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Autore: Charlotte McGonagall    30/08/2013    1 recensioni
What if?
Ho voluto immaginare che Wiress sia sopravvissuta all'Edizione della Memoria e possa partecipare al matrimonio di Finnick e Annie assieme al suo amato Beetee. Finalmente sembrano sul punto di raggiungere un equilibro e trovano una speranza per il futuro.
Beetee/Wiress, molto fluff e romantica, perché quei due poveretti hanno sofferto troppo e si meritano una pausa da tutto quell'angst.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beetee , Wiress
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NdA: Ebbene, ecco il terzo capitolo. Dopo questo ci sarà un epilogo e poi questa mini-long sarà definitivamente conclusa.
Il "colpo di scena" di questo capitolo (se così vogliamo definirlo) in realtà, nella miaidea originale, non avrebbe dovuto esserci, anche perché mi sembrava un po' un cliché, ma MooneyDora, la mia collega di shipping, mi ha - seppur indirettamente - spinta a inserirlo... Quindi, se non vi piace prendetevela con lei! No, scherzo, fatemi sapere cosa ne pensate e se ho fatto bene o meno.

"Ma come hai fatto a sapere che si sposeranno, Lydia?", chiese May sottovoce, reclinando appena la testa verso la donna che sedeva alla scrivania accanto alla sua. "Semplice,' rispose Lydia, una donna di mezza età coi capelli corti e brizzolati, "ero qui quando è arrivata la comunicazione che entrambi avrebbero saltato questo turno di lavoro per la visita prematrimoniale".
"Oh," sospirò May, una giovane sui venticinque anni, con grandi occhi azzurri che le conferivano l'aspetto da eterna bambina che portava tutti i colleghi della Difesa Speciale a trattarla con bonaria condiscendenza, "è così dolce! Prima quei due ragazzi del Distretto 4, adesso loro... Credi che faranno un'altra festa?".
"Ne dubito," rispose Lydia, mentre batteva alcuni codici sulla tastiera del proprio computer, "Beetee e Wiress non sono così famosi, per quanto ne so, e poi abbiamo già sprecato abbastanza risorse per un solo matrimonio, senza bisogno di organizzarne un altro".
"Peccato," mormorò la ragazza, "magari questa volta ci avrebbero invitate... Voglio dire, lavoriamo con loro, dopotutto".
Lydia scrollò la testa.
"Benedetta ragazza, questa gente di Capitol City ti ha davvero fatto il lavaggio del cervello..."

Qualcuno tossicchiò alle loro spalle.
"Signore, smettetela di spettegolare," disse Marshall Beckett - un uomo sulla quarantina, con gli occhiali e la fronte ampia resa ancora più alta da una marcata stempiatura - passando dietro di loro, con le braccia cariche di fogli, "i programmi non si scrivono da soli".
"È colpa di questa ragazzina," sospirò Lydia, "continua a fare domande".
"Allora la prossima volta ti consiglio non spargere notizie, se poi non sai gestire la curiosità di May," commentò Marshall scherzoso.
"Hai saputo anche tu, allora?", chiese May entusiasta.
"Credo che a quest'ora lo sappia tutto il distretto," rise lui. "Ormai alla parola matrimonio tutti rizzano le orecchie. Be', io devo andare, cercate di non assillare troppo quei due poveretti quando torneranno," aggiunse, allontanandosi, lanciando un'occhiata penetrante a May.

*

"Perfetto, signor Watt, tra alcuni giorni riceverà i risultati degli esami e potrà fissare un appuntamento all'ufficio anagrafe per la firma dei documenti. Può aspettare qui la sua fidanzata," disse un medico del quale Beetee non riusciva a ricordare il nome, mentre lo conduceva in un ufficio e lo invitava con un cenno a sedersi davanti alla scrivania di plastica grigia.
"Grazie," disse, lasciandosi cadere sulla sedia. Odiava gli ospedali e soprattutto odiava che, con la scusa di condurre ogni sorta di esami, gli avessero probabilmente tolto almeno un litro di sangue.

Dopo circa quindici minuti di attesa, stava considerando l'ipotesi di andare personalmente a cercare Wiress, quando la donna comparve sulla porta, accompagnata da un'infermiera sorridente.
Wiress sembrava piuttosto scossa, era pallida e si tormentava le mani.

Beetee si alzò per andarle incontro.
"Wiress, stai bene?", le chiese, preoccupato. "Qualcosa non va?".
Lei sorrise lievemente, come per rassicurarlo. Sembrava imbarazzata.
"Beetee... sono incinta".
Per evitare di dire qualcosa di stupido o di restarsene in piedi a bocca aperta come un idiota, la abbracciò immediatamente, accarezzandole la schiena.
Si sentiva eccitato, stupito, confuso, euforico e terrorizzato contemporaneamente. Era vero che ne avevano parlato la sera precedente, ma passare dalla totale certezza che non avrebbero mai avuto figli, all'essere possibilisti nei confronti di un'eventuale futura gravidanza e, infine, alla prospettiva concreta di diventare genitori in meno di ventiquattro ore non era un cambiamento da poco.
Wiress era spaventata; poteva quasi sentire la sua paura giungere a ondate fino a lui. "Da quanto... ? Come è possibile che non ce ne fossimo accorti?", chiese Beetee.
"È incinta di cinque settimane," spiegò l'infermiera che aveva accompagnato Wiress. "A volte i sintomi non si manifestano subito, quindi è facile che non abbiate sospettato nulla. Bene, ora vi lascio soli," aggiunse, con un sorriso.

Quando la donna ebbe lasciato la stanza, Beetee prese il viso di Wiress tra le mani.
"Lo so che hai paura," disse.
Lei abbassò lo sguardo.
"Non devi vergognarti... Anch'io sono spaventato. È stato tutto molto inaspettato, ma ci aiuteremo a vicenda, come abbiamo sempre fatto".
"Io... non... non...", balbettò lei, cominciando ad agitarsi.
Lui le baciò la fronte per calmarla.
"Invece sarai una brava madre, Wiress," le disse. "Nessuno è mai diventato genitore sapendo in anticipo come si sarebbe dovuto comportare. Impareremo anche noi".
Lei lo strinse e poggiò la testa sulla spalla di lui.
"Ti amo," gli sussurrò.
"Anch'io," le rispose. "Vi amo entrambi".

*

Beetee non riuscì mai a capire come ciò avvenne, ma in meno di una settimana tutto il distretto sembrava sapere sia dell'imminente matrimonio che del bambino.
Plutarch e Cressida stavano addirittura discutendo dell'eventualità di trasmettere un video nel quale Beetee e Wiress avrebbero annunciato il loro matrimonio e la futura nascita del loro figlio.

Sembrava che l'eccitazione per il matrimonio di Finnick e Annie non fosse mai svanita.
Ormai avevano ricevuto congratulazioni praticamente da chiunque eccetto la presidentessa Coin.

In particolare, era la prospettiva di una nascita a eccitare gli animi, in un distretto nel quale una gravidanza era un evento così raro. Beetee lo capiva, ma era comunque innervosito dall'attenzione eccessiva che stavano ricevendo.
Soprattutto, Wiress era imbarazzata dalle continue premure dei colleghi della Difesa Speciale, come se essere incinta l'avesse resa improvvisamente debole o vulnerabile, anche se sapeva che le loro intenzioni erano buone, comprese quelle della povera May, che sembrava eccitata come se il bambino avesse dovuto averlo lei e il cui comportamento frivolo - in netto contrasto con le sue effettive capacità - stupiva sempre chiunque.
Per fortuna Marshall e Lydia riuscivano a frenare il suo entusiasmo.

"Prima o poi si stancheranno," disse Beetee, la sera prima del matrimonio, mentre rientravano nella "loro" stanza.
"Non May," obiettò Wiress.
"No, lei no," concordò Beetee, "e nemmeno Plutarch, almeno non finché non avrà ottenuto un video. Però, credo che presto potremo contare sulla quasi totale discrezione del resto del distretto: sono quasi tutte persone riservate".
Lei annuì.
"Sei agitata per domani?".
"Sì... e no," rispose lei.
"Sì, ti capisco," rispose Beetee. Comprendeva davvero quello che stava provando Wiress: da un lato, l'eccitazione per un momento che inconsciamente avevano aspettato per anni era inevitabile, ma, dall'altro, nulla sarebbe cambiato tra loro, perché per più di vent'anni si erano comportati come se fossero stati già sposati. Ciò che li attendeva non era chela conferma di ciò che già erano da tempo.

Ciò che davvero avrebbe fatto la differenza nella loro vita non sarebbe stato il matrimonio, ma quella minuscola creatura che nuotava nel grembo di Wiress.

*

La mattina successiva entrarono nell'Ufficio Anagrafe tenendosi per mano.
Al bancone sedeva un uomo gentile che controllò il loro programma, per poi porgere loro un documento in due copie.
"Firmate entrambi i documenti qui," disse l'uomo indicando gli spazi riservati alle firme degli sposi.
Firmarono a turno, sorridendo e scambiandosi sguardi complici.
L'uomo firmò a sua volta, timbrò i documenti e scansionò una delle copie, che poi ripose in uno schedario.
Porse l'altra a Beetee.
"Questo potete conservarlo in caso di necessità," disse. "Ora siete ufficialmente marito e moglie. La vostra nuova unità abitativa sarà la 3732. Potrete spostare lì le vostre cose durante la riflessione".
Beetee e Wiress ringraziarono e lasciarono l'ufficio rapidamente, mano nella mano.

Giunti ad un corridoio vuoto, si strinsero in un abbraccio liberatorio, poi si baciarono a lungo, come per suggellare quel momento per sempre.

*

Fissarono per alcuni secondi la porta della loro nuova unità abitativa.
Non era stato difficile radunare in una scatola le poche cose che possedevano: abiti, biancheria, due spazzolini da denti e il piccolo lusso di un notes che era stato concesso a Beetee per raccogliere gli appunti sulle sue invenzioni.

Beetee fece per aprire la porta ma Wiress lo bloccò con un cenno.
"Manca qualcosa," disse estraendo dalla tasca una sottile striscia di stoffa grigia, probabilmente ricavata dall'orlo di uno dei vestiti di Wiress.
La porse a Beetee, che sorrise e legò il nastro attorno alla maniglia della porta.
Era una tradizione del Distretto 3: la sposa portava con sé un nastro durante la cerimonia - di solito lo usava per legarsi i capelli o lo applicava al vestito - che poi la coppia legava attorno alla maniglia della porta in segno di gioia e come buon auspicio.
Solitamente, le famiglie più ricche compravano un nastro nuovo o usavano un avanzo della stoffa usata per l'abito da sposa, ma chi non poteva permettersi né un nastro né un abito nuovo si serviva di vecchi scampoli di stoffa, ricavati da stracci o abiti smessi.
Così, Wiress, di nascosto, aveva tagliato una striscia alta circa un centimetro dalla gamba dei suoi pantaloni, che per lei erano comunque troppo lunghi e andavano rivoltati almeno due volte all'altezza delle caviglie.

Beetee aprì la porta e osservò la loro nuova casa. Non era molto diversa dalle stanze che erano state loro assegnate in precedenza, anche se era leggermente più grande.
Era un ambiente quadrato e spoglio, con le pareti di un bianco grigiastro. Un letto che nell'intenzione di chi lo aveva costruito avrebbe dovuto ospitare due persone ma che non era molto più largo del letto singolo nel quale avevano dormito fino a quel momento era poggiato contro la parete opposta alla porta.
La parete sinistra ospitava la porta del bagno e una cassettiera, mentre alla parete destra erano poggiate due sedie spaiate e una piccola scrivania.

Deposero le scatole con le loro cose sulla scrivania e Beetee le sorrise, mentre spingeva in su con l'indice gli occhiali che gli stavano scivolando lungo il naso. "È l'ora delle promesse, no?", disse, quasi timidamente.
Era da giorni che si ripeteva mentalmente la formula nuziale del Distretto 3, quasi temendo che al momento opportuno l'avrebbe dimenticata.
Le prese le mani e lei sorrise.
"Prometto che resterò al tuo fianco, che non ti abbandonerò nelle avversità e che sarò con te a godere delle gioie che ci attenderanno. Possa oggi essere l'inizio di un lungo viaggio insieme. Il sentiero non sarà mai impervio, se resterai al mio fianco. Ti prendo come mia sposa e ti offro il mio amore, la mia protezione e il mio rispetto; e possa la sorte assistere la nostra famiglia".
Wiress pronunciò a sua volta la promessa, con le lacrime agli occhi dalla commozione, poi lui la baciò - o forse fu lei a baciare lui, era difficile dirlo.

Sembrava tutto troppo perfetto per essere vero, come se finalmente avessero smesso di combattere e di soffrire, come se finalmente la vita avesse concesso loro di essere felici.
Beetee posò una mano sul ventre di Wiress e lei la coprì con la propria, come ad includere anche il loro bambino non ancora nato nell'atmosfera gioiosa di quella giornata piena di speranze.

NdA: Allora, ovviamente quando parlavo di colpo di scena mi riferivo al bambino... Non so se sia stato saggio inserirlo oppure no, datemi la vostra opinione. In generale non sono molto soddisfatta di questo capitolo. Sarà perché mi trovo a disagio col fluff. Quando scrivo fluff non riesco a controllare la caratterizzazione dei personaggi, mi sembra quasi che le coppie siano tutte uguali e i personaggi diventino piatti. Temo sia un mio limite. In più tutto questo amore mi sta cariando i denti! XD
Comunque spero che a voi piaccia più che a me.
Alla prossima!
E grazie a chi segue la storia e/o ha recensito i capitoli precedenti.

   
 
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