Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: LaGraziaViolenta    05/09/2013    6 recensioni
Stufi dei soliti cliché di Harry Potter? Annoiati marci dalle fantastiche avventure sentimental-sessuali di tre generazioni di Serpeverde? Vi sentite smarriti e frustrati di fronte a dei Grifondoro codardi e dei Corvonero dal QI in singola cifra?
Serena Latini è quello che fa per voi. Le avventure di una sfigata Tassorosso alle prese con incantesimi, fanfiction, pony, cucina inglese e delle sue relazioni coi figli dei personaggi che tanto abbiamo apprezzato.
Zuccherosità, storielle amorose e di amicizia, figure da quattro soldi e battute demenziali attendono una povera Tassorosso made in Italy.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dove si scoprono cinquanta sfumature di Albus.
 
 
 
“Mi guardai allo specchio, arrabbiata e delusa. Al diavolo i miei capelli, che non volevano saperne di stare a posto, e al diavolo Jeanie Joy, che si era rotta le balle e mi aveva sottoposta a questa prova. Avrei dovuto studiare per le verifiche che ci sarebbero state la settimana prossima, e invece eccomi qui a cercare di domare questa chioma ribelle.”
Sì, mi ci vedevo proprio in un inizio di giornata del genere. Mi chiesi come diavolo facesse Jeanie Joy a mettere le mani su libri simili, e soprattutto a digerirli. Quel libro era pornografia allo stato puro. E io ero abituata alle fan fiction, rendiamoci conto.
Forse era per questo che dopo un po’ si stufava e li scaricava a me.
Intorno a pagina trecento sbadigliai. La luce del caminetto e delle lampade danzava sulle pagine del libro, colorandole di rosso. Alzai le braccia e mi stiracchiai. I divanetti di Tassorosso erano troppo comodi, rischiavo di addormentarmi.
Le mie due vicine si sporgono in avanti, incantate. In realtà, penso che tutte le donne del pubblico si protendano di qualche centimetro, e persino qualche uomo.
Sticazzi, perfino gli uomini. Un personaggio dal fascino soprannaturale… Era mai possibile che madre natura avesse inventato un tipo di bellezza ammirata e desiderata da tutti, senza eccezione? Cercai di immaginare Albus Potter in versione alternativa. Anziché ragazzo semplice, imbranato e magro come uno stecco lo immaginai palestrato, fiero, con frustino e sguardo seducente.
No, aspetta, frustino?!
Guardai schifata il libro e lo chiusi con uno schiocco. Quella roba danneggiava i neuroni. Lo posai sul tavolino e al suo posto presi il piatto con la fetta di Sachertorte. Stuzzicai la punta con la forchettina e me ne misi in bocca un pezzo. Mangiare la torta nella luce soffusa della Sala Comune era un po’ come mangiarla al lume di candela. Dove ero rimasta?
Palestrato, fiero e con sguardo seducente.
Be’, palestrato… Forse… Boh. Non era il caso di esagerare. Dopotutto aveva sedici anni. Un palestrato ventenne era più realistico. Lui ne aveva sedici. Però poteva ancora crescere.
Fiero e con sguardo seducente.
Ebbi una fugace visione di Scorpius Malfoy che faceva l’occhiolino e si mordeva un labbro.
Andai in iperventilazione. No, così no. Era troppo. Scorpius non poteva diventare un sex symbol. Soprattutto, non doveva diventare il mio sex symbol. Cercai di ricordarmi che era un sedicenne come me. Un sedicenne. Ma poi, cavolo, stavo cercando di immaginare lo sguardo seducente di Albus Potter. Non è che sul dizionario alla voce “seducente” ci fosse una foto di Scorpius…
Se è per questo non c’è neanche la foto di Potter.
Alzai gli occhi al cielo e ringraziai la mia dea interiore per il suo commento acido.
Ma quando guardai verso l’ingresso il cuore mi si fermò per un secondo.
Albus Potter stava con la spalla appoggiata allo stipite, le braccia incrociate, lo sguardo fisso su di me.
Scattai immediatamente su a sedere. La torta volò sul pavimento. Solo metà del mio cervello registrò il clangore della forchetta e del piatto. Tutto il resto del mio corpo, compresa l’altra metà dell’emisfero cerebrale, era rivolto verso Potter.
Allungai l’indice verso di lui, con mano tremante. La mia voce uscì strozzata: «Cosa… Che… Potter? Albus? Cosa… Qui…»
Potter alzò un sopracciglio e accennò un sorriso sghembo. «Puoi chiamarmi Albus, sai.»
Lo stomaco e i muscoli del mio ventre si contrassero. Abbassai la mano.
Sguardo seducente: 10 punti. Porca troia. Uno sguardo che stende.
Di mille pensieri che in testa mi turbinavano furiosi riuscii a selezionarne uno: «Ma… Tu… Sei Serpeverde… Cosa ci fai qui a Tassorosso? Come…»
Albus si portò un indice sulle labbra per invitarmi a fare silenzio e io ammutolii.
«I Serpeverde hanno mille risorse, Serena. Dovresti saperlo… O quantomeno immaginarlo.»
Il mio cuore batteva all’impazzata. Ebbi un brivido. Ma non era di freddo. Non riuscii a capire perché.
Albus si staccò dallo stipite e si diresse verso di me. Il mio cuore accelerò ancora di più. La sua camminata era fluida, il suo incedere sicuro. Il fuoco delle lampade lo illuminò di una luce calda. Sembrava così… Così…
Il mio stomaco annodato fece un balzo verso la gola. Albus sorrise e io ero ancora pietrificata. Appoggiò una mano sul bracciolo del divano e si chinò su di me.
«Volevo vederti ad ogni costo.»
Chiusi la bocca e mi costrinsi ad inspirare con calma, per cercare un ritmo regolare. Ma nelle narici mi entrò un profumo nuovo. Profumo di Albus.
Il mio cuore batteva talmente forte che temevo stesse per sfondarmi il petto. Averlo così vicino… Sembrava meno mingherlino. La cravatta slacciata lasciava che la camicia si aprisse sulla sua gola. Mi sembrava addirittura di intravedere il profilo di qualche muscolo.
«Sorpresa?»
Sussultai. Sbattei le palpebre. Mi resi conto di dover rispondere. Avevo la bocca secca.
«E-ecco… Ma… A Tassorosso… Non dovresti…»
Non dovresti essere qui… Cribbio, Serena, sembri posseduta da Jeanie Joy.
Albus alzò un sopracciglio. «Non dovrei cosa? Essere qui? E dove vorresti che fossi?»
Nel mio letto.
No, cazzo, no!
«Ah… Be’… Non saprei… È che… Che…»
Abbassai gli occhi. Vidi il bacino e le gambe di Albus. No, meglio rialzarli.
Il suo viso. I suoi occhi verdi. I suoi occhi si piantarono nei miei, li presero e non li lasciarono più andare.
«Che… Che…»
«Serena.» Il sorriso di Albus si spense e il suo viso si fece serio.
Cribbio.
«S-Sì?»
Non è che, per caso… Mi voleva baciare?
La sua mano si sollevò appena, la posò sulla mia guancia. Il suo palmo caldo e morbido sulla mia pelle… Il mio respiro rapido ed esitante…
«Hai la bocca sporca di cioccolato.»
Sbattei le palpebre. Fu come se lo stomaco mi cadesse a piombo e all’improvviso mi si fosse sciolto.
«Prego?»
«Hai la bocca sporca di cioccolato» ripeté Albus, serio.
Aprii e chiusi la bocca, incapace di parlare. Sentii la vergogna, ma pochi istanti dopo anche la rabbia. Mi si avvicinava così, con quel fare arrogante, sicuro, fascinoso, voglioso, e poi?
Poi Albus sorrise.
«Te la pulisco io.»
Le sue labbra scesero sulle mie e le avvolsero. Sentii la sua lingua, calda, morbida, seguirne il profilo. Tirò indietro la testa e mi guardò con un mezzo sorriso.
«Devo dire che, quando vuoi, sai proprio essere dolce.»
Lo fissai negli occhi verdi, esterrefatta. Cos’era questa nuova sensazione?
«E voglio che tu sia mia. Mia, e mia soltanto.»
Il mio respiro era affannoso e incontrollabile.
«Serena, diventa la mia Sottomessa.»
«Ehi!»
Sussultai. Un tonfo secco mi fece sussultare un’altra volta. Sbattei le palpebre e rimisi a fuoco la Sala Comune.
Inorridii quando vicino alla porta del dormitorio maschile vidi Edward Cunningham.
No, fermi tutti, cosa stava succedendo? Albus? Lì vicino a me? Lo cercai con lo sguardo. Che fine aveva fatto? E Cunningham cosa ci faceva lì?
Cunningham mi si avvicinò. Con le sue pantofole a forma di pipistrello ciabattò sul pavimento legnoso. «Serena, tutto bene?»
Nel mio cervello Gas Gas schiacciò il pulsante rosso delle emergenze e iniziò a suonare la sirena di allarme.
Cunningham a ore dodici in avvicinamento. Allarme rosso. Allarme rosso.
«Tutto bene.» Deglutii. Avevo la bocca secca. Lanciai un’occhiata intorno a me, alla ricerca di una qualsiasi scusa per defilarmi. Vidi il libro che mi aveva prestato Jeanie per terra. Non c’era nessuna torta né sul pavimento né sul tavolo.
Avevo sognato ogni cosa?
«Sembri scossa. Stavi sognando?»
Lo guardai smarrita. Cunningham inclinò il capo e si passò una mano tra i capelli ramati. «Ero sceso a prendermi un bicchiere d’acqua e ti ho sentita mugugnare.»
Mugugnare? Nel sonno?
Avvampai.
«Mi dispiace di averti disturbata. Non volevo svegliarti.» Cunningham si avvicinò al divano e io subito tirai indietro i piedi. Si sedette. Il pigiama nero era in contrasto con la sua pelle bianca. «E mi dispiace anche per… Per Hogsmeade. È che speravo davvero che tu potessi aiutarmi. Sul serio.»
Nel mezzo del mio disagio si insinuò una vena di tenerezza. Cunningham era incosciente e inopportuno, ma sembrava davvero innamorato di Jeanie. Mi chiesi come fosse possibile, visto che non mi risultava si fossero mai parlati prima che lui iniziasse a corteggiarla.
Mi schiarii la voce e mi abbracciai le ginocchia. «Ascolta… Non voglio essere cattiva, ma Jeanie non ha testa per queste cose.» Ricordai quando diceva di aver già capito che io piacevo a Potter. «Cioè, la testa ce l’ha tutta, beninteso, è una ragazza intelligente e sensibile e schietta e…» No, così non andava bene. Così non aiutavo né lei né Cunningham. «I-intendo dire… Che… Che no.»
Le sopracciglia di Cunningham si unirono. Oddio, si era arrabbiato? «E perché, no? Sei sua amica, dovresti volerla aiutare. Ti assicuro che mi piace sinceramente.»
Corrugai la fronte. Cercai di ripensare a Potter e a tutto quello che mi aveva dato fastidio da quando aveva iniziato ad avvicinarsi. «N-non devi chiedermi aiuto. Non devi coinvolgere altre persone per persuadere lei. Devi avere a che fare con lei, non con me. Non ho peso nelle sue decisioni, lei pensa con la sua testa.»
Le sopracciglia di Cunningham rimasero unite e tese i palmi verso di me. «Appunto! Se io non so cosa le piace, come faccio a conquistarla? Come faccio a capire se una cosa le fa piacere o no?»
Mi tornò in mente quando Biondo Serpe e nana Corvonero prendevano in giro Jeanie, e lui non aveva mosso un dito. Poi mi venne in mente Candice da Madama Piediburro, e Potter che diceva a Cunningham che il suo comportamento era equivoco.  
A Cesare quel che è di Cesare: “equivoco” era la parola più azzeccata. Forse Potter non era poi così scemo.
«Senti…» Mi morsi il labbro e abbassai lo sguardo sul tavolino di legno. Mi strinsi più forte le ginocchia. «Lasciala perdere. È meglio. Oppure parla con lei. Io non…»
«Ma io ho bisogno di aiuto!»
«La finite di fare casino?»
Sobbalzai. All’entrata dei dormitori femminili vidi una ragazza magrissima, in vestaglia e con le mani sui fianchi. «Sono le due di notte, per Merlino, siete impazziti? Vi si sente fin da su!»
Rimasi inebetita, poi mi riscossi. La riconobbi: era una Caposcuola del settimo anno. «Scusa, mi dispiace. Non volevamo disturbare…»
Che figura da quattro soldi. Aveva ragione, era tardi e noi eravamo in Sala Comune a farci i nostri comodi anziché a letto a dormire.
«Sì, scusaci» ripeté Cunningham.
Sotto lo sguardo severo della ragazza recuperai il libro e mi diressi verso di lei, all’entrata dei dormitori. Cunningham, però, rimase seduto sul divanetto.
«E tu?» fece la Caposcuola. «Si usa ancora l'espressione “togliti dai coglioni” o forse ti servirebbe un disegnino? Fila a letto!»
In piedi, di fianco alla ragazza, le lanciai un’occhiata e un brivido mi percorse la schiena. Quella Caposcuola era meglio non farla arrabbiare.
Cunningham sospirò e si alzò in piedi. Mi lanciò un’occhiata implorante. Io abbassai gli occhi sulle mie ciabatte blu e strusciai un piede contro il pavimento. Qualche secondo dopo la voce della Caposcuola mi incitò: «Forza, a letto anche tu.»
Mi avviai verso la mia stanza con un forte senso di colpa.
 
Nota dell’autrice: e qui appare la prima vincitrice del concorso, _Astrea7469_. *u* Congratulazioni! *applauso* A breve concorderò con tutte le vincitrici un pezzettino tutto per loro… Grazie ancora, mi fa molto piacere e mi sostiene vedere che recensite, sia che recensiate spesso (grazie Sarugaki145, grazie VexDominil, grazie Chocolate_pudding, grazie , _Astrea7469_, voi siete veramente le costanti di ogni capitolo! ♥ ) sia che mi lasciate una sola volta il vostro parere… Vi ringrazio per il tempo che spendete con me e con Serena. ♥
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LaGraziaViolenta