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Autore: PinkBiatch    01/09/2013    8 recensioni
“C'è una mezzosangue, ad Hogwarts. E' un'insopportabile so-tutto-io, coi capelli crespi e i denti davanti..”
“Sporgenti.” Aveva continuato suo padre, come in trance.
“Come fai a saperlo?” Chiese Scorpius, incuriosito.
“Immagino sia la figlia della Granger.” Disse soltanto lui.
“Sì, si chiama Rose..”
“Che nome del cazzo, Rose..” Disse assorto suo padre.
“Rose Weasley.” Finì Scorpius.
“Weasley.” Draco sputò per terra.“Le avrei dato un nome migliore.”
“Cosa?”
“Niente, Scorp, niente. Stavo pensando fra me e me. M'ero dimenticato quanto la disprezzassi.”
“Chi? La madre di Rose?”
"Sì."
Suo padre si bucò con una spina e buttò la rosa che aveva appena colto fuori dal cancello in ferro battuto che circondava il giardino.
“Perché l'hai buttata?” Chiese suo figlio.
“Perché mi ero bucato” Rispose Draco semplicemente.
“Hai buttato via la più bella rosa del giardino solo perché ti sei bucato con una spina che avresti potuto togliere.” Lo rimbeccò Scorpius.
Quelle parole fecero pensare Draco.
“Verrà il giorno in cui ti mancherà.” Disse Draco dopo un po', quando erano ormai vicini alla porta di casa.
“Chi?”
“Quella Sudicia Mezzosangue.” Ed entrò in casa velocemente, abbandonando Scorpius confuso davanti alla porta di casa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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14.

 

 

 

Quella sera, la cena fu allestita in un'altra ampia sala del Castello, al quarto piano, senza che venisse data alcuna spiegazione, ed il giorno dopo, al suo risveglio, Rose trovò un avviso sulla bacheca della Sala Comune.

 

Si avvisano tutti gli studenti che le lezioni saranno sospese fino a lunedì prossimo, e che questa mattina, la mattina di Giovedì 11 Novembre, siete tutti attesi nella Sala Grande per un'importante comunicazione alle 10 in punto.
Siete pregati di non mancare.

 

In cuor suo, Rose sapeva già cosa sarebbe stato annunciato.
Adesso che il Torneo era così vicino, così palpabile, un gran senso di paura le attanagliava lo stomaco, e non sapeva come avrebbe fatto ad uscirne, se mai ce l'avrebbe davvero fatta.
Sperò che l'astuzia o il coraggio sarebbero state le prime prove, perché quella che temeva di più era l'amore, quella più ignota.
Si immaginò che nel coraggio sarebbero state presenti bestie feroci, e lei avrebbe dovuto sfidarle. Poi s'immaginò che per proseguire nel labirinto dell'astuzia, avrebbe dovuto affrontare numerosi indovinelli, ma davvero non sapeva cosa avrebbe avuto in serbo per lei la prova dell'amore.
Che si sarebbe ritrovata uno Scorpius davanti? Che le fosse chiesto di sacrificarsi per qualcuno di amato?
Questo, Rose, non poteva saperlo. Ma in cuor suo, sperò davvero che non le sarebbe mai stato chiesto di fare una qualsiasi scelta di questo genere, perché non avrebbe mai saputo come rispondere e cosa scegliere.
Aspettò che scendessero anche Al e James, e si diresse verso la Sala Grande con loro. Al ben presto trovò Jane, e così si unì con lei e stettero in disparte, lasciando James e Rose soli.
“Come vanno le cose?” Le chiese James appena furono soli.
“Bene, diciamo. E' tutto così strano.. ogni giorno succede qualcosa di nuovo ed io non so stare al passo di tutte queste novità!”
“Del tipo? Che genere di novità? Amorose?
“Novità amorose? Ma di che parli?!” Fece Rose, arrossendo. “Okay, okay, diciamo di sì, ma il punto è che non lo so nemmeno io!”
“C'è una cosa che tu sappia?”
“No, in effetti no..”
“Sei preoccupata per ciò che ti potrebbe aspettare al Torneo?”
“Inutile negarlo.. Ciò che mi spaventa è l'amore, perché è più ignoto.. Col coraggio si capisce, bene o male. Si dovranno affrontare le nostre paure, cose del genere, insomma; lo stesso con l'astuzia, risolvere enigmi.. Ma l'amore mi spiazza totalmente.”
“La tua prova è già cominciata.”
“Che vorresti dire?”
“E' già cominciata, capisci? Quella dell'amore. Ti spiazza ancor prima che sia qualcosa di davvero reale. Non sai mai cosa aspettarti, non dormi la notte pensando a cosa potrebbe accadere.. Eppure sei ancora qui. Non hai ancora estratto quella parolina dalla tua ampolla, a dir la verità non sai nemmeno quando si terrà la prima prova! Eppure sei già così in ansia..”
“Non sapevo tu fossi diventato un poeta!”
“Ah, c'est l'amour..
“Dicendolo così sembri innamorato più di una di Beauxbatons che di Sugar..”
Lui la guardò e rise: “Mai.”
Dopo una breve pausa, James parlò di nuovo:
“E comunque hai ancora molte cose da dirmi.”
“Ma sono le dieci. E dobbiamo entrare nella Sala Grande.”
“Appena ci hanno detto quel che ci devono dire ti va se ne parliamo?”
“Certo che sì.”
E con questa promessa, varcarono la soglia della Sala Grande.
C'era un gran caos, nessuno sapeva dove sedersi, da che parte stare.. tutte le case erano mischiate, adesso, e la McGranitt provava a parlare e farsi sentire senza riuscirci, la sua voce sovrastata da quella di altre centinaia di ragazzi.
Quando anche Rose entrò, e alcuni ragazzi dietro di lei, la McGranitt si decise a fare un Incantesimo Sonorus per farsi udire da tutti.
“Buongiorno” disse.
“Buongiorno” risposero molti, ma non tutti.
“Oggi vi verrà dato un avviso molto importante, e non dovete essere divisi in Case.” Poi, vedendo che i primi si agitavano, si affrettò a parlare di nuovo, “E nemmeno in scuole. Quello che voglio, oggi, è che vi sediate come più vi aggrada.”
Molti si chiesero il perché di quella cosa, ma non ebbero il coraggio di chiederlo e si sedettero. Incredibilmente, tutti entravano alla perfezione nello spazio di tre tavoli senza dover stare nemmeno attaccati come sardine in scatola.
Quando anche l'ultimo studente si fu seduto, la McGranitt parlò di nuovo:
“Abbiamo fatto questa cosa, perché non volevamo che in un giorno come questo voi foste divisi secondo una tifoseria di alcun tipo, memori di eventi passati.” Disse, scoccando un'occhiata verso Harry e Draco, che se ne stavano in disparte assieme al resto del gruppo degli adulti.
Harry sembrò non curarsene, e Draco arrossì un po', imbarazzato.
Rose si chiese se avrebbe fatto lo stesso se fosse stato rimproverato una ventina di anni prima, e si disse di no. Ma dopotutto non poteva lamentarsi, era molto meglio questa versione di Draco Malfoy.
Dopo aver lanciato quella breve occhiata verso dei suoi ex alunni, ormai cresciuti abbastanza da averle donato altri studenti coi loro cognomi, la McGranitt continuò:
“Ciò che verrà annunciato oggi, è la data della prima Gara del Torneo Tremaghi.”
Molti ammutolirono, altri, al contrario, fecero esclamazioni. Eppure tutti, ancor prima di entrare lì, sapevano cosa sarebbe stato detto loro.
Rose stava fissando un punto imprecisato al di là del tavolo davanti al suo, quando i suoi occhi catturarono una macchia biondo platino, che misero ben presto a fuoco.
Quella macchia color platino fece battere il cuore a Rose, perché la guardava, e sembrava lo stesse facendo già da un po'. Forse voleva capire cosa provava, osservare la sua espressione. E così fece Rose.
Scorpius Malfoy era ansioso, ansioso per lei e per i pericoli che avrebbe affrontato, anche per colpa sua.
“La prova” riprese la McGranitt, “Si terrà il 30 di Novembre.”
Di nuovo gli studenti ammutolirono, e Nicolas, Rose e Danica, si scambiarono sguardi complici di puro terrore. Mancavano soltanto diciannove giorni alla verità, alla prima Prova, dove tutti li avrebbero finalmente e irrimediabilmente giudicati.
Anche Scorpius ebbe paura, di nuovo, molto più di quanto ne avesse avuta fino a quel momento. Adesso che la prova aveva una data, sembrava così palpabile la tensione, il pericolo.. perfino troppo, più di quanto nessuno di loro avrebbe mai saputo davvero sopportare appieno.



Ben presto la folla cominciò a dileguarsi verso le varie parti del castello, ed i meno freddolosi anche verso l'esterno. Scorpius, dal canto suo, cercò per quanto gli fosse possibile di rimanere indietro per riuscire a parlare con Rose, che era stata richiamata all'interno di quella stanzina dove molte volte aveva visto sparire anche suo padre.
Tuttavia, Rose sembrò trattenuta per le lunghe, e Scorpius fu costretto ad andarsene senza averle nemmeno dato il buongiorno.
Mentre andava verso i dormitori a cercare Robert, Scorpius si chiese cosa fosse cambiato, alla fine, non tanto fuori, quanto dentro di lui, tanto da avere il desiderio di darle il buongiorno.
Forse era sapere che non si era immaginato tutto, che allora della dolcezza tra di loro era in qualche modo palpabile, ed era stata davvero reale, e davvero c'erano le labbra di Rose, sulle sue..
Forse era vedere suo padre che ogni giorno si scioglieva dietro alla madre di Rose senza fare un passo, senza dirle niente di carino, senza trattarla in un modo diverso da come avrebbe fatto se non si fossero mai rivisti quell'anno ad Hogwarts.
Lui non voleva finire come suo padre, a dover continuamente nascondere ciò che aveva dentro. Avrebbe voluto far vedere a tutti ogni singola cosa che provava, anche la più insignificante. Avrebbe voluto che loro capissero quanto, in verità, lui riuscisse ad amare.
Avrebbe voluto vedere qualcuno a cui davvero importasse ciò che provava, ma in cuor suo sapeva già di aver trovato chi aveva sempre capito ciò che provava, perfino molto meglio di lui, e non poteva essere più contento di così, non poteva essere più lusingato della persona disposta ad amarlo che aveva trovato, e non avrebbe saputo chieder di meglio.
Però c'era ancora una parte di lui che si opponeva, che continuava a ripetere se stesso che avrebbe lottato per una cosa che, prima o poi, sarebbe finita comunque.
Alla fine, ormai ogni parte di Scorpius era pronto ad accettare l'amore di Rose, e l'amore per Rose, ma non tutto Scorpius era pronto ad accettare la precarietà su cui si sarebbe basata una qualsivoglia futura relazione fra di loro.
Probabilmente era cresciuto troppo male, era stato abituato ad una realtà dove le cose non finiscono mai, -anche perché i sentimenti, in casa Malfoy, ben di rado cominciavano, e quindi era più raro che qualsiasi cosa fosse soggetta ad una qualche precarietà- e così adesso si ritrovava a fare i conti con la sua inesperienza in fatto di amore e sentimenti, ed in fatto di cose di cui prima o poi si dovrà accettare anche una fine.
Si disse che no, non ce l'avrebbe mai fatta a sopportare un rifiuto, a sopportare di vederla andare via, sgusciare dalle sue grazie così facilmente e così silenziosamente come c'era entrata, ma che forse questo avrebbe potuto spronarlo a fare in modo che lei non se ne andasse, o che perlomeno lo facesse il più tardi possibile.
Arrivò ai dormitori e trovò Robert, che lo aspettava, quasi in ansia, su una poltrona vicino al camino.
“Sei in ansia?” Gli chiese appena lo vide spuntare dalla porta.
“Molto più di quanto dovrei.”
“Chi ti dice quanto dovresti o non dovresti essere in ansia?”
“Il mio buonsenso.”
“Che non è buono e non ha senso, quindi hai una quantità di ansia del tutto ragionevole al pensiero che tra venti giorni potrebbe succedere qualsiasi cosa alla ragazza che ti piace senza che tu ti sia mai davvero dichiarato a lei.”
“Vacci piano.” Disse Scorpius, e dopo aver tratto un lungo respiro continuò, “E comunque non è vero che non mi sono mai confessato.”
“Bella confessione! Talmente bella”, rise, “che avete dovuto dimenticarvela, altrimenti non sareste riusciti a trattenere nessun altro ricordo perché incomparabile a tale meraviglia!”
“Prendi poco per il culo” disse allora Scorpius, senza riuscire, però, a trattenere un sorriso. Il primo dopo una grande ondata di ansia.
Era a questo, si disse, che servivano gli amici.
A farti ridere anche nei momenti più drammatici.
Ed era proprio questo, si disse di nuovo, che gli faceva davvero capire che Robert era un amico, e che avrebbe sempre potuto contare su di lui. Il fatto che qualsiasi cosa succedesse, lui era pronto a riderci su, anche se soffriva, per non darlo a vedere, e per riuscire a scacciare più in fretta ogni sentimento che potesse ferire qualcuno.

 

 

Quando a Rose fu chiesto di andare nella stanza adiacente alla Sala Grande insieme a Nicolas e Danica, non seppe subito alzarsi perché le tremavano ancora le gambe.
Quando tuttavia si alzò, fu contenta di vedere sua madre avviarsi nella stanzina, perché in qualche modo la sua figura la faceva stare meglio.
Non sapeva cosa l'aspettava, se di nuovo c'era un pezzo grosso del Ministero che voleva vederli, o se semplicemente vi erano dei giornalisti.
Uno strano senso di ansia s'impossessò di lei quando vide tantissimi obbiettivi di macchine fotografiche famelici di immortalarla con la sua paura, al fianco degli altri compagni di sventura.
Una giornalista si fece largo fra gli innumerevoli fotografi e si avvicinò a Rose, famelica.
“Piacere” le disse, “lavoro per La Gazzetta del Profeta.”
“Piacere”, le disse Rose, più perché non sapeva che dire, che perché trovava un piacere conoscere una delle tante che avrebbe speculato su di lei raccontando false storielle.
“Ti dispiacerebbe andare un po' in disparte?”
“No, va bene.”
La giornalista la portò dietro ad una specie di tenda in un angolo della sala, e cominciò a bombardarla di domande:
“Cosa ti ha spinto a mettere il nome nel Calice?”
“Una sfida.”
“Sfida? Una scommessa?”
“No, una sfida con me stessa.”
“Del tipo?”
“Volevo mostrarmi per ciò che ero e mettermi alla prova, ma sinceramente non ero troppo fiduciosa del fatto che il mio nome potesse già essere sorteggiato.”
“Chi credevi sarebbe stato scelto?”
Rose arrossì.
“Non lo so, solo non io..”
“Oh, ragazzina, puoi dire quel che vuoi, ma non puoi mentirmi. C'era una persona che credevi venisse sorteggiata, ne eri totalmente sicura, te lo leggo negli occhi!”
Rose si sentì in trappola e confessò.
“Sì, in effetti ero convinta che venisse scelto un altro ragazzo del mio anno, di Serpeverde..”
“Chi era questo ragazzo? Forse il figlio dell'affascinante professore di Difesa Contro le Arti Oscure?”
“Beh, sì. Non che trovi affascinante suo padre, no no no! Ma in effetti è il figlio del professor Maloy.”
“E lo trova attraente?”
“Il padre o il figlio?”
“Il figlio.”
“E' carino..”
La penna Prendiappunti brevettata da Rita Skeeter danzava sul foglio scrivendo cattiverie gratuite e pettegolezzi non veri, senza che Rose sospettasse di alcunché. Certo, avrebbero scritto qualcosa di assurdo, ma non si aspettava che l'avrebbero fatto con così tanta cattiveria, cosa che invece scoprì l'indomani stesso, quando una foto sua, di Nicolas e di Danica, spiccavano in prima pagina sulla Gazzetta del Profeta.

 

Mi avvicino per prima alla piccola Rose Weasley, che tradisce un certo senso d'inquietudine. Appena le parlo sboccia a me un forte senso di pietà verso quella povera bambina troppo giovane ancora per distinguere due diversi tipi di tè, catapultata in qualcosa davvero più grosso di lei, tanto che lei nemmeno si rende conto.
Quando le chiedo di allontanarci, per parlare meglio, sembra non capire subito, allora mi chiedo se quel Calice stia davvero perdendo i colpi.
Una volta che ha capito le mie intenzioni mi segue e si siede vicino a me, allora sembra di riacquistare un po' del vigore che originariamente non aveva mostrato.
Le chiedo subito cosa l'ha spinta a mettere il suo nome nel Calice e lei parla di una scommessa, forse fatta col giovanotto di cui si parla in seguito.
Infatti, una volta avermi spiegato che l'aveva fatto per gioco, mi ha spiegato che in realtà non credeva di poter essere sorteggiata, ma che credeva avrebbero scelto Scorpius Malfoy.
Appena ha pronunciato quel nome è arrossita visibilmente, e potevo sentire chiaramente il suo cuore battere all'impazzata. Successivamente ha decantato anche una certa attrazione fisica verso il padre, ma ha comunque affermato che nel suo cuore c'è solo posto per il figlio, forse solo perché gli assomiglia particolarmente e perché ha un'età più conveniente per lei.
Successivamente, nella nostra parlata da amiche, mi ha raccontato nei minimi dettagli della sua relazione con Malfoy, l'aggressività del padre quando l'ha scoperto -mi domando se non fosse gelosia!-, il loro primo bacio..
Dopo una lunga intervista e ricca di succulente informazioni, posso affermare con certezza che se Rose Weasley non ci lascerà durante il Torneo, sarà solo per pura fortuna! (O forse perché sua madre, o meglio ancora il suo amato e affascinante professore Draco Malfoy, le hanno spifferato ciò che l'aspetterà durante le prove in anticipo).
Detto questo, la vostra amata Emma chiude qua.
A presto,
Emma Bingley.
(E buona fortuna alla giovane malcapitata!)

 

Quando Rose ebbe finito di leggere, e lo lesse tutto d'un fiato, si sentì talmente male che Albus avrebbe voluto portarla in Infermeria, ed era vicino a farlo.
Non disse niente, semplicemente divenne di una tonalità del verde molto brutta, mentre Sugar, che aveva letto insieme a lei, cominciava già a strillare.
“Ma come si permette, quella vecchia megera?! Speculare così sulle vite altrui! Ed immagino, certo, è ovvio, che tu, Rosie, non le abbia detto niente, assolutamente niente! Se c'è una cosa che odio sono le persone impiccione, e soprattutto quella lurida Maganò di Emma Bingley!”
Ben presto molte persone cominciarono a girare in mano con la Gazzetta del Profeta, ma fortunatamente erano tutti pronti a credere alla versione di Rose, piuttosto che a quella della giornalista.
Rose aspettava soltanto di vedere la reazione dei professori che l'avrebbero letto, in particolar modo quella di Malfoy. Era la cosa che l'agitava di più, anche di più della reazione che avrebbe potuto avere Scorpius.
Vide la McGranitt leggere l'articolo e spalancare gli occhi, incredula e spaventata insieme, e passare velocemente il giornale al resto dei professori, lasciando Malfoy appositamente per ultimo.
Tutti lessero molto velocemente e rimasero sbigottiti che una giornalista potesse usare parole così crudeli e maliziose nei confronti di una ragazzina di appena quattordici anni, ma a Rose non importava la loro reazione quanto quella di Malfoy, che finalmente riuscì ad avere il giornale e lesse con interesse.
Ogni tanto assunse un'espressione beffarda, e quando arrivò a fine articolo rise. Gli altri professori lo guardarono come se fosse un Babbano che riesce ad entrare ad Hogwarts, e lui si sembrò spiegare, tuttavia Rose non seppe cosa disse.
Sua madre, in compenso, ancora non si vedeva. E nemmeno Scorpius.
Poi arrivarono.
Arrivò Scorpius, serafico e oltremodo insofferente alle chiacchiere degli altri, perlomeno fino a che il giornale non capitò nelle sue mani.
Ed arrivò sua madre, che le si avvicinò preoccupata.
“Non devi lasciarti condizionare da quella vecchia megera!”
“Lo so, mamma.”
“Stai tranquilla.”
“Ma io sono tranquilla, mamma. Sei tu che mi agiti.”
Ma Hermione non la stette a sentire, e finì per agitarla.
Appena sua madre si fu allontanata cominciò a bombardare Sugar e tutti gli altri che le erano intorno di domande ansiose:
“Credete che il professore ce l'avrà con me?”
“No, Rose, l'ha già letto ed è tranquil..”
“Credete che sarò nei guai?”
“Ma certo che n..”
“Credete che Scorpius mi ucciderà? Io non ho detto quelle cose alla giornalista!”
“Ovviamente no, l'ha già letto anche l...”
“Adesso sarò lo zimbello di tutta la scuola!”
“Ma certo che no, Ro..”
“Sì! Sì! Stanno già ridendo tutti di me!”
.. E fu impossibile calmarla per almeno mezz'ora dopo che aveva cominciato.

 

 

Dall'altra parte della stanza, Scorpius fu divertito dall'articolo di giornale, e anche, in un certo senso, compiaciuto. Si chiese cosa ci fosse di vero in quell'articolo, e si disse che comunque sia Rose aveva fatto il suo nome, visto che altrimenti la giornalista non sarebbe riuscita a sparare un nome a caso, in un certo senso, azzeccandolo così bene.
“Cosa ridacchi, tu?” Disse dopo un po', ammiccante, Robert.
“Eh? Io?”
“No. Il porridge che è nel tuo piatto.”
“Il porridge ridacchia?”
“Smetti di fare l'idiota e dimmi perché ridacchi!”
Scorpius si avvicinò all'amico e gli sussurrò nell'orecchio:
“Pensaci. Cosa può aver spinto quella giornalista da quattro soldi a parlare di me, con tutti gli alunni che ci sono ad Hogwarts?”
Robert lo guardò sgranando gli occhi.
“Chissà che le ha detto in realtà. Non penso si sia messa a parlare di quanto tu sia carino.”
“Immagino di no, no. Penso che glielo chiederò.”
“Quando?”
“Ma domani alle cinque in punto, ovviamente.” Disse, alzandosi trionfante dalla sua panca.
“Cos'è cambiato in te, Scorp?” Gli chiese curioso Robert, avviandosi insieme all'amico verso l'aula di Storia della Magia.
“La voglia di non nascondermi. E poi.. ormai è diventata una sfida, per me.”
“Una sfida con chi?”
“Con me stesso.”
“Perché?”
“Perché non ho mai voluto espormi per ciò che ero veramente, e le parole della Weasley mi hanno fatto riflettere. Ha detto che ha messo il suo nome nel Calice per sfida, per una sfida contro se stessa, per far vedere chi era. Perché non posso farlo anch'io?”
“E' un bel passo avanti il fatto che tu adesso capisca che c'è ancora qualcosa da correggere in te.”
“Qualcosa da correggere in me? Ah, certo che no. Io sono già perfetto così. Semplicemente, voglio che anche gli altri capiscano quanto io sia perfetto. E non c'è modo migliore per mostrarlo se non far vedere che Scorpius Malfoy, oltre ad essere un genio, playboy, miliardario, filantropo, è anche capace di amare.”
“Sei un cretino.”

“No.” Lo corresse Scorpius, “sono un genio.”







 

.. Volevo solo far sapere a chi non se ne fosse accorto che sì, in effetti, c'è una bella citazione da uno dei miei film preferiti, detta dal mio supereroe preferito in assoluto, ovvero Tony Stark. "Genio, playboy, miliardario, filantropo", ebbene sì, è scopiazzata da Avengers c:

 

  
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