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Autore: PinkBiatch    26/08/2013    8 recensioni
“C'è una mezzosangue, ad Hogwarts. E' un'insopportabile so-tutto-io, coi capelli crespi e i denti davanti..”
“Sporgenti.” Aveva continuato suo padre, come in trance.
“Come fai a saperlo?” Chiese Scorpius, incuriosito.
“Immagino sia la figlia della Granger.” Disse soltanto lui.
“Sì, si chiama Rose..”
“Che nome del cazzo, Rose..” Disse assorto suo padre.
“Rose Weasley.” Finì Scorpius.
“Weasley.” Draco sputò per terra.“Le avrei dato un nome migliore.”
“Cosa?”
“Niente, Scorp, niente. Stavo pensando fra me e me. M'ero dimenticato quanto la disprezzassi.”
“Chi? La madre di Rose?”
"Sì."
Suo padre si bucò con una spina e buttò la rosa che aveva appena colto fuori dal cancello in ferro battuto che circondava il giardino.
“Perché l'hai buttata?” Chiese suo figlio.
“Perché mi ero bucato” Rispose Draco semplicemente.
“Hai buttato via la più bella rosa del giardino solo perché ti sei bucato con una spina che avresti potuto togliere.” Lo rimbeccò Scorpius.
Quelle parole fecero pensare Draco.
“Verrà il giorno in cui ti mancherà.” Disse Draco dopo un po', quando erano ormai vicini alla porta di casa.
“Chi?”
“Quella Sudicia Mezzosangue.” Ed entrò in casa velocemente, abbandonando Scorpius confuso davanti alla porta di casa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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No, niente, ho scritto questa nota solo per scusarmi per il sadismo. c: vi amo.


9.

 

 

 

Il ballo si avvicinava, ed ogni insegnante era a modo suo elettrizzato e super occupato allo stesso tempo, così come ogni ragazza e ragazzo.
Non si poteva passare per i corridoi senza vedere gruppetti di ragazze che ridevano civettuole al passaggio di un qualche ragazzo, o che sbattevano velocemente le ciglia in faccia a chiunque per essere invitate.
La sera stessa della domenica, James aveva invitato Sugar, e lei, gioiosa, aveva accettato senza pensarci due volte.
Rose fu quasi invidiosa di loro, dei loro sguardi non troppo segreti, del modo in cui lei arrossiva, o del modo in cui lui si sedeva vicino a lei e tentava di far sembrare casuali i movimenti che faceva per sfiorarla, anche solo per un attimo.
Si leggeva nei loro occhi e nel modo in cui si comportavano che c'era qualcosa che stava nascendo e crescendo dentro di loro.
Una sera, appena due giorni prima del ballo, Rose si era ritrovata sola con Sugar ed avevano cominciato a parlare di James.
“Ed io che scherzavo e ti dicevo di presentarmelo!” Rideva spensierata Sugar, continuando a sospirare ogni due secondi e ad alzare gli occhi al cielo.
“A quanto pare presentartelo è stata la cosa più saggia che abbia fatto da quando siamo ad Hogwarts!” Disse Rose, una punta di amarezza nella voce.
“Anche mettere il nome nel Calice lo è stato.”
Se Rose avesse avuto qualcosa in bocca l'avrebbe sputato, ma si limitò a strabuzzare gli occhi.
Saggio?”
“Hai mostrato a tutti un lato di te che ancora non conoscevano. Io non lo conoscevo, non lo conosceva James, non lo conosceva nemmeno tua madre, probabilmente. E non lo conoscevi nemmeno tu.”
“Invece adesso lo conosce tutta la scuola. E non ha portato niente di buono.”
“Quest'esperienza ti crescerà!”
“Così potrò dire di essere morta più anziana!”
“Credi davvero di morirci?”
“Non lo so, ma può darsi. Posso farmi davvero male.”
“Conoscevi i rischi quando hai messo il nome nel Calice. Beh.. devo dire che ci hai stupiti tutti. Quando sei partita verso il Calice ho pensato per un istante che tu volessi andare a picchiare Malfoy per qualche oscuro motivo, piuttosto che mettere il tuo nome nel Calice.”
“Perché proprio Malfoy? Di tutte le persone lì intorno, avrei dovuto picchiare per forza Malfoy?”
“Beh..” Disse Sugar, abbassando lo sguardo, “Forse ho pensato che tu fossi preoccupata per lui, e così sono giunta a questa conclusione. Non mi hai mai detto cosa fosse successo la sera in punizione, e così io.. sono giunta alle mie conclusioni da sola.”
“Cosa credevi che ci fossimo detti?”
“Beh, ho immaginato che aveste parlato del Torneo, ed ho pensato che tu gli avessi detto che non avrebbe dovuto farlo, che era imprudente ed illogico..”
“Non mi credevi capace di mettere il mio nome nel Calice ma mi credevi capace di dire a Scorpius Malfoy che mi preoccupavo per lui?!”
“Ma che ne so, io, che ne so.. E' che quest'anno è tutto diverso, Rose, tu lo sei. Mi sembri più preoccupata, e non fraintendermi, è logico che tu lo sia.. ma certe volte mi manca la vecchia te.”
“La vecchia me?”
“La Rose che ride e scherza per tutto, che mi aiuta coi compiti, che mi viene a recuperare nelle aule sbagliate perché in qualche modo sa che sono andata in un'altra aula per sbaglio, che mi sono confusa..”
“E quest'anno cosa c'è di diverso?”
“C'è che tu sei più preoccupata per altro, che non stai a guardare dove io mi perdo, che hai sempre la testa un po' fra le nuvole ed al contrario adesso aspetti che sia io a venirti a recuperare nelle aule sbagliate. Forse ne sono successe troppe insieme, Rose, è che in certi momenti sento tutto così.. sbagliato.”
“Sbagliato?”
“Si, Rose, sì.. Io odio vedere che delle cose ti feriscono, e sai che non sono l'unica. Ne abbiamo parlato anche io e James ed è venuto fuori, che sì, insomma, sei diversa, sei più silenziosa, più seria.. ma allo stesso tempo più lunatica, in certi momenti non si capisce cos'hai, e scappi all'improvviso, in altri sembri avere una botta di vita, di positività, cominci a ridere e scherzare, e poi di nuovo un attimo dopo ricadi giù e metti il broncio, e non dici più niente. Io posso capire cos'è che ti turba, ma..”
“Ti avevo detto che avevo fatto uno sbaglio a partecipare al Torneo, che non mi sta rendendo più saggia ma solo più fragile, più spaventata..”
“So bene che non è l'unica cosa che ti turba, Rose, e lo sai anche tu.”
“Io sto cercando di non pensarci, di convincermi che sia tutto apposto, che l'unica cosa che davvero dovrebbe spaventarmi è il Torneo.. ma non ce la faccio, Sugar, non ce la faccio!”
Tutti quei giorni, quelle settimane di silenzio, in cui aveva fatto di tutto per soffrire silenziosamente, per non far capire agli altri quanto potesse star male, si riversarono nelle lacrime che cominciarono a sgorgare dai suoi occhi ancor prima che lei se ne accorgesse. Si riversarono nelle sue braccia che cinsero Sugar e lasciarono le braccia di Sugar cingere lei.
Per la prima volta, Rose si sentiva meno sola.
“Io stessa ti ho sempre detto quando avevi un problema che tacere lo accresceva e basta, eppure adesso sono qui, a piangere per colpa del mio stesso silenzio!” Gemette di nuovo Rose.
“Ehi.. va tutto bene. Io sono qui, sempre, qualsiasi cosa accada. Non è sbagliato, tutti lo fanno. Siamo tutti buoni a dare consigli quando stiamo bene. Ma tu sei abbastanza forte per superare anche questa, dopotutto lui è solo una cotta, e passerà, come passa tutto, come passerà anche questo Torneo, che tu lo vinca o che lo perda.”
“Io.. non so se è così semplice.. E' che aver passato questo tempo a stargli dietro mi ha cambiata, ed ho provato tanti sentimenti, tutti così contrastanti, e tutti contemporaneamente, ed io non sono sicura di essere abbastanza forte da andare avanti, da lasciarmi tutto alle spalle..”
“Ma Rose! Tu sei forte! Sei molto più forte di una crisi adolescenziale! Guarda tua madre, tuo padre, il sangue che scorre nelle tue vene! Sei cresciuta sotto l'influenza delle tre persone più coraggiose di tutto il Mondo Magico!”
“Mio padre è scappato quando ha visto che le cose cominciavano ad essere difficili!”
“Tuo padre è tornato! E sai perché lo ha fatto? Sai cosa l'ha spinto a tornare?”
“Che cosa?”
“L'amore nei confronti di tua madre.”
“Mio zio e mia madre ce l'avrebbero fatta benissimo anche senza di lui! Mio padre è sempre stato così inutile, Sugar, che penso di aver preso tutto da lui.”
Inutile?! E' andato a recuperare le zanne di basilisco, ha avuto idee brillanti, come tutti loro! Lui non era inutile, e non lo sei nemmeno tu.”
“Ma a lui non importa di me!”
“Lui è uno, e le persone che ti amano sono molte di più!”
Rose tacque per alcuni secondi, pensierosa.
“Perché stai zitta?”
“Stavo pensando che nemmeno tu che non hai mai voluto ammettere che ero ingrassata dopo che avevo messo su tre chili sei riuscita a non ammettere che a lui non importa niente di me.”
“Sai che non la penso così.”
“E come la pensi?”
“Io penso che a lui importi di te. E che faccia finta che non gliene importi proprio per questo. Credi di essere l'unica a conoscere la paura?”
“Certo che no.”
“Anche lui ha paura, paura di molte cose tutte insieme. Ha paura di un rifiuto, dopo essere già stato sconfitto ed essere stato battuto da te con la storia del Torneo. Ha paura di apparire di nuovo come un idiota, come il non-primo. Ha paura di essere considerato come una persona normale.”
“Ma lui non è una persona normale!”
“Lo so, Rose, lo so. So bene quanto la sua stupidità superi la media.”
“Non intendevo questo!” Un principio di sorriso scaldò un po' l'espressione di Rose.
Stettero qualche minuto accoccolate vicine, Sugar che fissava un punto imprecisato al di là di ciò che riusciva a vedere e Rose che si asciugava le lacrime.
“Lo pensi davvero?” Le chiese dopo un po' Rose.
“Che cosa?”
“Che le cose possano di nuovo andare bene.”
“Il mondo non si ferma per nessuno, Rosie. Forse era solo destino che tu lasciassi andare Scorpius e cercassi qualcuno più degno di te.”
“Il problema è che non ci riesco.”
“Non riesci a far che?”
“Non riesco a pensare a qualcuno al mio fianco che non abbia il suo viso, o la sua voce strascicata, e ormai è diventata una sfida, per me, al punto di non riuscire a trovare una via di uscita a tutto questo.”
“Forse non devi farlo.”
“E cosa devo fare?”
“Aspettare.”
“Aspettare cosa?”
“Un treno.”
“Un treno?”
“Sì, il suo treno.”
“Ma il suo treno è già passato.”
“Non c'è un treno che passi e che non torni.”
“E se ne passassero altri?”
“Potresti diventare un treno anche tu ed andarlo a cercare.”
“Io non sono un treno, sono una stazione.”
“Perché una stazione?”
“Perché io sono quella che li aspetta, i treni.”

 

 

Scorpius Malfoy aveva cominciato a parlare molto spesso con Danica. Era interessante, intelligente, gentile, simpatica, ed ovviamente estremamente attraente.
Lei non era la classica ragazzina viziata, quella che pensa ai trucchi, all'aspetto fisico. Eppure risultava così bella, comunque fosse.
Forse il fatto che non si sforzasse di essere ciò che non era la rendeva così bella, così superiore a tutti loro che passavano ad inseguire i sogni di qualcun altro, così superiore a loro che cambiavano chi era per essere accettati da un mondo che non li avrebbe voluti comunque.
Scorpius l'ammirava, l'ammirava moltissimo, e pensava che parlare con lei accrescesse in qualche modo la sua saggezza, cosa che probabilmente era anche vera.
Gli piaceva trascorrere i pomeriggi con lei, le giornate con lei. Facevano lunghe passeggiate, dentro e fuori il castello, e oramai Scorpius era quasi totalmente sicuro di piacerle. La cosa che, però, continuava a non sapere, era il livello della sua attrazione.
Gli sarebbe dispiaciuto far soffrire una creatura così rara, così superiore. Scalfire un diamante così grezzo, limarlo fino a renderlo uguale a tutti gli altri diamanti.
Pensò che in fondo, lei ed il suo cuore saggio, sapevano e si erano arresi ben presto al fatto che, se anche si fossero amati alla follia, la cosa sarebbe andata avanti per poco, molto poco tempo.
Non poteva durare fra persone così distanti, fisicamente e, in fondo, anche caratterialmente.
Scorpius forse scoprì di avere una parte buona quando seppe che una parte di lui sapeva che una come Danica non si sarebbe mai fatta illudere dalle sue attenzioni, e l'aveva scelta per questo.
Si sentì molto come Mr. Frank Weston Churchill, di Emma, il romanzo della Austen. Ma pensò che avrebbe dovuto tralasciare questo paragone coi suoi amici Maghi, poiché si trattava di un romanzo Babbano, ed in parte se ne vergognava.
Però gli piacevano da morire quei libri, quelli della Austen, Shakespeare, le sorelle Brontë..
Si disse che sarebbe passato per ipocrita suo padre, più di lui. Un ex Mangiamorte con libri babbani in casa. Puah!


Ormai il giorno del Ballo arrivò, e la tensione era alle stelle. Inviti dell'ultimo minuto, vestiti che arrivavano via Gufo e che venivano puntualmente gettati sulla colazione scatenando l'isteria delle giovani donzelle che volevano fare bella figura, e molto altro ancora.
Ma forse, tutto sembrava così normale, così tranquillo, in confronto a Blanca Parkinson (che poi, in realtà, era Blanca Zabini, ma era sempre sembrata così figlia interamente e solamente di sua madre che veniva sempre chiamata Parkinson, anche dai professori) che entrava nella Sala Grande coi capelli ritti in testa.
Tesoruccio”, si avvicinò dolcemente a Scorpius, sorridendo mentre dentro di sé si immaginava già a prenderlo ad asciate, “Quando pensi di invitarmi al ballo?”
Il malcapitato, che in un primo momento avrebbe voluto riderle in faccia, la guardò, calmo.
Pensavo di essere stato chiaro l'altro giorno.”
Ah!” Strillò questa, isterica, “Quindi non ti è ancora passata! Caro Scorpius Malfoy, sei peggio di una strega mestruata con una bacchetta che sa produrre solo Anatemi che Uccidono!”
A quel punto tutta la Sala Grande non poté far altro che ridere, perché tutti, ma davvero tutti, si immaginarono Scorpius Malfoy che correva qua e là in sottoveste e coi bigodini in testa mentre la sua bacchetta gettava lampi verdi un po' ovunque andasse.
La McGranitt stessa, che accorse prontamente a salvare il Serpeverde, portando via di forza la Parkinson verso l'Infermeria, dove chiese prontamente a Madama Chips di dare un calmante a quella ragazza, stava ancora ridendo sotto i baffi quando rientrò in Sala Grande.
A quel punto, probabilmente perché tutte quelle faccende l'avevano mandata su di giri, o perché aveva voglia di scatenare un po' d'ilarità, guardò Scorpius ridendo e, con la voce abbastanza alta da farsi udire da tutta la Sala Grande che taceva, gli disse:
Signor Malfoy, spero che almeno stasera si presenti con un abito da cerimonia da uomo. E potrebbe mettersi in contatto con Olivander, se avesse bisogno di una nuova bacchetta, magari che sappia fare altri incantesimi oltre l'Avada Kedavra.”
Tutti, ma proprio tutti, risero di gusto. Un po' perché era la McGranitt, un po' perché stava venendo da ridere anche a Malfoy stesso, un po' perché loro stessi erano su di giri, e sicuramente un altro bel po' perché poco dopo il padre di Scorpius gli si avvicinò, anche lui ridendo, e dicendogli:
Pensa che alla tua età fui trasformato in un furetto e infilato nelle mutande di Goyle.”
Quella giornata fu la giornata più pazza che Rose avesse mai passato ad Hogwarts. Letteralmente.
Ragazze di Durmstrang e Beauxbatons che finivano in Infermeria per fatture improbabili scagliate di nascosto da altre ragazze gelose rimaste senza pretendenti, Blanca Parkinson che per tutto il giorno girava per i corridoi strillando che gli uomini non capivano niente e scagliando fatture a caso, ragazzi con vestiti da cerimonia improbabili che si aggiravano furtivamente per i corridoi cercando di non dare nell'occhio.
Forse il culmine della pazzia e del degenero fu quando i fantasmi credettero che si trattasse di una specie di Primo Aprile e cominciarono a trasformarsi in Blanca Parkinson e girare per tutti i corridoi gridando parole di odio contro chiunque.
Se c'era una persona segnata, quella era la povera Blanca. Il cui unico, fatale sbaglio, fu quello di credere alle parole di un adolescente egocentrico ed egoista.

 

Rose stava camminando per i corridoi con Nicolas, che aveva incontrato a pranzo in Sala Grande e con cui era stata fino a quel momento, ovvero le quattro del pomeriggio, quando incontrò Blanca.
Lei la vide e le andò in contro con fare minaccioso, pensando fortemente i piedi come per voler far sprofondare il pavimento e Rose con lei.
Tu!” La guardò male, puntandole un indice contro talmente vicino che Rose ebbe paura che le avrebbe cavato un occhio.
Nicolas le divise prontamente, ma Blanca non demordeva e continuava ad avanzare verso di lei ogni volta che veniva allontanata dalla sua preda.
Sta' calma.” Provò Rose.
Dire di star calma a Blanca Parkinson era più stupido e inutile di dire a Grattastinchi di far le fusa ad Hugo.
Lei continuò a scrutarla torva.
Che ti ho fatto di male?” Provò a chiederle di nuovo Rose.
Blanca scoppiò in una risata isterica.
Tu?! Oh, tu?! Niente! Assolutamente niente!”
Rose non poté far altro che tirare un sospiro di sollievo.
Allora perché fai così con me?”
La Parkinson rise di nuovo, più isterica di prima.
Credi davvero di non avermi fatto niente?! Lo credi?!”
Scusami, ma io davvero non capisco cosa possa averti fatto..”
Guarda che l'ho visto!”
Visto cosa?”
Visto come ti guarda ogni volta che tu non lo guardi! Come cerca il tuo sguardo! Come ogni volta ti lanciava uno sguardo di sfida dopo avermi baciato davanti a tutti! Io lo sapevo, oh, lo sapevo!” Strillò Blanca, e le si accasciò sopra, cominciando a singhiozzare.
Ehi..” La accarezzò piano Rose.
Io sapevo di non piacergli davvero, sapevo che mi stava usando, ma allora perché adesso ha smesso? Gli unici momenti in cui mi sono sentita una persona degna di respirare erano quelli in cui lui mi baciava, anche se non provava niente.. E adesso guardami, sono qui, più triste e sola di prima.. Perfino i fantasmi mi prendono in giro.. Hanno una vita sociale più ampia della mia!”
Guarda che Scorpius non è l'unico al mondo..” Provò Rose.
Sai bene che non è così! E per te le cose sono semplici!”
Semplici?!” Sbottò Rose. “In effetti è stato davvero semplice vederlo baciarti per tutto questo tempo! E i suoi sguardi cattivi e pieni di sfida, oh, sì, quelli che mi riempivano di felicità e di speranze e che mi spianavano la strada verso il suo cuore!”
Blanca la guardò sgranando gli occhi.
Allora.. Allora tu.. Allora davvero tu tieni a lui!”
Certo che lo faccio.” Disse Rose, piano, con una voce cupa che non le apparteneva.
E lui.. Lui ti tratta male, però! Così come ha fatto con me!”
Esatto.”
Allora.. Allora non sono sola!”
Di questo non sono troppo sicur..”
Ma prima che potesse dir altro Blanca la abbracciò, piangente.
Aspetta, aspetta. C'è una differenza sostanziale tra me e te, cara.”
E qual è?”
Che non ho intenzione di lasciare che Scorpius Malfoy mi abbatta in alcun modo. Siamo entrambe giovani e con tutta la vita davanti. Questi sono i nostri anni migliori, e non torneranno. Lui non è tutti. E' solo uno sciocco ragazzino viziato, niente di più e niente di meno. Dobbiamo pensare a divertirci, quindi su col morale e raccatta tutta la dignità che hai perso in mezza giornata.” Le disse secca Rose, scrollandosela di dosso.
Dovrei porlarti, Rose.” Le disse Nicolas appena si furono allontanati da Blanca, ancora stranita per il rimprovero di Rose.
Ma certo. Dimmi tutto.” Gli disse lei.
No, non qui.. Dovremmo chercare un posto un po' più tranquillo, se non ti dispioce.
Okay, okay. Capisco, va bene. Allora seguimi.” Gli disse, affrettando il passo e dirigendosi verso il parco.
Ormai erano tutti saliti nei propri dormitori a prepararsi, ma Rose decise di concedere almeno venti minuti a ciò che Nicolas aveva da dirle, perché sembrava serio e quasi preoccupato. Sperò solo che non riguardasse ciò che aveva detto a Blanca, e ciò che Blanca aveva detto a lei.
E insomma, devo dedure che ci sia del romantisme, tra toi et le jeune Malfoy.”
No, non devi dedurre niente. Tutto ciò che ho detto a Blanca era sincero, davvero. Ho sprecato troppo del mio tempo dietro ad una persona che non mi vuole e che non potrebbe mai volermi.”
Pourquoi disci questo?”
Perché è la pura e semplice verità. Blanca potrà dire ciò che vuole, potrà dire che si vede dai nostri sguardi che lui tiene a me quanto io tengo a lui, e potrà anche essere vero, totalmente vero. Se anche con gli occhi non si può mentire, lo si può fare con tutto il resto, ed è ciò che Scorpius ha sempre fatto.”
Da quello che me disci, je ne pense pas que il est un bravo ragaso!”
Perché probabilmente non lo è.”
E allora cos'è che te atrae de lui?”
Rose emise una risata bassa, roca, quasi amara. Ci pensò un po' e dette la risposta più sincera che potesse dare:
Non lo so. Non ho nemmeno mai saputo cosa mi abbia spinto a continuare, anzi alimentare, il mio affetto per lui. Forse il mondo mi sembrava così monotono, e nei suoi occhi ho scoperto qualcosa di diverso che mi ha stuzzicata.”
E adesso? Provi ancora qualcosa per lui?”
Non lo so. So solo che dei sentimenti non spariscono dall'oggi al domani, ed alcuni addirittura non spariscono dopo anni ed anni. Si impara a farci l'abitudine, si convive con l'assenza di una persona, la si accetta. Ma una persona, se era davvero speciale, non la si dimentica mai.”
Queste parole sono molto saje.” Commentò Nicolas, con un sorriso amaro sul volto, “Ma continuo a sperore di poter ancora riuscir a dimenticor delle cose.”
Cose del tipo?”
Nionte, nionte, vecchie illusioni nutrite da un cuore scieco.”
L'amore è cieco.”
Mais les delusioni no.”
Ci fu un lungo silenzio, che si protrasse per qualche minuto. Alla fine Rose si alzò, appena riscossa dalla moltitudine di pensieri che l'avevano stordita, arrivando tutti insieme.
“E' tardi! Faremo tardi se non ci prepariamo!” Strillò e corse via, alla volta dei dormitori.
Quando arrivò, trovò Sugar intenta ad infilarsi il suo vestito, per di più con scarsi risultati. Aveva bisogno di qualcuno che le tirasse su il vestito, perché da sola non ce l'avrebbe fatta, così Rose corse in suo aiuto, e la sua amica in pochi secondi era pronta, infiocchettata nel suo vestito più bello.
Quello di Sugar era più semplice di quello di Rose, sebbene fosse molto bello anche quello. Il suo era rosa antico, con dei drappi che scendevano dalla gonna che arrivava al ginocchio. Il corpetto era stretto e lucido, con uno scollo a cuore.
“Sei magnifica.” Commentò Rose, guardandola bene.
“Lo sarai anche tu appena avrai indossato il tuo vestito. Forza! E' tardi!” Le rispose la sua amica.
Rose frugò nell'armadio e tirò fuori il suo vestito, che sembrava ancora più bello adesso che era in procinto di indossarlo davanti a tutti.
Si sfilò velocemente i vestiti di dosso e si infilò cautamente nel vestito. Le calzava a pennello.
“Adesso devo solo sistemarmi i capelli.” Disse tranquilla, scrutandosi davanti allo specchio.
“Cosa pensi di farci con così poco tempo?” Le chiese Sugar, ansiosa.
“Cosa credi? Anche mia madre aveva i miei capelli, ed anche mia madre ha partecipato ad un Ballo del Ceppo. Mi ha insegnato un incantesimo fatto apposta per toglierci il crespo, guarda.” Disse, con una punta di fierezza nei confronti della madre nella voce.
Agitò la bacchetta vicino alla sua testa ed i suoi capelli parvero ammorbidirsi sotto il tocco di qualcosa che c'era e non si vedeva. Piano piano cominciarono ad attaccarsi di più alla testa, e a ricadere morbidi sulle spalle in un'acconciatura armoniosa.
Rose diede le spalle all'amica per mostrarle cos'aveva fatto dietro la testa.
Un complicato disegno di trecce le correva sulla testa, attorcigliandosi con dei piccoli fiori gialli, e ricadendo morbidi sulle spalle sotto la forma di dolci boccoli.
“Oh, Rose!” Esclamò ammirata l'amica, “E' bellissimo!”
“Vuoi che faccia qualcosa anche sui tuoi?”
“Oh sì, se non ti dispiace..” Le disse l'amica.
Rose agitò di nuovo la sua bacchetta e prese uno specchio per mostrare a Sugar la sua acconciatura.
Era altrettanto elaborata, ma visto che Sugar aveva i capelli più lunghi, questi erano raccolti in cima alla sua testa in strani boccoli, e le scendevano anche questi morbidi sulle spalle.
Per arricchirla un altro po', Rose vi inserì qualche piccolo fermaglio a forma di farfalla sulle varie tonalità del rosa.
“Ti piace?”
“La adoro!” Esclamò Sugar, molto entusiasta.
“Ora lascia che io ti trucchi.”
“Con un incantesimo?”
“No,” rispose Sugar con un sorriso, “lo facciamo alla Babbana!” E tirò fuori dalla sua borsa una palette di ombretti di tutti i colori.
Entrambe uscirono dal dormitorio alle sette meno un quarto, e l'appuntamento era alle sette in Sala Grande, quindi più che in tempo.
Quando Rose vide James, splendido anche lui nel suo completo migliore, attendere ansioso Sugar su una poltrona vicino al camino, le venne in mente che forse anche lei avrebbe dovuto scendere con Nicolas, ma davvero non ci aveva pensato e non ne aveva parlato con lui!
Rimase un po' indietro sulle scale, desiderosa di lasciare a James e Sugar un po' di intimità, e appena lei raggiunse James, Rose sgattaiolò fuori dal buco del ritratto e si ritrovò sulle scale.
Appena uscì, molti occhi si puntarono su di lei. Si rese conto che non avrebbe potuto scegliere niente di più appariscente, ma andava fiera del suo aspetto, quella sera.
Fortunatamente, Nicolas sembrò aver pensato a tutto ciò a cui lei non aveva fatto caso prima di ritrovarcisi, e lo trovò fuori dalla Sala Comune ad attenderlo.
Era bellissimo anche lui, e Rose si accorse che non avrebbe potuto desiderare di meglio.
Decise che quella sera sarebbe stata perfetta, e che niente l'avrebbe potuta rovinare, e con tali convinzioni scese le scale e percorse i corridoi fino ad arrivare nella Sala Grande.
Non aveva visto mai la Sala Grande addobbata in un modo migliore di quello. Era elegante, allo stesso tempo sfarzosa, ma non eccessiva. Ogni cosa sembrava al posto giusto, e sembrava curata nei minimi dettagli.
Ai lati della sala immensa, vi erano stati disposti quattro tavoli pieni di cibo con delle tovaglie dei colori delle quattro Case di Hogwarts, e con sopra stampato lo stemma di Hogwarts, e quello delle altre due scuole ospitate.
Niente avrebbe potuto essere più perfetto di così, e Rose sembrava che fosse stata creata per starsene lì, con insolita grazia, a parlare amabilmente con Nicolas, e completare il quadretto della bellezza e della perfezione resa estremamente concreta.

 


Quando Scorpius Malfoy varcò la soglia della Sala Grande, agghindato nel suo completo verde petrolio, il rosso del vestito della Weasley gli s'insinuò dentro tanto che quasi gli lacrimarono gli occhi.
Si chiese dove fosse sparita la Rose Weasley di tutti i giorni, quella coi capelli crespi ed i denti davanti sporgenti, quella saccente fino a risultare quasi noiosa, quella che lui aveva sentito coi suoi stessi orecchi sentir dire ad una malcapitata che teneva a lui, ma che era giusto che la sua vita andasse avanti.
Era al fianco di Danica, ma adesso davvero non gli importava di lei, di cosa volesse fare. Voleva ballare? Che ballasse. Voleva mangiare? Che mangiasse.
Nulla che vedesse con occhi diversi da quelli di Rose, nulla che emanasse un odore diverso dal suo, nulla che fosse diverso da lei, avrebbe potuto davvero contare in quel momento.
Resisté alla tentazione di salutarla.
Resisté alla tentazione di avvicinarsi a lei, anche solo facendo finta di non vederla.
Resisté alla tentazione di sfiorarla, per sentire se era reale.
Resisté a qualsiasi tentazione potesse indurgli l'aspetto fisico di lei, e anche l'aura di bellezza interiore che emanava, nei suoi modi così disinvolti, per la prima volta nella sua intera vita.
Seguì Danica come un cane fedele, la fece divertire, le disse qualche battuta, le fece qualche complimento, senza mai sembrare scontato, falso o distratto da qualcos'altro che avrebbe sempre meritato più complimenti di lui.
Scorpius osservò la Sala Grande riempirsi senza trovare un senso a quelle povere anime che vagavano senza una meta in quella stanza, in quel perimetro ristretto. Che senso aveva vivere, per loro, se ancora non avevano notato Rose Weasley?
Ben presto la musica partì, e lui sapeva che avrebbe dovuto aprire le danze, così mise un braccio intorno alla vita della sua accompagnatrice e si diresse al suo fianco verso il centro della pista, che era stato svuotato per farci entrare loro, i protagonisti della serata.
Prima che arrivasse la Weasley, a Scorpius era sembrato quasi uno spazio troppo grande per accogliere solo due coppie, ma dopo che era arrivata, si accorse che era anche troppo poco per contenere tutta la sua bellezza.
Ballarono, ballarono bene entrambe le coppie, ma Scorpius sapeva che nessuno stava guardando lui. Tutti gli occhi, adesso, erano puntati su Rose.
Ed anche i suoi.
La prima danza finì e Scorpius andò a prendere da bere sia per sé che per Danica, che si era seduta sui divanetti posti di lato ad aspettarlo.
Quando tornò indietro, scoprì che Rose e Nicolas si erano fermati a parlare con la sua accompagnatrice e fu tentato di correre via prima di poter essere notato, tuttavia il suo orgoglio e la sua fierezza di sé ebbero la meglio ed entrò nel loro campo visivo a testa alta, sempre senza riuscire a staccare gli occhi di dosso dalla bella Rose.
“Buonasera.” Salutò, fingendosi cordiale, perfino buono.
Rose gli scoccò un'occhiata un po' curiosa, incerta su come rispondergli, poi gli fece un breve cenno, seguita a ruota da Nicolas.
“Bel vestito.” Le disse, indicandolo con un cenno della testa.
“Me l'hai consigliato tu.” Le ricordò lei, ed era vero. Quando l'aveva visto, non aveva pensato a niente se non quanto sarebbe donato sulla sua pelle chiara e sui suoi capelli rossi.
“Si può dire che abbia buon gusto.” Commentò Danica, sorridendo, quasi pavoneggiandosi della superiorità del suo accompagnatore.
“Perlomeno en fato de vestiti.” Commentò più aspro Nicolas.
“Invece scommetto di aver buon gusto anche riguardo altre cose.” Ammiccò Scorpius, stuzzicando Nicolas e Rose contemporaneamente, “Non potresti criticare il mio gusto senza criticare anche il tuo.”
Rose sentì Nicolas fremere vicino a lei, così lo prese dolcemente per un braccio e lo portò di nuovo a ballare.
La folla sembrava aprirsi davanti a lei, e lei non aveva mai provato niente di così bello.
“Quel tuo amico, più parla più me sembra un idiota.” Commentò aspro Nicolas, dopo poco che avevano ricominciato a ballare.
“Questo solo per una ragione.” Disse Rose.
“Non sono jeloso!”
“No, no, non intendevo quello” rise Rose, “intendevo solo dire che sembra un idiota perché in fondo lo è!”
“Oh beh, a quonto pare stasera sei tanto bella quonto perspicosce!”
“Vorresti dire che gli altri giorni sono brutta?” Chiese Rose, fingendosi offesa.
Scerto che no, scerto che no! Ansi, ti trovo la ragasa più bella che io abia mai conosciuto!”
Rose arrossì un poco e non rispose, semplicemente cominciò a ballare ad un ritmo più incalzante, per evitare che parlassero di nuovo.
Dopo aver ballato per almeno mezz'ora di fila, si concedettero una pausa e si misero a sedere su dei divanetti, molto vicini l'un l'altra.
Bevvero qualcosa e parlarono del più e del meno, ma ben presto furono raggiunti da Danica.
“Avete per caso visto Scorpius?” Chiese, una punta di ansia nella voce.
“Assolutamente no.” Disse Rose sicura. Se l'avesse visto, ne era certa, l'avrebbe notato e se lo sarebbe ricordato. Dopotutto, non rimaneva una persona qualunque.
“Stavamo ballando, poi ci siamo fermati, io mi sono girata e non c'era più.. non ho la più pallida idea di dove sia finito!” Riprese Danica.
Rose si avvicinò all'orecchio di Nicolas e gli sussurrò di invitare Danica a ballare per rilassarla un po', e nel frattempo lei sarebbe andata a prendere una boccata d'aria fuori, e se avesse visto Scorpius gli avrebbe detto che Danica lo cercava.
Nicolas non parve gradire troppo la parte in cui Rose usciva per cercare Scorpius, ma lei gli ripeté che non l'avrebbe fatto, e che gli avrebbe parlato solo se per caso l'avesse incrociato.
Il suo compagno parve rincuorato, sebbene molto poco, e così seguì gli ordini di Rose ed invitò Danica a ballare, che, malgrado l'ansietà, accettò l'invito e parve sciogliersi in pista.
Rose uscì davvero come aveva detto che avrebbe fatto a Nicolas, e si guardò intorno per cercare non Scorpius quanto Sugar e James appartati in un angolino. Ben presto, come si aspettava, lì trovò, e li sorprese abbracciati in un perfetto momento romantico, per questo decise di girare dall'altra parte prima che loro potessero vederla e si sentissero obbligati a salutarla e rovinare così il momento d'intimità.
Rose camminò per un po', fino a che la luce si fece più bassa e non si trovavano più giovani coppie appartate. Fu strano, perciò, vedere una figura vagare nel buio, senza posa.
Si avvicinò di soppiatto per riuscire a capire chi fosse, e una flebile luce lontana l'aiutò a capire che si trattava di Malfoy, e nel mentre che decideva se andarsene a gambe levate o rimanere lì e salutarlo, lui si voltò e le andò in contro.
“Cosa ci fai qui tutta sola, Weasley? Credevo che il tuo ragazzo non ti lasciasse andare così facilmente.”
“Non è il mio ragazzo, né tanto meno il mio padrone, come io non sono il suo cane. Quindi, se voglio uscire lo faccio, indipendentemente dalla sua volontà. E comunque adesso è ad intrattenere la tua signorina, che era in preda ad una crisi isterica perché non ti trovava più. Come mai ti sei allontanato senza dirle niente?”
“L'ho fatto perché se le avessi detto che volevo uscire avrebbe creduto che mi volessi appartare con lei e mi avrebbe seguito, e perché mi dispiaceva piantarla in asso.”
“L'hai piantata in asso comunque.”
“Ma non in modo concreto.”
“Codardo.”
“La chiamo voglia di isolarsi.”
“Se hai bisogno di un po' di solitudine non ti disturbo oltre. Buon proseguimento, Malfoy!”
“No, no, aspetta!” La ricorse Scorpius.
“Ti è passato il momento di necessità di solitudine?”
“Diciamo di sì.”
“Allora puoi tornare da Danica. Sono certa che sarà ben lieta di riaccoglierti tra le sue braccia!”
“No..”
“Perché no?”
Scorpius si avvicinò paurosamente a Rose, ma lei era decisa a non lasciarsi tentare.
“Perché non è con lei che voglio stare.”
“Allora me ne vado.”
“Perché te ne vai?”
“Non vedo come tu possa preferire la mia compagnia alla sua.”
“Beh, ma lo faccio.”
“Strano.”
“Strano cosa?”
“Ti ritenevo una persona più interessante e meno superficiale da voler passare una piacevole serata con una ragazza solo perché questa indossa un bel vestito ed ha domato i suoi capelli.”
“Perché non lo fai sempre?”
“Perché il Ballo del Ceppo non è tutti i giorni?”
“Non intendevo indossare il vestito elegante.”
“Io intendevo sia il vestito che l'acconciatura.”
“Non penso ti ci sia voluto tanto per sistemarti i capelli. Perché non lo fai tutte le mattine?
“Se lo facessi tutte le mattine perderebbe di significato. Se invece lo faccio così raramente, apparirò più bella.”
“Che ottimo punto di vista.”
“Lo so.”
Pian piano il silenzio prese possesso del loro primo momento d'intimità che non fosse passato ad insultarsi, e loro sdraiarono vicini -molto vicini- stando ancora in silenzio.
“Sei molto bella stasera.” Sussurrò Scorpius.
“Anche tu lo sei.”
“I colori dei nostri vestiti fanno a pugni.”
“Un po' come noi.”
“Già.”
“Ma dopo i pugni facciamo pace?”
“Sì, facciamo pace.”
“Non ho mai fatto pace prima d'ora. Come si fa pace?”
“Così.”
Scorpius si voltò verso di lei ed avvicinò lentamente il suo viso al suo, le sue labbra alle sue.
Tutto il resto sembrava un'eco di un mondo lontano, in un'altra orbita, un altro tempo.
Con un intreccio di lingue loro erano stati trasportati via, da un'altra parte, un luogo senza spazio ed un'epoca senza tempo. Ogni cosa che li teneva aggrappati a quel mondo li aveva lasciati andare, e loro adesso fluttuavano a mezz'aria, forse per via delle farfalle nello stomaco che erano tante e che battevano le ali talmente velocemente che li avevano fatti volare.
“E' meglio che volare su una scopa”, pensò Rose.
Ben presto però le loro labbra si staccarono, e loro precipitarono di nuovo a terra.
“Questa.. questa cosa, deve rimanere segreta. E tu.. devi dimenticartela.”
Rose tacque per un po', poi chiese a Scorpius:
“Perché io e te ci facciamo sempre la guerra?”
“Perché per due anime come le nostre volersi pacificamente sarebbe troppo poco.”
“E cosa ci guadagniamo da questo dolore?”
“Altro dolore.”
“E dall'altro dolore?”
“Il leccarsi le ferite a vicenda.”
“Non l'abbiamo mai fatto.”
“Sì, invece.”
“Quando?”
“Prima, quando ci siamo baciati.”
“Ma quando ci siamo staccati abbiamo provato altro dolore.”
“Togli al piacere la parte del dolore. Cosa rimane?”
“L'amore.”
“Non mi basta.”
“A me sì.”
“Nicolas ti starà cercando.”
“Sarà impegnato con Danica.”
“Perché?”
“Perché cosa?”
“Perché non stai con lui?”
“Con chi?”
“Con Nicolas.”
Rose tacque per un po'.
“Perché non è te. E tu perché non stai con Danica?”
“Per questo motivo.”
E la baciò di nuovo.
E di nuovo volarono insieme.
E di nuovo atterrarono insieme.
Dopo poco si alzarono, insieme. E si diressero verso il Castello, insieme.
Non si fermarono alla Sala Grande, però. Scorpius stava un passo avanti a lei e la guidava, stando però attento a non lasciarla indietro.
La portò in un posto che lei non conosceva. Era un corridoio, con un arazzo appeso su una parete. Scorpius vi passò davanti camminando, e una porta spuntò all'improvviso dal muro.
“Cos'è?” Chiese Rose, incantata.
“Si chiama Stanza delle Necessità. E' qui per le persone che hanno bisogno, e ti da tutto ciò che vuoi.”
Entrarono.
“Adesso non devi far altro che chiederle qualcosa di cui hai veramente bisogno.” Disse Scorpius.
Lei si voltò e lo guardo un po'.
“Ce l'ho già.”
Lui la baciò di nuovo, più intensamente di prima, in quella stanza spoglia, senza niente, perché davvero entrambi avevano già ciò di cui avevano bisogno.
“E' sbagliato.” Disse Scorpius alla fine del bacio.
“Lo so.”
“Non potremmo durare che due giorni senza ucciderci.”
“So anche questo.”
“Dovremmo dimenticare.”
“Sì, ma non tutto. Solo stasera.”
“Solo stasera.”
Ed insieme sfoderarono le loro bacchette e pronunciarono la fatidica parola:
Oblivion.
In pochi secondi la loro memoria si offuscò, e Rose si ritrovò a ballare con Nicolas, e scorse Scorpius ballare con Danica un poco più avanti.
Entrambi avevano le convinzioni che avevano prima di parlarsi per la prima volta senza farsi la guerra.
Rose voleva andare avanti, Scorpius doveva farlo, anche se non l'avrebbe voluto.
Erano quelli, i loro destini.
Pensa a due rette parallele. Esse sono uguali, ed hanno moltissimo in comune, eppure vivono la loro vita senza incontrarsi mai, ed è triste. Poi pensa a due rette incidenti. Si scontrano una volta nella loro vita e poi non si trovano più, ed è ancora più triste.

  
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