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Autore: sihu    12/03/2008    2 recensioni
una storia a cavallo tra due tempi che si incontrano, quello dei Malandrini e quello dei nostri eroi. Harry, Ron, Hermione e Ginny si trovano a passare il settimo anno insieme ai Malandrini. il risultato? un continuo susseguirsi di colpi di scena, amori che nascono, gelosie, paranoie e molto altro ancora. DALL'ULTIMO CAPITOLO: “Remus, sei suo padre..” esclamò Ron alla fine. A Sirius e James mancò l’aria mentre Remus impallidì all’improvviso. Lily non poteva credere alle sue orecchie. Remus era padre, ma di chi? Di Harry? Di Teddy forse?
Genere: Commedia, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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e finalmente rieccomi qua. con la seconda parte del mistero. Chiedo scusa a tutti per l'attesa, prometto che sarò più rapida prossimamente!
In questo capitolo si scopre che cosa è successo al povero James e compare un altro mistero.. occhio allo specchio magico!!!
GRAZIE A CHI HA LETTO E A CHI HA COMMENTATO!
in particolare:
ithil_elendil : beh, visto che tu hai trovato qualche minuto per commentare la mia ff mi sembra il minimo che io trovi qualche minuto per dirti grazie e risponderti! la McGranitt si, in fondo è tenera, ma non può mostrarlo apertamente perchè senno non avrebbe più credibilità, almeno secondo me. Per quanto riguarda Silente, beh, lui sa tutto di tutti, non gli sfugge mai nulla.
jomarch: non so esattamente che età avesse Frank, ma visto che non si mai detto nulla di esatto in proposito ho pensato di prendermi la libertà di metterlo nella mia ff, anche perchè mi serviva qualche altro amico per i nostri eroi. ho freferito prendere loro che inventarli da capo.
decisamente il periodo è poco tranquillo, i mangiamorte fanno razie, e chissà, potresti averci preso più di quanto credi. non ti dico altro però!
vale lovegood : ho riletto mille volte il capitolo, nessuna svista. James vede qualcuno nello specchio. qualcuno che non è Sirius e che ha gli occhi che assomigliano molto a quelli di Lily. non intendevo che gli occhi di Sirius fossero verdi! scusa forse non mi ero spiegata, spero adesso sia più chiaro.
potterina_88:  grazie mille per i complimenti! davvero mi fa piacere che ti piaccia la mia storia. per quanto riguarda James in questo capitolo saprai perchè si è comportato così. i dettagli più avanti.
riddikulus: grazie mille! e scusa se ti tengo con i fiato sospeso ( anche se è positivo perchè vuole dire che ti piace la mia storia!)


CAPITOLO 4
SEGRETI, BUGIE, CONFESSIONI E RICORDI.

James rimase per qualche attimo immobile dove si trovava, fuori dal bagno, senza sapere che fare. D’improvviso era come se il suo stesso corpo lo impacciasse. Era assurdo. Non poteva comportarsi così. Lui era James Potter, il cercatore, il campione di grifondoro, sempre allegro e pronto a incoraggiare tutti. Era quello che tutta la scuola si fermava a guardare quando passata, per cui tutte le ragazze sospiravano e che i ragazzi sognavano di essere. Doveva ritrovare la sua forza, nascondersi dietro a quella maschera, convincersi di potercela fare, eppure era così difficile.
Si trovò seduto di fronte agli amici, non sapendo nemmeno come ci era arrivato. Provò a iniziare la conversazione ma non ci riuscì. Per l’ennesima volta dalla sera precedente non sapeva che dire.
Lasciò fare agli amici, rimase zitto, giocherellando con il lenzuolo del letto di Sirius.

SIRIUS “ Jamie, ci devi dire cosa ti sta succedendo..”

Sembrava avere ritrovato la sua decisione e la sua fierezza, quel portamento nobile e regale che James non avrebbe mai avuto. Le incertezze di qualche attimo prima non c’erano più. Non lo aveva chiamato James ma Jamie, anche con le parole voleva dimostragli la sua vicinanza, nonostante non capisse i comportamenti dell’amico, e magari si sentisse anche un po’ tradito. Gli voleva bene, nonostante tutto, nonostante le cose non dette. Avrebbe voluto cancellare loro la memoria, fare finta non fosse successo nulla, non vederli così tristi per colpa sua.

JAMES “ va tutto bene, avevo bisogno di stare solo, di riflettere su alcune cose, e mi avete preso un po’ di sorpresa, tutto qui.”

Li guardava e capiva quanto gli voleva bene, quando gli era grato per essere li. Si sentì uno stupido per essere scappato ed essersi nascosto da loro fino a quel momento. Ma era più forte di lui. Erano anni che fuggiva da tutti, che non ne parlava con nessuno. Nemmeno ora era sicuro di sentirsi pronto per parlare. Sospirò, forse non lo sarebbe mai stato. Sapeva che anche gli amici avevano vissuto esperienze terribili, ma lui non era pronto a condividere le sue con qualcuno.

REMUS “ più che sorpreso sembravi decisamente sconvolto. Hai inventato una scusa assurda e ti sei chiuso le tende alle spalle invece che spiegarti.”

Nella sua voce James poteva distinguere tristezza per essere stato in qualche modo messo in disparte, amarezza per le bugie e per le tende con le quali lo aveva escluso e preoccupazione per averlo visto in condizioni tanto pietose senza sapere come aiutarlo. Era sicuro che negli occhi si Sirius avrebbe letto le stesse cose. Lo conoscevano bene, sapevano come fare leva su James per convincerlo a parlare, a sfogarsi, ma questa volta non poteva, o forse non voleva rivelare tutto. Era qualcosa che apparteneva al passato. Parlarne sarebbe significato riportarlo nel presente e soffrire ancora.

JAMES “ lo so, mi dispiace. Non ce la potevo fare. Mi vergognavo..”

Non sapeva come scusarsi, come spiegare. Da che parte poteva iniziare. Come si inizia a raccontare una storia che deve essere dimenticata?

SIRIUS “ ti vergognavi? E di che?"

Sirius lo aveva sempre capito al volo, senza bisogno di troppe parole ma anche solo con uno sguardo, perché ora faceva una domanda del genere.. Una domanda senza risposta..

JAMES “non lo so.. Sono stato uno stupido..”

Dannazione, perché non capivano quanto fosse difficile per lui. Non aveva mai affrontato quell’argomento con nessuno, non aveva più parlato di quella storia né ricordava come aveva fatto a superarla. Era successo e basta. E ora gli sembrava di essere messo a nudo, di ritrovarsi di nuovo da capo. Quando aveva messo i piedi su quel treno aveva promesso a se stesso che tutto sarebbe cambiato, che sarebbe diventato diverso, solare, che si sarebbe sforzato di essere sempre allegro. Lo doveva fare per Steven. Per fare questo aveva dovuto dimenticare, ma ogni tanto il passato tornava. E come poteva essere diverso.. Era suo fratello. Era lì con lui. E non aveva fatto nulla, non era riuscito a fare niente, erano solo due bambini.

REMUS “ direi proprio di si..”

Quella voce lo tirò su di morale. Remus stava cercando di farlo ridere, non lo odiava poi così tanto quindi.
Nonostante tutto gli volevano ancora bene. Una buona notizia finalmente.

SIRIUS “ lunastorta..”

Non poteva permettere che James si sentisse preso in giro. Non voleva che crollasse, che stesse ancora come la sera prima. Quando lo aveva visto ridotto in quello stato la sera prima era come se una parte di lui stesse nello stesso modo. Non era semplicemente un amico, un fratello, era di più. Come se condividessero una parte di anima, e quindi poteva avvertire chiaramente le sensazioni dell’amico. Era spaventoso che una persona potesse provare tutto quel dolore in una volta sola.

REMUS “ che c’è? Non lo pensi anche tu?

JAMES “ Remus ha ragione..”

Stava cominciando a essere un po’ più tranquillo. Ormai le sue mani e la sua voce non tremavano più, né muoveva nervosamente le gambe o si scompigliava i capelli. Il peggio sembrava passato. Il loro James stava tornando, come se stesse cercando in tutti i modi di riemergere da un brutto sogno.

REMUS “ ti va di raccontare cosa ti ha fatto scappare via a quel modo e stare così male?”

Non voleva che ricominciasse a stare male, ma dovevano affrontare quell’argomento prima o poi, e prima era decisamente meglio. Dovevano chiudere quel capitolo per tornare a essere i soliti ragazzi scapestrati di sempre. Affrontare la cosa che faceva stare male James, qualunque cosa fosse. Ce l’avrebbero fatta, ne avevano superate tante, sarebbe andato tutto a posto.

SIRIUS “ se è stato per la punizione che ci ha dato la Evans possiamo organizzare un altro scherzo per vendicarci..”

Voleva credere che fosse colpa della Evans, che non fosse per colpa di qualcosa che avevano fatto loro. Non potevano essere stati proprio loro, i suoi migliori amici a infliggergli tutta quella sofferenza. E poi, James era sparito subito dopo la punizione che aveva dato loro miss perfezione.

JAMES “no, lei non c’entra. Nessuno centra. È una storia di tanto tempo fa. Parlarne per me è difficile.. È
come rivivere una parte della mia vita che non voglio ricordare e che non riesco a cancellare..”

Alla fine era riuscito ad ammetterlo. Sapeva che Sirius gli aveva fatto quella domanda perché aveva paura di avere fatto qualcosa di sbagliato, ma non era così. Era una storia che andava avanti da tanto tempo. L’altra notte non era la prima ma solo l’ultima di una lunga serie di notti insonni passate sulla torre di grifondoro a cercare di dimenticare qualcosa che però dalla sua mente non se andava mai. Non si può dimenticare una cosa simile, non si può fare finta di non essere stati. Qualcosa di tanti anni prima, quando non c’era ancora Sirius, o Remus, o Peter. Semplicemente prima, una vita che ormai non sembrava nemmeno più la sua, ma quella di un altro. Una vita in cui non era mai solo che era finita nel peggiore dei modi. A volte James si chiedeva perché tutto questo era accaduto. Aveva sentito parlare i suoi genitori a proposito di vendetta, ma come ci si può vendicare su un bambino?


SIRIUS “ i brutti ricordi non si cancellano mai, rimangono sempre. Magari si nascondono in fondo alla nostra anima ma prima o poi saltano fuori.”

Un bambino solo in una stanza troppo scura. Voci di adulti che decidevano il suo futuro. Il bambino non voleva, ma i genitori non volevano sentire regioni. È un Black, diceva la madre. È il primogenito, diceva il padre. Frustate, pianti, le risate del fratellino di fronte a tutto questo. Anche lui era come loro. Poi la fuga verso la libertà, verso la felicità con gli incubi che continuavano a tormentarlo. Sei uno di loro, diventerai come loro, voci nella notte gli sussurravano queste parole nelle orecchie. Spettri che aleggiavano intorno a lui nelle notti tristi, solitarie e piovose.

REMUS “ .. scatenati magari da particolari stupidi e insignificanti che gli altri non riescono a capire.”

La luna era così bella e il gattino camminava sul muro di cinta. Voleva vederlo da vicino. La luce della luna illuminava i suoi passi. Il lupo, le grida, la fuga. E poi il San Mungo, le lacrime della madre, la condanna. E ancora quella luna, il suo tormento, il simbolo della sua dannazione eterna che lo separava dal resto del mondo. Non era normale, non più, e non c’erano vie di scampo: non lo sarebbe stato mai più.

JAMES “ e fanno veramente male..”

Le risate, il parco giochi e le corse nel campo. Insieme, inseparabili, solo loro due. Attimi spensierati di una vita lontana che non era più sua. Poi il tuonò squarciò la notte. Il buio, la solitudine, il freddo e quella morsa che si stringeva intorno al suo petto. La felicità non c’era più. Un tunnel buio e senza fine lo inghiottiva. Poi l’uscita, Sirius, Remus, Peter, il castello, ma i ricordi erano sempre lì. Il passato era nascosto ma c’era. Poteva sentire le urla di sua madre e il pianto silenzioso di suo padre, e quel silenzio riempire la casa. I sensi di colpa, e il dolore della sua famiglia nel guardarlo in faccia, perché era troppo simile a quel bambino che non c’era più. Dolore che lo aveva sconvolto e che era diventato parte di lui fino a che non erano arrivati gli altri malandrini.


Un attimo interminabile di silenzio regnò nella stanza mentre tutti erano immersi nei loro ricordi.

JAMES “ voi non centrate nulla. Vi prego, credetemi. Siete la cosa più bella che mi sia capitava dopo un periodo che ho voluto dimenticare ma che ogni tanto mi perseguita. Se vi ho mentito, sono fuggito e vi ho ferito non è perché vi odio. Al contrario, non volevo che voi mi vedeste così. Non volevo che mi vedeste sotto una luce diversa, sono sempre io, il ragazzo spensierato che conoscete, solo che a volte la tristezza raggiunge anche me. Ora è passato. Dimentichiamo questa serata e torniamo alle nostre solite vite.. Vi prego, per favore..”

Voleva solo che gli credessero. Lo desiderava con tutto se stesso, con il suo cuore, con la sua mente, con ogni singola cellula del suo corpo.. Aveva gia perso un fratello, non poteva perderne altri due.
Remus e Sirius non osavano interromperlo.

JAMES “ quanta serietà.. Avete visto Piton che si lava i capelli?”

I tre si fissarono in silenzio per un momento poi scoppiarono in una risata liberatoria. Il solito James. Sapevano bene quanta fatica gli era costata quella battuta. Non aveva voluto rivelare loro quale brutto ricordo lo aveva spinto su quella torre da solo a disperarsi, ma non importava. L’unica cosa importante era che ora fosse passato, che James stesse bene.

SIRIUS “ascolta James, non importa quale ricordo triste ti ha fatto soffrire. È passato. Non può tornare.”

James realizzò di avere degli amici meravigliosi, e per la prima volta dalla sera prima si sentì meglio, e i fantasmi del suo passato svanirono. Sapeva che avrebbe dovuto affrontarli e raccontare tutto a Sirius e Remus, ma per il momento voleva solo ridere. Non era quello il momento. I tre presero a scherzare, e la stanza fu invasa da un ondata di allegria.
Remus non poté fare a meno di riflettere su James per qualche attimo. Aveva  sempre pensato che l’amico fosse speciale perché in grado di essere sempre solare, un faro, una guida per gli amici. Era rimasto deluso quando aveva visto le sue debolezze. Ora lo ammirava ancora di più perché sapeva che la sua forza stava nel sorridere alla vita anche se aveva passato dei momenti tristi, che spesso lo tormentavano ancora.
Sirius strinse James per le spalle. Non lo avrebbe forzato, aveva solo bisogno del suo tempo e poi sarebbe stato lui ad aprirsi, senza bisogno di essere forzato.

Un pop improvviso segnalò agli amici che gli elfi che la MgGranitt aveva loro annunciato erano li, carichi di tantissimi manicaretti. Che tempismo perfetto quella donna! Si gettarono a capofitto sul cibo, primo pasto dalla sera precedente. Improvvisamente i loro stomaci sembravano avere ricordato di avere saltato la colazione.

REMUS “ che penseranno gli altri della nostra sparizione?”

JAMES “mmm.. Penso che la Evans non sarà troppo dispiaciuta..”

SIRIUS “ dopo ieri sera penso proprio di No!”

I due si scambiarono uno sguardo fin troppo complice che fece ricordare a Remus cosa stavano facendo prima della misteriosa scomparsa di James della sera prima.

REMUS “ giusto, prima che James sparisse stavate per raccontare l’incontro ravvicinato James-Lily..”

JAMES “certo, mettiti comodo.. Ero nell’aula di..”

Improvvisamente si bloccò. Era accaduto di nuovo. Di nuovo lo specchio, quegli occhi verdi. Lo fissarono.

JAMES “ avete visto?

REMUS “Cosa?  Che dici?”

Era successo di nuovo, lo aveva visto ancora. Era sicuro che gli amici lo avrebbero preso per pazzo per l’ennesima volta in poche ore.

JAMES “ lo specchio, gli occhi. Li avevo visti anche prima.. Vi giuro, non sono impazzito..”

SIRIUS “ si, guarda! Non è possibile.. Sono identici a quelli della Evans, ma come diamine..”

I tre rimasero attoniti a guardarsi cercando di capire cosa stesse succedendo, ma non trovarono spiegazione a quel mistero.


Tutti gli studenti consegnarono una fiala della pozione a Lumacorno e poi corsero a pranzare. O meglio, quasi tutti.
Alice e Lily uscirono con calma, parlando del più e del meno. Alice cercava con gli occhi il moretto, che però era scappato via di corsa. Lily era inquieta e si guardava intorno. Preoccupata per i malandrini o per la presenza di Piton? Era difficile da dire, e nemmeno la diretta interessata era in grado di risolvere questo mistero.
Frank e Peter invece erano corsi verso la loro stanza. Dovevano assolutamente trovare gli altri. Il senso di colpa li rendeva veloci come mai prima d’ora e gli impediva di sentire la fame.
  
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