla il più luminosa possibile utilizzando legni chiari.
- Lo so a cosa stai pensando, Ashling. – disse Draco spuntando dal bagno, in vestaglia.
- Ah sì, giovane Malfoy? Dica pure, allora. A cosa pensi che io stia pensando? – rispose sedendosi sulla poltrona a destra del letto.
Il ragazzo sorrise un sorriso triste e la guardò scuotendo la testa.
- Forse ha ragione mia madre, Lin. Non abbiamo nessuno ad Hogwarts, adesso. –
- Perché, prima avevamo qualcuno? Tu non hai mai avuto amici, Draco, solo tirapiedi. –
- Ma Goyle non tornerà e Tiger è morto anche per colpa mia. E tanti altri ragazzi se ne sono andati. Tanti Serpeverde figli di Mangiamorte hanno dovuto combattere una guerra che non era la loro e sono morti. Perché non sono morto anch’io, Lin? Che cosa ha impedito a Potter e ai suoi amici di farmi fuori? –
- Io, per prima cosa. Non avrei mai permesso che ti facessero del male più di quanto già tu non ti stia facendo da solo. E poi, Potter ha evitato, quando poteva, di colpire qualsiasi ragazzo Serpeverde che incontrava. Lui ha avuto compassione, al contrario di molti altri. E Tiger è morto perché era un idiota, non per colpa tua. Se non avesse chiamato quell’Ardemonio potrebbe ancora essere tra noi. –
- Questo non mi conforta e le tue parole sono dure. –
- Le mie parole sono realiste. – sospirò e addolcì il tono. – Perché non ti perdoni, Draco? Come puoi pretendere che gli studenti di Hogwarts ti perdonino e accettino nonostante gli errori, se tu per primo ti odi? Pensa alle mie parole, e cerca di dormire. Domani sarà una giornata lunga e faticosa. –
Ashling lo abbracciò stretto e uscì dalla camera, chiudendo piano la porta.
Draco sospirò, coricandosi. Quella ragazza riusciva sempre a fargli vedere le cose in modo diverso. Non che rispondesse mai alle domande esistenziali che il ragazzo le poneva, ma gli dava sempre spunti per trovare altre domande.
Aveva una gamma di emozioni, dentro sé, che gli impedivano di dormire. C’era rabbia, certo, dubbio, risentimento, paura. Paura, soprattutto, anche se non voleva ammetterlo. Paura del giudizio della gente, ma soprattutto del suo. Perché lui sapeva che, fino ad un certo punto, quello che aveva fatto l’aveva fatto perché era convinto di tutto quello che gli diceva suo padre. Gli insulti alla Granger, la Mezzosangue Dentona, quella che lo aveva salvato da un Avada Kedavra che non aveva visto, lanciato dalla sua amata zia Bellatrix, li pensava davvero. Tutt’ora gli era difficile accettare che i Purosangue e i Nati Babbani fossero uguali.  Non ci poteva fare niente, era stato educato così e aveva paura a rivoluzionarsi troppo. Ci sarebbe voluto tempo, forse tutta la vita. E non era sicuro di voler cambiare. Quello che lo bloccava era la pura e semplice paura. La sua amica più cara.
Dormi, Malfoy.
Disse la voce melodica di Ashling. Sorrise.
Esci dalla mia testa, Lin.
Devi dormire.
Anche tu.
Un lungo silenzio gli fece pensare che la strega finalmente si fosse addormentata. Sapeva che cosa faceva invece di dormire. Le occhiaie e i tagli parlavano da soli. Nonostante ciò si preoccupava più per lui che per lei. Per quanto fosse diversa da qualunque essere avesse mai camminato sulla Terra, Ashling rimaneva pur sempre una donna. E una donna si preoccupa per tutti tranne che per se stessa.
Draco, dormi.
Sentiva la sua magia cancellare tutti i suoi pensieri e sorrise. Un sorriso vero, che mai nessuno aveva mai visto. Tranne Ashling. Ma Ashling vedeva sempre tutto.
Finalmente scivolò fra le braccia di Morfeo, proprio mentre la Luna cominciava ad abbassarsi nel cielo stellato fuori Malfoy Manor.
 

***

 
Arrivarono a King’s Cross molto prima di tutti gli altri studenti. Nessuno si aggirava tra le carrozze del treno, nessuno gridava, correva, chiamava. Nulla. Sembrava che non ci fosse ancora neanche l’autista.
- Allora, ragazzi. Mi raccomando. – disse Narcissa con un filo di voce, abbracciando Ashling. – Non cacciatevi nei guai. – aggiunse accarezzando la guancia ruvida di Draco.
- Non ti preoccupare, Cissy. Terrò questa testa calda al sicuro. – rispose sorridendo lievemente Ashling.
La donna annuì e li aiutò a issare i bauli sul vagone.
- State attenti. – disse ancora prima che i due ragazzi sparissero sul treno.
Ashling e Draco si infilarono sul primo vagone. La ragazza stava già per aprire una cabina quando Draco esclamò:
- No! Non lì. Non mi piace. – e iniziò a trascinarla per il treno.
- Uff, dai Malfoy! Non puoi scegliere un fottutissimo vagone qua davanti?! Mi devi far arrivare fino alla fine del treno? Cosa cambia se lo prendiamo qua o là? –
- Cambia che se lo prendiamo in fondo, nessuno verrà a disturbarci, Lin. –
La ragazza sbuffò, contrariata, ma lo seguì fino all’ultimo vagone prima del vagone bagagli.
- Qui va bene? O dobbiamo chiedere all’autista di creare un vagone di tuo gradimento?! – chiese sarcastica Ashling.
Draco la ignorò ed entrò nell’ultima cabina. Si sedette di fianco al finestrino, pensieroso.
- Guarda, hanno ancora paura a lasciare i bambini da soli. – sussurrò Ashling.
- Non c’è da stupirsi. Molti sono ancora i Mangiamorte che girano per Londra. Al Ministero avranno un sacco di lavoro da fare. –
- Già. Perché non hai accettato l’offerta del Ministro, Draco? –
Il ragazzo non rispose subito, tanto che Ashling pensò che si fosse addormentato o che non avesse sentito la domanda.
- Perché, proprio come a tutti gli altri a cui è stata offerta l’opportunità di diventare Auror, non ho nessuna voglia di ritornare a combattere così presto. Non ce la farei, penso. E poi, non voglio bloccarmi tutte le alternative. –
- Non ti piacerebbe fare l’Auror, Draco? –
- Sì, certo. Non adesso, però. Come potrei fare un lavoro del genere quando la notte sogno tutte le persone che ho ucciso o che sono morte per causa mia? No. Farò l’Auror solo quando sarò pronto e avrò completato la mia istruzione. –
Rimasero in silenzio fino a quando, all’improvviso, un boato di grida esplose all’esterno. I due ragazzi scattarono in piedi con le bacchette sguainate e i sensi all’erta, guardando fuori in cerca del pericolo e i cuori che battevano a mille. La porta della cabina si aprì mostrando un Neville Paciock scuro in volto.
- Oh.. scusate, il disturbo. – disse appena vide Draco e Ashling voltarsi di colpo verso di lui, le bacchette pronte a colpire.
- Cos’è successo? – esclamò Malfoy, sgarbato.
- Qualche Mangiamorte ha attaccato il treno? Stanno combattendo? – chiese agitata Ashling.
Neville sorrise triste.
- No, no. non vi preoccupate. – disse guardando stranamente Malfoy e rivolgendo uno sguardo indecifrabile ad Ashling. – È solo arrivato Harry Potter. -
Si fermò ancora un attimo, poi si voltò e chiuse la porta della cabina, sparendo.
Nonostante sapessero che non c’era nulla di cui preoccuparsi, sia Draco che Ashling non riuscirono a fermare i battiti del cuore troppo veloci e rimasero allerta fino a che il treno non partì.
Quando finalmente si sedettero, i muscoli erano così contratti che fecero fatica a piegare le ginocchia. Draco guardò preoccupato Ashling, che respirava profondamente, tremando. L’adrenalina della battaglia, a battaglia conclusa, le faceva sempre un brutto effetto. Era così debole, pur essendo magia pura. I suoi poteri erano la sua più grande fortuna e la sua maledizione costante. Si stupì, come sempre, di quanto senso di protezione gli ispirava in lui quella ragazza. Mai nessuno l’aveva fatto preoccupare come quella creatura che, teoricamente, avrebbe dovuto essere in grado di cavarsela sempre da sola.
- Ashling. – disse.
Lei scosse la testa.
- Un attimo. – rispose ansimando.
- Vuoi che…?
- No… uff, davvero.
- Esco, okay? Vedo se c’è la signora col carrello, okay? Prendo le cioccorane. Tu respira, però.
Sorrise debolmente, annuendo, mentre Draco usciva dalla cabina. In lontananza vide arrivare la signora col carrello e, proprio davanti a lui, vide la Granger e la Weasley che confabulavano tra loro su non so che cosa, andando proprio verso il carrello. Accelerò il passo, sperando di poter oltrepassare le due ragazze, ma arrivò al carello proprio quando la signora chiedeva alle due se volessero qualcosa.
Prima che le due decidessero che cosa prendere, Draco lanciò i galeoni sul carrello.
- Un pacchetto di cioccorane, grazie. – sussurrò, quasi che non volesse farsi riconoscere.
Ovviamente la risposta della Weasley arrivò subito, acida e cattiva come sempre. E neanche la sua si fece attendere. Sarebbe scoppiata la rissa, lo sapeva, se la Granger non avesse fermato i due difendendo Draco.
Chissà che le è preso. Pensò Draco andandosene stizzito con le cioccorane per Ashling. Mai nella storia di Hogwarts si è visto che la Granger difendesse un Serpeverde. Tantomeno me.
Perso in tetri pensieri, ritornò al suo vagone. Ashling non ansimava più, ma  le tremava ancora il corpo. Le porse le cioccorane, prendendone una a sua volta. Una volta finito di mangiare, alla ragazza sembrava tornato un po’ di colore.
- Come stai, ora? –
- Meglio, grazie. Il cioccolato fa miracoli.- poi s’incupì. – Il professor Lupin ne aveva sempre una barretta per me… - sussurrò.
Draco annuì. Si sentiva solo più che mai. Quasi tutti quelli della sua famiglia erano morti o sarebbero morti presto. I suoi genitori erano ancora vivi, certo, ma Lucius non sarebbe durato ancora molto ad Azkaban, nonostante sua madre. E una volta che lui sarebbe passato a miglior vita, sua madre lo avrebbe seguito a ruota, morendo dal dolore. Così sarebbe rimasto definitivamente solo. Zia Bella e suo marito erano morti, i suoi nonni anche. Non che gli dispiacesse, anzi. Sua cugina e suo marito erano morti a causa sua, così come il padre di Ninfadora. Solo sua zia Andromeda e il figlio di sua cugina, Teddy, erano ancora in vita. E che lui sapesse, non avevano alcuna intenzione di incontrarlo.
Soffocato da un senso enorme d’impotenza, cercò di distrarsi dalla sua vita parlando ad Ashling di quello che aveva fatto la Granger appena pochi minuti prima.
- Draco, come ho già detto a tua madre, Hogwarts e i suoi abitanti sono cambiati. E anche chi è stato sempre nemico, adesso può diventare amico. Avete appena finito di combattere una guerra non vostra e penso che tu ed Hermione, più di tutti, siate distrutti. -
- Addirittura più di Potter? Sai i complessi che ha quel… ragazzo. – pronunciò “ragazzo” schifato, come se Harry non fosse degno neanche di essere chiamato ragazzo.
- Leva quel tono sprezzante, Malfoy. Harry ha molti complessi, è vero, ma proprio tu parli di complessi? Andiamo, Draco. Smettila di giudicare qualcuno che è molto più simile a te di quanto tu non creda. -
- Ma perché, allora, pensi che la Granger e io siamo quelli più distrutti? -
- Perché voi siete quelli che ci pensate. Che non vi distraete. Che non avete distrazioni. Harry ha Ginny e Ron ha la sua famiglia. Voi due chi avete? Nessuno, e ne siete consapevoli entrambi, anche se non lo ammettete. Per questo penso che siate i più distrutti. Siete pezzi unici, Draco. -
Il ragazzo rimuginò sulle sue parole a lungo.
- Io ho te. – disse piano, per non disturbare Ashling che, finalmente, si era addormentata.
Uscì dalla cabina, ansioso di tornare per l’ultima volta ad Hogwarts.

















Angolo dell'Autrice.
Allora, che dire? Lo so che ho ancora una storia in sospeso (Lu, rassegnati <3), ma l'ispirazione è arrivata e, questa volta, (finalmente), sono riuscita a catalizzarla su questa Dramione che avevo in mente di scrivere già dall'estate scorsa. Era già tutto pronto, il primo capitolo quasi finito, ma ancora non riuscivo a creare una storia decente. Finalmente, quest'anno sono riuscita a trovare l'ispirazione e il momento giusto per scrivere di qualcosa di almeno, almeno accettabile. Ed ora, qui seduta alla mia minuscola scrivania (come d'altronde sono minuscola anch'io), ascoltando Max Pezzali e mangiando una pizza alla nutella, devo ringraziare egregiamente una persona davvero speciale. Quindi. Questa persona in realtà è il Grillo Parlante della mia vita, che sa essere estremamente rompipalle quando vuole, e che se non ci fosse, la maggior parte delle mie storie non sarebbero mai state pubblicate, prima fra tutte questa. Il primo capitolo è stato scritto da lei l'estate scorsa, ma, siccome non sa mai come continuare le storie, ha affidato a me l'ingrato compito di scrivere il resto. Quindi, le recensioni per quel capitolo sono tutte per lei. Non so che altro dirti, Gioggi del mio cuor, se non che ti voglio bene e che, ancora una volta, sei fondamentale per la riuscita delle mie storie. Spero che tu sia contenta di questo angolo autrice tutto dedicato a te, come è dedicata a te anche questa mia prima Dramione. Un bacio enorme, Gio <3
Finiti i ringraziamenti, spero che anche questo secondo capitolo vi sia piaciuto. Recensite o leggete solamente, a me va bene tutto. Pur di non essere ignorata (ho manie di protagonismo). 
Al prossimo cap,
Lily <3

  
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