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Autore: Lady_Wolf_91    06/09/2013    13 recensioni
Clara è una ragazza come tante, senza nulla di particolare.
Clara non sa quello che il destino ha in mente per lei.
Clara non sa che presto la normalità, sarà solo un lontano ricordo!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ESPRIMI UN DESIDERIO
Di scatole ne è pieno il mondo
 
Clara, era una giovane ragazza, fisico esile, lunghi capelli castani e grandi occhi azzurri, una ragazza normale direte voi, ed era vero, Clara era una ragazza come tante, si svegliava il mattino presto, salutava affettuosamente il suo grande gatto nero, leggeva con occhioni lucidi il biglietto che le avevano lasciato i suoi, mangiava la sua colazione e correva a scuola.
Quella, era la sua vita, niente grilli per la testa, niente mistero, niente avventure pericolose, niente di strano.
Si può dire che tutto cambiò il giorno del suo diciottesimo compleanno, anche se, sarebbe più appropriato dire che tutto cambiò, con l’arrivo in house of apricots, di un’elegante e altezzosa scatola di velluto blu.
Di fatto, codesta scatola, il diciotto di quel mese, se ne stava in tutta tranquillità poggiata sul vecchio tavolo di legno, nel soggiorno dei signori Pastries, i genitori di Clara per l’appunto, stando così, non dava certo l’idea di essere una minaccia, in fondo di scatole ne è pieno il mondo no?
Per Clara quel giorno, era come gli altri, sapeva che i suoi genitori non erano giù per farle gli auguri, così, con una leggera tristezza, se ne stava pigramente sdraiata sotto il caldo piumone invernale, vero era che fuori pioveva e la voglia di uscire non era certo invitata da quel tempo uggioso.
Infondo, come già detto, quello non era un giorno comune, era il suo diciottesimo compleanno, questo significava regali e dolcetti, così, ritrovato il buon umore, si alzò strisciando rumorosamente i piedi “buongiorno Ampolla”, come di consueto salutò l’amato gatto, iniziando a riempirmi di grattini e parole dolci, e se ve lo state chiedendo, sì, colui che racconta questa storia, sono proprio io, allegro felino dal nome Ampollino ma questa storia non parla di me, o del perché io abbia un nome non tanto virile, no, questa è la storia di Clara e della misteriosa scatola.
Finito il rituale di coccole e moine, Clara, stiracchiandosi, raggiunse la cucina, senza notare la presenza della scatola in salotto, così miagolai, sicuro di fare la cosa più giusta “Ampolla cosa vuoi? Lasciami solo bere il mio caffè e ti faccio mangiare promesso” sciocchi umani, il loro primo pensiero è e sarà sempre il cibo, con un colpo di coda le diedi le spalle, saltando sul tavolo di legno importante, schiarì la mia nobile gola e ripresi a miagolare “e va bene, va bene vengo da te, cosa ti prende og-” appena varcata la soglia, rimase come di cera, immobile, la bocca leggermente aperta e gli occhi luccicanti “ma, cos’è questa scatola? Pensi sia per me?” mi limitai a sbadigliare mentre le sue dita, con unghie smaltate di verde, viaggiavano leggere sul tessuto blu, andandosi poi a posare sui lati del coperchio, sollevandolo con cura.
Un sospiro d’eccitazione le sfuggì dalle labbra color pesca, quando scoprì che dentro la scatola, vi era un’altra scatola, più piccola e di un nero bello lucido, una scatola nella scatola, sempre più bizzarri questi umani, afferrò un biglietto bianco perlato, leggendolo a bassa voce e lo poggiò sul tavolo, a linee dorate ed eleganti vi era scritto ‘a Clara, con affetto ’ le mani tremanti sollevarono il secondo coperchio lasciandolo poi cadere rumorosamente a terra, lei rimase ferma, la bocca nuovamente socchiusa e gli occhi spalancati, mi alzai appena e lanciai un miagolio annoiato, sotto i nostri occhi vi era una Singer personal 6600, più comunemente detta macchina da scrivere, cos’aveva dunque da urlare in quel modo? “ti rendi conto Ampolla? Una una, o dio, e delle più belle e, secondo te sono stati i miei genitori? Dici che finalmente hanno capito cosa regalarmi? Oh, non posso crederci che sia davvero mia, ma perché non si sono firmati? Ma cosa importa ho una bellissima macchina da scrivere!”
Ne avrebbe avuto per molto, continuava ad andare avanti e indietro senza sosta, lasciava vagare le dita curiose sui piccoli tasti neri, per poi ritirarle come scottata e riprendeva a blaterare di quanto meraviglioso fosse, ma quanto meraviglioso potesse essere proprio non lo capivo, era solo una macchina da scrivere, non aveva niente di speciale, giusto?

















Angolino pseudo autrice!

Rieccomi, questa storia non era nei miei piani, è nata dopo aver letto del contest Autunno Originale indetto da Faejer, è una cosa totalmente nuova per me, partecipare a un contest, seguire uno schema imposto da un'altra persona, così com'è nuova l'idea di scrivere in terza persona!
non si capisce ancora molto della storia, posso solo dirvi che cercherò di portarla sul demenziale, inserendo qualche bizzarria qua  e la, e niente, spero vi piaccia e a risentirci ^^

 
   
 
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