Scritto da: Shizuru117
Un parcheggio difficile…
Io non sono mai stata una persona molto pratica.
Anzi, devo dire che, da questo punto di vista, sono
piuttosto tarda. Più che svogliatezza, è pigrizia, una pigrizia
incredibile. Ma vi chiederete cosa c’entra tutto questo con il titolo e la
storia…beh, diciamo che ho voluto fare questo
preambolo per farvi capire un po’ meglio l’intera situazione.
La scuola è ormai cominciata da più di un mese e,
inesorabilmente, con la scuola, c’è anche la lunghissima pizza di ordinare i
libri scolastici. Visto e considerato che la Tramontana si è messa a stampare
nuovamente il libro di matematica e di scienze delle finanze…siamo al 13
ottobre che non è ancora arrivato a nessuno. Ora, se la cosa finisse qui non ci sarebbero problemi, ma la inesorabile prof. di matematica
brama, come un’orca assassina, di poter fare un compito in classe. Dopo
preghiere e inginocchiamenti vari, ci siamo arrese all’evidenza. “Questo
compito s’a da fare! Lo faremo il 14 ottobre”. Tanto
per riprendere il caro (?!) e adorabile (?!) Manzoni.
Siccome oggi eravamo nella frenesia più totale, la mia amica Luisa si era
gentilmente offerta di accompagnarmi alla COOP per vedere se i libri erano
arrivati. Non vi dico il giro immenso che abbiamo dovuto fare per trovare un
parcheggio all’aria aperta. Alla fine, tra bestemmie ed imprecazioni varie,
abbiamo puntato sul parcheggio coperto. Quasi come una manna dal cielo, avevamo
trovato un fantastico posto vicino alle scali mobili
che ci portavano subito al centro commerciale. L’unico inconveniente era il
biglietto che ci avevano dato all’entrata ma non
sarebbe stato un problema. Dopotutto, cosa volete che sia?
Effettivamente sembrava andare tutto TROPPO per il
verso giusto. Io, sfigata per natura, non riuscivo a
credere a quello che vedevo. Ho subito pensato che non fosse arrivato alcun libri quando, allo sportello, mi dicono che sono
arrivati entrambi. Gioia, gaudio e tripudio! Ci mancava altro che andassi al magazzino fischiettando e ballando. Ma, se la
fortuna è bendata, la sfiga ci vede benissimo! Quando sto per prenderli mi accorgo di una cosa di
fondamentale importanza…la scheda del socio COOP! E, senza quella,
niente sconto del 15%. Ho guardato Luisa e ho cercato di mantenere la calma quando, dentro di me, pensavo esattamente questo:
“Mamma, ma sei una deficiente! Mi mandi a prendere
i libri senza la scheda soci?! Ma
quando torno a casa ti stronco le ossa a suon di testate!”
Ora, provate ad immaginare tutto questo quando
fuori è un freddo polare…penso abbiate capito il mio stato d’animo. Rassegnata,
esco e ci dirigiamo alla macchina di Luisa. Non vi dico gli immensi giri che
abbiamo fatto dentro a quel c***o di parcheggio
coperto! Sarà grande quanto una topaia e devi
gironzolare come un’imbecille tre quarti d’ora prima di riuscire ad uscire.
Seguendo i cartelli “uscita” può sembrare facile…vi ci
porterei per farvi provare. Dopo dieci minuti vari di scoionamento,
riusciamo a raggiungere la sbarra per uscire. Intanto, percorrendo tutta quella
strada, sentivo dentro di me qualcosa che non andava. Era come se mi fossi
dimenticata di qualcosa. Luisa fa per inserire il biglietto
quando d’improvviso tutto mi è più chiaro! Ci eravamo
dimenticate di pagarlo! Ora, stava facendo retromarcia quando ecco che arriva un’altra macchina che vuole uscire. Io e Luisa ci siamo guardate per un attimo, poi abbiamo
compreso la gravità della situazione. Sono scesa e ho cominciato a correre come
una forsennata per i lunghi e tortuosi corridoi, cercando in tutti i modi di
ricordarmi dove cacchio fosse il posto dove pagare il
biglietto. Dopo tanto girovagare, finalmente lo trovo. Torno indietro cercando
di trascinare la mia borsa quando vedo un’immensa
colonna dietro la macchina di Luisa. Ricordo solamente di
aver sentito qualcuno che imprecava e qualcun altro che le dava dell’imbecille.
Mi sarei volentieri scavata una fossa per rimanerci dentro tutta la vita. Entro
con la testa bassa, seguita dai clacson delle altre macchine. Ho guardato Luisa
e credo che lei mi avrebbe volentieri uccisa per quella figuraccia.
Riaccompagnandomi a casa abbiamo pensato molto a questa faccenda…finché non
siamo giunte alla conclusione di rendere anche gli
altri partecipi di questo momento di sfiga. Ora, detta così sembrerebbe una
cosa normale…però provateci voi ad entrare in macchina
come un condannato andrebbe alla gogna! Quando
l’avrete fatto, saprete dirmi!