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Autore: SakiJune    09/03/2008    4 recensioni
Sei sempre stato una persona prudente. Fino al fanatismo. Ma davanti a due occhi neri che ti scaldano il cuore, e al ritorno di un amico che credevi perduto, le tue difese si allentano, fino a scomparire... non è vero Mad-Eye?
Una storia d'amore e di guerra ambientata subito dopo il sesto libro, tra vecchi e nuovi membri dell'Ordine della Fenice. Piccoli spoiler, relativi all'identità e ai retroscena dei personaggi, e non agli avvenimenti del settimo libro.
CONCLUSA!
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Remus Lupin, Severus Piton, Sorpresa, Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler! | Contesto: Da VII libro alternativo
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Come avrete capito, scrivere questa fic mi stressa un sacco, e so che non "rende".
Eppure cosa dovrei fare, lasciarla in sospeso?
E' quasi finita, ormai!
Grazie a chi continua a sopportarla, e cioé lyrapotter, Rainsoul e Nonna Minerva (lo so che mi sta venendo malissimo; per fortuna non durerà ancora molto^^)

Saki

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- Dove credi di andare, Potter?

Harry si fermò. Non vedeva nessuno, intorno. Non capiva da dove provenisse la voce.
Erano riusciti a superare i cancelli di Malfoy Manor, un po' troppo facilmente, aveva notato. Temeva ci fossero dei Mangiamorte di guardia, ma pensava che avrebbero cercato di assalirlo, non di giocare al gatto col topo.
Vide un lampo rosso, e all'improvviso Ron si accasciò a terra svenuto. Hermione si chinò su di lui, con un grido soffocato, ma le toccò uguale sorte; Harry perse la pazienza e sussurrò:
Fatevi vedere, vigliacchi. E' me che volete... è me che Lui vuole...

- Sei sempre stato incline al suicidio, sì, ormai ho imparato a conoscerti fin troppo bene.

Snape! Era la voce di Snape! Era davvero tornato da Loro, quindi, e di nuovo gli era toccata una missione importante. Come aveva potuto il Preside fidarsi di un viscido traditore come lui?
Non importava. Gli Horcrux erano stati distrutti. Poteva confrontarsi faccia a faccia con Voldemort. Più nessuno sarebbe morto per la Causa, ma soprattutto più nessuno sarebbe morto per aiutare lui. Perdere Sirius, e poi Dumbledore, era stato troppo orribile.

- Può annunciarmi al suo Signore, professor Snape? Può dirgli che Harry Potter è qui per sfidarlo? - gridò, avanzando nel buio del viale, la ghiaia che faceva rumore sotto i suoi passi.

- Non ora, Potter. Tra poco.

E di colpo sentì di non poter più muoversi, e l'orrore si trasformò in ilarità, perché d'un tratto capì che forse era vero, Snape aveva sempre voluto proteggerlo, più di quanto avesse mai fatto Dumbledore, sin dal suo primo anno a Hogwarts. Non gli aveva mai fatto del male. Persino dopo essersi smascherato, aveva respinto i suoi attacchi senza sfiorarlo, ansioso soltanto di fuggire insieme a Draco Malfoy. E se insieme a Ron e Hermione aveva concluso che era stato Voldemort a ordinargli di non ucciderlo, perché ora non lo stava portando da lui?
Forse le cose erano diverse da come gli erano apparse finora. Ma in che modo? Gli sembrava impossibile, eppure...

- Tornerò a liberarti. E poi sarà davvero un affare tra voi due soltanto. Ma ti chiedo di aspettare, conosci questa parola, Potter?

Non c'era mai stato nulla di così odioso che sentirlo pronunciare il suo cognome, per tutti quegli anni. Ma se la verità fosse stata differente da come aveva sempre creduto? Poteva rischiare di rovinare tutto?
Mentre veniva assalito questo dubbio, che metteva in discussione ciò che aveva vissuto finora, lo vide sparire nell'oscurità.



***


- Alastor, perdonami, perdonami! Non so che cosa l'abbia spinto a sparire così!
Hestia cercava di avvicinarsi a lui, che sembrava respingerla, agitatissimo.
- Che cosa gli hai detto? Non se ne sarebbe mai andato, non c'è nessun posto dove sia al sicuro! - Lei lo supplicava con gli occhi di smettere di gridarle contro, incapace di rispondere.
- Ti ho chiesto che cosa gli hai detto per farlo andare via!
Hestia cercò le parole per spiegarsi. Era così arrabbiato. Non aveva mai visto il suo Occhio roteare a quel modo, non l'aveva mai visto rosso in volto e con quel viso feroce.
- Era così... strano... e mi ha chiamata in un modo...
Si rivolse a Remus, che era rimasto in disparte con Diggle, relativamente calmo. - M-mi ha chiamata Hettie!
Lupin aggrottò le sopracciglia, riflettendo.
- Sembra quasi che... conoscesse Kingsley.
- Che cosa vuoi insinuare, Remus? - grugnì Moody puntandogli la bacchetta addosso. - Che Kingsley fosse in contatto con Loro? O che cos'altro?
Lupin scosse la testa, lentamente, stupito di una simile illazione, che non gli era proprio passata per la mente. - Io non ho detto una cosa del genere. Comunque, forse il nostro Caradoc ha solo capito che al fianco di Voldemort si trovava più a suo agio. Forse l'hanno riammesso tra le loro fila, e in questo momento un drappello di Mangiamorte si stanno dirigendo qui – fece ironico.
Hestia era scoppiata a piangere.
- Scusami, non me ne sono accorta, non l'ho visto andare via... ero così sconvolta quando mi ha chiamato con quel nome, che avevo quasi paura di entrare in salotto...
- No. Scusami tu. Non dovrei trattarti così, mai - Alastor l'abbracciò, accarezzandole il viso, mormorando: - So come trovarlo, comunque. Gli ho messo una Traccia addosso, la prima notte che ha passato qui.
Remus s'illuminò in volto. - Anche tu sospettavi che ci fosse qualcosa di strano, allora. Non avevi perso del tutto il senno.
Ma l'altro tornò a guardarlo minaccioso. - Che stupidaggini dici, Lupin! L'ho fatto per poterlo ritrovare, se quegli schifosi avessero tentato di portarcelo via. Andiamo, sbrigati! Qualunque sia il motivo, lui non ha colpa per ciò che gli è successo, o che gli sta succedendo! E' chiaro?

Remus annuì, niente affatto convinto. - Chiaro, Moody. A dopo, Hes.

- Porterà sfortuna dire "a dopo"? - si chiese Dedalus ad alta voce.
- Porta sfortuna vestirsi di viola - ribatté Hestia, asciugandosi le lacrime con il fazzoletto color lavanda che il compagno le porgeva gentilmente.
Sentì il bambino muoversi, ed ebbe un sussulto, poi sorrise, un po' triste. Alastor era appena andato via... mezzo minuto appena, avrebbe potuto approfittare di quel momento...
- Che c'è, Jones? - fece lui preoccupato.
- Vuoi sentire? - rispose lei d'istinto, prendendogli una mano e posandola sul proprio ventre.
Dedalus arrossì. - Moody ha una gran fortuna, sai.

Anch'io sono fortunata, pensò lei, e si distese sul divano sperando di riuscire a prendere sonno.
Spero che trovino Cary, e spero anche di no... l'importante è che Alastor non si arrabbi più come poco fa... dobbiamo restare uniti, tutti e tre...


***


Correva. Dove, non gli importava. Le sue gambe correvano, e non seguivano né il cuore né la mente. Non era Jugson a scappare, perché Jugson voleva concludere la sua missione, uccidere Hestia Jones e poi Remus Lupin e poi anche Alastor Moody, sì, lui più di tutti... e poi restare là, ad aspettare che il Signore Oscuro facesse fuori quel Potter e poi godersi gli onori con gli altri Mangiamorte.
Non era nemmeno Caradoc a voler andarsene lontano, no, Cary voleva veder trionfare il figlio di James, voleva veder nascere il bambino di Alastor ed Hestia e magari uscire con Gwenie, quando ci sarebbe stata la pace, anche se era un po' troppo vecchio per lei, ma non contava, perché somigliava tanto a Dorcas e tutte le sue chiacchiere allegre gli avrebbero fatto dimenticare le brutture del passato...

Ma non era più né l'uno né l'altro. Era... un niente.

Tuttavia era prezioso per Voldemort. E allora come mai non l'aveva voluto al suo fianco, perché tutta quella messinscena?

Mentre fuggiva, si rese conto che non avrebbe più potuto tornare indietro.
Aveva ucciso uno di loro. Quell'Auror... quello che era andato a morire chissà dove...
Aveva ucciso un membro dell'Ordine, un uomo così in confidenza con Hestia da chiamarla Hettie, che forse era innamorato di lei, e che ancora lei ricordava con infinito rimpianto. No, non poteva tornare. Non c'era più nulla per lui.

Ma cosa c'era in lui, allora?
Ricordi di vita, ricordi di morte.
Un'anima assassina, un'anima fedele.

Si fermò a riprendere fiato.
E vide un'ombra allungarsi davanti a lui.
Chiuse gli occhi, sfinito, senza nemmeno voltarsi.

- Salve, Jugson. O dovrei dire... Dearborn? La pozione dovrebbe aver fatto effetto a sufficienza, ormai.


   
 
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