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Autore: LadyTsuky    30/08/2013    1 recensioni
Si erano sempre detti che il loro amore era eterno...
Avevano sempre pensato che avrebbero vissuto una vita perfetta. Insieme, loro due e nient'altro.
Ma non sarà così, quell'unione verrà spezzata.
Spezzata dalla stessa Usagi.
Detterà distanza al suo amato uomo, per l'amore che prova per lui...
Deciderà di dimenticarlo e di non rivederlo mai più...
Questo si era ripromessa quella notte gelida.
Ma lei lo ama, lo ama più dell'aria che respira, più del suo cuore che batte... ma è stata costretta.
Si, costretta. Costretta dalla dura realtà che la circonda e che non può cambiare. Costretta dalla gente che non capisce cosa significhi veramente amare una persona. Costretta dal proprio istinto di sopravvivenza..Perchè, riuscire a vivere senza l'uomo per il quale il tuo cuore batte, è la più dura delle torture.
Sarà difficile dimenticarlo perchè ormai la sua vita è cambiata. Come è possibile cancellare il suo volto se..se...lui è sempre dentro di lei? Come?
Usagi non è certo l'unica vittima degli scherzi del fato, anche Mamoru scoprirà la faccia oscura della vita e incontrerà non poche difficoltà. Perchè la ama, e non vuole perderla. Spezzerà il patto dell'amata scoprendo i regali della vita.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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È meglio dimenticare



Ormai ero quasi arrivata a casa, mancava poco e poi non riuscivo più a sopportare lo sguardo di quel cinquantenne sulle mie gambe, era davvero snervante!
Così decisi di scendere un po’ prima per godermi il paesaggio che avevo al mio fianco e per allontanarmi da quell‘idiota.
Adoravo passeggiare d’inverno, mi piaceva sentire i fiocchi di neve che cadevano sul mio basco nero e che si scioglievano lentamente facendomi venire i brividi, mi piaceva ammirare gli alberi di ciliegio che davano un po’ di colore a questo viale in piena primavera e sentire gli uccellini la mattina prima di andare a scuola che cinguettavano felici.
 Ero da sola, a passeggiare per quel viale che conoscevo come le mie tasche e questo era un progresso per i miei poveri nervi che erano stati messi a dura prova in quei pochi giorni. Stare sola era una cosa che mi rilassava molto. Non che non amassi la compagnia per carità, ma adesso volevo avere un momento tutto per me, volevo tenere il muso lungo il più possibile e restare sola a crogiolarmi nelle mie preoccupazioni e pensieri pazzi era un buon modo per sopportare tutto ciò.  Se fossi rimasta a casa di sicuro avrei ucciso qualcuno, prima fra tutte mia madre. Perché se c’è una cosa che sa fare meglio quella donna è rompere le scatole ogni benedettissimi cinque minuti: mentre ascolti la musica, mentre stai al portatile oppure quando non fai assolutamente nulla e sei li  a fissare il muro stesa sul letto così per pura noia e lei che fa? Spalanca la porta della camera  ti fa saltare giù dal letto per la paura e  tutta tranquilla ti dice : “ Sei occupata?“.
“No mamma assolutamente! Parlavo da sola con un fantasma ma tranquilla se ne stava giusto per andare perché l’hai ucciso una seconda volta per la paura!” di sicuro gli avrei risposto così se avessi avuto le palle per urlaglielo, ma aimè non ci sarei mai riuscita e avrei finito col rispondere come ogni volta “ Non stavo facendo niente” e lei puntualmente se ne approfittava.
 Una volta le stavo  quasi per lanciare il libro di 8oo pagine di algebra che avevo affianco solo per il gusto di vedere la sua reazione, ma mi sono fermata in tempo…
odio quando mi riempie di  raccomandazioni, faccende o chiacchiere, per me totalmente inutili, perché lei vuole solo usare le corde vocali. E dico io, sai mamma esistono anche i club del libro servono a questo!  A non rompere le palle ai figli e a parlare con gente sconosciuta di uno stupido libro!

E inizia con quella vocina che preannuncia guai in vista

“Usagi mi faresti un favore?” Mi fai la lavatrice? Mi lavi le ultime stoviglie sporche rimaste? Potresti iniziare ad apparecchiare? Hai dimenticato di fare i letti! Senti dai una spolverata a quella libreria in salone, sai ieri non ne ho avuto il tempo” e mi sorride.

Ma Shingo che ci sta a fare in casa? La bella statuina? Solo perché sono la tua primogenita e femmina per altro, sono in classifica per la casalinga dell’anno? Quello scemo poteva dare una mano tanto per fare qualcosa! No? No?  

E uno dei tanti favori che mi chiedeva era quello di fare la spesa. Ottimo!
 Avevo colto l’occasione per scappare di casa con la scusa della spesa, era il solito cliché ma  finalmente potevano riposare le mie orecchie.

Affondavo i miei stivali nella neve fresca e all’improvviso sentì un crack.
Non era il pantalone e neppure il cappotto. Bene, perché se no mi sarei uccisa, con quello che mi erano costati! Quindi mancava solo un’alternativa. Guardai per terra, pregando con tutto il cuore che mi stessi sbagliando, e vidi le dieci arance l’insalata i cavoli e le mele rotolare giù per la strada.  Grande! Minestrone di verdura in arrivo!
Avevo gli occhi fuori dalle orbite: primo, per aver dimenticato la busta in tela verde che avevo lasciato e casa come una cretina, e secondo per quell’idiota di commesso che mi aveva detto “ Sa signorina con l’inquinamento che c’è oggi è meglio prendere le buste di carta biodegradabili non crede?”
Così mi aveva rifilato due misere bustine in carta marrone con l’albero sorridente, per la spesa di un mese! Se lo avessi visto per strada l’avrei ucciso a unghiate altroché! L’inquinamento? Che si  fotta! Con tutti gli idioti che lanciano la spazzatura per strada proprio a me doveva rifilare le buste ecologiche? Se ci metti una mela già si spacca per il peso.
E adesso chi era quella che doveva correre dietro la spesa rotolata?
Io naturalmente, non il signor ecologista commesso del cavolo.
Giuro, giuro che non avrei fatto più la spesa in quello stupido minimarket! Almeno mi sarei risparmiata di sentire ancora quelle stupidaggini.
Meno male che una busta l’avevo salvata! Così dopo essermi piegata per un centinaio di volte ed essermi maledetta non so quanto per la mia geniale idea di fare l’ecologista ero arrivata a casa con la schiena a pezzi e molto infastidita.
Mi fermai davanti la porta di casa e appoggiai per terra la busta stracolma, che fortunatamente, aveva resistito per tutto il viaggio, dopodiché  presi in mano la borsa a tracolla che mi ero portata dietro e ficcai letteralmente la testa dentro. Dovevo trovare le chiavi di casa, e si sa che ogni donna perde ore a trovare stupide cose perse nella propria borsa che magicamente escono fuori quando non ti servono più. Come le chiavi ad esempio!

“Chiavi? Chiavucce? uscite fuori!”

Adesso parlo da sola. Qualche problema? Io no

“Dai uscite o appena vi trovo vi fondo sul gas di casa insieme alla cioccolata!” ringhiai alla borsa.
Non potevo certo ricevere la loro risposta ma le mie minacce furono ascoltate e trovai quelle maledette chiavi nel taschino interno.
E pensare che  le avevo messe proprio lì per trovarle prima. Si Bunny proprio un’ottima idea.
In fretta e furia aprì la porta e presi borsa e busta in mano per portare tutto dentro.

“ Mamma sono tornata!”  urlai

Niente, nessuna risposta.

“C’è qualcuno in casa?” continuai imperterrita.

Se fosse stata estate giuro che avrei sentito solo il verso dei grilli.

“ Fantastico sola in casa! Cos’è natale anticipato?”

Entrai in cucina e svuotai la busta sul tavolo. Dovevo solo sistemare quelle cento cose che avevo comprato e sarei corsa subito in camera ad accendere il portatile.
Astinenza da tecnologia è troppo da sopportare.
Dopo cinque minuti la carne la frutta e la verdura erano ai propri posti. Mancava solo apparecchiare e poi mi sarei rinchiusa in camera molto volentieri.
Finito di fare anche quello mi appoggiai un attimo sul tavolo, di schiena con le braccia incrociate, per precisare quella era la mia posizione “momento di riflessione”, e mi stavo scervellando  sulle ultime cose che dovevo fare per quel giorno, quando notai un post-it appiccicato al frigo.
Diamine lo potevo notare prima no? Per forza come facevo a vederlo se era perfettamente nascosto dalla calamita enorme che lo teneva fissato sulla superficie?  
Ecco cos’ho, la testa letteralmente affondata nelle nuvole!

Mi avvicinai e lessi.

“ Tesoruccio mio! Mi ero completamente dimenticata di quella visita di Shingo, sai che ogni volta è una tragedia, sono andata di corsa a scuola per farlo uscire prima e prendere il treno,  ho preparato in fretta e furia il pranzo per te, è nel frigo, basta che te lo riscaldi cinque minuti ed è buonissimo! Promettimi di non farmi scoppiare la cucina e se hai tempo stendi i panni! Tuo padre torna per cena, ringrazia il suo lavoro, spero che non torni con la macchina fotografica ancora distrutta, quindi ti toccherà mangiare sola soletta! Mi dispiace un mondo tesoro so che in questi giorni sono stati tremendi ma non ti preoccupare c’è mammina! Ti voglio bene mio piccolo coniglietto!

P.s se ti sei dimenticata il riso vedi che non ti faccio cenare appena torno!”


Finito il messaggio c’era anche un disegnino della sua faccina e il segno di vittoria.

Mio piccolo coniglietto. Ma chi poteva finire così un messaggio? Mia madre è ovvio.
Secondo te come faccio a dimenticarmi il riso se era l’unica cosa che dovevo comprare? Come al solito ero finita a comprare altre cose che non servivano assolutamente, dopo tutti i messaggi e le telefonate che avevo ricevuto da lei  in soli venti minuti per dirmi di comprare quello questo e quell’altro, era normale che dimenticassi proprio il riso vero?
No, no che non  era normale e adesso dove lo trovavo? Dovevo ritornare al minimarket da quell’idiota del commesso? No assolutamente! Ma cosa potevo fare?
Deve ammettere che è tutta colpa sua! Se non avesse aggiunto altro io sarei riuscita a comprare quel maledettissimo riso!
Un’unica cosa da fare era chiedere ai vicini. Già i vicini…
Una cosa che facevo raramente era chiedere qualcosa a qualcuno soprattutto ai vicini che mi ritrovavo.
Avevo due scelte, o suonare alla vecchia signora Hanazono , che sicuramente  mi avrebbe tenuta a parlare ore e ore del suo nipotino adorato , quasi trentenne, e sempre  che per disgrazia ogni qual’volta capitavo li vicino a casa sua , mi parlava di quel bel ragazzo di suo nipote e mi diceva “Ma lo sai piccola Usagi-chan dovresti cenare qualche volta a casa mia quando c’è  anche A-cchan!” strillava tutta contenta facendomi un grosso sorriso sgangherato. La tipica donna popolana che si voleva far passare per la più chic del posto. Si come no quella degli anni 80 forse...
 Per la cronaca A-cchan è Atsushi Hanazono figlio della figlia della mia vicina. Quella donna tentava a tutti i costi di farmi mettere con il suo nipotino. Ogni maledettissima volta che parlavo con lei. Ma chi cavolo se lo sarebbe preso???? Brutto com’è! Dico io con tutte le ragazze del quartiere proprio a me doveva fare il filo? Miseria! Signora Hanazono non può fare cupido! Il quattordici febbraio deve ancora arrivare!
Più sfiga di questa! Inoltre aveva stampato sempre in faccia una strana smorfia che faceva passare per sorriso, anche quando ti mandava gentilmente a quel paese.
Quindi se sceglievo lei non sarei ritornata a casa per l‘ora di cena.
Oppure come nella peggiore delle ipotesi dovevo bussare alla porta del signor Karìnoh. Lo zitellone, Ehm volevo dire il “single per scelta”.
Troppo egoista per regalare alla fidanzata un mazzo di rose o fiorellini di campo, così era finito solo soletto nella sua casa, a dire che i giovani d’oggi erano solo dei perdi tempo e non c’erano più le ragazze di una volta. Il tipico zitello tirchio con il gatto randagio spelacchiato in casa. Un omino piccolino, piccolino ma con tutta l’acidità concentrata in corpo.
 Da quando ero piccola, solo una volta, andai in territorio nemico a chiedergli se gentilmente mi poteva restituire la palla dispersa, ma come risposta ebbi:
 “Mocciosa vai a lanciare i tuoi giocattoli da un’altra parte che io non ho voglia di stare dietro a voi marmocchi a raccogliere le vostre cianfrusaglie. Per punizione non riavrai la palla cosi ci penserai due volte  prima di lanciarla nel mio giardino!”. Tornai a casa in lacrime perché non avevo ricevuto il mio gioco prezioso, ed era toccato a papà subire ancora una volta, le urla di quell’acido zitellaccio solo per riprendere il mio giochino.

“Non ti resta che affidarti alla sorte mio caro coniglietto!”

Grazie vocina ci manchi solo tu con quel tuo stupido soprannome!

“ Signorina stai parlando con la tua testa ricorda!”

Si, si ricordo, ricordo. Meglio assecondarla.

Optai per il classico metodo. La monetina.
Allora testa zitellaccio. Croce signora iena.
La lanciai in aria e….

“Cazzo è andata sotto al frigo!”mi abbassai per riprenderla ma nulla da fare era troppo lontana.
Devo ringraziare la mia non coordinazione mano-occhio come al solito.

Diamine perché dovevano capitare tutte a me?

“E adesso? Che fai? Chi sceglierai?”

Senti sta zitta o vedi che ti strozzo!

Ero al punto di partenza.

Luna la mia piccola gattina venne  a risvegliarmi dai miei pensieri con qualche zampettata..

“ Piccina mi chiami per la pappa vero?” dissi accarezzandole la testolina.

E lei in tutta risposta fece un miagolio come per dire “ Si cara ho fame io!”

“Calma, la tua pappa adesso te la vado a prendere!”

Detto fatto aprì lo sportello, dove conservavo il cibo per Luna e mi accorsi che in fondo molto in fondo nascosto dietro tre pacchi di pasta e uno di lasagne c’era il tanto agognato riso. Si una tortura in meno!

“Luna grazie grazie grazie!!!!!” la alzai in aria e la riempì di baci. Mi aveva salvato la vita. E lei si godeva le mie coccole.

Preparai il pranzo per entrambe e mi misi a guardare svogliatamente la tv in salone. Era una cosa che non dovevo fare, perché mia madre odiava le briciole sul divano o qualunque altro liquido che si versasse sulla sua preziosissima pelle bianca, ma siccome non c’era potevo godermi quel momento di pace.
Il piatto del giorno era zuppa di miso con verdure. Non era tra i miei piatti preferiti,  avrei sicuramente scelto una bella fetta di torta ma mi dovevo accontentare… e poi non è che avessi tutta quella fame.
Finito il mio pranzo, ritornai in cucina per lavare il piatto e quello di Luna che lo aveva lasciato candido. Sorrisi della mia gatta.

“Piccina io salgo tu che fai?” mi girai verso di lei che iniziò a seguirmi.

Salì le scale con tutta la pigrizia di questo mondo e dell’altro. Aprì la porta della mia camera e appena avvistai il letto mi ci fiondai letteralmente. Ero un po’ stanca… e la giornata ancora doveva finire. Mi mancavo un sacco di cose da fare le faccende, gli studi, quella stupida tesina che dovevo fare entro lunedì….alzai la testa dal materasso e mi girai verso il comodino.
Era li che mi fissava. Vedevo il mio viso allegro e felice e il suo sguardo dolce.
Quel giorno, quel ricordo che avevo nascosto a me stessa, era risalito come una bolla d’aria sott’acqua...

“ Dai Mamo facciamo una foto! Possiamo farle lì!!” lo tirai per un braccio.
“Si ma non tirare!” disse ridacchiando.
“ Dai, dai ne voglio fare un sacco!”spostai la tendina blu e mi sistemai sullo sgabello “E tu che fai non entri?”
“Ma non si può! Io non ci entro neanche!” aveva spostato la tendina con quel sorrisetto che mi piaceva tanto.
“ Ma sta zitto e entra!” lo tirai per quel braccio che avevo stretto tra le mani e lo feci sedere sullo sgabello appropriandomi delle sue gambe “ E adesso sorridi!” gli stampai un bacio sulla guancia e ammirai i suoi occhi.


Scossi la testa perché dovevo dimenticare. Non è così difficile vero? Bunny non ti chiedo tanto, solo un po’ di pace!
Presi quella foto e la lanciai sotto il letto. Non volevo vedere il suo viso. Altrimenti non sarei più riuscita ad andare avanti.

Presi il portatile che avevo lasciato sul comodino la sera prima  e lo accesi per leggere le ultime email ricevute.
La maggior parte erano della mia zietta preferita, zia Yumiko.
Aprì l’ultima che mi era arrivata:

Tesoro è da tre giorni che non ti fai viva. Cosa è successo? Devo prendere il primo aereo per Tokyo? Devo usare le mie armi peggiori? Chiamo l’ambasciata giapponese?
Allora? Devi raccontare tutto alla tua zietta!
Come vanno le cose con l’università? Mi ricordo che anche io avevo scelto Lettere ma poi mi ha stufato e sai come sono!!! Le tue amiche come stanno? Sai dovresti spedirmi quei meravigliosi biscotti che fa la tua amica chef … se mi ricordo si chiama  Makoto vero? Ma poi se ne mangio troppi ingrasso e addio dieta!! :)
E da una vita che non vengo in Giappone e forse dovrei prendere delle ferie per venirvi a trovare, la mia sorellona come sta?  Sempre la solita perfezionista? Il mese scorso volevo venire ma sai che ho troppo lavoro da sbrigare qui! Michael è fritto senza di me e se manco più di un’ora tutti i ragazzi sono persi…
Comunque non mi hai più raccontato del tuo ragazzo, come è andata quella famosa cena?  Eri così felice l’altro giorno che ero felice anche io! Spero  che sia andata come desideravi tu! È un così caro ragazzo quel Mamoru! Hai proprio buon gusto!
Ti lascio, come sempre troppo presto. Mi desiderano quindi mi farò sentire molto spesso!
Rispondimi appena la leggi! Tesoro ti voglio un mondo di bene e chiamami appena puoi io sono sempre disponibile lo sai! Verrai prima o poi?
Mi manchi tanto!
La tua pazza preferita.


Verrai prima o poi?
Già … andrò prima o poi?
Era da una vita che non sentivo la sua voce squillante e le sue risate, anche a me mancava un mondo, ma se le avessi telefonato di sicuro l’avrei svegliata.

È un così caro ragazzo quel Mamoru.

Già un così caro ragazzo…
il suo nome… mi aveva letteralmente seccato la gola….i miei occhi pizzicavano fastidiosamente.. Ed  era così..così… strano. Il mio cuore collegato saldamente con il mio cervellino batteva all’impazzata al solo pensiero di quel nome, di quei occhi e … della sua voce.
No no no Bunny ricorda che tu lo devi dimenticare! Assolutamente! Lo devi cancellare dalla tua testa e dal tuo cuore! Prima dal tuo cuore…anzi prima parti dalla testa... No, la testa e il cuore insieme. Riassumo: dimenticalo! Dal cuore dalla testa basta che lo scordi. Oppure rovinerai la sua vita.

Non spensi nemmeno il pc. Ero arrabbiata triste e ancora arrabbiata. Si, arrabbiata con me stessa, con la mia testa e con il mio cuore!
Lo lasciai sul letto , quasi come per dispetto, perché per colpa sua avevo ancora pensato a lui. Mi buttai giù dal letto e mi precipitai verso le scale. Pazza? Si sono pazza anzi stavo per impazzire. Felice..triste..e arrabbiata. Provavo tutto in contemporanea..Dovevo parlare con qualcuno, sfogarmi solo con la mia gatta non mi era bastato. Povera l’avevo strapazzata con tutte le lagne e pianti che avevo fatto per tre giorni di fila, ma lei comprensiva come sempre e più intelligente di tutti i gatti dell’intero universo, mi aveva ascoltata e consolata come nessun essere umano avrebbe fatto al posto suo. Lei si che era la mia gatta. Ma oltre a sentire miagolii e fusa non ero riuscita a levarmi dal cuore quel grosso masso. Dovevo dire tutto alle altre . A tutti i costi. Dovevo sentire le parole…sentire, che ne so,  ti voglio bene Bunny, non ti lasceremo sola ci siamo noi qui. Cose del genere. Anche se non fosse stata la verità, io le avrei volute sentire lo stesso perché ne avevo un disperato bisogno. E chi mi avrebbe aiutato se non le mie migliori amiche? Già non le vedevo da un po‘, ormai gli impegni ci avevano allontanate e alla fine non ci vedevamo molto spesso… chi studiava chi lavorava chi faceva entrambi. Quando non riuscivamo a incontrarci  ci sentivamo, con qualunque cosa, messaggi chiamate email…  a me bastava qualche chiacchiera e stavo bene, mi bastava sentire le loro risate le loro voci e le battutine maliziose per farmi stare meglio…

Quella mattina stessa oltre a tutte le telefonate di quella pazza di mia madre avevo ricevuto una chiamata di Rei, mi voleva avvisare di quell’appuntamento a casa sua ,come sempre, verso le tre. Per fare una bella rimpatriata aveva detto. E io immediatamente ho accettato.
Come se fosse passata una vita ricordavo ancora tutti quei casini che avevo combinato insieme a loro…. Da quando avevo finito le superiori era passato tutto così in fretta che non mi ero resa conto di nulla…. Io gravitavo intorno a lui…e adesso che il mio mondo non c’era cosa avrei fatto? Mi ero persa un sacco di cose e tra le più importanti quei famosi preparativi delle nozze…
Rei adesso si doveva sposare  mancavano poco più di due giorni e come ciliegina sulla torta   ero la sua testimone! E non l’avevo aiutata in nulla. Faccio proprio schifo!
Ami da li a poco sarebbe diventata medico, Makoto adesso era capo chef dell’albergo più famoso di Tokyo e Minako ormai era un’attrice. E io? Io ero rimasta la solita sfigata che per prendere un voto decente doveva studiare giorno e notte. Avevo avuto la geniale idea di prendere lettere ma … alla fine avevo fatto una grande cazzata a scegliere lettere. Io non ero tipo da lettere, e come tutti gli scansafatiche della mia scuola avevo scelto la facoltà più semplice appunto. Lettere. Ero proprio come mia zia, non ero adatta a quella facoltà. Be lei l’aveva capito in tempo ma io? Proprio adesso i dubbi dovevano rompermi le scatole?
Ma se non facevo lettere che potevo fare? Un lavoro lo devo trovare! E papà? E mamma? Cosa avrebbero pensato loro due di quell’idea che ballava nella mia testolina? Restare o lasciare? Lasciare o restare?

Mi infilai in fretta e furia le scarpe e il cappotto, presi la borsa e corsi verso la mia meta. Volevo correre. Almeno non avrei pensato a delle stupidaggini! E avrei scaricato tutta la mia preoccupazione nella corsa. Lo so, adesso starete pensando che fra due minuti piova perché io solo la reincarnazione della pigrizia fatta persona e correre e come vedere il sole azzurro..ma cosa potevo fare se non sprecare le mie energie nella corsa sfrenata..Oltre al mio stato sentimentale adesso dovevo pensare anche all’università. Il mio secondo nome era figlia della sfiga.  (Fuun no musume) se volete.
Ci misi un misero quarto d’ora e ancora nella mia mente vedevo il SUO nome scritto come se averlo letto mi avesse ucciso ancora una volta. Ormai il mio cuore era un puntaspilli per quanto era trafitto. Dovevo pensare a qualcos’altro, ad esempio al tempo, si al tempo…oppure alle mie amiche  e alla mia vita. Volevo stare ancora per un po’ con le mie amiche e vivere spensierata come avevo sempre fatto, ma senza di LUI. Sarebbe stata la cosa più difficile ma ci sarei sicuramente riuscita.

Avevo il fiatone e iniziai a salire le scale del santuario molto lentamente. Mi faceva male il fianco, non so cosa, milza fegato, non ci capisco nulla di medicina, era Ami il medico non io, e poi grazie alla mia mancanza di allenamento ero già spompata dopo un paio di metri. Finite mi ritrovai davanti al tempio sacro, in tutta la sua maestosità. Alzai lo sguardo per vedere il cielo….nuvoloni neri… si prospettava una giornata…
Rei era fuori che liberava l’entrata dalla neve, in tutta tranquillità con un sorrisetto stampato in viso. Si vedeva lontano mille miglia che sprizzava gioia da tutti i pori..era inverno ma intorno a lei sembrava primavera, era ignara dei nuvoloni che volteggiavano sulla sua testa. Pensare che qualche giorno prima ero nella medesima situazione e adesso…

“Bunny che fai li impalata? Va da lei!”

Appena mi ripresi da quei pensieri profondi grazie all’aiuto della vocina, gli saltai addosso.

“ O cielo! Bunny la ritardataria è arrivata in larghissimo anticipo cosa è successo?” disse ricambiando il mio abbraccio.
“  Sempre la solita, non avevo nulla da fare così sono venuta un po’ prima, me ne devo andare così torno più tardi?” dissi facendo per andarmene.
“No, no entra pure, scherzavo! Vuoi una tazza di thè?” rideva tirandomi per un braccio.
“ Assolutamente si!” sorrisi.

Andammo in camera sua e mi sfilai il cappotto e le scarpe. La borsa l’avevo lanciata sul letto.

“ Fatto qualcosa di interessante?” mi chiese porgendomi la tazza di thè fumante.
“ Le solite cose, ho fatto un giro, la spesa e poi qualche faccenda, niente di che” risposi con tono annoiato. Cosa ci potevo trovare di emozionante nella mia giornata? Le maledizioni che ho lanciato a quel commesso?
“ Oggi niente lezione? Lettere no? La trovi sempre così eccitante?” chiese prendendo posto di fronte a me
“Niente, e poi è la cosa più monotona in assoluto. Pensavo che fosse facile e invece..”
“Bunny niente è facile nella vita” sorrise come per darmi forza.

Adesso potevo affermarlo anche io.

“ E come mai hanno sospeso le lezioni?”
“ Il professore di filosofia si è sentito male e siccome non sono riusciti a trovare in tempo un sostituto, ci hanno mandati a casa”
“ E non sei felice di questa vacanza improvvisata?”

Felice? Sembrava essersi cancellato dal mio dizionario quell‘aggettivo.

“ Siccome questa vacanza non l’avevo programmata mia madre ha approfittato del fatto che sono rimasta a casa e mi ha schiavizzato per bene”
“Ma dai la solita esagerata, un po’ di lavoro non fa male a nessuno, soprattutto a te Bunny”
“ La mia non è esagerazione e la dura realtà Rei! Ho una madre rompi palle!”
“La vorrei avere anche io Bunny” disse triste.

Cavolo invece di essere felice gli sbatto in faccia che lei non ha una madre!

“ Lasciamo  l’argomento Mamma ti va?“ le appoggiai una mano sulla spalla. Non ero venuta li per contagiare tutte con la mia tristezza!
“Va bene”
“Allora come vanno le cose con Yuichiro?” presi la rivista di gossip sul tavolo.
“ Il solito testardo, invece di aiutarmi a sistemare il tempio è andato a fare un giro per le concessionarie” disse lei con un calzino in mano. Aveva intenzione di rattopparlo..era già in fase Mogliettina mode.
“ A fare che scusa? Non aveva già una macchina?” continuai sfogliando la rivista senza soffermarmi sulle notizie.
 “Ha detto che vuole comprare una macchina nuova perché dice che quella che abbiamo non è adatta a noi due” aveva preso anche ago e filo.
“ Che ragazzo….strano e pensare che non ha nemmeno due anni quella macchina! Ma in fondo siete giovani no?”
“ Sembri una nonnina”
“ Già mi sento novantenne”

Mi mancano i ferri, due gomitoli di lana e inizio a fare la sciarpa, il gatto non serve ho già Luna.

“Ma che ti è successo? ti vedo stanca”
“ Questa è stata una giornataccia” dissi inzuppando un biscottino. Che dovevo dirgli? Non chiudo occhio da giorni? Adesso il mio sport preferito è correre dietro la verdura?
“  Sai forse è meglio che ti riposi ti vedo così pallida”

Avevo esagerato con il trucco, adesso penserà che sono un vampiro. Anche mamma l’aveva notato…di solito preferivo avere un look più acqua e sapone che top model.

“Tranquilla, appena arrivo a casa mi tuffo sotto le coperte e non mi risveglio fino al prossimo mese”
“ Ehi al mio matrimonio non ci vieni? E pensare che sei la mia testimone!” quasi strillò nel dirlo, alzò lo sguardo dal suo calzino blu scuro e mi fulminò con gli occhi. Pregavo che non mi accecasse con l’ago.
“ Non aspetto altro, ho un discorso da fare io!” dissi ridacchiando, meglio ridere o domani mia madre avrebbe letto sul giornale in grassetto e a prima pagina con la mia faccia in bella mostra: TESTIMONE UCCISA BRUTALMENTE DALLA SPOSA, A CAUSA DELLA MANCANZA ALL‘EVENTO.
Mi vedevo già con gli aghi conficcati nel collo….chissà sarei finita forse nei guinness dei primati, tra la categoria : morti fantasiose.

E come essersi ripresa continuò“ Già ti immagino a ringraziare gli chef del pranzo delizioso e di chiedere alla fotografa di farti uscire più magra con Photoshop!”

Chissà com’è preparare un matrimonio, deve essere davvero stressante se alla prima battutina mi si scalda così.

“ Come hai fatto a indovinare?” dissi con finta sorpresa.
“ Tutto merito della mia intelligenza cara” sorrise “Comunque non ti azzardare a darmi buca, che mi ci faccio i cuscini con la tua pellaccia, intesi?”
“ Afferrato il concetto”
“Bene”

Tra le nostre risatine e le chiacchiere, avevamo messo da parte l’argomento Matrimonio, sentimmo bussare alla porta.
Per quel poco avevo dimenticato perché ero venuta li ma poi come un masso caduto in testa, quel pensiero mi era ritornato. Dovevo parlare con loro.

“Ciao ragazze!” urlò Makoto spalancando la porta.
“ Ami, Makoto siete venute!” disse Rei lasciando il suo lavoro sul tavolino, alzandosi e abbracciandole.
“ Siamo in ritardo?” disse Ami iniziando a preoccuparsi.
“Tranquilla avete spaccato il minuto” risposi sorridendo.
“ Bunny ma tu che ci fai qui?” mi domandò Makoto con tono sorpreso.
“ Sono venuta un po’ prima, perché tutta questa sorpresa?”
“ Lo sai che è la prima volta in tutti questi anni che ti conosco, che vieni in orario?”  disse levandosi il berretto e il cappotto.
“Makoto cara c’è sempre una prima volta” rispose Ami ridacchiando facendo lo stesso.
“Lo vedo, quindi manca solo Minako giusto?” si guardò intorno.
“ Si, che hai in quella busta?”domandai curiosa.
“ Biscotti fatti in casa volete assaggiare?”
“ Siiiiii!!” urlai di gioia.

Erano quasi le quattro e mezza, e ancora non si vedeva l’ombra di Minako. Stava iniziando a piovere per bene, sui vetri della finestra chiusa facevano a gara le goccioline che scendevano velocemente… e i tuoni si facevano sentire insieme ai fulmini che facevano la loro comparsa nel cielo. Tutto questo accompagnato dal vento impetuoso. Poi un fracasso ci fece girare verso la porta.
Ci stavo rimanendo secca. Ve lo giuro! Come in un film horror quando arriva l’assassino che ti spalanca la porta e dietro di sé compare un fulmine e un tuono che ti fanno notare la sua  presenza.
L’assassino, anzi l’assassina in questione era Minako.

“Scusateeeeeeeeeeeeeeeeee il ritardoooooooo!!!”  urlò con affanno. I capelli zuppi il cappello ormai una massa informe di lana appoggiata sui capelli e non c’era l’ombra di un ombrello.

“Minako!” urlammo tutte insieme.
“ Alla buon ora!” disse Rei mettendo le mani sui fianchi.
“ Mi hai fatto venire un colpo! Non puoi spalancare così la porta!” dissi io levando la mano dal cuore che batteva all’impazzata.
“Scusa per l’urgenza ma non me ne frega un’accidenti della porta!” rispose lei piccata.
“Be a me si perché si tratta della mia porta!” la sgridò Rei
“ Cavolo sei tutta fradicia!” affermò Ami.
“Ma va, proprio adesso mi doveva prendere l’acquazzone”
“Solita scema, la tv non la vedi? E da giorni che dicono che ci doveva essere un brutto temporale” prese parola Makoto.
“ Sentite invece di stare li a fissarmi, perché non mi date una mano? Le prediche lasciatele per dopo” chiese irritata.

Aveva due buste enormi in una mano, una borsa nell’altra e un pacchetto sopra la borsa  strapieni di roba. Insomma tutta zuppa… borse pacchetti e pacchettini che gocciolavano...

“Sicuramente appena strizzo il cappello  riempirò un secchio per tutta l’acqua che ha raccolto questo coso!”
“Tesoro potevi aspettare, tanto cinque minuti in più cinque minuti meno, in ritardo eri già” parlò Rei.
“Ma che c’è dentro?” domandai appoggiando la borsa per terra “ Cavolo mi sono graffiata” e misi il dito in bocca per disinfettare la piccola ferita. Scusate almeno le cose elementari del pronto soccorso le conosco.
“ Bunny solita imbranata, quella è una spada finta sta attenta, li devo riportare sani e salvi! Se ci vedo un graffio ti stacco la testa e l’attacco al finestrino della macchina! Comunque ci sono costumi di scena e altro, li ho presi per la lezione con i bambini che ho domani” disse lei dando una delle buste a Rei.
“ E serve tutto questo?” chiese Makoto indicandole.
“Già il signor Perfezione” virgolettò l’ultima parola con le dita ”le voleva entro domani così ho dovuto fare tutto il giro della città in bicicletta per trovare queste cose.” disse levandosi il giubbino nero zuppo e sfilandosi dei stivali neri con tacco vertiginoso.
“Wow!” fece Rei.
“ Wow un corno! Sono caduta un sacco di volte e come tocco finale ho fatto gli scalini quattro alla volta per arrivare in orario da te! Con la bici scassata che mi ha trovato quell‘idiota” continuò strizzandosi i capelli.
“ Allora prendi un po’ di thè così ti riscaldi” continuò Rei porgendogli la tazza fumante.” E vado di là a cercarti degli asciugamani e dei vestiti asciutti.” disse alzandosi e uscendo dalla stanza.
“Oh ti ringrazio ne avevo proprio bisogno!” sorrise soddisfatta, levò anche la magliettina con la stampa e ci fece vedere quelle bellissime grazie che madre natura le aveva concesso. Coppe perfette, dietro le quali ogni uomo avrebbe consumato tutta la bava che aveva in corpo. Ecco cosa mi mancava uno spogliarello implicito davanti ai miei occhi. A sbattermi in faccia, guarda, guarda che tette! E il sedere ne vogliamo parlare? Sapevo benissimo che Minako non si vergognava affatto di noi, infatti poco dopo si sfilò i pantaloncini in jeans e i legghins neri che aveva sotto. Bene, non del tutto nuda, in intimo: reggiseno e culottes in pizzo verde. Mooolto sexy.

“ Scusa ma chi sarebbe il signor Perfezione?” chiese Makoto riempiendo la sua tazza.

Ma non sentiva freddo? Lei era li davanti a me con le braccia incrociate come se niente fosse e io avevo freddo e portavo addirittura le calze di lana se vogliamo dirla tutta.

“ Sarebbe quell’idiota di collega che mi hanno affibbiato!” disse sbuffando facendosi una crocchia in testa con un elastico preso dalla borsa “ E pensate che dovrò sopportarlo ancora per molto, molto tempo” confessò afflitta.
“ Ma dai io l’ho visto è davvero carino!” dissi sorridendo. Dai meglio pensare a qualcos’altro.
“ si, carino quanto vuoi, ma è un grandissimo stronzo! Critica qualunque cosa io faccia!”

Entrò Rei nella stanza con in mano tutto il necessario per la mia amica bagnata come un pulcino. Maglioncino, pantaloni di jeans e un paio di scarpe da tennis e degli asciugamani.

“ Aspetta se non sbaglio si chiama … Rio..Ruy..” tentai in tutti i modi di ricordare quel nome ma non mi veniva.
“Ryuta . Ryuta Tomaka” disse Minako secca.”Ti ringrazio Rei”
“Di niente” sorrise e si sedette vicino a me.
“ Si Ryuta! Ecco come si chiama! Comunque io l’ho visto quando sono venuta a prenderti l’altra sera e non mi sembrava tanto cattivo, non ti sei mai accorta delle occhiate che ti lancia?”
“ Si occhiate di fuoco! Mi fissa con quei occhi come se mi volessero uccidere!”

Della serie se gli sguardi potessero uccidere.

Aveva alzato un pochino la voce, la sua espressione era buffa. Concentrata e incavolata. Evidentemente gli stava proprio sulle scatole. Pensare che è sempre lei che si lancia tra le braccia del sesso opposto, senza troppa difficoltà. Non sto dicendo che è una ragazza facile, questo mai! Ma lei è molto fiduciosa nel prossimo, soprattutto se le due condizioni vanno bene insieme. Cioè A e B.
A) bello e affascinate
B) carino e assolutamente gentile.

 Si sfregava con tanta energia l’asciugamano sulla sua pelle morbida … che avevo paura si bruciasse. Di asciutta adesso lo era di sicuro. Scaricava la rabbia su quel povero pezzo di stoffa e a soffrire era la pelle che irritava.

“ Che tipo è?” chiese Ami.
“ Alto, capelli castani ricci e occhi marroni, abbastanza muscoloso ma non troppo” continuò con la sua opera infilandosi i jeans e il maglioncino ritornando la Minako di sempre.
“ Non l’hai proprio visto di striscio eh” ridacchiò Rei.
“ Che ci posso fare? Sono una ragazza, quindi è del tutto normale che io fissi un ragazzo. posso ammettere che di aspetto fisico e davvero carino ma il carattere è pessimo!”
“Be pure tu non scherzi” affermò sottovoce Makoto
“E?”
“Niente allora com’è lavorare con lui? È bravo?” chiesi salvando la pelle alla nostra chef.
“ Nel suo lavoro è bravo, anzi più che bravo, è assolutamente perfetto, l’uomo che vorrebbero tutti! con i bambini è un amore, sempre gentile sempre con quel sorriso in faccia stampato, ma poi si gira verso di me e quel sorriso diventa un ghigno orribile! è davvero acido e mi fa fare tutte le cose noiose e pesanti! Come sistemare cartelle che non vengono aperte da decenni o portare su e giù per dieci rampe di scale scatoloni a non finire, oppure Come il compito di oggi, anche se fa un freddo cane mi ha mandata lo stesso alla ricerca del materiale. Da sola! Con un triciclo arrugginito.”
“ Che sarà mai prendere qualche costume”
“ Mako-chan è essere schiava! Tutto il lavoro pesante lo deve fare lui non io! Io sono una ragazza fragile!”
“Più fragile di te non c’è nessuno!”
“Smettila non è divertente. Io dovrei insegnare ai bambini, non lui!”
“Ma non era lui l’esperto?” continuò Ami.
“Sono più esperta io!” puntualizzò Minako.
“ Adesso stai solo facendo pratica, sicuramente ci sarà più in là un futuro da attrice per te” disse Rei.
“ Non pratica, è gavetta e io la odio”
“Non è la stessa cosa? sicuramente a breve ti rifarai”
“Gliele farò pagare tutte! Una per una e quando vedrà che io sono più famosa di lui verrà a pregarmi in ginocchio di perdonarlo per tutte le cose che mi ha fatto!”

Ci mancava solo la risata malefica e poteva partecipare ai provini di Harry Potter come strega.

“Ma dai in qualcosa ti aiuterà no?” chiese Makoto.
“ Si a dirmi dove vanno messe le cose”
“Bugiarda! Quando sono venuta a prenderti vi ho spiato dalla porta, e ti stava facendo vedere alcune posizioni che devi prendere sul palcoscenico quando reciti” quasi glielo urlai in faccia.
“ Stava rispondendo ad una domanda stupida che gli avevo fatto solo per curiosità, niente di più”
“Niente di più? Non hai visto come ti toccava quando ti faceva vedere le posizioni?” continuai con la mia battaglia.
“Si mi ha fatto male”
“ E la faccia? L’hai osservata?”
“Veramente no”
“Hai fatto male! Dovevi. Così vedevi con i tuoi occhi che effetto gli fai!”
“Bunny finiscila di fare cupido, io quello li non lo voglio vedere neanche in foto! già mi tocca sopportarlo troppe ore al giorno!”
“ Se ce l’avessi anche io uno che mi viene dietro, non me lo lascerei scappare”
“ E’ una tragedia Makoto! Te lo regalerei con tutto il cuore!”
“  Tu le conosci bene! Sei un‘attrice” intervenne Rei
“ Non fare battutine! Rei questa è una cosa seria! È odioso e spocchioso!”
“ Secondo me gli piaci” gongolò Ami.

Ami hai perfettamente ragione. Quella faccia è da innamorato! Io l’ho visto! Mancavano solo gli occhi a forma di cuoricino.

“Dici? Figurati cosa fa a chi odia!”
“E’ innamorato!” urlai io
“Ma dai!” continuò la bionda.
“Ma non vedi che ogni volta che lo guardi lui arrossisce e sposta lo sguardo da un’altra parte?”
“ Evidentemente la mia faccia non gli piace” affermò incrociando le braccia sotto il petto.

Cavolo testarda come un mulo!

“ Oppure è semplicemente timido!” disse Makoto.
“Ma va timido! Più cacchiata di questa non la potevi tirare fuori! devi vederlo quando mi sbraita in faccia e tira fuori tutta la sua timidezza! È solo un idiota! E basta.”

Dopo l’arrivo di quella pazza di Minako tutte iniziarono a parlare del più e del meno del matrimonio di Rei e del loro futuro. Io invece ero li zitta, zitta che non spiccicava parola. Anzi stavo leggendo con attenzione un articolo di cronaca rosa che mi aveva colpito e c’era una  foto che  mi aveva attirata … quel cantante famoso di Tokyo quella band strana non ricordo il nome, si era lasciato con una presunta attrice di Hollywood. E c’erano li le loro facce peggio di un funerale divise da un fulmine. E poi senti dire nelle loro interviste che preferivano non essere famosi… io non è che avrei dato tutto per diventare famosa ma insomma loro ce l’hanno  avuta, quindi perché lamentarsi?

“ Rei aspettati un addio al nubilato favoloso!” disse Minako allargando le braccia a più non posso. Aveva già eliminato dalla sua testa Ryuta.
“ Vi prego ragazze niente spogliarellisti!” pregò Rei unendo le mani.
“ Guastafeste! Un addio al nubilato senza spogliarellisti è come un matrimonio senza sposa!” sbraitò Minako sputacchiando pezzetti di biscotto.
“ Se Rei non vuole gli spogliarellisti niente spogliarellisti chiaro? “intervenne Makoto sorridente, e ritornò al suo libro di ricette.
“ Insomma e che volete fare?” continuò imperterrita.
“ A me basterebbe una semplice serata con voi! Anche andare al cinema e dopo una pizza” Rei invece finito di rattoppare il calzino era passata al ricamo. Non mi ero mai immaginata che Rei sapesse ricamare.
“ O cavolo!siete davvero Noiose!” detto ciò incrociò le braccia al petto e mise su un finto broncio.
“Minako non attacca, non fare pratica su di noi con le espressioni facciali. quando arriverà il tuo di matrimonio allora chiameremo tutti gli spogliarellisti della città, contenta?” disse Ami inforcandosi gli occhiali e aprendo un tomo enorme quanto il libro guerra e pace, affianco a se e accese il pc..

Che bello! Adesso si che potevamo interagire. Io che leggevo una rivista, Makoto aveva il suo ricettario tra le mani, Ami ormai stava approfittando di quel momento per studiare e Rei faceva pratica per il maritino.

“ Oh lo fareste per me?” aveva le lacrimucce.
“ Assolutamente” sorrise Rei.
“ Allora dovrete trovare i più bei spogliarellisti di tutto il Giappone!”
“ E la gelosia del tuo fidanzato chi la controllerà?” la canzonò Makoto.
“Non io!” sorrise Minako “ E poi non troverò mai un marito geloso”
“ Chi può saperlo magari quel Ryuta è geloso!” disse Rei stuzzicandola.
“ O mio dio smettetela io non mi metterò mai con quello lì!”
“ Si si vi do al massimo una settimana anzi tre giorni e tu starai già fra le sua braccia!” continuò la giovane sposa, “ Cavolo più tardi devo andare a ritirare i vostri vestiti!”
“Ma la sbadata non era Bunny?” sottolineò Makoto ridendo. E a lei ci unimmo tutte quante.

Ormai avevo perso interesse per quella rivista… non mi andava di leggere tutte quelle stupidaggini, di quanto era bello che quella top model era stata presa per un servizio fotografico importante, che un attore americano si era messo con quella cantante russa e avevano deciso di sposarsi.. Non volevo leggere tutta quella felicità..mi davano ai nervi le loro facce sorridenti..quelli erano solo sorrisi falsi, non veri!
Alzai lo sguardo e feci un breve punto della situazione.
Le ragazze erano davanti a me che chiacchieravano felici come un tempo ed io…..non avevo assolutamente voglia di ridere e scherzare perché in quel momento l’unica cosa che volevo fare era piangere e basta. Piangere anche senza motivo…E se mi avessero visto piangere? Cosa potevo dirgli? Come potevo spiegargli la situazione che da li a poco mi avrebbe stravolto la vita? Che cosa potevo fare per restare così come ero? Niente assolutamente niente.

“ Ehi Bunny ci sei???” Minako mi sventolò una mano davanti al viso.” Hai una faccia..”
“ E? Ehm cosa?” dissi risvegliandomi dai miei pensieri. Che faccia? Questa è la mia faccia! Ho una faccia strana? Mi sono messa a piangere e non me ne sono accorta?
“ Sei rimasta con la testa da un’altra parte! Ti stavamo chiamando sbadata, e tu non hai detto nulla! Di solito sei tu quella che sbraita”

Meno male… sono riuscita a trattenermi.

“Scusate e che stavo pensando ad una cosa ed io …ecco..”dissi passandomi una mano sulla fronte.
Si che cosa Bunny? Dai inventa una cavolata cosi fai le prove generali per quando lo dirai ai tuoi genitori.

“ A cosa?” domandò  Makoto “ Ci dobbiamo preoccupare?”

Non risposi. Mi limitai a fissarla. E adesso? Che dovevo dirgli? Si vi dovete preoccupare perché io sono una grandissima idiota! La regina delle idiote! No no. Dovevo prepararle e poi dirgli tutto con più calma. Moltissima calma. Si avrei fatto così. Preparare il colpo. Preparare il colpo.

“ Bunny se c’è qualcosa che ti preoccupa lo sai che ce lo puoi dire” disse una Ami sorridente appoggiando una mano sulla mia che era ferma sul tavolino. Ferma, fredda e tremendamente sudata, da far schifo.

“Si …e…e vi ringrazio tantissimo per quello che fate ma davvero non è niente.”
“ Non sembra cosa da niente Bunny, di solito quando fai quella faccia è una cosa seria”

Perché quando ho una faccia normale faccio ridere? Cioè spiegatemi. Non è che sono  sempre seria. Ma diamine quando lo sono devo far preoccupare il mondo intero? Sono nata con questa faccia! Non posso di certo dire che sto nella cacca fino al collo e dirti “no va tutto a meraviglia!”

 “Ma io…non so …..da dove cominciare”

Ma brava Bunny! Dai così continua così!

“Dall’inizio Bunny non è difficile“ disse Minako mangiucchiando un altro biscotto.

Grazie lo sapevo ma come faccio? Senza di te Minako sarei davvero persa, grazie per la tua delicatezza.

“Non sarà mica successo qualcosa con il tuo Mamo-chan” ridacchiò.

Mamo…il MIO Mamo…NO NO NO basta Bunny dimentica! Dimentica! E non iniziare a piangere sai!

Annuì e delle piccole lacrime riuscirono a sfuggirmi. Cavolo! mannaggia a me e alla mia stupida sensibilità. Mi ero avvertita da sola, adesso mi toccava farmi prendere a calci da qualche passante per la strada!

Alzai lo sguardo e le vidi con occhi persi, totalmente persi. Mi fissavano, come se fossi un fantasma che ha appena fatto BU!
No no non guardatemi con quelle facce!

“ O cacchio scusami Bunny io, io non” si alzò in fretta e si mise vicino a me.
“Minako non fa nulla prima o poi ve lo avrei detto” non riuscì nemmeno a sorridere non ne avevo proprio la forza.
“ Bunny che ti ha fatto? Ti ha lasciata?” chiese Rei.

Di solito non è l’uomo che lascia la donna?
Feci un respiro profondo per prepararmi, mi asciugai il viso spazzando via lacrime e trucco, quindi pensate ad uno zombie, uguale sua sorella gemella, e poi iniziai.
Dovevo fare mente locale a tre giorni fa, non mi risultò difficile perché ecco…non avevo dimenticato affatto, nulla. Assolutamente nulla.

“ Rei ti ricordi che ti avevo telefonato tre giorni fa?”
“Si…e come eri agitata sentivo i tuoi strilletti dal telefono, come dimenticarseli” mi sorrise.
“Già..”
“ Se non sbaglio volevi andare a quel negozio nuovo del centro commerciale,  per trovare un vestito fantastico per quella cena che avevi la sera stessa.”

Un vestito da dio che mi era costato un patrimonio..

“Esatto”
“Che cena?” chiese Makoto.

Anche se la cena mi allettava molto.

“ Mamoru mi aveva invitato ad una cena“ dissi fredda quasi glaciale.
“ Se lo chiami con il suo nome di battesimo allora devi essere proprio arrabbiata con lui“ affermò Minako.

Già come non darle retta. Non lo chiamavo mai con il nome intero, lo avevo sempre chiamato Mamo-chan , solo in casi eccezionali come quando mi arrabbiavo con lui o quando litigavamo seriamente usavo quel nome.

“ Era una cena per voi due solamente?” Domandò Ami facendomi ritornare sulla terra. Salvandomi da quei ricordi.
“ No, voleva solo farmi conoscere la sua famiglia… insomma suo zio sua zia e suo nonno..e alcuni amici di famiglia”

A ripensare a quell’uomo mi si gelò il sangue nelle vene.

“Solo farti conoscere la sua famiglia? Come fai a dirlo con tutta questa tranquillità?  Ma lo sai di chi stai parlando? Della famiglia Chiba! La più importante in quasi tutto il Giappone! Cioè hanno quasi la stessa importanza di un attore Hollywoodiano!”

Minako grazie per queste informazioni ma le sapevo già!

“E?” mi incitarono tutte
“ E niente ho passato una serata relativamente tranquilla”

Si diciamo tranquilla, abbastanza, be eliminiamo le occhiatacce dell’onorabile signor Chiba…e.. si ..poteva andare come serata. Almeno all’inizio.

“Coniglietto le stai facendo impazzire” sta zitta vocina del cavolo!
“Ti davo un consiglio io!” mi metti solo agitazione e basta!
Bunny adesso non è il momento di litigare con la tua testa, ci penserai più tardi.
Sto solo girando intorno al problema. Dai uno strappo e via! Su!

“ Insomma ho lasciato Mamoru!” dissi tutto ad un fiato.

Altro che strappo questo era peggio di un secchio d’acqua gelata in faccia. Non dovevi preparare il colpo?
Non avevo più aria nei polmoni mi si era consumata tutta a dire quella frase.

“ Tu hai fatto cosa?” chiese sorpresa Minako quasi alzandosi.
“ Non stai scherzando vero?” continuò Rei incredula.
“ Ho la faccia di una che scherza per caso?”

Cavolo io gli stavo dicendo una cosa importantissima e loro pensano che io scherzi? Allora ho davvero la faccia da scema!

“ No… ma perché lo hai fatto? Così di punto in bianco” domandò Ami chiudendo il portatile e fissandomi attraverso le lenti sottili di quegli occhiali.

Cavolaccio! Se Ami mollava i suoi studi per fissarmi in quel modo, l’avevano presa proprio male, male.
“Be che speravi che ti saltavano addosso dalla felicità?”
No però che ne so volevo che non fosse così traumatico.
“Bunny quando ti sei messa con lui la prima volta,gli hai rotto le scatole per anni a queste povere ragazze, adesso è normale che siano sconvolte, mi meraviglio che tu non l’abbia pensato prima.”
Diciamo che era una reazione che non avevo considerato a priori, grande ascolto i consigli della vocina interiore.
“Servo anche a questo”
Be non è il momento adatto quindi a nanna!

“ Per il suo bene e per il mio, ragazze è meglio così” dissi passandomi una mano fra i capelli. Continua Bunny, fredda e distaccata, fredda e distaccata.
“ No no che non è meglio! Tu lo ami Bunny come hai potuto lasciarlo?” disse Makoto quasi alterata. Aveva in mano il libro di ricette chiuso, pronto a lanciarmelo in mezzo alla fronte.
“ Come…ho potuto? Come ho potuto? Io io non so come ho fatto a dirgli che era finita ma lo fatto! Io io non posso stare con lui!” urlai in preda alle lacrime. Cavolo Makoto ti credevo più intelligente!
“Avevi detto che un giorno saresti diventata sua moglie!” disse Rei.

Colpita e affondata! Cavolo così però non giocava ad armi pari!

“ Quel giorno non arriverà mai” abbassai la voce. È dura accettare la realtà.
“ Perché?” Ami non credeva alle mie parole “ Cosa è successo per farti cambiare idea su Mamoru” i suoi occhioni…no no no Ami non mi guardare così!
“ Ecco forse è meglio che me ne vada…“  stavo per alzarmi.

Si si forse era meglio così lasciare tutto come stava, non sarei diventata vittima della sposa e delle sue damigelle.
Se avessi continuato con la storia ci sarei rimasta secca io e loro.
Stupido mio piano! Dovevo tapparmi quella bocca con il nastro isolante, almeno avrei finito di dire cavolate!

“ Tu non ti muovi di qui finché non ci racconti tutto” Rei mi prese per un braccio e Minako per l’altro e così alla fine ritornai alla posizione iniziale con loro due ai fianchi come bulldog.
Vie di fuga?
Due.
Porta e finestra.
Possibilità di fuga?
Zero, anzi mi correggo. Meno, meno di zero.
 
“Dai Bunny spara vogliamo sapere!”
Minako da domani ti chiamerò miss delicatezza!
Situazione attuale : quattro paia di occhi infuocai che mi fissavano, più uno contiamo il peluche a forma di civetta davanti a me sul mobiletto anche lui mi fissava e faceva più paura delle altre. Altro che fritta!

“ Ma dai.. Rag…azze è stata solo una una  cosetta nulla…di grave” quello era il mio modo assolutamente idiota di camuffare una bugia che anche un bambino avrebbe scoperto.
Insomma non sono stata eletta campionessa di bugie, perché sono una frana e mi scoprono sempre subito.

“Bunny abbiamo capito il tuo modo di sviare la faccenda, o parli o saremo costrette a farcelo dire con la tortura” Minako era già pronta con le mani sui miei fianchi.
Appunto nemmeno ad iniziarla sta bugia.
Tortura uguale solletico. Quindi parla Bunny parla!
Le fissai una ad una e mi resi conto che avevo fatto una grande cavolata ad andare li. Dovevo rimanere a casa sotto le coperte! Ora ero anche costretta a parlare!

Sbuffai e costretta a quella tortura peggiore iniziai a parlare
“Adesso vi spiego tutto ma per favore risparmi Minako con le tue solite domande e con il solletico, alzo la bandiera bianca!“
“ Brava vedo che hai capito” sorrise lei soddisfatta.
Al volo.
“Così almeno capirete perché ho fatto questo” ecco perché ero venuta da loro, perché alla fine volente o non volete avrei sputato fuori tutta la faccenda.

Appoggiai la tazza sul tavolino e continuai a parlare “Quella sera a cena ho conosciuto tutti i suoi parenti e anche una certa Chiyoko Kawashima”

Una snob figlia di papà viziata assolutamente idiota, con seni rifatti e faccia piena di botulino. Forse se usavo l’ago di Rei avrei potuto ritornare a casa con la faccia piena di quella schifezza tutta schizzata. Blah!

“Chiyoko kawashima” ripeté Minako “ si adesso ricordo! È la testimonial di quei trucchi nuovi che hanno messo da poco in vendita”

Voi la conoscevate? Io no! Non l’avevo nemmeno notata sui cartelloni pubblicitari, e adesso che la notavo la vedevo dovunque quella faccia da castoro!

“ E se non sbaglio è figlia di un capo dell’industria farmaceutica!” continuò entusiasta Minako.
Viziata +Testimonial+ botulino+ papà ricco = candidata perfetta per una botta e via!!!!

“ E che tipo è?”
“ Bionda sexy con il botox anche nel cervello”
“ Quindi è una che basta una scopata e….” Minako, si proprio lei.
“ Si assolutamente si”
“ Che ci faceva li” intervenne Makoto.
“Mamoru mi aveva detto che era figlia di un amico di suo nonno. Fin qui tutto bene …almeno…mi ha fissato per tutta la serata con un sorrisino quasi malefico!”

Sorrisino malefico è diminutivo di sadicità fatta persona. Bella da paura ma sotto, sotto nascondeva un demonio.

“ Vedo che il nonno ha conoscenze importanti” ghignò Rei.
“Sono stata una tale idiota ad andarci che me ne sono pentita all’istante”
“ Quella li ti ha fatto qualcosa?”
“Lei….lei…” continuai a piangere..per favore non piangere fai la figura della pappamolla!”sapeva tutto, tutto quanto e rideva di me!” misi le mani a coprirmi il viso.
“ Per quale motivo stava ridendo di te? Non avrai mica fatto una delle le tue solite figuracce” mi domandò Rei appoggiando una mano sulla mia spalla.

No non ne avevo fatte ancora.

“Rideva perché ero l’unica che non sapeva assolutamente nulla!” dissi tra i singhiozzi.
“Cosa non sapevi?” era ami ne ero certa.
“Quella quella… ra…ra..gazza non..non…era  sssolo una cono…scente ma la futura fidanzata di Mamoru!”
Ormai il mio cuore era in frantumi mille pezzettini sparsi nella gabbia toracica.
“ Ma che dici?”
“ Minako ti dico la verità ho sentito tutto! Di nascosto ma ho sentito. Ero appena tornata dalla toilette e ho visto Mamoru e suo nonno litigare!”
“ E questo che centra con la ragazza”
“ Centra il fatto che quel vecchio Chiba abbia detto LEI NON Può FAR PARTE DELLA FAMIGLIA!”  come potevano ancora non credermi? Adesso ero io la cattiva?
“ Evidentemente avrai frainteso forse si era riferito a quella là”
Mi stavano cadendo le braccia.

“No sono sicura, e poi ho le prove, gli stavo sulle palle già da un po’ e quando mi ha visto mi ha fulminato con gli occhi e mi ha detto che avevo rovinato suo nipote che se la faceva con i pezzenti!“
“ Spero che Mamoru ti abbia difesa oppure lo scuoio vivo!“ disse Minako alzandosi le maniche del maglioncino.
“Si mi ha difesa, ma mi ha fatto stare male per tutta la serata quell‘uomo, ecco perché sono fuggita in bagno ad un certo punto,non riuscivo più a sostenere il suo sguardo, pensate che non ho nemmeno mangiato“
“ Oddio questa è una cosa grave” disse Makoto
“Lui ha detto anche che non avevo il diritto di diventare sua moglie.”
“ Che assurdità!” continuò Rei
“ Non posso andare contro suo nonno Rei!”
“ Si che puoi!”
“ No assolutamente no o se la prenderebbe con Mamoru per colpa mia e io non voglio! Dovrebbe allontanarsi dalla sua famiglia per me?”
“ Se ti ama lo avrebbe fatto di sicuro!” disse Makoto incrociando le braccia sotto il seno.
“ Dietro quella colonna continuando ad ascoltare ho scoperto che l’azienda dei Chiba ha vari problemi finanziari risolverebbero le cose solo se Mamoru si sposa con Chiyoko Kawashima”
“ Quindi stanno tentando in tutti i modi di farlo sposare con quella lì?”
“Si, Minako”
“E tu? Non hai detto niente?” continuò lei imperterrita.
Ti prego non girare il coltello nella piaga.
“Che cosa potevo dire? Io non posso fare niente per aiutarlo!  Già non ho abbastanza soldi per me figurati se posso aiutare un‘azienda. Io no ho una dote stratosferica! Sarei disposta a rapinare una banca per lui, e in quel momento l’unica cosa possibile è stata quella di lasciarlo”
“Ma adesso soffrirà da matti” ammise Rei.
“ E secondo te credi che io sia felice come una pasqua?”
“No ma io dico che forse potevi trovare una soluzione!”
“ Mi dispiace ma io non sono miliardaria quindi ho ben poco da aiutare”
“ Ma tu lo ami! E lui ti ama!”
“ Lo so e io lo amo con tutta me stessa, è proprio per questo che ho deciso di lasciarlo.”
“Hai avuto fegato!” disse una Minako sorridente.
“ No è stato il contrario, ho lasciato via libera a quella serpe”
“ Se per te quella di lasciarlo era la scelta giusta io sono con te Bunny” parlò Ami seria.
“Come, quando gli hai detto questo?” domandò Makoto curiosa.
“ Glielo detto la stessa sera, prima che entrassi dentro casa, con una scusa siamo usciti  e gli ho detto che non potevamo stare più insieme”
“ E lui che ha detto?”
“ Si è messo a ridere, non mi credeva, mi ha detto che ero impazzita e quel poco vino che ho bevuto mi aveva dato alla testa”
“ Posso immaginare”
“ Così per allontanarlo e per fargli vedere che facevo sul serio gli ho detto che l’ho tradito con un ragazzo della mia classe”
“Oddio l’hai tradito veramente?” Rei urlò
“Era carino?” Minako aveva gli occhi a cuore.
“No certo che no!”
“Era brutto?” Makoto era più preoccupata delle due.
Ma che cavolo di amiche ho trovato? Erano preoccupate se il mio amante immaginario era brutto o carino.
“ Io non ho tradito Mamoru con nessuno! Ho solo inventato una balla”
“O dio adesso piovono rane! Se Mamoru ti ha creduto doveva essere proprio brillo” intervenne Minako.
“ Era lucido e capiva perfettamente”
“ Che ti ha risposto?” continuò Ami.
“ Non mi ha risposto e io ho continuato, gli ho detto che non mi doveva più parlare, gli ho detto che non l’amavo più e che mi dispiaceva moltissimo”

E quella scena ritornò prepotentemente nella mia testa come un pugno sul naso.

“Ti è piaciuta la serata?” chiese Mamoru sorridente.
Gli avrei voluto rispondere no assolutamente è stata una serata da schifo! Ma solo perché c’eri tu mi sono trattenuta da tirare in faccia a quella oca il piatto che avevo davanti.
“ Si carina”
“Mh”per un secondo avevo visto tristezza in quei occhi.
Rimanemmo in assoluto silenzio fino all’arrivo a casa mia. Dovevo dirgli tutto, che era finita che non l’amavo e…tutto il resto che avevo recitato nella mia testa per due ore di fila….avevo una paura matta che mi scoprisse. Che scoprisse che tutto quella che stavo dicendo non era la verità…ma dovevo farlo perché io lo amavo, lo amavo con tutto il cuore e lui doveva accettare quell’amore che gli stavo donando…attraverso la mia e la sua sofferenza… già mi avrebbe odiato a lungo, ma alla fine lo avrebbe superato.
“ Arrivati!” mi accecò con il suo sguardo.
“Senti Mamoru io io ti devo di..dire una cosa”
O no Bunny non iniziare a balbettare non farlo non farlo!Dai Bunny ce la puoi fare ce la puoi fare!
“Dimmi tutto Usa-chan”
No non mi chiamare così o mi sciolgo!
“ Ti devo dire una cosa importante, quindi ascoltami bene”
“ D’accordo” adesso era serio.
“ Io non so come dirtelo…ma non ti piacerà affatto.”
“Tesoro qualunque cosa tu abbia fatto ti aiuterò io a sistemarla”
Stavo iniziando a piangere e deglutì a vuoto.
“No non si può sistemare, tu non la puoi sistemare”
“ E’ grave?” disse prendendo una mia mano nelle sue…
Quella mano ormai era un ghiacciolo, con tutto il guanto che indossavo.
“ Si…” deglutì ancora e abbassai lo sguardo.. Era troppo o lo guardavo o parlavo. In quel momento fare le due cose insieme era un’impresa.
“ Tesoro inizio a preoccuparmi”
“ Ecco..io Mamoru ti ho tradito” lo dissi così a bassa voce che non mi sentirono nemmeno le mie orecchie…
Silenzio. Non rispose. Ecco le sentivo, stavano per arrivare le sue grida…anche se…ci stava mettendo decisamente troppo…
Presi coraggio e alzai lo sguardo. Mi fissava. Ma quello non era una sguardo da furioso. Era uno sguardo … divertito…
Appena mi notò allargò il suo sorriso e mi scoppiò letteralmente a ridere.
“Amore mio ma che dici?” mosso ancora da qualche singhiozzo.
“ La verità” sbottai irritata. Mannaggia a me e al fatto che non sappia dire le bugie. Ecco il risultato. Mi scoppia a ridere. Qui ci volevano le armi pesanti.
“ Tu non ne saresti mai capace.”
A no? E come fai a dirlo? Qui ne va del mio orgoglio!
“ Si che ne sono capace!”
“ Bunny sei impazzita, quel poco vino che hai bevuto ti ha dato alla testa?”
Ma che centra il vino? E poi io lo reggo benissimo.
“Mamoru io non sono ne pazza ne ubriaca ti sto dicendo la sacrosanta verità! Ti. Ho. Tradito.”
Chiuse la bocca all’istante.
Alleluia aveva capito finalmente!
“ Bene se mi hai tradito vorrei sapere almeno con chi”
Oddio era Mamo che avevo davanti?
E bella domanda. Con chi potevo averlo tradito?
Uno immaginario no perché lo scoprirebbe di sicuro..
Forse qualche idiota della mia classe….
“ Un id…volevo dire un ragazzo della mia classe” continuai seria.
“ E posso sapere come si chiama?” era talmente calmo che mi mette terrore addosso.
“ No…se te lo dicessi andresti subito a cercarlo…”
“ E’ naturale! Lui ha preso la MIA donna!”
O dio! Ha detto Mia donna! Non l’aveva mai detto!
“ Mi dispiace ma io voglio avere un ragazzo con una faccia decente!”
“Non è uno scherzo vero? Mi hai tradito con un altro! Saresti veramente capace di farlo?” aveva in faccia un sorrisetto strano come se davanti a lui ci fosse una pazza da ricoverare in manicomio.
No non avrei mai avuto il coraggio di tradirlo…ma dovevo farlo a tutti i costi!
“S…si” no no la voce tremante no!
“ Non sei molto convincente”
“ Ma credici! Prima o poi te lo avrei detto!”
“ Io..io..è..impossibile!”
Lo so, lo è anche per me!
“Senti forse è meglio che non mi cerchi più! Anzi non mi parlare nemmeno , non non tentare di ritornare con me e ..e..lasciami in pace! Ti prego o faresti del male sia a me che a te”
Lo fissai negli occhi e lui non … rispose rimase zitto. Così continuai..a stento nel trattenere le lacrime.
“ Mamoru….io..non ti amo più. Mi dispiace, promettimi..promettimi che farai la cosa giusta e che mi dimenticherai per sempre.”
mi guardò e non emise nessun suono.
“ Ti prego promettimelo!”
Fece si con la testa e lasciò la mia mano.
mi girai e corsi via dentro casa…non mi voltai nemmeno per vederlo un’ultima volta…mi chiusi la porta alle spalle e diedi sfogo a tutte le lacrime che avevo trattenuto davanti a lui.




“Così adesso e da tre giorni che non mi cerca e non mi chiama come mi aveva promesso.”
“Non era questo quello che volevi?” disse Makoto
“Si…era questo” piansi..
“Tesoro ci dispiace tanto, sei veramente una persona coraggiosa” continuò rei che mi abbracciò forte.
“ No non lo sono affatto rei io io l’ho lasciato e ho visto quello sguardo..io..io lo..amo!”
“Ma perché potevi rimanere no?” Minako come sempre diede sfogo alla sua sensibilità.
“ No..no..avrei dato solo fastidio a suo nonno e basta”
“ E adesso cosa farai?” continuò Ami.
“ Non..non..lo so ancora..cercherò di dimenticarlo”
“Sarà difficile”
“Lo so ..”
“Si..senti se vuoi ti faccio conoscere un paio di amici…”
“Minako si è appena lasciata!” abbaiò Rei.
“E che vuoi? Almeno lo dimentica subito!”
“Cavolo non hai un senso di delicatezza!” insistette Makoto
“ Io cercavo di aiutarla!”
“Be è il modo peggiore!” diede man forte Ami.
“ Ragazze non litigate..io ancora non ho finito..”
“ Oh dio! Che successo?” fece Minako.

Non risposii mi alzai e andai a prendere il mio borsellino, la cartellina celeste e la scatolina aperta che avevo da quella mattina in borsa.…

Mi rimisi a sedere e ..appoggiai tutto sul tavolino… presi il borsellino e uscì il tesoro che custodiva.
Quattro paia di occhi mi fissarono increduli.









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spazio autrice 

cavolo mi faccio viva dopo secoli!!!!!
ed qui la mia nuova storia!!!! che amo troppissimo!!!!!!  forse in un futuro molto prossimo aggiornerò presto, ma non ho ancora le idee chiare...ho tutto nella mia mente ma troppo poco tempo per scrivere!!!!!! cooomuque piccole avvertenze, anche se sono inutili:
quando scrivo in corsivo o sto parlando di unn ricordo, oppure sta parando la voce interiore del protagonista, comunque lo specifico sempre nel caso ci siano dei preoblemi!!!!
per scrivere questo capitolo ci ho messo una vita, ma ne è valsa la pena perchè mi piace moooooooooooltissimo!!
rigrazio tutti i miei lettori e chi ha recensito e un bacione alla mia best che mi sopporta!
metterò a presto il secondo chappy! a presto Lady T aspetto con ansia le vostre opinioni su questa storia!!!!!!



 
 
 
   
 
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