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Autore: lyrapotter    25/08/2013    13 recensioni
Cosa succederebbe se Ted e Andromeda, in procinto di partire per una vacanza romantica, decidessero di affidare Dora allo scapestrato cugino Sirius? E se quest'ultimo coinvolgesse anche i suoi migliori amici? E se Dora contribuisse in qualche modo nella conquista di una certa fanciulla dai capelli rossi e gli occhi verdi di nostra conoscenza?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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BABYSITTER PER CASO

EPILOGO

Un paio di sere più tardi, Lily era immersa nella lettura di un libro, godendosi un po’ di sana tranquillità in Sala Comune, quando un paio di mani decisamente famigliari le si posarono sugli occhi.

"Indovina chi è?".

"Oh, ti prego, dimmi che sei Paul Newman".

"Non ho la più pallida idea di chi sia questo tizio, ma la risposta corretta è: il tuo meraviglioso e assolutamente impareggiabile fidanzato".

Lily ridacchiò mentre il viso di James entrava nel suo campo visivo e le catturava le labbra in un bacio di saluto. "E incredibilmente modesto".

"La modestia è per chi si deve accontentare, non per le creature perfette come il sottoscritto" dichiarò James, sedendosi di fianco a lei sul divanetto.

"E immagino perciò che dal tuo distorto punto di vista io sia una creatura privilegiata, vero, Potter?".

"Naturalmente. Non sono molte le ragazze tanto fortunate da essere amate da un Potter".

Lily roteò gli occhi. "Dovremo lavorare un po’ sul tuo ego: non credo di essere pronta per una relazione a tre".

"Allora mi sembra il momento giusto di informarti che quando ci sposeremo e avremo una casa tutta per noi, Sirius si installerà sul nostro divano una sera sì e l’altra pure… E Sirius ha la fastidiosa abitudine di strisciare nottetempo nei letti della gente".

"Allora dovremo chiudere la porta a chiave e far sapere a Mel che deve procurarsi un guinzaglio bello robusto per il suo cagnaccio".

Lily gli strisciò più vicino, appoggiando la testa contro la sua spalla. James la circondò con le braccia, una parte di lui ancora incredula che Lily Evans, proprio quella Lily Evans, fosse lì e fosse la sua ragazza. "Ho mai detto che sei la creatura più bella che sia mai apparsa sulla faccia della terra?".

Lily gli sorrise, pensando a quante cose erano cambiate in così poco tempo: non avrebbe mai creduto possibile sentirsi così felice tra le braccia di James Potter, proprio quel James Potter. "Anche tu non sei tanto male".

"Detto da te, è il miglior complimento che abbia mia ricevuto in vita mia".

Dopodichè la attirò a sé in un altro bacio, decisamente più appassionato.

 *******

"Bleah, quei due mi faranno venire il diabete" borbottò Sirius, che seduto sulle scale che conducevano al dormitorio osservava il suo migliore amico amoreggiare.

Tese una Cioccorana a Peter, che l’accettò con una scrollata di spalle. "Sono in luna di miele".

"Se avessi saputo che sarebbero stati così stucchevoli, mi sarei sforzato di più per tenerli separati".

"Perché, la versione James depresso cronico era più piacevole?".

Sirius ci rifletté sopra un attimo, masticando pensoso la sua Cioccorana. "In effetti, penso che l’unica cosa peggiore di James cervo innamorato sia James depresso cronico: se non altro con il primo può capitare di farsi ancora qualche risata".

"Magari potremmo chiudere Lily in uno sgabuzzino delle scope per qualche ora?".

"Mi piace il tuo modo di pensare, Wormtail, mi piace proprio".

"Ehi, che fate, i guardoni?".

Melanie e Alice, comparse in quel momento, li salutarono con un cenno della mano. Nel vedere la sua ragazza, Sirius parve illuminarsi a giorno. "Mel, ciao!".

Melanie gli sorrise, sedendosi sul gradino sotto quello occupato dai due Malandrini. "Ciao anche a te, tesoro".

Sirius le circondò le spalle con un braccio, attirandola più vicina a sé e baciandola sulla guancia.

"Attenti, c’è un limite fisico a quanto due corpi possono stare attaccati" ridacchiò Alice.

"E poi hai pure il coraggio di criticare James" sbuffò Peter con aria indolente.

"Non ho la più pallida idea di cosa voi due stiate parlando" dichiarò Sirius con aria da finto tonto. O forse finto tonto nemmeno tanto. Alice aveva il sospetto che non si rendesse nemmeno lontanamente conto di essere ridicolo quasi alla stregua del suo fedele compare quando la sua neo-fidanzata entrava in gioco.

Comunque, non sarebbe certo stata lei a rovinargli il divertimento. Mel era evidentemente al settimo cielo e fintanto che la sua amica era felice, beh, anche lei era felice. Per contro, vedere le sue amiche innamorate e in piena luna di miele le faceva sentire la mancanza di Frank ancora di più, se mai una cosa del genere era possibile. "Uhm, vorrei pure io qualcuno con cui coccolarmi su una rampa di scomode scale di pietra…" sospirò invece.

"Peter è proprio qui, pronto e disponibile" ghignò Sirius, indicando l’amico.

"Senza offesa per Peter, ma non è delle sue coccole che ho voglia".

Melanie le strinse la mano in un gesto solidale. "L’anno scolastico finirà presto, tranquilla… E poi tu e Frank sarete liberi di tubare come colombi fino alla fine dei vostri giorni!".

"L’anno scolastico non finirà mai abbastanza in fretta" sbottò Alice, ben consapevole che lamentarsi della cosa non avrebbe fatto la minima differenza. Scosse il capo, decisa a non lasciarsi andare all’autocommiserazione: non era nel suo stile. "Cambiando argomento, io conto tre Malandrini all’appello" disse, accennando a James e Lily rannicchiati sul divano a fare le loro cose. "Che fine ha fatto il quarto? Ha finalmente deciso di disertare?".

Sirius si guardò un attimo attorno, quasi come se registrasse solo in quel momento l’effettiva assenza di Remus. "In effetti è strano… Devono essere un paio d’ore che non lo vedo".

"Dopo cena ha detto che doveva andare a cercare una cosa in Biblioteca" intervenne Peter, felice di poter dare il contributo.

Sirius fece una smorfia. "Tipico del lupacchiotto. Avrei dovuto capirlo da solo che era andato ad imboscarsi in quel posto!".

"Guarda che la Biblioteca non è l’anticamera per l’inferno" gli fece notare Melanie.

"Per qualunque Malandrino degno di questo nome dovrebbe esserlo… Moony fa l’eccezione, ma solo perché ne serve uno vagamente consapevole di cosa stiamo facendo in classe in ogni momento".

"Se la metti in questo modo, ricordami di tenerti a un paio di miglia di distanza da qualunque forma di carta stampata!".

Melanie si rilassò ulteriormente tra le braccia del suo ragazzo, felice come di rado si era sentita nella sua vita. Diede una rapida occhiata all’orologio e non le mancò di notare che in teoria la Biblioteca aveva chiuso già da mezz’ora.

Sorrise tra sé. Se tanto le dava tanto, aveva una chiara idea di dove Remus potesse essere in quel momento… O meglio con chi.

*******

"Okay, adesso è il tuo turno".

"Va bene, va bene. Allora, vediamo, il momento più imbarazzante della mia vita… Beh, se ovviamente escludi quando i tuoi amichetti mi hanno incastrato in un appuntamento al buio con te senza che tu nemmeno sapessi chi io fossi…".

"Ehi, io sapevo chi eri" si difese Remus, sentendosi in dovere di specificare. "Non sapevo che cosa i miei amici avessero orchestrato ai nostri danni!".

"Okay, te lo concedo" disse Megan, scartando un’altra Ape Frizzola. "Comunque, resta un momento decisamente mortificante… Ma se proprio dovessi cercare di batterlo, punterei su quella volta ho vomitato addosso alla McGranitt davanti a tutta la classe".

Remus corrugò la fronte. "E quand’è che una cosa del genere sarebbe successa?".

"Primo anno, la professoressa mi aveva chiamato per una dimostrazione pratica di qualche incantesimo e, beh, diciamo che non reagisco molto bene sotto pressione!".

"Direi…". Cercò, piuttosto malamente per la verità, di nascondere un sorriso divertito.

"Remus Lupin, stai forse ridendo delle mie passate disgrazie?" lo rimbrottò Megan, dandogli uno scappellotto sulla spalla. "Guarda che certe esperienze ti segnano per la vita!".

"Oh, posso ben immaginare. Di certo sulla McGranitt hai lasciato un segno indelebile!". E questa volta non cercò nemmeno di trattenere la sua risata.

"Ma quanto sei simpatico" sbuffò Megan, sorridendo a sua volta. "E sentiamo un po’, qual è il tuo momento più imbarazzante? Se tu ridi a spese mie, è solo giusto che ricambi il favore".

Remus si sforzò di darsi un contengo, prima di rispondere: "Beh, per quanto possa essere difficile battere una cosa del genere, posso dire che se hai degli amici come James e Sirius i momenti imbarazzanti si sprecano…".

"Già, chissà perché non fatico a crederlo".

Remus sorrise, infilandosi in bocca una Cioccorana, l’ultima di una lunga serie. Lui e Megan si erano rintanati della famosa ‘aula delle coppiette’ (senza nessuno scopo nefando) almeno un paio d’ore prima, ormai, con sufficienti scorte di dolci da campare un paio d’anni, e doveva ammettere che la sua compagnia era decisamente piacevole. In realtà, una volta che si metteva a suo agio e superava il blocco di timidezza, Megan aveva una chiacchiera niente male: in tutto il tempo che erano stati lì non c’era stato un solo momento di stallo.

Che cosa stai facendo, Lupin, stai cacciando in un mare di guai tutti e due! La voce della sua coscienza disfattista aveva cercato di fare capolino qualche volta, ma per quanto si sforzasse, non riusciva proprio a costringersi a darle retta. Non questa volta, non quando ignorarla e continuare a parlare con Megan era così facile…

D’impulso, sorprendendo un po’ anche sé stesso, allungò la mano per stringere quella della ragazza. Megan arrossì leggermente, presa alla sprovvista, ma non si ritrasse.

"Sono felice di aver passato del tempo con te stasera" le disse.

Megan sorrise. "Sono felice che tu me lo abbia chiesto. E di non averti vomitato addosso!".

Remus rise. "Magari potremo rifarlo, qualche volta".

"Mi piacerebbe tanto".

******

"Ninfadora Tonks, in nome di Merlino, che cosa hai fatto?".

Dora, seduta nel centro della sua cameretta, alzò lo sguardo verso sua madre, che sembrava sul punto di avere una crisi di nervi. "Stavo giocando, mamma" rispose in tono innocente.

"Questo tu lo chiami giocare, signorina?" sbottò Andromeda, gesticolando nell’aria per indicare la camera.

O meglio, quello che ne restava, perché a quanto pareva Dora aveva sfruttato ogni secondo senza vigilanza per devastarla completamente. Non un solo oggetto era più al suo posto, in realtà la maggior parte era sparsa per terra, assieme ai vestiti, ai giocattoli e qualunque altra cosa che la bambina possedeva. In qualche modo era perfino riuscita a spostare il materasso del letto in mezzo alla stanza!

"Giocavo alla battaglia, mamma" spiegò Dora, perfettamente ignara dello shock che aveva causato ai nervi della sua povera madre.

"Alla battaglia?" ripeté Andromeda con un filo di voce. Era pittura quella che grondava dal soffitto?

"Ah, ah. I Malandrini me la facevano fare sempre: è divertentissimo!".

"I Malandrini, ovviamente è opera loro" mormorò Andromeda a denti stretti.

Ninfadora era stata discretamente ingovernabile da quando erano tornati a casa. Sembrava che in due settimane avesse dimenticato tutto quello che sua madre aveva mai cercato di insegnarle in fatto di buone maniere per trasformarsi in un piccolo tornado perennemente sporco e intento a fare qualche danno. Certo, non era mai stata una bambina tranquilla, ma non aveva mai raggiunto certi livelli prima… Perlomeno sapeva come comportarsi a tavola!

E fino a quel momento non era stato raggiunto questo grado di devastazione totale!

"Ucciderò Sirius" sussurrò ancora. "E sarà una morte lenta e dolorosa…".

Dora, dal canto suo, non pareva minimamente turbata e sembrava più che pronta a continuare la sua opera di distruzione.

La voce gioviale di Ted la raggiunse alla sue spalle. "Ehilà, che cosa stanno facendo le mie rag-… Oh, porco diavolo!".

Andromeda non trovò nemmeno la forza di ammonirlo per il suo linguaggio di fronte alla bambina.

"Che cosa è successo qui dentro, è esplosa una bomba?".

"Papino!" trillò Dora, correndogli incontro con mani tutte sporche di colore. "Ho fatto la battaglia!".

"Lo vedo, Biscottino" disse Ted, prendendola in braccio. "E penso che tu abbia vinto alla grande!".

Dora gli sorrise, luminosa come il sole. "È stato divertentissimo!".

"Ci scommetto… Ma non penso che la mamma si divertirà molto a pulire tutto".

"Oh, ma lei non deve pulire: a me sta benissimo anche così!".

Ted era quasi certo di aver visto un preoccupante tic all’occhio sul volto di sua moglie, perciò ritenne opportuno non incoraggiare ulteriormente quella discussione. "Che dici, andiamo a farci un bel bagno, Biscottino?".

"Okay, okay". Dora si accigliò un attimo prima di aggiungere: "Possiamo fare la battaglia con l’acqua?".

"NO!" sbottò Andromeda con vigore, prima ancora che Ted potesse aprire bocca. "I tuoi giorni di battaglie sono ufficialmente finiti, signorinella".

"Ma è divertente!" protestò Dora.

"Troveremo qualcos’altro di divertente da farti fare, Ninfadora. Qualcosa che non implichi radere la casa al suolo".

Dora aprì la bocca per ribattere, ma Ted si voltò per dirigersi verso il bagno.

"A scanso di equivoci, Meda" disse alla moglie mentre si allontanava, "io te l’avevo detto che affidare Dora a Sirius sarebbe finita molto male".

Andromeda sospirò, fissando la cameretta distrutta. "Sì. Ma non pensavo così tanto male".

 

 

Lyrapotter’s corner

Come si dice, ogni promessa è debito e perciò eccomi qua, con l’ultimo aggiornamento di questa storia, dopo quasi cinque ANNI (il compleanno preciso sarebbe il primo settembre!). Dannazione, quanto tempo è passato! Posso dire di essere immensamente felice di poter finalmente spuntare la casella fine: il senso di colpa per averla lasciata incompiuta per tutto questo tempo mi attanagliava giorno e notte!

Bene, non credo di avere altro da dire: la mia musa si sta lentamente rimettendo in moto, perciò non escludo di tornare presto a pubblicare qualcos’altro, compreso magari quello che doveva essere l’epilogo e che ho tagliato.

Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito fin qui, che hanno recensito o solo letto e a quelli che hanno avuto la pazienza di aspettarmi durante la mia crisi mistica.

Con la speranza di tornare presto con qualcosa di nuovo, see you soon!

 

 

 

 

   
 
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