Draco sputò metà del
cappuccino sul giornale che stava leggendo, facendosi andare di traverso il
restante.
Abbassò circospetto i fogli
stampati e guardò in faccia la grifondoro che gli
sedeva davanti che stava addentando una brioches al
cioccolato. L’espressione di lei sembrava stranamente divertita e fiduciosa,
quella di lui probabilmente ricordava lo sguardo sconcertato di un padre alla
fatidica notizia “papà sono incinta e non so chi sia il padre!”.
-
Tu cos’è che
vorresti fare? – domandò per precauzione
La scena da capo di famiglia
che legge il giornale al mattino s’intonava a stento con le sue sembianze da
bambino
-
Mi sembra ovvio,
voglio tornare alla Queen Victoria – dichiarò lei
come se fosse la cosa più naturale del mondo, fermando con un dito il cioccolato
che rischiava di scivolare giù dalla sfoglia fragrante e portandoselo alla
bocca
-
Ma tu sei tutta
pazza!
-
Voglio saperne di
più su questa storia dei mangiamorte – si offese lei
-
Sì e già che ci
sei vai da zia Bellatrix e chiedile se ti prende con
lei e ti fa un corso accelerato
-
Non sei spiritoso
-
Neanche tu
-
Io non scherzavo!
– protestò
-
Bello! Quindi tu
sei seria quando parli così serena della tua prossima e molto dolorosa morte?
-
Sei un
uccellaccio del malaugurio – bofonchiò lei oltre il bordo della tazza da tè che
sorseggiava
-
E vorrei
ricordarti che Silente ci ha gentilmente obbligati ad andare alla
ricerca di un ONORE che i Black non hanno mai posseduto nella storia del mondo
magico; dopotutto, è stato Castor Black a uccidere
suo fratello gemello…
-
Ma io pensavo che
questa storia fosse collegata con l’intrigo di Voldemort,
sennò non ci avrebbe scritto così presto e come risposta alla nostra lettera… -
merda, aveva ragione, ma cazzo, voleva proprio farsi
ammazzare la signorina!
-
Smettila di
pensare, impiega le tue energie in qualcos’altro come rendere intelligente Potty o bravo a Quidditch Weasel, credo sia molto più produttivo per
-
Lascia Harry e Ron furori da questa storia!
-
E tu non darmi
tutta questa confidenza, Sfregiato potrebbe offendersi o peggio ancora
preoccuparsi e venire a salvarti!
-
Lascia che ti
dica due cose, sottospecie di furetto, innanzi tutto nessuno ti aveva dato
l’autorizzazione per aprire la mia posta – lui parve completamente
disinteressato al rimprovero, come se la cosa non lo toccasse minimamente – e
cosa fondamentale, della mia vita faccio quello che voglio, quello che voglio
IO, chiaro?
-
Cristallino.
-
Bene.
-
Sei lunatica
-
COSA?!
-
Ho detto che sei
lunatica – ripeté senza timore lui nuovamente concentrato su giornale e tazza
-
E sentiamo,
perché sono lunatica? – pareva esausta dopo quella conversazione, povera
Granger, voleva tanto andare a farsi ammazzare, perché non accontentarla?
Mi sembra ovvio, perché io
non ho voglia di farmi fare la pelle dopo essere rimasto vivo così tanto tempo!
Puntualizzò a suo beneficio
-
Passi dal
chiamarmi “Draco” a “Malfoy” per finire con un “Furetto” a seconda della
giornata
-
Non è vero!
-
Ah no? Allora
forse devi ricordare cosa mi dicevi ieri sera… o meglio, cosa non mi hai
detto…
-
Se tu mi chiami
per nome è ovvio che faccio lo stesso – sbuffò levandosi una ciocca di capelli
dal viso
-
Davvero? Quindi
se io ti chiamassi “Hermione” tu la smetteresti con questa storia del furetto?
-
Perché ti dà
fastidio? – nessuna risposta – lo prendo per un assenso
-
Non lo prendi per
un accidente! Io non ho detto nulla!
-
Bene, allora
domani andiamo in biblioteca e cerchiamo di infiltrarci oltre la porta… peccato
che oggi sia tutto chiuso sennò potevamo fare qualche perlustrazione
-
Ma tu sei
suonata! Che cosa ti ha fatto fumare l’altro giorno Blaise?
-
Spiritoso… ad
ogni modo ci servirà un bel po’ di roba
-
Io propendo per
una dose massiccia di fortuna e follia
-
Oh, andiamo, me
la sono cavata in guai peggiori assieme a Harry e Ron,
perché questa volta dovrebbe essere diverso?
-
Cominciamo col dire
che avevate sempre qualcuno a pararvi il culo, fosse
Silente, Piton, la McGranitt
o anche quello stupidotto di Paciock
-
Sei fine quanto
un camionista
-
Non so cosa sia
un camionista, ma farò finta che tu mi abbia detto che sono irresistibile
-
Assolutamente no!
Non ho detto nessuna cosa del genere! Semmai l’esatto opposto!
-
La tua carriera
da vecchia zitella acida sta progredendo… non sai neppure stare agli scherzi
-
I tuoi scherzi
sono di pessimo gusto e qui c’è in gioco dell’altro
-
Tipo che non vuoi
ammettere che sei follemente innamorata di me?
-
Credo che il mio
amore per te rasenti quello che provo per il Volo
-
Infatti ami
volare – celiò sarcastico lui
Lei sbuffò spazientita, ma
intanto sapeva che lui l’avrebbe accompagnata: non poteva fare altrimenti.
-
Visto che oggi
non andiamo là, che si fa? – chiese poi lui, terminata la colazione e
stiracchiandosi per la stanza
-
Beh, potremmo
appostarci lì fuori e vedere se…
Un’occhiata sufficientemente
eloquente la fece tacere prima della fine della frase.
-
Potresti sempre rimettere
in ordine questo porcile che hai fatto in questa stanza, guarda! C’è roba tua
ovunque!
-
Anche le tue cose
sono sparpagliate in giro, perché devo pulire solo io?
-
Le mie cose non
sono in giro!
-
Sì!
-
No!
-
Se tu non le
rimetti a posto non lo faccio neppure io
-
Bene, allora non
si fa neppure questo
-
Ottimo!
-
Bene!
Si guardarono in cagnesco.
-
Mi accompagni a
trovare i miei genitori?
Draco si voltò di scatto e la
guardò sbigottito mentre lei fingeva di occuparsi del polsino della maglia.
Fece per dire qualcosa, ma le
parole gli morirono in gola quando gli occhi dorati e un po’ vacui di lei si
sollevarono dal pavimento incontrando i suoi.
Richiuse la bocca, prese un
respiro e disse semplicemente “D’accordo”.
* * *
-
Sei sicura di non
esserti persa? – dichiarò un ragazzino biondo che teneva la mano ad una
affascinante giovane donna camminando svelto per il marciapiede
-
Fidati, sono
cresciuta tra questi quartieri, li conosco benissimo – ribadì lei per la
trecentesima volta fermandosi ad ogni angolo per riassaporare il clima e gli
odori degli isolati di quando era bambina, gesto erroneamente interpretato da
lui come di insicurezza sulla via da percorrere.
Richmond upon
Thames era dove sorgeva la villetta di quando era
bambina e dove i suoi genitori abitavano ancora, anche se, per quanto la
riguardava, ormai la sua casa era il mondo magico e Hogwarts.
Stare tra i babbani le piaceva ancora, ma il non poter usare la magia e
compiere tutti quei piccoli gesti giornalieri che i maghi fanno quasi senza
pensarci era terribile.
Sapeva che il suo posto non
era né da una parte né dall’altra, né nel mondo magico né in quello babbano perché era una mezzosangue, come Malfoy
sottolineava ad ogni parola, ma se avesse dovuto essere sincera, il suo posto
sarebbe stato tra i maghi e le streghe.
Anche quando era bambina e se
ne stava in disparte si sentiva sempre diversa dai suoi coetanei e coetanee,
aveva voglia di conoscere e imparare tante cose, la maggior parte delle quali i
bambini ignorano, oppure non vogliono sapere.
Quando era arrivata a Hogwarts aveva sentito di essere nel suo, ma, allo stesso
tempo, c’era qualcosa di lei che stonava tra tutte quelle persone che avevano
parenti o genitori maghi e lei aveva scoperto che esisteva quel mondo solo da
pochi giorni.
Tanti erano i motivi che
avevano contribuito a renderla la per fettina Granger-so-tutto-io
oltre alla sua indole un po’ saccente e primo fra tutti era il desiderio di
dimostrare agli altri maghi che era all’altezza, quasi avesse sempre paura che
la potessero cacciare nel caso non fosse stata brava quanto loro. Come un
bambino che ha sempre paura che gli tolgano dalle mani l’amato giocattolo, lei
era uguale.
All’inizio aveva sperato di
poter tornare a fare una vita comune al termine degli studi, da semplice essere
umano, ma più trascorreva del tempo tra i maghi e più voleva fare la loro vita
ed essere dei loro, per questo all’inizio lo sprezzo con cui
Avrebbe quasi detto che un
poco Draco Malfoy
Anche lui, però, alla fine si
era dimostrato una persona molto diversa da come credeva.
Quando l’aveva conosciuto era
un bambinetto snob, pieno di sé e di arie da
intoccabile, adesso aveva una vita terribile, braccato da qualcuno che lo
voleva uccidere, quel qualcuno che erano i suoi stessi parenti, la zia, lo zio.
Oltre a tutto questo, doveva
mantenere un segreto pericoloso e portare quel peso da solo. Aveva brutti
ricordi con cui fare i conti, amici infidi, poteri esagerati da poter gestire a
cuor leggero e… una rompiscatole come lei a cui stare dietro che all’improvviso
se ne usciva con la nostalgia di casa e gli chiedeva di accompagnarla a
Richmond.
E ovviamente non disdegnava
una certa propensione all’autolesionismo, chiaro.
Vide un autobus rosso
attraversare la strada a velocità sostenuta, scarrozzando i turisti estasiati
che scattavano foto dai finestrini.
Londra non sarebbe stata la
stessa senza i bus a due piani e le cabine telefoniche caratteristiche… come la
gente ricordava di Roma il Colosseo e di Parigi
Ed era proprio verso una di
queste che il biondastro si stava dirigendo, trascinandola per una mano con una
certa impazienza.
-
Perché andiamo
qui? Casa mia è da quella parte – e indicò la strada con le aiole dove, in una
di queste, era piantato un cartello bianco che ricordava le città con cui il
quartiere era gemellato.
-
Se vuoi dare
spettacolo fa’ pure, ma io tra cinque secondi cambierò età e non ci tengo a
rimanere in mutande per strada.
Decise di assecondarlo come
si fa con un malato di mente, dopodiché chiuse la porta della cabina dietro di
sé e guardò fuori nella speranza che non passasse nessuno di particolarmente
curioso.
La consueta luce sgargiante
si sprigionò dal corpo di lui avvolgendolo completamente; la ragazza si parò
gli occhi mentre il fascio abbagliante invadeva la cabina e si propagava anche
all’esterno. Grazie al cielo la porta era sigillata e comunque i passanti avrebbero
creduto che si stesse trattando di un tecnico del telefono che sistemava
l’illuminazione notturna: ne ricordava parecchi quando era bambina perché i
balordi che uscivano ubriachi dal pub in fondo alla strada si divertivano con
qualche piccolo atto vandalico, roba di poco conto perché i poliziotti a
quell’ora erano sempre in giro a controllare visto che il quartiere ospitava
persone piuttosto facoltose e benestanti, però spesso qualche vicino si
accorgeva della scomparsa di due o tre nani da guardino, un paio di vasi di
sempreverdi, sparivano gli elenchi del telefono e si spaccavano le lampadine
della cabina oppure qualcuno si divertiva a scarabocchiare i cartelli stradali
con scritte oscene.
Per questo raramente qualcuno
ci avrebbe fatto caso.
Si voltò verso il biondo
vedendo la luce sagomarsi fino a formare una figura più adulta rispetto a
quella precedente.
Cacciò quasi un grido quando
si accorse di un mezzo centimetro di pelle scoperta del torace di lui a cui,
chiaramente, ormai gli abiti stavano piuttosto stretti. Repentinamente si girò
schiacciando il viso contro il vetro come fanno i bambini mentre si annoiano e
si tormentò nervosa i capelli in attesa che lui aggiustasse i vestiti e potesse
coprirsi.
-
Te lo assicuro,
tu mi preoccupi… - quanta considerazione da parte di Malfoy che, dal tono delle
sue parole, era un misto di incredulità dal suo comportamento esageratamente
pudico e di derisione per lo stesso motivo.
Ad essere onesti, ormai
avrebbe dovuto perdere quegli atteggiamenti da un po’, tra quella volta che
l’aveva toccata in accappatoio, ciò che era quasi avvenuto la sera precedente e
tutte le volte che lui aveva la brutta abitudine di girovagare con la camicia aperta
per casa… ma si sa, le brutte abitudini sono dure a morire, le sue, poi, erano
come gli Highlander.
Con ogni probabilità
qualunque altra ragazza di Hogwarts l’avrebbe
picchiata a sangue per il falso disinteresse che mostrava nei confronti del
Principe degli Slytherin, sia perché aveva quella
fortuna immeritata e sia perché non ne approfittava.
Beh, ammetteva che non si
sentiva più così disinteressata dal fascino del Serpeverde,
ma da lì ad “approfittarne” ci passava la Fossa delle Marianne!
Sospirò mesta lanciando
occhiate dietro le sue spalle nella speranza di trovarlo vestito, ma a quanto
pare alle serpi piaceva sempre prendersela comoda.
Neppure il tempo di rigirarsi
che sentì arrivare il cambiamento d’età anche per lei.
La solita fortuna… e dire che
voleva solo fare una visitina veloce nella speranza che i ladri non fossero
entrati in casa mentre i suoi genitori erano troppo occupati tra congressi,
studio, cellulari e cene di lavoro…
Chiuse gli occhi e aspettò
che terminasse il fenomeno.
Quando anche la seconda luce
fu scomparsa, si guardò seccata la maglia e la camicia che le andavano ormai un
po’ larghe, le aggiustò con un colpo di bacchetta e la nascose nuovamente nella
borsa.
Un’occhiata al biondastro che
sembrava in condizioni presentabili e si concesse di sboccare la porta a vetri.
-
Dovresti
avvertirmi un po’ prima! – protestò asciutta, per niente contenta che esistesse
la possibilità che un passante avesse adocchiato il fenomeno
-
Sì, come no! La
prossima volta ti faccio un cartello – sbuffò la serpe, comunque felice di
essere tornata alla sua età naturale.
-
E se qualcuno ci
avesse visto? – dichiarò lei ad alta voce aprendo l’uscio verso l’esterno
-
Ma chi vuoi che
ci abbia visto? – ribatté sistemando la camicia dentro i pantaloni neri e
passandosi una mano nei capelli.
Si arrestò visto che la grifondoro si era fermata in mezzo al marciapiedi
intralciandogli il passo, apparentemente senza una ragione.
Alzò gli occhi che prima
erano impegnati ad abbottonare la camicia e notò quattro figure sbigottite
ferme davanti a lei.
-
Hermione? –
chiese una di queste con una coda di cavallo fermata da un elastico viola di paillettes particolarmente vistoso
-
Jenny?
Draco spostò alternativamente
lo sguardo dalla mezzosangue alla sconosciuta e poi anche alle altre tre
impalate in mezzo alla strada: tutte e cinque sembravano conoscersi.
Cazzo, se avevano sentito quello che si erano detti
avrebbero potuto fraintendere…
Lanciò un’occhiata alla
Caposcuola sbigottita che sembrava non aver ancora colto il pericolo della loro
innocente discussione. L’altra di fronte a lei, invece, l’aveva capito
benissimo visto che continuava a spostare gli occhi su di lui e su di lei con
incertezza.
Cercando di ricomporsi
“Jenny” tossì falsamente, si stampò un sorriso sulle labbra e lanciò in avanti
le braccia per stringere la sua vecchia amica.
Non era proprio certo che la
Granger avrebbe usato lo stesso termine, soprattutto visto il barlume di rabbia
che brillava nelle sue iridi dorate.
Usò la legilimanzia
nei confronti della sua compagna, vana speranza di riuscire a capire qualcosa,
soprattutto chi fossero le quattro statuine, i suoi pensieri, però, erano criptati meglio della cassaforte della Gringott;
spostò l’attenzione sull’altra, ciò che poteva capire del flusso di pensieri di
lei era pressappoco “Caspita se Hermione
è cambiata! E chi l’avrebbe detto che… in mezzo alla strada, poi, una come lei…”.
Trovando qualcosa e qualcuno
con cui divertirsi, Draco sorrise mellifluo e il suo ghigno sardonico non
sfuggì alla grifoncina che si affrettò a comunicargli
telepaticamente che non avrebbe dovuto usare la legilimanzia
con i babbani e dal tic nervoso dell’occhio comprese
che ciò che anche lei aveva sentito non le piaceva per niente. Le concesse
un’alzata di spalle mentale tornando a concentrare l’attenzione sulle altre
quattro.
Non avevano un’espressione
molto acuta e vestivano quegli osceni abiti fatti in serie così di moda tra i babbani, esseri decisamente privi di gusto. Discutibile era
anche l’ombretto madreperlato e particolarmente vistoso che sfoggiavano tutte e
quattro, più o meno intonato all’abbigliamento. Non gli piacevano.
-
Sono anni che non
ci vediamo! – stava intanto ciarlando Jenny mentre la Granger rispondeva in
maniera telegrafica e lanciava occhiate d’odio che rasentavano quelle che
rivolgeva a Nott o a Goyle,
una cosa comprensibile se si considerava anche il senso di superiorità che
invadeva qualunque essere umano al cospetto dell’anello mancante
dell’evoluzione – l’ultima volta eravamo… Amanda, quando è stato? – continuò
imperterrita Jenny-fiocco-viola
“Amanda” l’interpellata si
puntò un dito con le unghie laccate di giallo al mento e ripensò intensamente,
probabilmente l’operazione stava assorbendo tutte le sue energie visto che era
immobile come una statua
-
Credo che fosse
quella volta che eravamo ancora alle medie – concluse infine come un
congressista termina la sua relazione
Dimmi che non sono loro trasmise telepaticamente alla mezzosangue,
divertendosi sempre di più.
Loro chi?
Rispose lei fingendo di non comprendere quando, invece, aveva inteso alla
perfezione.
Già, erano proprio loro…
quelle… quelle famose persone che l’avevano portata nella “Casa degli
Innamorati” per la prima volta.
-
E non ci hai
ancora presentato il tuo ragazzo! – squittì una ragazzina minuta che dimostrava
quindici anni dai capelli biondi liscissimi tutta euforica
Draco ghignò, probabilmente
in quel momento la Granger era in preda ai conati di vomito, anche se non si
sarebbe dovuta lamentare così tanto, c’era la fila per essere falsamente
spacciata per la sua ragazza, fosse anche per un misero e involontario sbaglio.
-
Ah, ecco… -
Hermione sembrava stranamente a disagio e piuttosto preoccupata delle
conseguenze.
Se fosse stata un’altra, considerò
Malfoy, avrebbe dovuto davvero preoccuparsi per la sua sadica vendetta a causa
di un errore innocente, ma per una volta le avrebbe retto il gioco, fosse solo
per farsi un po’ di ridere dietro alle quattro oche.
-
Dolcezza, chi
sono queste? Le tue amiche? – intervenne prontamente con tono suadente che fece
arrossire due delle sconosciute, di cui al momento ignorava il nome, e la sua pseudo-ragazza.
-
Sì, Draco, sono
loro – rispose con la voce gelida di un iceberg pizzicandogli dolorosamente la
mano che stava vagando decisamente troppo libera sulla sua schiena – lascia che
te le presenti! – cinguettò ancora più fasulla
Le quattro si schierarono
sorridenti sfoderando la dentatura perfetta di una Barbie
e facendo ondeggiare i capelli e gli orecchini
-
Lei è Jenny –
iniziò additando la ragazza col fiocco viola che aveva nominato all’inizio –
Amanda – unghie-gialle fece ciao ciao con la manina
mettendo in mostra lo smalto che, ad un esame più attento, non era tutto giallo
ma a pois bianchi – questa è Simone – e la bionda dai capelli lisci sorrise
senza riuscire a staccare gli occhi di dosso al fusto accanto alla sua ex
compagna di scuola – e per finire Cynthia – subito ribattezzata
azzurro-in-toto.
Era mai possibile che una
come la Granger avesse avuto delle amiche simili?
In verità lei sembrava dire
tutto il contrario, ma le quattro Signorine-Arcobaleno si stavano comportando
come se fossero grandi confidenti.
-
Lui è Draco –
aggiunse con voce piatta allontanando nuovamente la mano di lui in discesa
libera verso il suo fondoschiena
La solita scena, pensò la
serpe studiando i volti da esposizione a radiazione luminosa delle quattro babbane, sembravano un gruppo di ebeti trapiantati su un
marciapiede.
-
Dì Herm, cosa ci fai a Londra? Credevo che non tornassi a casa
per Natale – chiese una delle quattro
-
Sono venuta solo
a trovare i miei genitori – rispose sbrigativa
-
Allora puoi
passare il pomeriggio con noi! – cinguettò Azzurro-in-toto
giubilante avvicinandosi strategicamente al biondo
-
Veramente… -
veramente loro dovevano ancora vederli i signori Granger
-
È una splendida
idea, perché non le accompagniamo? –
Probabilmente in quel momento
la Granger stava riversando su di lui il suo vernacolo di parolacce; non che ci
fosse da preoccuparsi, visto che di sicuro non ne conosceva più di quelle che Potty stesso gli aveva affettuosamente rivolto, ma sembrava
molto, molto scocciata dalla cosa e di certo non condivideva il suo desiderio
di divertirsi.
Questa me la paghi, furetto! Gli fece gentilmente presente con la legilimanzia, lui ghignò ancora
Ma come, non volevi vendicarti di quando ti hanno
portato in quel postaccio?
Non so di cosa parli
Io lo so fin troppo bene, quel posto che i babbani chiamano “Casa degli innamorati”
Non sono loro!
E io sono Biancaneve il disappunto della mezzosangue era evidente e,
sfortunatamente, non le intenzioni di lui
Avanti, hai l’occasione di fargliela pagare con gli
interessi, che cosa ti costa?
Non mi abbasserò al loro livello!
Non fare sempre
…E molto modesto aggiunse
Anche. E’ un’occasione unica della vita, vuoi mettere
presentargli me al posto di Lenticchia?
Ron non ha niente da invidiarti
Su questo ne discutiamo quando arriviamo a casa, nel
frattempo…
Non avrebbe dovuto, ma le
aveva messo la pulce nell’orecchio per divertirsi un po’ e sapeva che in quel
momento pensieri vendicativi assai poco consoni ad una virtuosa Gryffindor stavano solleticando la fantasia della sua piccola
Mezzosangue.
E sapeva che avrebbe
capitolato.
Perché se c’era una e
un’unica cosa che loro due avevano in comune era un orgoglio sfrenato e quelle
quattro oche avevano osato ferire quello della Granger tanto da farle ricordare
l’episodio avvenuto quasi cinque anni prima indelebilmente.
Non l’avrebbe lasciate
correre, non questa volta.
Se la conosceva anche solo un
pochino, le avrebbe umiliate fino a farle vergognare di averle fatto un tiro
così mancino.
E lui si sarebbe divertito un
mondo perché era un lato del carattere della mudblood
che si riusciva a scorgere di rado e che dava il meglio di sé solo quando
entrava con competizione con lui.
Cosa sarebbe successo se
avesse, per una volta, sbaragliato liberamente il campo, sfogandosi su qualcun
altro che si era permesso altrettanta perfidia, ritrovando così la sua pace
mentale?
Non lo sapeva, ma voleva vederlo.
-
Ragazze –
intervenne il biondastro con un sorriso da fotomodello – che ne dite di quel
locale in centro? Non è molto lontano e molto carino… avete presente, quello
dove vanno tutti…
-
Intendi la Casa
degli Innamorati? – rispose euforica fiocco-viola
-
Ecco, sì, proprio
quello! Io non sono molto pratico di Londra…
-
Certo, è un posto
fantastico! – continuò capelli-lisci
Il piccolo gruppetto
s’incamminò all’indirizzo della prima stazione della metropolitana.
Lui la trascinava come se la
sua opinione fosse già stata espressa, anche se neppure una parola era stata
ancora pronunciata.
Non avevo ancora deciso puntualizzò la Caposcuola mettendo il broncio per le
scale e rifiutandosi di proseguire oltre, sperando ancora di essere in grado di
trattenersi dal volersi davvero vendicare; le sorrise, abbassando il volto e
avvicinando piano le labbra all’orecchio della Granger, le scostò uno dei
soliti riccioli ribelli
-
Non si dicono le
bugie, piccola mezzosangue… - le sussurrò sottovoce facendole venire un
brivido, dopodiché la condusse ancora intontita lungo le scale che scendevano
fino ai binari, probabilmente senza avere coscienza del piccolo piano che lui
stava elaborando mentre procedevano e che avrebbe presto visto il piccolo
trionfo dell’orgoglio mortificato molti anni prima di una ragazza.
In un battibaleno, altri
avevano deciso per lei che NON era giusto che NON si vendicasse.
Ogni tanto si domandava
perché tutto aveva cominciato a girare all’incontrario, nei film erano sempre
gli amici a dire al protagonista di non vendicarsi, qui, invece, aveva una
specie di serpe infida che forse era sua amica e forse no, che perorava il suo
divertimento personale spronandola a mettere in imbarazzo le sue ex compagne.
Perché Draco Malfoy non
poteva semplicemente fare come l’amico di tutti i film? Dirle che non doveva
vendicarsi sollecitandola a continuare per la sua strada?
Perché Draco Malfoy è un bastardo sadico, puntualizzò lui infiltrandosi tra le sue riflessioni
con una verità inconfutabile.
Il problema, però, era che
aveva una voglia matta di dimostrare a quelle quattro che non era una scarpa da
buttare, anche se, momentaneamente, ancora senza ragazzo come ai vecchi
tempi.
Con un grosso sforzo di
volontà, forse sarebbe riuscita a controllarsi dal non prenderle a schiaffi per
come si erano comportate, ma se ci metteva pure Malferret
i suoi propositi da brava bambina andavano a rotoli…
* * *
La sala da tè era come l’aveva
lasciata la sera prima: di pessimo gusto.
Indirizzò la sua fortunata
compagna verso un divanetto ad angolo proprio sotto una pianta tropicale che
faceva ondeggiale le foglie lanceolate.
Le quattro
Signorine-Arcobaleno furono costrette a prendere posto di fronte a loro e a
invidiare terribilmente in braccio fasciato nella camicia bianca che cingeva protettivamente le spalle della mora, imbarazzandola.
-
Hai detto che non
sei di Londra? – gli si rivolse capelli-lisci sorseggiando un bicchierone di
cocktail analcolico alla frutta
Draco sollevò gli occhi dalla
sua degustazione e li posò in quelli della ragazza facendola indietreggiare con
tanto di bicchiere tra le mani
-
No
-
E come hai
conosciuto Hermione? – domandò Azzurro-in-toto,
esaltata come se si fosse appena fatta una canna e bevuta tre Black Russian.
-
Ci siamo
incontrati a scuola – rispose fredda lei sorseggiando il tè distaccata, ancora
un poco incerta se stesse davvero facendo la cosa giusta perché una brava Caposcuola
non avrebbe dovuto indulgere nella ripicca di un episodio accaduto secoli
prima.
-
Il bello delle
scuole private – cinguettò
-
Dopotutto,
Hermione è sempre stata la più brava della classe fin da quando frequentava la
scuola con noi…
Draco non aveva dubbi.
L’intelligenza di quelle
quattro mezze assieme non avrebbe raggiunto neppure quella di Weasel; se tutte le studentesse babbane
erano così, non dubitava affatto che la Granger fosse una cima tra loro…
-
Hermione è molto
brava anche da noi – annunciò al mondo con orgoglio, accantonando momentaneamente
il nomignolo da so-tutto-io-Granger – è la
studentessa più brava di tutto il corso!
-
Ma anche tu devi
essere molto bravo – sottolineò allusiva unghie-gialle; Draco la guardò quasi
con compassione, le mancava solo la divisa di Hogwarts
e poi poteva aggiungerla alla sua lista di “ragazze senza la minima speranza”
-
Siamo molto
contente per te – annuì fiocco-viola melliflua e falsa quanto una vipera, la
migliore amica di Milicent Bulstrode
-
Siete invidiose
come la rana del bove – disse pianissimo la Granger al bordo della tazzina, ma
non sufficientemente sottovoce perché lui non potesse ascoltarla
Trascorse un attimo di
silenzio imbarazzato tra loro.
-
Questo posto è
molto carino – commentò il Principe delle Serpi guardandosi orripilato
attorno
-
Già, è vero! – annuirono
in coro le ragazze
Sei nauseante
lo rimbeccò invece Hermione troppo occupata dalla scorza del limone per
rispondere giubilante come le altre, lui finse di non aver sentito.
Il cactus alla porta non mi piace rispose lui, perfettamente conscio che aveva sviato
il discorso per farla infuriare. Però, effettivamente, quel cactus era
bruttissimo.
Sollevando gli occhi al
cielo, lei sospirò, come se avesse a che fare con un bambino capriccioso.
-
Qualcosa non va?
– le domandò Amanda-unghie-gialle
-
Probabilmente
Hermione e il suo ragazzo preferivano trascorrere il pomeriggio da soli – fece
presente Cynthia-azzurro-in-toto
-
Oh… - Jenny-elastico-viola fu colpita dall’effettiva probabilità
di quelle parole
-
Non
preoccupatevi, io e Draco – e pronunciò il nome di lui con la durezza di
chi sapeva che gliel’avrebbe fatta pagare presto – non avevamo particolari
progetti…
-
Non essere timida
– le rispose capelli-lisci-Simone – fate pure come se
noi non ci fossimo
-
Beh, in quel
caso… - questo era Malfoy che chiaramente non si lasciava scappare occasione
per farsi del ridere sull’imbarazzo altrui, anche se al momento le sfuggiva se
fosse più ridicolo il suo ingenuo rossore o quello che probabilmente avrebbe
scatenato nelle poverette di fronte.
Un’occhiata raggelante della
Granger fu comunque sufficiente ad arrestare un millimetro in più l’avvicinarsi
imminente della testa bionda.
Il ghigno made-in-malfoy
si dipinse sulle labbra sottili, la Granger era furiosa e quegli occhi
avrebbero congelato perfino un vulcano in eruzione, ma dopotutto, era o non era
il possessore del Fuoco che brucia in eterno?
Vedendo che il ragazzo
continuava ad avvicinarsi, un po’ spavaldo e sempre sicuro di sé, Hermione si
ritrasse un poco
-
Ti odio – disse
appena prima che le labbra s’incontrassero
-
Se questo è il
tuo odio – sottolineò lo Slytherin quando le concesse
di riprendere fiato – ne sono affascinato, vorrei che non provassi nient’altro
nei miei confronti, anche se questa mattina hai così spontaneamente confessato
di trovarmi affascinante e irresistibile
-
Te lo dico
chiaramente – continuò lei a bassa voce, piantandogli l’unghia dell’indice a
metà del petto – nessuno riesce a oltraggiarmi e farmi arrabbiare come te!
-
Una virtù di
pochi… ne sono lusingato
Esasperante.
Riusciva a pensare solo a
quell’aggettivo in quel momento.
Draco Malfoy era una persona
tremendamente e maledettamente esasperante.
Primo perché
si ostinava a voler fare tutto di testa sua, facendole poi credere che fosse
lei a volerle avere sempre tutte vinte.
Secondo
perché non le piaceva dover sempre fare la vittima sacrificale perché il
signorino potesse divertirsi a modo suo.
E terzo perché non la lasciava respirare! Sarebbe morta per mancanza
d’ossigeno, lo sentiva…
Se non la smetteva
immediatamente di baciarla, niente e nessuno l’avrebbe trattenuta dallo
stampargli un sonoro e quantomai meritato schiaffo
sul suo bel viso perfetto: cinque dita che spiccassero sulla pelle liscia e
bianca.
Nessuno!
…a parte forse gli occhi
inebetiti delle sue ex compagne di scuola che seguivano lo svolgersi degli
eventi come di fronte ad una soap-opera.
Probabilmente non avevano
ancora afferrato che tra lei e l’altro Caposcuola non passava certo idilliaco
amore ma puro e semplice odio.
Veramente doveva fare una
revisione a quel pensierino, ma al momento non era decisamente il caso, era
troppo occupata a riprendere fiato e a cercare un modo di levare quel maledetto
sorriso soddisfatto che la serpe sfoggiava.
Quando finalmente riuscì a
rassettarsi la camicia storta e i capelli, le sue quattro amiche erano basite
nei loro posti, gli occhi ancora fissi su di lei, increduli.
E leggeva loro in faccia che
si sentivano terribilmente insignificanti.
Questo però era tutto merito
del serpeverde.
Probabilmente non avevano e
non avrebbero mai creduto che Hermione Granger potesse fare qualcosa del
genere.
E facevano bene!
Perché non era da lei
comportarsi in quel modo, infatti non l’aveva mai fatto con un ragazzo, se ne
avesse mai avuto uno.
Era solo che Malfoy riusciva
a tirare fuori il peggio di lei.
Il biondastro, dal canto suo,
gongolava soddisfatto sul divanetto, come se non fosse accaduto nulla per
lui.
Draco fece finta di non
notare l’odio che brillava tra le iridi.
Vendetta riuscita, che aveva
da lamentarsi?
Ok, lo ammetteva, si era lasciato prendere la mano come
suo solito, ma non gli era sembrato che lei fosse così schifata… aveva un
insospettabile lato passionale nascosto sullo gli strati di tonache e veli da
suora.
Spostò gli occhi sulle altre
che sfoggiavano l’espressione alla Dobby-elfo-domestico,
perfetto, probabilmente quello era il livello d’intelligenza più alto a cui
riuscissero ad aspirare.
Povera piccola mezzosangue…
* * *
All’imbrunire finalmente
poterono liberarsi delle quattro sanguisughe colorate.
Le strade erano ormai scure,
le vetrine illuminate e i lampioni accesi.
Hermione Granger camminava
spedita con il classico incedere da Jurassic Park che
la caratterizzava quando era particolarmente seccata.
Draco Malfoy la seguiva, non
riuscendo quasi a tenerle dietro neppure col suo passo veloce; le mani erano
affondate nelle tasche del cappotto scuro, i capelli scompigliati dal vento
invernale.
E si stava casualmente
divertendo un mondo.
La mezzosangue era stata
fantastica con quelle quattro oche, anche se nel privato della sua mente
probabilmente lui era diventato il bersaglio dei corpi speciali che gli stavano
procurando una sofferente e agonizzante morte.
La guardò di soppiatto e lei
si fermò in mezzo alla strada, aspettandolo; le braccia erano piegate sui
fianchi, le sopracciglia pericolosamente abbassate e l’aria da Regina delle
Amazzoni.
In quel momento avrebbe
travolto un panzer.
Lo aspettò finchè non la raggiunse
-
Ti sei divertito,
oggi? – domandò con aria fintamente dolce
-
Abbastanza – una
risposta come un’altra per dire che, sì, si era divertito a prendere per il culo quelle quattro stupide che avevano osato infrangere il
sacro onore di una strega come Hermione Granger
-
Ne sono felice,
adesso che hai avuto la tua vendetta sono sicura che sarai più soddisfatto
Bisbetica e irascibile, ma
anche tremendamente sensuale
-
Credevo che la
vendetta fosse la tua
-
Mi pareva quasi
che fosse il tuo orgoglio ad essere stato ferito… - pigolò come se non si fosse
accorta di ciò che lui aveva detto. Clpito e
affondato
-
Facciamo finta
che fosse così, anche se dubito che qualcuno riuscirebbe a far sentire
insignificante Draco Malfoy
-
D’accordo… dunque
penso che PER DOMANI non ci siano problemi, VERO?
-
Domani? – chiese
come se si trattasse di un appuntamento dimenticato
-
Alla Queen Victoria, ricordi? – rispose lei, sibilando, ma il
sorrisetto beffardo lasciava presagire il peggio se, dopo quelle piccole
libertà che si era preso nel pomeriggio, le avesse detto di no: non che avesse
avuto da preoccuparsi, ma intanto sapeva come sarebbe finita… decise di
rimanere in silenzio, l’unica arma che lei non gli aveva ancora distrutto e che
nessuno avrebbe potuto levargli
-
Lo prenderò per
un assenso
Continuarono a camminare,
questa volta con più calma
-
L’hai fatto solo
per costringermi a portarti là? – le chiese un poco dubbioso, riflettendo su
quanto accaduto
Lei si voltò, le mani
intrecciate dietro la schiena, un bel sorriso sulle labbra e i capelli che
imprigionavano i fiocchi di neve che cadevano dal cielo
-
Elementare,
Draco. Elementare.
Gli sorrise, dolcemente.
E lui seppe che non ci aveva
minimamente pensato.
Fino al momento in cui glielo
aveva chiesto.
Qualcuno diceva che Hermione
Granger era una persona piatta ed ordinaria, ma lui non si sarebbe stancato di
continuare a vedere cosa si sarebbe inventata.
Era una ragazza che cercava
di prevedere l’imprevedibile, ma che non conosceva nulla della cattiveria
dell’uomo, di quanto potessero essere subdole le azioni di qualcuno. Capiva
perché Silente gli avesse chiesto di proteggerla. Lei non era abituata a
pensare in termini di tornaconto, non avrebbe mai tenuto in considerazione il
fare qualcosa per ottenere dell’altro, come ricatto; la maggior parte della
gente, invece, non pensava ad altro.
Lei non ne era capace perché
la sua anima era ancora bianca e pura.
E la stimava per questo, per
essere riuscita a rimanere tale in un mondo tanto marcio.
La invidiava per non aver mai
dovuto fare i conti con i Male che l’avrebbe irrimediabilmente sporcata.
La voleva vicina perché la
forza di lei era tutta nella sua volontà di rimanere sempre dalla parte del
giusto, del bene.
E poi c’erano momenti in cui
voleva trascinarla all’inferno con lui.
Macchiarla senza pietà,
tingere quel bianco finchè non fosse diventato nero.
Ma l’unica cosa che
desiderava davvero, sempre e comunque, era poterla avere.
In modo che anche nella sua
anima dannata ci fosse un pezzettino di bianco e in quella di lei uno nero,
perché vedendo il Bene, lui avrebbe potuto abbracciarlo e seguirlo: con
l’immagine di lei, stare dalla parte di Potty sarebbe
stato molto più facile e conoscendo il Male lei avrebbe saputo combatterlo,
anche tramite quel puntino chiaro nel nero del suo spirito.
E lei ci sarebbe riuscita,
con o senza di lui.
Lui, però, voleva essere con
lei.
Perché non aveva conosciuto nessun’altra persona nella sua esistenza che avesse voluto
così tanto accanto.
Sempre.
Sempre.
Forse era per quello che alla
fine aveva ceduto alla tentazione e le aveva raccontato tutta la storia.
Egoisticamente.
Lei però non ne era rimasta orripilata, neppure da quel senso di possesso che lui aveva
manifestato nei suoi confronti, anzi, il loro rapporto si era stranamente
rafforzato e adesso LEI SI FIDAVA, una cosa che non aveva mai fatto nessuno.
Lui, lo sapeva, lei, almeno
lei, non lo avrebbe tradito. Mai.
Alla fine lei era e sarebbe
rimasta una tipa imprevedibile, nonostante tutte le maldicenze degli altri.
La guardò mentre camminava.
Avrebbe voluto essere la
persona giusta per lei, ma sapeva di non esserlo.
Sarebbe stato solo un bel
sogno.
Perché una come lei poteva
aspirare, ma soprattutto, volere, qualcuno di molto, molto meglio.
Che cosa aveva da darle?
Non molto di ciò che lei
avrebbe potuto volere.
Solo una storia terribile,
ricordi ancora più strazianti, poteri che non voleva.
E una missione.
Lei DOVEVA avere qualcosa di
meglio.
Qualcuno meglio di lui.
…eppure non riusciva a
farsene una ragione… e forse non ci sarebbe riuscito perché, onestamente, non
voleva abbandonare quel piccolo sogno.
Il sogno di qualcuno che lo
accettasse per quello che era davvero.
* * *
Spazio autrice:
ciao a tutti!!!
Ecco qui il nuovo
aggiornamento…
Come era già avvenuto per le
Relazioni, anche qui non ho saputo trattenermi dall’infarcire la fic di un piccolo capitolo quasi inutile alla narrazione,
ma che mi è particolarmente piaciuto scrivere.
Poiché ho ricevuto un sacco
di minacce di morte contro le ragazze che avevano fatto entrare Hermione nella
casa degli innamorati, ho preso spunto da queste e ci ho scritto una breve
avventura sopra che coinvolgesse i personaggi mentre sono a Londra.
Per quanto concerne la
vicenda principale (segreti e misteri ancora da svelare) questo capitolo non
c’entra niente, per quanto però riguarda i personaggi, dà qualche aggiunta alle
sfaccettature del carattere di questi due che, insomma, diciamocela tutta, non
è che si odino poi così tanto… (“,)
Spero che il post vi sia
comunque piaciuto,
ci vediamo presto! Un grande
bacio!
Nyssa
Killkenny:
poiché le figure dei mangiamorte ormai sono comparse
in tutte le salse nella maggior parte delle fic ho decis di utilizzare un personaggio che viene nominato poco
e così Grindewald faceva al caso mio, anche se ci ho
romanzato sopra tutta una storiella da far accapponare la pelle alla povera zia
Row…
Confesso che i sicari che gli
hai mandato contro spero che lo abbiano torturato perbene perché l’ho reso un
autentico bastardo e io tendo sempre ad odiare visceralmente
i cattivi che tratteggio. Ringraziali da parte mia.
La corrispondenza è stata
un’idea un po’ fuori posto, quindi non mi stupisce che sembri strana… spero che
comunque questo capitolo ti piaccia, aspetto di sapere, ciao!
Nyssa
Herm83:
coraggio, sentiamo questa mezza idea su quello che potrebbe essere il nipote si
Silente, sono curiosa di sapere che cosa ho indotto a credere… sfortunatamente
non posso sbilanciarmi con gli aiuti, ma dico solamente che “non è ciò che si
potrebbe pensare” il che dice tutto e niente, cioè un indizio inutile, ma io lo
metto ugualmente nella speranza che a qualcuno torni utile.
Dopo un paio di cappy dove il rapporto tra questi due era stato leggermente
sacrificato nei confronti della narrazione dei misteri del passato di Silente,
sono tornata a parlare di loro con un aggiornamento un po’ ironico e del tutto
strampalato che ha come tema fondamentale la sacralità dell’amicizia. Per
questo non è a caso il disprezzo che ho messo nel descrivere le quattro oche ex
amiche di Herm…
Ci sentiamo quando torni! Un
bacio,
Nyssa
Luana1985:
non parlarmi di studiare che martedì prossimo la mia prof ha deciso in un
rastrellamento e quindi nel week-end devo fare il topo da matematica, uffi… concentrazione: inesistente.
Mi fanno molto piacere tutti
i complimenti che mi hai fatto, grazie mille! Mi fai diventare un’autrice
orgogliosa, prima o poi diventerò un insopportabile pallone gonfiato che
continui a viziarmi a questo modo!
Ad ogni modo, sono felice che
la storia non sia banale, temevo di aver pescato troppo dai doni della morte o
di aver fatto il mio solito macello (se non si fosse notato, sono una persona
che vive con la testa tra le nuvole, quindi piuttosto distratta).
Io mi auguro che ti piaccia
anche questo nuovo aggiornamento! Aspetto di sapere, ciao e un grandissimo
bacio! Nyssa
Falalula:
non dirlo a me, anche io sono rimasta delusa dall’ultimo libro, non tanto come
storia perché si congiungeva abbastanza bene con gli altri (però mi hanno
ammazzato un sacco di personaggi che adoravo, maledetti!!!) ma più che altro
sulle accoppiate… ci stava la Harry/Ginny perché era
scontata e posso dire che la Ron/Herm
era DECISAMENTE troppo scontata… insomma, un bel colpo di scena e fidanzarmi Herm con Draco? Non credo che si sarebbero schifati più di
tanto… vabbè, meglio sorvolare sennò mi torna la
tentazione di strappare le ultime venti pagine e riscriverle da capo.
Il Silente che immagino io è
un personaggio che è diventato saggio e pacioso solo dopo un bel po’, dopo
molta esperienza ed aver visto molte cose, inoltre è talmente bravo che non
posso non credere che da giovane fosse modesto come ora, soprattutto se si
pensa che proviene da una famiglia purosangue ecc ecc.
Minerva, per quanto mi
riguarda, è la sua controparte perfetta, quindi devo sfatare il mito che ha
creato la zia row di Silente Gay (mai! Come fa a
stare con Minerva, sennò?).
Harry… Harry è un Harry un
po’ meno babbeo, anche se si ostina a pararsi come cavaliere della giustizia,
ma in fondo è un essere umano.
Spero ti piaccia anche il
nuovo aggiornamento, aspetto di leggere la tua opinione! Ciao e un bacione! Nyssa
Crici_82:
sono contenta che il piccolo intermezzo comico della posta del cuore di
Hermione ti abbia divertita, effettivamente è una delle mie solite uscite di
testa XP spero che ti piaccia anche questo quattordicesimo capitolo, a presto! Nyssa
Vavva:
mi lusinga sapere che avresti letto così spesso la mia storia! Personalmente
non ho niente con i Promessi se non una pomposità un po’ eccessiva e un
piagnisteo continuo di quella Lucia che sta sempre a frignare… ma sono comunque
felice che tu abbia detto ciò! Grazie mille!
Sono felice che il precedente
capitolo non abbia distrutto le tue aspettative, spero che il compito non
tocchi a questo… aspetto comunque di sapere la tua opinione sulla mia follia
dilagante! Un bacio! Nyssa
Lord Martiya: probabilmente hai ragione, in realtà mentre leggevo
il volume ero un po’ distratta da altro che pensare a dove si trovasse l’altra
Scuola e, tuttavia, io me la sono sempre immaginata in Russia, sarà che ho una
fantasia distorta, sarà che per quanto mi riguarda la sede è rappresentata come
un monastero greco-ortodosso però in Germania ce lo vedo così così… ma senz’altro tu eri più attento di me mentre
leggevi.
In verità la tua passione per
certe cose non mi sorprende più di tanto perché ciascuno ha le sue passioni,
quindi è normale che si facciano puntualizzazioni e correzioni, se qualcuno mi
venisse a dire che dichiara una funzione void in javascript penso che gli taglierei seduta stante i capelli…
Ad ogni modo, fai finta che
sia tutta una rivisitazione dell’originale come ho fatto con la vita di
Silente…
Ti ringrazio comunque per le
precisazioni, probabilmente avrei continuato la mia vita ignorando tutto questo
se non me lo avessi fatto notare.
Sono felice che il capitolo
sia risultato interessante, spero solo che non caschi il mito con l’ennesima
follia che la mia mente malata è riuscita a partorire XP.
Ciao e a presto! Nyssa
Potterina_88_:
credo che una storia di Silente simile sia davvero come gli elefanti che volano
perché è un bel po’ strana, anche se, come ho già detto, Silente è un mago
troppo bravo e troppo coscienzioso per non aver avuto un passato turbolento.
Insomma, per sapere tante cose deve averne viste almeno la metà, no? Alla fine
il caro Albus non è altro che un filosofo di prima
categoria che sparge i suoi insegnamenti di vita a Harry & co e dove può aver imparato cose tanto importanti se non
dal suo passato e dalla sua esperienza? Eppoi, francamente, ero stufa del
preside che ha fatto la vita in panciolle, volevo rendergli un bel passato
torbido che stonasse con la sua figura attuale.
Perché Minerva e Albus non si confessano? Beh, immagino sia perché lei sta
ancora aspettando qualcosa da lui e lui… è ancora oppresso dal senso di colpa.
Lui Sa che lei l’ha perdonato, ma visto che non comprende come ha potuto farlo
non riesce a liberarsi a sua volta di quel peso sulla coscienza… è un rapporto
un po’ contorto, ma credo che lo spiegherò più avanti.
Draco ed Herm
sono sempre loro in ogni frangente, nel precedente come in questo cappy che spero ti piaccia nonostante sia parecchio cascato
come le zucche dal cielo… dimmi che cosa ne pensi, ciao e un bacione! Nyssa
Shavanna:
ehehe, come ricorderai sono maestra negli intrighi
del passato e in questa vicenda non poteva non esserci un bell’intrallazzo
avvenuto qualche decennio prima dell’inizio della storia.
Chiaramente tutto non sarà
lineare come dovrebbe, ma la solita ingarbugliata matassa di lana da sbrogliare
cappy dopo cappy (se
continuo così sembrerò una pubblicità, ma vabbè…
>_>).
Sono felice che la storia del
vecchio Albus ti sia piaciuta, non credo di essere un
genio ad averla pensata, ma mi fa comunque piacere sentire tutti i complimenti
di cui mi ricopri ogni volta ^^ Grazie!
L’onore dei Black tornerà, o
meglio, arriverà presto, nel frattempo spero ti piaccia anche il nuovo
aggiornamento! Un bacione! Nyssa