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Autore: Shizuru117    13/10/2004    0 recensioni
Chiudi gli occhi e inizia a sperare...*una nuova fic, alla quale tutti potete partecipare! Leggete il regolamento!*
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un parcheggio difficile

Scritto da: Shizuru117

 

Un parcheggio difficile…

 

Io non sono mai stata una persona molto pratica. Anzi, devo dire che, da questo punto di vista, sono piuttosto tarda. Più che svogliatezza, è pigrizia, una pigrizia incredibile. Ma vi chiederete cosa c’entra tutto questo con il titolo e la storia…beh, diciamo che ho voluto fare questo preambolo per farvi capire un po’ meglio l’intera situazione.

La scuola è ormai cominciata da più di un mese e, inesorabilmente, con la scuola, c’è anche la lunghissima pizza di ordinare i libri scolastici. Visto e considerato che la Tramontana si è messa a stampare nuovamente il libro di matematica e di scienze delle finanze…siamo al 13 ottobre che non è ancora arrivato a nessuno. Ora, se la cosa finisse qui non ci sarebbero problemi, ma la inesorabile prof. di matematica brama, come un’orca assassina, di poter fare un compito in classe. Dopo preghiere e inginocchiamenti vari, ci siamo arrese all’evidenza. “Questo compito s’a da fare! Lo faremo il 14 ottobre”. Tanto per riprendere il caro (?!) e adorabile (?!) Manzoni.

Siccome oggi eravamo nella frenesia più totale, la mia amica Luisa si era gentilmente offerta di accompagnarmi alla COOP per vedere se i libri erano arrivati. Non vi dico il giro immenso che abbiamo dovuto fare per trovare un parcheggio all’aria aperta. Alla fine, tra bestemmie ed imprecazioni varie, abbiamo puntato sul parcheggio coperto. Quasi come una manna dal cielo, avevamo trovato un fantastico posto vicino alle scali mobili che ci portavano subito al centro commerciale. L’unico inconveniente era il biglietto che ci avevano dato all’entrata ma non sarebbe stato un problema. Dopotutto, cosa volete che sia?

Effettivamente sembrava andare tutto TROPPO per il verso giusto. Io, sfigata per natura, non riuscivo a credere a quello che vedevo. Ho subito pensato che non fosse arrivato alcun libri quando, allo sportello, mi dicono che sono arrivati entrambi. Gioia, gaudio e tripudio! Ci mancava altro che andassi al magazzino fischiettando e ballando. Ma, se la fortuna è bendata, la sfiga ci vede benissimo! Quando sto per prenderli mi accorgo di una cosa di fondamentale importanza…la scheda del socio COOP! E, senza quella, niente sconto del 15%. Ho guardato Luisa e ho cercato di mantenere la calma quando, dentro di me, pensavo esattamente questo:

 

“Mamma, ma sei una deficiente! Mi mandi a prendere i libri senza la scheda soci?! Ma quando torno a casa ti stronco le ossa a suon di testate!”

 

Ora, provate ad immaginare tutto questo quando fuori è un freddo polare…penso abbiate capito il mio stato d’animo. Rassegnata, esco e ci dirigiamo alla macchina di Luisa. Non vi dico gli immensi giri che abbiamo fatto dentro a quel c***o di parcheggio coperto! Sarà grande quanto una topaia e devi gironzolare come un’imbecille tre quarti d’ora prima di riuscire ad uscire. Seguendo i cartelli “uscita” può sembrare facile…vi ci porterei per farvi provare. Dopo dieci minuti vari di scoionamento, riusciamo a raggiungere la sbarra per uscire. Intanto, percorrendo tutta quella strada, sentivo dentro di me qualcosa che non andava. Era come se mi fossi dimenticata di qualcosa. Luisa fa per inserire il biglietto quando d’improvviso tutto mi è più chiaro! Ci eravamo dimenticate di pagarlo! Ora, stava facendo retromarcia quando ecco che arriva un’altra macchina che vuole uscire. Io e Luisa ci siamo guardate per un attimo, poi abbiamo compreso la gravità della situazione. Sono scesa e ho cominciato a correre come una forsennata per i lunghi e tortuosi corridoi, cercando in tutti i modi di ricordarmi dove cacchio fosse il posto dove pagare il biglietto. Dopo tanto girovagare, finalmente lo trovo. Torno indietro cercando di trascinare la mia borsa quando vedo un’immensa colonna dietro la macchina di Luisa. Ricordo solamente di aver sentito qualcuno che imprecava e qualcun altro che le dava dell’imbecille. Mi sarei volentieri scavata una fossa per rimanerci dentro tutta la vita. Entro con la testa bassa, seguita dai clacson delle altre macchine. Ho guardato Luisa e credo che lei mi avrebbe volentieri uccisa per quella figuraccia. Riaccompagnandomi a casa abbiamo pensato molto a questa faccenda…finché non siamo giunte alla conclusione di rendere anche gli altri partecipi di questo momento di sfiga. Ora, detta così sembrerebbe una cosa normale…però provateci voi ad entrare in macchina come un condannato andrebbe alla gogna! Quando l’avrete fatto, saprete dirmi!

  
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