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Autore: _Hikari    27/08/2013    2 recensioni
«Emma».
Socchiude gli occhi, cercando di proteggersi dai granelli di sabbia portati dal vento.
«Cosa c’è, David?» sbuffa, continuando a camminare, l’odore della salsedine nei polmoni; le iridi fisse dinanzi a sé, che tentano di cogliere qualunque profilo, qualunque presenza che non sia solo una delle tante ombre che l’affiancano.
«Non sono suo padre, miss Swan». Sussulta impercettibilmente nell’udire la solita punta d’ironia farsi strada nella voce dell’uomo; non è acuminata, pungente, non riesce a trapelare d’ilarità a ferire, dilaniare la carne come una volta. Ma c’è,
è presente, per quanto fioca.
Esattamente come quella persona che l’ha raggiunta, che le cammina accanto, nonostante l’andatura stanca e gli occhi spenti.
Quand’è stata l’ultima volta che un barlume li ha attraversati? Due, quattro, sei mesi fa?
«Questo lo sapevo» risponde, leggermente stizzita, mentre lascia vagare il proprio sguardo sugli alberi che li sovrastano, che si stagliano imponenti contro il cielo dell’Isola che non c’è, proseguendo la loro disperata ricerca.
Oh, al diavolo, cosa pensa di vedere? Henry che le corre incontro libero e sano?

{«Di parole portate dal vento» | Mr. Gold/Emma Swan}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Di sicurezze che si sgretolano come castelli di sabbia al vento.
#05

Era stato come se l’indecisione che le attagliava le membra fosse scomparsa, sgretolatasi come la roccia a causa dell’inevitabile scorrere del tempo.
Si passò una mano fra i capelli biondi.
Anche la rabbia era stata inghiottita dalla sorpresa, sbiadita come le lettere impresse sulla carta e celata dall’irritazione.
Non era la prima volta che avveniva, eppure a pervaderla era sempre la stessa sensazione, come se quei punti fermi – gli unici punti che possedesse, gli unici che le fosse stati concessi – stessero per venire rimossi.
È troppo.
L’ultima volta che aveva pronunciato quella frase Henry era quasi morto ed, adesso, si ritrovava a ripeterla, come se fosse una specie di mantra.
Aveva sconfitto un drago, era stata quasi uccisa da un orco, aveva affrontato una specie di strega e, per chiudere in bellezza, l’uomo che non avrebbe mai desiderato rivedere aveva fatto ritorno nella sua vita. Eppure sapeva, sapeva perfettamente che c’era un limite ed era anche conscia del fatto che lo stava pericolosamente sfiorando.
Un fruscio improvviso le fece alzare il capo e tornare al presente.
Restò immobile, avvertendo per la prima volta l’aria gelida che sferzava il volto dei pochi passanti e notando il complesso di edifici che la sovrastava.
«Gold» emise, titubante, inclinando il capo per distinguere meglio la sua persona, visibile solo grazie alla luce fioca di un neon.
«Oh, signorina Swan» disse lui, sussultando nell’udire quella voce.
Per la prima volta lo stratega non si era reso conto della presenza della pedina.
«Come mai qui?» domandò, titubante, indugiando sul volto dell’uomo.
Da quando aveva fatto ritorno dalla Foresta Incantata era cambiato: gli occhi erano cerchiati, come se non dormisse da qualche giorno, ed anche il sorriso sembrava diverso, quasi spossato, solo una mera ombra lasciata da ciò che era stato in precedenza.
«Problemi con la fidanzata?» ironizzò poi, notando l’identità del locale accanto a cui stavano conversando, quel genere in cui si va per dimenticare i problemi in compagnia di un bicchiere d’alcool.
Gold si lasciò sfuggire uno sbuffo, infastidito. «Dovevo immaginarlo, suo padre non è mai stato il massimo della discrezione».
Emma avvertì i globi dilatarsi per la sorpresa, mentre, senza rendersene conto aveva accennato qualche passo verso il negoziante.
Si morse l’interno della bocca, spiazzata. Proprio adesso doveva iniziare a comprenderlo? A trovare una soluzione per l’unico quesito che non era mai riuscita a risolvere?
Proprio adesso quell’unica certezza doveva vacillare ed il suo castello di sicurezze a crollare, simile a quelli di sabbia?

«No, è solo… intuizione. David non mi ha detto niente» mormorò, incerta su cos’altro aggiungere mentre la sua stessa frase le martellava la mente.
David.
Veramente aveva preso in considerazione l’idea di partire per un altro mondo, con delle persone che non riusciva nemmeno a chiamare “mamma” e “papà”?
«Mi perdoni». Nell’udire l’uomo alzò il capo, appena in tempo per rendersi conto del fatto che fosse in procinto di allontanarsi.
Delle voci avevano invaso l’aria, una sembrava famigliare.
«Aspetti» esordì, le parole che si libravano nella notte, dotate di una volontà propria. «Se n’è pentito?».
«Di cosa?».
«Di aver trascorso la sua vita in cerca di Neal… cioè, suo figlio e… Belle, si chiama così, vero?».
L’espressione dell’uomo tentennò. «Chiamava. Adesso dice di essere Lacey».
«Insomma, di loro. Crede anche lei che l’amore sia una… debolezza?», non era certa del perché lo stesse facendo, era… insensato. Era insensato ripensare alla sicurezza con cui Cora aveva pronunciato quelle parole – la stessa che per anni avevano quasi condiviso –; parole sbagliate, errate, ne aveva avuto la conferma. La sua stessa vita lo era.
Ed era insensato discuterne con lui.
«Gliel’ha detto Cora?» chiese sospirando e, per un attimo, alla donna parve che ci fosse una qualche cortina intessuta di ricordi ad annebbiare quegli occhi.
Un altro granello di sabbia che cade.
«Comunque no. A volte porta all’autodistruzione ma… no» disse, per poi tornare a voltarsi, distrattamente.
«Buonanotte, Emma».
«Buonanotte, signor Gold» mormorò lei, osservandolo allontanarsi nel buio.
E, in fondo, l’autodistruzione non faceva poi così paura.



Note: dalla flashfics alle one shots corte.
Bene, qui ce n’è per tutti i gusti: la Cora/Rumple, la Golden Swan, la Rumbelle – o meglio – la Lacey/Gold e la Emma/Neal.
Questa volta posto con qualche dubbio sulla caratterizzazione e sulla storia in generale.
Be’, in fondo è un momento abbastanza difficile per Emma; ha appena saputo dei fagioli che stanno coltivando i suoi genitori e Neal è appena rientrato nella sua vita, il muro che si era costruita intorno sta crollando, per cui spero che questa breve conversazione riesca ad inserirsi, ecco.
L’ultima frase è di libera interpretazione; credo che vada bene per… tutto.
In ogni caso il giudizio spetta a voi.
Dimenticavo; un grazie speciale a Euridice100 e Stria93 per il supporto, è un onore ricevere le vostre recensioni. ^-^
Bene, adesso la smetto di sproloquiare, spero che “questa cosa” vi sia piaciuta almeno un po’ di come a me è piaciuto immaginarla #Film mentali mode: on.
Alla prossima. :)

   
 
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