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Autore: Ms_Arj    03/09/2013    1 recensioni
Adelina (Ade per cortesia!!) è una ragazza simpatica, spigliata con tutti e amante del suo lavoro. Questa è la storia di come la sua vita cambiò per colpa di sua madre, di un Professore un po' eccentrico, del suo assistente inglese e di un ragazzo osservatore. Questa è anche la mia prima opera quindi siate clementi e recensite, recensite e date commenti (recensendo) =) Grazie Arj
INTRODUZIONE
"Sapevo che era una pessima idea sin da quando, appena laureata, mia madre mi disse di fare domanda per uno stage con il Professore. “In fondo, è un’ ottima occasione e poi potrebbe aprirti molte porte! Solo per pochi mesi: fai un po’ d’esperienza e metti via qualche soldo…” disse. Non sapeva cosa stava dicendo, perché non sapeva cosa volesse dire fare la stagista dal Professore!!!
Già allora pensavo che sarebbe stata una perdita di tempo, non mi avrebbe mai presa come stagista e anche se, nella remota possibilità, l’avesse fatto sarebbe stato un inferno! E, in fondo, avevo ragione."
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Questa è la mia prima storia quindi siate clementi... Spero che vi piaccia e vi faccia venir voglia di leggere il resto! Arj-
 
- 1° cap - Waterloo - 

Il Professore era un uomo molto impegnato: viaggiava per la maggior parte del tempo andando su e giù per l’Europa e l’America, tenendo seminari e corsi nelle maggiori università. Era così ricercato e richiesto che non aveva tempo di tenere in ordine tutti gli appuntamenti, ne tantomeno di preparare le lezioni o i discorsi per le conferenze. Per questo aveva bisogno di un assistente. Qualcuno che fosse in grado di organizzare la sua vita in modo che non ci fossero intoppi nei piani. Beh UN assistente non sarebbe mai riuscito a gestire tutto, ecco perché il Professore ne aveva due. Uno più navigato ed esperto che aveva già lavorato con lui per almeno un anno e quindi sapeva come gestire i suoi impegni, e un altro: solitamente un giovane appena laureato e inesperto, pieno di sogni e ambizioni che molto presto avrebbe capito come funziona il mondo.
Si può tranquillamente affermare che il Professore in questione, era in ambito filosofico/letterario come Miranda Presley, se avete visto “Il Diavolo veste Prada” capirete, ma senza i vestiti e con tanti libri. Essere suo assistente, anche solo per “pochi mesi” voleva dire avere porte aperte in tutte le università che si potessero dire valide; ciò comportava dottorati, assegni di ricerca molto alti e importanti e un futuro sicuro in ambito universitario.
MA, c’è sempre un ma in queste situazioni, non era così semplice. Dopo una delle più estenuanti selezioni fatte di presentazioni di curriculum, esame scritto e colloquio, prima con il primo assistente, e poi, solo se “degni di nota”, con il Professore in persona si veniva invitati a presentarsi la mattina successiva per l’assunzione dell’incarico. Qui entra il nostro MA. C’era, ovviamente, un ostacolo da superare quando si parla di questo tipo di persone: in questo caso erano 30 giorni. Era il tempo massimo di sopportazione da ambo le parti: Professore e primo assistente da un lato e laureato dall’altro. Molti scappavano dopo il primo giorno o veniva chiesto loro di non ripresentarsi, alcuni arrivavano alla fine della prima settimana, pochi superavano le due settimane e solo pochissimi resistevano di più. Se si erano superati i primi 30 giorni voleva significare che si aveva abbastanza pelo sullo stomaco, coraggio e determinazione per sopportare un uomo tanto intelligente quando indisponente con il prossimo. Vi chiederete come sia possibile che già dopo il primo giorno a molti fosse chiesto di non tornare se avevano dovuto superare una selezione così lunga e ferrea, beh molti sono bravi sulla carta ma poi, se messi alla prova, non sanno come cavarsela nel mondo reale. E così era: hai primi segni di tentennamento venivano semplicemente licenziati e la ricerca ricominciava. Una ricerca fatta su 4 continenti, in base a dove fosse il professore in quel momento.
Io sapevo già che non sarei mai stata presa. Il Professore prediligeva i laureati in lettere, meglio se classiche, e denigrava i “filosofi” che venivano considerati degli “inetti, buoni solo a leggere libri e a fare discorsi senza capo ne coda”. Era un uomo molto concreto il Professore: non si lasciava “infinocchiare da discorsi senza senso o con poco succo, discorsi che non portano da nessuna parte”. Amava i giovani eruditi di greco, latino, filologia e archeologia, anche se queste non erano le sue materie di interesse, perché poteva assorbire da loro cose che non aveva mai potuto studiare da se. Dal canto mio non ero minimamente interessata ai suoi ambiti di ricerca: filosofia della scienza, epistemologia, logica non mi avevano mai entusiasmato molto. Ero più un’amante degli studi sociali: pedagogia, psicologia e sociologia non che filosofia del linguaggio, forse l’unica cosa che avevamo, potenzialmente, in comune.
Quindi capirete bene che non avevo alcuna chance di cavarmela ne in questa ne in una prossima vita…


-Presto metterò il secondo capitolo, intanto aspetto i vostri commenti e i vostri consigli! Arj-

 
  
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