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Autore: Vitzi    04/09/2013    6 recensioni
Debutto nel fandom con una raccolta sulla coppia che ho appena imparato ad amare, spero vi piaccia. Accenni ZoSan, FRobin.
(...)
#12 It's not over, yet {Pensò che li avessero riconosciuti come famigerati pirati, poi sospirò rassegnata. La gente non era affatto spaventata dalle taglie che pendevano sulla testa della coppia, bensì dal comportamento poco consono dei due.
#13 Would you be my queen, Nami? {Nami sorrise e si versò altro saké, era incredibile come quell'aspetto donasse all'ignaro Rufy. Lo trovava molto più attraente, con quel look selvaggio e da poco di buono avrebbe potuto far cadere ai suoi piedi chiunque.
#14 Kimi ni todoke {Si morse il labbro e strinse i pugni, voleva raggiungerlo, voleva arrivare a lui.
#15 The most important thing {Quell'ultimo sussurro portato dal vento, quel suo sorriso da eterno bambino, quegli occhi così malinconici, la facevano soffrire più di qualunque altra cosa.
ULTIMO CAPITO AGGIUNTO
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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RUANMI14

Titolo: Kimi ni todoke;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: Flash Fiction {500 parole;
Personaggi/Pairing: Nami; (Rufy) {RuNami;
Rating: Verde;
Genere: Sentimentale; Generale; Introspettivo;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: (Coppia fissa) #63Paesaggio Bianco (tipo quello che usano nei monologhi interiori dei film) » Solitudine;

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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Kimi ni todoke

Una fitta al cuore la fece stendere sul freddo legno, le mancava qualcosa, era stanca di vivere così. Cambiò rotta, mentre con la coda dell'occhio osservava per l'ultima volta l'isola nella quale non sarebbe più tornata. Non voleva scappare, ciò che voleva era la libertà. La strana sensazione non l'abbandonò nemmeno quando, per un secondo che sembrò durare una vita, il mondo attorno a lei scomparve. L'idea di sparire da quel terribile posto chiamato “Terra”, la faceva sorridere, finalmente. Allungò una mano verso l'ignoto bianco intorno a lei, ne era circondata, persino i suoi piedi erano su un “pavimento” bianco. Mosse le dita, ma niente, non sembrava esserci esattamente niente. L'ossigeno sembrava un optional, non sentiva nemmeno il bisogno di respirare, stando lì, sospesa. Fredde lacrime le scivolarono lungo le guance, scendendo fino al mento. Sembrava graffiassero la pelle, tanto erano gelide. La sua casa e i suoi amici non esistevano più, lo sapeva, per questo se ne stava andando da quel posto. Per un attimo le parve di vedere una presenza, di sentire qualcosa accanto a sé, qualcosa di caldo. Una risata riempì l'aria, mentre un buffo ragazzino con uno strano cappello di paglia le passò di fianco, correndo felice. Lo osservò meglio, rendendosi conto di essersi messa a ridere. Il ragazzo era davvero buffo, ma soprattutto sembrava divertirsi davvero molto. Come lei non si era mai divertita in quegli anni, lo invidiava per questo. Si morse il labbro e strinse i pugni, voleva raggiungerlo, voleva arrivare a lui. Iniziò a correre, consapevole di non sapere dove andare. Voleva sentirsi libera come lui, ridere di nuovo insieme ad una nuova famiglia. Sentì la fatica impadronirsi di lei dopo qualche passo, ma nonostante tutto, tentò di andare avanti. Qualcosa la bloccava, sapeva di non dover andare, eppure bramava la libertà con tutta se stessa. Vide Arlong, vide Bellmer, vide il suo paese natale, vide la sua casa. Rallentò, mentre quelle ombre si insinuavano in quel bianco opprimente. Non poteva ancora essere libera, doveva prima finire ciò che aveva iniziato.
«Dopo...» sussurrò il ragazzino all'improvviso, guardandola da lontano. Sorrideva, tenendosi stretto quel buffo cappello.
Nami annuì, per poi tornare indietro.
Dopo...”.
Quando aprì gli occhi il primo pensiero fu quello di un sogno, ma trovandosi su una scialuppa colma di tesori diretta
di nuovo verso casa, sorrise. Senza volere, aveva, per un attimo, abbandonato il suo obbiettivo, in cerca della tanto agognata libertà. Era strano come quello strano sogno l'avesse fatta sentire al sicuro. Si fidava di lui, sapeva che non mentiva. Se lo sentiva dentro, sotto la pelle, nel petto. Quegli occhi erano troppo sinceri, quel sorriso troppo veritiero.
Guardò la sua terra natale e lassù: la sepoltura di sua madre. Le sorrise, avrebbe salvato il suo villaggio tanto amato, anche se fosse stata costretta a continuare la sua vita così.
Aveva perso la via e lui l'aveva riportata a casa.
«Dopo...» sussurrò di nuovo, per poi socchiudere gli occhi e lasciarsi cullare dalle onde del mare.

 
Image and video hosting by TinyPicMugiwara's Crew's Corner:
Penultimo capitolo! Spero che vi sia piaciuto come al solito, direi che c'è qualcosa da spiegare. Questa flash di 500 parole è ambientata prima dell'incontro di Rufy e Nami, diciamo che la navigatrice ha fatto un sogno premonitore di cui poi non si ricorderà, se non vagamente. È diversa dalle altre anche perché siamo alla fine e non volevo riscrivere qualcosa di già visto nelle precedenti. Il titolo l'ho preso dall'omonimo manga di successo, significa "Arrivare a te", mi piace come suona :')
Spero davvero che non vi abbia delusi, ma soprattutto che la navigatrice sia IC, nella prossima Shot arriverà così tanto RuNami da farvi soffocare (?). No, sul serio, mi sto impegnando per scrivere un ultimo capitolo degno di nota. Non vi dico nulla, spero solo di non deludere le vostre aspettative! Allora ci sentiamo l'11 Settembre con l'ultimo capitolo. ^^
Scrivetemi cosa ne pensate di questo, se vi va, vi mando un saluto e un abbraccio :) ♥


Vitzi

   
 
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