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Autore: FrancyCece9    03/09/2013    5 recensioni
Emma ha 16 anni, una sorella gemella e una storia difficile alle spalle. Marco è il compagno di banco di Emma, non la sopporta o forse in fondo no. Rimarranno sempre Corvaglia e Ferri o diventeranno Emma e Marco?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Facciamo un gioco?
                             Chi s'innamora prima, perde

-Ema!- urlai appena entrata in casa, gettai le chiavi nella ciotolina dove stavano solitamente, mi tolsi in fretta le scarpe e lanciai la borsa sul divano

-Dimmi- lui scese le scale con calma con il portatile sottobraccio

-Ho fatto una grandissima cazzata!- comunicai, mi buttai a peso morto sul divano, Emanuele mi guardò preoccupato, si sedette sull’altro divano e rimase in silenzio, aspettava che a parlare fossi io –Io… si, insomma, ho….- ero imbarazzata e arrabbiata con me stessa, gesticolai con le mani –Dai, hai capito…- lui mi guardò sconvolto

-Tu? Ma con chi?- mi chiese allarmato

-Ferri- sussurrai, poi mi abbandonai ad un sospiro

-Quel Ferri? Ma dove? Quando? E soprattutto… perché?- mi domandò quasi urlando

-Quel Ferri, oggi, in un camerino di H&M, perché sono una cretina- spiegai mettendomi le mani sulla faccia dalla disperazione

-In un camerino di H&M?- chiese ancora più sconvolto

-Si, ed è stato squallido, capisci, squallido, schifoso, orribile, una “prima volta” da dimenticare- urlai rabbiosa –Uno schifo, oddio, solo al pensiero mi viene da vomitare- mi lamentai sempre distesa sul divano

-Ma perché l’hai fatto se adesso ti lamenti?- mi chiese lui, mi tirai su e mi misi a sedere

-Non lo so, perché l’ho fatto, sono stata stupida, una vera cretina, mi sono lasciata trasportare da quel coglione. Oh, mi prenderei a pugni- urlai ripiombando sul divano

-Adesso smettila, devi calmarti e mettere ordine nella tua testa, mi dispiace, ma più di così non posso fare- concluse Emanuele alzandosi dal divano e lasciandomi da sola

-Ema?- chiamai incerta, lui si voltò verso di me

-Si- rispose lui

-Rimarrà tra noi due vero?- domandai sperando in una risposta affermativa, lui mi fissò per alcuni secondi senza dire niente

-Hai fatto la stronzata più grande della tua vita e sono profondamente incazzato con te perché hai fatto una cosa troppo importante per essere sputtanata così, in uno squallido camerino di H&M- fece una pausa, deglutii nervosa –Ma sei pur sempre mia sorella e ti voglio bene e non tradirò questo segreto, però tu vedi di mettere in ordine il caos che ti ritrovi nella tua testolina- concluse lui sorridendomi –Ora esco, ci vediamo- mi salutò sulla porta.

 

La mattina successiva, mi svegliai di controvoglia, mi preparai il più lentamente possibile, temevo di incontrare Ferri, il che era probabile se non addirittura sicuro, era il mio compagno di banco. Arrivata a scuola, mi rifugiai in su per le scale,al sicuro da Ferri, almeno per dieci minuti, come al solito, si sarebbe trattenuto nel cortile fino al suono della campanella, salutai Carlotta che era appiccicata a Filippo proprio davanti alla porta ed entrai in classe, mi fermai impietrita sulla porta, Marco Ferri era già seduto al suo posto intento a copiare dei compiti, lo fissai, era veramente bello, le farfalle cominciarono a fare le capriole nella pancia, le gambe diventarono molli ed ero incapace di fare pensieri di senso compiuto, un sorriso idiota mi comparve sulle labbra proprio mentre lui alzava la testa in mia direzione, mi fissò per alcuni secondi, poi mi sorrise come io stavo facendo con lui, scostai una ciocca si capelli dal mio viso e ripresi a camminare verso il banco, lui abbassò lo sguardo sui compiti, io appoggiai la cartella per terra e mi tolsi la giacca

-Ciao- sussurrai imbarazzata

-Ciao- mormorò lui senza guardarmi, feci un respiro profondo e mi sedetti

-Senti Marco, noi due dobbiamo parlare- annunciai guardando dritta davanti a me con le mani sulle gambe, lo guardai con la coda dell’occhio, lui alzò la testa guardando davanti a se, poi si girò verso di me

-Ok, se vuoi possiamo parlarne anche adesso- mi rispose lui tranquillamente, feci un respiro profondo

-Ecco, insomma, quello che è successo ieri…- cominciai imbarazzata

-Carlotta Lonardi e Filippo Montali, smettetela di sbaciucchiarvi davanti alla porta della classe, fatele a casa vostra queste cose- urlò la voce arrabbiata della professoressa d’italiano, interrompendomi

-Continuiamo a ricreazione ok, nel cortile- mi disse lui chiudendo il quaderno che aveva davanti e alzandosi in piedi. Alla ricreazione lo vidi uscire dalla porta, ero seduta sul banco di Carlotta ed incrociai il suo sguardo

-Ti aspetto giù- mi mimò in silenzio, io annuii, poi sparì fuori, io rimasi un po’ a parlare con Carlotta e Gloria, poi con una scusa uscii dalla classe e andai in cortile, lo individuai assieme ai suoi amici seduto di schiene sul muretto della salita che portava alla palestra, lo raggiunsi

-E allora? Vuoi dirmi che avete scopato?- chiese Andrea Lentini tutto eccitato, mi fermai proprio sotto di loro immobilizzata dalle parole che avevo sentito

-Si si- disse la voce inconfondibile di Ferri

-Ma dove scusa? Eravate in centro- convenne Filippo, mi avvicinai al muro, erano proprio sopra la mia testa

-In un camerino di H&M- raccontò Marco

-E com’è stato?- domandò curioso Luca Niboli

-Beh, come prima volta non c’è male, anche per lei era la prima volta- continuò Ferri

-Ma lei ti piace?- chiese Filippo, alcuni secondi di silenzio

-No, lei non mi piace- il mio cuore mancò un battito, le lacrime invasero i miei occhi, mi appoggiai al muretto con la schiena, non sentii più niente, la testa mi girava, la vista era annebbiata, trovai la forza di scappare verso la palestra –Emma!- urlò Ferri, io continuai a correre, le lacrime scorrevano sul mio viso, una mano mi prese il polso e fermò la mia corsa, mi voltai completamente in lacrime, il mascara colava sulle mie guance, Marco mi fissava senza dire niente

-Lasciami- urlai dimenandomi, lui non mollava la presa, mi prese per i polsi per farmi stare ferma –Non mi toccare- urlai

-Smettila!- urlò lui scuotendomi, io continuai a piangere, serrai i pugni

-Io devo smetterla? Tu mi hai usato!- urlai con tutta la voce che avevo

-Ti prego, Emma, ascoltami- mi supplicò stringendomi i polsi, abbassai la testa singhiozzando, cercai di fare mente locale, ma le immagini del pomeriggio prima riaffioravano nella mia mente

-L’hai finita di prendermi in giro? Sono stanca! Sei solo un bambino!- gridai tra le lacrime

-Non ti ho mai preso in giro, quello che c’è stato tra me e te è stato tutto vero, quello che ho detto ai miei amici è una cazzata, credimi ti prego- piangeva anche lui, io lo fissavo mentre mi agitavo ancora stretta dalle sue mani

-Smettila smettila, di prendermi in giro, smettila di farmi del male- urlai andando con la testa verso la sua spalla

-Ti prego, ascoltami!- mi supplicò nuovamente spingendo indietro i miei polsi, io singhiozzavo - Non lo capisci che ieri in quel camerino c’ero io, non c’erano i miei amici, io con te sto bene, tu mi fai stare bene, io non scorderò mai tutto il bene che hai fatto  a me- mi spiegò tra le lacrime, smisi di dimenarmi –Con te ho imparato a fidarmi delle persone, con te riesco ad essere me stesso e non lo spaccone montato che divento con i miei amici- mi guardò piangendo –Credimi ti prego, credimi- mi implorò, io continuavo a piangere, mi dimenavi un ultima volta, poi crollai piangendo tra le sue braccia, abbassai tutte le difese

-Come faccio a crederti? Una volta mi dici una cosa, e la volta dopo ti contraddici, non riesco a crederti Marco, non ci riesco- ammisi appoggiata al suo petto, lui mi strinse a se

-Emma io credo di essermi innamorato di te- pianse lui, rimasi in silenzio, lui mollò i miei polsi, mi scostai da lui e senza dire niente scappai verso la scuola, mi fermai per fissarlo da una finestra, era piantato nel piazzale e singhiozzava, mi si strinse il cuore, mi girai e appoggiai la schiena al muro, piano piano mi lasciai scivolare fino ad arrivare a sedermi per terra e scoppiare nuovamente in un pianto a dirotto.





Angolo dell'autrice:

Eccomi tornata per l'undicesimo capitolo!Scusate per il ritardo, ma tra vacanze e impegni ho avuto poco tempo per scrivere, spero di farmi perdonare. Che ne dite? a me piace molto, ma forse è un po' incoerente o distante dai fatti successi prima. Che ne pensate? Fatemi sapere la vostra opinione, per me è molto importante.
Se vi va di leggere qualcos'altro di mio, basta visitare la mia pagina, mi farebbe molto piacere.
Un bacio,
alla prossima

Francesca
  
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