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Autore: ScandalousLaRabiosa    27/08/2013    5 recensioni
Seguito di "Dragon Ball F.E.M".
E' passato un anno da quando Fede, Elena e Marta sono tornate dal Dragon World, e l'avventura non è affatto stata dimenticata.
Al seguito di una strana "anomalia" verificatasi sia nella nostra dimensione, che nel mondo di Dragon Ball, Goku, Gohan e Vegeta saranno costretti ad andare a trovare le loro amiche, perché sembra che il loro aiuto sarà fondamentale.
Inizia una nuova impresa dimensionale per le tre amiche.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Latino. Latino. Latino.

Due ore consecutive solo di latino.

Le stava esplodendo il cervello.

Spiegazioni su spiegazioni che capiva, certo, ma erano troppe per essere assimilate tutte insieme. Anche prendere appunti stava diventato un'impresa. Ma niente: la professoressa era lanciata e non sembrava avere intenzione di chiudere il discorso.

Si risistemò il ciuffo indietro con la mollettina, rinunciando a prendere appunti.

Dannazione a Fede e alla sua osservazione che oggi sia già un anno. Pensò, essendo ben consapevole che era quello a farle sembrare tutto così insopportabile.

Fede era sempre stata una ragazza malinconica, quando ci si metteva, poi era anche brava con i suoi discorsi strappalacrime, quindi figurarsi per questa cosa!

Picchiettò la penna sul banco, cercando di consolarsi con il fatto che la penultima ora fosse già suonata. Poteva sopportarla ancora un'ora.

Forse potrei dire di star male per uscire prima...

Purtroppo usciva un'ora dopo rispetto alle sue amiche.

Appena fosse stata a casa avrebbe chiamato Elena e Fede, decise. Aveva bisogno di qualcuno con cui parlare del Dragon World e di tutte le sue meraviglie.

Aveva bisogno di parlare di Vegeta e di quanto le mancasse.

Si, perché in realtà era lui la persona che più voleva vedere in quei giorni.

Anche senza guardare la serie tv aveva i lineamenti del principe dei saiyan marchiati a fuoco nella sua mente. Avrebbe potuto disegnarlo li, sedutastante.

Facendo molta attenzione che nessuno le stesse prestando attenzione, frugò dentro il suo zaino fino a trovare il piccolo oggetto dal quale non si separava mai.

Un giorno me lo restituirai, aveva detto il principe dei saiyan, quasi fosse stato possibile.

Passò le dita sul metallo bianco e sulla lente verde dello scouter, tirando un piccolo sospiro.

Fede si era portata dietro le cicatrici di quelle avventure, Elena il poter volare senza limiti e lei il rilevatore che un tempo era stato di Radish, ma che Bulma aveva riparato e usato per la loro ultima avventura prima di tornare a casa.

Una voce arrabbiata riecheggiò per tutto il corridoio fuori dalla porta, bloccando la spiegazione della professoressa e attirando l'attenzione di tutta la classe, compresa la sua.

-Ma quale autorizzazione! Senta un po', non può dirmi cosa posso o non posso fare, chiaro?!- era una voce da uomo parecchio scocciata, che sicuramente aveva attirato l'attenzione di tutto il piano terra e non solo.

Lo scouter che aveva tra le mani iniziò a suonare con un insistente Biiiip. Imprecò tra i denti e, non riuscendo a spegnerlo, lo ricacciò in fondo alla cartella, appallottolandolo nella felpa.

Almeno così riusciva a sentirlo solo lei, visto che la sua compagna di banco quel giorno era malata.

La professoressa provò a continuare a spiegare, ma quella voce arrabbiata continuava a suonare per tutta la scuola, interrompendola ogni volta.

Alla fine, con uno sbuffo e un'imprecazione trattenuta, uscì e andò a vedere cosa stava succedendo.

Tutti i suoi compagni iniziarono a parlare e commentare a volumi più forti o meno, mentre lei si precipitava a riprendere il rilevatore, che continuava a suonare.

Mentre immergeva le mani sempre più a fondo, le capitò tra le mani il cellulare vibrante.

Un messaggio da parte di Fede: Ci vediamo dopo pranzo a casa mia. È un'emergenza e sai di cosa parlo.

Visto dal modo in cui era scritto sembrava una faccenda molto seria, anche se Marta non aveva idea di cosa stesse parlando. Le avrebbe risposto dopo, visto che adesso aveva un problema più importante.

Quando trovò lo scouter si mise sotto il banco e se lo sistemò all'orecchio, con la lente sull'occhio.

Numeri e lettere gialle iniziarono a lampeggiare sul vetro e una freccia e un mirino indicarono con chiarezza che c'era una grande forza fuori dalla porta.

I numeri di rilevamento potenza continuavano a crescere, superando i famosi novemila che avevano reso famoso Vegeta.

Marta iniziò a preoccuparsi: non poteva esserci una forza così grande nella loro dimensione, a meno che non fossero arrivati gli alieni, cosa di cui dubitava, anche se non impossibile.

Forse il rilevatore era semplicemente rotto, visto quanto fosse vecchio.

Lo rimise dentro la cartella, aspettando il ritorno dell'insegnante.

-Non osi! Lei non ha il permesso di entrare nelle classi senza autorizzazioni!- sentì la voce della prof sempre più vicina e furiosa, seguita dal suono diretto dei suoi passi.

La porta si aprì con suono secco, andando a sbattere contro il muro e attirando l'attenzione di tutta la classe.

-Sa che le dico?! Che la mia pazienza ha un limite, e che nessuno da ordini a me!

Marta si tenne saldamente al banco per non scivolare del tutto dalla sedia.

Sulla soglia dell'aula, a sbraitare contro l'insegnante di italiano e latino, vi era un uomo in tenuta blu, con stivali e guanti bianchi, una vena rigonfia pulsante sulla fronte e capelli neri, simili ad una fiamma, immuni alla gravità.

-Vegeta...?- mormorò piano Marta con voce strozzata, rimettendosi dritta.

-Se vuole prelevare uno studente, deve avere avere il permesso di un genitore o l'alunno deve avere un'autorizzazione, sono le regole della scuola!

Il principe sbuffò.

Se continua così, non credo che la prof farà una bella fine... Marta provò a guardare fuori dal corridoio, ma non sembrava ci fossero altre persone con lui, ciò voleva dire che aveva piede libero riguardo a scenate ed esplosioni d'aura.

Anche la bidella sul piano si unì alla discussione, mentre i suoi compagni tiravano fuori cellulare e facevano foto e video di nascosto al nuovo pazzo entrato in classe o al cosplay improbabile e fatto benissimo del principe Vegeta o a Vegeta in carne ed ossa.

Si stava mettendo decisamente male, insomma.

-Basta! Non sprecherò un secondo in più del mio tempo qui!- e detto ciò si diresse a grandi passi verso il fondo della classe. E i suoi occhi si posarono inevitabilmente su Marta.

-Oh no...- disse piano.

-Non si avvicini o chiamo la polizia!- lo minacciò la bidella con il dito puntato.

-Vegeta, ti prego, aspetta...- cercò di dirgli Marta, prima che combinasse qualche guaio.

In una frazione di secondo, il saiyan si caricò la ragazza in spalla neanche fosse un sacco di patate.

-Kyah!- lanciò un gridolino di sorpresa, non proprio da lei.

Ora tutta l'attenzione dei compagni era rivolta anche sulla loro compagna. E sapeva benissimo che non sarebbe stato piacevole aprire il suo Facebook...

-No, no, aspetta!- cercò di protestare, ma la presa ferrea sulle sue ginocchia non le dava una grande possibilità di scesa.

-Non ti ci mettere anche te! Abbiamo fatto tutto questo viaggio solo per venirvi a raccattare e non voglio sentire proteste!- la ammonì Vegeta, cercando di andare verso la porta, ma sovrastato da insegnante e bidella.

-Metta subito giù la ragazza!- gli ordinò la prof, puntandogli il dito contro il petto.

I due ripresero a litigare sul fatto che lei dovesse rimanere in classe e che la donna non doveva permettersi di toccarlo così.

Emergenza... Si, direi che Fede intendeva qualcosa del genere...

-Vegeta... Vegeta... Vegeta...- cercò di richiamarlo più volte lei, senza però riuscire ad avere udienza.

Ho uno strano senso di dejà vu... pensò.

Alla fine, al limite della pazienza, tirò la prima ciocca di capelli del principino che le capitò a tiro.

-VEGETA!-urlò.

Il saiyan le bloccò il polso torturatore, fissandola con gli occhi a fessura.

Uno sguardo che avrebbe incenerito chiunque, ma per fortuna Marta era “immune” al suo sguardo truce, che sostenne senza problemi.

Tutti nell'aula trattennero il fiato.

-Cosa. C'è?- chiese sibilando Vegeta.

La ragazza si mise dritta, poggiandosi alla sua spalla, e gli rivolse il suo miglior sorriso zucchero e miele, pieno di irritazione a stento repressa.

-C'è che se mi metti giù, forse, e dico forse, riesco a farci uscire senza troppi problemi.

Continuò a fissarlo, finchè lui non tirò un sono sbuffo e la rimise a terra, facendo tornare a respirare tranquillamente tutti.

-Mocciosa.- borbottò.

-Principino dei miei stivali.- sussurrò di rimando, prima di trovare una scusa convincente per calmare le acque.

 

-Mi devi un grandissimo favore!- gli ridisse per l'ennesima volta mentre si dirigevano in strada. Si stava ancora sistemando la sciarpa.

Grazie al cielo era riuscita ad inventare una buona scusa sul momento: aveva detto che quell'uomo era suo zio, un tipo un po' strano e appena uscito da una crisi di nervi, venuto a prenderla perché lei non si sentiva tanto bene e aveva mandato un messaggio ai genitori, i quali avevano mandato lui. Si era scusata per aver usato il cellulare e aveva recitato tutto a dovere, promettendo di portare la giustificazione e tutto il giorno seguente.

Se sarò a scuola, domani... pensò mettendosi meglio la cartella sulle spalle, anche se di certo il giorno dopo non sarebbe stata assente per un semplice mal di pancia...

-Per cosa? Per averti tirato fuori da quella struttura prima?- chiese lui a pochi passi da Marta, camminando con disinvoltura e trattenendo una certa irritazione per il tono che la ragazza gli stava rivolgendo.

-No, per essere riuscita a tirarci fuori da quella storia senza che qualcuno chiamasse la polizia!

-E tu credi davvero che un paio di comuni esseri umani avrebbero potuto anche solo sfiorarmi?- chiese lui con il suo solito tono di superiorità. Forse l'aveva offeso...

-E' proprio perché non possono sfiorarti che è stato il caso di evitare! Da queste parti uomini con la vostra forza non sono quelli che propriamente vengono considerati “normali”, e fidati che qua la cosa non la lascerebbero passare tanto liscia, specialmente se sono coinvolti dei poliziotti.

-Ho l'impressione invece che tu stia sottovalutando il mio potere...- continuò lui stizzito.

Aveva iniziato con uno dei suoi soliti “attacchi di protagonismo melodrammatici in cui tutti devono riconoscere la sua forza altrimenti scoppia a piangere”. Okay, forse non si sarebbe proprio messo a piangere, ma il concetto era quello.

Marta alzò gli occhi al cielo, trattenendo a stento un sorriso. E per quanto il saiyan potesse infastidirsi o rimanere indignato, decise di fare una piccola pazzia e prenderlo a braccetto.

Vegeta la guardò con un sopracciglio inarcato molto interrogativo, ma non si ritrasse.

-Oh, tranquillo, so bene quanto tu sia forte. Sei pur sempre il principe della beneamata razza saiyan!

Una scintilla d'orgoglio brillò più intensa nei suoi occhi neri. Non dovevano dirglielo in tanti, a casa.

-Io ho fame, che dici di andare a mangiare a casa mia e poi di vederci con gli altri? Fede mi ha già detto che ci sono anche gli altri.

Da bravo scimmione quale era, non gli dispiacque l'idea di un buon pranzo, anche se Marta sapeva di aver appena condannato le sue dispense.

-Un buon pasto non fa mai male....- disse l'uomo guardando dritto davanti a sé.

Marta sorrise ancora di più, tenendosi stretta al suo braccio d'acciaio.

Visto che io non potevo restare nel Dragon World, è venuto lui da me... E' venuto a riprendersi lo scouter, come promesso... pensò sognante.

Anche se sapeva che in parte quel pensiero era vero.

  
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